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Autore: rocchi68    01/05/2017    2 recensioni
“Marina o pirateria?” Gli chiese quel giorno, sorseggiando qualcosa di alcolico e fissando il nipote.
“Non so.”
“È finito il tempo dei dubbi e se non vuoi diventare mercante, non ti resta che scegliere.”
“Difficile scegliere tra il divertimento e la noia.” Ghignò il giovane, facendo scuotere la testa al nonno che si era rimesso in piedi.
“La legge non è noiosa, se si è nel giusto.”
“Io non sono mai stato nel giusto.”
“Ricorda che il mare è un posto pericoloso, se si naviga da soli.” Borbottò l’anziano, afferrando il bastone e puntandolo contro la schiena del ragazzo, quasi volesse fargli capire che la giustizia aveva molte armi a suo vantaggio e che prima o poi si sarebbe dovuto arrendere.
“Solo perché hai scelto la marina da giovane, non significa che io debba ripercorrere la tua strada.”
“Tuo padre ha fatto la scelta peggiore.” Sospirò l’uomo, riprendendo in mano il bicchiere e portandoselo alle labbra.
“Ti prometto, nonno, che riuscirò a renderti fiero di me.” Continuò il ragazzo, raccogliendo la borsa con le sue cose e avviandosi, quindi, verso il porto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Siracusa
 
La città da cui tutto era cominciato e che era destinata a segnare il tramonto della sua era.
Dopotutto suo nonno gli aveva spiegato nei dettagli cosa accadeva quando qualcuno tentava di tracciare un solco indelebile nella storia.
Lui non sapeva se era riuscito nel suo intento, ma dall’alto dei suoi 30 anni non aveva poi molto da realizzare.
Conosceva i mari quasi a menadito, aveva trovato tesori dall’inestimabile valore e ora con la sua ciurma aveva pronto un ultimo colpo prima di ritirarsi.
Fissando l’orizzonte si era chiesto cosa avrebbe fatto poi.
Avrebbe abbandonato la sua nave, la Chimera, ai flussi del mare per darle un degno funerale o avrebbe veleggiato un’ultima volta verso lidi lontani, in cerca magari di una nuova avventura che non offendesse gli dei?
A tal proposito ricordava perfettamente ciò che gli disse il vecchio, l’ultima volta che lo vide prima di accogliere i suoi nuovi compagni d’avventura.
“Marina o pirateria?” Gli chiese quel giorno, sorseggiando qualcosa di alcolico e fissando il nipote.
“Non so.”
“È finito il tempo dei dubbi e se non vuoi diventare mercante, non ti resta che scegliere.”
“Difficile scegliere tra il divertimento e la noia.” Ghignò il giovane, facendo scuotere la testa al nonno che si era rimesso in piedi.
“La legge non è noiosa, se si è nel giusto.”
“Io non sono mai stato nel giusto.”
“Ricorda che il mare è un posto pericoloso, se si naviga da soli.” Borbottò l’anziano, afferrando il bastone e puntandolo contro la schiena del ragazzo, quasi volesse fargli capire che la giustizia aveva molte armi a suo vantaggio e che prima o poi si sarebbe dovuto arrendere.
“Solo perché hai scelto la marina da giovane, non significa che io debba ripercorrere la tua strada.”
“Tuo padre ha fatto la scelta peggiore.” Sospirò l’uomo, riprendendo in mano il bicchiere e portandoselo alle labbra.
“Ti prometto, nonno, che riuscirò a renderti fiero di me.” Continuò il ragazzo, raccogliendo la borsa con le sue cose e avviandosi, quindi, verso il porto.
Nonostante tutto era riuscito, con mille sforzi, a comprare un piccolo galeone.
Per lui quella nave era solo un inizio.
Con i vari tesori e tutto il resto si sarebbe potuto comprare qualcosa di meglio di quella bagnarola che galleggiava per miracolo.
Era convinto che la Chimera fosse una parentesi presto pensionabile e invece dopo quasi 10 anni erano ancora insieme.
Buona parte dell’oro e dei gioielli che aveva ottenuto, li aveva divisi con la sua ciurma e quindi nelle casse restava ben poco per sistemare o sostituire la sua prima compagna di viaggio.
Sapere però che quello era l’ultimo viaggio lo faceva star meglio.
La ciurma della Chimera si sarebbe sciolta, ognuno sarebbe tornato alla famiglia che avevano abbandonato a Siracusa, e lui sarebbe ripartito nuovamente.
Da solo questa volta.
Non voleva essere accusato di non capire cosa provavano i suoi compagni, mentre lasciavano mogli e figli per molti mesi ancora.
Il suo vice, per esempio, non aveva ancora visto il suo secondogenito e quest’ultimo doveva essere già in grado di camminare per quello che ne sapeva.
Per tutti quegli anni aveva pensato solo a sé, ma poi aveva capito che il bene dei suoi uomini veniva prima del suo.
Per questo li aveva convinti che un ultimo glorioso colpo potesse essere sufficiente per farlo ritirare in pace in qualche angolo sperduto del loro piccolo mondo.
 
Mentre rifletteva su ciò, non si era accorto d’aver attirato l’attenzione di alcuni dei su di sé.
Il potente Poseidone era imbestialito nel sapere che i suoi mari proteggevano un simile mascalzone e spesso aveva tentato d’ostacolarlo, senza molti risultati.
Altri dei invece osservavano le sue azioni con un misto d’interesse e invidia.
Non credevano che un semplice mortale potesse, con le sue azioni, essere sulla bocca di un’intera città.
Il popolo non parlava più degli dei che avevano benedetto il raccolto e avevano donato una splendida stagione alla loro casa, ma s’interessavano di un pirata che rubava ovunque e che poi spariva nel nulla, facendola in barba a leggi e cose simili.
In particolare una dea si era interessata ai suoi movimenti.
La dea della discordia, Courtney, adorava fissare come gli uomini fossero in guerra tra loro e trovava in quel corsaro qualcosa di utile al suo divertimento.
Una mattina, infatti, leggendo nelle intenzioni dell’uomo qualcosa di speciale, si era alzata di buonumore e aveva risvegliato le creature mostruose che vivevano con lei.
“Sveglia bellezze mie. È un nuovo giorno e il mondo dei mortali è in pace, ma non per molto.”  Sorrise, avvicinandosi al globo che occupava gran parte del suo tempo.
“Tira un solo piccolo filo e tutto il loro mondo si discioglie nel glorioso caos.” Ghignò, concentrandosi su una zona in particolare della sfera che stava sfogliando come fosse un libro.
“E cosa può esserci di più perfetto di questo? Un nobile principe, un tesoro inestimabile e un ladro dall’anima nera: ci sarà da divertirsi.” Continuò, osservando due navi.
La dea, quindi, si girò e si rivolse ad uno suo scagnozzo,  donandogli una lieve carezza.
“Cetus, tu sai cosa fare.” Borbottò, mentre quest’ultimo si buttava nel globo, trasformandosi in un mostro marino.
 
Nella Chimera il capitano stava marciando con a fianco il suo cane e parlava al suo equipaggio, preparandoli a quell’assalto e studiando la direzione della nave rossa davanti a loro.
“Signori, il tesoro più prezioso del mondo è diretto a Siracusa…peccato che non ci arriverà mai.” Iniziò, sfregandosi le mani, mentre la ciurma iniziava già ad esultare.
“Dopo oggi, sbaracchiamo!” Terminò, mentre tutti si mettevano in posizione, compreso il cane.
“Duncan, tieni le posizioni.” Ordinò il capitano, ricevendo una risposta affermativa di rimando.
“Arricchiamoci!” Urlò, mentre si attaccavano alla nave rivale e saltando verso i soldati a bordo.
Salito a bordo, fu presto attorniato dai nemici, ma con la sua abilità con le spade e con l’aiuto della sua ciurma, era riuscito a destreggiarsi bene.
La maggior parte era stata fatta svenire o era caduta in acqua e mentre la battaglia continuava ad infuriare vicino a loro, il capitano e il suo vice ripresero, come di consueto, a battibeccare.
“Secondo me hai esagerato, Scott.” Lo rimproverò ad un certo punto Duncan, facendogli notare che iniziare da soli era da stupidi.
“Come sempre.”
“Già.” Sbuffò il vice, stendendo con un cazzotto un soldato che gli correva incontro senza armi.
Conversando come se niente fosse, i 2 continuarono ad avanzare verso la porta della stanza che custodiva il tesoro da sgraffignare.
Fu nell’alzare lo sguardo e nel sentire lo stridio delle lame che s’incrociavano che Scott alzò lo sguardo, per poi distoglierlo.
“Mike…” Soffiò, perdendo per un attimo la lucidità necessaria.
“Oh! Si fa interessante. Quanto è passato?” Gli chiese subito il suo vice.
“Una vita, più o meno.” Rispose, avvicinandosi, mentre 3 uomini cercavano di tenere a bada il suo vecchio amico.
Conoscendolo e sapendo della scarsa preparazione di quella parte della sua ciurma, Scott avrebbe sempre scommesso a suo vantaggio.
Mike non si sarebbe mai fatto sconfiggere da qualche novellino che aveva appena cominciato a conoscere la pirateria.
Nel pensarlo, i 3 erano già stati messi al tappeto e lui si era avvicinato al luogo del duello.
“Combatti ancora come una vecchietta.” Lo derise, facendolo voltare nella sua direzione.
“Scott!”
Quella semplice distrazione, permise al rosso di disarmarlo, mentre altri 3 uomini gli saltavano addosso, sotto il suo sguardo divertito.
Fu nel rialzarsi e nello scostare i pirati che lo avevano bloccato che si rivolse al nemico.
“Scott! Che stai facendo?” Gli chiese, mentre quest’ultimo prendeva un coltello.
“Sto lavorando. Tu?” Ribatté, distruggendo la serratura della porta che custodiva il tesoro.
“Cosa ti è successo? Dove sei stato?”
“Farei volentieri due chiacchiere, ma ho delle cose da fare. Posti dove andare, roba da rubare.” Ghignò, varcando la soglia, mentre Mike lo seguiva furibondo.
Al centro della stanza violata, un piccolo leggio la faceva da padrone e un libro azzurro emanava una luce particolare.
Scott con tutto quello che aveva rubato e che aveva avuto tra le mani, mai si era ricordato di un premio così speciale.
Sicuramente, ed era pronto a scommetterci, quel volume doveva valere un bel po’.
Nel pensarlo, non si trattenne e dalla sua bocca uscì un fischio d’ammirazione.
“Scott, dobbiamo parlare.” S’intromise Mike, frapponendosi tra il volume e l’amico.
“Ne hanno parlato, ne hanno scritto e io non l’avevo mai visto: il Libro della Pace.” Sospirò, scostando l’amico e avvicinandosi di qualche passo.
Nell’osservare la pagina su cui il volume era aperto, il rosso si ritrovò colpito dal desiderio di sfogliarlo.
Peccato che avrebbe rovinato tutto e un possibile acquirente avrebbe fatto molte storie per qualche pagina sporcata dalle sue mani.
“Il mio compito è portarlo a Siracusa.” Tentò Mike.
“Davvero? Vedi, ora mi sento in colpa perché verrai licenziato.”
“Non dirai sul serio? Sparisci per 10 anni, ricompari e mi derubi?” Chiese, mentre l’amico s’aggirava intorno al leggio come un avvoltoio in attesa della preda.
“Vorrei non si trattasse di te, giuro, credimi ma…”
“Ma si tratta di me, Scott!”
“Mike, avevamo un saluto in codice, i nostri rifugi. Era uno spasso, ma eravamo…bambini?” Domandò il rosso, appoggiando una mano sulla spalla del moro.
“Eravamo amici! Tu questo non lo ruberai, non a me. E comunque cosa te ne faresti? Il Libro della Pace protegge tutti noi delle 12 Città.”
“Esatto! Immagina quanto tutti pagherebbero per riaverlo.”
“Te lo voglio ripetere. Molto tempo fa noi eravamo amici: se questo ha significato per te, dimostralo adesso.”  Riprese, frapponendosi tra Scott e il libro.
Il rosso colpito da quelle parole rimase per un attimo in silenzio.
E sempre in silenzio posò i suoi occhi verso l’amico.
“Hai ragione. È stato molto tempo fa.” Ghignò, allungando una mano verso il prezioso volume, venendo presto allontanato da Mike che gli prese una delle spade.
Voltandosi nuovamente vide nel moro un guanto di sfida e altrettanto tirò fuori la sua arma.
“Non mi diventare eroe, Mike.”
“Se vuoi il libro devi vedertela con me.” Ribatté il moro, venendo presto interrotto da un tentacolo che sfondò la stanza.
Giusto il tempo di correre fuori e videro un mostro marino che stava attaccando la nave.
“Per gli dei!” Soffiò il principe.
Inutile per Scott soffermarsi sulla difficoltà dei vari soldati e poi sapeva che Duncan e gli altri se l’erano già svignata sulla Chimera.
Vedendo quel macello, il rosso diede una lieve pacca sulla spalla di Mike e si avviò verso il parapetto.
“Vedo che hai da fare, perciò sentiamoci.”
“Vuoi scappare?”
“Già.” Ghignò il rosso, mentre il principe correva ad aiutare i suoi uomini.
Nel tentativo di saltare Scott si ritrovò impossibilitato a farlo.
Il mostro con uno dei suoi tentacoli, infatti, aveva allontanato le 2 navi e ne aveva distrutto le vele.
Il rosso nel vedere quello scempio si sentì bruciare.
Mai nessuno aveva rovinato così la Chimera e pertanto si ritrovò a muoversi verso una dolce vendetta.
Infatti ritornò sui suoi passi e si affiancò a Mike con il chiaro intento di liberarsi di quel mostro marino.
Questi, colpito dai vari disperati affondi dei soldati e da una sua cannonata, collassò e si ritrovò a scivolare nel suo ambiente.
Con lui anche i suoi tentacoli erano destinati al mare, ma scivolando uno di essi stava per travolgere il principe che venne allontanato da Scott.
Il pirata si ritrovò quindi nella direzione del tentacolo e finì nella sua debole stretta.
Caduto in mare con la creatura, il destino sembrava segnato.
Lui stesso non credeva d’uscirne vivo.
Vedendo l’amico sprofondare, Mike fu spinto dalla tentazione di buttarsi per salvarlo e per ricambiare l’aiuto ricevuto.
Trattenuto da un paio di soldati si ritrovò, invece, a sperare che il rosso ricomparisse il prima possibile.
Scott, nel tentativo di liberarsi disperatamente, vide sbucare dall’abisso il viso di una donna che lo salvò e lo fece cadere in una bolla d’aria.
“La giornata sembrava così promettente e ora guarda. Il mio mostro è morto, non ho ancora il Libro della Pace e tutto per colpa tua, Scott.”
“Aha…e tu saresti?”
“Courtney, la dea della discordia. Senza dubbio hai visto la mia immagine sulle mura del tempio.” Spiegò la divinità, cambiando forma più volte e mostrando la raffigurazione che la ritraeva su quelle sciocche costruzioni.
“Ah sì! Sai, non ti rende giustizia.”
“Aha. Ora, torniamo al mio mostro marino.” Riprese la dea, puntando il suo dito accusatorio sul corpo del pirata.
“È vero. Mi dispiace e immagino che delle scuse accorate non bastino.” Tentò il rosso, facendo ridacchiare la dea.
“Accorate? Proprio tu? Scott! Tu non ce l’hai un cuore.” Ribatté, riducendosi all’altezza umana e avvicinandosi all’uomo con malizia.
“Ed è proprio questo che mi piace di te. Perciò io ti lascerò in vita, ma in cambio dovrai fare una cosuccia…prendere il Libro della Pace e portarlo a me.”
“Vedi, mi crei un problema perché mi ero già fatto un progettino tutto mio. Sai: riscatto, ricchezza, del sano egoismo.” Riprese, allontanandosi e ritrovandosi la dea di nuovo vicina a fissarlo con occhi spiritati, sussultando appena.
“Non pensi abbastanza in grande, Scott. Rubi il libro per il riscatto e sei ricco per bivaccare sulla spiaggia di un’isola. Rubi il libro per me e puoi comprartela la spiaggia e l’isola, il mondo.”
“Mmh…mi lasci in vita, mi rendi ricco, mi ritiro in Paradiso…finora niente da obiettare, se mantieni la parola.”
“Scott! Quando una dea dà la sua parola, è vincolata per l’eternità.” Continuò Courtney, prendendo il pugnale del pirata e facendosi una croce sul petto.
“Va bene, ci sto.” Accettò, mentre la dea si girava altrove.
Con ancora il coltello del pirata in mano, tagliò davanti a sé e si aprì ai loro occhi una stella sul mare.
“Sapevo che eri della mia pasta. Allora, quando avrai rubato il libro, segui quella stella oltre l’orizzonte. Ti ritroverai a Tartaro, il mio regno del caos.”
“Tartaro…ci vediamo lì.”
“È un appuntamento.” Sorrise la dea, restituendo l’arma al pirata.
Scott annuì, mentre Courtney gli rivolse un’ultima occhiata maliziosa.
“Dov’eravamo rimasti? Ah si! Stavi trattenendo il fiato.” Sorrise la dea, mentre la bolla si riempiva d’acqua con i tentativi affannosi di Scott di risalire in superficie, lasciando Courtney intenta a congratularsi con il mostro marino che aveva sfruttato.
Tornato a galla, il rosso venne aiutato da Duncan a ritornare sulla nave con l’equipaggio che esultava per il ritorno del loro capitano.
Zanna, il suo cane, gli leccò la faccia, mentre Owen dava dei soldi a Noah per aver vinto la scommessa sul ritorno del rosso.
“Cosa ti è successo?” Gli chiese ad un certo punto il suo vice, dopo qualche breve attimo di riposo.
“Se te lo dicessi…non ci crederesti mai.”
“Provaci.”
“Ho incontrato Courtney, la dea del caos. Si è presa una bella cotta per me e mi ha invitato a casa sua per fare amicizia.” Spiegò il pirata, dandosi una lieve asciugata.
Nel dirlo, buona parte dell’equipaggio lo prese per pazzo, deridendolo e lo stesso Duncan si mise a sghignazzare.
“Questa è buona! La dea del caos.” Borbottò, allontanandosi verso le vele che necessitavano di una risistemata.
E mentre la ciurma tornava al proprio lavoro, il ragazzo di vedetta si calò giù con una corda e penzolò vicino al capitano.
“Si chiude la storia. Niente libro. E ora che si fa?” Chiese con un po’ di preoccupazione.
“Un po’ di pazienza, Brick. Non è che non sappiamo dove va.” Sorrise il pirata, fissando la nave di Mike che si allontanava verso Siracusa.
Siracusa.
La città da cui era partito e che sarebbe tornato a visitare dopo quasi 10 anni d’assenza.





Angolo autore:

So cosa pensavate e, no, non sono diventato un indovino.

Ryuk: rocchi e Ryuk non compaiono da un pezzo e si sono uccisi a vicenda.

Mi dispiace per voi, ma non è andata così.
Il mio pc si è impallinato e sono a stato rischio di perdere i miei lavori salvati.

Ryuk: Poveri noi.

E qualcuno qui, non facciamo nomi, ha cancellato la mia tesina e, quindi, per molti giorni ho scritto come un assatanato.
Molti di voi mi diranno..."rocchi esistono le chiavette."
Lo so, ma ho dimenticato di salvare.

Ryuk: Tornando alla storia...è una rivisitazione di "Sinbad la leggenda dei 7 mari."

Come farmi rovinare una delle mie storie preferite?
Semplice...mostrarla a Ryuk in una domenica di pioggia e fargli venire in mente strane idee.
Mo manca solo che rovina "Il Pianeta del Tesoro" e la mia infanzia può anche andare a schiantarsi sull'asfalto dal 8° piano.

Ryuk: Che idea...e comunque troverete alcune parti che non rispecchiano il film e che sono farina del nostro sacco.

Ripetiamo di nuovo.
Per 3/4 questa storia seguirà il canovaccio di "Sinbad la leggenda dei 7 mari." e per una parte sarà frutto dell'immaginazione di Ryuk.

Ryuk: E non mi venite a dire plagio o cose simili.

Già.
Se non l'avete capito siamo nervosi per queste ultime settimane infuocate (scuola e pc problemi che mi bloccano il sonno).

Ryuk: Credo di aver detto tutto.

Ancora un paio di cose.
Ci scusiamo per gli errori che probabilmente troverete, dato che siamo di fretta e non abbiamo tempo di correggere.
Vi ringrazio in anticipo per chi leggerà la serie e vi auguro una buona giornata/serata (sarà l'unica volta che me lo sentirete dire, quindi, non abituatevi troppo).

Ryuk: Io ora vado a sterminare la tesina di rocchi.

E io vado a strozzarlo.
Alla prossima (giovedì...non sia mai che almeno questa abitudine resti in vita).
   
 
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