Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: queenjane    29/04/2017    0 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una sorta di incubo a occhi aperti.
Maledetta guerra.
Maledetti tedeschi.
Maledetta me. Se non mi avesse conosciuto e sposato non sarebbe morto come un cane, lontano da casa, alla schiena, lui che era stato  un soldato e un uomo coraggioso per tutta la vita.


Fu allora che cominciò la mia lotta, entrando a pieno titolo nell’età adulta, dopo avere esaurito  tutte le mie lacrime.
Convinsi mio zio Aleksander, elaborando un piano di stratagemmi e sotterfugi, mi reclutò come agente segreto per la polizia segreta russa, la Ocharana, per il mondo sarei partita come infermiera volontaria sulla Marna. All’epoca riteneva che avrei mollato dopo un mese, come no, ero selce, fumo, disperazione.
Peripli e incastri, la polizia segreta russa collaborava con i servizi inglesi e francesi, ebbi degli incarichi, un nome in codice, Cassiopeia 130.

Appresi a stare da sola, conoscendo una solitudine che non avrei mai reputato possibile.
Ho cercato il nome di mio marito nelle ore e nei giorni, una stella, un segreto.
Nelle notti insonni e solitarie, tornavo alla mia antica passione per la lettura. Omero, Machiavelli, Dante, Shakespeare e Flaubert, le lingue straniere, ero una furtiva ombra che danzava sotto le stelle, i lampioni, una principessa di neve.

E l’ora che precedeva l’alba era buia e fredda, mi sentivo svuotata, un cavo proiettile, rievocavo mio fratello e Olga e i suoi, un momentaneo abbandono. Solo una distrazione, un pensiero.
E un lampo azzurro, Cat, quando torni…
Non lo so, Alessio.
Forse mai più.  Dimentica, starai meglio senza di me..
 Sei solo un bambino, scorderai, no? O mi auguro questo, per te. E le assenze mi straziavano.



All’atto pratico, oltre a passare da una  lingua all’altra,avevo imparato a montare e smontare le armi, sparare a un bersaglio, la lotta libera e molto altro. Addestrata come un soldato una spia.. non una principessa o una infermiera, vi sarebbe stato da ridere.
Inferno in terra, la trincea, il lamento dei feriti.. le granate.


Ero Cassiopeia 130, una spia che si occupava di combattere la rivoluzione strisciante, lecito ogni mezzo, compreso barare e mentire, la disperazione danzava nel cuore..
Poche e essenziali necessità, poi, la fame, il sonno ed  il sesso. Incantesimi carnali, la via dell'oblio, danzavo verso l'inferno .. Mi guardavo, allo specchio, ero io, o una straniera?Tutto istintivo, primario, i bisogni erano quelli di cui sopra, scoprivo la lotta tra la mente e il corpo, il mio corpo Giuda, eterno traditore, che si ricordava del respiro, della vita, la carnalità.. Il mio corpo che mi aveva tradito, due volte avevo concepito e due volte avevo perso i figli di Luois nel grembo.
Mi insegnò poi Alessio a combattere, un giorno dopo l’altro, una dura lezione che appresi da LUI,  amava la vita e ci teneva, la malattia lo aveva reso delicato come un vetro veneziano e, pure, non mollava,  fosse solo per avere un giorno in più.



La sopravvivenza, come suole dirsi, quando alla paura, istintiva, subentrò una gelida collera, che voleva quello?
.. Ti piacerà, puttana, sei  vestita  da ragazzo e..
NO.
Ero una bastarda, una puttana, ma non la sua, quindi non aveva nessun diritto di infliggermi quella violenza, né io avevo da riscontare quel peccato specifico.
Voleva togliersi i pantaloni, un muro alle mie spalle, dinanzi il mio potenziale stupratore e il suo alito fetido di vino.
Battaglie perse, guerre mai iniziate, un codardo come il marito di mia madre.
E valeva essere la pena essere una bastarda, pur di non essere stata generata da un vigliacco.
E un lampo azzurro, Cat, quando torni..
Non lo so, Alessio. E mi manchi, come Olga, come tutti... Tornerò, per Te, per Voi.


Un colpo al ventre, capelli strattonati, un coltello che cambiava proprietario e un dolore lancinante al braccio sinistro, rantoli e.. i miei passi che guadagnavano la cima del vicolo, cercavo la notte e le sue ombre propizie, uccidi per legittima difesa, per istinto, come un animale non devo sentirmi in colpa, non cercavi vendetta.
 Al mio alloggio mi spogliai, i denti stretti per non urlare il mio dolore, il suo sangue e il mio, lo squarcio sull’arto.. Bruciai  i vestiti nella stufa, gli stivali li gettai e il medico che mi curò non fece domande, si limitò a prescrivere di mangiare carne, riposarmi e che ero fortunata, un colpo più preciso e andavo al Creatore. Il sangue mi batteva dentro le orecchie, non cedere, non mollare, discendi da Felipe de Moguer, un combattente nato e combatti da una vita, che fai molli ora? NO. E allora stringi i denti e vai avanti.
Stilai il mio rapporto, riferendo di un incidente, i giornali segnalarono una rissa tra vagabondi, un morto e finì con una cicatrice in più e altra innocenza perduta per me. E volevo i miei fratelli .
Alessio, mi manchi, come Olga, come tutti... Tornerò, per Te, per Voi. Te lo prometto.



In principio era per darmi un contentino, ma ebbi la fortuna di centrare degli obbiettivi e divenni indispensabile, non amo rievocarli, è solo una nebbia confusa, segni tangibili la mia cicatrice, consegno il resto all’oblio, al dio delle guerre, delle battaglie.
Mi chiamarono lupo, tempesta, ero lodata come una segreta punta di diamante della polizia segreta, un soldato militante.
Per altri Cassiopeia era un lupo bastardo, un ermafrodito, una puttana, le voci così esagerate da parere irreali e quindi senza fondamento.
 
“Che il diavolo ti porti, ragazzina. “La voce di mio zio era grave “Pensavo che dopo poco ti scocciassi, ti impaurissi e che volessi tornare strisciando da tua madre e invece.. NO. E nulla ti è mancato“
“Avete sbagliato tiro. Sono stata utile, malgrado tutto”
“Già, purtroppo. O per fortuna. Almeno non hai l’arroganza di considerarti indispensabile.”
“ Per adesso, no. Posso congedarmi? Ho ..”la stanchezza mi era piovuta addosso, come una cappa malinconica, quanto tempo era che non riposavo senza il sottofondo di rumori molesti o il suono dell’artiglieria, la tensione nei muscoli e negli arti contratti? Già il non ricordarmene era una risposta adeguata, come il mancare di osservare bene mio zio ed i dettagli della sua stanza, la mia ironia era stata fuggitiva.
“Meriti una pausa. Domani incontrerai lo zar. Lui voleva trovarti già oggi, è qui con il suo erede, il ragazzino si considera un soldato, veste l’uniforme e mangia pane nero come le truppe, non che mangi molto, a dire la verità ma è davvero bravo, anche se ciarla senza sosta, una volta superata la timidezza. Sei spiritata, magra, con due occhiaie da paura, gli faresti impressione, domani gli farai meno spavento, o lo spero“
Tacque per un momento, soppesando se dirmelo o meno, poi decise per la verità
“ Quando l’imperatore ha saputo l’identità di quella tale persona,  chi era Cassiopeia, stava per picchiarmi. E non vi era modo per farti tornare indietro. Le tue operazioni andate a buon fine hanno acceso la sua curiosità, ma ignorava chi fosse quella spia, il nome vero. Ha chiesto, in segreto, ho dovuto dirglielo”
Cassiopeia era il mio nome da agente . Mi chiamavano lupo e puttana, tempesta la definizione più gentile.
Era la guerra, l’oblio. Ero come Achille, il terrore dei nemici, chi osava sussurrare quel nome? Se pensavo che un tempo, discutendo con Olga, osservavo di amare il saggio re Ulisse, la situazione attuale aveva dell’ironia senza misura,Dio si divertiva a giocare a dadi.
“ Cosa gliene importa, scusate?”
“ Più di quanto credi, ragazzina. Sei una amazzone per davvero, e sul serio”Enigmatico.
Scrollai le spalle e uscii nella  sera settembrina, sulla soglia mi girai di scatto, il tramonto mi rivestiva di zaffiro e indaco, piccoli toni di rosso e ciliegia, un crepuscolo amaro, gli dei della guerra erano davvero lontani.
“Non chiamatemi più ragazzina, non lo merito.” Ero magra e sottile, i corti capelli da ragazzo, con stivali e pantaloni potevo passare, come in effetti passavo per un maschio, la giacca ben stretta e le bende allacciate sullo sterno, nascondeva lo scarno petto, con un cappello calato sul viso mi mimetizzavo bene. E nessuno si sarebbe aspettato di trovare la discendente di Felipe de Moguer vestita in quella guisa, tutti la pensavano infermiera volontaria nelle trincee di Francia, vedova, martire in fieri, una matta conclamata.
“Hai ragione, scusami. Il tuo alloggio è nella parte posteriore. Tranne che lo zar, nessuno potrebbe riconoscerti, solo suo figlio e il suo marinaio di guardia, i suoi precettori non sono molto svegli ” almeno lo sperava. “ E meno male che la zarina e le granduchesse non sono qui”
“Lo ha portato qui?cioè è sempre qui..”
Fece un cenno di assenso e lo lasciai alle sue carte.
Cat, quando torni??
Non lo so, Alessio.
Ho solo una grande voglia di rivederti..
Il mai più non esiste.
Sono sempre viva e mi manchi, mi mancate tutti.
E per il tuo bene, spero di non vederti
.
Sono tornata.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: queenjane