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Autore: Lady I H V E Byron    27/04/2017    0 recensioni
Una conferenza sul cambiamento climatico.
Una possibilità di salvezza per il mondo dall'effetto serra.
Un'improvvisa esplosione.
Un caso da risolvere.
Un inganno da sventare.
Il mondo sembra essere nelle mani di un investigatore privato un po' scemo e quattro musicisti un po' imbranati.
P.S.: sia chiaro, i musicisti lo fanno solo per il loro spettacolo, non per un insensato senso di giustizia...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: scusate per l'attesa. Voglio essere quasi fedele al film e lo so che con la grammatica lascio molto a desiderare, ma per le storie comiche me lo voglio permettere. Che storia comica sarebbe con il linguaggio aulico? A pensarci bene, solo quello dei Monty Python, ma quello è un altro tipo di comicità...

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Roma. Porto di Nettuno.
Solo in una banchina c’erano delle luci accese.
Delle urla di rabbia e delusione per poco non svegliavano l’intera città.
-Ve l’avevo detto che l’esplosione non sarebbe servita!-
-Non avevamo scelta! E dia un’occhiata a questo titolo!-
Un giornale della Nazione venne come lanciato al centro del tavolo, così da essere letto facilmente dai presenti.
Sulla prima pagina c’era scritto: “L’Italia in fremente attesa per la conferenza di Marco Auditore: come è cambiato il clima dall’800 a oggi.”
-La conferenza si terrà fra due giorni, se la polizia scoprirà qualcosa.-
-Crede che non lo sappia?-
-Lo sappiamo tutti!-
Quegli uomini facevano bene ad essere preoccupati: invero, erano tutti magnati e rappresentanti di compagnie petrolifere, nucleari e carbonifere.
Se l’Italia avesse adottato uno stile di vita basato sulle energie rinnovabili, le loro compagnie sarebbero state chiuse e loro avrebbero perso il lavoro.
Non da nascondere, infatti, che l’idea di far esplodere l’Istituto Meteorologico era partita da loro.
O meglio, da chi si era improvvisamente unito alla discussione.
-Signori, vi prego…-
Erano due persone esattamente uguali, stessa barba, stesso colore degli occhi, stesso colore della pelle, con la sola differenza di età e la stempiatura sulla fronte da parte del più anziano: erano Alfredo Nereo, magnate petrolifero della compagnia “Esagono” e suo figlio Matteo.
Vestiti con giacca e cravatta sembravano più gemelli che padre e figlio.
-So che siete tutti in apprensione…- proseguì il più anziano; il ragazzo rimase in silenzio e in disparte –E concordo con voi. Abbiamo ragione ad essere preoccupati… Matteo, il proiettore, prego.-
Il citato aveva in mano un telecomando: gli bastò premere un pulsante per accendere un proiettore, con la luce diretta verso una lavagna bianca.
-Questa è una centrale eolica, già attiva fuori Trieste.- spiegò, mentre sullo schermo vennero mostrate delle pale eoliche; successivamente cambiò immagine –E questa, invece, è una centrale a energia solare, o meglio, il progetto di una centrale a energia solare. Fatto sta che disporranno di cellule fotovoltaiche, che trasformano i raggi solari in elettricità. Questa è una lampada fluorescente. Dura dieci volte più di una lampadina tradizionale. Infatti, usa solo un quarto di energia. Finestre speciali. Isolano circa quanto dieci lastre di vetro. E questa, infine, è una macchina elettrica, alimentata parzialmente da pannelli solari. Grazie, figliolo, ora puoi spegnere…-
Lo schermo si spense all’improvviso.
-Tuttavia, signori miei…- rivelò Alfredo, con tono sicuro –Non sono preoccupato da nessuna di queste cose…-
I presenti rivolsero al collega sguardi confusi.
-…poiché nessuno verrà mai a saperne. Intanto, devo ringraziare mio figlio, il mio unico erede, per avermi dato queste informazioni, direttamente estorte dalla nipotina di Auditore…-
Matteo fece un lieve sorriso malefico.
-Mi dispiace non aver scoperto di più, papà…- ringraziò –Ma la falsa sgualdrina si ostina a fare la “preziosa”, la avara con la sua virtù… non so se mi spiego…-
-Questo è già sufficiente, figliolo…- commentò il padre, ridendo leggermente.
-E che mi dice di Auditore? E la sua conferenza con quei quattro musicisti sfigati?-
-Ci saranno i Presidenti e il Ministro dell’Ambiente…- domandarono due magnati nucleari.
L’uomo dalla carnagione olivastra sorrise in modo furbo.
-Davvero un’ottima domanda…- mormorò –Perché non lo chiede direttamente a lui?-
Dei rumori strani attirarono l’attenzione dei presenti, per poi assumere sguardi sgomenti: imbavagliato e legato su una sedia a rotelle, quelle per gli invalidi, c’era proprio lui, Marco Auditore. Si guardava intorno, spaventato e respirando a tratti. A spingerlo era proprio l’uomo intravisto da Lisa la sera prima. Aveva il fisico robusto, ancora saldo, nonostante l’età. Baffi scuri che coprivano l’intera area tra naso e bocca, naso rotto, sopracciglia folte che gli davano un’aria ancora più spaventosa e capelli lunghi, acconciati tipo fungo, con la stempiatura sopra la fronte, esattamente come descritto dalla nipote di Auditore.
-Ma è impazzito?!-
-Ha rapito Auditore…!-
-E’ davvero incredibile!-
-Ma fra qualche giorno dovrà fare il suo discorso…-
-Tranquilli, cari colleghi…- rassicurò il magnate petrolifero –Marco Auditore terrà il suo discorso…-
-Il mio parere è che attualmente dipendiamo dal carbone, dal petrolio e dall’energia nucleare…-
Un’altra persona si era aggiunta al gruppo; lo stesso Marco Auditore fu sgomento di vedere la persona accanto a lui: era la sua copia, un sosia, persino nella voce. Stessa barba, stesso volto, stessi occhi, stessa corporatura.
Era solo leggermente più alto, ma nessuno se ne sarebbe accorto.
-Buon Dio…- commentò uno dei presenti, sorpreso quanto il meteorologo.
-Cari colleghi, vi presento Vincenzo Arcattati, un ex-critico d’arte e, come potete vedere, il sosia perfetto di Marco Auditore.- presentò Alfredo, facendo un lieve inchino.
-E come ho già spiegato al signor Nereo…- tagliò corto il sosia, mentre si toglieva dal volto la barba finta e la parrucca, mostrando i lunghi capelli color cenere; era più giovane di Auditore, di circa dieci anni; aveva una voce subdola e minatoria, come se volesse intimare i presenti a non rifiutare la sua offerta –La mia parcella è di un milione e vi assicuro che valgo ogni centesimo. E poi, miei cari signori… voi non avete molta scelta, nevvero?-
Concluse con una breve risata, mettendo un pezzetto di lingua in mezzo ai denti.
Alfredo non fu intimorito dal suo tono, ma annuì ugualmente.
-Signori miei, il signor Arcattati ha detto la sua…- concluse –Ci sono domande?-
Silenzio.
Nel frattempo, Marco Auditore osservava i presenti con aria furiosa, cercando di dimenarsi, e, di conseguenza, liberarsi.
-Bene, allora siamo d’accordo.-
Bastò un cenno della testa del magnate che il sicario mise una ganascia su una ruota della sedia a rotelle, per evitare che il meteorologo, seppur legato, fosse riuscito a scappare semplicemente muovendo le ruote.
-Si goda la sua permanenza qui, signor Auditore…- salutò Alfredo, prima di uscire da quel luogo con aria soddisfatta.
Anche il figlio Matteo si unì.
-Chi lo sa? Magari, nel frattempo, sua nipote mi rivelerà altre informazioni utili per rovinare la sua conferenza… una volta che deciderà di fare un bel “corpo a corpo” con me… Eheheh…-
Se le corde che lo tenevano non fossero state strette e legate così bene, Marco non ci avrebbe pensato due volte a liberarsi almeno un braccio per dare un pugno sul naso di Matteo…
Tuttavia, non gli rimase che contare su Francesco, su Ettore e sulla Quarta Orchestra…



Si perse subito d’animo.
   
 
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