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Autore: soffio di nebbia    28/04/2017    2 recensioni
«Prompto... lo sai che è una follia, vero?»
La voce di Gladio venne accolta dal silenzio. Prompto ignorò volutamente la sua obiezione e strinse le labbra nel tentativo di mantenere i nervi saldi mentre infilava le ultime provviste nello zaino.
«Cerca di ragionare. Quando è stata l'ultima volta che hai visto un chocobo? Io ne ho visto uno circa otto anni fa, durante una caccia, ed era già ridotto a una carcassa. Cosa ti fa pensare di poterne trovare qualcuno ancora vivo?»
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3



«Ehi, Noct... ci pensi mai a come sarebbe se le cose fossero andate diversamente?»
Prompto sorrideva, inspiegabilmente felice mentre allungava del mangime verso il piccolo chocobo nero che lui e gli altri erano riusciti a salvare prima ancora che nascesse.
Il pulcino beccò felice dalla sua mano.
Prompto si voltò verso il recinto del rifugio di Wiz dove riposavano gli altri uccelli. Noctis rideva mentre cercava di porgere delle foglie d'erba al più ribelle degli animali.
«Non ti viene mai voglia di tornare indietro a quando tutto era al suo posto?»
Noctis lo guardò con un sorriso disteso. Una luce serena brillava nei suoi occhi di ventenne.
«Sempre»


Mentre riapriva lentamente gli occhi, Prompto alzò una mano davanti agli occhi per proteggersi dal sole che lo accecava filtrando dagli alberi. Nelle orecchie sentiva ancora uno strano ronzio che poco a poco svanì. La vista tornò lentamente più nitida ma Prompto rimase sdraiato fino a quando non fu sicuro di essere del tutto lucido.
Sempre.
Quella parola continuava a riecheggiare nella sua mente procurandogli una strana sensazione di sollievo.
Si sollevò lentamente a sedere con la testa ancora leggera, ma venne riportato immediatamente alla realtà da una fitta che lo fece sibilare dal dolore.
Portandosi una mano alla tempia si accorse di sanguinare.
Non sapeva per quanto tempo fosse rimasto svenuto, ma a giudicare dalla luce doveva essere già passato mezzogiorno, quindi almeno un paio d'ore doveva averle trascorse privo di sensi.
Poco male, era già un miracolo che fosse ancora vivo.
Mentre pensava a questo, Prompto liberò le caviglie dalla corda che ancora lo legava e poi recuperò lo zaino alla ricerca di qualche pozione.
Mentre le sue mani rovistavano tra le varie tasche interne, la sua attenzione venne attirata uno strano qualcosa nascosto tra i cespugli. Aguzzò la vista, avvicinandosi di qualche passo. Sembrava tondeggiante, e la superficie era chiazzata di giallo e nero .
Per un istante si sentì mancare il fiato e, quasi dimenticando i dolori che aveva per tutto il corpo, zoppicò con un urgenza verso il cespuglio. Gli sembrava di riconoscere quell'oggetto, ma non poteva esserne sicuro, così si inginocchiò lì vicino e spostò in fretta il fogliame che lo nascondeva alla vista fino a quando...
Fino a quando un singulto sfuggì dalle sue labbra per l'emozione.
Con mani tremanti, Prompto sollevò piano l'uovo che era davanti ai suoi occhi e lo strinse delicatamente al proprio petto. Un tiepido senso di speranza gli scaldò il cuore mentre sorrideva tra le lacrime e appoggiava in silenzio la fronte sulla liscia superficie di quel piccolo miracolo che qualche chocobo doveva aver cercato di proteggere dall'avidità dei cacciatori.
Per la prima volta da quando era partito nella sua ricerca, per la prima volta da quando Noctis era scomparso, Prompto sentiva di aver ritrovato una parte di sé di cui si sentiva ormai orfano, qualcosa per cui valesse davvero la pena lottare e sorridere.
Un rumore tra i cespugli lo fece voltare di scatto. Di colpo in allarme, Prompto indietreggiò senza lasciare l'uovo, mentre con una mano libera cominciava ad estrarre la pistola.
Un verso acuto riecheggiò per la radura, un verso che Prompto riconobbe all'istante.
Dai cespugli balzò fuori un maestoso animale dalle piume del colore del sole, gli occhi neri brillanti di furore, il becco aperto in un grido selvaggio.
L'iniziale meraviglia di Prompto venne meno nell'istante in cui si accorse che la bestia, nonostante il vigore con cui soffiava nella sua direzione, tremava e si muoveva in maniera instabile. Guardando con più attenzione si accorse che il piumaggio del petto era impregnato del sangue di un'orribile ferita aperta.
«Ehi, ciao bella...» disse Prompto, facendo tutto il possibile per non allarmare ulteriormente il chocobo «È il tuo uovo questo, vero?»
L'animale soffiò ancora più forte, battendo per terra le zampe deboli, come se fosse intenzionato ad attaccare.
Prompto si avvicinò lentamente, porgendo l'uovo nella sua direzione.
«Va tutto bene, stai tranquilla» disse, con tono rassicurante «Non voglio farvi del male»
L'enorme volatile gridò un'ultima volta e fece per partire alla carica, ma le sue zampe cedettero e cadde a terra con un tonfo sordo.
Prompto si precipitò in suo aiuto e l'animale sembrò calmarsi immediatamente sentendo l'uovo che veniva adagiato al suo fianco.
Allungando una mano ad accarezzarle la testa, Prompto si accorse che era fredda.
Troppo fredda.
Il sangue continuava a scorrere copiosamente dal suo petto formando una pozza vischiosa sull'erba.
Cercando di mantenere la calma, Prompto svuotò lo zaino a terra controllando tutte le pozioni e gli energizzanti che aveva
Cercò in tutti i modi bloccare l'emorragia, ma per quanto tentasse di rimettere in sesto l'animale alla fine si accorse che stava solo cercando di rimandare l'inevitabile.
Mentre tamponava la ferita con dell'elisir, l'animale gridò cercando di respingerlo.
Prompto ritrasse immediatamente il braccio senza sapere cosa fare.
Il grido si prolungò in un rantolo strozzato e ricolmo di sofferenza.
Forse Wiz avrebbe potuto aiutarla...
Ma il viaggio era lungo e lei aveva già perso così tanto sangue... non ce l'avrebbe mai fatta.
La felicità che Prompto aveva provato solo pochi istanti prima si infranse in un secondo mentre realizzava una verità che detestava e il mondo gli crollò da sotto i piedi.
Se voleva davvero aiutare quel chocobo a trovare sollievo da quell'estenuante agonia, poteva fare una sola cosa.
Prompto si chinò piano verso l'animale e affondò le dita tra le sue morbide piume.
«Mi dispiace» disse con voce rotta.
Continuò ad accarezzarla a lungo, con dolcezza, e il chocobo non fece nulla per ribellarsi a quel contatto, rispondendo soltanto con dei profondi respiri strozzati.
«Mi prenderò io cura del tuo piccolo» sussurrò Prompto «Puoi stare tranquilla. Nessuno gli farà del male, te lo prometto»
E mentre con una mano continuava a blandirle teneramente la livrea dorata, con l'altra estrasse lentamente la pistola.
Per quanto si sforzasse, non riusciva a smettere di tremare.
Pianse mentre appoggiava la canna di metallo contro la testa dell'animale.
Strinse gli occhi per non dover guardare e premette il grilletto.

  
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