<< Ti chiedo scusa Rivaille. >>

Lo guardò sgranando leggermente gli occhi guardandolo incuriosito, come al solito quando qualcosa lo stupiva o lo sorprendeva positivamente, al contrario li restringeva quando qualcosa detta dal ragazzo o qualsiasi altro non gli andasse a genio e si avvicinò a lui. Portò le dita tra i capelli del più piccolo accarezzandoli fino ad arrivare al mento che sollevò con due dita specchiandosi negli occhi del ragazzo.

<< Perché mi stai chiedendo scusa moccioso ? >>

Affermò appoggiando la tazza di the nerò che si era preparato poco prima, nell'intento di rilassarsi dopo quel pomeriggio di pulizie primaverili che aveva imposto di svolgere quel giorno anche all'altro, non capendo il perché di quelle scuse. Si era comportato abbastanza bene, aveva pulito senza lamentarsi troppo, fatto prendere aria alla casa e soddisfatto i suoi standard di pulizia. Quindi cos'aveva ora da uscirsene cosi? A volte non lo capiva proprio, e non aiutasse che in questo momento l'altro avesse , con le orecchie rosse ed il volto rivolto verso il basso e lo sguardo posato sul pavimento, tutto fuorché il suo sguardo.

<< Ecco, volevo chiederti scusa perché mi sono reso conto di una cosa. >>

Affermò il più piccolo alzando finalmente lo sguardo sull'altro, accennando ad un lieve sorriso nel notare il compagno con la postura ancora rilassata, almeno per il momento anche perché se non avrebbe fatto presto a spiegarsi probabilmente non sarebbe stato tanto, più per la perdita di tempo nel girare attorno alla questione, che per il reale motivo di tutto quello.

<< Un episodio di tempo fa mi ha fatto pensare delle cose. Mi sono reso conto che ecco, tu mi hai detto molte volte di confidarmi con te, che se anche eri sommerso da lavoro poi mi sarei stato vicino, e di sfogarmi completamente. Mi sono reso conto di non avertelo detto in modo esplicito , quasi scontato perché pensavo lo sapessi che potevi farlo anche tu, che puoi farlo anche tu quando ne hai bisogno Rivaille, di sfogarti anche sulle stesse medesime cose anche più di una volta Levi, mi dispiace ecco, se non te l'ho fatto capire . >>

Si alzò dalla sedia a quella rivelazione avvicinandosi al ragazzo con passi cosi brevi che all'altro sembravano un eternità preso dall'ansia che aveva dopo avergli detto quello che da qualche tempo si teneva dentro e che non aveva avuto il coraggio di dirgli a voce ma con il cuore decisamente più leggero adesso che aveva parlato, il resto ora dipendeva da Levi. Alzò lo sguardo su di lui, trattenendosi dal balzare lontano quando vide il volto dell'uomo vicino al suo, intento a scrutarlo facendolo imbarazzare ancora di più.

<< E' tutto apposto moccioso. >>

Appoggiò le labbra su quelle del ragazzo assaporandole quasi con devozione, come se volesse imprimerle a fuoco nella propria mente nonostante sapesse che il ragazzo a cui appartenevano sarebbe rimasto sempre li, al suo fianco.

<< Sono qui, Rivaille. >>

Note d'autrice