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Autore: PeterPan_Sherlocked    28/04/2017    0 recensioni
Sequel de: "Il fabbricante di dei"
Nazelie pensa solo a se stessa. È convinta di essere nata nell'epoca sbagliata, ama la storia ed è decisa a creare quanti più danni possibili nel mondo. Studentessa ripetente di giorno e capitano della Resistenza di notte.
Jules è uno scrittore di giorno e un serial killer al comando di Nazelie di notte.
Il loro è un mondo distrutto, in cui i dittatori terrorizzano la popolazione.
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Uno squarcio di proporzioni colossali sta attraversando il continuum e la Storia è scomparsa.
L'unica speranza sono i due Agenti, le due leggende immortali che venti anni prima avevano salvato il mondo, ma Thomas e Neumalea non intendono salvare quell'umanità così distante da loro, quell'umanità che si accartoccia piano piano su se stessa.
L'Agenzia non ha ancora finito di svelare i suoi segreti e questa volta solo un legame di sangue può essere più forte della distruzione totale.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Call Trilogy'
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"You either die a hero, or live long enough to see yourself become the villain"
 

I soldati si caricarono il loro generale sulle spalle, rimanendo in silenzio, senza avere il coraggio di chiedere nulla. La strada era ormai deserta: nessuno voleva avere a che fare con dei ribelli, perché era proprio questo che sembravano mentre camminavano spediti e sicuri di loro stessi, lungo le grigie vie di una dittatura. Neumalea e Thomas si erano messi uno a destra e l'altra a sinistra del secondo in comando, la bocca serrata e il passo militare: erano di nuovo sul campo, anche se contro la loro volontà, di nuovo soldati, di nuovo potenti. Subito dietro di loro c'erano Jules e Nazelie, ancora frastornati, sicuramente terrorizzati dai loro compagni di viaggio. Non sapevano chi fossero, semplicemente una pazza gli aveva detto di cercarli e quei due ragazzini che sembravano più piccoli di loro, parevano sapere già tutto. Jules continuava a non capire come Nazelie potesse condividere la natura di quei due esseri dagli occhi vuoti e le cicatrici profonde che sembravano bruciare perennemente sulla loro pelle. Nazelie non era così, lei era forte, intelligente, sarcastica, ma mai crudele per il semplice gusto di esserlo. Il comportamento di Thomas sarebbe potuto sembrare quello di un sadico ma Jules sapeva che quel ragazzo non aveva un disturbo, quel ragazzo era un mostro, qualcosa che non poteva essere umano, un incrocio tra un errore di natura e un dio vendicativo che anelava alla distruzione del mondo. Prese istintivamente la mano di Nazelie, stringendogliela forte, ma la ragazza si divincolò, arricciando il naso.

"Sto pensando." furono le sue uniche parole. Prima lo aveva difeso, ora però lo ignorava, come se avesse perso interesse per lui, come se quello che c'era dentro la sua mente fosse più interessante della realtà esterna. Jules strinse i pugni così forte per la frustazione, da farsi uscire il sangue dalle ferite non ancora tutte rimarginate, dovute all'assiderazione. Nazelie naturalmente non le aveva più e la sua pelle era di nuovo liscia e perfetta.

Il palazzo del governatore si stagliava alto e minaccioso, nero in mezzo al grigio, le finestre oscurate e le porte controllate da uomini in uniforme armati.

"Non hai paura di entrare?" sussurrò Jules a Nazelie.

"No, in fondo è un solo un uomo."

"Anche io sono un uomo." il ragazzo tremò impercettibilmente, senza sapere se era per la paura del dittatore o per la consapevolezza di essere inferiore a lei.

"Tu però sei il mio uomo." Nazelie gli sorrise gentilmente, poi tornò a concentrarsi, lasciando Jules completamente in panico. Sembrava quasi bipolare, tra quegli scatti di umanità intervallati a ragionamenti da robot e insulti verso gli esseri inferiori. Forse doveva ancora capire chi era completamente, e Jules sperava che essere una alius non avrebbe significato diventare come Neumalea e Thomas. Avrebbe preferito la morte che vedere il suo piccolo Generale diventare un mostro.

Appena le guardie videro il generale accasciato sopra uno dei soldati, si misero in posizione di attacco.

"Riferite protocollo 00Agency07..." Lea iniziò a parlare, ma fu interrotta da una delle guardie.

"I controlli dell'Agenzia sono passati da poco." li guardò con aria strafottente "e dovrete anche spiegare come fate a conoscere l'Agenzia, visto che sicuramente non siete dei loro."

Thomas sbuffò: "O la fate finire di parlare, oppure potrebbero esserci dei problemi."

"Protocollo 00Agency07, sessione Geniet, vox immortales. E ora sono cazzi." Lea rise pronunciando le ultime parole.

C'erano solo due parole che nessun uomo, in nessuna epoca, avrebbe mai voluto sentire tra i codici dell'Agenzia. Tra coloro che erano addestrati a conoscere gli Agenti temporali, c'erano due persone che non avrebbero mai voluto vedere: si diceva che chi li guardasse in faccia fosse dannato per l'eternità; ora però gli immortali erano davanti a loro e tutti gli incubi stavano prendendo forma.

"Non state imbambolati, dite a quel cretino che ha un problema enorme tra le mani, avvisate le altre guardie di farci passare e pregate. Pregate, perché siete nei guai."

"Thomas?" Nazelie chiamò il ragazzo "che cosa vuol dire Geniet? E immortali?"

Il ragazzo nemmeno si girò, semplicemente le rispose dandole le spalle.

"Geniet sono i Generali Temporali, il grado più alto da conseguire all'Agenzia. Immortali, beh... io non ho veramente diciassette anni. Fa due più due, alius."

Neumalea sorrise impercettibilmente quando Tommy chiamò Nazelie "alius".

SI incamminarono per le infinite e ripidissime scale dell'edificio.

"Un ascensore no, eh?" si lamentò lo scrittore a metà salita, senza ricevere risposta. Più salivano, più le guardie aumentavano, eppure si spostavano impaurite, tremando quando venivano urtare da Thomas o Lea. Evidentemente era stato dato l'allarme. Un conto era l'Agenzia, ma gli immortali, oh loro non avrebbero avuto pietà. Anche l'ambiente cambiava intorno a loro: era sempre più opulente, più lucido, più semplice anche, spoglio da tutta la propaganda. Lì c'era il potere, il vero potere. Aprirono la porta dello studio del governatore, entrando in una stanza dalle pareti verde pastello, piena di libri, semplice e ricercata allo stesso tempo. Un uomo li stava aspettando seduto su una poltrona. Appena li vide si alzò di scatto.

"Gli Inferi e il massacro. A cosa devo l'onore? Io comunque sono Michael Rochester."

"Fossi in te starei attento con le parole." rispose Thomas freddo. Sapevano quali erano i soprannomi che venivano sussurrati tra le epoche, ma nessun finora era stato così sfacciato da buttarglieli in faccia.

Era sempre lui a parlare e mai Lea, questo Nazelie lo aveva notato. La ragazza dai capelli grigi parlava poco e faceva male, molto. Thomas invece sapeva giocare con le parole. Neumalea si avvicinò al tavolino in legno intarsiato e si versò un bicchiere di rum, per poi sedersi divertita sul divanetto. Rochester si girò verso di lei, si sentiva accerchiato e tra quei ragazzi c'era un uomo che lui conosceva.

"Perché vi tirate dietro uno della nostra razza?"

"Niente domande, sapiens." lo interruppe Tommy "Ascolta quello che abbiamo da dirti."

Lea stava centellinando il suo bicchiere quando si alzò di scatto fino a trovarsi a due centimetri dal volto del governatore.

"Avevi una alius nella tua città, una non registrata. E non le hai mai dato filo da torcere, quindi sapevi della sua esistenza."

"N - no, assolutamente no!"

Lea lo spinse contro il muro, facendo tremare le pareti della sala.

"Hai metodi di controllo che ti permettono di trovare anomalie, avrai visto i suoi risultati scolastici e i controllori governativi nelle scuole ti avranno riferito di questa ragazza fuori dal comune, eppure non hai mosso un dito. Chi? O lo dici o sei morto."

Era un sapiens come tutti gli altri, attaccato al potere e incapace di morire per un ideale, avrebbe risposto.

"Si chiama Sophie la donna che me l'ha ordinato, diceva di essere dell'Agenzia, in una missione in incognito!" provò a giustificarsi Rochester, piagnucolando pietà all'angolo della stanza.

"Sapevi benissimo che non era dell'Agenzia." si inserì Thomas, davvero pensava che fossero così stupidi? "Dov'è ora?"

"Questo vuol dire che tu sapevi?" gli urlò improvvisamente contro Nazelie, già pronta a mettergli le mani addosso, ma fu fermata dalla stretta calda e tranquilla di Jules, che la fece calmare, ricordandole di far parlare i due mostri che si tiravano dietro.

"Non lo so, ogni tanto però torna per avere notizie." Michael Rochester si era alzato di nuovo e cercava di darsi un contegno, con scarsi risultati. Il grande dittatore stava implorando davanti a due ragazzini di diciassette anni.

"Bene. Le prepareremo una trappola e tu ci aiuterai. In più dovrai aiutarci a scoprire di chi è figia Nazelie." disse lapidaria Lea.

 

   
 
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