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Autore: soffio di nebbia    01/05/2017    0 recensioni
«Prompto... lo sai che è una follia, vero?»
La voce di Gladio venne accolta dal silenzio. Prompto ignorò volutamente la sua obiezione e strinse le labbra nel tentativo di mantenere i nervi saldi mentre infilava le ultime provviste nello zaino.
«Cerca di ragionare. Quando è stata l'ultima volta che hai visto un chocobo? Io ne ho visto uno circa otto anni fa, durante una caccia, ed era già ridotto a una carcassa. Cosa ti fa pensare di poterne trovare qualcuno ancora vivo?»
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4



Prompto marciava a passo sostenuto in direzione sud-est.
Era ancora scosso per il triste destino toccato al chocobo che aveva incontrato subito dopo aver ripreso i sensi, ma non era più tempo di abbandonarsi alle lacrime; doveva uscire dalla foresta il prima possibile.
Prima di rimettersi in cammino aveva svuotato lo zaino di tutto ciò che era più superfluo e vi aveva riposto delicatamente l'uovo, cercando di imbottire lo spazio attorno con la stoffa dei suoi vestiti di ricambio in modo da proteggerlo dagli urti.
Nel corso del primo pomeriggio il cielo si fece più plumbeo. Di lì a poco, attraverso la folta cortina boscosa, cominciò a cadere una fitta pioggia incessante.
Sebbene ora il freddo gli facesse battere i denti, Prompto non si coprì. Rimase in canottiera, con i brividi a drizzargli i peli delle braccia, usando tutto ciò che gli era rimasto per tenere al caldo l'uovo di chocobo di cui aveva deciso di farsi carico.
La pioggia continuava a cadere da almeno mezz'ora quando un rumore furtivo lo fece voltare indietro. Non vide nulla, ma quel suono sommesso di rami spezzati non si dileguò.
Al contrario, si fece sempre più vicino.
Prompto fece appena in tempo ad alzare gli occhi al cielo; un uomo armato balzò giù da uno degli alberi. Un uomo armato che riconobbe all'istante.
Prima ancora che Prompto potesse pensare di fuggire, un secondo uomo alle sue spalle lo attirò a sé premendo la lama di un coltello alla sua gola.
«Ti siamo mancati?» gli disse con tono sprezzante, così vicino che Prompto poteva sentire il calore del suo fiato sul collo.
Il biondo pistolero smise di respirare quasi all'istante. Intanto l'altro cacciatore, lo stesso che lo aveva fatto precipitare quella mattina, gli si avvicinò con aria fintamente amichevole.
«È proprio vero che chi non muore si rivede» disse «Adesso io e te facciamo un patto, ci stai?»
Prompto rimase in silenzio. Il cuore cominciò a martellare prepotentemente nel petto. Il cacciatore interpretò il suo silenzio come una risposta affermativa e continuò a parlare:
«Sappiamo che hai trovato il nido di mamma chocobo. Sei stato così stupido da lasciare la radura piena di tue tracce» Mentre diceva questo lanciò ai piedi di Prompto le boccette vuote di alcune pozioni.
«Il patto è questo: tu adesso ci consegni l'uovo e noi ti lasciamo andare per la tua strada, dimentichiamo questa storia e facciamo finta di non averti mai incontrato. Se invece rifiuti di collaborare... ti mandiamo a fare compagnia al pennuto. Allora, che dici?»
Prompto non rispose. Si prese tutto il tempo possibile per studiare la situazione e valutare come uscirne.
«Cosa c'è, hai perso la lingua?» ironizzò il cacciatore.
«Mi hai quasi ammazzato stamattina» rispose Prompto, stizzito «Perchè adesso dovresti fare un patto con me?»
«Perchè voglio che tu vada a dire a tutti che cosa succede ai bastardi di Insomnia che si prendono la briga di venire a cacciare da queste parti»
Prompto avrebbe voluto rispondergli a dovere, ma si morse la lingua per non farlo. Sapeva di non poter mettere a rischio la sua vita se voleva portare a termine la sua missione.
Doveva riflettere, riflettere...
Se solo Ignis fosse stato lì... Lui avrebbe saputo sicuramente cosa fare! Era razionale, diplomatico...
Pensa, Prompto, pensa...
Studiò l'ambiente circostante con la coda dell'occhio. Dapprima non vide nulla di interessante, ma poi la sua attenzione venne attirata da un alto rilievo sormontato da rocce che si stava lentamente sgretolando sotto i colpi della pioggia battente.
«Va bene» disse allora Prompto, alzando le mani in segno di resa «Va bene, basta che ci diamo una calmata però, ok?»
Il cacciatore sorrise soddisfatto.
«Bravo ragazzo»
Prompto sentì la lama allontanarsi lentamente dalla sua gola e rimase immobile. L'uomo che l'aveva tenuto bloccato gli strappò lo zaino dalle spalle e lo spinse a terra facendolo cadere sulle ginocchia.
«È stato un piacere fare affari con te» disse «Ricordati di riferire tutto quando torni a casa»
Prompto rimase ad osservare i due che si allontanavano scambiandosi commenti divertiti sulla sua persona. Lasciò che si godessero la vittoria per alcuni metri, poi gli richiamò.
Quando i cacciatori si voltarono, Prompto stava puntando la pistola contro di loro.
«Oggi hai proprio voglia di morire eh!» commentò uno dei due «Cosa vorresti fare con quel giocattolo?»
Prompto non si lasciò impressionare. Ormai era talmente determinato ad arrivare fino in fondo alla sua personale missione che nulla avrebbe potuto fermarlo. Un orgoglio che non aveva mai conosciuto si fece strada dentro di lui ed egli non vacillò dinanzi ai suoi nemici.
Non vacillò nemmeno quando li vide mettere mano a loro volta ai fucili.
Invece, strinse leggermente gli occhi e prese la mira la mira su un punto sopraelevato appena dietro di loro, lì dove c'era il rilievo roccioso. Sparò tre colpi, uno dietro l'altro, tre soli colpi che furono sufficienti a far smuovere le pietre che ne sovrastavano la sommità causando una frana di rocce e detriti.
Quando i cacciatori si resero conto dell'accaduto fu troppo tardi. Uno di loro rimase bloccato dalla vita in giù sotto uno strato di sassi, mentre l'altro riuscì ad evitare di fare la stessa fine solo per grazia divina.
Ad ogni modo, Prompto approfittò di un suo attimo di distrazione per precipitarsi verso di lui, riappropriarsi dello zaino e fuggire più veloce che poteva.
«Brutto bastardo, io ti ammazzo!» l'urlo del cacciatore lo raggiunse immediatamente. Capì dai rumori alle sue spalle che l'uomo era già partito al suo inseguimento. Era il più feroce dei due, quello che aveva il comando, quello che non si era fatto scrupoli a farlo cadere da un'altezza che avrebbe potuto ucciderlo.
«Se ti prendo giuro che ti strappo la pelle dal corpo!»
Quelle parole furono seguite da uno sparo. Nello stesso istante Prompto gridò avvertendo un acuto bruciore al braccio destro. Si accorse subito di sanguinare ma per fortuna il proiettile l'aveva solo tagliato di striscio. Quell'attimo di distrazione, però, fu sufficiente a fargli perdere terreno. Il rumore della corsa del suo inseguitore si fece più prossimo, talmente prossimo che ora Prompto poteva sentire anche il rumore del suo respiro pesante.
Si sentì spingere a terra e perse l'equilibrio, finendo con la faccia nel fango.
La pistola venne scagliata lontano e sentì il peso del cacciatore sopra di sé. Nel tentativo di proteggere l'uovo, Prompto spinse lo zaino fuori dalla portata di entrambi.
Non appena il cacciatore lo fece voltare, il biondo cercò di colpirlo al naso con una testata, ma l'avversario doveva aspettarselo perchè si scostò appena in tempo e rispose con un pugno in piena faccia. Prompto sentì in bocca il sapore del sangue e subito dopo due mani si strinsero attorno al suo collo cominciando a stringere.
L'uomo lo sovrastava con tutto il suo peso, la pioggia batteva contro il viso pizzicandogli gli occhi. Mentre Prompto lottava per liberarsi, un pensiero assurdo gli attraverso la mente: Gladio l'avrebbe preso in giro a vita se avesse saputo che si era fatto mettere k.o. dal primo cacciatore impazzito.
Nel corso della sua vita, Prompto aveva sempre prediletto i combattimenti a distanza. Credendo di non essere abbastanza forte per affrontare uno scontro corpo a corpo, si era sempre affidato alla precisione delle armi da fuoco. Per sua sfortuna, però, lo Scudo del Re non gli aveva mai reso vita facile in tal senso. Non faceva sconti a nessuno quando, anni prima, costringeva lui e Noctis a levatacce mattutine per dedicare le prime ore dell'alba a sessioni d'allenamento che per Prompto avevano il sapore di veri e propri massacri. Il pistolero aveva perso il conto di tutte le ammaccature che aveva collezionato di accampamento in accampamento per colpa sua.
Col tempo, però, aveva fatto dei progressi e anche se era passato del tempo non poteva aver dimenticato proprio tutto.
Non importa quanto grosso sia il tuo avversario, tutti hanno dei punti deboli, devi solo saperli sfruttare.
Dannazione, era riuscito a mettere k.o. Gladio, che era anche il doppio di quel cacciatore! Se lo ricordava come se fosse ieri, Gladio non aveva mangiato cup noodle per un mese per penitenza!
In un rincorrersi di memorie senza capo né coda, le forze iniziarono ad abbandonare Prompto.
«Muori, feccia» sibilò il cacciatore.
No, non poteva finire così. Non aveva vagabondato per mesi in lungo e in largo per finire a morire in quella foresta.
Sentì un senso di ribellione pulsargli nel sangue e con un ultimo barlume di coscienza portò le mani ai polsi dell'assalitore che ancora lo strangolava.
Cercò di ricordare gli insegnamenti di Gladio e di Cor...
Allora spostò la propria presa sul braccio e la spalla destra del cacciatore. Con un movimento scomposto intrecciò la gamba alla sua fino a bloccarla, poi si diede una rapida spinta col bacino e concentrò tutta la forza nelle braccia per ribaltarlo diagonalmente.
Il cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che stava accadendo; si ritrovò con la schiena a terra e Prompto sopra di lui che, senza perdere nemmeno un secondo, lo colpì con una gomitata al viso e poi con un pugno dritto alla gola, allo stomaco e alle parti basse. Mentre l'uomo rantolava per il dolore, Prompto si rialzò in piedi cercando di riprendere ossigeno. Si annotò mentalmente di ringraziare Gladio appena lo avrebbe rivisto e senza indugiare in ulteriori pensieri recuperò lo zaino ricominciando a correre.
Ormai non doveva essere lontano.
La voce del cacciatore giunse furiosa alle sue spalle:
«Ti ammazzo!»
Uno sparo colpì il tronco di un albero appena davanti a Prompto. Ne seguirono subito altri, sempre più ravvicinati e Prompto continuò a correre a zigzag, anche se non scivolare era sempre più difficile ora che la foresta era piena di fango e pozzanghere a causa della pioggia.
Dopo una corsa che parve durare un'eternità Prompto raggiunse finalmente il sentiero collegava le rive del Lago Vesper all'autostrada principale.
Gli spari continuarono e ora, trovandosi in un territorio aperto, senza la protezione degli alberi, il rischio di essere colpito era ancora più grande.
Il cacciatore raggiunse il sentiero e continuò il suo inseguimento in una corsa stentata, fermandosi di tanto in tanto solo per caricare il fucile e sparare un altro colpo.
Giunto alla strada principale, Prompto sgranò gli occhi scorgendo un camion in avvicinamento.
Man mano che il veicolo si avvicinava, cominciò a sbracciarsi correndo nella sua direzione.
«Ehi! Fermo, aiutami!»
Quando riconobbe il logo sul camion, poi, capì di essere veramente salvo: Hammerhead.
Lo sportello si aprì e Cindy guardò Prompto come se avesse visto un fantasma.
«Ehilà, bisogno di uno strappo?»
In quel momento il cacciatore apparve al centro della strada sparando un altro colpo e Prompto si riparò immediatamente dietro la portiera del camion.
«Problemi in vista!» fece Cindy «Sali, veloce!»
Prompto montò a bordo in fretta e furia e, prima ancora che potesse chiudere lo sportello, Cindy cominciò a premere sull'acceleratore.
Il cacciatore continuava a sparare contro il gigante di ferro, ma la donna continuò a dare gas.
«Tieniti forte!» disse a Prompto.
Cindy puntò in direzione dell'uomo al centro della carreggiata e prendendo sempre più velocità.
In un primo momento il cacciatore continuò a sparare, ma quando realizzò che la donna a bordo del veicolo non era per nulla intenzionata ad arrestare la corsa, decise di mettersi in salvo lanciandosi di lato e ruzzolò via scomparendo oltre il guard rail.
Il camion continuò il suo viaggio verso la salvezza.
Prompto abbassò gli occhi sullo zaino e lo aprì. L'uovo era ancora intatto.
Di colpo sollevato, il biondo sospirò profondamente. La tensione lo abbandonò tutta insieme e fu solo allora che Prompto si accorse di avere il cuore a mille. Senza più la spinta dell'adrenalina Prompto si ritrovò a soffocare un gemito tra i denti; i dolori tornarono di colpo a martellare ogni centimetro del suo corpo ricordandogli di essere ancora ferito.
«Hai aspetto orribile, lasciatelo dire» commentò Cindy.
Prompto guardò la donna accanto a lui e sorrise nonostante avesse male dappertutto. Adorava la franchezza con cui Cindy doveva sempre sottolineare ogni concetto. Adorava molte cose di lei in realtà, anche quelle più materiali... da sempre. Col tempo, però, il batticuore si era calmato, le farfalle allo stomaco avevano smesso di farlo sussultare ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome, le ginocchia avevano smesso di tremare e il sudore aveva smesso di imperlargli la fronte ogni volta che passava davanti alla sua officina.
Ancora oggi sarebbe rimasto intere giornate ad aiutarla nelle riparazioni solo per poterla osservare e ancora oggi sperava un po' ingenuamente che ad un certo punto lei si voltasse e lo guardasse con occhi diversi... ma quello che prima era un fuoco indomabile che gli impediva perfino di parlare aveva lasciato spazio ad un calore più piacevole e diffuso. Adesso Prompto poteva vantarsi di riuscire a parlare con Cindy senza balbettare... riusciva addirittura a formulare frasi di senso compiuto!
«Se fossi un'auto in questo momento direi che sei da rottamare» aggiunse Cindy.
«Non ti ci vedrei mai a rottamare un'auto» rispose Prompto «Ripareresti anche il peggiore dei catorci»
«Appunto! Questo dovrebbe farti capire quanto sei conciato male» ribadì lei con convinzione.
Con un movimento discreto, Prompto inclinò leggermente il collo verso lo specchietto retrovisore. Fece una smorfia vedendo il proprio riflesso e rendendosi conto che Cindy non stava per niente esagerando.
«Cindy...» disse poi «Per favore, potresti accendere il riscaldamento?»
La donna gli lanciò un'occhiata dubbiosa.
«Non ce l'hai una giacca?»
«È per lui» disse Prompto indicando l'uovo «Ha bisogno di stare al caldo»
Allora Cindy mugugnò qualcosa e spostò una levetta lasciando che una piacevole aria tiepida riempisse l'abitacolo.
«Allora è vero quello che dicono in giro, che ti sei messo alla ricerca dei chocobo superstiti» commentò «In tutta onestà non pensavo che ne avresti ricavato qualcosa»
Prompto le lanciò un'occhiata allusiva.
«Tu non mi dai abbastanza fiducia»
Per alcuni minuti rimasero in silenzio e nel giro di poco si lasciarono la foresta alle spalle. All'orizzonte delle colline di Cleigne, ora, si levava un'alta colonna di fuliggine cui presto si aggiunsero le inconfondibili diramazioni infuocate del Monte Ravatogh.
«Ti riporto fino a Lestallum, va bene?» disse Cindy «Nel frattempo ti conviene riposare un po', la strada è ancora lunga»
Non ricevendo alcuna risposta, la donna si voltò verso il lato del passeggero.
Vinto dalla stanchezza, Prompto si era già addormentato.
Cindy tornò a guardare la strada. Ormai aveva smesso di piovere e il cielo iniziava a schiarirsi.
Mentre disattivava i tergicristalli, alzò di poco il riscaldamento.

  
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