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Autore: Death Lady    01/05/2017    5 recensioni
" –Una gita vi farà bene– aveva detto la McGranitt prendendoli per le orecchie e facendoli salire su una carrozza tirandogli dietro mantelli e sciarpe, augurandogli poi buon viaggio con l’aria più angelica.
Una gita a Hogsmeade con nientepopodimeno che il suo acerrimo nemico di sempre: Draco Malfoy. Esisteva cosa peggiore? Evidentemente sì: le porte delle rispettive Sale Comuni non si sarebbero aperte se non fossero arrivati ad una tregua.
[...]
Si bloccò un attimo, gustandosi l’espressione confusa che si stava disegnando sul volto del Grifondoro.
Il biondo si avvicinò studiandolo. Lo osservò attentamente negli occhi, spostando lentamente lo sguardo per il suo corpo, tornando poi a fissare le sue iridi argentate in quelle verdi del ragazzo –No– disse in un sussurro –Non abbiamo davvero alcuna possibilità. No sei proprio il mio tipo– disse allontanandosi velocemente verso il castello.
Harry si sentì punto nel vivo, ferito nell’orgoglio. Stava forse dicendo che non era sufficientemente bello per lui? Stava diventando una cosa personale quella."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Minerva McGranitt | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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A LOVELY NIGHT


–Malfoy se non ti levi, giuro, ti faccio diventare verde a suon di pugni– disse gelido Harry, ormai veramente stanco di subire quotidianamente le angherie del ragazzo biondo, che sembrava provare un piacere immenso nel dargli fastidio.

La risata del giovane Malfoy fu la goccia che fece traboccare il vaso e che fece degenerare la situazione. Dopotutto chi l’aveva detto che Harry Potter doveva sempre essere bravo e posato, ma, soprattutto, chi l’aveva detto che i maghi non potevano picchiarsi? Non esisteva solo la magia per regolare i conti.
Harry gli si lanciò addosso.

Sfortunatamente, proprio in quel momento, l’amata professoressa di Grifondoro aveva girato l’angolo e, dopo aver trattenuto il fiato esterrefatta, aveva ridotto gli occhi in due fessure e le labbra erano diventate talmente fine che ci si sarebbe potuti tagliare.
 
–MALFOY! POTTER! –
 
 
Così, un’ora più tardi, si trovavano su una carrozza diretta a Hogsmeade.
Sì, Hogsmeade: dopo aver tenuto i ragazzi nel suo ufficio, continuando a ripetere indispettita che in tanti anni di insegnamento non aveva mai visto un comportamento più volgare di quello che le si era parato davanti agli occhi quel giorno, aveva deciso che per punizione, siccome sembrava proprio che quei due non riuscissero a stare nella stessa stanza per più di 5 secondi senza che frecciatine, o peggio, cominciassero a volare per la stanza, sarebbero andati insieme al piccolo paesino vicino la scuola. Punizione insolita, in effetti sembrava più un premio ma la vecchia docente di Trasfigurazione non credeva nei metodi duri di professori come Severus Piton -che sicuramente li avrebbe spediti in una qualche stanza puzzolente piena di chissà quali intrugli o sostanze di dubbia legalità ormai imputridite-. Lei preferiva impartire lezioni in altri modi, facendo passare gli insegnamenti sotto banco, facendo quasi credere agli studenti di aver imparato qualcosa da soli.

–Una gita vi farà bene– aveva detto prendendoli per le orecchie e facendoli salire su una carrozza tirandogli dietro mantelli e sciarpe, augurandogli poi buon viaggio con l’aria più angelica.
 
Una gita a Hogsmeade: Harry Potter e Draco Malfoy. Esisteva cosa peggiore? Purtroppo sì: le porte delle rispettive Sale Comuni non si sarebbero aperte se non fossero arrivati ad una tregua.
 
 
****
 
 
–Muoviti Potter, non perderò per colpa tua l’opportunità di divertirmi– cominciò Malfoy una volta sceso dalla carrozza e messo piede sulla neve compatta e perfetta della cittadina.

Harry lo seguì sbuffando.

–Non è una gita, Malfoy, è una punizione! – gli urlò dietro il moro cercando di trattenere i nervi che con il Serpeverde erano sempre pronti a scattare.

Era solo colpa sua se si trovavano in quella situazione. Non era stato lui ad andargli vicino per cominciare a dargli fastidio. Insomma, non che con Malfoy servisse una qualche ragione per cominciare a litigare ma quella volta avrebbe anche potuto risparmiarsi di dargli fastidio!

–Per me l’unica punizione è essere qui con te, Potter. Per il resto è fin troppo divertente essere puniti dalla McGranitt– disse beffardo girandosi a guardarlo dall’alto in basso.

–È sicuramente meglio lei di quel viscido del tuo adorato professore, vero Malfoy? – gli soffiò in risposta –È una fortuna che non sia passato lui o il tuo bel culetto Purosangue in questo momento si troverebbe a sgobbare in qualche stanzino sporco e puzzolente–

Il Serpeverde lo guardò stizzito. –Dovrei forse ringraziarti? Stai forse dicendo che questo è tutto merito tuo? Non so da dove credi di essere saltato fuori ma non sai proprio con chi hai a che fare! –

Harry lo guardò a bocca aperta. Ma che cavolo stava dicendo? –Non sto-

–Beh, perché se è così sappi che non me ne frega proprio niente di quale tipo di punizione mi affibbino. Se avessi voluto venire qui mi sarebbe bastato farlo. Non mi serve certo il permesso di qualcuno–

–Non hai capito proprio niente Malfoy! Quello che volevo dire-

–Non mi interessa quello che volevi dire! – esclamò il biondo girandosi e ricominciando a camminare.

Ma cosa cavolo passava nella testa di Malfoy? Sapeva che era strano ma non fino a quel punto. E, soprattutto, cosa cavolo stava perdendo tempo a fare giustificandosi con lui?! Che capisse quello che voleva, problemi suoi. Harry stava a posto così.

–Muoviti Potter, non ho assolutamente intenzione di prendermi l’influenza a causa tua– urlò il Serpeverde.

Scuotendo la testa per ritornare alla realtà Harry, ormai stanco di quel comportamento, esclamò –Se proprio vuoi andare da qualche parte, vai! –

Draco fece finta di ridere –Per poi sentirmi dire dalla vecchia megera di aver ucciso di ipotermia il suo caro piccolo Potter? – esclamò. –Muoviti!–
 

Madama Rosmerta li accolse con stupore e calore. Calore che Harry fu ben lieto di ricambiare con sorrisi e abbracci ma che il Serpeverde snobbò con una scrollata di spalle e un sopracciglio alzato, andando a prendere posto, con petto in fuori ed espressione tronfia, il più in disparte possibile. Le persone si girarono a guardare i nuovi arrivati incuriositi. Era proprio il giovane Malfoy quello? Ed era proprio il giovane Potter il ragazzo che era entrato con lui?

Harry notò con stupore, e forse una punta di invidia, come le persone guardassero il suo compagno di scuola con riverenza, altre con timore, altre semplicemente con rispetto. Lui in effetti non era mai stato guardato con timore, ma sicuramente non poteva vantare, tra le persone che conosceva, il rispetto che poteva vantare Malfoy nei confronti di tutti. Nessuno si azzardava a rispondergli o a trattarlo male, soprattutto non in pubblico. Privilegio che a lui purtroppo non era concesso.

Peccato che, giustamente, le persone guardano sempre a quello che non hanno, non accorgendosi di ciò che succede attorno a loro. Infatti, mentre Harry attraversava il locale, un po’ impacciato e decisamente agitato da tutti gli sguardi che aveva puntati addosso, non notò lo sguardo di ammirazione, commozione, a volte tristezza, che compariva nelle persone che posavano lo sguardo su di lui riconoscendolo. Soprattutto, quello che Harry si perse, fu lo sguardo d’invidia che gli riservò Malfoy. Potter aveva sempre tutto, in fondo, fama e gloria: era amato e apprezzato da tutti. A lui cosa rimaneva invece? Il timore negli occhi di chi lo guardava. Tutto merito, o colpa, di suo padre. Non che questo gli dispiacesse, sia ben chiaro, ma una volta avrebbe voluto anche lui essere guardato con ammirazione e non con invidia, con gioia e non con paura, con genuino interesse e non con artefatta devozione.

Quando Harry lo raggiunse il Serpeverde al tavolo, non poté astenersi dal mostrare il suo cipiglio contrariato per i suoi modi poco cortesi. Un’alzata di sopracciglia a cui Malfoy non si prese nemmeno la briga di rispondere. Affari suoi e di Madama Rosmerta se non gli andava bene come si comportava, lui stava a posto così.
 
I due presero posto e, malgrado i presupposti, arrivarono ben presto -ovviamente ognuno per conto proprio- alla conclusione che, alla fine, avrebbero dovuto passare quel tempo assieme in ogni caso, tanto valeva provare ad instaurare un qualche tipo di conversazione. Anche perché altrimenti avrebbero dovuto dormire per i corridoi di Hogwarts e nessuno dei due era ansioso di provare.
 
 
Sebbene fosse una giornata feriale, la locanda era piena come sempre, se non di più. Avventori e clienti abituali riempivano il negozio di vitalità, ognuno intento a raccontare le proprie avventure, ognuno impegnato a raccontare le proprie storie, a bere la propria bevanda. Eppure, tutti, di tanto in tanto, lanciavano uno sguardo, chi preoccupato, chi semplicemente curioso, al tavolo in fondo a destra. Nessuno avrebbe pensato di poter vedere un giorno Harry Potter e Draco Malfoy seduti allo stesso tavolo a parlare civilmente, figurarsi vederli ridere assieme!

–Non posso credere che siete stati voi, Malfoy! Povero Gazza!– esclamò il moro tenendosi lo stomaco per le risate.

–Ma quale povero Gazza! Lui sicuramente merita di peggio. Se solo penso a tutte quelle volte che ha provato a farmi punire da qualche professore … – disse reprimendo un brivido di disgusto.

Restarono in silenzio per un po’, ognuno perso nei propri pensieri. Harry fu sorpreso per ben due volte a fissare imbambolato il ragazzo seduto di fronte a lui. Alla terza, ormai decisamente a disagio da tutta quell'attenzione, il biondo si sentì in dovere di chiedere spiegazioni.

–Cosa c'è? – chiese il biondo confuso, guardandosi alle spalle.

–Niente– disse a bassa voce il moro distogliendo lo sguardo imbarazzato.

Accidenti! Cosa avrebbe dovuto rispondergli? “Ginny aveva ragione riguardo i tuoi capelli: sono davvero biondissimi. Mi domando solo se al tatto siano morbidi come sembrano”?

Sicuramente no. Insomma, non era il caso di dire quelle cose a nessuno, figurarsi a Malfoy che non aspettava altro che Harry Potter si unisse alla schiera di ragazze, e ragazzi, che gli andavano dietro.

No, decisamente no.

Lo sguardo eloquente del biondo, però, lo costrinse a dire qualcosa.

–Pensavo a una cosa che ha detto Ginny tanto tempo fa– disse con un’alzata di spalle, evitando di guardarlo negli occhi più del necessario.

Fortunatamente per lui, il biondo decise di non indagare più fondo. Almeno non per questa volta.

Continuarono a chiacchierare per un po’ finché non arrivarono, come succede spesso tra gli adolescenti, a parlare di ragazze. Era sicuramente strano parlare di quello con Malfoy ma, alla fine, era meglio che lanciarsi insulti.

–Non è possibile Malfoy– sbottò il riccio dopo un po' –Non puoi aver avuto anche Cho!– sbuffò il ragazzo.

–Perché no, scusa? È una come tante– disse con leggerezza alzando le spalle.

Harry lo guardò con tanto d’occhi –Lei era innamorata follemente di Cedric! Insomma non ci sono riuscito nemmeno io! – sbuffò.

Il biondo represse un risolino –Beh, Potter, mi dispiace dirtelo: ma tu non sei me– disse con un ghigno.

–Oh, andiamo Malfoy …– cominciò Harry con il morale e l’autostima sotto i piedi. Come aveva potuto Cho preferire Malfoy a lui? Un Serpeverde! Un Malfoy dannazione! Allora non serviva proprio a niente essere famosi e buoni, le ragazze andavano davvero sempre e solo dietro ai cattivi ragazzi. Cattivi ragazzi che, in quel caso, erano anche piuttosto belli, ricchi e vanitosi.

–Fidati Potter, se mi venisse in mente di portarti al letto ci riuscirei– disse con un ghigno portandosi con eleganza il bicchiere di Burrobirra alla bocca prendendone un sorso. Appunto: la vanità era una dote che non mancava proprio ad un Malfoy.

Cosa cavolo ci aveva trovato di così interessante in lui?

–Non credo proprio– ribatté sicuro Harry.

–O io invece credo proprio di sì. E, soprattutto, poi verresti a cercarmi per avere il bis. Come tutte– gli rispose facendogli l’occhiolino alzando un angolo della bocca in un mezzo sorriso divertito.

–Peccato che non succederà mai! – disse risoluto.

–Chissà– rispose ambiguo –Con Cedric ce l’ho fatta– disse con un sussurro e una scintilla negli occhi.

–Tu hai …– boccheggiò il Bambino Sopravvissuto sbarrando gli occhi, suscitando una risata di cuore nel Serpeverde.

Nonostante quella sconcertante rivelazione, il moro non poté non pensare che il biondo avesse davvero una risata stupenda.

Ma sicuramente era colpa della Burrobirra.
 
Ripresosi dallo shock iniziale Harry, ormai davvero curioso di sapere se tutte le voci che giravano sul Serpeverde erano vere, decise di porgli qualche domanda sulle varie ragazze che, girava voce, si portasse a letto.

Il biondo trattenne nuovamente una risata –Wow, Potter, non pensavo davvero che Hogwarts avesse un’opinione così alta di me– disse.

Harry alzò le sopracciglia facendogli segno di continuare. Era davvero curioso. –Quindi? –

Draco lo guardò negli occhi, ancora divertito –Quindi Potter, non è vero! Cosa credi che vada in giro a sbattermi studenti e studentesse per il castello? – disse facendo arrossire il moro. –Insomma– continuò –non che a qualcuno non piacerebbe poter fare questo ma stiamo pur sempre in una scuola e ho comunque una reputazione e un nome da mantenere– disse serio –Se tutti potessero avermi con così tanta facilità, non attirerei più l’attenzione– spiegò.

Harry, sinceramente sorpreso dall’atteggiamento del ragazzo difronte a lui, chiese –Quindi perché dicono certe cose su di te? –

Draco lo guardò ghignando e indicandosi con una mano –Beh, Potter, mi hai visto? – disse.

Harry scosse la testa ridacchiando.
 
****
 
Quando arrivarono ad Hogwarts, passando per il grande parco, Malfoy si guardò intorno con aria pensierosa. Il sole era quasi tramontato e le luci del castello proiettavano strane ombre luminose sull’erba e sul lago che, da nero qual era, aveva assunto una tonalità aranciata. Non poté non pensare che fosse uno spettacolo suggestivo. Un paesaggio quasi intimo, avrebbe potuto dire se solo non fosse stato lì con Potter.

Insomma, se ci fossero state altre due persone, altri due giovani al loro posto, magari innamorati o che per lo meno non si erano sempre fatti la guerra l’un l’altro, sicuramene avrebbero apprezzato quell’atmosfera di complicità, che a loro invece sembrava quasi proibita.

Era proprio a questo che pensava e a tal proposito decise che avrebbe potuto sfruttare quel paesaggio per capire un po' di più ilragazzo che aveva di fronte a sé. Dopotutto poteva anche essere un’occasione per stuzzicarlo un po’. Gli era sembrato fin troppo timido il ragazzo e, soprattutto, non si era lasciato sfuggire certe occhiate. Voleva saperne di più ma, soprattutto, voleva divertirsi un po'.

–Potter– disse ad un tratto richiamando l’attenzione del ragazzo che si voltò a guardarlo. Il biondo gli indico il cielo sollevando lo sguardo –Guarda le stelle, Potter. Non trovi siano bellissime? – disse guardandolo negli occhi per un secondo, per poi riportare lo sguardo verso l’alto. –Guarda che bella la Via Lattea e guarda il blu del cielo che sembra quasi illuminarsi d’argento con tutti questi puntini chiari che compaiono piano piano– disse con aria sognante.

Harry si ritrovò confuso a guardare le stelle., poi guardò nuovamente il Serpeverde –Ti senti bene, Malfoy? Ti stai allenando per entrare nel club di poesia per caso?–

Il ragazzo storse un angolo della bocca, divertito. –Sto solo dicendo, Potter, che siamo capitati in un panorama da romanzo che sembra fatto a posta per due– disse fissandolo negli occhi. –È un vero peccato che quei due siamo proprio tu ed io– disse sorridendo di fronte all’espressione confusa del moro.

–Cosa stai-

–Sto dicendo, che se al nostro posto ci fossero state altre due persone avrebbero amato questo cielo chiaro e luminoso. Invece ci siamo solo tu ed io. Ed io te non abbiamo alcuna possibilità in quel senso– lo interruppe il giovane.

Si bloccò un attimo, gustandosi l’espressione confusa che si stava disegnando sul volto del Grifondoro.

Il biondo si avvicinò studiandolo. Lo osservò attentamente negli occhi, spostando lentamente lo sguardo per il suo corpo, tornando poi a fissare le sue iridi argentate in quelle verdi del ragazzo –No– disse in un sussurro –Non abbiamo davvero alcuna possibilità. Non sei proprio il mio tipo– asserì allontanandosi velocemente verso il castello.

Harry si sentì punto nel vivo, ferito nell’orgoglio. Stava forse dicendo che non era sufficientemente bello per lui? Stava diventando una cosa personale.

Ripresosi, il Grifondoro lo guardò con sfida accelerando il passo, superandolo per poi girarsi a guardarlo –Beh, innanzitutto Malfoy, mettiamo in chiaro le cose– cominciò puntandogli un dito contro –Tu dici che tra noi non può esserci assolutamente nulla, giusto? Beh, penso proprio che invece, nella remota ipotesi in cui dovesse mai accadere qualcosa, tu ci staresti anche. Dopotutto sei tu che sei andato a letto con varie persone a Hogwarts senza fare distinzione di Casa e, soprattutto, sesso! Magari potrei anche venire a cercarti per il bis, come tutte– disse socchiudendo gli occhi –O, perché no, potresti venire tu da me, per avere l'opportunità di avermi di nuovo– disse facendo qualche passo indietro continuando a guardarlo –Sai però di cosa sono veramente sicuro? – il biondo lo osservava attento: divertito e incuriosito allo stesso tempo. Voleva esattamente questo: vedere cosa frullava esattamente in quel cervello tanto invidiato da tutto il Mondo Magico. Il Serpeverde gli fece cenno di proseguire –Io, so per certo, che comunque dovessero andare le cose, tu da me il bis lo daresti in ogni caso, Malfoy– gli disse avvicinandosi provocante, sfidandolo. Era Grifondoro, era abbastanza coraggioso e stupido da mettersi in situazioni come quella stava per venire a crearsi, per questo non si morse la lingua mentre diceva –Dopotutto sono la tua ossessione da anni. Hai sempre cercato di attirare la mia attenzione, non permetteresti mai che possa sfuggirti dopo avermi avuto– lo aveva voluto lui, dopotutto.

Negli occhi del Serpeverde si accese una luce pericolosa.

Harry si voltò di scatto, nonostante il disagio e l’imbarazzo di aver detto quelle cose, era intenzionato a continuare. Ormai aveva lanciato il sasso, non poteva nascondere la mano.

–E poi– ricominciò –Sicuramente, questo– disse allargando le braccia indicando tutto intorno a loro –Potrebbe sicuramente apparire interessante o, perché no, romantico forse, se non fossimo in punizione o se io provassi qualcosa per te! – disse con trasporto –Invece, non provo nulla per te! –

I due si guardarono intensamente. Harry aveva il fiato corto.

–Davvero? – chiese Draco avvicinandosi.

Il moro annuì, il fiato corto –Meno di nulla– confermò secco.

Il biondo ghignò, molto, troppo, vicino al compagno di scuola –Quindi concorderai con me nel dire che è davvero una serata sprecata– disse in un sussurro.

–Già– Harry lo guardò negli occhi. Avvicinandosi ancora un po’ al ragazzo di fronte a lui, da cui, ormai il suo corpo sembrava irrimediabilmente attratto da qualche forza sconosciuta –Che spreco–concluse.

I loro visi ormai vicinissimi e i respiri che si infrangevano, gli occhi di uno, persi in quelli dell’altro. Sarebbe bastato qualche millimetro.

Sarebbe bastato qualche secondo, invece attesero.

 La McGranitt si schiarì la voce, di fronte a loro.

I due si separarono di scatto, come scottati, mentre le guance di entrambi si tingevano di rosa.

–Bentornati– disse la donna, girandosi per avviarsi verso il Castello, nascondendo abilmente un sorrisetto soddisfatto. Era andata meglio di quello che aveva sperato. –La cena vi attende nei vostri dormitori. Spero abbiate imparato la lezione–






 

Ringrazio tutti di essere arrivati fin qui. Spero vi sia piaciuta almeno un pochino. E' il mio primo tentativo con la Drarry e gradirei moltissimo ricevere critiche e consigli, quindi se ne avete non esitate a farvi avanti.
Grazie ancora.
Alla prossima,
DeathLady 

   
 
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