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Autore: _SimoErato_    29/04/2017    4 recensioni
(Dal primo capitolo)
“Allora,Miss diffidenza,ho cercato di avvelenarti?” Domandò lui ironicamente,dopo aver assistito a tutte le mosse della ramata davanti a sé.
Lei si limitò ad alzare le spalle ed affermare “Non si è mai troppo previdenti”.
“Devi aver conosciuto persone davvero cattive per pensarla così” disse lui mentre rideva,senza neanche immaginare quanto le sue parole potessero essere reali nel caso della sua interlocutrice.
(PostOrganizzazione) (ShihoxNuovo Personaggio) (Accenni ShinRan/HeiKazu)
MODIFICATA
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I don't wanna fight alone anymore '
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N.B. Nella versione pubblicata qualche giorno fa ho riscontrato diversi problemi,soprattutto a livello grafico,nel passaggio da word al sito e,dato che non riuscivo a porvi rimedio,ho cancellato il tutto e l'ho ripubblicata.
Spero che ora sia più leggibile,enjoy!


You’re so much bigger than the world I’ve made


On my own

Tokyo,pochi mesi dopo la sconfitta dell’organizzazione.

Il sole di una tiepida giornata primaverile batteva sulla grande metropoli di Tokyo,permettendo alla popolazione di abbandonare giubbotti e piumini ed abbracciare invece giacche a vento e maglie a maniche corte.
Da una grande villa del quartiere di Beika usciva proprio in quel momento un ragazzo diciottenne con addosso una camicia bianca,pantaloni neri e una cartella da scuola tenuta da entrambe le mani che erano racchiuse dietro il suo capo.
Quel ragazzo era il giovane detective liceale Shinichi Kudo,ormai famoso non solo a Tokyo ma nell’intero Giappone,che pochi mesi prima era riuscito a liberarsi delle sembianze di bambino in cui un veleno l’aveva costretto a rimanere per un intero anno,ed aveva sgominato l’intera organizzazione criminale responsabile del suo rimpicciolimento.
La lotta era stata molto lunga e degradante,ed ovviamente aveva coinvolto moltissima gente oltre lui. I suoi affetti più cari,l’FBI,la PSB,la polizia giapponese e persino i suoi genitori avevano avuto un ruolo nello scontro che aveva portato all’uccisione e la cattura di alcuni dei membri più importanti dell’organizzazione,seguito dal ritrovamento di dati importanti che avevano permesso a vari enti internazionali,che da tempo combattevano contro quegli uomini,di rintracciare tutte le loro basi e mettere un punto definitivo a quella piaga. Ricordava bene quello scontro,accaduto dentro la ruota panoramica del Toto Acquarium a pochi giorni dalla sua inaugurazione.
Lui,l’FBI e la PSB erano a conoscenza del fatto che gli uomini in nero sarebbero intervenuti per recuperare Curacao,uno dei loro membri più importanti che finì per perdere la vita durante quello scontro dopo essersi rifiutata di finire nelle loro mani.
Ciò che non avrebbe mai potuto immaginare,però,era stata la presa di iniziativa dei Detective Boys che aveva innescato una reazione a catena e portato loro,Ran e Kazuha a trovarsi sotto il tiro di Gin mentre lui ed Heiji li credevano al sicuro fuori dalla ruota.
Fortunatamente era intervenuta Ai,o meglio Shiho,che in quell’occasione aveva assunto l’antidoto da lei completato qualche giorno prima e si era frapposta tra i ragazzi e il suo incubo più grande,prendendosi anche una pallottola nello stomaco nel tentativo di difendere Ran. Gin quella pallottola l’aveva pagata cara perché subito dopo era stato sorpreso alle spalle da Shuichi Akai che lo aveva riempito di piombo ed immobilizzato a terra,permettendone l’arresto mentre tutto il resto delle forze armate interveniva a risolvere la situazione una volta per tutte.
Ricordava bene Ran che piangeva sul corpo di Shiho agonizzante e chiamava i soccorsi,così come il suo volto quando,in ospedale,l’aveva fronteggiato chiedendogli tutta la verità. Mentire era inutile,lei Shiho l’aveva vista bene e non era disposta a credere ad un’altra somiglianza casuale.
La verità era quindi venuta a galla e,com’era facilmente prevedibile,Ran aveva dichiarato di non volerne più sapere di lui.
Tuttavia Shiho,miracolosamente scampata a morte certa,aveva avuto un lungo dialogo con la giovane e alla fine l’aveva convinta a tornare sui suoi passi e il sogno d’amore che accompagnava la castana da un anno a quella parte si era realizzato quando Shinichi le aveva confessato i suoi sentimenti.
A quel punto Shiho aveva consegnato a Shinichi un altro campione di antidoto e tutti i tasselli erano finalmente tornati al loro posto.
Ora,qualche mese dopo,la vita trascorreva come se nessuna organizzazione criminale fosse mai intervenuta. Shinichi era tornato a frequentare il liceo,passava molto più tempo con la sua ragazza ma dedicava anche parte della sua attenzione a quei 3 bambini con cui aveva condiviso tanto nelle vesti di Conan Edogawa.
Un’altra persona con cui passava molto tempo era la ragazza che un tempo rispondeva al nome di Ai Haibara,che per lui era diventata ormai una sorella. Aveva sviluppato nei suoi confronti un attaccamento molto profondo e l’aveva sostenuta tantissimo dopo la trasformazione,aiutandola a riprendere in mano la sua vita in un momento in cui la giovane era terrorizzata all’idea di mettere il naso fuori casa.
Ad aiutarlo nell’impresa c’era stata anche Ran,che ormai considerava la ramata come una seconda migliore amica a cui,tra l’altro,doveva la vita. Grazie a loro,ai bambini e a tutto il resto del gruppo,l’ex donna in nero era riuscita a perdonarsi e a superare le sue paure.
Non aveva ripreso il liceo dal momento che sarebbe stato uno spreco di tempo con le sue due lauree e,grazie all’aiuto dell’FBI,era riuscita a trovare un posto come ricercatrice in un laboratorio ad Osaka. Nonostante fosse costretta tutti i giorni a fare la spola tra le due città,ed avesse stretto qualche legame anche sul posto di lavoro,Shiho riusciva a passare del tempo anche con Shinichi e compagnia,attirando non pochi sguardi maschili ogni volta che li attendeva all’uscita del liceo e suscitando i borbottii di Shinichi che la tartassava pretendendo di essere informato su tutto. Il suo comportamento rasentava il ridicolo,ma tutti sapevano che era un tentativo da parte del ragazzo di evitare che lei soffrisse di nuovo.
Shinichi fu destato dai suoi pensieri a causa di una macchina che l’aveva affiancato. Il finestrino del lato guidatore si abbassò e il ragazzo si trovò davanti la sua migliore amica che lo guardava con l’espressione sardonica che l’aveva sempre caratterizzata.
“Hai bisogno di un passaggio,Kudo?” chiese,con tono ironico.
Senza farselo ripetere il giovane fece il giro e si accomodò al suo fianco,salutandola con un bacio sulla guancia.
“Sei in ritardo?” le domandò,chiedendosi il perché lei fosse ancora a Tokyo alle 8 del mattino dato che dal lunedì al venerdì iniziava il turno alle 8.30 per poi staccare alle 16,per poi avere il weekend libero.
Shiho negò con un cenno del capo ed aggiunse “Oggi ho giornata libera,sto andando a sbrigare delle cose per il laboratorio e poi ad ora di pranzo prendo il treno”.
Shinichi parve perlpesso “Perché vai ad Osaka se hai giornata libera?”
A quella domanda la ramata imprecò mentalmente,ben sapendo cosa sarebbe successo non appena gli avesse detto il motivo del suo spostamento.
“Oggi è il compleanno di Gunji Naeko-san,una delle mie colleghe di laboratorio. Ha organizzato una serata in un locale tranquillo e poi mi ha detto che posso rimanere a dormire da lei,dato che è venerdì,e prendere il treno domattina con tutta calma.”
Intercettò la scintilla di disappunto negli occhi azzurri del suo interlocutore,ma fortunatamente erano arrivati davanti al liceo giusto in tempo per sentire la campanella suonare.
“Ascolterei volentieri l’ennesima paternale sul prestare attenzione a chi incontro,ma sfortunatamente né io né te abbiamo tempo. Ci vediamo domani” affermò,sporgendosi per baciarlo su una guancia e poi spintonarlo fuori dall’abitacolo.
Non appena Shinichi fu fuori,Shiho diede gas e si dileguò rapidamente tra le strade per evitare di dargli tempo di replicare.
Il ragazzo sospirò seccato,le inviò un “Questa non la passi liscia” e si diresse verso la sua classe.



Quello che sarebbe dovuto essere un posto tranquillo era invece una vera e propria discoteca gremita fino all’orlo di ragazzi dai 18 anni in su,perlopiù completamente ubriachi.
Shiho,seduta su alcuni divanetti assieme a Naeko e ai suoi invitati,si stava pentendo amaramente di aver accettato l’invito.
Nel tragitto dal guardaroba,dove era stata costretta a lasciare la giacca di pelle,al tavolo dove Naeko le aveva detto di recarsi si era sentita spogliare con lo sguardo da una quantità indefinita di sguardi maschili.
Nonostante avesse optato per un outfit relativamente semplice,e molto diverso rispetto a quello che era abituata ad indossare quando era ancora Sherry, le sue forme prosperose non passavano di certo inosservate,specialmente a causa di quella specie di top che la sua amica l’aveva obbligata ad infilare. Era bianco e composto da due grandi strisce che si attorcigliavano tra loro coprendo solo il seno e poco più. L’aveva abbinato a dei jeans neri aderentissimi a vita molto alta e a delle décolleté nere con il tacco spesso e il plateau alto. Vedendola in disparte,la festeggiata le si avvicinò con un bicchiere in mano e le si sedette accanto.
“Miyano-san,ti annoi?”
La ramata avrebbe voluto dirle la verità,e cioè che avrebbe tanto preferito essere a casa sotto le coperte in quel momento,ma non volle essere scortese con la sua amica quindi optò per una mezza verità.
“No,è che mi sento un po’ fuori luogo” Ammise,sorridendo in maniera colpevole.
A quel punto la sua interlocutrice,attorcigliandosi i lunghi capelli castani con le dita,la guardò intensamente con i suoi occhi color mandorla,le sorrise di rimando e poi le porse il cocktail che reggeva in mano.
“Su,butta tutto giù e vedrai che tra poco sarà tutto più divertente.”
Lì per lì la ramata rimase spiazzata e abbastanza perplessa,ma dopo le insistenze di Naeko e dei suoi amici pensò che in realtà non ci fosse nulla di così sbagliato nel divertirsi un po’,quindi,andando contro ogni suo credo,bevve rapidamente quel bicchiere e tutti quelli che le passarono da quel momento in poi,senza curarsi più di tanto di cosa ci fosse dentro.
Nonostante il suo fegato fosse abituato all’alcool dopo il periodo passato nell’Organizzazione,tutto quel miscuglio le salì velocemente al cervello e in breve la ramata entrò in una sorta di limbo in cui capiva ciò che le stava accadendo,ma non aveva i riflessi abbastanza pronti per reagire,che la portò a farsi trascinare in pista da Naeko e le sue amiche.
Lì si lasciò trascinare dalla folla ed iniziò a ballare,ma in breve la vista iniziò ad appannarsi e l’aria iniziò a mancarle a causa di tutte le mani che la toccavano,perciò senza accorgersene iniziò ad allontanarsi dal gruppo per trovare un posto più tranquillo.
Riuscì a districarsi dalla massa con non poca difficoltà e raggiunse la ringhiera che circondava l’intera sala fiondandosi in uno spazio lasciato libero. Si aggrappò con tutta la forza che aveva in corpo e chiuse gli occhi,sperando di star meglio.
“Ehi,stai bene?” sentì dire ad un tratto.
Aprì gli occhi e si voltò alla sua destra seguendo la direzione della voce e si trovò ad ammirare il volto di quello che reputò essere il più bel ragazzo che avesse mai visto in vita sua.
Aveva i capelli di un castano particolare,tendente al biondo,un pizzetto del medesimo colore e dei grandi occhi azzurri.
Shiho sentiva di conoscerlo,qualcosa dentro di sé le diceva che quel volto non le era affatto nuovo,ma a causa dei fumi dell’alcool non fu in grado di associare il volto ad una figura conosciuta perciò si limitò ad annuire con la testa.
Il suo interlocutore sorrise e le passò un bicchiere.
“No guarda,se bevo qualcos altro collasso.”Affermò la ragazza,accentuando il suo diniego scuotendo vivamente la testa.
Questa reazione provocò una risata divertita nel biondo davanti a lei che precisò “Tranquilla,è solo acqua. Ti farà sentire subito meglio”. Shiho lo guardò diffidente mentre allungava la mano per prendere il bicchiere.
Annusò il contenuto e poi lo bevve con molta cautela,appurando che era effettivamente acqua.
“Allora,Miss diffidenza,ho cercato di avvelenarti?” Domandò lui ironicamente,dopo aver assistito a tutte le mosse della ramata davanti a sé.
Lei si limitò ad alzare le spalle ed affermare “Non si è mai troppo previdenti”.
“Devi aver conosciuto persone davvero cattive per pensarla così” disse lui mentre rideva,senza neanche immaginare quanto le sue parole potessero essere reali nel caso della sua interlocutrice.
Il giovane,accorgendosene,tentò di rimediare intavolando una normale conversazione,ma dovette ricredersi quando la ragazza si rifiutò di dirgli il suo nome. Gli fu ancora più chiaro di avere di fronte una ragazza diversa dalle altre,più posata e sulle sue che ancora non dava segno di averlo riconosciuto o,se l’aveva fatto,era stata bravissima a non farlo notare.
Ciò contribuì a far nascere in lui un interesse ancora maggiore per quella ragazza che,contrariamente alle ochette giulive a cui era abituato,sembrava infischiarsene della sua fama e lo trattava come avrebbe trattato chiunque altro. Ad aumentare il suo interessamento contribuiva senza dubbio la sua bellezza strabiliante composta da un colore di capelli sul biondo-ramato,assolutamente inusuale in Giappone,dei tratti semioccidentali,delle belle labbra carnose e un paio di bellissimi occhi verde acqua,a cui andava aggiunto il suo indescrivibile fisico,con tutte le forme al posto giusto,che aveva fatto torcere il collo a quasi tutti i ragazzi del locale.
L’aveva notata subito,sin da quando faceva la fila per il guardaroba,ma in un attimo di distrazione l’aveva persa di vista e se ne era rammaricato. Ora però,che l’aveva ritrovata ed era riuscito ad intavolare una conversazione con lei,non aveva nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire di nuovo perché lo attraeva troppo;prima di tutto però decise di metterla alla prova.
“Eh va bene,vorrà dire che per me sarai Miss Diffidenza,finchè non avrò l’onore di conoscere il tuo nome. In ogni caso molto piacere,Higo Ryusuke.”Disse,allungandole la mano destra.
A quelle parole Shiho ebbe un lampo di comprensione,e subito le fu chiaro perché il suo cervello le avesse suggerito quella sensazione di familiarità non appena aveva posato il suo sguardo su di lui.
Ricordava di aver confessato a Shinichi,quando ancora loro due rispondevano ai nomi di Conan Edogawa e Ai Haibara,di provare una certa empatia (che il corvino aveva prontamente tradotto in cotta) per quel ragazzo che aveva una situazione per alcuni versi simile alla sua.
Ciononostante non fece una piega e si limitò a stringergli la mano con un sorriso.
Higo rimase ancora più sorpreso. Era evidente che lei l’avesse riconosciuto,ma per qualche motivo sembrava non interessarle.
“Posso sapere almeno quanti anni hai?” Le domandò,intenzionato a non demordere.
“Ne ho appena compiuti 19,a quanto pare ci passiamo solo un anno” Rispose lei,confermandogli definitivamente la sua teoria.
Il giovane calciatore si stava spremendo le meningi per trovare argomenti di conversazione che impedissero alla ragazza di allontanarsi da lui,ma ancora una volta lei lo stupì avvicinandosi e sussurrandogli,a pochi centimetri dal volto “Non mi inviti a ballare?”
Ryusuke non potè far altro che annuire,completamente soggiogato dal suo fascino,e si fece trascinare in pista.
Una volta lì i due presero a ballare estremamente vicini,spesso ad un soffio l’uno dall’altra. Avevano iniziato un gioco di resistenza,lo sapevano entrambi,e nessuno dei due era intenzionato a perdere.
Dopo un po’,inaspettatamente,Shiho si voltò ed iniziò a ballare con il corpo attaccato al suo,ma dandogli la schiena.
“Che fai,Diffidenza?” le chiese lui,poggiando le labbra sul suo orecchio sinistro,e tirando il lobo con i denti.
“Non vedi? Sto ballando” Rispose lei,addossandosi ancora di più al suo corpo e sentendo chiaramente qualcosa di duro batterle sulla vita. “Stavamo ballando anche prima” Continuò Ryusuke,accarezzandole il profilo con la punta di un dito partendo dal volto,scendendo poi per il collo fino ad arrivare al seno dove,dopo un cenno di assenso di lei,iniziò a lasciare qualche carezza.
“Non si balla sempre nella stessa posizione”Ribattè lei dopo un po’,andando indietro con il bacino a strusciarsi letteralmente contro il corpo di lui. Il calciatore sentì il sangue arrivargli dritto al cervello e alle parti basse,quindi le artigliò un seno e si fiondò a mordere e succhiare la candida pelle del suo collo.
“Tu non sai cosa ti farei” le sussurrò poi all’orecchio,stringendo ancora di più il suo corpo.
Shiho quindi si voltò e,con uno sguardo malizioso,disse solo “Dimostramelo”.
Ryusuke allora non ci vide più,le afferrò il volto e la baciò con forza e passione.
Fu come tornare a respirare,le loro labbra sembravano fatte apposta per collidere e il giocatore credeva che non sarebbe sopravvissuto a lungo con il suo corpo formoso completamente schiacciato contro il suo.
L’idillio durò poco,perché un tizio ubriaco si andò a schiantare contro Shiho nel tentativo di farsi largo tra la folla,costringendola a staccarsi dal suo calciatore.
“Miyano-san!” Si sentì gridare tra la folla a quel punto,e Shiho vide chiaramente Naeko farle segno di raggiungerla per andare via.
Si voltò verso Higo e si allungò verso le sue labbra per salutarlo,ma il ragazzo le arpionò il polso e la supplicò dicendo: “Miyano cosa? Ti prego,Diffidenza,ho bisogno di saperlo. Voglio rivederti”.
Shiho sorrise e rispose “Mi dispiace,promessa del calcio,ma dovrai scoprirlo da solo. Sai che faccio di cognome Miyano e ho 19 anni,facciamo che se riesci a trovarmi verrò ad un appuntamento con te. Ci stai?”
Il calciatore sospirò,sconfitto,per poi afferrarle il volto e baciarla di nuovo. “Ti troverò,Diffidenza,puoi starne certa” .
A quelle parole Shiho arrossì vagamente,lo guardò un’ultima volta e poi sparì tra la folla.
Una volta raggiunta Naeko questa la guardò con tando d’occhi,spostando continuamente lo sguardo da lei al giovane che continuava a fissarla. “Non dirmi che quello era Higo-san!” Domandò poi,artigliandole un braccio.
La ramata sorrise tra sé e sé e poi rispose “Ti sbagli, era solo un tizio che gli somigliava molto”.



“Dottor Agasa,è in casa?” Urlò Shinichi aprendo la porta dell’abitazione dell’uomo dopo averla trovata socchiusa. Arrivato all’ingresso,tuttavia,non vide nessuno e lì per lì rimase perplesso. Poi,come se qualcuno gli avesse risposto e l’avesse effettivamente invitato ad entrare,si tolse le scarpe ed infilò un paio di ciabatte,dopodiché chiamò nuovamente a gran voce il dottore che gli apparve improvvisamente di fronte con uno sguardo nervoso e l’indice destro premuto contro le labbra.
Allo sguardo perplesso del ragazzo l’uomo si scostò leggermente permettendogli di vedere oltre alle sue spalle la figura di Shiho scompostamente stesa ed addormentata su uno dei divani della sala.
“Cosa le è successo? Sta male?” Domandò con apprensione il ragazzo dirigendosi verso la sua amica.
A quelle parole il dottor Agasa rise leggermente e scosse la testa in segno di diniego.
“Non è niente,è semplicemente tornata da Osaka ubriaca fradicia”.
Shinichi strabuzzò gli occhi e si voltò a guardarlo.
“In che senso ubriaca fradicia?”
“Quanti sensi conosci?” Gli chiese l’uomo,in tono ironico.
Shinichi non riusciva a capacitarsene,insomma quella lì era Shiho,la stessa ragazza che fino a qualche mese prima aveva paura di uscire di casa e avere rapporti sociali e che era universalmente riconosciuta per il suo broncio perenne. Com’era possibile che proprio lei si fosse ridotta in uno stato del genere?
“Ma come ha fatto a tornare qui in queste condizioni?” Chiese,osservando lo stato in cui versava la ramata.
Dormiva pancia sotto,con un braccio sulla testa ed uno a penzoloni,le gambe attorcigliate tra loro e il corpo scosso da leggeri tremiti.
“Non ne ho idea,so solo che qualche ora fa ho aperto la porta e l’ho trovata che si reggeva al muro. Mi ha salutato,è entrata,si è fiondata sul divano e da lì non si è più mossa. Sono riuscito solo a toglierle le scarpe e coprirla con un plaid,per il resto non ho potuto fare granchè”.
“Dottore se va ad aprire la porta della sua stanza la metto io a letto. Data la posizione qui non sembra stare molto comoda” Affermò Shinichi annuendo tra sé e sé . L’uomo si trovò d’accordo con lui,quindi il moro afferrò Shiho e la sollevò per metterla a letto,rendendosi conto solo in quel momento di quale fosse il suo abbigliamento ed appuntandosi mentalmente di farle una bella strigliata non appena si fosse svegliata.
Dopodiché si diresse verso il piano inferiore,salutò il Dottor Agasa e tornò in casa sua,dove trovò ad attenderlo Heiji,Kazuha,Ran e Sonoko pronti per uscire.
“Shiho-chan non viene?” Gli domandò la sua ragazza,notando con rammarico l’assenza della sua amica.
Shinichi scosse la testa,poi scoppiò a ridere e disse “No,non è proprio nelle condizioni di venire”
“Che vuoi dire,scusa?” Intervenne sospetta Sonoko.
“Vuol dire,anche se non ci crederete mai,che la nostra reginetta dei ghiacci in questo momento è a letto a combattere con una sbornia epocale. Com’è successo lo sa solo lei. Allora? Andiamo?”
Incrociò gli sguardi allibiti ed increduli dei suoi amici,scrollò le spalle e borbottando un “Io l’avevo detto che non ci avreste creduto” uscì nuovamente dal portone in attesa di essere seguito.



“Io non capisco perché tu debba sempre farmi perdere decine d’anni di vita per le tue bravate. Ti sembra questo il modo di sparire? Io e gli altri ti abbiamo cercato per tutto il locale per ore” Borbottava Rikuo Endo muovendosi nervosamente in giro per l’appartamento che condivideva con il suo fratellastro che in quel momento si era steso a letto con le braccia incrociate dietro la testa, non dando minimamente segno di voler prestare attenzione al suo rimprovero.
“Ryusuke,maledizione! Vuoi ascoltarmi?”Sbottò allora il più grande,sbattendo un pugno contro il comodino accanto al letto per attirare su di sé l’attenzione dell’altro.
Dal canto suo, il biondo non diede segno di essersi spaventato o altro,si limitò semplicemente a dire “Ho conosciuto una ragazza”.
A quelle parole Rikuo sentì la rabbia scemargli pian piano e si sedette accanto a lui.
Gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con un sorriso incoraggiante,essendo perfettamente a conoscenza delle difficoltà del suo fratellastro in ambito sentimentale. Ryusuke era un gran bel ragazzo che riscuoteva molto successo nel sesso opposto e questo,per un certo periodo di tempo,era stata una gran fortuna per lui.
Gli era stato possibile uscire con tutte le ragazze che desiderasse,sicuro che il desiderio fosse corrisposto anche dall’altro lato. Con tutte era sempre stato estremamente gentile e corretto,perché non era mai stato tipo da usare gli altri per soddisfare se stesso.
I problemi erano però sopraggiunti quando aveva abbandonato la squadra di Tokyo per unirsi ai Big Osaka.
In quel periodo aveva visto il suo nome venire affiancato dall’aggettivo “traditore” sia da parte dei suoi ex tifosi che da quelli attuali,e per lui era diventato sempre più difficile rimettersi in piedi dopo tutti i fischi che gli venivano lanciati contro durante ogni partita. A questo si era poi sommato l’improvviso allontanamento di molte delle compagnie che frequentava,e ciò l’aveva portato a comprendere che tutta la gente che prima di allora l’aveva avvicinato era interessata non a lui ma alla sua fama.
Appurare che a nessuno di loro fosse mai interessato molto della sua persona era stato un altro colpo duro da superare e sicuramente non ce l’avrebbe mai e poi mai fatta senza l’aiuto di Rikuo,che non l’aveva lasciato un secondo da solo e,anzi,l’aveva spronato a riprendersi ciò che era suo.
Aveva quindi preso in mano la situazione,lottando con i denti per riguadagnarsi il ruolo nell’Olimpo da cui l’avevano brutalmente cacciato,e ci era riuscito. Nel frattempo,però,aveva imparato a non fidarsi di chi lo circondava e a restringere il suo cerchio di amicizie a pochissimi fidati. Il suo approccio al genere femminile era irrimediabilmente cambiato,poiché il ragazzo aveva ripreso ad intrattenersi con varie ragazze ma senza dar loro modo di avere a che fare con lui una seconda volta.
Proprio per questo Rikuo era rimasto sorpreso nell’apprendere che era stata proprio una ragazza a ridurre il fratello in quello stato,ma d’altro canto era contento.
Chissà che quella misteriosa ragazza non fosse in grado di restituire al suo tormentato fratellastro un po’ di fiducia nel prossimo. “Com’è?”Gli chiese,curioso.
Il ragazzo scosse il capo sorridendo e rispose “E’ la più bella ragazza che io abbia mai visto in vita mia.”
Davanti allo sguardo del fratello che lo esortava a continuare,Ryusuke scoppiò nel fiume di parole più lungo di cui l’altro avesse memoria. “Ha i capelli ramati,ma di un ramato particolarissimo che non avevo mai visto addosso a nessuno. I suoi occhi sono grandi e verdi,e quando ti guarda non capisci mai cosa voglia da te,anche perché è sarcastica e diffidente all’ennesima potenza quindi ti manda in pappa il cervello dopo due secondi di conversazione. E il suo fisico,Dio il suo fisico” disse,portandosi nervosamente le mani nei capelli e suscitando le risate in Rikuo. “Non ho aggettivi per definirlo se non perfetto. La più bella,Rik,la più bella”.
“Ma non mi hai detto la cosa più importante”Intervenne l’altro.
Il calciatore sbuffò.
“Non te l’ho detta perché quella stronzetta non ha voluto dirmi il suo nome. Ha detto che me lo dirà,e accetterà di uscire con me,solo se riuscirò a trovarla e la vedo davvero difficile dal momento che so solo la sua età e il suo cognome”.
Rikuo riprese a ridere,davvero divertito. Quella ragazza doveva essere una forza della natura per tenere testa a suo fratello in quella maniera,gli sarebbe davvero piaciuto conoscerla.
“Il bello è però che a lei non fregava niente del fatto che io fossi Higo. Certo,non mi ha riconosciuto subito,ma quando è successo non ha fatto una piega e ha continuato a comportarsi nello stesso modo” Aggiunse il biondo.
“Dev’essere davvero speciale allora. Non possiamo farcela scappare,vero fratellino?” Lo stuzzicò Endo,divertendosi un mondo a metterlo in difficoltà.
“Già,peccato che sia già successo.”Sbuffò Ryusuke,sconsolato.
“Secondo me non dovresti darti per vinto,non ne esistono così tante di ragazze come lei” Ribatté l'altro,convinto.



Da quegli avvenimenti era passato poco meno di un mese. In tale arco di tempo Ryusuke aveva provato in tutti i modi a trovare quella ragazza ramata che gli aveva fottuto il cervello,ma purtroppo niente di ciò che faceva sembrava funzionare.
D’altronde cosa si aspettava? Miyano era un cognome molto diffuso in Giappone,e di ragazze Miyano di 19 anni ce ne erano tantissime.
A ciò si aggiungeva che le sue ricerche erano state ostacolate dall’impossibilità di accedere a maggiori informazioni riguardo le ragazze,aspetto fisico incluso,per motivi di privacy.
Così era passato un mese,e il ragazzo stava pian piano iniziando ad accantonare definitivamente l’idea di ritrovarla,sebbene il suo cervello non fosse della stessa idea e continuasse a tormentarlo tutte le notti con le immagini del loro bacio in discoteca.
Credeva di poter morire tutte le volte che ci pensava,perché in quell’attimo si era sentito più vivo di quanto gli fosse mai capitato in un’intera vita. Se chiudeva gli occhi rivedeva chiaramente il volto della sua Miss Diffidenza che lo invitava a ballare guardandolo con quello sguardo così malizioso ed indecifrabile,oppure la sua espressione totalmente arresa mentre lui era impegnato a torturarle il collo e a scendere giù con la mano sul suo corpo,sempre più giù..
Solitamente a quel punto era costretto ad interrompere quella visione ad occhi aperti per evitare spiacevoli inconvenienti,ma era certo del fatto che quella ragazza gli mancasse come l’aria,e che avrebbe dato di tutto per poterla vedere anche solo un’altra volta.
All’alba di quella soleggiata giornata di aprile,però, Ryusuke Higo non poteva immaginare che qualcuno quel giorno avrebbe deciso di ascoltare le sue preghiere,sebbene in un modo molto singolare.



“Avevo davvero bisogno di una giornata di riposo dopo tutto quel trantran di compiti ed interrogazioni” affermò Sonoko Suzuki,stiracchiandosi alla luce del sole seduta ad un piccolo bar di Osaka in compagnia dei suoi amici.
Quel giorno lei,la coppia di Tokyo e quella di Osaka erano riusciti ad organizzare una piacevole giornata in giro per la città del Kansai,e ad ora di pranzo erano stati raggiunti anche da Shiho che aveva ottenuto il permesso di lasciare il laboratorio qualche ora prima.
La giornata era trascorsa tranquillamente tra i classici battibecchi tra i due detective liceali e le facce sconsolate delle relative fidanzate che,per ripicca,avevano trascinato il gruppo per tutti i negozi del centro di Osaka. Shiho aveva riso di gusto vedendo le facce sconsolate dei due e,nonostante la stanchezza data dal lavoro,era riuscita a passare una giornata molto rilassante e a mettere leggermente da parte il tarlo che la tormentava da un mese a quella parte.
Da quando si era ripresa quella sbornia epocale,infatti,la ragazza non faceva altro che dannarsi per essere stata così stupida da non aver dato una possibilità concreta al bel calciatore.
Non sapeva cosa le fosse preso,ma in quel momento l’aveva assalita un istinto predatore che difficilmente era in grado di tenere a bada,ed il risultato di ciò era stata la totale assenza di notizie da parte di Higo da quella sera. Non che lei gli avesse dato la possibilità di fare altrimenti,d’altronde.
Dentro di sé Shiho sapeva che avrebbe dato volentieri una possibilità al giovane se solo ne avesse avuto modo,ma ormai si era rassegnata all’evidenza dell’unicità di occasioni del genere e aveva cercato di farsene un ragione,sebbene la sua mente continuasse a ricordarle gli avvenimenti di quella sera e quanto lei si fosse sentita protetta e quasi amata in un momento come quello che,purtroppo per lei,non avrebbe avuto una replica.
Shinichi,d’altro canto,l’aveva osservata di sottecchi per tutto il giorno ed aveva constatato con gioia che il broncio pensieroso che l’aveva tormentata nell’ultimo mese era prossimo a sparire del tutto.
Non sapeva esattamente cosa fosse successo,ma era certo che il principio di tutto fosse da ritrovare in quella fantomatica notte da cui Shiho era tornata ubriaca fradicia. Aveva provato molte volte ad estorcere informazioni dalla sua amica che,però,si era chiusa in un mutismo quasi fastidioso che,alla fine,l’aveva fatto desistere e sperare che quel momento sparisse presto.
Fortunatamente sembrava che le cose stessero andando come previsto dal momento che Shiho quel giorno aveva sfoggiato un’espressione rilassata per tutto il tempo,espressione che lui non vedeva da molto e che lo aveva reso molto contento.
A metà pomeriggio i ragazzi si erano rintanati in quel bar per rinfrescarsi con un bel gelato e parlare del più e del meno.
Verso l’ora del tramonto,però,Kazuha decise di avanzare una proposta.
“Ragazzi,che ne direste di andare al porto ad ammirare il tramonto prima che voi andiate via? In questo periodo dell’anno quella zona è un trionfo di colori ed il tramonto è molto suggestivo!” Affermò,convincendo immediatamente Ran e Sonoko che però se ne dovette tirare fuori perché,di lì a poco,sarebbe passato Makoto a prenderla.
I due detective,invece,sbuffarono contrari.
“Non è niente di diverso da ciò che possono vedere anche a Tokyo,baka”Borbottò il ragazzo del Kansai,per niente intenzionato a muovere un altro singolo muscolo per accontentare i capricci della sua ragazza.
Lei,dal canto suo,gli scoccò un’occhiata gelida e si limitò a ribattere “Lasciamo che sia la maggioranza a deciderlo. Al momento siamo 2 contro 2,dipende tutto da Shiho-chan”.
L’attenzione di tutti si spostò sulla figura della ramata che,dopo un attimo di imbarazzo,si dichiarò favorevole all’idea.
Le ragazze gioirono e si alzarono per raggiungere i mezzi con cui sarebbero andati al porto.
“Molte grazie,Miyano”Borbottò Heiji,lanciandole un’occhiata seccata tanto quanto il suo stato d’animo,e Shinichi si trovò,forse per la prima volta nella giornata,ad essere d’accordo con lui.
“Certo che voi due potreste sforzarvi di assecondare l’animo romantico delle vostre belle,una volta tanto” Decretò la ramata,avvicinandosi alla sua adorata moto Suzuki B-King laccata nera,comprata giusto poco tempo prima per rendere più facili i suoi spostamenti quando si trovava ad Osaka. Era costretta a pagare una fortuna per l’affitto del piccolo garage dove la custodiva,ma per quel gioiellino era disposta a questo ed altro.
Dopo aver salutato Sonoko,le due coppie salirono in sella alle rispettive moto e anche la ramata fece lo stesso. Diedero gas e seguirono Heiji che faceva loro strada per il porto.
Se Shiho avesse dovuto scegliere un’attività che la aiutava a distendere i nervi questa era sicuramente lo stare in sella alla sua moto. Ne aveva una anche quando era ancora Sherry ed era stata sua sorella ad insegnarle come guidarla,quindi portare avanti quell’abilità per la giovane era diventato quasi un dovere.
I ragazzi si fermarono ad un semaforo e lì,improvvisamente,la ragazza fu assalita da un’inspiegabile sensazione di ansia che la spinse a voltare lo sguardo a destra,dove si ergeva un ponte su cui passeggiavano diverse persone. Una in particolare,però,attirò la sua attenzione: un ragazzo alto,con i capelli castani tendenti al biondo e agli occhi chiari il quale esortava un altro ragazzo,che gli stava dietro di qualche metro,ad andare più veloce.
L’ex donna in nero non badò tanto al fatto che quello fosse il giovane calciatore che occupava i suoi pensieri da un mese a quella parte,quanto piuttosto al puntino rosso posizionato sulla sua nuca e di cui lui pareva non essersi accorto. Prima ancora di rendersene conto stava già sterzando.




“Rikuo,andiamo! Quanto sei lento oggi!” Affermò ridendo Ryusuke,voltandosi per la millesima volta ad osservare quello che teoricamente era il suo allenatore arrancare sul ponte. Il motivo di tanta fatica era dato dal fatto che il ragazzo in questione fosse andato a dormire molto tardi la sera precedente per essere poi svegliato molto presto,troppo presto,da un allegro Ryusuke che lo aveva obbligato ad accompagnarlo in giro per la città in una giornata così bella.
Il calciatore era perfettamente a conoscenze delle difficoltà del fratello nell’affrontare la giornata senza le sue 8 ore di sonno,ma non avrebbe mai perso un’occasione per prenderlo in giro,lo divertiva troppo.
Proprio per questo stava per lanciargli l’ennesima frecciatina quando sentì un rombo addordante alle sue spalle seguito da una voce che gridava: “HIGO,GIU’!”
Ryusuke si voltò e gli sembrò di sognare alla vista di una ragazza che si lanciava da una moto in corsa per cadere su di lui e buttarlo rovinosamente a terra assieme a lei,perdendo nell’impatto il suo casco e facendo finire il mezzo da cui si era buttata a poca distanza da una macchina che stava transitando sul ponte in quel momento.
Il giovane si rese conto di aver chiuso gli occhi solo quando si trovò a doverli riaprire,e quando abbassò lo sguardo sulla chioma ramata della ragazza che lo stringeva tremante sentì il respiro mancargli. Si domandò se quella non fosse una delle sue solite visioni ad occhi aperti,dal momento che non riusciva a spiegarsi come,colei che aveva fatto da protagonista a tutti i suoi sogni da un mese a quella parte,si fosse d’un tratto materializzata tra le sue braccia.
Stava quindi per dar voce alla sua meraviglia quandò sentì qualcosa di caldo colargli su una mano e,dopo aver indirizzato lo sguardo verso di essa,appurò con orrore che si trattasse di sangue.
A quel punto tutto l’accaduto gli fu immediatamente chiaro,come lo fu la constatazione che quel sangue non provenisse dal suo corpo.
“Ti prego dimmi che stai bene!” Affermò rivolto alla ramata,facendole alzare il capo in modo da incontrare i suoi occhi e tutto intorno a loro sembrò bloccarsi.
Shiho non riusciva a credere di avere davanti a lei proprio colui che aveva desiderato così ardentemente in quell’arco di tempo,e si ritrovò ad esternare i suoi pensieri con un sorriso che si trasformò subito in una smorfia di dolore che la portò a stringersi il braccio destro,dove la pallottola da cui aveva salvato Higo l’aveva sfiorata,per poi andarsi ad incastrare nel palo della luce alle loro spalle. “MIYANO!” Si sentì urlare a quel punto,e i due ragazzi si voltarono in tempo per vedere quelli che Higo suppose fossero gli amici della giovane che le correvano incontro.
Shiho dal canto suo sospirò,mostrò loro il pollice per garantire di star bene e cercò di alzarsi,ma Shinichi,che l’aveva raggiunta,le impedì di farlo e si dedicò a constatare la gravità della ferita incurante dei suoi borbottii.
A quella scena Ryusuke reagì con fastidio,fraintendendo completamente il ruolo del corvino e sentendo la sua felicità sgretolarsi pian piano ma si ricredette subito quando vide una ragazza castana avvicinarsi,scostare il giovane con un “Tesoro,mollala” ed aiutare la ramata a mettersi in piedi.
“Stai bene?” Sentì quindi chiedere da una voce alla sua sinistra,voce che proveniva da un ragazzo dalla carnagione olivastra che,al suo cenno d’assenso,lo aiutò a sua volta a rimettersi in piedi.
Rikuo raggiunse il fratello e lo guardò terrorizzato,convinto che fosse ferito; quando appurò che non era così lo abbracciò tremante,facendosi sfuggire qualche lacrima di sollievo.
Il ragazzo corvino,intanto,sembrava non darsi pace e parlava nervosamente a quella che lui aveva chiamato Miss Diffidenza,facendole una serie di domande che lei fermò prontamente dopo essersi accorta dell’arrivo della polizia sul posto.
Solo quando la stessa domanda le fu porta dagli agenti la giovane iniziò a raccontare.
“Ero ferma con la moto all’incrocio che si trova a destra del ponte,quando per caso ho notato Higo-san sul ponte e ho meditato di avvicinarmi per chiedergli un autografo” Affermò,senza guardare negli occhi nessuno dei suoi amici per evitare che la sua bugia venisse smascherata “Ma poi ho notato il puntino del laser sulla sua nuca e mi sono precipitata a spostarlo dalla traiettoria,dato che né lui ne Endo-san si erano accorti di nulla. Mi sono lanciata su di lui e il proiettile ha colpito me,ma solo di striscio,per poi conficcarsi nel palo della luce” Concluse,annuendo poi all’esortazione dell’Ispettore che le consigliava di andare a farsi medicare la bruciatura nell’ambulanza che era appena arrivata.
Ryusuke,intercettati i suoi movimenti,si districò rapidamente dalla presa del fratello e le afferrò un polso per fermarla e,quando lei si voltò,le sorrise in maniera riconoscente.
“Ti ringrazio infinitamente”disse,con una voce calda e roca che fece battere all’impazzata il cuore della ramata la quale ricambiò il sorriso con una punta di imbarazzo e sollevò le spalle come a dire “non è niente”.
“La ferita ti fa male?”Chiese lui,con una nota di rammarico.
Shiho si sentì quindi in dovere di tranquillizzarlo con un “Tranquillo,è solo un graffio. Un po’ di disinfettante e garze e non rimarrà neanche la cicatrice.”
Poi,vedendo che lui non sembrava molto convinto,gli sorrise leggermente e ribattè “Non è successo nulla,davvero”.
Il calciatore annuì però,determinato com’era a non lasciarsela fuggire di nuovo,le allungò la mano sinistra dicendo:”Higo Ryusuke,molto piacere”.
A quell’affermazione la ragazza si sentì presa in scacco ma poi,sorridendo sorniona,allungò a sua volta la mano sana e rispose “Miyano Shiho,il piacere è tutto mio”.
Dopodichè gli fece un occhiolino e si allontanò verso l’ambulanza con i suoi amici che,intanto,le avevano recuperato la moto da terra.
Solo quando il gruppo fu abbastanza distante Ryusuke aprì la mano per scoprire ciò che lei gli aveva passato durante quel breve contatto: era un foglietto molto piccolo e spiegazzato il cui messaggio fece strabuzzare gli occhi al biondo che sentì un nuovo moto di contentezza nascere dentro di lui.
“Ogni promessa è debito. 348********. Aspetto tue notizie,Shiho.”
Poco più tardi,dopo che lei,Ran e Shinichi,lasciate le moto nel garage della ragazza,erano saliti sul treno diretto a Tokyo,Shiho stava cercando di scusarsi con un offeso Shinichi che le ripeteva di essersi comportata come un’incosciente e di averlo fatto spaventare a morte. A metà viaggio la ramata l’aveva abbracciato mostrandogli di poter muovere tranquillamente entrambe le braccia nonostante la fasciatura su quello destro,poi si era semistesa sul suo sedile e Ran aveva intimato al suo fidanzato di lasciarla riposare in pace.
Proprio mentre stava per addormentarsi,però,sentì il suo iPhone 6 vibrarle nella tasca,pertanto lo afferrò e,attenta a non farsi scoprire dai piccioncini che battibeccavano davanti a lei,lesse il messaggio che le era appena arrivato sentendo le sue guance colorarsi leggermente di rosso.
“Te l’avevo detto che non ti avrei lasciata andare,Diffidenza” .



La suoneria dell’iPhone che si espandeva per la stanza costrinse Shiho ad affrettarsi a rispondere pur avendo solo un misero asciugamano a coprirle il corpo e i capelli ancora fradici. Non appena ebbe visto l’autore di tanta insistenza,tuttavia,non poté fare a meno di borbottare una serie di improperi a suo indirizzo e pertanto rispose con un seccato: “Kudo,cosa diamine vuoi?”
Dall’altro capo del telefono il corvino si trovò in netta difficoltà e dovette soppesare per bene le parole da dire alla sua migliore amica per evitare che lei si innervosisse maggiormente,perché se una Shiho ironica era fastidiosa,una Shiho arrabbiata era decisamente pericolosa e lui ci teneva alla pelle,grazie tante. “Ehm ciao Shiho,come stai?”
Percependo un’aura decisamente negativa provenire dall’altra parte della cornetta si affrettò ad aggiungere,con tono supplichevole “Avrei bisogno di un piccolo consiglio da parte tua per un regalo da fare a Ran,mi accompagneresti in centro?”
La ragazza massaggiò con vigore le sue palpebre per evitare di cedere alla tentazione di mandare al diavolo l’amico per la sua idea,poi però rifletté sulla totale incapacità di questo di destreggiarsi dignitosamente negli affari sentimentali perciò,dicendo addio ad una delle due giornate di pausa settimanali,dichiarò “Va bene Shinichi,ma solo perché mi fai pena. Ci vediamo da me tra venti minuti” e riattaccò,senza dargli tempo per replicare.
Chiusa la chiamata,tuttavia,si rese conto di aver ricevuto diversi messaggi da un destinatario con cui si era spesso intrattenuta,anche in lunghe conversazioni,durante le ultime due settimane.
Lei e Ryusuke non avevano avuto modo di incontrarsi dopo l’incidente di qualche tempo prima a causa dei loro orari molto diversi,d’altro canto però erano riusciti comunque ad instaurare un rapporto attraverso gli innumerevoli messaggi che si erano scambiati in quell’arco di tempo. Mediante questa corrispondenza la ragazza aveva iniziato ad intuire qualcosa del carattere del suo interlocutore,come ad esempio la sua passione per la cucina italiana,sebbene la sua dieta non gli desse molte possibilità di strafare,la predilezione per la musica pop e il divertimento che ricavava nel fare scherzi al suo fratellastro che,ormai,sembrava essersene fatto una ragione.
Era rimasta piacevolmente colpita dalla bravura che il ragazzo aveva dimostrato nel tenerle testa fin dal primo momento,iniziando con lei una sorta di gioco fatto di battutine e velate allusioni che nessuno dei due voleva perdere. Ciò che la turbava,però,era la varietà di emozioni che la colpivano durante queste conversazioni,in particolar modo il tuffo al cuore che sentiva ogni volta che la chiamava “Diffidenza”.
Lei,dal canto suo,aveva dovuto ponderare per bene le informazioni da dare al calciatore.
Nonostante l’attrazione che provasse nei suoi confronti a conti fatti era ancora un estraneo per lei,quindi dirgli la verità non era un’opzione considerabile per il momento.
D’altro canto,però,da quando aveva messo fine alla storia con l’organizzazione aveva deciso di non vivere più nella menzogna,perciò aveva optato per una mezza verità: gli aveva raccontato di essere per metà irlandese e per metà giapponese,di avere un’intelligenza fuori dal comune e di essere stata mandata dai suoi genitori in collegi privati molto rinomati che le avevano permesso di avere una doppia laurea e un lavoro di ricercatrice a soli 19 anni. Aveva inoltre detto di vivere con un suo lontano parente a Tokyo dal momento che i suoi lavoravano all’estero ma di passare gran parte della settimana ad Osaka per lavoro.
Ryusuke aveva ascoltato prestato attenzione ad ogni informazione datagli dalla giovane ragazza ramata che ormai gli aveva completamente fottuto il cervello,contento di scoprire giorno per giorno sempre più aspetti della sua personalità.Le aveva chiesto informazioni riguardo al ragazzo che era intervenuto a medicarla sul ponte,ed era rimasto sorpreso quando aveva appurato di non aver riconosciuto Shinichi Kudo.
Shiho gli aveva parlato in linea generale del loro rapporto e di quanto lui fosse geloso e apprensivo nei suoi confronti per problematiche avute in passato. L’aveva anche pregato di non lasciar trapelare il loro rapporto per il momento perché avrebbe preferito tenerlo per sé il più a lungo possibile,il calciatore si era dichiarato d’accordo e pertanto evitava di scriverle ogniqualvolta lei gli dicesse di essere in compagnia del suo amico.
Conoscendo le abilità investigative del detective di Tokyo Shiho sapeva bene di non dover mai abbassare la guardia,anche se quella tecnica che aveva adoperato le aveva permesso di parlare con Ryusuke senza destare sospetti.
“Buongiorno,Diffidenza. Spero che la tua giornata sia iniziata meglio della mia. Rikuo mi ha buttato dal letto alle 7.00 e costretto ad una sessione di corsa attorno ad Osaka di circa due ore. Ho fatto appena in tempo a lavarmi e a mettere qualcosa sotto i denti e sono dovuto uscire per andare ad allenarmi con la squadra. Ti sto scrivendo mentre guido,ma prima che tu dica qualsiasi cosa sappi che sto usando la dettatura,anche se non credo di essere un granchè. Tu come stai passando il tuo tempo? Non vedo l’ora di vederti,Diffidenza” (9.40) “Spero per te che tu non stia ancora dormendo,o potrei non rispondere più delle mie azioni a fronte di tale ingiustizia. Ora entro in campo,a dopo” (9.55)
Nonostante i messaggi risalissero a 20 minuti prima la giovane si affrettò a rispondere,pur sapendo che non avrebbe potuto parlare liberamente con lui prima della fine del giro per negozi con Shinichi che la aspettava.
"Ciao,Promessa del calcio. Se può consolarti mi sono svegliata con tutta calma alle 8.30,ho fatto colazione e poi mi sono concessa una lunga doccia calda. Peccato però che Shinichi sia intervenuto a rovinare tutto chiamandomi e supplicandomi di accompagnarlo in centro per comprare un regalo alla sua bella. Ho appuntamento con lui tra 20 minuti e sono mezza nuda,quindi ti saluto.
Ti scrivo quando torno,a dopo":

Fatto ciò,mise il suo telefono in carica e tornò in bagno. 20 minuti dopo,puntuale come un orologio svizzero,Shinichi si presentò da lei.
Al suono del campanello Shiho si affrettò a scendere le scale,dopo essersi infilata un top bianco a bretelle che lasciava in mostra la sua prosperosa scollatura,i jeans neri a vita alta della famosa sera in discoteca e degli stivaletti con il tacco.
Indossò la giacca di pelle,afferrò borsa e chiavi della macchina ed aprì la porta al corvino che,nell’attesa,si stava divertendo a pigiare il dito sul campanello creando una musichetta.
“Conti di iniziare a dimostrare 18 anni prima o poi o intendi continuare a comportarti come se ne avessi ancora 7?” Gli chiese stizzita,mentre si chiudeva alle spalle la porta di casa.
“Ciao Shiho,anche io sono contento di vederti” rispose il ragazzo,mettendo su il suo tipico sorrisetto da schiaffi.
“No,io non lo sono per niente dal momento che sono stata disturbata nella mia giornata libera” Ribattè lei,avviandosi verso la sua Fiat Punto rosso fiammante che il dottore le aveva regalato qualche mese prima.
Shinichi si guardò bene dal fare ulteriori commenti,limitandosi ad entrare in macchina e a dirle dove andare.
Mentre guidava per le strade trafficate del centro, la ramata realizzò che l’amico stesse per fare un regalo alla sua fidanzata senza che ci fosse una particolare ricorrenza imminente,per cui incuriosita gli chiese :”Dì un po’,dove siamo diretti?”
“Nella gioielleria che si trova due isolati più avanti”Rispose l’interessato,senza togliere lo sguardo dalla mappa che aveva sul suo cellulare. “E perché proprio lì? Non c’è nessuna ricorrenza nell’immediato”
“Così” tagliò corto lui,alzando le spalle.
A quelle parole Shiho rimase,se possibile,ancora più allibita,poi scoppiò a ridere e affermò “Certo,come no. Adesso magari mi dirai anche che stanotte ti sei svegliato e hai deciso di chiedere a Ran di sposarti e metter su famiglia,non è così?”
La giovane continuò a ridere delle sue stesse parole,conscia dell’impossibilità della loro realizzazione data l’evidente cocciutaggine del suo migliore amico,tuttavia dovette ricredersi quando,non sentendo reazioni provenire dalla sua destra,si voltò verso di lui e lesse sul suo volto uno sguardo tanto eloquente quanto imbarazzato.
“CHE COSA?”Sbraitò,inchiodando con la macchina al centro di un incrocio,incurante della reazione a catena che aveva scatenato nel resto degli automobilisti che,adesso,stavano suonando nervosamente i propri clacson.
“Shiho,la macchina!”Ribattè Shinichi che sentiva di aver perso in quella frenata tutti gli anni di vita che aveva recuperato tempo addietro con l’apotoxina,mentre attorno a loro il clamore sembrava aumentare secondo dopo secondo.
“Chi se ne frega della macchina! Ti si è fritto il cervello o cosa? Non ti è bastato prendere in giro Ran per un intero anno? Vuoi infliggerle il colpo di grazia? E voi muti con quei maledetti clacson,se non la piantate rimango qui tutta la giornata!”Urlò in tutta risposta la giovane,rivolta prima a lui e poi al resto della gente che circondava,minacciosa,la loro vettura.
Il corvino iniziò a pregare tutti i kami per poter uscire incolume da quella situazione,in cui non sapeva se avere più paura della massa di gente inferocita al di fuori dell’auto o dell’ira dell’ex donna in nero seduta accanto a lui. Probabilmente della seconda.
“Shiho,ti giuro che non è uno dei miei soliti colpi di testa e ci ho pensato bene. Per favore,accosta la macchina e ne parliamo bene,che dici? No perché,nel caso tu non l’abbia notato, quelle persone lì non sono propriamente felici della nostra presenza e se rimaniamo qui un altro solo secondo ci fanno a pezzi”la supplicò,pregando che lo ascoltasse e lo tirasse fuori da quella situazione.
La ramata alzò le spalle come a dire “e che me ne frega”,lo guardò truce e rimise in moto il mezzo allontanandosi,però,sempre più dal centro della città.
“Ehi! Dove stiamo andando? Ti avevo detto di accostare poco più avanti” La rimproverò Shinichi,non capendo le sue intenzioni.
“Nell’unico posto in cui possiamo parlare di questo” Fu l’ultima cosa che disse lei prima di entrare in uno stato di nervoso mutismo che durò fino al raggiungimento della fantomatica meta.
Al ragazzo non servirono altre spiegazioni,e si rilassò sul sedile sapendo che l’amica lo stava portando nel loro posto.
Il posto in questione era un parco situato alla periferia di Beika,frequentato perlopiù da anziani e bambini,che ospitava un laghetto su cui,attraverso delle palafitte,era stato costruito un piccolo gazebo. C’era andato una volta assieme all’amica e ai Detective Boys quando ancora vivevano sotto copertura,e ricordava di aver osservato la figura della piccola ramata riparata a leggere nel suddetto gazebo mentre loro giocavano a calcio.
Sempre in quel gazebo la giovane gli aveva consegnato l’antidoto definitivo,e quando,poco dopo la sua trasformazione,lei era sparita per un pomeriggio intero non aveva avuto bisogno di chiedersi dove cercarla.
L’aveva trovata lì,rannicchiata su se stessa e scossa dai tremori del pianto e della pioggia e in quell’occasione lei gli aveva esternato il disagio e il senso di ineguatezza che l’aveva accompagnata da tutta la vita e che si era acutizzato in quei giorni,specialmente in compagnia di Ran e delle altre ragazze. Alla sua richiesta di spiegazioni,lei aveva alzato lo sguardo,l’aveva guardato con gli occhi gonfi e rossi e aveva detto solo “Gin” e quel pomeriggio Shinichi aveva compreso quanto effettivamente quel bastardo avesse influito sulla vita della giovane ragazza davanti a lui.
L’aveva privata dell’affetto di una famiglia già da quando era bambina,ed aveva fatto di tutto per sostituirsi ad essa diventando il suo maestro. L’aveva iniziata alla vita,insegnandole però il suo modo di affrontarla ed ottenendo una sempre maggiore chiusura a riccio da parte di Shiho,che ormai al mondo non si fidava che di Akemi e di lui.
Dopo aver ottenuto la sua totale fiducia l’aveva resa la sua donna prendendosi l’unico aspetto infantile che la giovane era riuscita a mantenere durante quegli anni,e Shiho,così bisognosa di affetto,aveva accettato di buon grado tutto ciò che lui era stato disposto a darle. Non era mai stata particolarmente toccata dal fatto che lui si infilasse nel suo letto dopo aver ucciso qualcuno perché sapeva di essere fatta della sua stessa pasta,di avere le mani sporche di sangue tanto quanto lui.
Aveva accettato la sua presenza scostante,i rapporti consumati con le braccia bloccate da manette e ferite di sigaretta qui e lì per il corpo,la gelosia morbosa che lui nutriva nei suoi confronti,i ghigni in risposta ai suoi “ti amo” e la prigione di isolamento dal resto del mondo in cui l’aveva rinchiusa pensando che non ci fosse niente di strano,che tutto sommato fosse normale.
Gin la definiva sempre “la sua donna” e questo appellativo le faceva inspiegabilmente battere il cuore,interpretando quindi in maniera positiva la gelosia maniacale dell’assassino verso di lei.
L’uomo in nero le aveva insegnato sia a sparare con una precisione quasi degna di un cecchino,che a praticare le arti marziali per fare in modo che lei si potesse difendere da chiunque la volesse portare via da lui. A volte si meravigliava di quanto la sua Sherry gli fosse totalmente assoggettata ed andava molto fiero del lavoro che aveva fatto sulla sua fragile psiche,portandola a credere che il mondo che aveva costruito per lei fosse assolutamente normale e garantendosi,così,la sua totale fedeltà.
Nel suo piano perfetto però Gin un errore l’aveva commesso,ed era stata la pallottola che aveva sparato per uccidere Akemi Miyano, la quale aveva fatto in modo che la sua Sherry gli voltasse le spalle,quando credeva di essere il suo unico punto di riferimento.
Quella pallottola aveva infatti strappato il cielo di carta sotto cui Shiho era sempre vissuta e le aveva fatto capire a fondo la perversione del rapporto con Gin in cui,di normale,non c’era proprio niente. Al tempo stesso la ragazza aveva sentito tutte le sue certezze crollare inevitabilmente perché,una volta appurato che Gin non era mai stato ciò che lei pensava che fosse,era stato automatico pensare che tutta la sua vita fosse sempre stata così fasulla e sbagliata. L’unico pezzo di normalità a cui si sarebbe ancora potuta aggrappare le era stato strappato dallo stesso uomo che diceva di amarla. Il momento in cui Gin le aveva confessato di aver ucciso Akemi era stato anche quello in cui Shiho aveva capito di essere irrimediabilmente condannata ad essere diversa per tutto il resto della vita,perché se aveva passato 18 anni ad essere convinta che tutto ciò che la circondava fosse normale allora lei non aveva neanche lontanamente idea di cosa rispondesse,in realtà,al concetto di “normalità”.
Si era dovuta ricredere in parte durante il suo anno passato sotto le vesti di Ai Haibara,in cui aveva provato per la prima volta l’affetto sincero da parte di una famiglia e aveva assaporato la normalità che le era stata negata fin da bambina. In un solo anno,Shiho Miyano aveva imparato della vita più di quanto avesse fatto nei 18 anni precedenti e,per questo,qualche mese prima si era trovata a puntare una pistola alla tempia dell’uomo che un tempo diceva di amare,senza provare nessun rimorso.
Quando,però,era tornata ad essere Shiho Miyano,aveva sentito la paura salirle fin dalle viscere,paura di rimanere sempre confinata in un angolo e di non poter entrare mai a far parte del mondo che la circondava,e proprio queste erano le paure che aveva confidato a Shinichi quel pomeriggio.
Lui,dal canto suo,le aveva promesso che niente e nessuno le avrebbe mai più fatto del male e si era impegnato in tutti i modi per farle vivere la vita che aveva sempre meritato,cercando di scacciare i fantasmi del passato che la tormentavano.
Dopo un lungo lavoro poteva dire di esserci riuscito,anche se sapeva che le ferite che Shiho portava dentro di sé non si sarebbero mai rimarginate del tutto. Ci sarebbero stati giorni in cui le ombre dei tempi andati l’avrebbero terrorizzata e costretta a rintanarsi in se stessa,ed in quei giorni lui sapeva di non poter far altro che abbracciarla e trasmetterle tutto il suo conforto,aspettando di vederla star meglio.
“Kudo non ti ho portato qui per ammirare il tuo bel faccino,vuoi dirmi cosa ti passa per la testa?”Borbottò la ragazza a Shinichi che,solo in quel momento,si rese conto di essersi perso nei suoi pensieri per tutto il tragitto fino al gazebo in cui la sua amica aveva già preso posto,pronta ad ascoltarlo.
Camminò nervosamente avanti e dietro per il gazebo un paio di volte,poi si voltò verso la ramata e le puntò un dito contro mentre diceva “Adesso io ti dico tutto ciò che mi gira per la testa quindi non interrompermi fino a che non avrò finito,chiaro?”
Al cenno d’assenso di lei,il corvinò sospirò e continuò: “Come ti ho detto prima questo non è un colpo di testa,davvero. In realtà ci sto pensando da un po’. Da quando sono tornato le cose stanno andando bene,davvero,però so che Ran ha sofferto tanto e sto cercando in tutti i modi di renderla il più possibile,però so che lei ha bisogno di certezze,di qualcosa che le dia la prova che stavolta non me ne andrò. L’idea di chiederle di sposarmi mi è balenata in testa un po’ di volte in questi giorni,però non ne sono mai stato sicuro fino a stanotte.
Ho avuto un incubo,un incubo in cui tu non ti frapponevi tra lei e Gin e la pallottola la prendeva al centro della fronte.
Mi sono svegliato mandido di sudore e lì ho capito di non volerla perdere,e di volerla accanto per il resto dei miei giorni.
Certo,so che è presto, so che siamo giovanissimi e che abbiamo tutta la vita davanti,però ho bisogno di darle e di darmi questa certezza. Dopo quello che ho passato ho capito di non dover dare mai più niente per scontato,per questo voglio farlo adesso che posso piuttosto che rimandare ad un domani che,per quanto ne so,potrebbe anche non esserci. Che dici? Sono troppo avventato?”
Una volta voltatosi verso Shiho notò che il suo sguardo si era fatto più dolce e accondiscendente,dopodichè lei lo abbracciò forte e gli disse “Sei un uomo ormai,Shinichi,non hai più bisogno che io ti dia dritte” per poi aggiungere un “forse” sottovoce che fece ridere entrambi.
Quindi la ramata si alzò dalla panchina,lo guardò sorridente ed iniziò ad incamminarsi verso l’uscita affermando “Forza,pelandrone,abbiamo un anello da scegliere”.



“Tornata alla base,non mi sento più le gambe”
“Non parlarmi di gambe,credo di non essere più in grado di camminare dopo l’allenamento. Ma parliamo un po’ del tuo -sono mezza nuda- di stamattina,vuoi farmi morire di autocombustione?”
“E anche se fosse? Ci sarebbe qualche problema?”
“Assolutamente nessuno,Diffidenza.Piuttosto quando hai intenzione di mantenere anche il resto della tua promessa?”
“Non sono certo io a dover fare il primo passo,non credi?”
“Esattamente la risposta che mi sarei aspettato da te. Stai diventando prevedibile,Diffidenza”

Leggendo quell’ultimo messaggio Shiho aggrottò leggermente la fronte,per poi distendere nuovamente il viso in un’espressione serena e scuotere la testa. Ciononostante decise di non rispondere e tenere il suo interlocutore per un po’ sulle spine,quindi lasciò il telefono sul letto e scese le scale diretta in cucina.
La casa,senza la presenza del Dottor Agasa a renderla rumorosa,era silenziosa in maniera quasi inquietante. Quel silenzio,però,a lei piaceva molto perché la aiutava a distendere i nervi,specialmente dopo una giornata movimentata come quella,anche se doveva ammettere che ogniqualvolta che l’anziano signore partiva si ritrovava a sentire la sua mancanza. Anche se non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura,quell’uomo la divertiva con la sua sbadataggine e i suoi goffi tentativi di nascondere i cibi non proprio salutari che tanto amava mangiare ed inoltre le dava un senso di sicurezza,di familiarità che la faceva sentire per la prima volta parte di qualcosa. Dopo aver bevuto una tazza di thè guardò l’orologio e pensò che un bel bagno rilassante,preferibilmente molto lungo, non le avrebbe fatto affatto male perciò si diresse verso il bagno ed aprì l’acqua per riempire la vasca.
Nell’attesa che il tutto fosse pronto tornò in stanza,si spogliò rimanendo in intimo e prese il suo cellulare per poi tornare sui suoi passi ed immergersi completamente in quell’acqua bollente che,in pochi minuti,fu in grado di distenderle i nervi e farla rilassare completamente tanto da farla pian piano addormentare.
Non si rese neanche conto di essersi assopita fino a quando non sentì il telefono squillare sul comodino accanto alla vasca. Spaventata dall’improvviso risveglio lo afferrò al volo e rispose senza neanche guardare chi la stesse chiamando,convinta che fosse il Dottor Agasa. “Dottore,che succede? Ha problemi con la macchina?”Domandò quindi,non appena ebbe risposto alla chiamata.
Dall’altro lato,però,non sentì il solito tono impacciato dell’uomo che l’aveva raccolta dalla strada qualche anno prima,bensì una risatina seguita da un tono di voce che lei non aveva avuto modo di conoscere molto,ma che era comunque in grado di farle battere il cuore. “Persona sbagliata,Diffidenza. Ti disturbo?”
Non appena ebbe appurato a pieno chi fosse il suo interlocutore sentì le sue guance andarle a fuoco e,felice che non ci fosse nessuno a vederla,cercò di darsi un contegno e far uscire la sua voce salda e tranquilla,in modo che Ryusuke non sospettasse nulla dello stato in cui l’aveva ridotta.
“Beh,promessa del calcio,non ti nascondo che mi hai svegliata” affermò per poi aggiungere subito,sentendo silenzio dall’altro lato “ma non mi stai propriamente disturbando”.
Ryusuke scoppiò a ridere “E io che credevo di averti offesa e mi sono quasi umiliato per chiederti scusa”
“Offendermi? E per cosa?” Domandò la ramata,aggrottando le sopracciglia pensierosa.
"Beh,per il messaggio in cui ti dicevo di essere prevedibile".
“Ah,quello! No,non mi sono offesa,ho solo fatto in modo che tu cuocessi nel tuo brodo di convinzione come tutti quelli della tua specie” Spiegò Shiho,sistemandosi meglio nella vasca ed iniziando a sentirsi a proprio agio in quella situazione tanto nuova quanto piacevole.
“E chi sarebbero quelli della mia specie,Diffidenza?”
“Non sarei una signora se te lo dicessi chiaramente,lascio alla tua interpretazione”
“Va bene,va bene ho afferrato il concetto” Affermò il calciatore,alzando bandiera bianca.
“ Ho come l’impressione che non riuscirò mai ad averla vinta con te,sbaglio?”
“Assolutamente no”
“Immaginavo. In ogni caso se hai bisogno ti lascio tornare a dormire,non era mia intenzione disturbarti”
“Ti ripeto che non mi hai disturbata,anzi la tua telefonata è stata utile perché altrimenti penso che avrei passato la notte in questa vasca” “Aspetta”Ribattè Ryusuke,per poi chiedere “vuoi dirmi che in questo momento tu sei..come dire..”
Nuda?”Suggerì Shiho,vagamente divertita dall’imbarazzo del suo interlocutore. “Beh si,Higo. Conosci un altro modo per farsi un bagno,per caso?”
Dall’altro lato si sentì un profondo respiro e poi il giovane mormorare “Tu mi farai diventare pazzo,Diffidenza. Quando posso rivederti? “
"Te lo ripeto,promessa del calcio: sta a te dirlo”
“Se sta a me dirlo che ne diresti se domani sera ti portassi a cena fuori? Potrebbe andare?”
“Ma dove? Siamo a 6 ore di distanza”
“Di questo non devi preoccuparti,posso spostarmi tranquillamente a Tokyo per un paio di giorni. Allora? Lo prendo per un sì?”
A quel punto Shiho sentì lo stomaco contorcersi ed una conosciuta sensazione di panico farsi strada dentro di lei e lì per lì meditò di rifiutare l’invito,perché sentiva di essere in grado di parlare con lui tramite messaggi ,ma incontrarlo era tutto un altro paio di maniche e lei non sapeva se fosse pronta o meno a tutto questo.
D’altro canto,però,aveva promesso a se stessa e a Shinichi che non si sarebbe mai più fatta chiudere in gabbia perciò,cercando di non far vedere l’incertezza nella sua voce,rispose “Si,direi di si”.
Ryusuke,nella sua stanza ad Osaka,sorrise vittorioso e disse “Allora siamo d’accordo,ti aggiorno domani in mattinata. Ora ti lascio,sto crollando. A domani,Shiho.”
La ramata sentì il suo cuore fare un salto ed arrivarle dritto in gola nel sentire il suo nome essere pronunciato da quella voce roca e,invece di mostrarsi seccata per la confidenza che lui sembrava essersi preso nei suoi confronti,rispose “A domani,Ryusuke”,per poi affrettarsi a chiudere la chiamata prima di morire di autocombustione.
Ok,il dado era tratto e ormai non poteva più tirarsi indietro,ma adesso era nei pasticci. Come diavolo si sarebbe dovuta comportare? E cosa avrebbe dovuto indossare?
In che situazione mi sono cacciata, pensò,non sapendo assolutamente come uscirne.
Sapeva chi l’avrebbe potuta aiutare,ma sapeva anche bene cosa stava accadendo,in quel momento,nella casa accanto alla sua perciò stava cercando di trovare una momentanea sostituta a quella che da poco tempo definiva la sua migliore amica.
Vediamo un po’,a chi posso chiedere? Sonoko non se ne parla,non riuscirebbe neanche volendo a tenere la bocca chiusa. Kazuha non potrebbe aiutarmi materialmente quindi no. Ayumi? No,non sarebbe imparziale quindi sarei punto e a capo.
Scuotendo il capo,affranta,accettò che non c’era nessun’altra persona a cui potesse rivolgersi,per cui pregò mentalmente Shinichi di perdonarla ed inviò un messaggio a Ran.
“S.O.S.,domattina ho bisogno di aiuto. Non odiarmi,ma non so a chi altro chiedere”
La risposta le arrivò,inaspettatamente,pochi minuti dopo.
“Keep calm,domattina alle 08.00 sono da te.”
La ramata alzò gli occhi al cielo e,mentre si rivestiva,pensò a quanto il destino fosse stato assurdo nel portarle via sua sorella e poi nel restituirgliela sottoforma di Ran Mouri.


Angolo Autrice
Ciao a tutti!
Eccomi qui (di nuovo) con questo capitolo. Spero davvero che stavolta sia più leggibile,perchè efp mi ha dato la mia bella gatta da pelare con la scorsa versione.
Teoricamente questo trafiletto sarebbe dovuto andare all'inizio,però ho deciso di metterlo qui per non rovinare il crack-pairing (anche se non è neanche tanto crack come pensavo dato che ho scoperto che già tante persone ci hanno scritto a riguardo).
In realtà io stessa non avevo mai pensato a questa coppia da ShinShiho sfegatata,poi però ho rivisto il sedicesimo film e il nono (in cui Ai indossa una maglia dei Big) e le cose sono cambiate. Mi è venuta in testa questa idea e l'ho messa per iscritto.
Non pubblicavo qualcosa da anni,e le poche opere rimaste sul mio profilo sono le superstiti di una mia specie di crisi risalente al 2011 in cui avevo deciso di cancellare tutto e di non scrivere più niente.
E così è stato,fino a pochissimo tempo fa.
Spero davvero che vi piaccia,se avete critiche non esitate a farmelo sapere (specialmente per gli errori che,sicuramente,ci saranno).
Alla prossima,
Baci
Simo
  
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