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Autore: Sakkaku    27/04/2017    3 recensioni
Dopo diverso tempo ho usato la penna usb (lo so può non interessarvi ma è inerente a quanto dirò tra poco) e al suo interno ho trovato tre testi scritti nel 2015, mi ero completamente dimenticata della loro esistenza. Questo è stato scritto a giugno, ovviamente lo posterò senza rileggerlo o fare modifiche, quindi è probabile ci siano errori! xD
Dal testo: Detestava e nello stesso tempo ammirava chi riusciva a mascherare le sue emozioni, chi parlava e stava al centro dell'attenzione senza temere gli sguardi di chi la fissava. Per loro sembrava facile, lei era sicura che neanche tra cento anni ne sarebbe stata capace. Lei era incapace di mostrare un finto interesse solo per sembrare più simpatica e piacere di più alla compagnia
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una giornata come un'altra
 

Amber Lynn se ne stava a guardare il cielo dietro le fessure della persiana. Volendo le poteva spalancare, ma preferiva così. Rappresentava meglio il suo modo di vivere, come se fosse imprigionata. Lei non era di certo in prigione ma era quasi come se lo fosse. Il suo carattere le impediva di essere espansiva o amichevole con chi le rivolgeva parola per la prima volta. Era come girare con il freno a mano in pieno centro con tutti che suonano perché non vai avanti. La sua mente, i suoi ricordi, il suo passato la teneva prigioniera, legata a loro, senza via di scampo. Nessuno era in grado di aiutarla. Nessuno poteva cancellare tutto quello che aveva passato, che ogni tanto le ritornavano in mente, facendola urlare nel cuore della notte di terrore, dopodiché, non riusciva a prendere sonno per diversi giorni a venire. Nessuno, poteva neanche minimamente capirla. Per via del suo passato non si fidava della gente, dietro alle loro parole vedeva solo compassione o derisione e non era questo quello che voleva. I suoi silenzi erano massacranti e i suoi sguardi erano svogliati e privi d'interesse, di qualsiasi cosa si parlasse non interagiva. Per il semplice fatto che le persone intorno a lei parlavano di cose che non le interessavano o che non seguiva, lei preferiva rimanere in silenzio piuttosto di parlare e passare per un idiota. Anche se passava per strana, oltre che idiota, alla fine la gente capiva solo quello che voleva.
Amber Lynn sapeva che era una persona difficile, con un carattere alternante, nonostante questo, riteneva che se qualcuno fosse davvero interessato alla sua amicizia, le sarebbe venuto incontro, solo in quel caso lei avrebbe fatto lo stesso. Per il momento, le era capitato solo una volta. Detestava e nello stesso tempo ammirava chi riusciva a mascherare le sue emozioni, chi parlava e stava al centro dell'attenzione senza temere gli sguardi di chi la fissava. Per loro sembrava facile, lei era sicura che neanche tra cento anni ne sarebbe stata capace. Lei era incapace di mostrare un finto interesse solo per sembrare più simpatica e piacere di più alla compagnia.
Amber Lynn strinse a sé il cuscino mentre con l'altra mano afferrava un'altra fetta di pizza. Lì sul divano, con la musica che risuonava nel monolocale dove abitava, si sentiva bene, stare lì in quel modo, guardando fuori dalla finestra. Dondolava lateralmente la testa a ritmo della musica, si lasciava cullare dalla dolce melodia e dalla voce del cantante. "Sembra così struggente. Quasi come se vivesse nella mia stessa situazione" quella canzone la colpiva sempre ogni volta che la ascoltava. In qualche modo le dava speranza. Di per sé lei non ne aveva, anzi pensava che la speranza in questo mondo non esistesse più.
Solo la musica la innalzava sopra ogni cosa, la portava in un altro mondo, lontano da tutto e da tutti, in un posto dove era sicuro, dove non era costretta a ricordare. Un luogo dove ricominciare.
Amber Lynn si pulì le mani con una salviettina, spostò il cuscino dietro la schiena, sistemò la coperta e avvicinò a sé il portatile. Le dita si mossero in automatico sui tasti, andavano veloci, sapevano cosa dovevano fare, quale pulsante della tastiera schiacciare. Tutte le idee che le passavano per la testa le scriveva di getto. Neanche tanto per scrivere, solo per liberare la mente e dar sfogo alla sua creatività che di solito teneva nascosta. Amber Lynn temeva di condividere con qualcuno le sue idee, figuriamoci a farle leggere a qualcuno. Si sarebbe vergognata a morte. No, lei non era la persona che scriveva per gli altri. Scriveva per se stessa, per dimostrare alla parte timorosa della sua personalità che qualcosa era in grado di fare, che forse per gli altri era solo un incapace, ma lei valeva molto di più rispetto a quello che la gente intorno a lei pensava. Era tardi, eppure, nonostante la stanchezza, le dita non volevano smettere di scrivere. Sì era sicuramente strana, eppure dopotutto, nessuno in questo mondo può definirsi normale.
«Tutti sono particolari alla loro maniera. Tutti diversi dagli altri, sebbene molti si comportino come copie di altri, perché preferiscono una facciata che piace piuttosto che mostrare "il vero io" con il terrore di non essere accettati e di vivere in solitudine.»
Amber Lynn di certo capiva questa paura. Lei da una parte era stata fortunata, aveva trovato qualcuno che poteva considerare una vera e buona amica, la sua gatta norvegese delle foreste.
«Molti sono circondati da centinaia di amicizie di comodo o d'interesse, però nel vero momento del bisogno stanno a piangere da sole. La cosa importante delle amicizie non è la quantità, bensì la qualità e dell'affidabilità che questa persona ha nei tuoi confronti così come te nei suoi. Già, il mondo è davvero una cosa difficile da comprendere. Pieno di grandi misteri che mai si riuscirà a risolvere. Gli illusi che pensano di avere tutte le risposte si perderanno nei loro ideali, perché non hanno coscienza di loro stessi e di ciò che li circonda.»
"Forse sono temi troppo pesanti" pensò Amber Lynn rileggendo velocemente quello che aveva appena scritto. Come sempre quello che scriveva non la convinceva mai del tutto, però conservava ugualmente quello che buttava sul foglio bianco di word. Magari un giorno avrebbe riletto e le sarebbe balenata un'idea geniale. Chissà forse tra quelle cose che aveva scritto, si nascondeva un'idea perfetta per un libro e lei ancora in quel momento non lo sospettava.
Con un sospiro spostò il computer dalle sue gambe sul tavolino. Amber Lynn si allungò sul divano, mentre la gatta si accoccolava tra le sue braccia. Si addormentò subito. Molte idee le frullavano per la testa mentre prendeva sonno, per la maggior parte, pessimiste. La cosa positiva di quando scriveva prima di dormire era che in qualche modo acquisiva una sicurezza. E forse, ma solo forse, un po' di ottimismo per andare avanti il giorno successivo.

  
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