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Autore: emme30    28/04/2017    7 recensioni
[Sousuke/Rin] [Florist!AU]
In cui Sousuke è il bellissimo proprietario del negozio di fiori di fronte alla piscina dove si allena Rin e Rin quasi gli compra tutto il negozio per cercare di rimediare un appuntamento.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love is a Blooming Flower


Rin non era mai stato bravo a ricordarsi le date.

Non poteva farci nulla, era davvero più forte di lui: se c’era una ricorrenza da memorizzare, era certo che ne sarebbe dimenticato. Poco importava se fosse qualcosa di frivolo o di estremamente serio, l’evento gli sarebbe sicuramente sfuggito di mente. Di solito si accorgeva della propria dimenticanza troppo tardi ed era quindi destinato a fare l’ennesima brutta figura.

Fu esattamente per quel motivo che si ricordò del compleanno di sua sorella quando ormai erano le sette di sera e stava uscendo dalla doccia dopo un’estenuante giornata in piscina.

Imprecò contro se stesso mentre si asciugava i capelli, provando a fare mente locale su cosa avrebbe potuto regalarle e come poterselo procurare. Era pure in ritardo per la cena e chissà quanti negozi erano già chiusi.

Si vestì in fretta e si precipitò fuori dal palazzetto dove si allenava, guardandosi intorno e provando a farsi venire un’idea. Gli si accese una lampadina immaginaria sopra il capo quando il suo sguardo cadde sul piccolo fiorista proprio sull’altro lato della via. Certo, un bel mazzo di fiori! Gou ne sarebbe stata letteralmente entusiasta!

Attraversò la strada rischiando di farsi investire, incrociando le dita e sperando che fosse ancora aperto. Fece un sospiro di sollievo quando spinse la porta di vetro con l’insegna “Fiori di Loto” e un lieve tintinnio si profuse nell’aria.

Si chiuse l’uscio alle spalle e diede un’occhiata al locale, cercando di individuare il bancone e un’eventuale commessa. Il pavimento era quasi interamente ricoperto di vasi contenenti fiori colorati e piantine rigogliose, nell’aria c’era un dolcissimo profumo tenue e delicato.

Rin si guardò un poco intorno e si schiarì la gola, visto che il negozio sembrava deserto. Si dovette ricredere non appena intravide la tendina che portava nel retrobottega scostarsi e il ragazzo più bello che avesse mai visto in vita sua spuntare da dietro le perline colorate.

Era alto, perfino più alto di lui. Aveva le spalle larghe, un fisico da atleta e due intensi occhi color foglia di tè che gli mandarono in tilt il cervello per un paio di attimi. Se non avesse avuto un grembiule verde indosso, un grosso annaffiatoio rosso tra le mani e il suo cervello fosse stato in grado di intendere e di volere, Rin l’avrebbe sicuramente scambiato per un nuotatore.

“Ciao, posso aiutarti?”

Rin ci mise qualche secondo a ricordarsi dove fosse e perché si trovasse dentro un fiorista. “Sì, grazie! Mi servirebbe un mazzo di fiori se… se fosse ancora possibile.”

Il commesso più bello del mondo gli sorrise e Rin si sentì avvampare. “Certo, sono subito da te,” gli rispose gentile, sparendo poco dopo nel retrobottega e dandogli il tempo di tornare a respirare.

Rin si passò una mano tra i capelli ancora umidicci e guardò sconsolato la tuta sportiva che indossava. Aveva un aspetto sfinito e perfino un po’ trasandato; il look giusto per parlare con quello schianto, insomma.

“Ok,” il giovane si fece strada tra i vari vasi di fiori per avvicinarsi a lui. “Un mazzo di fiori, mi dicevi?”

Rin annuì. “Sì, un regalo di compleanno un po’ in ritardo. Sono pessimo a ricordarmi le date.”

Il commesso stese le labbra in un sorriso e scrutò i paraggi. “Ho quei tulipani laggiù che sono molto belli. Potrei fare qualcosa di colorato e vivace, che ne dici?”

“Io non ne capisco proprio nulla, quindi mi fido ciecamente di te,” ridacchiò Rin, grattandosi il capo e guadagnandosi un altro sorriso da parte di quella bellezza mozzafiato.

Lo osservò in silenzio prendere i vari fiori e piante dai vasi e portarli sul bancone, al quale si avvicinò poi curioso quando cominciò ad assemblare il bouquet.

“Che bello,” commentò meravigliato, esaminando la manualità del ragazzo. “A Gou piacerà davvero tantissimo.”

“Gou?” domandò l’altro, nonostante fosse concentrato sui fiori. “E’ il tuo fidanzato?”

Rin arrossí imbarazzato a quelle parole e cominciò a ridere nervosamente. “No! No! Gou è mia sorella! Oggi è il suo compleanno e se arrivo a casa senza regalo è capace di scorticarmi vivo!”

Il fiorista sorrise al suo imbarazzo. “Oh, scusami. L’ho dato per scontato, visto il nome.”

“No, i nostri genitori avevano solo un pessimo senso dell’umorismo. A lei hanno dato un nome maschile e a me uno femminile.”

Il giovane appoggiò il mazzo di tulipani sul tavolo e lo squadrò piegando il capo. “Ovvero?”

“Ovvero… cosa?”

“Che nome femminile ti hanno dato?”

Rin avrebbe tanto voluto schiaffeggiarsi per non aver compreso subito la domanda. “Rin!” esclamò. “Mi chiamo Rin!”

L’addetto alle vendite più affascinante dell’universo sfoggiò un altro meraviglioso sorriso. “Io sono Sousuke.”

Rin si morse il labbro e fece un cenno col capo, osservandolo tagliare la carta per fasciare il bouquet.

“Comunque...” aggiunse un attimo dopo. “Non ho un fidanzato, sono single.”

Complimenti Matsuoka, non avrà assolutamente capito che ci stai provando con lui. Sei proprio un demente.

Sousuke fece una piccola risata a quella affermazione e recuperò un paio di forbici da sotto il bancone per recidere il nastro del mazzo. “Buono a sapersi,” commentò quasi divertito.

Rin deglutì e si scostò un ciuffo di capelli dalla fronte, chiedendosi dove fosse finito tutto il suo savoir fair. Cielo, di solito ci sapeva fare con i ragazzi, ma non gli era mai capitato di incontrare qualcuno che lo facesse regredire a quel modo, come se fosse uno studente delle medie.

Rimase in silenzio finché Sousuke non terminò la preparazione del bouquet e glielo porse, unendo infine con la spillatrice il bigliettino che Rin aveva scarabocchiato alla carta crespa.

“Sei davvero bravo! Mi piace moltissimo,” disse Rin dopo aver pagato. Sentì il cuore fare una capriola nel torace quando riuscì strappare un altro sorriso al bellissimo Sousuke.

“Ti ringrazio, sei molto gentile.”

Rin si aspettava quindi di poter continuare la conversazione, di avere occasione di invitare quel bel tipo a bere un caffè o qualsiasi altro tipo di bevanda, oppure di vedere Sousuke fare la prima mossa, ma nulla di tutto ciò accadde. Vennero avvolti da un silenzio quasi imbarazzante e Rin fu costretto a salutare e uscire dal negozio, guardando deluso il meraviglioso mazzo di fiori che aveva tra le mani e con ancora quel profumo dolciastro nelle narici.
 

*

 

Rin ci mise due giorni per trovare il coraggio di ripresentarsi da Sousuke.

Uscì dal palazzetto conciato in un modo più rispettabile, con i capelli asciutti e una t-shirt attillata invece della tuta sformata che usava per comodità, sperando di non trovare nessuno a fare acquisti nel negozio e di poter avere la sua occasione di chiedere a quel sogno di ragazzo di uscire con lui.

Si chiuse la porta di vetro alle spalle e lo individuò subito, visto che stava pulendo dietro al bancone con una scopa in mano. Sousuke alzò il viso dal pavimento e gli sembrò piacevolmente stupito di vederlo.

“Ciao, Rin. Posso aiutarti?”

Il fatto che si fosse ricordato il suo nome lo fece arrossire. “Ciao, volevo comprare… una pianta!”

“Beh, allora sei nel posto giusto,” ridacchiò il ragazzo, lasciando la ramazza sul muro e appoggiandosi al bancone. Rin si costrinse a non far scivolare lo sguardo su quelle braccia muscolose. “E’ un regalo?”

“In realtà sì. Volevo prendere qualcosa per mia madre, ma speravo potessi consigliarmi qualcosa tu, dato che io non ho proprio il pollice verde.”

Bravo, vai a dire a un fiorista che non hai il pollice verde... ma cosa hai in testa, concime?

“Le piace prendersi cura delle piante?” Sousuke lo disse con un sorriso un po’ troppo ampio, palesemente divertito dalle parole di Rin.

“Abbastanza. Ne abbiamo un sacco, ma sono tutte verdi e non fioriscono... mi piacerebbe prenderle qualcosa di colorato.”

Sousuke ci rifletté su un attimo e si guardò intorno, per poi fare il giro del bancone e avvicinarsi a un piccolo stand. “Che ne dici di quest’orchidea?”

Rin guardò la piantina nel vaso e gli sembrò davvero magnifica. “Mi piace, aggiudicato.”

Si beò del suono della risata di Sousuke e lo lasciò mettere il vaso sul bancone, per poi fare nuovamente il giro per fasciarlo. Approfittò dell’attimo di silenzio per provare a mettere in atto il piano che erano ormai due giorni che stava studiando.

“Non ti ho mai visto in giro... è da tanto che lavori qui?”

“Un paio di anni. Il negozio era di mio padre, me l’ha lasciato quando è diventato troppo vecchio.”

“Che strano! Frequento questa piscina da un sacco, eppure non ti ho mai-“

“Lo so, vieni qui quasi tutti i giorni. Io ti avevo notato, invece.”

Rin si sentì avvampare. “Ah, sì?”

“E’ un po’ difficile non notare un bel ragazzo come te.”

Tutti i piani che aveva di chiedergli di uscire andarono letteralmente in fumo. A Rin bastò guardarlo negli occhi e si dimenticò persino il suo stesso nome.

Balbettò qualcosa, pagò quello che doveva e prese la pianta che gli stava dando Sousuke, prima di dileguarsi paonazzo e con la risata del commesso nelle orecchie.
 

*

 

Una settimana dopo, Rin si impose di visitare di nuovo il fiorista di fronte alla piscina.

Salutò nervoso Sousuke, ricevendo in cambio uno sguardo di pura meraviglia che lo fece arrossire come l’ultima volta che era stato nel negozio, e spiegò che la sua presenza lì riguardava l’orchidea che aveva preso a sua madre e se aveva qualche indicazione per mantenerla.

Rimase incantato ad ascoltare la voce soave di Sousuke spiegargli cose a lui incomprensibili. Acquistò un fertilizzante apposta e stava quasi per andarsene quando il ragazzo fece il giro del bancone e afferrò un fiore da un vaso lì accanto.

Glielo portò vicino al viso e gli sorrise affabile. “Oggi mi sono arrivati questi garofani. Sono belli, non trovi? Hanno la stessa tonalità dei tuoi occhi.”

Rin ricominciò a respirare una buona mezz’ora dopo, quando ormai era già a casa, disteso sul letto a darsi dell’idiota per aver sprecato un’occasione simile.
 

*

 

“Oi, tieni, questi sono per te.”

Gou alzò gli occhi dal suo cellulare per trovarsi ad ammirare un coloratissimo mazzo di girasoli, garofani e rose. Lo prese in mano e se lo portò sotto il naso, annusandone il profumo.

Non ci mise molto però a voltarsi verso il fratello, sdraiato sul divano e con un’espressione frustrata in volto.

“Dì un po’, ce l’hai fatta oggi a chiedergli almeno il numero di cellulare?”

“Stai zitta.”

Gou scoppiò a ridere e si alzò dalla sedia per recuperare un vaso dove sistemare quel favoloso bouquet.
 

*

 

Rin decise che la quinta sarebbe stata la volta buona. Entrò nel negozio di fiori quasi a passo di marcia, ma dovette ricredersi nel momento esatto in cui vide Sousuke accucciato a sistemare una dozzina di rose rosse in un vaso. Rimase così incantato dal suo lato B quasi da dimenticare il motivo per cui era lì.

“Rin, ciao! Hai bisogno?”

Ormai aveva terminato le scuse riguardo sua sorella, sua madre e la sua immaginaria migliore amica. Cosa avrebbe potuto inventarsi adesso? Pensa Matsuoka, pensa!

“Mi chiedevo...” cominciò titubante. “Ma è vero che con i fiori si possono dire le cose? Che c’è tipo un linguaggio dietro?”

Sousuke si appoggiò al bancone con il fondoschiena, incrociando le braccia al petto. Rin dovette trattenersi dal leccarsi le labbra a quella visione.

“Certo che sì! Come mai questa curiosità?”

“Beh, insomma, c’è questo… questo mio compagno di squadra, sì, che vorrebbe dichiararsi a questa ragazza che gli piace utilizzando i fiori e…” si portò una mano a grattare il capo. “Oggi ci chiedevamo se fosse possibile,” spiegò, rendendosi conto che era una scusa davvero idiota e che Sousuke aveva compreso che quel suo fantomatico compagno di squadra proprio non esisteva.

“Si può fare benissimo… per esempio,” si mise diritto e si guardò un po’ intorno prima di avvicinarsi verso un vaso. “La rosa viola simboleggia ‘amore a prima vista’,” gli illustrò con un sorriso, porgendogli il bocciolo.

Rin lo strinse tra le dita, ma non ebbe il coraggio di dire nulla. Rimase semplicemente in ascolto.

“Il gelsomino rosso, invece...” continuò, afferrando il fiore in questione. “Significa ‘desiderio’,” disse con voce profonda, senza smettere di fissare i suoi occhi e donandogli anche il gelsomino.

Rin lo accettò e si obbligò a non far cadere la mascella sul pavimento.

“L’ibisco...” mormorò con un tono di voce ancora più basso, cogliendo il germoglio rosa da un vaso e annusandolo. “Si usa per esprimere un colpo di fulmine per una bellezza affascinante,” sussurró quasi, porgendoglielo con un sorriso che arrivò fino ai suoi occhi brillanti.

“Poi ci sono i lillà, alcuni dei miei preferiti,” ridacchiò e prese uno stelo tra le dita.

“Ah, sì?” Rin si rese conto di avere la gola secca. “E come mai?”

“Perché si usano per conquistare un nuovo amore,” spiegò lui semplicemente, lasciandogli anche quel bocciolo tra le mani.

“E infine… questa,” afferrò una rosa rossa e si avvicinò a Rin, fermandosi solo a pochi centimetri dal suo petto. “Sai il significato di questa?” domandò, portandola tra i loro corpi.

Rin scosse la testa, deciso a tenere la bocca chiusa per paura di quello che avrebbe potuto dire.

“Passione,” gli soffió contro Sousuke, sorridendogli malizioso.

Respira Matsuoka, respira!

Scrutò gli occhi penetranti di Sousuke finché il ragazzo non si allontanò da lui e non gli diede le spalle, avvicinandosi al bancone. “E questo è quanto,” dichiarò con voce leggera. “Diglielo al tuo amico!”

Rin deglutì a fatica, sentendosi la gola secca e guardando i fiori che stringeva tra le dita.

“Tienili pure quelli,” le parole di Sousuke arrivarono quasi ovattate alle sue orecchie. “Sono un po’ sgualciti, sarebbe un peccato infilarli in qualche bouquet.”

Rin li osservò e gli sembravano perfetti, eppure non trovò le parole per controbattere. Si limitò a ringraziarlo sottovoce e a uscire dal negozio senza pronunciare una sola sillaba.
 

*

 

Il giorno dopo, Rin decise che era giunto il momento di darci un taglio.

Si diresse con piglio deciso nel negozio di Sousuke, ma la dichiarazione d’amore che avrebbe tanto voluto fargli non appena varcata quella porta gli morì sulle labbra quando si rese conto che nel negozio c’erano due clienti e che Sousuke era impegnato a preparare un mazzo di fiori a una vecchiettina.

Quindi attese, nonostante non fosse una persona estremamente paziente. Nell’istante in cui rimasero finalmente soli nel locale, si voltò per cercare i suoi occhi e gli mancò il respiro nel petto non appena si immerse in quelle iridi ardenti.

“Ciao, Rin. Cosa desideri acquistare oggi?”

Rin si avvicinò al bancone mordendosi un labbro, pensando se non fosse il caso di usare un’altra scusa e dirgli la verità la volta successiva o quella dopo. Chiuse le palpebre e fece un bel respiro.

Quando le riaprì e si trovò davanti l’espressione divertita di Sousuke, dovette quasi costringersi a parlare.

“Non volevo comprare nulla. In realtà sono qui per chiederti se ti andava di uscire con me, una sera di queste.”

Sousuke lo guardò serissimo per un attimo, durante il quale Rin sudò quindici camicie. Poi la linea delle sue incantevoli labbra si allungò in un sorriso e il suono melodioso della sua risata riempì il piccolo vano commerciale.

Rin non ebbe neanche il tempo di chiedergli perché si fosse messo a ridere dato che la risposta di Sousuke fu immediata.

“Finalmente! Pensavo avresti comprato tutto il negozio prima di trovare il coraggio di chiedermi un appuntamento.”

Rin si chiese se fosse troppo presto per cominciare a insultarlo, così si limitò a fissarlo truce. “E non me lo potevi chiedere tu?”

“No, così è stato più divertente,” rispose Sousuke, sporgendosi in avanti sopra il bancone e sistemandogli un ciuffo di capelli dietro un orecchio, facendolo arrossire violentemente. “Domani sera alle sette e mezzo? Ti va?”

Rin annuì. “Ci vediamo qui fuori?”

“Certo,” Sousuke gli fece l’occhiolino e Rin si chiese se lo avesse fatto apposta per farlo avvampare un’altra volta.
 

*

 

Rin uscì dal palazzetto della piscina sistemandosi i capelli e il gilet sulle spalle, percependo un po’ di ansia alla bocca dello stomaco. Si era appuntato un paio di locali tra cui scegliere per quella sera, luoghi tranquilli in cui poter parlare e, nel caso, perfino appartarsi. Dopotutto, con tutti i fiori che aveva comprato, un paio di baci se li meritava, no?

Spinse la porta a vetri e si guardò intorno, deglutendo a fatica quando intravide Sousuke appoggiato contro la ringhiera. Quasi gli mancò il fiato nel petto per quanto era bello. Gli andò incontro sorridendo e portandosi una mano a sistemarsi il ciuffo ribelle che gli ricadeva sul viso.

“Ciao,” mormorò quando gli fu di fronte.

“Ciao,” gli rispose l’altro, per poi alzare un braccio e porgergli un fiore. “Per te.”

Rin lo prese tra le dita e lo annusò. “Grazie,” sussurrò, sperando di non sembrare troppo imbarazzato, perché in realtà non era mai stato tanto felice in vita sua. “Questo fiore quale significato ha?”

“E’ una gerbera,” spiegò Sousuke. “Significa che sono contento di stare con te stasera, e inoltre…” sollevó il braccio e gli sistemò la ciocca ribelle dietro un orecchio. “Mi ricordava il colore dei tuoi occhi.”

“Se non vuoi che deceda ancora prima di cominciare questo appuntamento, devi piantarla con queste frasi così dolci,” cercò di buttarla sul ridere Rin, dicendo la prima cosa che gli era capitata in mente. Davvero, come avrebbe dovuto rispondere a una frase simile in un modo che non fosse un bacio?

“Non posso farti promesse,” ridacchiò Sousuke, porgendogli poi una mano. “Andiamo?”

Rin annusò ancora una volta il bellissimo fiore che gli aveva donato il ragazzo prima di intrecciare le dita con le sue e non lasciarle più.

 
Il mio cuoricino non ce la farà mai con questi due, li amo così tanto ❤ spero che questa piccola storiella vi sia piaciuta, perchè io ho adorato scriverla ❤

Beta reading: Ilaria
   
 
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