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Autore: Flos Ignis    29/04/2017    6 recensioni
Una grande novità sta per sconvolgere la caotica quotidianità della gilda più forte di Fiore: due giovani maghe, Alchimiste della Luce e del Buio, chiedono di poter entrare a Fairy Tail. Il loro arrivo porterà una ventata di novità che creerà non poche situazioni piene di comicità, ma porterà anche alla luce sentimenti finora celati nel profondo dei cuori.
E proprio quando tutto sembra volgere al meglio per ognuno di loro, un evento riporterà l'antica tristezza nei cuori delle gemelle della luce e del buio; stavolta avranno i loro compagni a sostenerle nella loro battaglia personale contro l'odio, ma dovranno vincere in fretta.
Perchè c'è chi non aspetterà per sferrare il suo attacco contro la gilda che tanto l'ha ostacolato in passato. Il mago oscuro immortale è pronto a dare il via alla battaglia finale.
Ohayo minna! Un paio di appunti obbligatori: seguo la storia del manga fino al capitolo 417, dopodichè mi limito a prendere qualche spunto da quelli successivi per la mia storia.
Spero davvero di intrattenervi piacevolmente con le mie parole, che la mia storia possa trasmettervi i sentimenti che ho provato nello scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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INSIEME




A Manto, perché anche se non abbiamo lo stesso corredo genetico, condividiamo la stessa anima. Iris ed Angie...siamo noi.



 

Era un gioco per Zeref neutralizzare gli attacchi della maga degli spiriti stellari.

Il miglioramento di lei era stato senza dubbio notevole, ma era ancora così acerbo il suo potere! Avrebbe dovuto allenarsi ancora per centinaia di anni per essere in grado di sconfiggerlo.

Nonostante ciò, si era meritata il suo rispetto, e per diversi motivi: non solo era stata in grado di risvegliare un potere raro e potenzialmente pericoloso per lui, ma aveva anche conquistato il cuore del suo fratellino.

Non aveva intenzione di ucciderla, non ne avrebbe ricavato nulla, tuttavia lo stava testardamente intralciando, e non intendeva aspettare un minuto di più per concludere la sua vita. Non voleva vedere un altro tramonto, scagliare un nuovo incantesimo… spegnere altre vite.

Quel giorno sarebbero morti in tre, e poi mai più nessuno a causa sua e della sua maledizione. Gli servivano i poteri di quelle bambine, e poi, finalmente, avrebbe ottenuto la pace eterna.

 


-Ehi, stai bene? Forza, svegliati! Devo portarti subito via da qui.-

Iris aprì faticosamente gli occhi, ancora distrutta dalla fatica per quell’incantesimo così complesso. Non le ci volle molto tuttavia, anche nella sua condizione semicosciente, per capire che intorno a lei si stava svolgendo uno scontro furioso. Percepiva sulla pelle la sensazione della magia che addensava l’aria, oltre alle estese onde d’urto provocate da sinistri scoppi.

-Brava, così. Lo sapevo che sei una ragazza forte.-

La piccola Alchimista della Luce conosceva quella voce gentile: era la stessa che l’aveva consolata nell’infermeria della gilda senza neppure conoscere il suo nome, e conosceva quegli occhi di brace che la stavano scrutando preoccupati a pochi centimetri di distanza… Troppo pochi.

L’istinto la fece scattare violentemente, ma la presa di quel ragazzo era ben salda e la tenne stretta a sé mentre correva per il campo di battaglia, proteggendo con il suo corpo il prezioso carico che stava trasportando.

-Tu…tu sei…-

-Mi chiamo Rogue, non credo di essermi presentato l’altro giorno. Ti chiedo scusa per la rudezza, ma dobbiamo fare in fretta, perciò tieniti ben stretta.-

-In fretta…? Dove mi stai portando?-

-Userò le mie ombre per portare te e tua sorella alla vostra gilda, dove potrete essere curate e protette. Zeref mira a voi due, dobbiamo andarcene al più presto, Lucy non potrà trattenerlo ancora a lungo.-

-Ma cosa dici? Nonostante la stanchezza, lei continua a combattere! Non puoi sapere come andrà a finire, e io non me ne andrò di certo prima che questa storia finisca, in un modo o nell’altro!-

-Ragiona, non sei nelle condizioni per…-

-Non mi interessa! Non abbandono la mia famiglia nascondendomi come una vigliacca!-

-Se resti, morirai!-

-Non mi importa! Devo…-

Un’esplosione a distanza ravvicinata li fece volare a centinaia di metri di distanza: a fermarli fu solo l’impatto contro i primi alberi del bosco che costeggiava Magnolia.

-Ti sei fatta male?-

-No, sto bene, ma tu…-

Iris sgranò gli occhioni grigi per l’orrore, vedendo tutto quel sangue macchiare il mantello del suo soccorritore. Non se n’era accorta subito, ed ora che riusciva a riflettere più lucidamente si diede della sciocca: un volo del genere avrebbe dovuto quanto meno ferirla, eppure non risentiva di dolori ulteriori rispetto alla stanchezza che ancora le intorpidiva i muscoli per aver aiutato Natsu.

Rogue l’aveva protetta con il suo corpo.

-Non dovevi… perché l’hai fatto?-

Non poteva mettersi a piangere, non voleva…

Le piaceva quel ragazzo, era stato così gentile con lei, non doveva farsi male a causa sua… non anche lui. Non anche quel giovane drago che aveva gli stessi occhi malinconici di Angie, il suo stesso cuore fragile e l’animo di un guerriero che ha conquistato ogni briciola della sua nobiltà, strappandola dalle grinfie subdole del male che alberga in ogni essere umano. Non conosceva nulla di lui, ma il suo infallibile istinto le aveva suggerito dal primo istante che poteva fidarsi, ed i suoi occhi lo stavano verificando anche in quel momento: avrebbe potuto scappare, salvarsi la vita, ma la stava mettendo in gioco per lei, per portarla lontano da chi voleva farle del male.

Lei, una piccola sconosciuta a cui non doveva assolutamente nulla. Rischiava ogni cosa…solo per lei.

-Davvero, sono solo graffi, non c’è da preoccuparsi. Ascoltami: tu sei esausta, e finchè resterai qui Zeref non se ne andrà. Nessuno di noi vuole vedere te o la tua gemella cadere nelle sue mani, perciò permettimi di aiutarti. Non voglio ti accada nulla, perciò ti prego… vieni con me.-

Alzandosi torreggiava su di lei, già piccola di statura, come un gigante, ma non le incuteva alcun timore: l’oscurità che dimorava in quel ragazzo era molto simile a quella con cui era nata Angie, e per tanto lei la conosceva bene, sapeva che non le avrebbe fatto alcun male. Il suo sorriso poi, era rassicurante come poche altre cose al mondo. Quando le porse una mano per alzarsi, come un gentiluomo d’altri tempi, per un secondo si sentì arrossire, ma poi scosse la testa.

Cosa le stava accadendo? Era stata solo una sua impressione, o quando rubino e argento si fondevano insieme il suo cuore accelerava i battiti?

Ma non era quello il momento per pensarci. Afferrò quella mano tesa, decisa a fare la cosa giusta.

-Non me ne vado. Sono una maga di Fairy Tail, non abbandono i miei nakama, non scappo mentre le persone che amo restano a combattere! Mi dispiace, Rogue-san, ti ringrazio per la premura… ma non scapperò mai.-

-Sei una piccola testarda, non è vero? È da quando ti ho vista la prima volta che penso tu assomigli molto a Sting, il mio migliore amico. Ci chiamano i Draghi Gemelli, infatti per me è più simile ad un fratello che ad un amico. Lui avrebbe risposto la stessa cosa. E lo capisco, TI capisco davvero, ma se non sono mai riuscito a far ragionare lui, almeno ci dovevo provare con te. Non trovi?-

Ormai riusciva a reggersi perfettamente in piedi senza sforzo, perciò si staccò dal braccio che ancora la sosteneva, ponendosi faccia a faccia con quel premuroso mago che aveva faticato tanto solo per lei.

Sorrise, perché anche se la situazione era rimasta invariabilmente a loro sfavore, ora lei, per il solo fatto di aver scoperto altre persone che l’avevano a cuore, si sentiva invincibile.

-Ti chiedo molto, Rogue-san, ma potresti aiutarmi a recuperare Natsu-nii e mia sorella? C’è bisogno anche di loro per sconfiggere Zeref.-

-D’accordo, andrò a cercarli. Tu però aspettami qui, chiaro?-


 

-Non serviva che mi mandassi a chiamare, sono qui sorellina.-

Angie apparve da dietro un albero, il volto pallido e triste ricordava quello che mostrava fino a pochi mesi prima, ma per il momento Iris ci passò sopra, troppo felice di vederla viva e relativamente in salute.

-Angie! Meno male che stai bene, ero così preoccupata per te! Da quanto eri lì? Ho appena chiesto a Rogue-san di venire a cercare te e Natsu-nii… a proposito, hai visto che ce l’abbiamo fatta? Questo prova che insieme possiamo fare qualunque cosa!-

-Iris… non mi sento in vena di festeggiamenti. Scusa.-

Il sorriso che fino a quel momento aveva illuminato il volto della gemella della luce si spense, sostituito da un’espressione preoccupata: era certa di vedere qualcosa di sospetto nel cuore di sua sorella, qualcosa che la spaventava molto…

-Cosa è successo? Dove sono Natsu-nii e Lucy-nee?-

-Stanno ancora combattendo, ma fino a poco fa stavano bene. Quando mi sono svegliata, Lucy-nee mi sembrava in difficoltà, quindi ho svegliato Natsu-nii e lui mi ha mandata a cercarti. Lui ovviamente si è precipitato immediatamente in mezzo alla mischia, e subito dopo anche altri li hanno raggiunti. Hanno detto che guadagneranno abbastanza tempo per permetterci di andarcene, mentre loro finiscono il combattimento.-

Felice che i suoi ‘genitori’ non stessero combattendo da soli, Iris si permise di rilassarsi un po’, ma lo strano comportamento della sorella ancora restava senza spiegazione. Perché aveva di nuovo gli occhi così tristi? Perché le mostravano di nuovo un’anima tormentata, come ormai non accadeva più da tempo?

-C’è dell’altro, vero? Avanti, parla, o non potrò aiutarti!-

Angie esitò ancora per un istante, ma poi le sue emozioni presero il sopravvento su di lei.

Si accasciò a terra, in preda alle lacrime, ma non ruppe mai il contatto visivo con Iris: era troppo importante ciò che aveva da dirle, doveva essere certa che lei capisse le sue ragioni… e non la odiasse per quello che aveva deciso di fare.

-Zeref ha parlato con me, mentre ero svenuta… ha detto che i nostri poteri gli servono per… morire. Capisci? Non vuole più fare del male a nessuno, vuole solo smettere di portare morte e sofferenza ovunque vada. Ha passato centinaia di anni preda di una maledizione orribile… qualunque siano stati i suoi crimini, qualunque peccato abbia commesso, io penso che abbia sofferto abbastanza.-

Angie distolse solo per un attimo lo sguardo, ed in quella frazione di movimento vide le intenzioni della sua gemella.
-Sorellina… tu vorresti… dargli la tua magia?-

-Sì. Ma io da sola non potrò fare molto… L’hai detto anche tu prima, no? Che insieme possiamo fare grandi cose. E solo dandogli entrambe la nostra magia potremo porre fine a tutto questo.-

Quanto le era costato dirle tutto quello? Oh, la sua amata sorellina, quanta pena doveva aver patito anche solo per decidere di parlargliene…

-Ho capito Angie, non temere.-

Le prese il volto tra le mani, sorridendole dolcemente mentre le asciugava le lacrime. Era come tornare indietro nel tempo, ma questa volta il motivo di quelle stille salate non era la paura o l’orrore per se stessa, bensì la colpa per averle chiesto qualcosa di così terribile… e l’amore che l’aveva portata a parlargliene.

-Io avrei fatto lo stesso, sorellina.-

Questo parve sollevare un macigno dall’animo sensibile dell’Alchimista delle Ombre.

Era vero: se fosse stata lei a parlare con Zeref, avrebbe preso la stessa decisione. Per entrambe la parte più dura non era decidere di sacrificare se stesse e la propria magia… bensì chiedere all’altra metà della loro anima di fare lo stesso, poiché da sole il loro potere non era abbastanza.

Tuttavia…

Tuttavia, proprio considerando tutto ciò che avevano passato, non potevano sperare di cavarsela l’una senza l’altra. Erano nate in due corpi distinti ed autonomi pur avendo una stessa anima, e questa loro unione era ciò che davvero serviva al mago Zeref: non due semplici poteri complementari, bensì due poteri complementari insieme.

Erano nate e cresciute insieme, avevano imparato a parlare, camminare e fare magie insieme, avevano pianto, riso, sofferto e gioito insieme… era il loro destino, morire insieme. Il solo pensiero di vivere l’una senza l’altra era qualcosa di insopportabile, un’indicibile storpiatura di un’opera altrimenti perfetta, tale solo in quanto composta da due metà.
Alla fine, era solo di quello che si trattava: era toccata ad Angie questa decisione, ma era stato solo un caso, poteva benissimo essere Iris a dover scegliere. Il risultato, comunque, non sarebbe cambiato.

Nessuna delle due avrebbe sopportato di vivere o morire senza avere al proprio fianco la gemella.
 

Iris prese per mano sua sorella per l’ultima volta, con più forza di quanta ne avesse mai usata, al solo scopo di nascondere la sua paura e calmare quella dell’altra, proprio come avevano sempre fatto. Si incamminarono verso la fonte di quei boati che risuonavano nell’aria, portando con sé refoli di magie tanto diverse tra loro, unite al solo scopo di sconfiggere il male.

Ma quale male stavano combattendo? Il mago… no, loro due non avrebbero affrontato il mago, bensì la sua maledizione. Ormai decise, uscirono dal loro riparo, trovandosi dinanzi ad uno spettacolo che fece stringere i loro piccoli cuori. La loro famiglia, tutti i loro amici… erano tutti a terra, sfiniti.

-ZEREF!- urlarono insieme, come una persona sola.

Non c’era più tempo per l’indecisione. Avevano degli amici da salvare, e un nemico da aiutare.


 



Note:
Salve a tutti, spero vivamente di non avervi fatto aspettare troppo… anche se dubito, purtroppo… ahimè, sono terribilmente spiacente… di nuovo.
Comunque, sappiate che ho messo cuore e lacrime in questo capitolo, perché gente… io non sapevo cosa sarebbe accaduto in questo capitolo fino a cinque minuti fa, quando ho messo il punto ed ho riletto ciò che ho scritto di getto, per puro istinto.
Spero non me ne vogliate per come si sta dipanando la trama… dico solo che ho un paio di assi nella manica per… deviare la situazione.
Ancora un po’ di pazienza… ci siamo quasi. Il traguardo è vicino.
Hope you like it!
Flos Ignis

  
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