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Autore: Phoenix rouge    30/04/2017    4 recensioni
Nereus è un orfano di Glasgow cresciuto in un monastero. A diciotto anni decide di partire per stabilirsi altrove, finché non capiterà in una valle molto magica e particolare...
"Buonasera, Hagrid. Chi è il giovane uomo che porti con te?"
"Buonasera a te, Fiorenzo. Lui è Nereus, il mio aiutante... o, come dite voi centauri, il mio apprendista."
ATTENZIONE: STORIA INTERROTTA
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti e personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap.6: Nuovi amici e nuovi dubbi


Uscendo dalla Sala Grande dopo aver mangiato, notò con piacere che molti studenti avevano deciso di usare quel tempo tra la fine del pranzo e l'inizio delle lezioni pomeridiane per svagarsi o svolgere i primi compiti in riva al lago. Decise di usare quelle ore per interagire con loro, soprattutto perché non sapeva cosa fare: Hagrid era a Diagon Alley per comprare qualcosa per conto del preside (che fosse un modo per sfuggire alle sue pressanti domande sul terzo piano?), Minerva e Severus stavano probabilmente correggendo i compiti delle vacanze o preparando le lezioni per quel pomeriggio come tutti gli altri professori e lui aveva svolto tutti i suoi lavori quella mattina.
Assecondò le urla di un folto gruppo di primini di case diverse che lo chiamavano perché si sedesse qualche minuto fra loro. Aiutò più che potè, cercando di rispiegare ai bambini ciò che non avevano capito delle lezioni di quel giorno, ma purtroppo nessuno di loro aveva frequentato Erbologia. Riuscì comunque a suggerire loro qualche tecnica per rimpinguare i loro scarsi appunti: i ragazzi cominciarono subito a scambiarsi i quaderni e ad unire le informazioni del libro alle loro, isolandolo involontariamente. Il Magonò si alzò, li salutò (ricevendo risposte grate) e si allontanò verso le rive sabbiose del lago. Altri ragazzi e ragazze lo salutarono da sotto l'ombra degli alberi, ma nessuno lo invitò ad unirsi ai loro gruppi e lo lasciarono proseguire.
A pochi metri dalle acque che gli erano ormai familiari, Nereus notò un salice piangente un po' più isolato e lo riconobbe come l'albero sotto cui aveva lasciato il suo zaino quel giorno in cui era quasi morto affogato nell'acqua gelida. Con sua sorpresa, anche la pianta sembrò sapere chi fosse e mosse leggermente le fronde in segno di saluto. Il ragazzo scostò le foglie ed entrò in quel piccolo mondo in penombra. C'era un ragazzo sdraiato vicino al tronco, che aprì un occhio e girò la testa verso di lui quando percepì la lama di luce che annunciava la sua entrata.
"Non volevo disturbarti" sussurrò entrando il diciottenne per non interrompere quell'atmosfera silenziosa e rilassante.
"Vieni" rispose l'altro semplicemente, voltandosi su un fianco per poter parlare meglio.
"Come ti chiami?" chiese lui di rimando, carezzando la corteccia del salice e sdraiandosi di fronte a lui in modo da guardarlo negli occhi.
"Lawrence Lloyd. Tu sei il nuovo aiutante di Hagrid, vero? Ti ho guardato lavorare dalle finestre del castello tutta la mattina." mormorò senza alcun tono di voce particolare. La luce soffusa faceva intuire a Nereus la fisionomia del ragazzo: i capelli erano chiari, probabilmente biondo cenere, e gli occhi risplendevano di una sfumatura ambrata che Nereus con un brivido associò ai licantropi.
"Perchè sei così legato a quest'albero?" chiese acutamente l'altro, rigirandosi sulla schiena e chiudendo gli occhi. Manco a farlo apposta, il raggio di sole che prima illuminava i suoi occhi fece brillare la spilla sul suo petto: era il Prefetto Tassorosso del quinto anno.
I due parlarono ancora qualche minuto, scambiandosi frasi assonnate e poi rimasero in silenzio per un po', forse addormentandosi. Alle due meno un quarto l'orologio informò il castello e tutto il parco che mancava poco all'inizio delle lezioni pomeridiane, dunque si alzarono ed uscirono da quella bolla di calma. Il Magonò scostò i rami e il quindicenne si avviò verso il castello, girandosi appena per salutarlo con un sorriso.

*********************

"Vieni, forza... non ti faccio niente, devo solo cambiarti le bende... brava, così..." sussurrò il Magonò mentre cercava di portar fuori dalla stalla una femmina di Thestral che si era ferita al fianco volando sopra al castello. Quasi perse una mano quando finalmente il cavallo alato decise di azzannare il topo morto che gli tendeva: si era svegliato da poco e dunque aveva ancora i riflessi un po' lenti. Quando rientrò nella capanna per preparare l'impacco per la ferita, vide il suo gigantesco amico osservare con interesse un pezzo di pergamena appeso al lato destro della credenza. Afferrando un piccolo calderone in rame e alcune radici di angelica si avvicinò al banco da lavoro e disse: "Cosa stai facendo di preciso?"
"Guardo quando Harry è libero, voglio fartelo conoscere. Oh, ecco, oggi pomeriggio dopo Pozioni." Dopo un veloce sguardo al cielo rosato continuò: "Sono le sette, fra un'ora cominciano le lezioni, dovrebbe essere già sveglio."
Afferrò una pergamena e una piuma d'oca e scribacchiò un invito a bere un the. Mentre Hagrid era fuori a cercare Annie, Nereus finì di spezzettare le radici e cominciò a farle bollire sul fuoco con un coperchio*. Dopo mezz'ora il ragazzo vide tornare Edvige con la risposta e subito tornare alla Guferia (evidentemente Hagrid aveva trovato lei invece del suo gufo). Il Mezzogigante mise la testa fuori dalla porta aperta e urlò "Viene!" prima di tornare a preparare i suoi biscotti speciali per quel pomeriggio. Il ragazzo si girò verso la cavalla nera e disse: "Sei contenta, eh, Mirea? Conoscerai un bambino molto strano, ma lui probabilmente non ti vedrà". L'animale nitrì d'aspettativa.
Alle tre in punto sentirono bussare alla porta e Thor si alzò dalla cuccia raschiando le unghie sul pavimento di pietra e corse abbaiando alla porta. Nereus chiuse il libro che stava leggendo ("Bardachd nàdarra"**) ed entrò nella stanza principale proprio quando Potter e un altro bambino varcavano la soglia.
"Fate come foste a casa vostra!" disse Hagrid, lasciando andare il cane che teneva per il collare per mettere l'occorrente per il the sul tavolo. Il Magonò camminò verso i nuovi arrivati e staccò il cane dal viso del bambino dai capelli rossi. L'animale, dopo un po' di moine e un biscotto, tornò a cuccia e si sedette sulla coperta scodinzolando.
"Vi presento Ron" disse Harry sedendosi su una delle enormi sedie di Hagrid.
"Un altro Weasley, eh? Ho passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta."
"Hai dei fratelli gemelli?" chiese incuriosito Nereus al bambino, mentre Harry raccontava ad Hagrid cosa avevano fatto quella prima settimana.
"Sono il sesto di sette figli" rivelò Ron "Tutti maschi tranne l'ultima, che si chiama Ginevra e verrà a scuola l'anno prossimo."
"E poi c'è il Custode, Gazza, sembra che ci odi!" protestò Harry, e tutti gli occupanti della stanza inveirono contro l'uomo, mentre Nereus cercava di difenderlo senza metterci troppo impegno. Dopotutto, lui sapeva che Gazza odiava realmente i piccoli maghi.
Parlarono anche della lezione di Pozioni e il ragazzo promise a Potter che avrebbe parlato a Severus per cercare di farlo ragionare, ma chiese al bambino di non sperarci troppo. Piton sapeva essere straordinariamente testardo quando ci si metteva, anche quelle rare volte in cui era evidente che Nereus aveva la meglio nelle loro dispute.
Hagrid riportò nuovamente l'attenzione su uno dei tanti fratelli di Ron (un domatore di draghi) quando si rese conto che i ragazzi avevano lasciato i loro biscotti sul piattino dopo il primo morso. Anche il diciottenne li assaggiò, e constatò che come sempre il Mezzogigante aveva usato troppa farina, rendendo i biscotti immangiabili. Era forse per quello che il giovane Potter tossiva così tanto da quando era arrivato? Ma non era possibile: Nereus aveva notato che il bambino aveva una brutta tosse anche al Banchetto.
Harry vide sul tavolo il trafiletto che Hagrid aveva ritagliato quella mattina, con l'intento di spedirlo a Silente, e lo lesse, esclamando stupito: "Hagrid! La rapina alla Gringott è avvenuta il giorno del mio compleanno! Forse è successo quando c'eravamo noi!"
L'uomo evitò palesemente di rispondere e invitò il suo apprendista a far vedere l'esterno della baita agli studenti con un tono che, seppur dolce, non ammetteva repliche.
Nereus vide con stupore che Harry non si era offeso perché Hagrid aveva ignorato la sua domanda, anzi, si era rannicchiato ancora di più sulla sedia fino quasi ad abbracciarsi le ginocchia. Come se si sentisse invisibile, ma lo considerasse normale.
I bambini non sembrarono molto interessati all'orto, ma quando arrivarono alle stalle e agli altri edifici per gli animali Ron scavalcò il recinto dove Hagrid si era addormentato ubriaco alcuni giorni prima e corse subito ad accarezzare le mucche e le pecore al pascolo. Harry sembrava aver finalmente capito da dove arrivava gran parte della materia prima che serviva per cucinare i pasti in Sala Grande.
"Purtroppo non abbiamo frutteti o simili, dunque molte cose gli elfi domestici le devono comprare. Beh, certo che noi non forniamo tutta la carne e tutta la verdura: semplicemente quando gli ortaggi sono pronti o un animale è così anziano che può essere utile solo come carne da macello, li mandiamo nelle cucine e lì gli elfi domestici moltiplicano la carne e le verdure fino alla quantità necessaria. Senza questo trucco, l'orto e gli allevamenti si svuoterebbero in un secondo!" rise Nereus, apparentemente ignaro che dell'economia domestica del collegio ai bambini non poteva importare un bel niente. Mentre proseguivano, Harry chiese sottovoce al suo amico cosa fossero gli elfi domestici.
La faccia annoiata di Potter cambiò subito espressione quando passarono davanti alla stalla destinata agli animali selvatici feriti.
"Cos'è quello, Nereus?"
"Quello cosa, Harry?" dissero in contemporanea l'interpellato e Ron, il primo perché stava controllando di aver portato le medicine per Mirea dentro la sua bisaccia e il secondo perché effettivamente vedeva solo uno spazio vuoto.
"Quella specie di... cavallo nero scheletrico." rispose il moro indicando confusamente la scuderia.
"Amico, io non vedo niente!" protestò Weasley affacciandosi alla parte di legno che funge da chiusura del box e guardando dentro lo spazio buio con più attenzione.
"Non pensavo che la potessi vedere, Harry. Lei è Mirea, una femmina di Thestral." disse il Magonò scavalcando agilmente la porta e raggiungendo l'animale che mangiava nella mangiatoia in fondo al sopracitato box. Quando la giumenta venne avanti e sfiorò Ron con il muso, lui saltò indietro con un "Ah!" spaventato.
Harry invece l'accarezzò sul naso, cosa che la cavalla sembrò apprezzare. "Nereus, io non so nemmeno cos'è un Thestral."
"Te lo spiego io cos'è! E' un cavallo alato tutto nero che sembra un drago ed è presagio di morte! E in più è carnivoro!"
"Piantala con queste sciocchezze, Ronald!" Disse il Magonò con voce irritata. Aveva tirato fuori dalla borsa una ciotola di legno chiusa con del cellophane babbano e stava spalmando la poltiglia verdastra*** che essa conteneva sulla ferita abbastanza estesa dell'animale. "I Thestral non sono presagio di morte, possono essere visti solo da chi ha visto morire qualcuno."
"Oh" commentò stupito il bambino "però è vero che sono carnivori!" rimontò, deciso ad aver ragione.
"Sì, è vero, ma non sono pericolosi. Possono volare per lunghissime distanze e sono molto mansueti con chi li tratta bene. Puoi accarezzarla anche tu, sai. Non morde mica." concluse incoraggiante il ragazzo.
"Ahi!" gemette Harry, infilandosi un dito in bocca dopo aver cercato di offrire un po' di macinato all'animale. Anche dopo che l'aiutante del Guardiacaccia finì di spiegargli come nutrirlo, Ron non volle comunque avvicinarsi. Stettero con gli altri animali finchè non fu ora di tornare al castello per la cena, quando tutti loro rientrarono in Sala Grande.

**********************

Nonostane la stranezza del loro primo incontro, Nereus e Lawrence legarono in fretta: Nereus faceva spesso compagnia allo studente mentre faceva i compiti, aumentati a causa dei G.U.F.O. di quell'anno, in biblioteca o nella baita dell'apprendista Guardiacaccia. Non era raro che durante le ore buche s'incontrassero e, mentre Nereus e Hagrid lavoravano, Lawrence li aiutasse e portasse notizie e pettegolezzi dal castello. Tornavano molte volte sotto al salice quando il Tassorosso aveva finito i compiti, per parlare e rilassarsi. Il primo sabato dell'anno scolastico erano andati a sedersi sulla riva del lago e Nereus ne stava approfittando per disegnare.
"Dunque secondo te dovrei dirglielo?"
"Secondo me dovresti solo stare fermo, Lawrie..." disse l'amico tracciando con attenzione la forma degli occhi leggermente a mandorla del Prefetto con il carboncino.
"Ma se si arrabbia?"
"Fermo... perché dovrebbe, scusami? Non le stai mica dicendo che l'hai vista nuda o altro." commentò afferrando il viso del lupo mannaro e rimettendolo nella posizione giusta.
"No, devo solo dirle che ho sentito sul suo ragazzo l'odore di un'altra!" sbottò quello scattando in piedi e alzando le braccia al cielo.
Nereus sbuffò frustrato: "Siediti, ho quasi finito! Lo vuoi questo ritratto o no? Comunque che ne sai? Potrebbe essere una sua cugina, tanto la sua famiglia è imparentata con chiunque!"
Lawrence si risedette sull'erba e commentò distrattamente: "Ma sì, tanto a me che mi frega..."
"Appunto. Ecco, finito!" disse il diciottenne firmando il foglio e porgendoglielo.
Evidentemente doveva piacergli parecchio, perché con uno scatto ferino l'amico gli si gettò addosso abbracciandolo e ringraziandolo. Cominciarono a giocare come due bambini che fanno la lotta ma, nonostante la differenza d'età e i muscoli ben sviluppati dal duro lavoro del più grande, era sempre il più piccolo a sottometterlo, ringhiando giocosamente, conscio della propria forza sovrumana.
"Oh, ma trovatevi una stanza!" commentò una voce sarcastica a quello spettacolino.
Nonostante ciò, il lupo non si tolse dalla sua posizione (a cavalcioni su Nereus e tenendo i suoi polsi schiacciati al suolo), quindi il Magonò dovette piegare la testa all'indietro per riconoscere la figura del professore di Pozioni a testa in giù.
"Buongiorno Severus, mi cercavi?"
"In realtà sì. Ho bisogno di parlarti... lontano da orecchie indiscrete" sibilò occhieggiando eloquentemente Lawrence.
Con un guaito scocciato, il quindicenne rotolò lontano da lui e Nereus potè quindi alzarsi, spazzolarsi i vestiti babbani e seguire il docente. Quando si girò indietro vide che il suo amico stava guardando il suo ritratto stropicciato toccandosi perplesso il naso. Ops, pensò ridacchiando il Magonò, forse ho sbagliato le proporzioni.
Arrivati vicino alle mura, l'uomo lanciò un'Incantesimo Silenziante e si prese la testa fra le mani camminando avanti e indietro. Nereus cominciò a preoccuparsi: non era da Severus venire a cercarlo quando sapeva che era con Lawrie (il pozionista stesso aveva detto che preferiva averci a che fare il meno possibile) per poi rivelare tutto il proprio nervosismo in questo modo.
"E' uguale a Potter. Stessa arroganza, stesso modo di fare. E' la sua fotocopia con gli occhi di lei. Come faccio a gestirlo?" mormorò Piton parlando un po' a sè stesso e un po' al suo amico. Fu solo dopo una decina di minuti buoni che il Magonò riuscì a capire il nesso fra ciò che il più grande gli aveva confidato una sera di quell'estate davanti a una tazza di the e una scacchiera e ciò che era successo alla prima lezione di pozioni del primo anno che Severus gli stava raccontando dal suo punto di vista.
"Professore, a me Harry non sembra affatto un viziato o un arrogante. E' sottile come un giunco, sembra che abbia nove anni e non undici e certamente quel suggerimento sulla Granger che ti ha dato è stata ingenuità e non impudenza. Ricordati, Severus, che lui non è né suo padre né Black. Non far si che le colpe del padre ricadano sul figlio e ragionaci oggettivamente. Ti sembra un bambino sano?"
Il trentunenne crollò seduto su un ceppo e pensò a ciò che aveva detto Nereus. Possibile che lui riuscisse sempre a farlo riflettere? Ogni volta che discutevano di qualcosa, che fosse la radice di mandragora o i loro ricordi d'infanzia, entrambi andavano a dormire con qualcosa su cui pensare.
Un dubbio tremendo cominciò a profilarsi nella sua testa e, per quanto cercasse di allontanarlo, i segni erano chiari. Aveva bisogno di un altro parere: doveva parlare con Madama Chips. Con una sferzata frettolosa della bacchetta tolse l'incantesimo e s'incamminò verso l'infermeria con il Magonò alle calcagna.
Arrivati a destinazione trovarono il preside nell'ufficio della Medistrega.
"Ah, Severus, Nereus, Poppy mi stava consigliando una visita approfondita a tutto il corpo studentesco perché ha paura di aver individuato un ceppo di vaiolo di drago. Che ne pensate?"
I due annuirono d'accordo. "Tranquillo preside, eseguirò ogni esame possibile e immaginabile per scongiurare questa possibilità" commentò l'infermiera, facendo capire a Severus e Nereus con uno sguardo d'intesa che lei aveva avuto lo stesso dubbio, ma senza prove non poteva fare alcunché.
Quella sera a cena Silente annunciò il provvedimento e dichiarò che ogni studente sarebbe stato informato dell'ora e del giorno della sua visita, che era, ovviamente, obbligatoria. Se i genitori erano interessati potevano ricevere una copia delle analisi effettuate e questo procedimento sarebbe stato compiuto ogni anno sui nuovi studenti per assicurare alla scuola un'adeguata sicurezza medica. Nessuno ebbe da ridire e le visite cominciarono la mattina dopo a partire dal primo anno.


*10g di radici di angelica essiccate e spezzettate bollite in un litro d'acqua per dieci minuti formano un decotto da usare per lavare la ferita e fermare l'emorragia.
** "Poesia naturale"
*** Le foglie fresche di angelica pestate e applicate avvolte in una garza sulla ferita per 2-3 volte al giorno favoriscono la cicatrizzazione della stessa.

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Questo capitolo l'avrò aperto e interrotto trenta volte in questa lunga assenza, ma eccovelo pronto. Ho il sospetto di aver fatto più errori del solito, perciò, per favore, RECENSITE e ditemi cosa ne pensate! Grazie mille se lo farete e grazie anche ai lettori silenziosi.
Ringrazio Cuccioladuomo, Elfosnape e ShessomaruJunior per aver inserito la mia storia fra le seguite e Cuccioladuomo per averla messa anche fra le sue ricordate. Spero che questo capitolo non vi deluda.
A presto!
   
 
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