Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: gayzombie_    01/05/2017    5 recensioni
[Johnlock + Parentlock]
Una raccolta di One-Shots riguardanti momenti comici e/o fluff della famiglia composta da Sherlock, John e la piccola Rosie Watson. (Ogni One-Shot è indipendente dall'altra e probabilmente non saranno in ordine cronologico)
-
«Hai idea del perché la maestra di Rosie voglia parlarci di persona, Sherlock?»
«Non direi.»
«William Sherlock Scott Holmes, se vengo a sapere che mia figlia ha cercato di vivisezionare qualche suo compagno per colpa delle strane idee che le metti in testa, sappi che…»
«Rilassati, l’ho soltanto fatta giocare con la testa mozzata del nostro ultimo caso.»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«William e Sarah vanno dal fruttivendolo: entrambi comprano cinque mele ma, una volta tornati a casa, William si ritrova con diciotto mele e Sarah con sette. Quante mele avevano già in casa?»
 
Quel giorno toccava a Sherlock aiutare la piccola con i compiti di matematica. Rosie adorava quando toccava a lui perché, oltre a darle immediatamente la risposta al problema senza neppure farci caso, finiva ogni volta per divagare dando uno spettacolino che la bambina trovava sempre esilarante.
 
«Questo William mi sembra sospetto, piccola Watson. Perché uscire a comprare le mele, se ne aveva già tredici in casa? Nel caso di Sarah è comprensibile, due mele sarebbero durate poco e voleva fare provviste, ma per William non c’era fretta. Si conoscono, per caso? Ho il sospetto che William la stesse seguendo, nel testo non è specificato che Sarah sapesse della sua presenza o meno. Ha fatto spesa anche lui per mescolarsi alla clientela. E hanno preso entrambi soltanto le mele, non ti sembra una strana coincidenza?»
 
La bambina annuì, appuntando il risultato dell’operazione sul proprio quaderno, per poi tornare a godersi quel delirio.
 
«Oppure doveva semplicemente preparare qualche torta di mele e temeva di restare senza…» ipotizzò poi il detective, perdendo progressivamente interesse in quel caso. «Si, dev’essere così. Banale, noioso. Passiamo al prossimo.»
 
«Sarà così, papà. Non mettono queste cose brutte nei problemi di matematica delle elementari.»
 
Sherlock sentì il proprio cuore saltare un battito. Restò immobile fissando un punto nel vuoto per una manciata di secondi, tenendo le labbra serrate: aveva già vissuto un momento simile, anni prima, sempre in piedi di fronte al tavolo di quella cucina, quando John lo aveva definito per la prima volta il suo “migliore amico”.
 
«Come… come mi hai chiamato, piccola Watson?»
 
«Ho detto “papà”…» mormorò la piccola, posando la matita sul tavolo con un'espressione vagamente preoccupata stampata in volto; si chiedeva se avesse detto qualcosa di male, per suscitare quella reazione.
 
«…Oh.» fu tutto quello che il detective riuscì a dire, immerso nei propri pensieri. Doveva ancora elaborare per bene la situazione. Aprì bocca per dire qualcosa, ma l’unico suono che riuscì ad emettere fu un breve sospiro.
 
«Io… non sono il tuo papà, lo sai, vero?»
 
La piccola sembrava perplessa; i suoi occhioni, dello stesso azzurro di quelli di John, si fecere tutto a un tratto pensierosi e si spostarono sul quaderno a quadretti aperto di fronte a lei.
 
«Ma dormi insieme a papà, e mi accompagni a scuola… mi aiuti con i compiti, mi dai il bacio della buona notte…»
 
Il detective prese posto su una sedia accanto a lei, appoggiando i gomiti sul tavolo e unendo le punte delle dita, nella tipica posizione che lo aiutava meglio a riflettere. Aveva bisogno di riflettere.
 
«T-tuttavia, biologicamente…»
 
«La mia maestra dice che i genitori sono quelli che ti crescono.» lo interruppe l’angioletto biondo, stringendosi nelle spalle mentre scarabocchiava distrattamente su una pagina vuota del quaderno.
 
«Sul serio? E questa persona insegna in una scuola?!» protestò l’uomo, abbandonando la sua posizione. «Dovrò parlare con questa maestra, se davvero ha il coraggio di definirsi tale. Non darle retta, Rosie, sarò disposto a darti lezioni private in casa se questo può servire a toglierti dalle mani di certi incompetenti. I genitori sono quelli a cui devi la tua nascita, quelli che generano la vita… ora, pensi che io ti abbia partorita, piccola Watson? Ti do un indizio: non sono provvisto di utero.»
 
Rosie lo guardava con aria sempre più smarrita, pensando tra sé e sé che lo spettacolino di poco prima era decisamente più divertente di quello.
 
«Se vogliamo usare un termine più appropriato, io sono un educatore, in quanto contribuisco alla tua crescita e al tuo sviluppo ment-»
 
Avrebbe potuto portare avanti quell’inutile sproloquio per ore, senza neppure riprendere fiato tra una frase e l’altra, se solo Rosie non fosse scesa da quella sedia per avvicinarsi a lui, stringendo le braccia attorno al busto del suo “papà”, che per tutta risposta si irrigidì completamente smettendo quasi di respirare.
Un discorso tanto ponderato, pieno di tutta quella convinzione, spazzato via in un secondo da un paio di piccole braccia ossute.
 
«…”Papà” andrà bene. D’accordo. O-ora finisci i tuoi compiti.»
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: gayzombie_