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Autore: Altair13Sirio    28/04/2017    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Il criminale schiacciò con forza il pugno guantato sul cofano anteriore dell'automobile, piegando in dentro la carrozzeria del mezzo e producendo un suono sinistro molto acuto. Ghignò al conducente della vettura prima di estrarre il braccio dal motore dell'auto e spingerla via con un semplice calcio. La macchina scivolò come se non avesse peso e andò a schiantarsi contro una parete; l'uomo che era alla guida ne uscì stordito e cercò di allontanarsi barcollando.
<< Sono invincibile, ora! >> Urlò Johnny il Rancido alzando la testa verso il cielo e allargando le braccia. Una voce interruppe la sua risata malefica.
<< E' davvero strano: qualunque criminale che incontriamo è reputato "invincibile" prima del nostro arrivo; poi vi mostrate per ciò che siete realmente. >> Johnny girò rapidamente la testa per capire da dove provenisse quella voce fastidiosa; aveva già capito di chi si trattava,  ma non sembrava per niente preoccupato.
Appollaiato sopra a un palo della luce, Robin sorrideva leggermente mostrando sicurezza contro a quell'avversario che, fisicamente, avrebbe dovuto intimorirlo. L'uomo pallido ringhiò irrigidendo i muscoli delle braccia per sembrare più minaccioso. << E' facile prendersela con quelli più deboli di te, vero? >> Fece il supereroe saltando giù dal lampione e scagliandosi contro al criminale.
Robin tirò indietro la spalla destra per caricare un pugno e nell'atterraggio attaccò Johnny, che però alzò il braccio per parare il colpo e cercò di bloccare l'avversario in modo da poter colpire il suo fianco scoperto. Appena Johnny afferrò il suo avambraccio però, Robin sfruttò la sua forza per volteggiare attorno al braccio muscoloso del centauro e si ritrovò con i piedi sulle sue spalle. Avvistò un luccichio nel cielo e saltò via da lì, prima che due sfere luminose piombassero dall'alto addosso al Rancido e sollevassero un polverone.
Robin atterrò agilmente a qualche metro di distanza da dove aveva saltato mentre dal cielo scendevano le sagome di Stella Rubia e Corvina e dalla strada si univano al gruppo Cyborg e BB; i cinque eroi aspettarono un segno di vita da parte del criminale che – sicuramente – non si sarebbe arreso con quello. Dopo pochi secondi passati in formazione, dal fumo videro emergere la figura possente di Johnny il Rancido che tossiva e imprecava; non aveva riportato alcuna ferita, nonostante l'attacco di Stella lo avesse preso in pieno.
Johnny guardò con disprezzo i Titans posizionati di fronte a sé a pochi metri di distanza. << Mi avete davvero stancato… >> Mormorò con sguardo basso e minaccioso stringendo un pugno; l'altra mano, armata di quell'insolito guanto chiodato, era già chiusa.
BB piegò la testa di lato e corrucciò lo sguardo. << Sul serio Johnny, non sei stufo di farti prendere a calci ogni volta? >>
Johnny il Rancido si lanciò all'attacco e caricò il gruppo di fronte a sé; non gli interessava se erano in sovrannumero o se fosse ferito, sembrava che volesse solo fare più danni possibile. Sollevò la mano armata di quello strano guanto e si preparò ad abbassarla con forza sul primo che gli sarebbe capitato a tiro: BB, che fu l'unico a rimanere sul posto per ricevere in pieno l'attacco del criminale. Mentre gli altri si spostavano, l'uomo verde sorrise con sicurezza all'avversario e aspettò l'ultimo secondo per tramutarsi in un grosso gorilla che afferrò il braccio di Johnny e cercò di spingerlo via con la mano rimasta libera. Nonostante la forza superiore dell'animale, inspiegabilmente, il Rancido fu in grado di mantenere l'equilibrio e tentò addirittura di afferrare il braccio di Beast Boy per fargli fare un errore. Ghignò in faccia al gorilla con grande sforzo, ma dopo alcuni secondi passati a grugnire riuscì ad approfittare di una distrazione dello scimmione per graffiargli il palmo della mano con cui aveva afferrato il guanto chiodato.
Beast Boy indietreggiò ringhiando e sbuffò con forza dalle grandi narici, prima di tornare in forma umana per avere più agilità e scappare da lì; rivolse un ultimo sguardo adirato al Rancido, prima che delle grosse travi volanti si schiantassero addosso a lui.
Corvina ripeté la formula magica:<< Azarath, Metrion Zinthos! >> E le travi prese in prestito da un cantiere vicino tornarono a volare sopra la testa di Johnny il Rancido, che era riuscito a ripararsi in qualche modo.
Dopo pochi istanti, le travi tornarono a cadere sulla testa del criminale ma Johnny notò una crepa nell'asfalto e decise di tentare il tutto per tutto per salvare la pelle; così si mise in ginocchio e cominciò a sollevare l'asfalto che, sottoposto alla sua forza disumana, si staccò dal terreno come se fosse fatto di cartone. Johnny usò poi la sezione di asfalto per proteggersi dall'attacco di Corvina e volgendo la schiena al cielo per pararsi meglio riuscì a salvarsi da quell'attacco. Il pezzo della strada che aveva sradicato da terra andò in frantumi, ma Johnny non se ne preoccupò e si preparò a correre. Qualcos'altro gli impedì di andare lontano: un raggio luminoso che lo centrò in pieno e lo fece rotolare a terra per parecchi metri prima di fermarsi.
Cyborg piegò il gomito per distogliere il cannone del suo braccio dall'obiettivo. << Ehi! Abbi un po' più di rispetto dell'ambiente circostante! >> Lo rimproverò con sarcasmo, prima che un piccolo rapace verde si lanciasse addosso a Johnny e cominciasse a beccarlo sul viso con insistenza.
Il Rancido tentò di scacciare il falchetto agitando le mani come se avesse a che fare con una mosca e non si rese conto delle vere intenzioni di Beast Boy, che solo guadagnando del tempo; quando sotto ai suoi piedi scivolò una delle mine di Robin, il falchetto verde si allontanò da lì prima di essere investito dalle onde elettromagnetiche che mandarono Johnny di nuovo a terra.
Il pallido centauro pensava che gli attacchi a sorpresa fossero finiti, ma a un certo punto si sentì sollevare in aria e capì di essere stato afferrato da Stella Rubia; la Tamaraniana volò raso terra e acquistò velocità prima di lasciare andare il suo passeggero a schiantarsi contro una staccionata in legno. Sperava di poterlo stordire così, ma Stella non aveva messo in conto la testa dura di Johnny e la fragilità di quelle assi che componevano la staccionata, che andarono in pezzi troppo facilmente senza recare alcun danno al criminale.
I Titans si riunirono dall'altra parte della strada e rivolsero sguardi intimidatori a Johnny il Rancido che, anche se ancora quasi completamente illeso, mostrava di essere leggermente in difficoltà. Ansimando profondamente, il viso contratto in una smorfia di fatica, mentre il suo petto si gonfiava e svuotava a ogni respiro e le sue vene gonfie pulsavano violentemente, una piccola voce irruppe nello scontro incitando gli eroi alla vittoria e attirando tutta l'attenzione su di sé:<< Sì! Vai così, mamma! Fategli vedere a quel brutto cattivo! >>
I Titans e Johnny il Rancido voltarono gli sguardi allibiti verso un vicolo da cui era uscita una bambina dai capelli neri e gli occhi verdi che si stava agitando molto più di quanto avrebbe dovuto: continuava a saltare e a urlare come se fosse in preda a una crisi isterica, ma dal suo tono si capiva che era solo euforica. Sembrava apprezzare molto quello scontro…
Robin ringhiò mettendosi una mano sulla fronte. << Luna! Ti avevo detto di restare nella T-Mobile! >> La sgridò alzando la voce per farsi sentire dall'altra parte della strada.
La bimba smise di saltare e reagì come se fosse stata beccata a fare qualcosa di sbagliato, stringendo le spalle e cominciando a ruotare il busto da un lato all'altro. << Eh… Ma Luna voleva assistere al combattimento. >> Rispose con innocenza mettendo le mani dietro la schiena e aspettando qualche sguardo di complicità da qualcuno degli adulti nel gruppo. Nessuno fece niente e Robin sospirò esasperato abbassando lo sguardo.
<< Adesso basta… >> Mormorò cercando di ignorare la disobbedienza della propria figlia. Alzò la mano sinistra e puntò l'indice contro Johnny il Rancido, che sembrava divertito dalla scena a cui aveva appena assistito. << Titans… >>
<< TITANS, ADDOSSO!!! >> Urlò in anticipo la bambina dando un pugno all'aria con molta enfasi e puntando poi il dito contro il criminale, imitando il gesto del padre. Robin si voltò adirato verso di lei un'altra volta.
<< Quella era la mia battuta! >> Protestò facendo venire qualche dubbio ai Titans su chi avesse veramente la situazione sotto controllo, se il loro leader o sua figlia.
Luna sembrò confusa e contrariata quando parlò Robin. << Che te ne frega! Attaccate! >> Rispose con noncuranza dimostrando di non avere alcun riguardo verso il diritto del padre di urlare quel comando; era un piccolo gesto che sembrava non avere senso, se fatto da una bambina, ma era anche un gesto che significava molto per lei: aveva sempre sentito questa frase venire dalle labbra di suo padre nei vecchi racconti delle avventure dei Titans e aveva sempre sognato di dirla al momento giusto. Sembrava quasi che si fosse dimenticata della delusione di pochi minuti prima, alla torre e del fatto che in quel momento fossero nel bel mezzo di uno scontro con un pericoloso criminale…
Prima che Robin potesse rispondere di nuovo a sua figlia, Cyborg si lanciò all'attacco portando dietro di sé tutti gli altri e costringendo Robin alla resa in quella discussione. Caricando un pugno, il cyborg tentò di colpire Johnny il Rancido sul viso; quello però si spostò di lato e rispose all'attacco centrando il pugno dell'avversario con il suo stesso pugno. Il sorriso che aveva stampato in volto era un misto tra scherno ed eccitazione, come se quella situazione di inferiorità numerica gli desse solo più forza per affrontarli.
Cyborg strinse i denti e afferrò l'avambraccio del criminale; aggrappandosi ad esso, lo fece cadere a terra con sé e gli diede un doppio calcio nello stomaco per scrollarselo di dosso. Johnny fu sbalzato indietro e sentì un forte colpo alla schiena, prima ancora di atterrare: Stella lo aveva intercettato e lo aveva colpito in pieno con un pugno nella regione lombare. Dopo averlo lasciato cadere, Corvina si occupò di sollevarlo con i suoi poteri e farlo schiantare un'altra volta contro il terreno; lo avrebbe lasciato andare se BB non le avesse detto di avvicinarglielo prima di tramutarsi in un grosso pterodattilo e librarsi nel cielo. Allora Corvina tornò a sollevare il Rancido senza troppe cerimonie e al segnale di Beast Boy, lo lasciò andare.
Vide il grosso pterodattilo verde afferrare il criminale con le zampe posteriori e tirarlo con fatica verso l'alto, mentre quello cercava di liberarsi. << Che diavolo sta facendo? >> Mormorò fissando per niente impressionata il goffo tentativo del suo amico di mettere fuori gioco il Rancido.
Johnny riuscì a far fare una piroetta a Beast Boy, e spingendosi oltre il limite di quello che i tendini delle sue braccia gli avrebbero permesso riuscì ad afferrare una zampa dell'animale preistorico; sfortunatamente per BB, la mano con cui lo afferrò fu quella munita di quanto chiodato, e così il dinosauro alato cominciò a dimenarsi dal dolore lancinante che aveva stretto la sua zampa e prese a precipitare nel vuoto, emettendo un verso stridulo. Prima che si schiantassero, Beast Boy si tramutò in un anaconda gigante e cominciò ad aggrapparsi con forza al grosso criminale, stritolandolo allo stesso tempo.
Lo schianto fu tremendo; Stella e Corvina si lanciarono per vedere se fosse tutto a posto: Johnny il Rancido sembrava in stato confusionale e aveva smesso di lottare. BB ne uscì illeso, fortunatamente, e pochi secondi dopo tornò alle sue sembianze normali, allontanandosi barcollando dall'avversario. Nella strada calò un silenzio rotto solo dalle grida di euforia di Luna, che continuava a saltare energicamente sul bordo della strada.
Cyborg raggiunse i tre Titans e chiese subito all'amico se stesse bene. << Niente di rotto? >>
BB sembrò non capire la domanda in un primo momento, stordito com'era dalla botta, ma poi rispose scuotendo la testa e tenendosi una mano sulla fronte. << No, no… Tutto a posto… >> Ma dal suo tono non sembrava che stesse bene. In quel momento arrivò anche Robin, che rimase in silenzio ad osservare con sguardo dubbioso il suo amico verde.
<< Perché hai fatto una cosa così stupida? >> Sopraggiunse Corvina rimanendo sempre impassibile ma mostrando un certo fastidio per il gesto avventato di BB, avvolta nel suo mantello blu. La sua domanda sembrò quasi far ricredere BB sulle proprie condizioni, e l'omino verde arrossì in volto; cercò di spiegarsi balbettando, ma un grugnito lontano da loro attirò la loro attenzione: Johnny il Rancido si era rialzato.
Pensavano di averlo sconfitto, pensavano che fosse esausto, ma sembrava che non ci fosse modo per arrestare la sua furia; c'era qualcosa di strano. I suoi occhi iniettati di sangue trasmettevano puro odio e il suo corpo non presentava alcuna ferita, nonostante ormai i suoi abiti fossero ormai ridotti a brandelli… In compenso, i suoi muscoli erano innaturalmente gonfi.
<< Ancora? Amico, io sono a pezzi! >> Si lamentò BB credendo di far ridere qualcuno con la sua affermazione; nessuno rise, però. Persino la bamina che assisteva allo scontro era troppo presa dal ritorno del criminale per reagire alla battuta dello zio.
Cyborg attivò il suo cannone e lo puntò contro il Rancido. << Ho come l'impressione che questo tipo non sia il solito Johnny… >> Disse piegando il collo verso Robin alla sua destra.
Il capo della squadra annuì lentamente. << Sta' attento. >> Mormorò assumendo una posa dinamica e scrutando con attenzione l'uomo di fronte a loro.
Dopo averli fissati per un bel pezzo con occhi vuoti, Johnny il Rancido smise di ansimare come un toro infuriato e mostrò un piccolo sorriso di vittoria. << "Prendersela con quelli più deboli", giusto? >> Sentenziò con voce roca prima di mettere una mano dietro la schiena e tirare fuori da una tasca una strana pistola. La impugnò nella mano sinistra e la puntò rapidamente contro un bersaglio fuori dal campo visivo di Robin, al margine della strada.
Prima ancora che Robin potesse capire cosa stesse accadendo, Johnny fece fuoco puntando l'arma a Luna Bianca, che era rimasta ad osservare il combattimento con occhi sgranati. Un laser di colore rosso attraversò la strada in un attimo e per un momento Robin sentì il proprio cuore fermarsi e una serie di brividi scuoterlo fino in profondità nella schiena; vide a malapena il raggio luminoso con la coda dell'occhio, poi sua figlia che si rendeva conto del pericolo all'ultimo momento, e urlò quando tutto fu finito.
Robin alzò un braccio in direzione di Luna, ma vide che la bambina non era più lì quando il fumo ebbe cominciato a diradarsi: Stella Rubia si era mossa con velocità sorprendente e aveva afferrato la figlia per sollevarla di parecchi metri sopra al luogo dello scontro.
Luna sorrideva e lodava la mamma per la sua prontezza di riflessi, mentre si godeva quel volo; sembrava che non si fosse nemmeno resa conto realmente del pericolo che aveva corso in quella frazione di secondo.
Uno sguardo della moglie bastò a rassicurare Robin e a fargli capire cosa andasse fatto: il supereroe si voltò verso Johnny il Rancido e lo caricò pieno di rabbia. Robin estrasse dalla sua cintura la barra di metallo allungabile che teneva sempre con sé e dopo averla impugnata con entrambe le mani, menò un fendente all'aria per saggiare la sua stabilità, prima di raggiungere l'avversario e attaccarlo con quella. Dopo che l'asta ebbe colpito una spalla di Johnny senza alcun risultato evidente, Robin si buttò in scivolata sotto le sue gambe per evitare un tentativo di afferrarlo da parte dell'altro e una volta passato si spinse con una mano per sollevarsi il più possibile in aria; rimanendo in bilico per qualche secondo, a testa in giù, Robin colpì la schiena di Johnny con la barra prima di tornare a terra e compiere una capriola che lo fece tornare con la testa sopra ai piedi; prima che il Rancido si potesse voltare, Robin mise tutta la forza che aveva nelle ginocchia per spiccare un salto e diede un calcio all'avversario sulla guancia, facendogli girare di nuovo la testa dall'altro lato. Fece ritrarre la barra di metallo e stringendola ancora nella mano diede un pugno sul viso a Johnny approfittando della forza di gravità che lo fece tornare giù; a quel punto il suo avversario sembrava essere molto in difficoltà e lo mostrò indietreggiando con fatica nel tentativo di allontanarsi da lui. Robin si avventò su di lui cominciando a tempestarlo di pugni nei punti vitali che sapeva avrebbero reso impossibile al Rancido contrattaccare.
Dopo una rapida serie di colpi al petto, Robin avanzò con una gamba e piegò la schiena per colpire Johnny dal basso e sferrò un pugno col sinistro che colpì in pieno il mento del suo avversario; quello capitombolò a terra dopo un secondo di incertezza e a quel punto l'eroe gli saltò addosso sferrando il colpo di grazia: un pugno diretto in pieno viso che lo spedì nel mondo dei sogni.
 
*
 
Luna rideva e batteva le mani con soddisfazione mentre BB le girava intorno preoccupato e cercava di capire se si fosse fatta male. << E' stato fantastico! >> Urlò emozionata mentre suo padre si avvicinava al gruppo, dopo aver parlato con la polizia.
<< Luna! >> Chiamò con tono di rimprovero. << Ti avevo detto di restare nella macchina! Hai visto che cosa è successo? >>
La bambina sghignazzò spensieratamente. << Sei stato fortissimo, papà! >> Scese dal gradino su cui era stata adagiata da Stella e corse ad abbracciare il genitore, che però non le mostrò la complicità sperata.
Robin spinse delicatamente la figlia e si abbassò per guardarla negli occhi. << Luna, devi capire che il lavoro che facciamo è pericoloso, e quando siamo sul campo di battaglia non possiamo occuparci di te come quando siamo a casa… >> La bambina corrucciò lo sguardo senza capire il perché di tutta quella serietà.
<< Sei arrabbiato con me…? >> Mormorò incerta sentendo ora una certa pressione su di sé. I Titans si scambiarono occhiate dubbiose, mentre Robin la guardava dritto negli occhi.
<< Non sono arrabbiato… Ma la prossima volta dovrai fare quello che ti dirò. >> Le scompigliò i capelli e le baciò la fronte prima di rialzarsi in piedi e voltarsi verso gli altri.
A Luna si illuminarono improvvisamente gli occhi. << Vuol dire che hai intenzione di portarmi con voi ancora?! >> Chiese piena di eccitazione la bambina, vedendo che le sue chance di assistere ancora alle gesta dei suoi genitori non fossero del tutto sfumate. In realtà, per Luna non era tanto raro assistere a un combattimento dei Titans, ma solo negli ultimi tempi le avevano permesso di andare con loro: quando la bambina era più piccola i Titans si erano dovuti adattare ai suoi ritmi, e ogni volta che scattava un'emergenza bisognava dividersi i compiti, in modo che qualcuno rimanesse sempre a casa con Luna…
Robin adocchiò un agente di polizia che raccoglieva la pistola laser di Johnny il Rancido. Lo fermò e lo raggiunse, chiedendogli di poter lasciare l'arma ai Titans per esaminarla.
<< Robin, vuoi davvero tenere quella cosa? >> Chiese Cyborg avvicinandosi a lui.
Robin annuì in silenzio. << Ho già visto quella tecnologia da qualche parte, e ho il sospetto che questo sia solo l'inizio… >>
BB fece la sua entrata in scena per sdrammatizzare. << Come sei melodrammatico… I cattivi ruberanno tutti dallo stesso fornitore, per procurarsi le armi… >> Mosse una mano come per allontanare i pensieri negativi dell'amico.
Robin si voltò rimanendo serio. << Può darsi, ma non possiamo essere così approssimativi. >>
BB strinse le spalle e si voltò verso Corvina, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo. << Allora… Che te n'è sembrato della mia mossa sul Rancido? >> Chiese ghignando fiero del suo scatto di avventatezza.
La donna incappucciata fece roteare gli occhi per distogliere lo sguardo e rispose con pochissimo entusiasmo:<< Inutile. >>
La sua risposta lasciò allibito l'omino verde, che cominciò ad agitarsi e a giustificare il brutto risultato del suo tentativo di fermare il criminale. Mentre BB sbraitava, una voce roca raggiunse le orecchie dei Titans e tutti quanti si voltarono a vedere di chi si trattasse: era Johnny il Rancido, che stava venendo portato via da una coppia di poliziotti che lo avevano ammanettato.
<< Quella mocciosetta sarebbe tua figlia, quindi? >> Fece con tono di scherno rivolgendosi a Robin. Inutilmente, uno dei poliziotti gli diede una spinta per farlo continuare a camminare. << Ridicolo! E io che cominciavo a pensare che foste delle persone serie… >>
Robin rivolse uno sguardo gelido a Johnny il Rancido prima di avanzare lentamente verso di lui. Stella seguì la scena con preoccupazione e sperò che suo marito non facesse nulla di insensato; sapeva quanto suo marito amasse la loro bambina e temeva che una provocazione simile potesse far scattare una reazione terribile in lui. Robin si avvicinava senza staccare gli occhi di dosso al Rancido che, per tutta risposta, mostrava un ghigno divertito, sicuro di essere ormai uscito dalla parte in cui le prendeva dai suoi nemici.
<< Hai qualcosa da ridire, Johnny? >> Scandì le parole con molta calma, mostrando però di avere una grande furia nascosta sotto di essa.
Johnny ghignò di nuovo e mise la sua faccia di fronte a quella di Robin. << Una bambina così disattenta non potrà mai eguagliare le vostre imprese… E' davvero tutto qui, quello che hanno da dare i Titans? >>
<< Chi dice che debba farlo? >> Ribatté Robin con il piede di guerra in avanti mostrando una certa sicurezza dietro un sorrisetto di sfida.
Johnny il Rancido rise fragorosamente, e alla domanda di Robin anche i due agenti alle sue spalle sembrarono sconcertati. << Stai scherzando? E' tua figlia, amico! La bambina dei Titans! Pensi che sia una bambina normale? >>
Quella parola rimase impressa nella mente di Luna, nonostante la bambina non ne fosse rimasta particolarmente impressionata al momento; sentì qualcosa dentro di sé dopo che Johnny il Rancido ebbe espresso la sua domanda, ma non riuscì a capire cosa fosse e pensò che si trattasse del timore di vedere suo padre arrabbiato con uno sconosciuto. Non le piaceva quando suo padre perdeva le staffe davanti a tutti, anche se era con un cattivo…
A questo punto Robin alzò la voce per far abbassare il tono al Rancido. << Luna non ha alcun potere, e lei non dovrà prendere la strada di noi Titans! >>
Il silenzio avvolse la strada dove si trovavano i Titans. Alcuni passanti che si erano messi ad assistere alla battaglia rimasero allibiti quando sentirono quelle parole e persino i Titans furono sorpresi da quella affermazione; Luna non comprese invece cosa significasse, ma rimase in silenzio per evitare di scatenare qualche altra discussione e si guardò intorno confusa.
Johnny il Rancido smise di ghignare e rivolse a Robin uno sguardo quasi deluso; piegò un'altra volta le labbra in un leggerissimo sorriso pietoso e cominciò ad andarsene, scortato dai due agenti. << Allora buona fortuna, Robin… Te ne servirà parecchia, con quella bambina! >>
Quella frase colpì non solo Robin, ma anche Stella, Cyborg, BB e Corvina, che rimasero impassibili ad osservare quella scena; Luna, invece, non stava ascoltando: si era distratta ammirando delle nuvolette – frutto del suo guardarsi intorno – nel cielo azzurro che si stagliava sopra i grandi grattacieli attorno a loro.
L'uomo mascherato chiamò il nome del criminale. Dopo che quello si fu fermato, Robin gli mise una mano sulla spalla e lo costrinse a voltarsi; gli piantò una mano nel costato e cominciò a spingere con forza:<< Stammi bene a sentire, Johnny: se fai qualcosa a me o a uno dei miei compagni, non ci sarà nessuna arma, superpotere o mutazione genetica che mi impedirà di prenderti a calci e sbatterti in galera. >> Il Rancido sembrò lottare per trattenere i gemiti di dolore che il gesto di Robin gli stava procurando; nonostante la sua espressione pietosa e i richiami degli agenti che scortavano il criminale, Robin non smise di esercitare pressione. << Se però ti salta in mente l'idea di dire qualcosa su mia figlia, o provi ancora una volta a farle del male come oggi, non avrai il lusso di poterti rilassare in una cella! Mi sono spiegato?! >>
Johnny il Rancido annuì a fatica, la fronte imperlata di sudore. Robin lasciò andare improvvisamente la presa e spinse indietro il criminale, che si strinse una mano sul punto dove il supereroe aveva esercitato la pressione; a quel punto Robin si voltò per raggiungere gli altri Titans, dopo aver rivolto un ultimo sguardo minaccioso al centauro.
<< Prendiamo tutto quello che aveva con sé. Alla torre ci riorganizzeremo… >> Ordinò il leader dei Titans mentre si avvicinava al suo gruppo. Le loro facce presentavano tutte grande stupore, nonostante si sforzassero di nasconderlo. Nessuno disse nulla e i Titans cominciarono a disperdersi, mentre Stella e Robin rimanevano vicini a Luna.
La bambina agitò la testa e si guardò intorno. << Che cosa è successo? >> Chiese con l'aria di chi era tra le nuvole, letteralmente. Robin le rivolse un debole sorriso alla quale la bambina rispose ampiamente, pur non avendo idea di cosa fosse accaduto in quegli ultimi secondi, ma Stella rimase a fissare il marito con preoccupazione, temendo che potesse essere successo qualcosa di brutto dentro di lui, o che quel presagio che sentiva dentro di sé sarebbe potuto accadere presto… Lei riusciva a vedere quando suo marito indossava una maschera per nascondere i suoi pensieri, e non sarebbe stato certo quel sorriso a ingannarla.
   
 
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