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Autore: IwonLyme    30/04/2017    1 recensioni
‘Il Principe’ è un racconto sulla libertà, sul significato che essa ha soprattutto per il giovane Nivek, protagonista e narratore, che verrà messo a confronto fin da subito con la bellezza di essa, la sua importanza e, almeno per lui, il suo difficile raggiungimento. Non è facile essere liberi e Nivek desidera talmente tanto esserlo che romperà ogni regola per raggiungere questo scopo.
Tuttavia ciò che inizia come un gesto ribelle e di rivalsa gli costerà proprio ciò che da principio inseguiva e si troverà catapultato in una realtà ed in un mondo molto più duro e severo di quanto non fosse suo nonno ed il villaggio in cui viveva da emarginato. Una guerra contro un re malvagio ed un padrone pronto a legarlo per sempre a se stesso saranno le cause delle sue vicissitudini che lo porteranno a riflettere sulla propria vita, sul vero scopo di essa e sulla sua nuova condizione: essere un Drago Domato.
“[…] tutto sta nel comprendere che qualcosa non ci è davvero tolto se noi non lo lasciamo andare via.”
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti per essere giunti fino a qui. 
Questo capitolo riserverà non poche sorprese spero siate pronti per accoglierle! Voglio davvero sapere che effetto farà!

 
La Voce del Re - Parte III

Due giorni passarono mentre il silenzio avvolgeva la nuova verità che era stata tirata fuori e silenziosi i nostri animi procedevano in quella scoperta così chiara e felice. Murray cambiò profondamente e sembrò amarmi. Non chiese altro a noi sebbene vedevo chiaramente che desiderava sapere quali erano i nostri piani. Aveva sentito le parole che avevo detto ad Elmer ed esse gli ronzavano in testa come api. Decise però di lasciar passare del tempo e di chiederci solo poi i progetti futuri.
L'alba sorse sul terzo giorno e fummo svegliati con violenza da Elmer che con piglio aprì la porta della nostra stanza facendosi sussultar fuori dai nostri sonni. – Cacciatori! Cacciatori si spingono dentro il bosco! Ho paura che vi cerchino. – Disse ed io mi alzai. Nowell rifletté e poi si vestii anche lui con i suoi abiti da viaggio che aveva riposti accanto al letto. Decidemmo di andare a vedere chi fossero e tentare di capire che intenzioni avessero.
Cominciammo a spingerci dentro il bosco dopo che Oswin si fu raccomandato noi. Scendevamo tra gli alberi cercando di fare poco rumore ed i sassi rotolavano verso il basso. Arrancavamo giù per il pendio e tentavamo di non ruzzolare in basso, ma allo stesso tempo di non permettere a quegli uomini di addentrarsi troppo nei nostri territori. Non desideravamo che ci scoprissero e tanto grande era il pericolo che correvamo che eravamo pronti perfino ad uccidere. Elmer poi ci portò verso la radura in cui eravamo caduti e lì cominciammo a sentire le prime voci.
– Smettila di lamentarti! – Disse un uomo alto.
– Ma è tutta la notte che camminiamo e non abbiamo trovato nulla! – Continuò uno più basso.
– E non troveremo molto se continuiamo a cercare senza sapere cosa potremmo trovare. – Aggiunse uno che portava una grossa ascia ed aveva un ghigno sul viso.
– Tacete! Tacete! Potevate rimanere al villaggio! – Ringhiò una voce che non avrei mai scambiato con quella di nessun altro. Nel mio cuore si aprì un boato di gioia: di certo quelli non erano nemici.
– Hai detto che hai visto qualcosa cadere, ma cosa?
– Un Drago, no? – Sospirò. – In questa radura … – Senza paura, spinto dalla felicità incontrollata per l'amico ritrovato, uscii da dietro gli alberi e loro si rivolsero a me feroci.
– Puntate le armi contro un vecchio amico? – Chiesi mentre anche Nowell ed Elmer uscivano allo scoperto. Non appena Yorick vide il Solitario ebbe la conferma che io ero chi credeva fossi e con gioia immensa si avvicinò a noi.
– Nivek! Sei più bello del sole che sorge al mattino! Quale gioia immensa rivederti sano e salvo! – Esclamò e non mi abbracciò per paura di destare noia in Nowell.
– Cosa ti porta qui, Yorick? – Domandai.
– Un Drago cadde in questa radura qualche giorno fa, desideravo aiutarlo se potevo. – Confessò veloce e non gli importava più molto ora che ci eravamo ritrovati.
– Io ero quel Drago. – Dissi. – E come vedi sono in forze e sto bene.
– Lo vedo di certo. – Rise ancora felice. Jolyon, Tranter e Larkin intanto si avvicinavano dubbiosi.
– Credo che loro non mi ricordino, forse sono davvero troppo cambiato.
– Di certo lo sei. – Mi confermò.
Elmer allora si intromise nella nostra rimpatriata. – Non desideriamo attirare ulteriori attenzioni, venite nel villaggio, lì sarà sicuro parlare. Inoltre nessuno di loro è pericoloso per noi e da molti anni non c'è alcuna compagnia su in cima. – Li invitò e tutti loro furono felici di seguire noi tre fin in alto al villaggio. Lo stupore che destarono nella gente che viveva lassù fu enorme. I tre Cacciatori furono sequestrati dai bambini che li portarono a giocare. Nei loro occhi, invece, erano riflessi i soldi che avrebbero potuto fare vendendo tutte quelle creature, eppure in loro non vi era alcuna cattiveria.
Yorick invece restava al mio fianco ed osservava turbato le case silenziose. – Stai bene? – Gli domandai.
– Sì, pensavo. – Rispose.
Nowell si avvicinò a noi sorridendoci. – La corsa per trovarvi mi ha stancato. Desidero stendermi. Tuo nonno sarà in ansia di sapere. – Disse.
– Sì, ora potremmo raggiungerlo. – Continuai pronto a tornare a casa.
Così proseguimmo verso ovest in compagnia del mio vecchio amico ritrovato. Gli chiesi cosa gli fosse successo e lui turbato, così almeno mi parve, cominciò a raccontarmi. Calda e forte era la sua voce e sembrò essermi mancata per molto tempo. Ero immensamente felice di averlo incontrato di nuovo e non potevo fare altro che ascoltare le sue parole e cercare di non perdermi tra le insenature del suo dolce respiro oppure tra la profondità delle note che riusciva ad emettere. Quando la casa mia e di Murray cominciò a vedersi in lontananza Yorick smise di camminare e di parlare. Si fermò ed io e Nowell lo osservammo curiosi.
– Ti senti bene? – Gli chiesi ancora.
– Qui è dove sei nato e vissuto? – Mi domandò.
– Sì … Qualcosa non va? – Si portò una mano al viso e sfiorò la lunga cicatrice che lo percorreva. Poi, come pensando a non tradire se stesso, proseguimmo il cammino. Appena i nostri passi varcarono il recinto mio nonno uscì dalla casa.
– Tutto bene? – Chiese e vederlo così in ansia per me mi fece capire che finalmente ero entrato nel suo cuore.
– Sì, erano amici. Li abbiamo condotti al villaggio e sembra che siano già simpatici a tutti. – Risposi.
– E, Nivek, chi è quell'uomo? – Domandò allora.
– Il Cacciatore che si è preso cura di me, nonno, Yorick è il suo nome.
– Yorick … – Ripeté Murray e come qualcosa di sepolto si risvegliò nella sua mente. – Yorick è il tuo nome, Cacciatore? – Disse.
– Sì, è il mio nome. – Rispose l'altro.
– E diresti che esso è un nome comune? – Chiese insistendo.
– Non direi, no. – Fece allora Yorick.
– E dimmi, Cacciatore, quanti cuori dimorano il tuo petto? – E quella domanda mi gelò il sangue nelle vene. Fu così che mi voltai verso il Cacciatore e lo guardai mentre il suo viso diveniva bianco pallido ed i suoi occhi, con un moto istintivo e veloce, si rivolsero all'alto albero che c'era proprio accanto a noi. Fu allora che capii perché Wren non desiderava affatto coinvolgerlo. Fu allora che compresi molte cose e lo stupore crebbe in me nuovamente dopo pochi giorni che era scomparso.
Yorick guardò Murray. – Due cuori dimorano nel mio petto ma uno è silenzioso. – Rispose e non vi furono quasi più dubbi.
– Ed ella era una donna bella, alta, dal viso dolce, dagli occhi di cielo e dalla voce di nuvola? Ed ella forse era sincera, gentile ed amabile? Ed ella forse si chiamava Naisse, la Bella? – Yorick boccheggiò ed alzò gli occhi al Cielo azzurro terso e sembrò pregare.
– Ella era. – Sussurrò. Ed i miei occhi luminosi si fecero e guardai il viso del Cacciatore come fosse nuovo ed appena incontrato. La sua cicatrice profonda i suoi occhi immensi e le sue labbra sottili e sicure. Mai avrei potuto immaginare un tale unico avvenimento e mai avrei potuto credere che fosse vero se non dopo tante conferme.
– Tale era il nome di mia madre. – Dissi e gli occhi del Cacciatore si rivolsero a me fermi e molli. – Ed ella morì in questo luogo. – Aggiunsi ed allora lui, pronto, scosse la testa.
– Non della stessa donna noi parliamo. Naisse morì tra le mani di un uomo orrendo, che con ferocia me la portò via. – Ed io gli dissi di no.
– Naisse visse qui per sei anni. Impazzì di dolore mentre il suo cuore le veniva portato lontano. Ma come potevi tu saperlo? Questo era il piano che il Re Orrendo fece per vendicarsi di Yorick, suo fratello, non è così? Ed egli credette di aver avuto un figlio da Naisse, invece io nacqui e per natura non posso che essere atto d'amore. – Dissi. – Naisse mi amò con forza e coraggio finché poté e parlava del Principe che era sceso da quell'albero e l'aveva portata in Cielo, ma mai avrei pensato che ella mi parlava di mio padre … di te. – Yorick strinse le labbra ed abbassò lo sguardo.
– Ed ella chiamò il tuo nome ogni notte, per questo quando l'ho udito ho cominciato a sospettare. – Intervenne mio nonno.
– È impossibile. Avrei sentito che lei era viva! Che il suo cuore infine ancora batteva! L'avrei sentito! – Si ribellò il Cacciatore.
– Non l'avresti fatto. – Intervenne Nowell che aveva perso le parole per qualche tempo. – Naisse era lontana da te e lontana dal cuore per farlo battere eppure fu forte tanto da sopravvivere sei lunghi anni. Saresti dovuto venirle abbastanza vicino ma troppo buio era il dolore che perfino i luoghi in cui l'avevi conosciuta erano impossibili per te da vedere. – Spiegò. – Mio padre sa essere crudele quando è vendetta ciò che desidera. Io lo so. Ordinò a mia madre di cavarsi il cuore dal petto per fare in modo che non me lo dimenticassi mai.
Yorick allora rimase fermo in mezzo al giardino, ma poi, condotto da me, entrò in casa. Prendemmo posto ancora intorno al tavolo che così tante novità aveva udito in quei pochi giorni. Avrei voluto abbracciare il Cacciatore e stringerlo a me, ma comprendevo le sue perplessità e le sue paure tanto che non mi lasciai prendere dall'entusiasmo, tanto che non potei fare molto. Prima doveva abbandonare i dubbi e riscoprire la verità così come noi avevamo fatto.
– Tua madre, Nowell, chi ella era? E forse il Re Orrendo è tuo padre? – Domandò Yorick.
– Il Re Orrendo è mio padre. Mia madre era il Drago dagli occhi gialli che lui aveva con sé, se sei suo fratello di certo la conoscevi.
– La conoscevo e lei e Naisse erano molto amiche. Si volevano bene quando ancora con mio fratello si poteva parlare. Poi lei scomparve ed al suo posto il Drago Nero che ora ancora possiede giunse dal Buco di Eran. – Rispose.
– In quel periodo lei rimase incinta di me e lui l'abbandonò. – Raccontò il Solitario.
– E lui ti ha cresciuto? Non sapevo che avesse un figlio. – Chiese il Cacciatore.
– Di certo non mi crebbe lui, ma mia madre. Inoltre è impossibile che tu sappia di me, mi portò alla corte quando avevo sedici anni. – Annuì.
– Comprendo. – Si passò una mano sul viso. – Non gli somigli per nulla, non avrei mai potuto immaginarlo. – Sospirò. – E lui ordinò a tua madre di uccidersi?
– È doloroso per me parlarne, ma è così che andò. Il mio potere costringeva i Draghi a farmi dono dei loro cuori e così mio padre si divertì a farmi compiere molti omicidi per mia mano, minacciandomi o minacciando mia madre lontana. Infine fuggii. Ma quando giunsi di nuovo a casa là mi attendeva e là ordinò a mia madre di uccidersi così come morivano coloro che io avevo ucciso sotto suo ordine. – Alzò gli occhi al Cielo e prese un profondo respiro. – Ho molto sofferto per le mie azioni ed ho giurato che mai le avrei compiute ancora, che mai sarei diventato come lui.
– Chiari mi sono i tuoi sentimenti così come non lo sono mai stati, Nowell, e penso che fino a questo momento non ci siamo mai capiti veramente. Di te temevo la crudeltà, ma ora vedo che non ne avevo ragione. Però, se ciò che desideri è vivere lontano dall'esempio di mio fratello, perché mai hai domato un Drago? – Domandò e colse esattamente il punto. – A cosa ti serve? Se non avessi uno scopo non ti saresti dato tanto da fare per farlo tuo, o mi sbaglio?
– Non sbagli, Yorick, e ciò che desidero è chiaro nella mia mente come lo era nella tua. Ho promesso a mia madre che avrei messo fine all'odio da cui io stesso sono nato. Ho promesso ed intendo fare tutto ciò che è in mio potere per compiere tale prova.
– Intendi ribellarti a lui?
– L'ho già fatto. – Il Cacciatore sospirò e chinò il capo. Mugugnò di dolore e non volle credere a tanta stupidità.
– E lui lo sa?
– Lo sa. – Rispose gravemente Nowell ed anche mio nonno sussultò.
– Quanti uomini hai al tuo seguito e quanti Draghi? – Domandò.
– Non lo so con precisione. Wardell ed il fratello si occupano di radunare quanti più Domatori e Draghi possibili. Io e Nivek, invece, viaggiavamo da soli.
– E per quale scopo?
– Chiedere l'aiuto dei Draghi Liberi. – Risposi.
– Essi non accetterebbero mai! – Obiettò mio nonno.
– Ma alcuni hanno già accettato. – Lo contraddisse il mio padrone.
– E per quale motivo? – Chiese Murray stupito da tale rivelazione.
– La voce di Nivek parla con forza ai cuori dei Draghi e nessuno ha mai negato ciò che chiaro hanno udito. – Mio nonno allora mi guardò e si bagnò le labbra con la lingua mentre si ripassava in mente le parole del Domatore.
– Quale voce? – Sussurrò. – Ormai posso credere a ciò che mai avrei creduto e forse, ragazzo mio, sei veramente ciò che non credevo potessi essere. – Si alzò dalla sedia su cui era seduto ed io vidi una luce estranea brillare dai suoi occhi. – Parla! Parla per il Cielo! Desidero sentire! – Allora io sospirai e strinsi le mani tra loro.
– Nowell esagera … tale voce è solo …
– Parla! Rivolgiti a me da mio pari e presentati così come si usa tra i Draghi. – Ed allora veloce mi alzai. Gli avrei fatto sentire come la mia voce non era ciò che credeva. Anche lui stava diventando pazzo! Anche lui!
Chinai il capo. – Molto piacere di conoscervi, il mio nome è Nivek. – Dissi fermo e sentii il fiato uscire dalla mia gola come fosse vento forte e maestoso. Sentii muoversi l'aria della stanza ed il mio viso era rivolto al pavimento mentre le finestre sbattevano e dall'uscio ancora divelto entrava una forte raffica.
Infine aveva sentito la mia voce e tale era, niente di più, niente di meno. Ora tutti sapevano che infine ero solo un Mezzo Drago, ero solo metà di quello che sembravo e metà di quello che infine ero. Niente mi avrebbe portato ad essere intero. Non ero ciò che sembravo. Non ero abbastanza.
Poi vidi Murray chinarsi profondamente, si abbassò più in basso di me e mi mancò il fiato. – Salute a voi, lieto di incontrarvi e di parlarvi, il mio nome è Murray. – Sollevai il capo e lo guardai senza parole. Si portò una mano al petto e lo batté con forza. – Signore del Cielo, Re del Vento, accetta la fedeltà di un umile servitore. – Mi trovai senza parole da pronunciare e appesi la mano alla sedia.
Tale non può essere il mio destino … – Mormorai e lui mi guardò in viso. Si avvicinò con gli occhi che brillavano di speranza.
Tale è! Tale sarà! Lungo Sguardo, Re, figlio del mio sangue! Il Re che doveva tornare infine è giunto ed io non l'ho visto … Non l'ho riconosciuto. – Gli presi il braccio e mi sorressi grazie a lui. Guardai Nowell che aveva compreso. Lui aveva sempre saputo. Tutti avevano sempre saputo. Io non avevo creduto a ciò che infine di me si diceva. – Il Lungo Sguardo è simbolo di cambiamento e non credo a ciò che vedo … Non credo a ciò che sei, ragazzo mio. Il giorno è arrivato.
– Immagino che egli sia il Re. – Disse Yorick.
– Non un Re qualunque, ma un Lungo Sguardo, un Principe di un nuovo mondo. – Mi sedetti silenzioso ed anche Murray si ricompose. – I Draghi d'Aria verranno. Noi saremo con voi. – Annunciò.
– Non sarete mai abbastanza. – Obiettò il Cacciatore.
– Conto sotto il mio comando almeno altre dieci tribù nascoste sui monti dietro di noi e le nostre voci parleranno di colui che è giunto. Il Lungo Sguardo, colui che deve tornare Re è arrivato. – Rispose mio nonno.
– Grande è l'aiuto che ci dai. Anche le Tribù del Fuoco sono con noi. – Intervenne Nowell.
Dopo tali affermazioni anche Yorick cominciò a credere che ci fosse una possibilità. – E le altre? – Chiese.
– Quelle di Acqua ci hanno risposto di no. Stavamo andando da quelle di Terra quando … – Cominciò a rispondere il Solitario, ma poi si fermò.
– Quando? – Domandò brusco l'altro.
– Quando il Re Orrendo ci ha attaccati. – Completai io non volendo più tenerlo nascosto.
– Il Re Orrendo?! E siete sopravvissuti?! – Esclamò il Cacciatore alzandosi in piedi esterrefatto.
– Siete stati fortunati. – Decretò mio nonno. – Non ci sarà una seconda volta.
– No di certo. – Confermai io.
– E come siete sfuggiti lui? – Chiese Yorick irritato che nessuno spiegasse cosa fosse successo.
– Provvederò affinché ti venga insegnato come usare il tuo potere. – Disse Murray. – Vedo che già è forte senza che esso ti sia stato insegnato, tuttavia aumenterà di potenza quando sarò io stesso a dirti come utilizzarlo …
– Come siete sfuggiti?! – Domandò ancora e mio nonno fece silenzio.
Nowell si alzò solenne. – Non siamo sfuggiti lui, Yorick. – Sollevò la maglia e gli mostrò la profonda cicatrice. – Il Drago che ha mandato ha pensato di avermi ucciso.
– Eppure tu non sei morto e non ho mai visto un Drago di Eran sbagliare sulla morte.
– Sarei morto, se Nivek non mi avesse salvato. – Concluse tornando seduto ed allora io guardai Yorick.
– Cosa hai fatto? – Mormorò.
– Gli ho donato il mio cuore e con esso lui è rimasto in vita. – Si avvicinò al tavolo e mi fissò senza parole.
– Vuoi dire che ti sei cavato il cuore dal petto e sei riuscito a metterlo nel suo senza morire nel passaggio? Dolorosa è la perdita del cuore ed un Drago non può compierla da solo. Mi vuoi far credere che infine non è stato il Solitario che, per la smania di vivere, te lo cavò dal petto? – Sorrisi e guardai la mano di Nowell serrata per la rabbia di tale affermazione.
– Mi sono tagliato il petto con la lama ed ho strappato il mio cuore per poi porlo nel luogo dove ora esso è. Fu molto doloroso, ma, come vedi, non sono morto. – Mi rivolsi a mio nonno che ascoltava e sembrava comprendere.
– Solo un Lungo Sguardo potrebbe tanto, come Ian il Terribile … – Disse. – Ti piaceva molto quella storia, non è vero?
– L'adoravo. – Sorrisi felice che lui lo ricordasse. Yorick si mise seduto e si portò una mano al viso. – Allora mi insegnerai ad utilizzare meglio il mio potere?
– Lo farò senza dubbio. – Rispose il nonno.
– Te ne sono immensamente grato, Murray. – Lo ringraziò il Solitario.
– Dunque cosa desiderate fare ora? – Chiese il Cacciatore con la voce stanca.
– Andare a parlare con le Regioni della Terra e poi ricongiungerci ai nostri compagni, così come avevamo previsto. – Rispose il mio padrone.
– Se permettete avrei un'idea migliore. Potrei mandare dei messaggeri a parlare con quelle regioni. Vedendoci sapranno che il momento è giunto e si riuniranno certamente. – Propose l'anziano Drago.
– Si potrebbe fare? – Saltai su io.
– Ovviamente, anche noi sappiamo volare.
– Allora accetteremo anche questa tua gentilezza. – Concluse Nowell. – Infine torneremo dai nostri compagni così da organizzare la guerra. – Decretò mentre la mia mente cominciava a sentire l'ansia del momento. Eravamo proprio arrivati alla resa dei conti. Avevo pensato che esso non sarebbe giunto mai e sulle mie spalle ora gravava il peso del mio rango. Non avevo mentito a nessun Drago, nessuno a parte me stesso. Ero dunque ciò che ero. Ero come Nowell. Insieme avremmo affrontato il buio della notte che sarebbe giunta quando i Draghi del Re Orrendo avrebbero oscurato il cielo.
Il Solitario si alzò e sospirò di soddisfazione. – Murray, posso discutere con lei di alcune faccende? – Lui acconsentì ed insieme, come se fossero amici da secoli, uscirono dalla porta di casa. Io sapevo, però, che l'avevano fatto per lasciarmi solo con Yorick ed anche lui lo intuì tanto che si alzò in piedi e fu pronto ad uscire dalla soglia.
– Pretendi che sia io a farti domande? Oppure preferisci parlare tu di ciò che credi più opportuno? – Lo affrontai e lui si fermò.
– Non desidero parlare. – Rispose.
– Nemmeno a me che sono tuo figlio? – Si voltò e mi guardò silenzioso. Come poteva vedermi come tale? Ero infine io davvero suo figlio? Lo ero. Eppure non lo ero per niente.
– Naisse … – Sussurrò. – … ti crebbe? – Annuii. Era molti anni che non pronunciava il nome di lei.
– Morì quando avevo sei anni. – Risposi. – Mi crebbe fino a quando poté. Era gentile quando il dolore non la tormentava e dolce era la sua voce quando mi parlava. Fu l'unica ad amarmi prima di Nowell … o prima di te. – Confessai e lui abbassò lo sguardo.
– Ma io non amavo un figlio, ma un Drago. Era la passione per un Drago, la voglia di non vederlo soffrire che mi spingeva ad occuparmi di te. – Disse.
– Eppure, a me basterebbe. – Sospirai. – Fa' come desideri, Yorick. Molto tempo ho vissuto senza un padre o una famiglia, altrettanto posso viverne. Colui dal quale non voglio essere diviso possiede tutto ciò che avevo e da lui so che mai sarò separato se non nel momento della mia o della sua morte. – Guardai il suo viso così contorto dal dubbio, dalla sofferenza e dall'inadeguatezza. – Il mio cuore batte senza sosta ed accetta chiunque mi dimostri affetto. Fa' come desideri, non voglio che tu mi offra qualcosa che non senti come vero o reale. Non desidero che tu mi veda come un figlio, come un Re, come un Drago. Non desidero che tu ti accorga di me. Ma se deciderai di farlo, allora sarò felice di saperlo. – Si voltò e fece per uscire. – Solo una cosa desidero davvero sapere … – Ed ancora lo fermai.
– Cosa desideri sapere?
– Quando mia madre cantava per te simile era la sua voce alla mia? – Sussurrai mentre forte la gola si stringeva davanti ad un padre che mi voltava le spalle.
– Meravigliosa era la sua voce … ma non bella quanto la tua. – Rispose e senza aggiungere altro uscì dalla casa senza porta. Mi alzai e mi avvicinai alla finestra. Lo vidi dirigersi verso Principe e sfiorarlo con le dita. Sapevo, senza nemmeno guardarlo in viso, che stava piangendo per mia madre. Ed io ero triste per lui. Ero triste perché in me non vi era nulla che lui poteva percepire come proprio.
Naisse mi diede alla luce e tra le sue mani giacqui appena nato. Forse lei in me, nel mio volto, nelle mie labbra, nel mio viso, aveva visto qualcosa che le ricordava l'aspetto di Yorick. Forse mi aveva amato proprio perché lo vide quel barlume di lui. Ma in me di Naisse non vi era molto e Yorick non poteva amarmi. Nemmeno la mia voce era come quella di mia madre. Nemmeno le note che potevo produrre sarebbero state tali.
Sentii la mano di Nowell posarsi sulla mia spalla e le sue dita si strinsero mentre la tristezza bagnava le mie guance. Murray parlava con Yorick. Ed il silenzio dentro la mia casa non era mai stato così pesante. – Il dolore acceca anche coloro che vedono chiaramente, mio amato Drago, ma il sole giunge sempre nelle vite di coloro che camminano nella notte e lì sono stati mandati.


...
Okay, è successo.
Lo so, non preoccupatevi, riuscirete a metabolizzare la cosa ed a farvene una ragione. Sarà tutto molto più chiaro in avanti.
La botta è forte ma superabile, fidatevi!
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Cosa si diranno Nivek e suo padre dopo questa rivelazione? Cosa faranno?
Spero siate curiosi!
Iwon Lyme
   
 
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