Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: stardust94    01/05/2017    2 recensioni
Quando il crociato di sangue, arriva a Londra. La vita degli Shadowhunters e, stregoni della famiglia Rosestal, viene stravolta.
La famiglia dovrà affrontare un lungo viaggio verso Oriente, in Giappone.
Un terribile presagio di morte, un nemico invincibile che vuole assoggettare Nascosti e Cacciatori.
Un mistero vecchio di 800 anni, attende i Rosestal.
Riusciranno a risolverlo con l'aiuto, di vecchi e nuovi amici? ma sopratutto...
Riusciranno a rispondere al'eterna domanda: spetta davvero al Conclave, comandare Nascosti e Shadowhunters?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: James Herondale, Jonathan, Matthew Fairchild, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The story of Rosestal'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo quattro
The funeral and Black rose

(Giappone città di Tokyo 2017)

Faith Graymark entrò nella stanza, spalancando furioso la porta.
Era un giovane di circa venticinque anni, dai corti capelli, color biondo chiaro e occhi ghiaccio, decisamente furiosi per il fallimento dei suoi due sottoposti.

Ringhiò scaraventando la scrivania, dal altra parte della stanza, mentre i suoi occhi, diventavano quasi neri a causa del sangue demoniaco, che il ragazzo aveva in corpo.
Rovesciò la testa indietro e chiuse gli occhi, quando sentì un tocco sulle spalle e si voltò.

- Sei nervoso a causa di quel'cacciatore...Revent Hallowtower?- 

Domandò la voce seducente di una donna, altri non era se non Sabrina che in un attimo, venne scaraventata contro la scrivania, finendo col venir trafitta in più punti dalle schegge di legno.

La donna, si alzò ridendo e lo raggiunse di nuovo, portandogli le mani alle guance

- Siamo nervosetti, piccolo Graymark- sussurrò
- Non chiamarmi così, sono Graymark solo sulla carta e, la cosa mi disgusta - disse o meglio sputò acido il bel giovane.

Lui non era un licantropo, ma venne salvata da Luke Garroway che un tempo si faceva chiamare Graymark.

Salvato o forse condannato?

Era il solo rimasto vivo, dopo che la sua famiglia era stata rapita da un gruppo di Nascosti.

Sua sorella era stata condotta in una stanza, poteva sentire le sue grida, anche se si tappava le orecchie anche se urlava per sovrastarle, sapeva cosa le stava facendo il vampiro.

Il padre, era stato portato alla corte Seile, ma non era durato molto in mezzo alle fate, era morto di stenti e disperazione, dopo che la moglie era rimasta incinta di una fata, un tale Kieran.


Quei ricordi, vennero interrotti dalla voce di Sabrina

Ghignò la donna mentre, si avvicinava a quella che era una sorta di capsula contenete qualcosa.
- Ci basterà, continuare gli sperimenti sulla runa del controllo e, la manipolazione genetica - disse ancora, accarezzando il vetro della capsula, con un sorriso oscuro e malefico.

- Mandagli qualche sicario, non devono raggiungere vivi Tokyo - 

disse Faith, mentre prendeva un sorso di vino guardando la città illuminata dalle luci. Il suo sguardo era glaciale e, decisamente furioso anche se a poco a poco, si stava calmando.

Guardava fuori dalla finestra, quella città era calma e silenziosa di notte mentre di giorno, era rumorosa e caotica. 
Si rigirò il ghiaccio nel bicchiere pregustando, il momento, in cui avrebbe compiuto la sua vendetta.
***

Revent era appoggiato la muro dello studio e cercava di sentire cosa il misterioso stregone, stesse dicendo in merito della missione, ad Evelyn e il resto dei Rosestal.

Il cacciatore, aveva sbuffato quando lo stregone, si era chiuso la porta alle spalle, spiegandogli con quel suo tono estremamente seccante, che quella era una riunione privata.

Voltò seccato lo sguardo, notando le rose bel vaso.

Era stata Evelyn a coltivarle in quella serra, che sembrava uscita direttamente, da un libro di favole.

Il giovane si avvicinò, ne prese una tra le mani e osservò quei petali color magenta, mentre gli tornavano in mente, le parole che Evelyn aveva detto, in merito a quel colore.

 
"Le rose rosse. Sono il simbolo di una sfrenata passione e, un amore travolgente"

Sorrise a quel ricordo, ripensando alla ragazza, al suo calore che lo faceva sentire bene, a quel lato di dolcezza che mostrava ma anche alla sua forza, quando lo aveva intimato di aspettarla fuori.

Ripensò a quando si erano guardati negli occhi, lui amava il viola degli occhi della mezza strega, il viola rappresentava il mistero.

 
" - Come vorresti essere baciata...Allora? - "

Quella domanda...Era bastata quella semplice domanda, a far compire al giovane cavaliere, un ulteriore passo in avanti.

Sospirò deciso a togliersi l'ansia dal corpo e magari, anche il profumo di rose di lei, rimasto sulla sua pelle dalla sera precedente.

Si diresse verso il bagno, si tolse gli abiti, gettandoli malamente in un angolo poi, si mise sotto la doccia.
Ascoltava solo lo scroscio dell' acqua sospirando di piacere, quando questa lambiva la sua pelle, lasciando goccioline sulla sua schiena muscolosa. 
I capelli bianchi, erano appiccicati al collo, ci passò le mani, poi si appoggiò con esse al muro abbassando la testa ad occhi chiusi.
Il calore quasi rovente dell'acqua, gli riportò alla mente quel giorno.

 
***
Era appena tornato da scuola, stava correndo a casa per mostrare al padre l'ultimo compito, sperando che lo lasciasse uscire, per vedere le stelle cadenti.

Aveva solo quindici anni

Accadde tutto velocemente, tanto che non riusciva ancora a realizzare nulla.
Da prima sentì un ambulanza, poi decine di camion dei pompieri. 

Strinse gli occhi che minacciavano lacrime, mentre vedeva la sua casa completamente in fiamme.
Cadde sulle ginocchia, incapace di fare altro, meno che piangere e urlare con quanto fiato aveva in gola.

Quel giorno passò tra esponenti del Clave, che facevano le condoglianze e varie domande al ragazzo e al suo tutore.


Qualche giorno dopo, un ragazzino vestito completamente di nero, osservava una tomba
occhi spenti, sguardo triste, mentre tirava su con il naso stringendo i pugni.

Un uomo si avvicinò improvvisamente
Quando si voltò verso di lui, il ragazzo notò che, aveva una cicatrice sull'occhio destro che coprì subito con la vistosa benda

Passò una mano dietro la testa, togliendosi il capello e mettendo così in evidenza, i lunghi capelli corvini ondulati 
I suoi occhi azzurri si scontrarono con quelli neri del ragazzino.

L'uomo, era molto alto infatti superava il metro e novanta di altezza e possedeva, una muscolatura abbastanza evidente.
Indossava quasi sempre il cappello da cowboy e, un giaccone lungo di color marrone, anche se molto spesso lo si vedeva in abiti più casual. 

Era un fumatore incallito, lo si poteva notare dalla sigaretta, che pendeva dalle sue labbra.

Si avvicinò a Revent, lo squadrò come se avesse a che fare, con un semplice orfano, non con il figlio di un guerriero.

- Quindi tu sei il figlio di Hallowtower eh! - esclamò quasi divertito
- Ti facevo più massiccio - aggiunse poi l'uomo

Revent abbassò la testa, desiderando che quel tipo scomparisse al' istante. Non aveva voglia di sentirsi osservato, studiato come qualcosa di sbagliato.
Ne tanto meno, ora che aveva perso il padre.

- Ne avremo di strada - il corvino sbuffò un po di fumo, lo rilasciò tossendo appena.

Revent strinse gli occhi poi spinse indietro l'uomo 
Corse nella sua stanza, senza guardarsi indietro ma con gli occhi, che pizzicavano dalla rabbia e, la tristezza.


Passarono diversi mesi da quello strano incontro, Revent stava camminando per strada.

Il cappuccio delle giacca era abbassato su gli occhi, mentre le mani sprofondavano nelle tasche.
La pioggia continuava a cadere, bagnando gli abiti del ormai 17, che si limitava a sbuffare appena e, a guardare il cielo plumbeo.

- Perché non torni a casa? - 

Domandò una voce femminile poco distante, proveniva da un vicolo per essere precisi.

Il ragazzo si voltò di scatto, alzando il volto, guardando verso il vicolo. 

Una fanciulla dai capelli blu notte e occhi, di un intenso verde, si fece avanti, facendo tintinnare il bracciale con un sonaglio, che portava al polso.

Aveva la carnagione molto chiara, un viso infantile ma decisamente accattivante. Gambe lunghe scoperte, visto che indossava un semplice kimono blu notte e nero.

In quella notte buia, fredda e piovosa, si sentivano solo i sandali della ragazza, che battevano sul terreno.

Si avvicinò al bianco, mentre una corolla di code color nero focato, comparivano dietro di lei, erano da volpe perchè lei...Era una Kitsune.
Piccole e, delicate orecchie, scivolarono tra i capelli, muovendosi appena.

- Non è più casa. Mireha perchè sei venuta a cercarmi? - domandò il ragazzo freddo ma calmo.
- Perché ero preoccupata - 
rispose lei, appoggiando la fronte alla spalla di Revent, avvolgendo uno dei suoi polsi, con una delle code.
Revent le carezzò la coda poi la fece lentamente staccare, quando vide l'uomo in piedi dietro di lei.

- Cosa vuoi? - fu la fredda domanda del bianco
- Ficcarti un po di buon senso in quella testa. Tanto per cominciare - scherzò il corvino, mantenendo comunque il sorriso di ghiaccio.

Revent ringhiò appena serrando i pugni, portando Mireha dietro di se, con fare protettivo.

- Invece di piangere come un bambino, perchè non ti addestri con me? - 

Fece l'uomo, prendendo l'ennesima sigaretta portandola alla bocca, accendendola con un accendino, decisamente mezzo scarico.

Revent abbassò lo sguardo, non era sicuro, di cosa rispondere.
Una parte di lui, sentiva che il suo mondo, stava lentamente cadendo a pezzi. Mentre l'altra, chiamava odio e vendetta.

Mireha gli strinse la giacca, da dietro lui poteva sentirla tremare. 
Si voltò e le carezzò piano la guancia, con delicatezza, poi si voltò di nuovo, incrociando gli occhi dell' cacciatore.

- Chi mi garantisce...Che tu sia un bravo insegnante? - domandò il ragazzo

Il corvino scoppiò a ridere, poi in una frazione di secondi, con un colpo di spada, fendette l'aria davanti al ragazzo.
Revent sgranò gli occhi, sorpreso da quel'attacco inaspettato. Si passò un dito sulla guancia, era stata leggermente tagliata. 
L'aria intorno a lui vibrava, come se il fendente l'avesse davvero lacerata.

Il ragazzo alzò lo sguardo, la pioggia gli sferzava il viso ma gli occhi neri, erano determinati e decisi

- Gli somigli. Hai lo stesso sguardo di quel deficiente - disse l'uomo, portando il capello su gli occhi, quasi sospirando.

Revent restò immobile, ma dovette di nuovo sgranare gli occhi, quando Mireha colpì con un fuoco fatuo il viso del corvino

- Come ti permetti?! tu non sai niente di Adrian-sama! - gridò la kitsune in lacrime, furiosa e anche sofferente.
L'uomo riprese il capello, che al colpo della ragazza era caduto. Lo rimise sulla testa e, guardò con freddezza i due

- Eravamo compagni d'armi. Conoscevo Adrian Hallowtower forse, anche meglio di voi due - disse il corvino
- Credevo che fosse mio zio, il suo Parabatai - intervenne il bianco, stringendo i pugni. 
- Non ho mai sentito parlare di uno...bhe di te - 
aggiunse poi tentando di mantenere la calma, nel caso quella, fosse stata una bugia

- Io non ero il suo Parabatai, quello era il compito di Julius, tuo zio - sentenziò l'uomo

Revent aveva pochi ricordi dello zio Julius e di suo cugino Riven. 
Ricordava solo, quando giocavano a fare i super eroi, con Mireha che fingeva di essere il mostro da combattere.

Insolito per una ragazza, ma lui, Riven e Mireha erano davvero inseparabili.
Ricordava che zio Julius era una persona gentile e un grande guerriero, come suo padre era sempre pronto, quando si trattava di combattere.
Riven invece, era un ragazzino molto determinato e di certo, meno tranquillo di lui.

- Allora ragazzo...Accetti? - domandò di colpo il corvino

Revent fece un passo in avanti, serrò i pugni rilasciandoli poco dopo, decisamente più calmo
- Si. Accetto - disse deciso

L'uomo alzò lo sguardo verso di lui, poi si avvicinò e, gli tese una mano ghignando
- Non sei bimbo come sembri - disse

I due si strinsero la mano, osservandosi come due predatori che cercavano di difendere, i rispettivi territori
- Bene da oggi mi chiamerai maestro, ah il mio nome ragazzo è Vincent Nightshadow - disse Vince

***

Revent tornò in se, richiudendo nella sua mente i ricordi dell suo passato.

Chiuse l'acqua e si asciugò i capelli, poi mise solo i pantaloni della tuta e uscì.

Si stiracchiò abbastanza assonnato, ma decisamente stava meglio. Quando la porta si aprì rivelando la figura di Aster Rosestal

Il giovane cacciatore lo guardò e, basto quello sguardo, perchè Revent capisse di doverlo seguire.

Entrati nella stanza, che ricordava l'ufficio di qualche magnate di industria, il giovane si sedette di fronte al crociato, portando la testa indietro

- Il Conclave, richiede con urgenza la nostra presenza - sospirò il ragazzo
- Dove? - fu la secca quanto sbrigativa, domanda di Revent
- Giappone, città di Tokyo - rispose, altrettanto sbrigativo lo Shadowhunters biondo

Il cacciatore rimase in silenzio per qualche minuto. Poi spostò lo sguardo verso la finestra per riportarlo sul biondo, un secondo dopo.
- Vengo con voi - disse semplicemente Revent

Passò qualche minuto, prima che Aster, parlasse di nuovo, lasciandosi sfuggire un sospiro si alzò dalla sedia e guardò Revent.
- Perché? lo fai per la tua missione...O lo fai per "lei"? -

Domando il biondo, con uno sguardo di ghiaccio, serio e professionale. 
Tanto, da farlo sembrare un adulto, non un ragazzo, perfino più giovane di Revent.

- Mi è stato ordinato e poi...Avete bisogno di aiuto - tentò di minimizzare il bianco
- Crociato...Devo fidarmi di te? - domandò Aster, porgendogli la mano, come se lo invitasse a stringerla.

Revent restò un po spiazzato, ma non passarono due secondi che stava già stringendo la mano di Aster, con un freddo sorriso.

- Puoi fidarti Aster - disse il bianco

Poco dopo, erano tutti riuniti al' aeroporto. 
Roland era in testa al gruppo, sulle spalle teneva Celina.

Poco distante, Evelyn e Amelia che parlavano di vestiti e delle meraviglie, che avrebbero visto.
Revent, Aster e Saria erano gli ultimi.

La fata era euforica, quando il fratello le aveva detto della missione. Niente era riuscita a fermarla, così anche lei si era imbarcata in quella avventura.

Revent non aveva fatto obiezioni, anche perchè sapeva che il solo motivo, che spingeva la fata a seguirli, era un certo Diurno di sua conoscenza.

- Non vedo l'ora! chissà come sta Riccardo...Che bello! -

Cinguettò Saria, con gli occhi che le brillavano al pensiero, del suo ragazzo di nuovo con lei.

Improvvisamente, Revent fu costretto a piantare per terra i piedi
Perché sentì la fata saltare sulle sue spalle, aprendo le magnifiche ali, con un sorrisetto malizioso.

- E tu? quando ti dichiarerai? - domandò ridacchiando
- Non so di che parli...- 
Restò vago il bianco, mentre una sfumatura rosea di imbarazzo, gli colorava appena le guance
e un lieve sorriso, nasceva sulle sue labbra, al ricordo del volto sorridente di Evelyn, che ora camminava davanti a lui.
- Allora? - 
Domandò Saria insistente, facendolo sbuffare, mentre le prendeva i fianchi e la rimetteva a terra.

Aster era rimasto indietro, stava leggendo una guida sul Giappone, quindi loro potevano parlare da soli.
- Non avrebbe interesse a mettersi con me - disse Revent sospirando appena.

Saria guardò a lungo il fratello, come se tentasse di capire qualcosa, fece un lieve sospiro e lo guardò di nuovo.
- E se invece...Se lei provasse qualcosa per te? - domandò a quel punto.

Revent alzò lo sguardo puntandolo su Evelyn davanti a loro, intenta a ridere e scherzare.

Così bella da fargli mancare un battito, così dolce, da lenire il suo odio e la sua sete di vendetta, così pura da riuscire in qualche modo, a rendere anche lui un po più puro.

Non si accorse di stare sorridendo, finché non sentì la risatina della sorella e, per mascherare l'imbarazzo distolse lo sguardo.

- Se lei provasse qualcosa...Non mi tirerei indietro - disse infine il bianco

Saria annuì e lo abbracciò forte, come quando da piccoli giocavano insieme e per farlo sorridere, la piccola fata gli tirava le guance.
- Così ti voglio fratellone! - disse la ragazza sorridendo

***

(Città di Tokyo 2017)

- Quindi sta venendo quì? -

Un giovane era seduto ad un tavolo con un uomo.
si rigirava il bicchiere e guardava distrattamente, le persone al interno del locale in stile maid caffè.

- Si. E con lui ce anche la "famigliola delle rose" al completo - 
Rise l'uomo, era ubriaco si poteva sentire dal tono in cui parlava e forse, dalla risata che aveva fatto subito dopo. 
Eppure, sembrava lucido e abituato alle sbronze.

- Sensei, non hai bevuto troppo? -  domandò il ragazzo, esponendo i canini bianchi alla luce del sole.

Vincent Nightshadow, rise di gusto bevendo un altro bicchiere. Dal forte odore, doveva trattarsi di un super alcolico, Whisky probabilmente.

- Diurno, mai dire ad un uomo, sopratutto se può staccarti la testa, che ha bevuto troppo - rise il corvino, facendo cadere indietro la testa
- Preferisco il nome Riccardo - disse il vampiro
- Riccardo, Brasiliano o Diurno, per me sono la stessa cosa - rispose, quasi seccato l'uomo

Il giovane si alzò dalla sedia, per andare a pagare.

Era abbastanza alto e dalla carnagione color cioccolato, il viso era incorniciato da dei lunghi capelli marrone scuro, arrivavano fino alle scapole e, erano legati in una coda bassa a punte

Chiuse gli occhi un po infastiditi, dalla forte luce del sole, per quanto ormai doveva esserci abituato. 
Erano verdi e, coperti da degli occhiali da vista color argento che subito, si sistemò con le dita, storcendo le labbra al forte odore di fumo.

Vincent si era acceso una sigaretta, mentre stavano uscendo.
- Quindi ragazzo-vampiro-diurno, mi aiuterai o preferisci restartene a guardare? - domandò l'uomo, respirando il fumo della sigaretta.

Riccardo ci pensò qualche minuto, era curioso di conoscere il famoso crociato e anche, di capire cosa stesse succedendo, però una parte di lui era terribilmente in ansia.
Annuì appena, sapendo che non sarebbe riuscito a dire di no poi tornò velocissimo, al suo appartamento.


Angolo autrice

Ecco un altro capitolo!
succedono un sacco di cose, ad esempio ecco Faith Graymark. Il simpaticone racconta uno scroscio del suo passato.
Poi abbiamo i pensieri di Revent e la prossima meta dei nostri eroi
Si va in Giappone!
Ecco svelato un po del passato di Revent, la morte del padre e qualcosa sul cugino Riven e lo zio Julius. (Riven, Revent e Julius e Riccardo, appartengono a Dragun, che ringrazio per il prestito)

Poi ecco Vincent Nightshadow, un misterioso cacciatore che pare abbia allenato il nostro crociato.
E infine Mireha la Kitsune e Riccardo il vampiro Diurno.
Tantissimi nuovi personaggi sono comparsi, non perdetevi i prossimi capitoli ^^

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: stardust94