Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Robin Stylinson    28/04/2017    0 recensioni
«Sei un'incendiaria, Allen. Ed io il tuo protettore.»
Il Demonium era segnato dalla "Diciannovesima" profezia. Tutto era nelle mie mani e avrei fatto il possibile per salvarmi da Enkeli ma soprattutto da Harry perché quando ti innamori di qualcosa di cui hai paura, capisci che niente e nessuno potrà salvarti all'infuori di te stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Ero confusa ma feci come disse il ragazzo riccio. M’infilai un paio di jeans verdone militare, una t-shirt bianca con sopra un maglione grigio con inserti bianchi. La maglietta era più lunga del caldo pullover e s’intravedeva sotto. Mi misi i calzini, le converse bianche e, tutta di fretta, afferrai la borsa per attaccare la tracolla a quella che prima era una piccola cartella. Ci infilai dentro il telefono e uscii dalla camera cercando di chiudere la porta senza fare rumore. Mi guardai attorno, tutte le stanze erano chiuse e come sempre regnava il silenzio.
Scesi le scale e con un passo deciso uscii sul vialetto e lo vidi. Era alla fine del ciottolato seduto su una moto. Era illuminato solo dalla luce fioca di un lampione e dalla luna piena. Aveva già il casco sul capo mentre un altro era poggiato sul manubrio.
Mi avvicinai a lui con cautela e quando mi vide, mi passo il copricapo integrale e senza dire una parola, mi fece gesto di salire dietro di lui. Un po’ insicura, poggiai una mano sulla sua spalla, salii dolcemente e mi infilai il casco. Feci giusto in tempo ad attaccarmi al suo ventre che accelerò. Il mio corpo era completamente attaccato al suo. Mi stingevo sempre più forte a lui.
Eravamo usciti dalla zona urbana e avevamo imboccato una superstrada.
80 km/h.
100 km/h.
130 km/h.
150 km/h.
Al salire della lancetta della velocità, si alzava anche la mia paura, ma l’adrenalina che avevo in corpo era tanta. Era un’emozione unica.
Poteva iniziare a piacermi, Harry.
Arrivammo in una cittadina che distava poco più di sessanta chilometri dalla villa. La raggiungemmo in meno di mezz’ora.
Aveva qualcosa di familiare.
Ci fermammo davanti a un vecchio faro. Lui abbassò il cavalletto della moto per fare in modo che fosse più stabile e per non cadere quando poi sarei scesa io.
Misi un piede a terra seguito subito dall’altro. Mi sfilai il casco integrale e mi guardai attorno. Era buio pesto e non si vedeva nulla. Mi girai indietro per guardare il ragazzo riccio. Da sola non avrei fatto nemmeno un passo.
Harry si stava sistemando il ciuffo quando alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi nei miei. Riuscii a vederli distintamente. Mi parve di vederli color ghiaccio ma cambiai subito direzione della visuale per l’imbarazzo. Non volevo che mi dicesse che avevo stretto troppo forte il suo corpo. Non volevo che mi chiedesse se avevo avuto paura.
Sarei voluta sprofondare in quel momento. Era la prima volta che eravamo veramente soli, lontani da casa.
Lui mi allungò una mano che d’istinto, senza pensarci nemmeno un secondo, gli afferrai. Harry sogghignò per poi cingermi le spalle con il braccio.
Mi stava abbracciando davvero?
Ci incamminammo senza una meta apparente, ma sapevo che lui aveva organizzato tutto, sapevo che stavamo andando a un posto preciso che, purtroppo, mi era sconosciuto.
«Non tremare» disse serio lui.
«Non sto tremando» sbuffai ruotando gli occhi.
Avevo solo freddo.
E paura di lui, del suo tocco. In quel momento mi ricordai di non avere la fasciatura al braccio, dovevo stare attenta. Non mi scollai da lui nemmeno per un secondo. Non chiesi nulla, non aprii bocca. Non feci nulla di nulla se non far muovere i miei piedi in dei passi abbastanza lunghi per stare dietro alla sua camminata.
Nel silenzio sentivo il suo respiro, il suo calore.
«Riposerai domani mattina, se vorrai.» Era già tutto organizzato.
Non capivo. La mattina mi aveva insultato dandomi dell’animale e ora faceva il carino. Cosa aveva che non andava? Iniziai a sospettare che soffrisse di bipolarismo ma non dissi nulla.
Il vento soffiava e la temperatura piano piano scendeva. 
«Non mi stringevi così da quando avevi quindici anni» disse Harry facendo divampare le mie guance. 
«Fa solo freddo.» mentii. 
Erano passati circa tre anni dall'ultima volta che mi aveva abbracciata per davvero e circa due da quando avevo deciso di non vederlo mai più. Era da molto che non gli stavo così vicina, che non sentivo l'odore della sua pelle. Non sapevo cosa mi attirasse di lui. Avevo deciso di non averci più niente a che fare, ma sembrava tornato tutto come prima.
Non era vero.
Io lo odiavo, non avrei cambiato idea. Il mio cervello non sarebbe tornato a pensare a lui come qualche anno prima. Era il cuore che faceva come voleva ed era difficile ignorarlo quando partiva a battere all’impazzata dopo un suo sguardo o un suo tocco.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Robin Stylinson