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Autore: Alphisia    30/04/2017    3 recensioni
"Gli occhi rossi di Shenron si illuminano. Un dolore lancinante al petto mi fa cadere a terra. Vegeta si avvicina, ma è costretto anche lui a inginocchiarsi: la mano sul cuore è il segno che prova la stessa potente sensazione. Poi un vuoto allo stomaco e tutto diventa nero."
Bulma vuole studiare la tecnologia saiyan per cercare di produrla. Le armature trovate su Namec solleticano da molto tempo la sua fantasia. Ma come fare se il pianeta è stato distrutto insieme a tutto il suo popolo tempo fa? Con una dritta di Vegeta, riescono a sviare le rigide leggi delle divinità. Riusciranno questi due a rimanere lontano dai guai?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Re Vegeta, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[La storia si svolge tra l’arrivo di Trunks del futuro e la saga dei cyborg, dopo che Bulma e Yamcha si sono lasciati]
 
Devo trovare quel pezzo per finire di saldare questo circuito.
Poso gli occhiali di protezione e gli strumenti che stavo usando sul tavolo da lavoro. Guardo il piccolo quadrato che sto per completare: è proprio vero, le dimensioni non contano. È il pezzo più importante di una gigantesca navicella, il progetto più importante dell’anno per la Capsule Corporation.
Forse è nel baule che c’è vicino alla porta. Spengo la luce sul tavolo, la stanza del seminterrato ritorna scura. L’unica finestrella in alto della sala lascia intravedere il cielo grigio. Fra poco pioverà. Una brutta domenica, è stata un’ottima idea passarla a lavorare.
Cosa non si fa per dimenticare un amore che ha da poco lasciato le ultime cicatrici.
Mi inginocchio e apro il coperchio di plastica. Trovo davanti agli occhi ciò che rimando da molto tempo. Le armature di Crili e Gohan prese su Namec giacciono qui dentro da molto tempo. Volevo analizzarle per crearne di simili. Ormai sono passati quasi due anni da quando siamo tornati.
Questa tecnologia è impressionante, l’ho testata prima di dimenticare tutto qui dentro: il materiale è estremamente resistente, ma leggero e flessibile.
Anche Vegeta quando è arrivato sulla terra ne aveva una simile. Chissà quante cose potrebbe raccontarmi. Potrei costruire un’armatura nuova anche a lui se mi desse qualche indicazione, ma non è un gran chiacchierone.
Ho ancora tra le mani questa meraviglia per me incomprensibile quando sento aprirsi la porta alle mie spalle.
-Si è bloccato tutto di nuovo.
Eccolo. Parla solo quando gli fa comodo.
-Arrivo fra poco.
-Cosa stai facendo?
Mi volto, cammina verso di me. Deve avere visto le forme familiari delle armature.
-Oh niente. È un progetto su cui sto lavorando – chiudo il baule e mi rialzo – ma purtroppo non ho tutte le informazioni necessarie.
L’ho incuriosito: tiene lo sguardo fisso sul baule, poi mi squadra.
-Muoviti.
Si gira per tornarsene ai suoi allenamenti.
-Aspetta Vegeta. Tu mi potresti aiutare.
-A far cosa?
Mi schiarisco la voce, è un progetto di cui vado fiera.
-A costruire una nuova armatura, come quella che avevi anche tu.
-Non dire sciocchezze. Io sono un guerriero, non uno scienziato.
-Sì, ma almeno…
Non mi lascia finire di parlare ed se ne va.
Sbuffo.
Che palle. Con lui sto scoprendo di avere una pazienza che non credevo.
Però, se...
Sì, si può fare. Devo mettermi subito all’opera.
 
***
 
-Donna!
La voce di Vegeta mi richiama mentre esco dalla porta di casa con lo zaino appesantito. Dalla cima della scaletta della navicella con la camera di gravità, mi fa segno di andare da lui. Il viso imbronciato come al solito.
Non ti disturbare a venire ad aiutarmi eh.
Sono stata via una settimana, chissà come se l’è cavata senza di me che correvo per ogni sua richiesta.
Appoggio lo zaino per terra prima di salire.
-Fammi indovinare, non puoi allenarti.
Non mi risponde e rientra. Lo seguo e vado alla centralina di controllo. Le spie rosse accese segnalano che non è niente di grave. È solo il dispositivo di sicurezza che ho installato qualche settimana fa che ha spento tutto perché ha superato la soglia di guardia. Potrò risolverlo in poco tempo, ma ora non posso.
-Finisco di fare una cosa e arrivo.
Non riuscirei a fare altro. Rimane a bocca aperta per una mia simile risposta.
Mi avvio verso l’uscita e Vegeta mi segue prima solo con lo sguardo poi raggiunge la porta mentre scendo la scaletta.
Mi chino per aprire lo zaino: le sette sfere risplendono della loro luce pulsante, quella che emettono solo quando sono tutte riunite.
-EHI! – mi grida alle spalle.
Sorrido. Non poteva rimanere indifferente a questa visione.
Scende i gradini con un leggero balzo e atterra accanto a me.
-Cosa intendi farci?
-Voglio chiedere la vita eterna.
Sbarra gli occhi. Finisco di tirarle fuori tutte, le appoggio con delicatezza sul prato verde.
-Scherzo.
Sorrido e mi rialzo.
Anche lui lo desiderava. Mi ricordo bene la paura che ho provato su Namec, quando me lo sono ritrovato davanti, quando ci ha minacciati per avere la nostra sfera. Il suo desiderio insano, lo stesso del tiranno a cui cercava di ribellarsi, sconvolgeva il suo viso. Ora è molto diverso. Da quando è ritornato qui sulla terra, sento che qualcosa in lui è cambiato. Me lo sento perché non ho più paura di lui.
Sento che è così triste e solo.
-Ma il mio desiderio può interessarti.
-Quale sarebbe?
-Ora sentirai. Stammi vicino.
Mi schiarisco la voce, è un momento importante. Stendo le mani verso le sfere e grido forte.
-Appari grande drago Shenron!
Un lampo ci abbaglia, un brontolio profondo annuncia che il drago Shenron è apparso. Quando riapro gli occhi, il cielo è già scuro. Un potente fascio di luce bianca taglia a metà le nuvole nere che coprono l’azzurro sereno di qualche istante prima.
Il suo testone si piega lentamente verso di noi. Vegeta ha gli occhi sgranati.
-Cosa vuoi fare? – balbetta il granitico principe.
Devo sbrigarmi o gli altri si accorgeranno del cielo scuro.
-Qual è il vostro desiderio?
La voce di Shenron fa vibrare il metallo della navicella. I suoi lunghi baffi svolazzano nonostante il muso con i denti appuntiti in vista rimanga immobile.
-Grande drago, portami indietro nel tempo, sul pianeta Vegeta, quando il popolo saiyan non era ancora stato distrutto e…
-Ma sei impazzita?!
Vegeta mi interrompe con voce potente. Mi guarda con la stessa faccia con cui ha accolto dell’apparizione del drago.
-Che c’è? Non ti piacerebbe?
Sorrido, ma non mi risponde come vorrei.
Shenron riprende la parola.
-Mi dispiace, ma non posso esaudire questo desiderio.
-E perché?
-Non è concesso viaggiare nel tempo.
Ma come? Quel ragazzo del futuro allora? Come posso fare?
-Allora, qual è il vostro desiderio. Parlate, il mio tempo sta per scadere.
-Drago, io vorrei studiare la tecnologia saiyan per costruire quelle stesse cose.
-Non posso portarti indietro nel tempo. Dovrete trovare un altro modo.
Shenron è inflessibile. Il suo enorme corpo galleggia nel cielo scuro, illuminato solo dalle sfere per terra.
Appoggio il mento alle dita, devo pensare velocemente.
-Drago!
Vegeta prende la parola, il viso teso verso l’alto.
-Mi ricordo che siamo stati visitati dai re del pianeta Yoruba. Potresti farci vedere attraverso i loro occhi ciò che loro videro e vissero?
Shenron si abbassa ancora verso di noi, in silenzio. Si prende i suoi tempi.
Quindi ha deciso di venire con me?
-Questo è un gioco da ragazzi.
-Davvero?! Grazie drago!
Unisco le mani e sorrido per la speranza ritrovata.
-Ma devo avvertirvi: sarete nei loro corpi, ma non potrete in alcun modo cambiare il percorso degli eventi. Sarete spettatori. Non potrete né tantomeno dovrete tentare di fare ciò che loro non fecero o avrebbero fatto.
-E se per sbaglio lo facessimo?
Potrebbe succedere qualunque cosa a cui non siamo preparati e potremmo reagire in una maniera inconsulta, soprattutto questo qui.
-Non conosco le conseguenze di queste azioni ed è proprio per questo che rimarrete solo spettatori. Se disobbedirete, potreste rimanere intrappolati nei loro corpi per sempre.
-Oh no.
Vorrei tornare nel mio bel corpo, grazie.
-Muoviti allora – mi incalza Vegeta.
-Come hai detto che si chiamavano…
-YORUBA – mi ripete impaziente.
Annuisco e grido con voce alta.
-Grande drago, desidero che ci porti nei corpi dei re di Yoruba durante la loro visita del pianeta Vegeta!
-Sarà fatto.
Gli occhi rossi di Shenron si illuminano.
Un dolore lancinante al petto mi fa cadere a terra. Vegeta si avvicina, ma è costretto anche lui a inginocchiarsi: la mano sul cuore è il segno che prova la stessa potente sensazione. Poi un vuoto allo stomaco e tutto diventa nero. 
 

Appunto della scrittrice
Se vorrete commentare, sarò molto felice di leggere ciò che pensate su questa nuova storia :) Ah ragazzi, ho da poco aperto anche un profilo su Twitter. Guarda un po', si chiama proprio Alphisia. Ci vediamo anche là? :) 
Alphisia
   
 
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