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Autore: Luciano1966    01/05/2017    0 recensioni
Scrivere è un gioco, e quando si gioca non bisogna mai metterla sul personale. Anche se le storie sembrano autobiografiche e sembrano raccontare di te, esse hanno una loro vita: da se stesse, e quasi senza il tuo intervento, vedono la luce, crescono, diventano adulte e finiscono. Non puoi farci niente, le parole ti prendono la mano, ed a un certo punto il protagonista della storia non sei più tu, e tu lo stai a guardare, col fiato sospeso per sapere cosa combina, e come finirà la sua storia. Ho iniziato a scrivere dopo Natale con una scommessa: vuoi vedere che si può raccontare di un viaggio senza essersi mai mossi da una sedia? Vuoi vedere che gli occhi di altri possono diventare i tuoi, se sei capace di guardare attraverso le loro immagini con la tua sensibilità e la tua capacità di vedere attraverso i racconti? È questo che ho fatto! Inventare con immagini mai viste, fingere di far diventare mie le emozioni che altri credevano di suscitare con le loro riprese.
Ma se scrivere è un gioco, è necessario l'intervento di tutti, e quindi, alla fine, stai certo che toccherà anche a te ... preparati a giocare!
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando decisi di partire, mi resi conto che il desiderio che mi animava non era quello che accompagna un qualsiasi turista. La voglia di conoscere il mondo era solamente secondaria al bisogno assoluto di libertà che desideravo trasmettere a quanti mi circondavano. Per questo il viaggio sulla Strada era quello che alla fine era più vicino alle mie aspettative. Poco importava se chi mi stava intorno non condivideva le mie opinioni. Un viaggio e la libertà che ci sta intorno rimane per tutta la vita nei ricordi , nelle immagini che ti porti non solo dietro ma anche dentro e in chi ti sta accanto. Si aggiungeva il desiderio e il bisogno di avere una colonna sonora degna per la mia vita; di attingere alla fonte delle passioni e dei sogni di una giovinezza mai trascorsa nell’anima, e prematuramente tramontata nelle forze e nella salute. Fu in seconda battuta che mi accorsi di quello strano percorso, alternativo a quello delle grandi sculture di pietra che rendeva omaggio alla terra dei Navajos. Migliaia di miglia tra musica e sabbia rossa, alla ricerca di un sogno non solo americano, ma dell’intero pianeta. Il sogno della libertà vera e della pace vera, definitivamente tramontato dietro una bistecca, una striscia di coca e un simpatico parrucchino di senape.
   
 
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