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Autore: OlicityAllTheWay    27/04/2017    2 recensioni
Dopo TAAANTO tempo ritorno :D Nuova Fanfiction. Dovrebbe avere tre capitoli, massimo quattro :D
Parte dalla fine della 5x15 per cui se siete indietro attenzione SPOILER!!!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacio :*
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spero mi possiate perdonare per questo IMMENSO ritardo! :S

Il blocco dello scrittore L e gli esami dell’università L

Perdonatemi :* <3 <3

 

 

SHE’S NOT WHO SHE SAYS SHE IS.

 

Oliver

Felicity è in carcere da due giorni e fra una settimana ci sarà il processo e decideranno se scagionarla o confermare la sua colpevolezza. In quest’ultimo caso la trasferiranno in una prigione federale in chissà quale punto del mondo. Qualche anno fa scherzavamo sul fatto che non ci mandassero le bionde, ma ora ci siamo dentro fino al collo e c’è poco da scherzare.

<< A che punto siamo con la ricerca? >> chiedo a Curtis che si trova davanti a quel computer da innumerevoli ore. Mi chiedo come sia possibile che il cervello non gli sia ancora scoppiato davanti a tutte quelle finestre che si aprono ad una velocità inaudita.

<< Siamo in America Oliver, ci sono milioni di Chloe che hanno frequentato l’MIT >> gli riservo uno sguardo truce: << Sto facendo una ricerca incrociata tra nome, età e caratteristiche fisiche. Ma non è detto che lei avesse lo stesso aspetto tutti quegli anni fa, insomma guarda quanto è cambiata Felicity, e secondo non ci sono dati legati agli attacchi fatti d Felicity e il suo gruppo quindi non posso inserirli nella ricerca. Sto cercando di capire quali siano i suoi codici informatici così li posso frequentare con quelli che si sono presentati nel network dell’MIT nel 2009 >> Curtis parla a raffica: << Non ci dovrebbe volere ancora molto >> aggiunge un attimo dopo.

<< Devo fare una cosa, chiamami quando sai qualcosa >> dico incamminandomi verso l’uscita del covo.

 

Quando Felicity mi ha detto che mi ama, fuori dal bunker di Chase, è stato come se il mio cuore avesse ripreso a battere. Come se stessi aspettando quelle parole per ricominciare a vivere. Ma quando me l’ha detto ero ancora in una relazione con Susan, eppure le ho detto che la amo anche io, l’ho baciata, ho dormito stretto a lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E mi sono sentito così bene, così in pace. Il senso di oppressione che per una notte mi ha lasciato in pace.  

Ma so che Susan merita una spiegazione.

Il ticchettio dei tacchi a spillo di Susan attirano la mia attenzione.

<< Dio mio Oliver! Stai bene >> è visibilmente preoccupata. Si avvicina a me e mi porta le mani al viso.

La lascio fare per un attimo, ma quel tocco così intimo mi mette a disagio quasi subito. Le prendo entrambi i polsi e le allontano le mani.

Fa una smorfia mista tra la sorpresa e il disappunto.

<< Pensavo ti avrebbe ucciso quello psicopatico >>

<< Anche io >> ammetto

<< Che cosa ti ha fatto? >>

<< Niente che non avessi già sperimentato >> mento. Non mi sembra il caso di dirle quello che ho detto a Chase.

Annuisce e abbassa lo sguardo. Sembra triste.

<< Susan dobbiamo parlare >> faccio una brevissima pausa: << Di noi >>

<< Immaginavo mi avessi chiamato per questo >> sospira.

<< Senti, non sei tu il problema >>

Lei ride: << Classica frase non sei tu il problema sono io. Giusto? >> mi anticipa lei.

<< Non del tutto. Nessuno è un problema, il problema è che non posso darti quello che meriti >>

<< In che senso? >> stringe gli occhi.

<< Non posso darti quello che meriti perché il mio cuore appartiene ad un’altra donna >> ammetto.

<< E questa donna sarebbe…Felicity? >>

Studio la sua espressione: << Sì, è lei >>.

Si porta una mano alle labbra poi ci passa la lingua trattenendo un sorriso che però non ha niente di gentile o simpatico.

<< Quando ti ha liberato Chase? >> mi chiede.

<< Che c’entra questo ora? >>

<< Oliver, dimmi quando ti ha liberato >> insiste.

Capisco dove vuole andare a parare: << Tre giorni fa >>

<< Quindi questi tre giorni li hai passati con lei? Lasciandomi a chiedermi se fossi vivo o morto? >>

So che in parte ha ragione: << Sì, sono stato con lei >> dico comunque.

<< Complimenti Oliver. Sapevo fossi un traditore, me lo sarei dovuta aspettare >>.

Non controbatto perché ha ragione. Ho tradito tutte le donne con cui sono stato, tranne Felicity. Lei non la tradirei mai e poi mai.

Non controbatto anche perché non il fatto che la nostra storia si stia chiudendo non mi lascia l’amaro in bocca, o uno strano senso di oppressione.

Non mi lascia niente.

Non è quello che si aspettava, lo vedo dalla sua espressione. Vedo che avrebbe voluto che dicessi qualcosa ma non lo faccio. Così si alza e io la guardo andare via quando il mio telefono squilla. Lo tolgo dalla tasca interna del cappotto e vedo che è una chiamata da parte di Curtis.

<< Dimmi >>

<< Ho tutto >>

<< Arrivo >>.

 

   
 
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