Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: CastielImpala67    01/05/2017    1 recensioni
* Spoiler 12x19 *
"Le cose si erano messe male già da un po’ e l’ultima cosa di cui Dean aveva bisogno era l’ennesima sparizione di Castiel. Era andato via così, dal nulla, senza dire niente, senza dare spiegazioni, lasciando i Winchesters da soli in questa disperata caccia alla donna gravida, troppo stupida per capire che il caro Baby Satan avrebbe fatto fuori sia lei che l’intera umanità."
Ho cercato di dare un nuovo finale ad una puntata che ha lasciato sconvolte non poche persone ma che, allo stesso tempo, ci ha regalato tanto Destiel.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 


Le cose si erano messe male già da un po’ e l’ultima cosa di cui Dean aveva bisogno era l’ennesima sparizione di Castiel. 
Era andato via così, dal nulla, senza dire niente, senza dare spiegazioni, lasciando i Winchesters da soli in questa disperata caccia alla donna gravida, troppo stupida per capire che il caro Baby Satan avrebbe fatto fuori sia lei che l’intera umanità.
 
Ma ehi, era solo un bambino, cosa avrebbe mai potuto fare di male? Giusto?
 
No. Non giusto.
 
Così i due fratelli cercarono diversi modi per porre fine a tutto questo casino messo in atto da Lucifero, troppo impegnato a disseminare il suo seme e moltiplicare la sua stirpe.

 

Ma Dean non riusciva a concentrarsi, non riusciva a non pensare a che fine potesse aver fatto quello stupido coglione piumato.
 
Sam si impegnò tantissimo nella ricerca di una soluzione e ogni tanto gli capitava di vedere il fratello completamente assente, perso tra i suoi pensieri, le sue preoccupazioni ma lui già sapeva, non aveva bisogno di chiedergli se c’era qualcosa che non andasse e partiva semplicemente con la domande giuste: “Hai sentito Castiel?”; “Notizie da Cas?”; “Credi sia in pericolo?”; “Sei preoccupato? Tranquillo, sa quel che fa”.
 
E forse era anche vero.
Forse Castiel sapeva davvero cosa stava facendo in quel momento e aveva una valida spiegazione per la sua assenza, ma Dean cosa poteva saperne? Quali certezze aveva?
 
Per quel che ne sapeva avrebbe già potuto essere morto da un po’ e allora tutte quelle storie sul figlio di Lucifero potevano benissimo andare a farsi fottere.
 
L’unica cosa che gli rimaneva da fare era lasciare 32 messaggi al giorno nella segreteria di Cas sperando, ogni volta, di ricevere una risposta.

 
 
 
Un giorno era davvero troppo stanco anche solo per ascoltare Sam così, mentre il fratello gli spiegava le sue teorie in merito  a tutta la questione, Dean semplicemente disse di avere mal di testa e si ritirò nella sua stanza per poi sprofondare nel letto, stringere gli occhi e chiudersi in sé stesso, cercando di non pensare a Cas e a tutte le cose più orribili che potevano essergli successe.
 
L’intenzione era buona ma non ce la fece e il solo pensiero che qualcuno gli stesse facendo del male in quel momento lo mandava in crisi.
E immaginare che qualcuno lo potesse guardare, toccare o anche solo parlargli mentre lui, invece, era costretto all’immaginazione, lo mandava in bestia.
 
Avrebbe voluto averlo lì, in quel letto, accanto a lui. Assicurarsi che fosse tutto a posto, che fosse al sicuro perché era questo che Dean faceva: teneva le persone al sicuro.
 
Ma spesso gli capitava di interpretare il pericolo nella maniera sbagliata, ritenendosi lui stesso una minaccia per gli altri e allontanandoli nel peggiore dei modi.
 
Con Castiel gli capitava ogni volta.
Non appena sentiva di avergli dato troppo, di essersi esposto più del dovuto, ecco che si tirava indietro, diventando la persona più costipata sentimentalmente di questo mondo.
 
Era solito rinchiudersi in quel piccolo spazio di mondo, in una parte profonda e oscura di se stesso, ma fin troppo vistata, dove nessuno poteva fargli del male e dove lui non poteva fare del male a nessuno.
 
Lì non c’erano implicazioni, non bisognava prendere decisioni, non era necessario dare una spiegazione alle cose, le si lasciava semplicemente lì, senza catalogarle.
 
Stava bene in quel posto ma era sempre da solo, solo con se stesso e con le paure che continuava a reprimere, invece di affrontarle.
 
Una di queste paure era proprio Castiel e soprattutto quello che provava per lui, ancora troppo confuso e difficile da comprendere.
 
Ora sapeva solo che gli mancava e quel vuoto che gli si stava creando nel petto era diventato troppo pesante.
 
Insostenibile.
 
Forse è questo l’aggettivo adatto per tutta quella situazione.
 
Semplicemente, inesorabilmente e miseramente insostenibile.
 
Un peso che Dean si portava dentro da tempo e, in quel momento, decise di alleggerirsi un po’.
 
Non poteva credere di essere arrivato a quello, ma ne aveva davvero bisogno.
 
Così prese tutto il suo orgoglio, le sue convinzioni e le lanciò all’aria.
 
Senza troppa fretta, si mise seduto, si strinse le mani per auto convincersi, chiuse gli occhi e iniziò a parlare.
 
“Cas, amico, io.. Dannazione.
Sei un vero idiota.
Io sono un vero idiota.
Sono qui, sul mio letto, a pregarti.
Ma in realtà sto solo parlando da solo, così come ho fatto per tutto questo tempo lasciandoti messaggi in segreteria.. Sono stanco, Cas.
Sono stanco di essere ignorato, di preoccuparmi per te, per quello che gli altri ti potrebbero fare mentre io non ci sono.
Ho bisogno di averti qui, con me, di sapere dove sei, dove vai.
Ne ho bisogno.
Ho bisogno di poterti salvare, di poterti aiutare.. Cristo.
Dove cazzo sei?
Dio, fatti vivo!
Mandami un segno, un segnale di fumo, rispondi ad un mio messaggio, ad una mia chiamata, vieni a trovarmi in sogno, fa’ qualcosa, dannazione!
Giuro su quel tuo bel culo piumato Castiel, che se non ti farai vivo, io ti troverò e dopo ti prenderò a calci come se non ci fosse un futtuto domani.
Non hai idea di come io mi senta adesso, di quanto io sia incazzato.
Perché tu? Eh? Perché?
Non bastava mia madre, non bastavano tutti gli altri.
Amico, sono stanco di essere abbandonato da tutti.
Perché deve sempre andare tutto male?
Sono stanco, davvero.
Aspetterò una settimana e poi smetterò di cercarti.”

 
Detto questo, Dean sprofondò nel cuscino pensando a quanto fosse stato patetico un attimo prima.
Tutte parole buttate all’aria, dette contro un muro, era a questo che lo portava Castiel?
A parlare da solo aspettandosi un qualche tipo di risposta arrivare dall’alto?
 
Decise che la cosa migliore in quel momento era dormire e dimenticarsi, almeno per qualche ora, di tutti quei problemi.


 
 
 
 Una volta sveglio trovò Sam già al lavoro, impegnato a cercare qualche modo per fermare la nascita del figlio di Lucifero.
 
Quella mente brillante  fece due calcoli scoprendo che il piccolo sarebbe venuto alla luce intorno al 18 Maggio e proprio mentre i due fratelli parlavano si sentì la porta del bunker aprirsi e dei passi pesanti attraversare la porta.
 
Dean sollevò la testa e scorse un trench.
 
CASTIEL.
 
Castiel era lì, finalmente.
 
Li guardava dall’alto con uno sguardo crucciato.

“Ciao”
Questo era il meglio che riuscì a dire, dopo essere ricomparso dal nulla e senza nessun preavviso.
 
“Dove cazzo sei stato?” gli chiese subito Dean “E perché non hai risposto alle nostre chiamate?”
 
Castiel gli spiegò che era stato in Paradiso, occupato a lavorare con gli angeli, cercando una soluzione per trovare Kelly e porre fine a tutto quel casino.
 
Dean però non aveva nessuna intenzione di stare lì ad ascoltare le sue stronzate, per lui erano solo scuse, avrebbe potuto almeno avvisare, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa e quando Castiel gli disse di aver anche ricevuto i loro messaggi Dean non ci vide più dalla rabbia.
 
Questo cosa significava?
Aveva ricevuto proprio tutti i messaggi?
Persino la sua preghiera?
E allora perché cazzo non si era scomodato a rispondere?
 
Il più grande dei Winchester tagliò corto, di gente che gli rifilava scuse anziché esporsi davvero ne aveva piene le tasche, lasciò Sam solo con Cas e quasi corse via verso la sua stanza.
 
Mentre era intento a spulciare l’anagrafe del Missouri, qualcuno bussò alla sua porta.
 
Sicuramente era Sam che voleva parlare di come si sentisse, sentimenti e cazzate simili.
Lasciò che continuasse senza rispondere, nella speranza che si sarebbe arreso e sarebbe andato via, parlare era davvero l’ultima cosa che voleva fare in quel momento.
 
La porta si aprì comunque e Dean era già pronto a mandare a quel paese il fratello, ma poi un “Scusa, Dean” lo sorprese.
 
Era Castiel.
 
Tirò subito fuori una cassetta e la mise sulla sua scrivania.
“Volevo solo restituirti questa” spiegò l’angelo.
 
Dean la guardò, era la playlist delle sue 13 canzoni preferite dei Led Zeppelin che aveva fatto appositamente per lui.
 
Si ricordò che ci mise un’intera giornata per scegliere le canzoni migliori.
 
Fece particolare attenzione a non inserire canzoni troppo sentimentali altrimenti sarebbe stato strano, ma allo stesso tempo voleva far conoscere a Cas le più belle.
Questa cosa lo rese abbastanza combattuto così, quel giorno, riascoltò tutte le canzoni prima di inserirle, analizzando ogni parola, con la paura che l’amico avesse potuto intendere altro.
 
Ma poi si chiese se sarebbe stato davvero un dramma, in quel caso.
Che problema ci sarebbe stato se l’angelo avesse interpretato male le cose?
E sarebbe stato sul serio un problema in quel caso, o solo un’occasione da cogliere?
 
Dean non voleva farsi troppi film mentali e semplicemente fare un gesto carino per il suo amico.
 
Dopo quel “Voi siete la cosa migliore che mi sia mai capitata. Siete la mia famiglia. Vi amo.” si sentì in dovere di ricambiare, in qualche modo.
 
Ma Dean Winchester, dall’alba dei primi tempi, è sempre stato stitico in fatto di sentimenti, soprattutto quando doveva esprimere quel che provava per una persona, andava in crisi e si limitava a “cose” che per tutti gli esseri umani erano quotidiane ma che, per lui, richiedevano uno sforzo sovraumano.
 
Tuttavia, questa volta era diverso, addirittura un angelo era riuscito a superarlo nell’empatia e si sentiva davvero uno stupido a non essere in grado di farlo sentire ricambiato.
 
Così si ricordò dei suoi genitori, che si conobbero proprio grazie ai Led Zeppelin.
 
Sua madre li amava e rimase impressionata quando scoprì che John conosceva tutte le loro canzoni a memoria, questo la convinse a lasciargli il suo numero anche se sapeva che suo padre si sarebbe arrabbiato e poi, beh, il resto è storia.
 
Ma a Dean era sempre piaciuto il modo in cui i suoi genitori si erano incontrati, in maniera così naturale e senza troppe implicazioni, si erano innamorati e basta, nel profondo aveva sempre sperato che gli potesse capitare una cosa simile.
 
Decise quindi di creare una playlist apposita per Castiel, ma questo non lo rendeva romantico, vero?
Cioè, che tipo di doppio senso poteva mai esserci?
 
Assolutamente nessuno.
 
Così, dopo essersi auto convinto che non stava facendo nulla di male e che Castiel, in tutta la sua innocenza, non avrebbe mai potuto trovare strana la cosa, inserì tutte le canzoni che preferiva.
 
Ed eccole qua:
 
  1. Stairway to Heaven
  2. Heartbreaker
  3. Over the Hills and Far Away
  4. Thank you  
  5. All my love
  6. Ramble On
  7. Good Times Bad Times
  8. Whole Lotta Love
  9. The Song Remains the Same
  10. The Ocean 
  11. Travelling Riverside Blues
  12. Babe I'm gonna leave you
  13. Since I've Been Loving You
 
Decise poi di nominare la cassetta Dean’s top 13 Zepp Tra- ma   poi si bloccò.
 
Forse il fatto che fossero semplici canzoni messe insieme, con assolutamente nulla di suo, avrebbero fatto credere a Cas che quello era un gesto piuttosto spicciolo per rifilargli una sua vecchia cassetta usata.
 
Ma non era così, non lo era affatto.
 
Aveva speso ore a scegliere con cura quelle canzoni e voleva che Cas sapesse che era tutta opera sua, frutto del suo sacco, partorito direttamente da Dean Winchester.
 
Così si lasciò ai sentimentalismi e aggiunse due X, tanto l’amico non avrebbe mai capito cosa significassero e tantomeno avrebbe chiesto, ma almeno questo lo faceva stare in pace con se stesso.
 
Ora aveva finalmente ricambiato quella pesante frase pronunciata da Castiel qualche giorno prima, ora lui sapeva, o quasi.
 
 
Ad ogni modo, quando vide la cassetta e si ricordò di tutto questo, sentì una fitta al cuore.
 
Restituirgliela era davvero un colpo basso, non avrebbe mai accettato, così lo liquidò con un “E’ un regalo, te lo tieni”.
 
L’angelo riprese indietro la cassetta e la ripose nella tasca interna del suo trench, allontanandosi dalla stanza.
 
Dean non voleva far finire le cose così, voleva dei chiarimenti, parlarne un minimo e poi, tutto quello che gli aveva detto mentre lo stava pregando? Non dovevano farne cenno? Si sentiva tremendamente a disagio.
 
“Mi spieghi cosa cazzo ti succede?” esordì il cacciatore, mentre l’angelo si bloccò sulla soglia della porta per poi rigirarsi e guardarlo negli occhi “Ti abbiamo chiamato, eravamo preoccupati per te. Ti ho persino pregato, Cas”
 
“Lo so Dean, ho ascoltato la tua preghiera”
 
“Oh, hai ascoltato la mia preghiera? E non hai nulla da aggiungere?”
 
“Sono qui, ora. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che cercare una soluzione al problema, non volevo darvi pesi, volevo tenervi fuori tutta questa situazione. Per una volta, avrei voluto una vittoria. Per voi e per me. E ho cercato di fare le cose da solo, di risolverle al posto vostro, perché so tutto quello che dovete affrontare, tutto quello che sopportate ogni giorno e avrei voluto semplicemente.. aiutarvi.”
 
“Non è così che ci aiuti, Cas. Non riesci proprio a capirlo? Io e Sam facciamo questo lavoro da anni e nulla ci ha mai fermati. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci alleggerisca il peso perché se dovessi mai fermarmi un attimo dal cacciare e rendermi conto di tutta la merda che mi circonda, andrei dritto al manicomio. Se vuoi davvero aiutarci allora rimani con noi e dacci una mano a sistemare i casini. Non puoi semplicemente andartene via e non darmi una cazzo di spiegazione! Per tutto questo tempo abbiamo cercato Kelly ed io ho cercato te, perché tu non c’eri! Credi che questo mi abbia aiutato? Che questo mi abbia alleggerito il peso in qualche modo?”
 
“Dean io.. Non lo so, credevo solo di fare la cosa giusta”
 
“La cosa giusta un cazzo, Cas. Qui non sei l’unico che fallisce sempre, non sei l’unico con dei problemi. Tutti li abbiamo, anche io li ho, okay? Ma se ti ci metti anche tu non mi resta che aggiungerti alla lista delle persone che non hanno fatto altro che prendermi per il culo!”
 
“Dean io non ho mai avuto intenzione di— Ho cercato di starvi lontano, di non essere di intralcio, di risolvere questo problema e tornare da te con una vittoria. Ho ricevuto i tuoi messaggi ma non ne ho letto o ascoltato nemmeno uno perché sapevo che non appena l’avrei fatto, sarebbe saltato tutto all’aria, mi sarei precipitato qui da te e avrei fallito di nuovo in una missione che mi ero imposto.
Ma quando ho sentito la tua preghiera.. beh, lì non potevo farci niente. Le cose che hai detto, io.. non so come risponderti esattamente ma sapevo solo che sarei dovuto venire qui. E non importa se ho rovinato tutto, se ho lasciato ai miei fratelli tutto il carico, voi siete la mia vera famiglia e non potevo permettere che tu stessi male a causa mia”.
 
“Io non stavo male a causa tua” si apprestò a sottolineare il cacciatore.
 
“Oh.. Mi era parso di capire il contrario. In tal caso va bene, non fa niente, è meglio così”
 
“Bene” concluse freddamente Dean.
 
Castiel prese un respiro profondo e poi si fece forza, pronunciando di getto le parole “Non ti abbandonerò”.
 
“Cosa?” chiese subito l’altro, pensando di aver capito male.
 
“Mi hai detto che eri stanco, stanco di tutti quelli che ti abbandonano. Beh, volevo solamente dirti che io non lo farò. Mai. E le cose non vanno sempre male, Dean. So che a volte tutto possa sembrare buio e si può perdere la fede facilmente in un mondo come questo, specie per un uomo come te, che vede cose che gli atri neanche immaginano. Ma tu sei un esempio per me.”
 
“Un esempio? Non dire stronzate, io sono pessimo”
 
“Non lo sei, Dean. Affatto. Se c’è qualcuno da cui prenderei esempio per determinate cose, sei proprio tu. Affronti problemi da quando eri bambino ma non ti sei mai abbattuto. Sei solo un umano eppure sei così forte, sotto ogni punto di vista. Non ho mai incontrato un uomo del genere e penso che mai lo farò. Sei coraggioso e determinato, persino alcuni angeli dovrebbero imparare dalle tue azioni. E sai, all’inizio non capivo, ma ora mi è tutto chiaro”
 
“Cosa ti è chiaro esattamente?” l’uomo era stranito, non riusciva a capire dove volesse arrivare l’altro, che parlava con così tanta fierezza da farlo sentire a disagio.
 
“Quando mio padre diceva che tu sei l’uomo giusto. Mi chiedevo come potesse un semplice umano essere così importante da essere salvato dalla perdizione. Ma tu non sei solo un uomo e tantomeno sei semplice, Dean. Di questo ne ebbi conferma dalla prima volta, quando ebbi l’opportunità di toccare la tua anima.
Era un’anima pesante, che trasportava una miriade di fardelli, ma era anche forte, coraggiosa, sapeva quel che voleva e con così tanto amore da dare, da fare invidia persino ai più puri”
 
“Ero all’inferno, Cas. Sono stato torturato per 40anni, chi avrebbe mai potuto invidiarmi?”
 
“Lo so, eri all’inferno, ma eri anche l’anima più bella che io avessi mai visto”
 
Dean non seppe cosa rispondere.
Fissò l’angelo, in quel blu immenso e pensò che a quel punto avrebbe dovuto nuovamente salvarlo perché si era già perso.
 
D’altro canto Castiel osservava l’uomo incuriosito, non riuscendo a capire perché ora fosse così vicino, ma questo gli diede modo di notare le sue lentiggini, che mai furono così arancioni.
E i suoi occhi, di quel verde che racchiudeva interi prati dove potersi sdraiare comodamente e sentirsi a casa in ogni momento.
 
Solo ora l’angelo stava conoscendo davvero il viso dell’uomo, su cui gli era capitato altre volte di soffermarsi ma mai con la possibilità di stargli così vicino.
 
Avrebbe volentieri passato altre ore in quelle condizioni se non fosse che d’un tratto le labbra di Dean si poggiarono sulle sue.
 
Fu un bacio casto.
 
Inizialmente Castiel non capì bene cosa stava succedendo, ma poi vide gli occhi terrorizzati dell’altro, impauriti e pieni di sensi di colpa per quello che aveva fatto.
 
Nello stesso momento sentì qualcosa riscaldargli il petto, non sapeva bene cos’era, ma gli piaceva.
 
Era calore misto ad ansia, felicità, paura, erano tante cose ma non voleva smettere di sentirle.
 
Si ricordò anche che gli umani utilizzano queste effusioni per esprimere il loro amore e capì che era giusto, ma che se non avesse aperto bocca il cacciatore gli sarebbe letteralmente svenuto ai suoi piedi, così si affrettò a dire “Va bene Dean, è tutto okay, anche io” porgendogli un sorriso dolce, pieno di tutto quello che poteva donare a Dean, senza pretendere nulla in cambio.
 
“No, Cas, io –“
 
L’angelo lo interruppe “Ho detto che va bene”, lo tirò per la giacca e lo baciò cercando di esprimere tutto quello che provava per lui, proprio come aveva visto fare al ragazzo della pizza tempo fa.
 
Dopo che furono entrambi in piena sintonia, completamente presi dal corpo dell’altro, Dean si scostò un attimo e gli disse “Che ne dici se mettiamo su questa?” sfilando la cassetta dei Led Zeppelin dalla tasca del trench dell’altro.
 
L’angelo acconsentì senza indugiare e il cacciatore si precipitò, cercando di non perdere troppo tempo.
 
“Since I’ve Been Loving You” inondò la stanza, sommergendola di un’atmosfera completamente nuova ed eccitante.
 
Non appena gli fu vicino, Castiel tirò Dean contro il letto e gli si posizionò sopra, creandosi spazio tra le sue gambe, senza perdere il controllo sulle sue labbra.
 
I baci erano sempre più appassionati e il cacciatore non vedeva l’ora di scoprire il gusto dell’angelo.
Esplorò la sua bocca, costruendoci una vera e propria casa, per poi spostarsi verso il collo.
 
Mentre Dean gli lasciava baci bagnati, forti, quasi a voler marcare il territorio, Castiel emetteva gemiti di approvazione.
 
“Dean.. Dean.. Cosa stiamo facendo?” l’angelo non aveva la minima idea di cosa venisse dopo, di come comportarsi in queste situazioni.
 
“Sta’ zitto e basta” si affrettò a rispondere il cacciatore, ormai perso tra l’odore di whiskey e muschio.
 
“Ma io.. Non so cosa devo fare”
 
“Resta – lo sguardo di Dean aveva incontrato quello dell’altro e lo fissava serio - Resta per me. Non andare più via” ora il cacciatore era stretto al compagno, la testa aveva trovato il suo posto tra l’incavo del collo e la spalla dell’angelo e la voce iniziò a farsi spezzata.
 
“Promettimelo. Devi promettermelo, Cas. Non lasciarmi più”
 
Castiel lo strinse forte tra le sue braccia “Mai più, Dean. Te lo prometto”.
 
Le lacrime scesero giù dal volto dell’uomo, bagnando la spalla dell’angelo.
 
Tirò su con il naso e si apprestò ad asciugarsi la faccia con la mano “Scusami, non volevo. La cosa dei Led Zeppelin poi.. Sono patetico, scusami”
 
“Ehi, ehi, guardami” Castiel gli afferrò il volto tra le mani e per quanto Dean cercasse di nascondersi per non farsi vedere piangere dall’altro, non potè fare molto vista la sua forza.
 
“Tu non sei patetico – ora gli occhi di Castiel erano fissi sui suoi e Dean venne travolto da un oceano immenso che si scaraventò contro di lui senza pietà -  Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ho imparato a sentire, grazie a te, ad avere delle emozioni. Mi hai reso più umano e anche se questo vuol dire che forse sono più debole, te lo giuro Dean, io non sono mai stato così forte come quando sono con te. E la cosa di quel gruppo rock? Ti sarò sincero, a me non piacciono, ma nessuno mi ha mai fatto un regalo e a dirla tutta, se a te piacciono, io potrei stare qui ore ad ascoltarli. Voglio solo che tu sia felice. E’ quello che ho sempre voluto”.
 
Dean sorrise, un sorriso pieno d’amore, d’orgoglio e di tutta la felicità che si stava tenendo lontana ma che ora gli era piombata addosso come un uragano.
 
Baciò Castiel, per capire se era vero, aveva bisogno di sentire che tutto quello fosse reale e non un altro stupido sogno in cui credeva di aver ottenuto tutto e poi si svegliava con niente.
 
Ed eccolo lì, l’angelo lo teneva stretto a lui come se quello fosse il suo ultimo compito sulla Terra e Dean non poteva far altro che rimanere avvinghiato a lui, godendosi quel momento in cui, dopo davvero troppo tempo, si sentiva finalmente sicuro e felice.
 
 

 
 
 
Saaalve a tutti!
 
Dopo tutte LE COSE successe nella 12x19 mi sembrava giusto dare un’alternativa più appropriata alla trama. Un po’ tutti sono rimasti sconvolti dal comportamento di Cas, specie quando si è presentato in camera di Dean (regalandoci la scena più gay della storia) con l’unico scopo (si presume) di rubare la Colt.
Sarebbe stata un’occasione perfetta per canonizzarli FINALMENTE, ma così non è stato e anzi, ci hanno dato del materiale in più su cui sclerare (e lavorare, buttando giù fan fiction).
Btw io AMO Castiel quindi attenderò la fine della stagione per trarre le dovute conclusioni e dare dei giudizi in merito. Nel frattempo, ho pensato fosse opportuno dare una gioia al nostro Dean, ed ecco qua.
Spero vi sia piaciuta questa piccola merdina e, se volete, lasciate qualche commento!
(Scrivo da poco queste fan fiction quindi mi sarebbe davvero utile ricevere qualche vostro consiglio, anche le critiche sono ben accette!)
Love you all, alla prossima.
 

 

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: CastielImpala67