Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: pastelwriting    30/04/2017    3 recensioni
Vampiri e demoni, demoni e vampiri.
Una guerra che senza sosta ha perseguitato il genere umano e quello di queste due razze sin dai tempi più antichi, senza che si potesse giungere a compromessi senza spargimenti di sangue ed enormi stragi.
[...]
-Ricordi quando ti ho detto di essere il tuo angelo custode? Quando ti ho detto che ogni persona ne aveva uno, per avere protezione?-
Riporto il mio sguardo sul soffitto, per poi chiudere piano gli occhi, fingendomi disinteressato e indifferente, mentre realizzo che quello che provo è esattamente l’opposto. Cazzo se sono preoccupato per quello che sta per succedere, sebbene io non abbia idea di cosa si tratti.
-Erano tutte palle, non è così?-
[AngelAU]
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vampiri e demoni, demoni e vampiri.
Una guerra che senza sosta ha perseguitato il genere umano e quello di queste due razze sin dai tempi più antichi, senza che si potesse giungere a compromessi senza spargimenti di sangue ed enormi stragi.
Entrambi vogliono da sempre essere i soli a regnare sulla Terra, mentre gli esseri umani sono ovviamente soltanto vittima dei loro scontri, dei giocattoli utilizzati dai demoni nei momenti in cui si annoiano maggiormente e il cibo preferito dai vampiri. In altre parole, non sono nulla di cui le creature più potenti si debbano preoccupare.
Ma quand’è che tutto questo giungerà a una fine, se giungerà a una fine?
Mentre io sto sdraiato sul divano di casa mia, con lo sguardo rivolto verso l’alto e i pensieri su questa dannatissima guerra che sembra non avere intenzione di finire, ho la costante sensazione di essere osservato da qualcuno.
Da lui.
-Oi, Otabek-
Nonostante i miei occhi continuino ad essere incollati al soffitto, posso dire con certezza che si sia materializzato dal nulla, e che si trovi appoggiato al muro dall’altro lato della stanza, con le mani nelle tasche dei jeans e lo sguardo rivolto verso il basso.
I miei occhi si chiudono stanchi di osservare sempre lo stesso punto della stanza in penombra nella quale mi trovo e pare che per alcuni istanti non avranno intenzione di aprirsi, almeno sino a quando non troveranno il coraggio di rivolgersi verso di lui.
Cerco di non darlo a vedere, ma mi ritrovo ad essere preoccupato ogni volta che Otabek si presenta così nella stanza. Lui sta al gioco, ma essendo un angelo so per certo che può comprendere ogni mia singola emozione.
Già, un angelo.
-Sei più silenzioso del solito oggi, successo qualcosa?- Lo osservo cercando di cogliere qualche segnale, provo a capire a cosa potrebbe pensare, ma è tutto inutile. Si trova sulla Terra da migliaia di anni e dubito fortemente che qualcuno sia mai riuscito a comprenderlo, a leggere quegli occhi che non lasciano trapassare la minima emozione.
Non risponde. Tutto quello che fa è sospirare, nemmeno il suo sguardo si sposta dal pavimento.
Per la prima volta da quando ha deciso di fare costantemente parte della mia vita e di controllare ogni mia singola mossa, Otabek non mi sta osservando.

«Sono il tuo angelo custode» mi aveva detto, «farò in modo che niente e nessuno possa ferirti durante questa guerra. Finché non mi uccideranno, non ti potrà succedere niente. Quindi spera che non accada.»
Sebbene all’inizio si mostrasse come un angelo sempre scocciato di starmi intorno, con il passare del tempo avevamo imparato ad andare d’accordo. Sono giunto al punto da considerarlo un amico, nonostante io non ne abbia mai davvero avuto uno.
È stato il primo ad essere andato oltre alla mia apparenza da adolescente perennemente incazzato, anche se probabilmente l’ha fatto soltanto perché si è ritrovato ad esserne obbligato.

-Ricordi… - la sua voce interrompe il silenzio e mi ritrovo a rimanere spiazzato dal tono che utilizza: sembra quasi contenere una punta di tristezza.
-Ricordi quando ti ho detto di essere il tuo angelo custode? Quando ti ho detto che ogni persona ne aveva uno, per avere protezione?-
Riporto il mio sguardo sul soffitto, per poi chiudere piano gli occhi, fingendomi disinteressato e indifferente, mentre realizzo che quello che provo è esattamente l’opposto. Cazzo se sono preoccupato per quello che sta per succedere, sebbene io non abbia idea di cosa si tratti.
-Erano tutte palle, non è così?-
Posso immaginarlo mentre alza finalmente la testa per guardare nella mia direzione, sorpreso e ritrovandosi alla sprovvista dopo la mia affermazione.
A quel punto lo sento ridacchiare appena, dopo aver compreso che non doveva poi meravigliarsi tanto. -La mia storia non stava in piedi per niente, eh?-
Decido finalmente di mettermi a sedere con le braccia appoggiate alle gambe, riaprendo gli occhi soltanto nel momento in cui so per certo che riaprendoli, il mio sguardo incontrerà direttamente il suo. Sospira, mentre la mia agitazione non fa che crescere.
-Cercherò di farla breve, Yuri- torna a guardare verso il basso nonostante il mio sguardo sia fisso su di lui, senza alcuna intenzione di distogliersi da lì.
-Sai… non penso esistano esseri come gli angeli custodi, ammesso che le cose lassù non siano cambiate da quando io sono finito qui.
Beh, ho compiuto scelte sbagliate, tra cui quella di allearmi con i demoni, ragione per cui sono stato espulso dal Paradiso. Chi ci crederebbe a tutte queste storie sugli angeli, non è vero?- il suo sguardo non si schioda dal pavimento, il che mi fa venir voglia di alzarmi e tirargli un pugno, ma mi trattengo e continuo ad ascoltarlo.
-Quando ti ho visto per la prima volta eri soltanto un bambino, eri con i tuoi genitori e ho evitato che un vampiro che stavo controllando si avvicinasse a voi, salvandovi la vi-
-Ah- lo interrompo bruscamente senza riuscire a controllarmi -I miei genitori sono morti comunque prima che arrivassi tu-
-Lo so, lo so- cerca di non ribattere ulteriormente, chiudendo gli occhi e continuando a sospirare profondamente, cercando di tornare alla sua storia.
Non ho mai visto Otabek così turbato, per questo decido di lasciarlo continuare, ritrovandomi a sospirare a mia volta.
-Quello che sto cercando di dirti è che sei stato l’umano che più mi ha sorpreso sin dal primo momento, non ho mai visto tanta determinazione in un essere umano- al che l’angelo trova il coraggio di alzare lo sguardo e puntare i suoi occhi nei miei, in uno sguardo gelido che mi fa avvertire dei brividi che mi percorrono ogni parte del corpo, e ho paura di non essere riuscito a nasconderlo questa volta.
-Ho deciso di avvicinarmi a te utilizzando la scusa dell’angelo custode, nonostante sapessi già che si trattava di una scusa stupida e palesemente inventata… Ti capirò se non riuscirai più a fidarti di me-
-Perché mi stai dicendo tutto questo?- rispondo soltanto, incrinando appena la testa, senza lasciarmi sfuggire il suo sguardo.
Ho voglia di alzarmi e avvicinarmi a lui, di dirgli che l’avevo capito da un pezzo e che sì, nonostante tutto mi ha dimostrato di potermi fidare ciecamente di lui e anche volendo, non riuscirei a non farlo, ma il mio fottutissimo orgoglio non me lo permette.
E ho anche voglia di chiedergli cosa cazzo sta succedendo, perché il mio sesto senso non mi dice nulla di buono e non potrei mai sopportare l’idea di perdere anche lui, in quanto è tutto ciò che mi resta.
Voglio fiondarmi da lui e implorarlo di rassicurarmi e dirmi che mi sta rivelando tutto questo solo perché vuole che io sappia la verità, solo e soltanto per questo, perché lui per me significa troppo, perché è stato il solo a tirare fuori una parte di me che non pensavo nemmeno potesse esistere.
Orgoglio del cazzo.
Come però avevo paura facesse, Otabek ignora completamente la mia domanda.
-Sai, da quando ti ho conosciuto davvero, ho smesso di cacciare vampiri, aiutare demoni e stare dietro a tutto quel casino, perché non volevo lasciarti nemmeno per un istante, dovevo avere la certezza che stessi bene e che fossi al sicuro.
Mi è capitato in passato di pentirmi con ogni fibra del mio corpo per le scelte che avevo fatto, eppure dopo averti conosciuto mi ritrovo a ringraziare per averle fatte, e passerei attraverso tutto quanto un’infinità di altre volte se queste mi portassero di nuovo a te-
-Otabek- lo interrompo una seconda volta scuotendo il capo e alla fine mi arrendo, abbassando la testa per guardare verso il basso, con le mie ciocche bionde che per fortuna mi coprono il viso. Come può dire certe cose in questo momento? Perché non mi dice cosa sta succedendo e cosa ha intenzione di fare, perché sta buttando fuori tutto adesso, riuscendo comunque a mantenere un tono di voce fermo, nonostante quella piccola punta di tristezza che riesco ad avvertire, mentre io sento le lacrime che iniziano a pizzarmi gli occhi ma che, come al solito, il mio orgoglio mi obbligherà a respingere? E soprattutto, perché io sono ancora su questo dannatissimo divano se lui è dall’altro lato della stanza?
-Tuttavia- continua Otabek, evitando di guardarmi con tutte le sue forze -I demoni mi hanno trovato, ho sperato che non lo facessero, e devo tornare a combattere-
Mi alzo in piedi di scatto, interrompendolo di nuovo, con la testa ancora china e i pugni stretti lungo i fianchi.
-Ma non è esattamente quello che volevi? Non sei stato tu in primo luogo ad allearti con loro?- inizio ad alzare la voce senza nemmeno accorgermene, perché come può lasciarmi anche lui dopo avermi salvato?
-Non mi importa più di questa guerra da quando sono con te- sento il rumore dei suoi passi e finalmente anche io alzo la testa, per vedere Otabek di fronte a me, che mi prende per le spalle con una presa salda che non cederà nonostante i miei sforzi.
Sforzi che nemmeno cerco di compiere, perché non mi interessa quello che fa, tutto ciò che voglio è capire.
-Yuri…- la presa sulla mia felpa si fa sempre più forte sino a quando i pugni non iniziano a tremargli.
-Se non torno da loro, verranno a uccidere te-

Trattengo il fiato.
Allora si tratta di questo.
Otabek tornerà a rischiare la sua vita per salvare me.

La presa sulle mie spalle inizia ad allentarsi, sino a quando non lascia ricadere le braccia lungo i fianchi, per poi ridurre ulteriormente la distanza che c’è tra noi due e appoggiare la fronte sulla mia.
I miei pugni si stringono ora alla sua maglietta nera, all’altezza del petto, mentre i miei occhi sono serrati nell’intento di non far uscire la minima lacrima.
-Sei un idiota-
Non ho idea di cosa si aspetti da me adesso, non ho certo la sua stessa capacità nel mostrare così apertamente tutto quello che penso.
Sento solo rabbia, una grandissima rabbia verso qualsiasi cosa o persona che sia presente sulla Terra, compreso Otabek.
Lo sento ridere, mentre porta le mani sul mio collo, appoggiandole delicatamente.
-Smettila di fare il duro per una volta-
E allora delle lacrime iniziano a scendermi lungo le guance nell’istante in cui sento delle labbra toccare le mie, delicatamente, in un bacio meravigliosamente dolce per alcuni secondi che sembrano infiniti. E va bene così, perché ho aspettato così tanto per questo momento.
Entrambi sapevamo di stare aspettando per il momento giusto e lui è riuscito a coglierlo alla perfezione, nonostante ora, probabilmente, Otabek non riuscisse semplicemente più a trattenersi.
Passano soltanto pochi attimi prima che io torni a far incontrare le nostre labbra, perché se non sono in grado di parlare, gli farò comprendere in un altro modo tutto quello che mi passa per la testa, tutte le mie preoccupazioni e tutta la fiducia che provo nei suoi confronti, il rispetto per le sue scelte e la gratitudine per essermi sempre stato accanto, anche quando nessuno voleva provarci.
Anche quando tra di noi torna la distanza, le mie mani non sono intenzionate a lasciare andare la sua maglietta, il suo petto, lui.
Con gli occhi chiusi, tiro un sospiro per poi pronunciare quasi impercettibilmente -Dimmi soltanto che questo non era l’ultimo-
Sento la sua mano accarezzarmi la guancia, asciugando le strisce lasciate dalle lacrime che alla fine, silenziosamente, erano riuscite ad avere la meglio.
-Grazie a te, ora ho qualcosa per cui lottare-
E dopo queste ultime parole, parole grazie alle quali so che combatterà anche contro i suoi stessi alleati, con le quali mi assicura che ci rivedremo molto presto e che non si arrenderà mai, allora lo lascio andare, allentando piano la presa sulla sua maglietta, per poi lasciare cadere le mani lungo i miei fianchi.
E quando apro gli occhi, sono di nuovo da solo nella stanza.



Spazio autrice
Salve a tutti! Prima di tutto, grazie per aver letto questa piccola shot fino a questo punto, l'ho scritta davvero di getto e in un momento di totale ispirazione e devo ammettere che sono felice del risultato, nonostante possa apparire semplice.
Ci tengo a precisare che ho preso diversi spunti: per la guerra tra demoni e vampiri mi sono ispirata all'anime Dance With Devils, l'atmosfera mi sa in un certo modo di Supernatural anche se probabilmente è tutto nella mia immaginazione e l'idea generale della shot la devo alla canzone Angel With A Shotgun dei The Cab.
Inizialmente questa doveva essere proprio una song-fic, poi la cosa è degenerata, la mia anima angst ha preso il sopravvento e mi sono ritrovata con questa cosa.
INOLTRE è la prima AU che scrivo, motivo per cui spero di non essere andata ooc, ma penso di aver reso in modo abbastanza realistico entrambi i personaggi, o almeno spero insomma.
Ancora grazie per aver letto e spero mi direte che ne pensate, ovviamente anche le critiche sono ben accette!
Alla prossima,
Ellie~

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: pastelwriting