Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    01/05/2017    0 recensioni
La passione di Lupin per la F1, o le corse di auto in generale, è stata evidente fin dalla prima puntata della prima serie. E nella seconda stagione aveva corso proprio sul noto circuito di Montecarlo, quindi mi è sembrato giusto "organizzare" un ritorno nel Principato. Ma questa volta non sarà lì per correre, ma bensì per uno dei suoi furti. Chissà cosa si sarà inventato, stavolta...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Zenigata incontra Da Rocha


Nel luogo in cui Lupin aveva trasmesso il suo messaggio di sfida arrivò anche Fabien, preoccupato per dove fosse finita Valentine. E quando la vide in compagnia di Zenigata e Lucchini, non fu per niente sollevato...
«Non è successo niente di grave, vero?» domandò con aria tesa l'ex pilota.
«Certo che è successo qualcosa di grave!» esclamò Zenigata. Fabien rimase di sasso, ma poi quando l'ispettore aggiunse: «Lupin mi è scappato un'altra volta!», tirò un gran sospiro di sollievo, Valentine non aveva combinato nessun guaio.
«No, mi riferivo alla ragazza...»
«A proposito...» intervenne Lucchini. «Perché ti trovavi qui, madamoiselle?»
«Avevo visto Lupin sui monitor e volevo parlargli! L'ho inseguito per un po', ma poi ho perso le sue tracce...» rispose Valentine.
«Direi che è inutile rimanere qui! Tenente, andiamo...» disse Zenigata incamminandosi.
«Dove, mi scusi?» chiese sorpreso il tenente.
«Dal signor Da Rocha! Non ho la minima voglia di farmi prendere di nuovo in giro da quel maledetto...» affermò Zenigata. Come al solito, era molto determinato, voleva catturare una volta per tutte Lupin.
Nel frattempo Fabien prese da parte Valentine e la portò fuori dalla stanza. Era molto serio in volto.
«Valentine, cos'hai combinato?»
«Niente! Te lo assicuro!» affermò la ragazza.
«Ascoltami attentamente. Quello che hai fatto poteva essere molto pericoloso! Ricordati che Lupin è un criminale inseguito dalla polizia!»
«A me non sembrava così pericoloso...»
«Per piacere, lascialo perdere! Te lo sto dicendo da amico, non voglio che ti accada qualcosa di brutto...»
«Devo proprio?» chiese Valentine con aria desolata.
«Mi faresti un enorme favore!» rispose Fabien. A quel punto Valentine capì che diceva sul serio.
«E va bene! Starò lontana dai guai.»
«Vedi che possiamo andare d'accordo noi due? Ora però torniamo in cabina, abbiamo ancora un mucchio di cose da fare!»
«Non credevo che fossi così preoccupato per me...»
«Certo! E poi chi lo sente tuo padre se ti succede qualcosa?»
«Tu sei pazzo!»
Valentine quasi rise davanti a quella risposta. Curiosamente i due sembrava capirsi al volo, ma forse perché nei modi di fare Fabien gli ricordava un ragazzo della sua età.

Quando Zenigata e Lucchini entrarono nel box della Da Rocha Team, c'era un viavai di meccanici che stavano controllando le vetture nei box. In quella confusione Zenigata riuscì a trovare il titolare della scuderia, stava parlando con un ingegniere e sembrava essere di buon umore.
Rafael Da Rocha era una persona alta e magra, con i capelli neri ben ordinati, gli occhi scuri e la pelle chiara. Aveva poco più di quarant'anni ed era diventato da poco proprietario di quel team, acquistato l'anno precedente mentre era sull'orlo della bancarotta.
Quel pomeriggio il brasiliano indossava una tuta con i colori del suo team, blu e giallo, ed era seduto all'interno del box, intento ad osservare i tempi effettuati dai suoi piloti. Con voce decisa l'ispettore gli si avvicinò.
«Buongiorno signor Da Rocha»
«Buongiorno!» rispose il brasiliano. «Chi siete?»
«Sono l'ispettore Zenigata, dell'Interpol» disse mostrando il suo tesserino. «Questo al mio fianco è il tenente Lucchini...»
«Piacere di conoscerla!» salutò il gendarme stringendo la mano a Da Rocha.
«Credo di aver capito... siete qui per Lupin!»
«Non mi sembra molto preoccupato per la sua apparizione di poco fa!» affermò Zenigata.
«Semplicemente perché la sfida di Lupin è assurda!»
«Che intende dire?!?»
«E' impossibile entrare nei box durante il Gran Premio! Ci sono poliziotti ovunque!»
«Ma Lupin è un maestro nel travestimento...» contestò l'ispettore.
«Ma io conosco benissimo ogni meccanico e ogni tecnico della mia squadra!» ribattè Da Rocha. «Noterei subito qualcuno di sospetto! E poi non potrebbe mai scappare da qui, una volta entrato...»
«In che senso, mi scusi?»
«Non è facile attraversare il circuito quando ci corrono auto che sfiorano i trecento chilometri orari...»
«Da quello che so, nessuno da quando esiste il Gran Premio di Monaco è riuscito ad entrare nei box durante la gara!» spiegò Lucchini.
«Capisco. E dove tiene questa "Gemma di Brasilia"?» domandò Zenigata.
«Lì dentro!» rispose Da Rocha indicando la cassaforte attaccata al muro.
«Se fossi in lei, piazzerei due agenti proprio davanti alla cassaforte...»
«Impossibile! Mi sarebbero solo d'intralcio!»
«Come?» esclamò Zenigata arrabbiandosi un po'. «Mi sta prendendo in giro?»
«Si calmi ispettore!» disse Lucchini tenendo per un braccio il suo collega. «Il signor Da Rocha intendeva dire che mettere degli agenti qui dentro sarebbe d'intralcio al lavoro dei meccanici! Come può notare, non c'è molto spazio nel box...»
«Sono contento che almeno lei abbia capito le nostre necessità, tenente!» affermò il brasiliano.
«Ho un'altra soluzione al problema. Si potrebbe, in segreto, spostare la gemma da un'altra parte...» suggerì Zenigata, ma subito Da Rocha si oppose all'idea.
«Eh no! La gemma è il nostro portafortuna! Da qui non si muove!»
«Non se la prende ispettore! Di solito gli sportivi sono molto superstiziosi...» commentò Lucchini vedendo il suo collega vistosamente arrabbiato. Poco dopo Da Rocha invitò i due agenti ad uscire perché i meccanici stavano chiudendo il box. Senza obiettare Zenigata e Lucchini salutarono Da Rocha e lasciarono il circuito.
Sulla strada che conduceva in gendarmeria più volte Zenigata si lamentò del fatto che le misure di sicurezza, a suo giudizio, erano insufficienti, ma Lucchini gli ricordò che più di così non potevano fare: la zona dei box era così stretta che aumentare il numero dei poliziotti avrebbero creato solo confusione, e che a Da Rocha era stata fornita la massima protezione possibile. Zenigata solo in parte era stato convinto dalle parole di Lucchini, l'arroganza mostrata da Da Rocha in quella occasione non gli piaceva per niente.

Si era fatta notte e Jigen, dopo essersi separato da Lupin quand'era fuggito dalla sala delle interviste, decise di tornare al covo dove il suo socio lo stava aspettando da qualche ora. Lupin aveva trovato una camera libera in un albergo di seconda mano, molto raro a Montecarlo, a pochi metri dalla famosa curva del circuito chiamata "Della vecchia stazione". (E' un tornante stretto in discesa, e credo che sia la curva più famosa e fotografata di tutto il circuito. N.d.A.)
Arrivato alla porta Jigen bussò due volte e dopo aver sentito la voce di Lupin rispondere, entrò. Rimase molto sorpreso nel vedere il suo socio maneggiare alcune boccette contenenti dei liquidi colorati.
«Che stai facendo? Improvvisamente sei diventato un alchimista?»
«No, mon ami!» rispose Lupin. «E' una piccola sorpresa che sto preparando per il nostro amico brasiliano...»
«Sei sicuro che quella roba non ci farà saltare in aria insieme all'albergo?» chiese Jigen dopo essersi seduto al tavolo, accanto a Lupin. Lo osservò per qualche secondo e poi riprese la parola.
«Stanotte qualcuno mi stava pedinando...»
«Chi? Un poliziotto?» domandò sorpreso Lupin.
«No, dal modo di agire non direi...» affermò Jigen.
«Non dirmi che è ancora quella ragazzina che abbiamo incontrato sulle tribune!»
«No Lupin! Questo è un professionista... e ha l'aria di essere un tipo pericoloso.»
«Jigen, hai notato che col passare del tempo questo furto sta diventando sempre più intrigante?» commentò Lupin con un sorriso beffardo. Al contrario Jigen era preoccupato e per non rispondergli si sdraiò sul divanetto accanto al tavolo. Non lo sopportava quando faceva lo scemo in quella maniera.
«Ah, quasi me ne dimenticavo...» disse Lupin mettendo da una parte le boccette sul tavolo.
«Cosa c'è adesso?»
«Per domani procurati un vestito elegante! Si va al casinò!»
«E perché?»
«Voglio conoscere di persona questo Da Rocha. Tutti i pezzi grossi saranno lì domani sera...»
«Farò il possibile!» rispose Jigen girandosi dall'altra parte.
«Un'ultima cosa Jigen: ti consiglio di non fumare stanotte. Le boccette contengono liquidi molto sensibili al calore...»
Più infastidito dal fatto che non poteva fumare che dal possibile pericolo creato dalle sostanze che Lupin aveva maneggiato, Jigen trovò una posizione comoda sul divano e in pochi secondi si addormentò.


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