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Autore: Midori Haruka    01/05/2017    0 recensioni
[ Murtagh x Eragon ]
E' giusto o sbagliato?
Chi devo amare?
| Dedicata a: Denhowler (una bellissima persona.) |
| Beta: Fritjof_ |
Sarà una cosa breve, ve l'assicuro. Spero comunque che possa quanto meno essere piacevole alla lettura. e3e/
Enjoy!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Saphira
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La schiena mi lanciava fitte ad ogni passo che l’essere –elfo? Uomo?- compiva sul terreno irregolare del bosco, portando una smorfia a comparire sul mio volto.
« Lasciami. »
« Altrimenti? »
Mi irrigidì per la sorpresa, cercando nell’immediato di liberarmi dalla sua presa. Era stato fin troppo semplice riconoscere il suo tono di voce, diventato più sbruffone e sicuro da quando l’uovo rosso si era schiuso fra le sue mani, da quando era diventato un Cavaliere. Un nemico. Murtagh.
Recuperai aria ed in un sussurro cominciai a formulare un semplice incantesimo nell’antica lingua, per fermare il mio rapitore.
« E’ inutile. »
Traspariva un’immensa sicurezza dalla sua voce, mentre due mani giungevano a serrarsi sui miei fianchi, gettandomi sulla superficie terrosa della foresta. Per un secondo i miei occhi videro unicamente bianco. Un gemito mi sfuggì dalle labbra, tra dolore e sorpresa, e le parole del mio incantesimo andarono perse.
« Sei un folle a correre disarmato per la foresta. »
Serrai i denti per il nervoso, sapendo quanto fossi stato sciocco a lasciarmi condurre dalle emozioni. Affondai lo sguardo gelido nel suo, ironicamente imitando l’atteggiamento che Arya poco prima aveva assunto nei miei confronti ed espansi la mia mente in cerca del sostegno e dell’aiuto di Saphira, ma immediatamente mi ritrovai a cozzare contro quella dell’altro Cavaliere, pronta ad impedirmi ogni altro contatto.
Distolsi lo sguardo infastidito da quel blocco, cercando di trovare una via di fuga che sicuramente Murtagh non mi avrebbe mai concesso.
« Allora? »
Tacqui a quella domanda per metà inespressa, comprendendo fin troppo bene che cosa cercasse in risposta. Feci pressione sul terreno con il palmo della mano, cercando di rialzarmi nonostante le mie spalle protestassero ancora di dolore.
Volevo abbandonare quel luogo, schiarirmi le idee, e sicuramente non mi sarebbe stata d’aiuto la presenza di quello che un tempo era un amico.
Un piede arrivò a spingermi nuovamente verso il terreno, un’imposizione che portò i miei occhi a immergersi nuovamente nei suoi, neri come il carbone. Serrai le mani attorno alla sua caviglia, cercando di liberarmi da quel peso, ma Murtagh si chinò su di me, rendendomi impossibile rialzarmi.
« Perché la speranza dei Varden girava sul confine del campo di battaglia disarmata? »
Lo sentii insistere e vidi nuove ombre sul suo viso, iniziai a borbottare un nuovo incantesimo per scrollarmi Murtagh di dosso, più che deciso a non dargli nessuna soddisfazione.
Possibile che alla fine Murtagh avesse ragione?
Che per Arya il mio amore alla fine non era altro che il capriccio di un bambino?
Sarei mai riuscito a farle cambiare idea? A renderla consapevole di quanto in realtà ci tenessi a lei?
La formula magica mi si strozzò in gola, quando le dita del Cavaliere rosso si infilarono tra le mie labbra, impedendomi di pronunciare correttamente le parole dell’antica lingua e la mia magia rimase sospesa nell’aria, assieme alla sua domanda.
« Smettila di essere così cocciuto. Non ti porterà da nessuna parte. »
Sentii una nota nella sua voce che non riuscii a decifrare e mi lasciò ancora più confuso, a ricordami come mi aveva guardato il giorno prima. Il suo pollice prese a tracciare la linea delle mie labbra con una delicatezza che non gli avrei mai attribuito e quando alzai lo sguardo in muta domanda, lo vidi semplicemente chinarsi.
Un respiro e la pressione sulla mia spalla sparì del tutto, i suoi capelli scuri che arrivarono a solleticarmi la pelle del volto e nuovamente, la sua bocca si impossessò della mia.
Le mie mani premettero contro il suo busto, ma non riuscii a negargli il mio fiato ed il bacio si fece più coinvolgente. Chiusi gli occhi e cercai un po’ d’aria, la sua lingua sfiorò la mia ed un brivido attraversò la mia schiena, annebbiandomi la mente.
Riuscii a spingerlo via solo quando sentii i suoi denti sulle mie labbra e la sua mano sui miei fianchi ad accarezzarmi, la confusione che regnava nella mia testa e le guance che mi pizzicavano per l’imbarazzo.
« Perché…? »
Fu l’unica cosa che riuscii a chiedere in quel momento, consapevole del motivo per cui non ero riuscito a respingerlo nell’immediato.
Vidi Murtagh accennare ad un sorriso, ma non darmi alcuna risposta.
Mi alzai e presi nuovamente a correre, verso l’accampamento dei Varden, verso Saphira, lontano da quel vecchio amico che ora non sembrava nemmeno più un nemico.
  
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