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Autore: _Leef    29/04/2017    4 recensioni
Dean Winchester, diciassette anni, è un liceale popolare e ribelle che vive nella piccola Lawrence assieme alla madre e al fratellino Sam.
Castiel Novak, diciassette anni, è un ragazzo semplice, figlio del reverendo e di grande fede, che nel tempo libero fa volontariato ed è appassionato di astronomia.
Pur essendo così diversi, tra i due nascerà qualcosa quasi per caso, ma niente andrà come previsto.
[ Ispirata al romanzo "A walk to remember" :) ]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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A Walk To Remember




Parte XI

 

-Dean, no, non te lo lascerò fare, non se ne parla.-

Castiel mi guarda con gli occhi blu un po' lucidi, ma stanno comunque brillando, nonostante io non riesca a distinguere con chiarezza l'emozioni che sta provando in questo preciso momento. Rabbia, forse felicità, sicuramente preoccupazione. Sono lusingato che lui si preoccupi tanto per me, ma ho preso la mia decisione e niente mi farà tornare sui miei passi, non è stato qualcosa che ho scelto a cuor leggero, sono sicuro di quello che faccio e vorrei che lui lo capisse.

-Cas, è una decisione mia- chiarisco, sistemandomi meglio sulla poltroncina accanto al suo letto e guardandolo di sbieco, mordicchiandomi le labbra, perché stare sotto a quello sguardo blu indagatore in questo momento mi fa sentire a disagio.

Lui sbuffa e per un attimo volta la testa dall'altra parte. -Dean, non funzionerà, e tu lo sai, perché devi darti tutte queste false speranze?-

-Non ci provare- quasi mi ritrovo a ringhiare, stringendo con forza i pugni sulle mie cosce. -Non provare nemmeno a dire addio, Cas. Non mollare adesso.-

Questo suo atteggiamento arreso mi irrita, soprattutto perché so che lui è un soldato, un combattente, ha sempre affrontato tutto a testa alta e non capisco perché adesso sembra aver gettato la spugna.

Cas è molto debole ormai, sta quasi sempre a letto e raramente riesce ad alzarsi: so che è una cosa che lui odia, è sempre stato un ragazzo attivo che amava fare mille cose, ma è necessario, deve raccogliere più forze possibili se vuole resistere ancora. E io ho bisogno che lui resista. Ne ho bisogno, perché sarebbe come spegnere la luce e rimanere al buio, se lo perdessi, e non posso lasciarlo andare senza averle provate tutte, prima.

Lui sospira e si sforza di stringersi nelle spalle, artigliando subito dopo la mia mano. -Dean, non volevo coinvolgerti in tutto questo, non.. Non puoi, l'operazione è dolorosa, e io.. Io...-

Sento il suo respiro farsi affannato mentre le lacrime iniziano a scivolargli sul volto pallido ed un po' smagrito ed immediatamente mi sento in colpa per averlo messo in agitazione. -Ehi, ehi, Cas.- Mi sporgo subito verso di lui e gli accarezzo le guance con i pollici, asciugando tutte le lacrime, per poi premere le nostre fronti l'una contro l'altra. Prendo un grosso respiro, riempiendomi i polmoni del suo profumo che nonostante tutto è rimasto ancora uguale, intatto, e poi lascio un bacio quasi impercettibile sulle sue labbra. -Non agitarti, va bene? Andrà tutto bene, sono forte, mi riprenderò. Lasciami fare questa cosa, ti prego. Non lo faccio solo per te, è una decisione egoista, lo faccio anche per me stesso. Per noi.-

Cas alza gli occhi blu troppo scuri e liquidi dentro i miei e mi guarda per un momento che sembra durare un'eternità. Il suo respiro torna lentamente regolare contro la mia bocca, poi lui annuisce e in un certo modo posso dire di aver vinto.

-Sono solo preoccupato per te- pigola, con gli occhi definitivamente chiusi e le dita che sfiorano le mie ancora appoggiate sul suo viso. Inevitabilmente, un sorriso intenerito macchia le mie labbra perché davvero, non è assolutamente concepire che sia lui a preoccuparsi per me ma ehi, penso che sia questo che fanno le persone innamorate.

-Starò bene, te lo prometto, okay?-

Lo sussurro contro il suo orecchio e anche io mi ritrovo con gli occhi chiusi, senza nemmeno averli voluti chiudere davvero, ma va bene anche così.

-Dean, me la fai una promessa?- mi sussurra lui dopo qualche minuto, con voce talmente flebile che quasi stento a sentirlo. Ha piegato la testa indietro per guardarmi meglio e io sono costretto ad allontanarmi un po' da lui per riuscire a fissarlo. Farei di tutto per lui, anche se l'ultima promessa che gli ho fatto non sono stato molto bravo a mantenerla.

-Tutto quello che vuoi.-

Cas sorride appena, prende un grosso respiro e mi accarezza una guancia. Vedo che fa uno sforzo quasi disumano per alzare la mano, così avvicino il viso al suo palmo per lasciarmi toccare e godermi le sue attenzioni. -Promettimi che se morirò, tu... tu continuerai ad essere come sei. Continuerai con la tua vita, andrai alla facoltà di medicina, ti sposerai, farai una bella famiglia e... Sarai felice.-

Quelle parole mi colpiscono dritto in faccia come se un tir mi avesse appena investito. Sento ogni singola parte del mio corpo bruciare, e per un attimo ho davvero paura di morire per autocombustione ma in realtà il dolore che sto provando è tangibile e purtroppo non sembra avere mai fine, ormai, sta diventando un mio fedele compagno. -Cas...-

Non l'ho mai visto così deciso prima d'ora. -Dean, prometti.-

Deglutisco, passandomi una mano sugli occhi per evitare di piangere. -Te lo prometto.-

Sono costretto a rispondere così, anche se una vita senza di lui mi risulta inconcepibile: e forse dovrei smetterla di sognare ed iniziare ad accettare la realtà.

Però poi capisco che finché ho ancora Cas che mi sorride raggiante, vale la pena di continuare ancora a sperare.

 

Quando ho detto a mia madre che volevo donare il midollo, è scoppiata a piangere.

Dopotutto non posso assolutamente biasimarla: è un'operazione molto dolorosa e difficile, e non posso dire di essere un po' spaventato ma insomma, sono sicuro della mia decisione e se questo non potrà aiutare Cas, magari in un futuro potrà aiutare qualcun altro al suo posto.

Adesso sono seduto di fronte al dottore di Castiel, ho firmato decine e decine di moduli differenti, con mia madre al mio fianco che non la vuole sapere di smettere di singhiozzare. Non so se per l'emozione o la preoccupazione, ma questo suo atteggiamento le fa guadagnare qualche occhiata di biasimo dal medico, che mi sta sempre di più sul cazzo.

-Allora, Dean- mi richiama, appoggiando la testa sulle mani incrociate sopra la sua scrivania. -L'operazione funzionerà così: preleveremo un po' del tuo midollo osseo delle ossa piatte del bacino, in anestesia locale visto che sei un ragazzo giovane e sano.-

Annuisco con decisione, ignorando il brivido che mi scuote la colonna vertebrale.

-Questo processo richiede il tuo ricovero, perché tu possa riprenderti dall'anestesia e dai postumi dell'operazione- continua il medico, inforcando di nuovo gli occhiali e mostrandomi su uno stilizzato disegno del corpo umano il punto esatto in cui avrebbero agito. In realtà queste cose già le so, almeno in parte, perché mi sono informato moltissimo sulla malattia e sulle cure, da quando Cas mi ha detto di avere la leucemia: non ho mai avuto tanto l'idea di arrivare a tanto, ma ad un certo punto ho sentito dentro che era la cosa giusta da fare, che poteva essere l'ultima cosa che avrei potuto fare per Cas.

-Sentirà molto dolore?- interviene mia madre, fissandomi per qualche secondo con uno sguardo apprensivo e stringendo istintivamente una mano sul mio ginocchio. Sospiro, un po' esasperato, e poi appoggio delicatamente la mano sulla sua, in una stretta gentile che vuole cercare di darle conforto.

-Ci sono degli effetti collaterali che però non si presentano quasi mai, signora Winchester- la rassicura il dottore, lanciandole un'occhiata sinceramente intenerita, questa volta. -Potrà presentare spossatezza, dolori nell'area interessata ed un po' di nausea. Ah, sarà necessario effettuare un salasso preventivo, perché il sangue andrà reinserito durante l'operazione.-

Alla parola salasso mi si rizzano i capelli sulla nuca ma ehi, è solo una parola, so che alla fine non si tratta di niente di più di un semplice prelievo massiccio di sangue. Deglutisco e mi sporgo un po' sulla scrivania, tracciando con il dito uno dei ghirigori del legno. -Dottore, quante possibilità ci sono che io possa essere compatibile?-

Il dottore sospira e si accascia sulla sedia. -Sarò sincero, poche, ma parliamo solo di numeri. Spesso è più probabile trovare un donatore al di fuori del cerchio famigliare, ma Castiel è stato molto sfortunato fino ad ora.-

Annuisco distrattamente, mentre una cappa di ansia e tristezza mi annebbia mente e cuore; sto continuando a pregare di poterlo salvare, non desidero altro. A qualsiasi costo.

Quando io e mia madre usciamo dall'ospedale e saliamo sull'Impala, rimango per un attimo fermo a fissare il volante con aria un po' trasognata.

-Dean, amore, va tutto bene?- mi chiede lei con un sorrisetto preoccupato, carezzandomi con delicatezza i capelli.

-Non lo so, mamma- ammetto, stringendomi nelle spalle. Ho come una strana sensazione al centro del petto e so benissimo che non c'entra assolutamente niente con l'operazione, è qualcosa di diverso, qualcosa che mi pizzica. -Mi sento come se mancasse qualcosa, come se volessi fare di più per lui.-

Lei mi lancia un'occhiata di rimprovero, poi però sospira. -Dean, quello che stai facendo è davvero nobile, non potresti fare niente di più bello per Castiel.-

Mi mordicchio le labbra, per niente convinto. -So che sto facendo la cosa giusta ma in un certo senso è come se mancasse qualcosa.-

-Pensi che dovresti fare di più?-

-Avrei voluto che Cas potesse assistere ad un miracolo- sussurro, voltandomi per un attimo a guardare fuori dal finestrino. Una volta mi aveva detto che gli sarebbe molto piaciuto vedere un miracolo e io ho pensato subito che magari vederlo guarire sarebbe stato qualcosa di sufficiente, ma in questo momento sento di aver sbagliato tutto.

-Lo ha visto, tesoro- dice mia madre dopo qualche istante di silenzio, lasciando scivolare la sua mano fino ad accarezzarmi una guancia con delicatezza. -Tu sei stato il suo miracolo.-

La guardo a lungo, in silenzio, e questa volta non mi sforzo di soffocare le lacrime.

 

L'illuminazione mi arriva di notte, come sempre, perché ultimamente sempre più spesso non riesco a prendere sonno. Manca una settimana al giorno deciso per la donazione, poi sarei dovuto rimanere in ospedale per un po', sotto controllo, ed inoltre la salute di Cas peggiora a vista d'occhio, quindi non ho più molto tempo per realizzare quello che ho in mente.

La mattina infatti, non sarei riuscito ad arrivare in chiesa più in fretta nemmeno se mi fossi teletrasportato, non so nemmeno quanti semafori rossi ho evitato e quanti stop ho deliberatamente ignorato. Ho preso tutte le scorciatoie che conosco, guidando in stradine strette -rischiando anche di rigare la mia piccola più di una volta- e passando anche per un cortile privato; tutto quello che negli anni passati a fare cazzate avevo imparato, mi si è rivelato estremamente utile, mi sono sentito inarrestabile, sospinto soltanto da ciò che so benissimo di dover fare.

Non mi preoccupo nemmeno del mio aspetto trasandato quando arrivo nella sacrestia, ne mi occupo del mio respiro affannato dovuto al fatto che ho corso lungo la navata per fare il più in fretta possibile.

La porta è aperta e il reverendo Novak mi fissa quando mi vede, un po' stupito, ma poi sposta immediatamente lo sguardo sulla finestra: questo posto è tutto un casino, ci sono carte sparse ovunque e non ci metto molto che questo è il luogo dove lui viene a piangere, dove viene a pensare a Castiel.

-Voglio rimanere solo- dice, con voce roca, tornando a sedersi nuovamente sulla sedia e affondando il viso nelle mani, nello stesso modo di quando ero venuto a chiedergli se potevo uscire assieme a suo figlio.

-Vorrei parlarle.- Mi avvicino risoluto alla sua scrivania e lui mi lancia solo un'occhiata fugace, con un sopracciglio inarcato, prima di tornare ad appoggiare il viso sulle mani. -Non la disturberei se non fosse così importante.-

Michael sospira e io penso che basti e avanzi come cenno d'assenso, quindi mi metto seduto di fronte a lui, e inizio a parlare.

Mi ascolta in silenzio, mentre gli espongo la mia idea.

Solo quando ho finalmente finito, torna a guardarmi, con gli occhi decisamente spalancati: non so cosa ne possa pensare, ma grazie al cielo non si oppone.

Si asciuga gli occhi con le dita e si volta di nuovo verso la finestra.

Probabilmente persino lui è troppo shockato per dire qualcosa.

 

-Dean, non ti aspettavo- è quello che mi dice Castiel con il suo solito sorriso, quando mi vede. Nonostante tutto, nonostante il fatto che la malattia lo stia indebolendo sempre di più, continua a sorridermi sempre nello stesso modo quando mi vede ed è la cosa più piacevole del mondo. E' pallido, terribilmente pallido, ma questo suo sorriso mi fa capire che sta ancora lottando, che non si è arreso.

-Scusami se vengo qui a quest'ora- gli dico un po' imbarazzato, prendendo la solita poltroncina e sedendomi accanto a lui, vicino al suo letto. Vederlo sdraiato così mi fa venire un groppo in gola e subito sento il desiderio di mettermi al piangere, ma forse non è il momento.

Lui solleva lentamente la mano e io gliela bacio, per poi chinarmi in avanti e baciargli anche una guancia. -Puoi venire qui quando vuoi, lo sai- dice sempre sorridendo, questa volta un po' più stancamente.

Rimango a lungo in silenzio e il mio sorriso intenerito piano piano sfuma, lasciandomi solamente con un'espressione seria e concentrata. Quello che sto per chiedergli probabilmente cambierà la vita ad entrambi, ed una parte di me spera sinceramente che lo faccia per sempre, ma se sarà anche per pochissimo, me lo farò bastare. -Mi ami, Cas?-

La mia voce sta tremando palesemente e lui mi fissa per un secondo come se non capisse il senso di questa mia domanda, con la sua solita espressione confusa e la testa inclinata di lato e la fronte aggrottata. Ma poi prima di parlare il suo tono si addolcisce e il suo viso si rilassa. -Più di ogni altra cosa la mondo.-

Mi mordicchio le labbra trattenendo un sorriso emozionato ed imbarazzato come la peggiore delle ragazzine innamorate perse e mi guardo per un secondo le mani, tentando di trovare il coraggio di parlare. -La faresti una cosa per me?-

Cas si intristisce improvvisamente e per un attimo ho paura di aver scelto le parole sbagliate: distoglie lo sguardo, gli occhi resi ancora più blu dalla tristezza. -Non so se sono più in grado di farlo, Dean.-

Scuoto la testa e gli stringo la mano, come per convincerlo del contrario. -Ma se potessi, la faresti?-

Non riesco a descrivere in maniera giusta l'intensità dei sentimenti che provo in questo momento. Amore, rabbia, tristezza, speranza e paura si mescolano nel mio animo, resi ancora più intensi dal nervosismo. Castiel mi lancia un'occhiata incuriosita, perché sicuramente non ha ancora capito dove questo mio discorso voglia andare a parare, e mentre mi perdo nei suoi occhi troppo intensi il mio respiro si fa affannoso. Non ho mai sperimentato dei sentimenti tanto forti nei confronti di un'altra persona e cavolo, è la fottuta sensazione migliore del mondo. Mentre continuo a guardarlo, questa consapevolezza mi fa di nuovo sperare di poter cambiare le cose, di poterlo far guarire miracolosamente o anche in maniera più realistica che io e lui risultiamo compatibili. Sono pronto a scambiare la mia vita con la sua, anche, se bastasse per salvarlo. Vorrei dirglielo ad alta voce, ma il suono della sua voce mi strappa con forza dalle emozioni che stanno sgomitando dentro di me.

-Certo che lo farei, Dean- dice infine, con la voce debole eppure piena di sicurezza e promesse, una piccola ombra del Castiel che era stato fino a qualche mese prima.

Cerco di ritrovare il controllo di me stesso e lo bacio di nuovo, questa volta sulle labbra, senza riuscire a trattenere un sorriso emozionato, poi gli appoggio delicatamente una mano sul viso, accarezzandogli una guancia con il pollice. I suoi occhi sono gentili e la sua pelle è tremendamente morbida, nonostante tutto, ed è perfetto anche in questo momento.

Però davanti al suo sguardo carico di aspettativa mi si forma un altro nodo proprio in gola ma ormai so con certezza cosa voglio e cosa devo fare per renderlo definitivamente felice.

Devo accettare il fatto che non era completamente in mio potere guarirlo, nonostante mi stia impegnando anche sotto quel punto di vista, quello che voglio fare è dargli qualcosa che lui aveva sempre desiderato, realizzare la sua numero uno.

E' quello che in qualche modo il mio cuore ha sempre cercato di suggerirmi, ultimamente, anche dopo essermi offerto per la donazione del midollo.

Allora capisco che Castiel mi ha già dato la risposta che stavo cercando, che avevo continuato a cercare per tutto quel tempo. Mi aveva dato la risposta sulla cima dell'orfanotrofio di Zaccaria, sotto un mare di stelle, sussurrandola direttamente contro la mia guancia, mentre lo abbracciavo.

Deglutisco e gli sorrido, mentre lui mi stringe la mano, come per infondermi coraggio per quello che sto per fare. I suoi occhi sono carichi di aspettativa e forse una parte di lui ha già capito, perché Cas rimane comunque un ragazzo terribilmente intelligente.

Prendo un grosso respiro, prima di piegarmi su di lui e fissarlo dritto in quei fanali blu che si ritrova al posto degli occhi. Il cuore mi batte talmente forte nella cassa toracica che per un attimo temo possa sfondarla, specialmente quando infine mi decido a parlare: -Vuoi sposarmi, Cas?-

E non sono affatto pronto alla reazione di Cas: i suoi occhi si sgranano moltissimo fino a sembrare due strappi di cielo notturno, è sconcertato, come quando gli ho detto di amarlo per la prima volta, ma poi un sorriso fantastico nasce sulle sue labbra mentre annuisce quasi freneticamente con la testa, per poi mormorare un -Sì- nella maniera più dolce possibile.

Poi lui si mette definitivamente a piangere, mentre lo bacio con un sorriso grato ed emozionato, e forse queste sono le prime lacrime di gioia che versa dopo parecchio tempo.

E io mi sento finalmente completo.

 

Spiegare il tutto ai miei genitori risulta davvero un cazzo di problema.

Entrambi pensano che lo faccia soltanto per Castiel e tutti e due hanno cercato di dissuadermi, soprattutto dopo aver saputo che lui aveva detto di sì. Quello che non capiscono però è che lo sto facendo anche per me, soprattutto per me.

Sono innamorato di lui, al punto che non mi importa affatto se lui sia malato o se non supererà quest'anno o se il mio midollo non risulterà compatibile con il suo. Non mi importa se avremo poco tempo per stare realmente insieme, né mi interessa più di tanto la parte fisica della nostra relazione.

Mi interessa solo fare quello che mi detta il cuore. Dentro di me sento che è tipo davvero la prima volta che faccio la cosa giusta in tutta la mia schifo di inutile vita. Alcuni sicuramente si chiedono se il mio gesto non sia stato ispirato dalla pietà o altri ancora magari si chiedono se l'abbia fatto perché Cas rischia di morire e quindi il nostro legame non mi avrebbe incatenato più di tanto.

Beh, a queste persone non posso fare altro che dire vaffanculo.

Sposerei Castiel Novak anche se il miracolo per cui sto pregando si avverasse. Lo sapevo quando gliel'ho chiesto e lo so ancora adesso. Cazzo, lo sposerei mille volte.

Castiel non è soltanto l'uomo che amo. In quest'anno lui mi ha fatto diventare l'uomo che sono, l'uomo che ho sempre sperato di essere segretamente. Con la sua mano ferma, mi ha mostrato quanto sia importante aiutare gli altri, con la sua pazienza e la sua dolcezza mi ha fatto capire il vero significato della vita. La sua allegria e il suo ottimismo, persino nel momento più drammatico della malattia, sono state la dimostrazione di amore più grande che avessi mai ricevuto in tutta la mia esistenza. Grazie a lui sono riuscito persino a riavvicinarmi a mio padre e a risanare le ferite che esistevano nel nostro rapporto. Castiel mi ha salvato la vita, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata -e no, non prendetevela se cito Titanic in un momento tanto solenne ma ehi, concedetemelo.-

Castiel mi ha cambiato, mi ha reso migliore e ha creduto in me quando nessuno ormai sembrava aver voglia di farlo.

Lui mi ha insegnato tutto. La fiducia, la bellezza, l'amore, la gioia, la lealtà. Il nostro amore è come il vento; non lo vedo, ma lo percepisco. In ogni singolo istante.

Perciò agli scettici dico ancora vaffanculo.

Certo, però, organizzare il matrimonio diventa davvero complicato.

In primis perché siamo due ragazzi e il desiderio di Castiel è quello di sposarsi nella chiesa di suo padre, dove è cresciuta sua madre; di conseguenza bisogna predisporre il rito civile all'interno della chiesa e nonostante tutto, con un po' di pressione da parte di mio padre, riusciamo a convincere tutti ad organizzare il rito in chiesa.

E poi siamo entrambi minorenni quindi passiamo un sacco di tempo a far firmare scartoffie inutili ai nostri genitori, nelle quali sottoscrivono il consenso ad unire nel contratto matrimoniale i loro figli. Il reverendo Novak si mette persino a piangere e mi abbraccia quando tocca a lui firmare.

Ma Castiel. Castiel da quando gli ho chiesto di sposarmi mi guarda come se fossi tutta la sua vita, l'unica cosa davvero importante e soprattutto non la smette di sorridere. Mai.

Il matrimonio è stato fissato qualche giorno prima della mia operazione, perché dopo per me sarebbe stato impossibile andare alla cerimonia visto che dovevano ricoverarmi -questo nonostante le mie proteste, perché più avanti si andava più Castiel si indeboliva-.

Adesso siamo seduti sul balcone della sua camera, Cas ha gli occhi puntati sul cielo e io su di lui, perché è l'unica cosa che riesce ad attirare la mia attenzione. Sistemo istintivamente la felpa che gli ho regalato sulle sue spalle e sistemo il ciuffo nero dei suoi capelli che esce fuori dal cappuccio, premendogli un bacio sulla fronte. -A cosa stai pensando?-

Castiel sospira e appoggia la testa contro la mia spalla e io lo avvolgo con un braccio, tirandomelo più vicino anche per farlo sentire al caldo. -A quanto si può essere felici, anche quando sai che stai per morire.-

Senza riuscire a trattenermi, mi irrigidisco e volto la testa di lato con uno scatto perché non voglio che lui scorga l'espressione rabbiosa che mi è nata sul volto. -Cas, smettila. Non parlare come se fossi già morto.-

Lui solleva la testa e mi guarda con un sopracciglio inarcato. -Non siamo ancora sposati e già litighiamo come una coppia di anziani?-

Mio malgrado mi ritrovo a ridere come un coglione, appoggiando la fronte contro la sua. Chiudo gli occhi e prendo un grosso respiro, tirandogli un po' indietro il cappuccio per poter accarezzare la sua nuca, ascoltando in silenzio il suo gemito compiaciuto. -Scusami, forse è una cosa egoista chiederti di continuare a lottare.-

-Sarebbe egoista smettere di farlo, Dean.- Lui mi preme un bacio delicatissimo sulle labbra, ma il suo sapore e il suo profumo mi investono con l'intensità di uno tsunami. -Sto lottando solo per te, e mi biasimo un po' per questo, ma tu sei l'unica cosa che mi fa venire voglia di continuare a vivere. Forse Dio ci ha abbandonati da un po', ma se ci sei tu non riesco davvero a sentirmi perso.-

Trattengo per un attimo il respiro, emozionato come sempre, ma poi lo stringo di più a me prima di sistemare di nuovo il cappuccio sulla sua testa, trovandolo dannatamente adorabile. -Sempre così sdolcinato- borbotto, palesemente rosso sulle guance, cercando di nascondere in qualche modo il tamburellare furioso del mio cuore.

Questa volta è il turno di Cas di scoppiare a ridere e mentre ci baciamo, per un attimo agli occhi degli altri potremmo sembrare solamente una coppia di adolescenti con gli ormoni impazziti e non due ragazzi che, volenti o no, sono diventati adulti un po' troppo presto.


Allora, un grosso saluto!
Parto con lo scusarmi se non ho aggiornato ieri sera, ma sono uscita e di conseguenza sono tornata troppo tardi, non avevo voglia di accendere il pc xD Perdonatemi!
Chiedo anche scusa se questo capitolo è più corto degli altri (una pagina di word in meno) ma è più una sorta di nodo, di sblocco, specialmente perché il prossimo sarà il penultimo prima del prologo! Ed infatti ci tenevo a mettere il matrimonio e l'operazione di Dean in un unico capitolo :D
Siamo quasi arrivati alla fine di questa storia e mi sembra un miraggio, se devo essere sincera.... Comunque, passiamo a commentare questo capitolo!
Allora, in poche parole direi che Dean che chiede a Cas di sposarlo sia tipo la cosa più dolce che mente umana possa essere in grado di concepire ** Sono adorabili, e Cas nonostante sia malato fa anche quella battuta adorabile e aiuto, mi sento male sul serio.
Comunque, non c'è molto altro da dire, a parte il fatto che Dean adesso sa di aver fatto tutto ciò che è in suo potere per rendere felice Cas, sia che lui riesca a sopravvivere, sia che lo abbandoni.... Il prossimo capitolo sarà decisivo, Dean si farà operare, si sposeranno e finalmente scopriremo se sono compatibili.... forse.. Si lo so, sono una carogna, ma in realtà le cose si chiariranno per bene nell'epilogo xD
Comunque, sono in ritardissimo e devo ancora rispondere alle vostre recensioni del prossimo capitolo...

Vi dico anche che stasera, massimo domani, dovrei pubblicare una ONE SHOT malsana che mi è venuta in mente qualche giorno fa -le idee le ho tutte, devo soltanto mettermi a scrivere- e dopo la stesura di Morso del Destino mi sto mettendo in fissa con lo smut, so preparatevi ad una bella Omegaverse!Au, niente di particolarmente eccezionale ma mi farebbe piacere se la leggeste :*

Dopo questa pubblicità patetica, vi mando un bacio grandissimo!
Alla prossima!

 

   
 
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