Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: PeterPan_Sherlocked    27/04/2017    0 recensioni
Sequel de: "Il fabbricante di dei"
Nazelie pensa solo a se stessa. È convinta di essere nata nell'epoca sbagliata, ama la storia ed è decisa a creare quanti più danni possibili nel mondo. Studentessa ripetente di giorno e capitano della Resistenza di notte.
Jules è uno scrittore di giorno e un serial killer al comando di Nazelie di notte.
Il loro è un mondo distrutto, in cui i dittatori terrorizzano la popolazione.
------------
Uno squarcio di proporzioni colossali sta attraversando il continuum e la Storia è scomparsa.
L'unica speranza sono i due Agenti, le due leggende immortali che venti anni prima avevano salvato il mondo, ma Thomas e Neumalea non intendono salvare quell'umanità così distante da loro, quell'umanità che si accartoccia piano piano su se stessa.
L'Agenzia non ha ancora finito di svelare i suoi segreti e questa volta solo un legame di sangue può essere più forte della distruzione totale.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Call Trilogy'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tanto è pronta a svanire ogni cosa che splende.

- Shakespeare.

Regulus si guardò intorno, nervoso, passando in rassegna i mobili della sala e le armi appese al muro, cercando di non incontrare i volti delle persone.

"Avete cambiato l'assetto della sala." quella era una brutta situazione e lui odiava dover rendere conto a quei due ragazzini. Eppure erano loro che comandavano, loro che decidevano, loro che avevano potere di vita e di morte su tutta l'Agenzia. Bastava solo farli inervosire troppo e avrebbero potuto far crollare la gerarchia dalle fondamenta. A loro non interessava il bene dell'umanità, non volevano sentire parlare di compromessi, loro si ergevano a giudici sopra gli alius, mentre gli altri Agenti erano soltanto dèi minori. Thomas e Lea, con le loro facce da ragazzini, con gli occhi scavati e magri da far paura, come se avessero smesso di mangiare da tanto tempo, riuscivano a farsi obbedire con un solo sguardo. L'essere umano più freddo e la macchina più passionale, erano loro che comandavano l'Agenzia.

"Ci annoiamo facilmente." rispose secca Lea, continuando a guardarlo. Gli prese il viso e lo costrinse a guardarla negli occhi "Rispondi alla mia domanda."

"Non so di chi sia figlia, so solo che è una alius."

"Voglio tutti i registri delle alius che sono rimaste incinta venti anni fa, sono stata chiaro? Noi partiremo per una missione, vogliamo campo libero dappertutto e squadre di pronto intervento a ogni ora." Thomas prese in mano la situazione, capendo che avrebbero dovuto risolvere da soli quel mistero. Di nuovo pronti insomma, di nuovo Agenti. Forse gli era mancata l'azione, eppure in quei anni erano stati troppo impegnati a non impazzire per riuscire a pensare ad altro. Ora la profezia si era compiuta, la testa aveva smesso di parlare e il mondo aveva di nuovo bisogno delle leggende, perché non sapeva prendersi cura di se stesso. Si girò verso Regulus vide i suoi occhi vuoti, di nuovo.

"Io sono il direttore e voi mi obbedirete! O l'orrore, l'orrore vi succederà, vi ucciderò nel sonno, mentre dormite o vi avvelenerò il piatto in cui mangiate."

Lea era veramente arrivata al limite di sopportazione. Quell'uomo era un alius e avrebbe potuto tranquillamente curarsi da solo, eppure preferiva tenersi il disturbo dissociativo d'identità, diceva che lo faceva sembrare diverso, quasi più importante. Questo a Neumalea non interessava, a lei interessava solo che le cose fossero fatte per bene. Guardò Thomas e il ragazzo seppe cosa fare. Era facile entrare nella seconda personalità della gente, di solito era instintiva e non logica, quindi non opponeva una resistenza specifica e mirata. Fu facile anche eliminarla momentaneamente, mentre gli occhi di Regulus tornavano coscienti.

"Spero di non doveri ripetere." gli sussurrò Thomas all'orecchio, guardandolo come si guarda un giocattolo difettoso. Lea non sprecò nemmeno le sue parole per quell'uomo che non sapeva cosa fare della sua vita, che si attaccava alla poltrona come se fosse quello il potere. Eppure c'erano loro a ricordargli ogni giorno che il potere era quello che non si vedeva, il vero potere stava dietro le quinte, a manovrare le persone come burattini, a mostrare il volto di altri al mondo.

Certo, Regulus aveva portato miglioramente alla gerarchia e alla società degli alius, per questo continuavano a lasciarlo al comando, era un uomo intelligente e perspicace quando voleva.

Il direttore dell'Agenzia guardò i due ragazzi e sospirò. Sapeva con chi aveva a che fare, sapeva i soprannomi che si sussurravano nei corridoi dell'Agenzia: la dea della guerra e il dio dei morti, li chiamavano, Ade e Atena, gli Inferi e il massacro. Gli occhi di Thomas erano l'Inferno, neri e scuri e vuoti, un buco nero che ti risucchiava quando li guardavi, che ti leggeva l'anima. Lea, oh Lea era diversa, i suoi occhi chiari come i tramonti più belli parlavano di sangue e di omicidi, di calcoli e di opportunità. Avrebbe sterminato il mondo se la cosa avesse avuto un senso logico. Ecco chi era al di sopra di tutti gli dèi, ecco su quali mano poggiava il mondo: su due dannati che avevano smesso di essere degli eroi, su due persone che avevano perso tutto, che trasformavano tutto quello che toccavano in cenere.

Nazelie e Jules non stavano seguendo la conversazione. La ragazza aveva perso l'interesse abbastanza presto, più o meno quando Thomas aveva ripetuto la domanda per la seconda volta. In quel momento non le serviva sapere da quali geni era stata partorita, le interessava solamente riuscire a rispondere a Jules che continuava a bombardarla di domande.

"Perché l'hai fatta andare via? Martha non voleva!"

"Ti sei innamorato per caso, Jules?" chiese piccata la ragazza, guardandolo storto attraverso le sue iridi colorate che mandavano il ragazzo fuori di testa. Come faceva a concentrarsi quando la persona con cui stava parlando sembrava dipinta da un daltonico?

"No, ma perché a lei l'hai mandata via e a me no? Aveva il diritto di restare!" Jules ebbe finalmente il coraggio di toccarla. Era calda, sembrava viva e non un fantasma come si era immaginato, e ormai conosceva a memoria quel polso. Era veramente Nazelie eppure non era del tutto lei.

"Vuoi andartene anche tu? Seguila, no? Va a consolare la povera poliziotta, avrà sicuramente bisogno di un sadico nella sua vita!"

Jules affondò un po' di più le mani sul polso di Nazelie, per sentire il suo dolore, perché lo faceva impazzire con quelle sue scenate. La ragazza però sorrise sicura.

"Non mi fai male, non puoi farmi male, la mia pelle è ferro ancora più di prima, è acciaio che non si può ferire."

Sorrise di nuovo. Sentiva il potere scorrerle nelle vene, era una sensazione terribilmente bella mentre guardava gli occhi di Jules scurirsi. Sapeva di avere potere su di lui, lo capiva mentre sentiva la stretta sul polso allentarsi. Sapeva anche che in quel momento ogni fibra del corpo di Jules chiedeva sangue e lacrime e preghiere, sapeva cosa voleva.

"Io voglio rimanere." il ragazzo abbassò lo sguardo, poi si avvicinò a Nazelie e le sussurrò all'orecchio: "Sono sempre rimasto dove stava il mio generale."

Per quanto avesse potere, quell'uomo ancora le dava i brividi e riusciva a farlo con una sola frase. Le piaceva quella sensazione a volte, le piaceva pensare che quel sicario potesse essere suo. Perché lei lo sapeva, lui era suo, era sempre stato suo dalla prima volta che le si era avvicinato con i suoi occhi distanti e il sorriso magnetico. Non avrebbe ceduto però, non l'avrebbe mai baciato. In fondo, non aveva bisogno di un uomo per essere se stessa, lui era soltanto un vezzo, una distrazione che si permetteva quando voleva sentirsi lusingata. Non che Jules fosse innamorato. A lui piaceva quella figura minuta che odorava di morte a chilometri di distanza, gli piaceva pensare che quell'oscurità la creasse lei stessa.

Quando Regulus scomparve, Lea e Thomas si avvicinarono a loro.

"Avete fatto la pace o vi dobbiamo lasciare una stanza?" chiese Lea, provocando Nazelie. La ragazza le rispose con una smorfia. Già quella ragazzina più bassa di lei con i capelli grigi e li occhi vecchi le stava antipatica.

"Certo, Jules viene con noi." rispose asciutta, guardando Lea con aria di sfida.

"Bene." rispose Neumalea.

"Bene." confermò Nazelie, incrociando le braccia al petto. Dire che c'era tensione era dire poco, molto poco. Lì c'era direttamente aria di morte lenta e dolorosa. Thomas guardò le due donne vagamente divertito, poi prese due pistole e le diede una a Nazelie e una a Jules.

"Dobbiamo trovare Sophie e per sapere dov'è abbiamo bisogno di indizi. Avrà lasciato segni del suo passaggio nella vostra epoca." il ragazzo si stava preparando a partire.

"Noi siamo ricercati." ricordò Jules. Lea sbuffò e maneggiò con un piccolo computer addossato alla parete.

"Ora non esistete più, va bene? Datemi data e luogo preciso."

"23 settembre 3517, Nuova Merna." le rispose Nazelie.

"Oh carina, vieni dal Tremila anche tu?" Lea era sarcastica, non capiva perché ma Nazelie la metteva a disagio, come se le assomigliasse troppo con quell'occhio quasi arancione. Decise di accantonare i pensieri da una parte e premette sul bracciale che molto tempo prima le aveva dato la Storia, trascinando nel tempo e nello spazio tutti quanti, fino alle coordinate indicate.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: PeterPan_Sherlocked