CHE IO SIA
Lascia che io sia
la sabbia da far
scorrere
tra le tue dita.
Lascia che un sogno,
un’invocazione divina,
vivace
ma meschina,
possa innalzare il nostro
lascito supremo.
Lascia che io sia
il miele
che ti dolcifica la
vita.
Lascia che un giorno
qualunque
non veda tramontare il sole
all’orizzonte,
bensì solo il male,
ed esso scompaia
al di là delle dune del Sahara.
Lascia che io sia
l’acqua che ti scivola
sulla pelle.
Lascia che le tempeste
di vento schiaccino e ripudino
l’erba verde che le ha sfidate,
ma tu no, tu no,
non lasciare che ti mettano
le mani nei capelli, non lasciare
che ti feriscano invano.
Lascia che io sia
l’unguento che cura
le ferite del tuo
cuore.
Lascia che il fiume in piena
del rancore rompa gli argini,
ed esso che travolga
il mondo così com’è,
tutto chiuso nella sua
cupezza, nella sua certezza
di restare impunito.
Lascia che io sia
il sangue caldo che ti
scorrere
nelle vene.
Lascia che il voler credere
solo nell’ovvietà divenga
superstizione,
e che il bianco e il nero si fondano,
in grigio e in una moltitudine
di grigi,
di dipinti ingrigiti.
Lascia che io sia
tutto ciò che ti darà
l’ultimo piacere di
vivere.
Lascia che l’umanità creda
che il Paradiso è out,
e che i nostri silenzi
siano il rumore dell’essenza
di due emarginati.
Nessuno, nessuno capirà.
Lascia che io sia
l’ultima parola
pronunciata
prima del silenzio
eterno.
NOTA DELL’AUTORE
Buongiorno! Spero che anche questa poesia vi sia piaciuta ^^
Mi ha convinto già fin quando la scrivevo. È quasi un abbozzo
di canzone. Spero che abbia convinto anche voi.
Grazie per sostenermi sempre, siete gentilissimi, tutti
quanti.