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Autore: I_love_villains    30/04/2017    2 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Lara era seduta su una panchina, al fresco, nel cortile della sua scuola.
In quei giorni aveva consultato la sua agenda di necrologi futuri e aveva ricopiato sul suo diario scolastico i nomi che le sembravano familiari e quelli di gente che sarebbe incorsa in morti sospette. Credeva che così facendo avrebbe trovato almeno un proprietario. Non che poi lo volesse avvicinare, ma riconoscerlo avrebbe significato sapere chi era già fuori gara e chi no.
“Raquele!” sentì chiamare.
Alzò gli occhi dal suo disegno di un vampiro. Raquele non era un nome comune. Vide una biondina più giovane di lei correrre allegra verso chi l’aveva chiamata. Lara mordicchiò la matita. Doveva scoprire il suo cognome e sarebbe stata certa che quella era una proprietaria. La mora decise di chiederlo a Gregory. Anche lui era un artista, lo aveva conosciuto al corso d’arte, ed era asociale come lei ma non per scelta. Gregory era basso, cicciottello e portava occhiali enormi. Capelli ed occhi erano castani.
“Ehi, tu!” lo chiamò Lara.
Gregory sussultò, sorpreso. Aveva pochi amici, e di certo quella specie di emo- dark non era tra questi.
“S- sì?”
“Quella ragazza” indicò Raquele, “come si chiama?”
“Oh, la Dea del Sole? Raquele Rumpet. Viene in classe con me. Perché?”
Lara non gli rispose. Tornò al suo posto, pensierosa. Il castano la fissò confuso, ma distolse immediatamente lo sguardo ad una sua occhiataccia. La ragazza riflettè ultimando il disegno.

A Raquele quello scambio di sguardi non era sfuggito. Non l’avrebbe mai ammesso ma ... lei era cotta di Gregory. Gli trovava sempre un sacco di difetti, lo derideva mentalmente, eppure solo quel compagno tanto lontano dai suoi canoni di perfezione riusciva a farle battere il cuore.
Oddio, le piacciono le more! E quella è anche più grande di lui! No, frena, ci deve essere un’altra spiegazione ... magari era qualcosa che riguarda l’arte ...
La curiosità e la gelosia ebbero la meglio sulla riservatezza. Quando suonò la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni, Raquele si affiancò a Gregory.
“Ehy” salutò.
“Oh, ciao Raquele.”
“Ciao ... ehm, ho visto che parlavi con quella tipa strana ...”
“Beh, più che altro lei mi ha parlato. Voleva sapere il tuo nome.”
“Davvero?”
“Già. Tu la conosci?”
“No, so solo ciò che dice la gente sul suo conto.”
“Anche io ... buona lezione.”
“Oh, certo, anche a te.”
La biondina fu distratta per tutta la lezione di matematica. Questa non era una novità, solo che di solito pensava a trucchi, vestiti, accessori da cosplay e ad uscite con gli amici invece che a ragazzi impopolari. Si mordicchiò il labbro: cosa poteva mai volere quella ragazza da lei?
Un pensiero le fece sgranare gli occhi. Cercò febbrilmente il cellulare, lo nascose sotto il banco e consultò il suo Mirai Nikki. Nessuna flag di dead end, in compenso secondo il diario avrebbe stretto una vantaggiosa alleanza con Lara. Era una proprietaria, quindi! Ma perché allearsi con lei? Erano così diverse. Un aiuto le avrebbe fatto comodo, ma avrebbe preferito chiedere protezione ad alcuni ragazzi al di fuori di quel survival game. Riflettendo, capì perché era meglio allearsi con lei e non contare solo su persone esterne: aveva anche lei un Mirai Nikki. Quello le sarebbe tornato utile. E conoscendola avrebbe saputo come altro sfruttarla.
Raquele attese con impazienza la fine delle lezioni. Fu la prima ad uscire dall’aula. Corse fino al cancello e scrutò con attenzione gli studenti. Individuata Lara, la seguì senza farsi notare fino a che furono distanti da tutti, dopodiché le corse davanti, sbarrandole la strada.
La mora la guardò stupita per un attimo, poi la squadrò arrabbiata. Raquele continuava a non parlare. Presa com’era dal rintracciarla, non aveva pensato a cosa dirle.
“So che sei una proprietaria!” disse tutto d’un fiato.
“E allora?” replicò l’altra, alzando appena un sopracciglio.
“Allora sei la prima che trovo … e voglio che ci alleiamo. In due sarà più semplice sopravvivere.”
“Biondina, per diventare una dea dovrò uccidere anche te.”
“Me ne rendo conto, visto che io dovrò uccidere te.”
Raquele incrociò le braccia. Odiava quando la gente la credeva stupida solo perché era bella. Lara resse il suo sguardo.
“Bene … ma non mi interessa.”
La mora le passò di lato, ma Raquele le si parò nuovamente innanzi.
“Ascoltami! Possiamo unire le nostre risorse!”
“Perché ci tieni tanto?”
La bionda si mordicchiò il labbro, indecisa. Alla fine le svelò: “Il mio diario prevede da chi ricaverò dei vantaggi. E c’è il tuo nome e nessuna flag di dead end, dunque …”
“Beh, certo, tu non morirai oggi. La settimana prossima, d’altro canto …” la interruppe Lara, sibilina.
“Cosa? La settimana prossima cosa?!”
“Ti ho già detto troppo, Raquele.”
“No! Smettila di giocare!”
“Ma questo è un gioco, un gioco che voglio vincere. Il bello è che non devo fare quasi niente.”
“Ah sì? Ne sei proprio convinta? E se io decidessi di ucciderti? Sai che il futuro può cambiare!” gridò infervorata Raquele.
“Provaci pure.”
La più giovane strinse i pugni. Perché quella stupida doveva essere così cocciuta?
“Senti, qui si tratta di vivere o morire! Io voglio vivere, perciò farò di tutto pur di sopravvivere. Tu regolati: o ti allei con me o ti faccio fuori!”
“Ripeto: provaci pure. Controllerò se si attiva la mia flag. E, giusto perché tu lo sappia, il mio diario prevede chi morirà nei prossimi tre mesi.”
Questo lasciò basita Raquele. Allora davvero fra una settimana lei sarebbe …? Scosse con vigore la testa. No, non le sarebbe successo niente. Avrebbe fatto molta attenzione. Si accorse che Lara si era allontanata.
“Ehi! Dimmi qualcos’altro! Ti prego …”
La mora ci pensò su.
“Succederà qualcosa di grosso a scuola, non sarai l’unica a rimetterci la pelle.”
“A- allora basterà non andarci …”
“Forse. O forse accadrà lo stesso ma altrove.”
“Aiutami a scoprirlo. Per favore. Poi farò ciò che vuoi.”
Stavolta Lara distolse lo sguardo dagli occhi supplicanti di Raquele.
“Ho imparato che la vita è effimera. Tutti un giorno moriremo. Tuttavia … se uno può rimandare è meglio se lo fa. D’accordo, biondina, ti darò una mano. Ma poi il capo sono io.”
“Affare fatto! Vieni a casa mia, a quest’ora non c’è nessuno.”
“Da me non c’è sempre nessuno …” sospirò Lara malinconica.
“Oh …”
La mora si incamminò, silenziosa. Raquele la seguì.

“Shiki? Forza, svegliati.”
“No, mamma, non voglio andare a scuola oggi ...”
“Non ricordo che la mamma avesse la voce di un uomo.”
I due fratelli scoppiarono a ridere. Ryo, nonostante fosse di un paio d’anni più piccolo di Shiki, si comportava come se fosse il maggiore. Infatti il fratellastro era diventato cieco a causa di un incidente ed aveva ancora qualche difficoltà a muoversi in quella nuova condizione. Per fortuna era un grande ottimista e credeva fortemente che un giorno sarebbe tornato a vedere. Ryo non ne era altrettanto sicuro, ma lo sperava intensamente. Nel frattempo provvedeva come poteva a lui e a John, il loro Husky.
“Ti serve aiuto a vestirti?”
“No, grazie, quello l’ho sempre saputo fare a occhi chiusi. Pensa alla colazione.”
Ryo ci pensò e intanto rifletté sul survival game. La loro vita non era il massimo, ma erano felici. Convivevano da cinque anni e le cose si erano stabilizzate. Per un ex- carcerato e un orfano era già molto. E adesso era incappato in quel gran casino. Inizialmente aveva avuto la tentazione di disfarsi del diario, ma aveva capito che era una cosa stupida. Meglio riporlo al sicuro, magari nascondendolo in casa. E poi?
Il rosa imburrò i toast. Non lo sapeva. Doveva trovare però qualcuno che badasse al fratello nel caso gli fosse accaduto qualcosa. Non aveva idea di come di come gli altri proprietari potessero scovarlo, però ci teneva ad essere pronto in quell’eventualità. Ryo elencò mentalmente tutti gli amici che aveva. Erano brave persone, alcune davvero affidabili, ma non riusciva a trovare quella giusta per Shiki. Forse era troppo selettivo.
“Ryo?”
“Sì?”
“Non hai fatto entrare John e niente radio oggi … cosa c’è che non va?” gli chiese ansioso il fratello.
Il ragazzo non seppe che rispondergli.
“Non sarà come …”
“No, no, che vai a pensare? Ho giurato che avrei rigato dritto e lo sto facendo.”
Ryo passò un braccio attorno alle spalle di Shiki e lo aiutò a sedersi. Il moro parve più tranquillo.
“Però sei preoccupato per qualcosa.”
“Vero, ma è qualcosa di diverso. Al momento non te lo posso spiegare, ma te ne parlerò, promesso.”
“D’accordo. Mi fido di te.”
Il rosa sorrise e gli arruffò i capelli, poi aprì la porta per fare entrare John. Il cane abbaiò festoso e corse davanti alla sua colazione. Mentre mangiavano, Ryo contemplò fratello e Husky. Li avrebbe protetti, qualsiasi cosa fosse accaduta.



***Angolo Autrice***
Beh, direi che loro sono altre persone che non vorremmo veder morire.
Lara sempre misteriosa, Raquel decisa a vincere e Ryo premuroso!
Nel prossimo capitolo tre proprietari meno simpatici ... forse.
A quando posso XD
   
 
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