Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: AlessiaDettaAlex    27/04/2017    0 recensioni
Che i trentaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
Alyss Knight si è offerta volontaria alla mietitura per proteggere Laree Amberdeen, la ragazza che ama. Ma, oltre a sopravvivere all'arena, ha un altro obiettivo importante da adempiere: nascondere alle telecamere di Capitol City la sua relazione omosessuale con la giovane Laree, che potrebbe costare loro la vita a causa delle ferree leggi di Panem a riguardo.
[Capitolo 1]
«No!» grido con rabbia, «non lei!» tremo di terrore e di fatica, quando la raggiungo davanti al palco. «Mi offro volontaria come tributo al suo posto!». Non posso credere di averlo fatto sul serio. Un brivido mi corre lungo la schiena, di paura ed eccitazione insieme, nella consapevolezza che sto per morire. Sto per morire per lei.
---
[Capitolo 4]
"Noi tributi siamo solo questo: gli agnelli più belli, giovani e forti del gregge, strappati dai propri compagni per attendere al sacrificio da tributare a dèi oscuri. E il nostro sangue bagnerà l’altare dei potenti, tra grida di giubilo e l’eco lontana del lamento degli ultimi, che piangeranno per lunghi secoli i loro figli."
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 14

Ho un po' di paura ad uscire da questa grotta. Fuori c'è silenzio. Chi avrà vinto? Una parte di me vorrebbe che Skeeter fosse morto per evitare di doverlo fronteggiare io stessa, ma l'altra parte ha paura di ritrovarsi Axel come avversario finale dell'Arena. Avrà solo tredici anni ma le mie possibilità di vittoria contro di lui le vedo piuttosto minime. Faccio un gran respiro e prendo in mano il mio pugnale. Mi sento le rocce franare sotto i piedi, ho il cuore a mille e i palmi umidi e gelidi. Finalmente esco. Un vento strano mi solletica il collo e mi guardo intorno. Axel è a terra. Ma anche Skeeter lo è.
«Skeeter!» grido correndo da lui.
Una spinta inaspettata alla schiena mi butta a terra. Mi rialzo e con estremo orrore mi accorgo di aver fatto male i miei calcoli: non mi sono ricordata di Lavender. Faccio qualche passo indietro mentre la guardo negli occhi, quegli occhi da pazza che mi hanno fatto subito convincere di non dover avere niente a che fare con lei. Mai. Stringo il pugno dove tengo il coltello, ma le mie dita si chiudono sul palmo vuoto. Dov'è finito? Mi dev'essere volato via quando mi ha spinta!
«Ops, ti ho disarmata!» sibila leccandosi una goccia di sangue sul dorso della mano.
Ha un sorrisetto sadico in faccia, le mani le tremano dall'eccitazione. I tirapugni che indossa sono incrostati di bruno sangue umano. Questa è completamente squilibrata! Deglutisco e faccio un altro passo indietro.
«Dove vai? Resta a giocare con me»
Ride e comincia a correre nella mia direzione. Mi metto in guardia: se è una scazzottata che vuole, non mi resta altro che accontentarla. Sperando di non rimanerci secca.
Schivo i primi colpi e per contro incasso malamente gli altri nello stomaco; barcollo ma pianto con forza i piedi a terra, pronta a sferrare i miei attacchi: Lavender mi elude facilmente e mi assesta una gomitata in un fianco.
Così non va bene! Non va... assolutamente bene...
Con un ginocchio a terra tento di riprendere fiato, ma fa malissimo; fa davvero male, cazzo! Prima che me ne possa accorgere mi arrivano due calci sul mento e mi trovo stesa a terra totalmente inerme.
«Già finito? Credevo fossi più resistente!» cinguetta lei abbassando la posizione di guardia.
Maledizione! C'ero così vicina! C'ero quasi! Mancava pochissimo alla vittoria, potevo farcela! Digrigno i denti e mi asciugo con una manica gli occhi umidi di lacrime di rabbia. Potevo tornare e invece mi farò ammazzare da una psicopatica! E quel che è peggio è che Laree lo vedrà.
«Beh, se non hai nient'altro di divertente da mostrarmi, dovrò divertirmi a modo mio»
Sento che si siede sulla mia pancia ridacchiando; non ho il coraggio di aprire gli occhi. Un forte colpo allo sterno mi obbliga a farlo. Urlo di dolore. Poi altri colpi, sulla spalla, sulle braccia, lo stomaco e anche il volto: sento il metallo raschiare e strappare la mia carne e grido, continuo a gridare di smettere. Ecco cosa vedrà Laree: la sua ragazza che implora pietà mentre muore torturata. Lacrime e sangue si mischiano sulle mie guance, ma Lavender non si stanca di ridere. I suoi colpi continuano, allargando e approfondendo le ferite freschissime, ed è la prima volta che provo un dolore così disumano.
Sto per perdere i sensi, i contorni sono sfuocati e delle luci danzano davanti ai miei occhi. Forse è meglio così, la morte verrà in silenzio e io l'accoglierò in muto assenso.
Ma qualcosa cambia. Una voce familiare grida di furore e all'improvviso il peso seduto su di me sparisce. Mi sembra di sentire delle urla e dei rumori sordi.
C'è stato un... colpo di cannone?
Mi fischiano le orecchie. Magari era il cannone della mia morte.
Qualcuno mi prende per le spalle e mi scuote.
«Alyss! Alyss, resisti! Forza, non farmi questi scherzi, non svenire ora!»
Ah, sei tu Skeeter...
Il suo volto è sempre più una macchietta indefinita.
Ti sembra forse che...
io stia scherzando...?
Sei proprio...
il solito idiota...

Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è il sorriso brillante di Skeeter.
«Ho un mal di testa terribile...» dico con la voce impastata.
«Non faccio fatica a crederlo, visto che la mia adorata compagna di Distretto ti ha fatto perdere i sensi a forza di colpi di tirapugni di metallo»
Mi tocco il viso con una mano e mi accorgo mi avere fasce e garze un po' ovunque. Ma non sento alcun dolore, solo un po' di indolenzimento generale.
«Cosa mi hai fatto mentre ero svenuta?»
«Ehi, non sono così indelicato. Di solito chiedo a una ragazza di uscire prima di passare al dunque»
«Ma che stai dicendo? Parlavo delle ferite!»
Incredibile come abbia voglia di scherzare anche in un momento come questo!
Lui si lascia andare a una risata prima di aiutarmi a rimettermi in piedi.
«Nello zainetto da merenda di Axel c'era un costoso kit di sopravvivenza pieno di quei medicinali miracolosi di Capitol City e io li ho usati per guarire le tue ferite. Sei rimasta svenuta solo qualche ora per cui non sarai completamente ristabilita, ma in fondo non ti è rimasto più nessun ostacolo prima della vittoria»
Lo guardo a bocca aperta. Quindi, mettendo insieme tutti i tasselli, Skeeter è riuscito ad avere la meglio su Axel, poi mi ha salvato la vita con Lavender. Questo significa che siamo rimasti solo noi due. E questo significa che...
«Prendi» dice lanciando ai miei piedi il suo tridente.
Abbasso lo sguardo sull'arma, poi lo rialzo sul mio compagno: è fieramente dritto, le spalle sono larghe e rilassate; mi guarda sorridendo con occhi sereni.
«È ora di ritornare a casa, non sei d'accordo?»
Io non so che dire. Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe arrivato questo momento, ma quello che non sapevo è che in questi giorni insieme mi sarei affezionata a lui fino a volergli davvero bene. Fino a considerarlo un amico.
«Skeeter, io...»
«Non dire nulla. Stai facendo la cosa giusta, Alyss. Sono felice di averti conosciuta e di aver scommesso la mia vita su di te. Non si può tornare indietro, ma non aver paura: io oggi ho vinto!»
Un nodo mi si stringe attorno alla gola, ma non ci mette molto a sciogliersi in lacrime. Raccolgo il tridente e lo stringo forte tra le mie mani. In nessun modo potrò mai ripagarlo di tutto ciò che lui ha fatto per me. E capisco che il mio dovere verso di lui ora è proprio andare fino in fondo; e vivere la vita che sognavo con Laree.
Mi avvicino a passi lenti, i miei occhi non riescono a metterlo a fuoco per via delle lacrime. Non voglio ucciderlo; vorrei poterlo portare al Distretto 6, al sicuro, insieme a me. Fargli vivere altri cent'anni ancora, fargli conoscere Laree e andare a divertirci tutti e tre insieme in giro per il distretto. Ma non posso. Non posso. Lui non esita un attimo, è sempre così... certo e contento del suo destino. Come fa? Io ho paura di tutto, sono debole e meschina di fronte ad ogni cosa. Lui non vacilla, ha la faccia di uno che sa a cosa serve la sua vita e la spende per ciò in cui crede. Uno che può dire di vincere anche quando sta per morire. Chi può dire una cosa simile? Nessuno può, è impossibile. Ma lui lo fa.
Con un cenno del capo lo ringrazio di essere stato al mio fianco. Non esistono parole adatte. Le parole sono spesso consistenti quanto l'aria, soprattutto di fronte alla morte. I nostri occhi parlano molto di più. Mi asciugo le guance umide con una manica.
Mi sorride e io mi metto in posizione di guardia.
Gridando, per darmi coraggio, trafiggo il cuore di Skeeter con il suo tridente.
L'ultimo cannone di questi Giochi echeggia da ogni parte della montagna.
Seguono lunghi e interminabili secondi di silenzio, mentre vedo il corpo del mio amico accasciarsi a suolo privo di vita. L'Arena è muta, in lutto, mentre i suoi occhi azzurri diventano opachi e freddi. Finché avrò respiro non ti dimenticherò mai.
Poi, un suono.
Gli altoparlanti si accendono e la voce di Claudius Templesmith risuona forte e chiara.
«Signori e signore, ecco la vincitrice dei 34esimi Hunger Games: Alyss Knight del Distretto 6!»
Grida di giubilo e scrosci di applausi in diretta mi riempiono le orecchie; io alzo lo sguardo verso il sole e non riesco a credere di essere arrivata fin qui. Di aver vinto sul serio. Me ne rendo conto quando un hovercraft scende sulla montagna per portarmi di nuovo a Capitol City, viva.

Alcuni inservienti mi scortano fuori dalla stanza bianca e vuota dove ho passato le ultime ore. Continuo a guardare le mie mani: la pelle morbida e profumata, le unghie pulite e ben limate; tutto il mio corpo è stato trasformato e riabilitato dalla mia permanenza sotto i ferri di Capitol City. Mi hanno detto che sono rimasta incosciente per un giorno e mezzo e che adesso potrò rivedere il mio staff. Il Centro di Addestramento mi rievoca ricordi spiacevoli dei miei giorni precedenti agli Hunger Games, è come se riuscissi a fiutare la paura che ha permeato queste mura in quel periodo. La porta della sala principale si apre ed io entro.
«Congratulazioni, Knight»
È la voce di Layla ad accogliermi; e nonostante prima la trovassi odiosa e supponente, adesso non c'è cosa che mi faccia più piacere ascoltare.
«Layla!»
Corro verso di lei e la stringo forte in un abbraccio; lei sorprendentemente non mi rifiuta, ma mi circonda la schiena con le sue braccia. Non sono mai stata più felice di riempirmi le narici di quell'orrendo connubio di nicotina e caffè!
«Sei stata brava, davvero tanto. È tutto finito adesso» mi dice con la voce che trema.
È una rarità vederla così emozionata da non riuscire nemmeno a parlare. Mi discosto dal suo abbraccio e le sorrido di cuore. Telluria e Seismòs mi sorprendono alle spalle e si congratulano con me; la mia stilista è fredda e distaccata come al solito, ma posso giurare di aver visto un lampo di fierezza nei suoi occhi blu; suo fratello è più caloroso e amichevole.
«Bravissima Alyss!»
Stavolta è la voce di Julius a salutarmi. Appena lo vedo sono tentata di andare ad abbracciare anche lui, ma un flash delle nostre ultime ore passate insieme mi blocca. Giusto. L'ultima volta che ci siamo visti l'avevo trattato male ingiustamente per via della sua relazione con Seismòs. Ed ero entrata nell'Arena prima di convincermi a scusarmi con lui.
Anche Julius pare ricordare e infatti mi guarda con occhi un po' tristi; vorrebbe avvicinarsi a me ma non sa bene come comportarsi.
«Julius... io devo chiederti scusa. Quando sono entrata nell'Arena avevo paura che non avrei mai più avuto l'opportunità di farlo, perciò sono felice di rivederti. Ti ho trattato male e mi dispiace, non te lo meritavi. Mi perdoneresti?» le parole mi escono da sole, come un fiume in piena.
Da dove vengono? Non sono mai stata così loquace.
Lui si mette a piangere e viene ad abbracciarmi; capisco che ora è tutto perdonato e il mio cuore si libera di un peso.
Forse è per l'Arena: sperimentare cosa significa perdere delle persone senza potergli dire quanto sono state importanti o quanto sei dispiaciuta per non essere riuscita a proteggerle mi ha resa più compassionevole verso chi incontro. E infatti sono solo felice di poterli rivedere tutti, anche chi ero arrivata ad odiare.
Gli inservienti ci accompagnano tutti a pranzo e ci sediamo a tavola. Cibo vero! Ho una fame da lupi. Parliamo, scherziamo, io rido tanto, sebbene mi senta una strana sensazione al centro del petto; ogni tanto, mentre mangio, la foresta di abeti dell'Arena mi scorre davanti agli occhi e devo sforzarmi di ripetermi che va tutto bene, che sono fuori e non ci ritornerò mai più. Quando la situazione si fa insostenibile lascio spazio al pensiero di Laree. Lei mi aiuta sempre. Cancella ogni male e lava via ogni paura. E poi tra pochi giorni la rivedrò!
Stasera ci sarà la mia incoronazione come vincitrice. Sarà fiera di me quando mi vedrà? Forse fiera è una parola grossa, ma sarà certamente felice. Quante possibilità c'erano che sarei tornata da lei? Solo una su ventiquattro.
«Anche se il peggio è passato, stasera dovrai affrontare tre ore di sintesi di Hunger Games» mi informa Layla accompagnandomi in camera mia. «e comunque volevo ringraziarti di esserti presa tanto a cuore Roy» conclude in un sussurro.
Il nome di quel bambino è come un pugno sullo sterno per me.
«Ringraziarmi per cosa? Non ho saputo fare nulla per lui. Nemmeno la vendetta poteva riportarlo indietro»
Sento la sua mano che si posa sulla mia spalla.
«Gli hai voluto bene, seppur per poco. Per lui è stato importante, ti era affezionato»
Mi volto verso di lei e scopro che ha gli occhi umidi. Deve averle fatto un male cane vederlo morire e non poter far niente per impedirlo.
«Mi dispiace Layla»
Lei scuote la testa e mi sorride.
«Non ti preoccupare Alyss»
Alyss. È la prima volta che mi chiama per nome. Presumo significhi che la nostra relazione sia passata a un livello successivo e che io possa considerarla mia amica.
La guardo uscire dalla stanza e accendersi una sigaretta. In fondo ha solo vent'anni. È ancora una ragazza, come me. Chissà come si sarà sentita in questi cinque anni, ragazza tra i ragazzi che portava a morire; per quel che ne so io potrebbe aver fatto da mentore a suoi vecchi compagni di scuola o amici d'infanzia. Sarà stato atroce. La cosa positiva del mio ruolo da mentore, d'ora in poi, è che non la lascerò più sola. Potremo farci forza in due e magari così le cicatrici nelle nostre anime faranno meno male.
Entro in bagno e mi guardo allo specchio. Mi sorprendo nel vedere il mio viso riflesso: non lo vedo da dieci giorni ormai. I miei occhi sembrano più azzurri del solito, forse perché ho le pupille strette per via della luce a led che circonda lo specchio; i capelli neri sono un po' disordinati, ma lucidi e leggeri. La mia preziosa cicatrice è rimasta sulla guancia. Se la sono ricordata, allora. La sfioro con due dita, accarezzandola in tutta la sua lunghezza; è come se gli Hunger Games non ci fossero stati. Tutto è come prima, niente è apparentemente cambiato. Questo perché le cicatrici, quelle che contano, non si vedono fuori. Sono nascoste dentro di me, molto più all'interno del mio corpo rimesso a nuovo e tirato a lucido. Il volto perfetto di fronte a me ha una lacrima che scende verso il mento. Mi tocco istintivamente la guancia.
Prendo un grosso respiro ed entro in doccia.

Siamo sotto il palco in cui si terrà la cerimonia di chiusura dei trentaquattresimi Giochi. Sono dritta e tesa come un soldatino di plastica, rivestita della tuta che indossavo nell'Arena. Uno dopo l'altro, i membri del mio staff fanno la loro comparsa sul palco. I preparatori, i gemelli Rikter, il mio accompagnatore. Poi Layla e infine io.
Di fronte a me c'è un pubblico immenso, impazzito, adorante. Mille luci e flash immortalano la mia prima apparizione pubblica dalla fine degli Hunger Games. Un applauso infinito.
«Alyss! Alyss, che meraviglia rivederti su questo palco!» esclama Domitian Braveheart prendendomi la mano e accompagnandomi sul mio trono.
Sì, un vero trono ornato, di velluto rosso, bellissimo. Non riesco a decifrare le mille sensazioni che provo stando qui, così, al centro dell'attenzione di tutta Panem; mi sembra di vivere in una specie di sogno allucinato.
«Beh, anche io sono contenta di essere tornata!» mi esce con una punta di ironia.
Il pubblico ride e Dizzy mi dà una pacca sulla spalla per incoraggiarmi a sedermi.
«Non faccio fatica a crederlo, cara Alyss! Allora, come stai?»
«Sinceramente? Non so che dire, è tutto così... incredibilmente...»
«... bello? Meraviglioso? Ci credo che sei emozionata! Anche io lo sarei se avessi l'onore di parlare col grande Domitian Braveheart!» scherza lui.
Rido con tutto lo studio di registrazione.
«Veramente parlavo della mia vittoria» puntualizzo per fare la simpatica.
«Hai ragione, hai ragione! Questa è la tua serata e io – almeno per ora! – non te la toglierò! Come ogni anno abbiamo preparato un emozionante video per commemorare questa fantastica edizione dei Giochi. Sei pronta a rivederti in azione, Alyss?»
«Ci puoi scommettere»
Uno scroscio di applausi accompagna l'accensione dello schermo sul quale vedrò proiettati gli ultimi dieci giorni. Deglutisco e serro le mani sui braccioli della poltrona per farmi forza.
Le immagini scorrono e io finalmente posso vedere ciò che Layla, Laree e Sirius hanno visto: le mie imprese al bagno di sangue, io che affronto gli ibridi-lupo e le prime difficoltà tra cibo e acqua. Faccio fatica a crederlo, ma vista da fuori sembro davvero una guerriera impavida e decisa a sopravvivere. Non mi stupisce che Layla abbia trovato sponsor così velocemente. La morte di Roy passa sullo schermo e io mi lascio andare a un sospiro. Tutto questo dev'essere atroce per la mia mentore. E poi ecco Skeeter che entra in scena; i miei iniziali rifiuti suscitano delle leggere risate nel pubblico e anche a me in realtà viene da sorridere: lui era totalmente in buona fede, ma io non potevo sapere che sarebbe addirittura diventato mio amico. Io e Skeeter insieme siamo inarrestabili: diamo la caccia ai tributi, sterminiamo la Gilda – la mia vendetta su Gilbert dev'essere piaciuta parecchio a Capitol City, visto il tempo che dedicano alla mia furia e alla sua morte – poi passiamo alle battaglie coi favoriti. In un doppio schermo sono riprodotti insieme i duelli di Axel e Skeeter e di me con Lana: ne approfitto per notare come Axel fosse decisamente un nemico al di fuori della mia portata; tiene testa al mio alleato e riesce anche a ferirlo gravemente. Alla fine la forza fisica ha la meglio, e i sedici anni di Skeeter contro i suoi tredici lo portano alla sconfitta. Poi si torna allo schermo unico per mostrare la fine di Lana grazie alla mia trovata con le stalattiti. L'ultima battaglia con Lavender è molto veloce e si passa subito alla scena finale. La musica cambia e diventa molto triste. Ci scommetto la testa che in questo momento quei bastardi dei registi stanno facendo un bel primo piano sulla mia reazione. Io tengo ben saldo il mio sorriso per tutta la durata della registrazione, permettendomi che dai miei occhi traspiri appena un senso di nostalgia. Si sono già goduti anche troppo il mio dolore.
E il video si chiude su di me che con il tridente insanguinato stretto tra le mani alzo lo sguardo verso il sole. Da vera eroina.
Un fortissimo applauso irrompe nel silenzio dell'ultima scena e io mi sento gli occhi gonfi di lacrime di nuovo. Beh, poco male, immagino potessero aspettarsi che mi sarei, diciamo, commossa. Domitian mi passa un fazzoletto e mi scompiglia i capelli.
«Sei stata sensazionale! Mi sono veramente emozionato quando ti ho vista vincere!» sorride Dizzy porgendomi una mano.
«Ma adesso è il momento della tua incoronazione!»
Parte l'inno di Panem. Mi alzo in piedi e dalla sinistra del palco entrano il presidente Snow e un inserviente con un cuscino su cui è posata la corona che mi poggeranno in testa. Sospiro serena. Questo è l'ultimo atto, poi potrò finalmente rilassarmi un po'. Il presidente si ferma davanti a me con un sorriso. Io ricambio con indifferenza, ma poi mi cade l'occhio sull'uomo che porta la corona.
Per poco non cado a terra sconvolta.
È Sirius. È un senza-voce. L'hanno preso, hanno scoperto che mi ha tenuta nascosta per tutti questi anni! I suoi occhi sono addolorati, sembrano quasi chiedermi scusa per essersi fatto scoprire. Io sono senza parole, ma mi tengo stretta, strettissima, il mio sorriso di circostanza.
Torno a guardare il presidente Snow. Lui prende la corona e lentamente me la posa in testa; lo fisso insistentemente negli occhi per tutto il tempo, dentro le pupille, fin dentro l'anima per cercare di capire cosa è successo. L'ha fatto di certo apposta a schiaffarmi in faccia il vecchio Sirius in questo stato.
Questo bastardo!
Stringo i denti.
«Complimenti» dice solo lui.
«Grazie» rispondo secca io.
Poi si fa da parte e lascia che io mi prenda i miei vuoti applausi. Sirius esce di scena, ma prima di farlo mi dedica un lungo sguardo sofferente. Non so se per me o per se stesso.
Perdonami. È tutta colpa mia se sei in questo stato.
Poi, tutto finisce.
Le acclamazioni, le chiacchiere di Dizzy, le luci, le colonne sonore epiche.
Rimaniamo solo io e Layla, sedute vicine sul mio letto.
«L'hanno preso, Layla. Mi hanno portato via per la seconda volta mio padre» sussurro piano con lo sguardo basso.
Lei fa un tiro dalla sua sigaretta prima di rispondermi. Ancora non si è tolta il vizio di fumare nei posti in cui ci sono io, ma questo attualmente è il minore dei miei problemi.
«Lui mi stava proteggendo. Voleva difendere me e Laree al Distretto 6, è colpa mia se si è cacciato in questo guaio!»
Layla poggia una mano sulla mia.
«Capitol City è questa, Alyss. Snow non lascia impunito nulla. Fidati, sono cose che capitano nella vita di un vincitore. La nostra posizione è la più delicata di tutte»
Povera illusa io che credevo di essermi lasciata il dolore alle spalle una volta uscita dall'Arena!
Sento le mie dita strette dalla mano di Layla. Quanti altri dovranno morire perché io sono viva?
«Laree starà bene, vedrai» dice anticipando i miei pensieri, «l'abbiamo difesa molto bene durante le interviste»
Io annuisco un po' sollevata. Domani, dopo la chiacchierata finale con Dizzy, tornerò nel distretto, la riabbraccerò e tornerà tutto come prima. Questo incubo deve finire una volte per tutte.



 


Angolo dell'Autrice
Cia-ciao!
Finalmente l'Arena è finita. Ma adesso viene il bello. Cioè, probabilmente sto parlando da sola, ma ringrazio comunque i lettori, coloro che anche senza recensire sbirciano questi miseri capitoletti. Annuncio anche che nei prossimi giorni farò una revisione dei capitoli scritti prima del 2016, perché questa storia ne ha davvero bisogno (mi vergogno a morte di come ho scritti i primi 3 capitoli ad esempio... ho ancora così tanto da migliorare, uff!).
Grazie mille a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!
Alex
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: AlessiaDettaAlex