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Autore: lost in books    02/05/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sandir si trovava nella stanza che gli era stata assegnata nel palazzo di re Florian, disteso sul letto, intento a ricapitolare gli eventi della giornata: prima lui ed i suoi compagni erano usciti dalla foresta degli spiriti, poi erano stati attaccati, se così si poteva dire, da un trio di strambi briganti ed erano stati salvati da Sera che li aveva portati al cospetto del re degli spiriti per poi rivelare senza tanti complimenti che si trattava anche di uno dei quattro grandi eroi del passato assieme ad Iliana. Inoltre per aggiungere altra carne al fuoco Sera aveva rivelato di essere la figlia di tale eroe.
Era ancora risentito per il modo in cui lei si era riferita a lui, definendolo un ragazzo qualunque mentre aveva avuto solo parole di elogio per i suoi compagni, e non aver svelato prima la sua identità non aveva contribuito a rendergliela molto simpatica.
Aveva scoperto praticamente subito che la maga sapeva già che Sera era la figlia di re Florian poiché quando le aveva chiesto se ne fosse a conoscenza lei gli aveva semplicemente risposto con un sorriso “Certo, Florian mi ha scritto di avere una figlia anche se non l’avevo mai incontrata di persona prima d’oggi”
Così Sandir si era messo a ripensare a ciò che lei aveva detto quando avevano incontrato Sera.
Piacere di averti incontrata qui Sera: era quello che aveva detto, cosa che effettivamente non escludeva il fatto che avesse capito chi fosse la ragazza. Inoltre si era ricordato che la giovane spirito aveva accennato al fatto che la sua casa fosse anche la loro destinazione. Aveva pensato che con quello si stesse riferendo ad Idyll, la terra degli spiriti, ma ora gli era chiaro che la ragazza stesse parlando del palazzo reale, viste le nuove informazioni in suo possesso.
In più Iliana aveva aggiunto alla sua risposta “Volevo vedere che espressione avresti fatto”
Re Florian allora, che era accanto a lei, si era intromesso nella conversazione “Ilia ed il suo caratteraccio…” e aveva scosso la testa “Almeno adesso non sospende più la gente in aria a testa in giù”
Poi aveva cambiato discorso, vista l’espressione scioccata che aveva assunto Sandir, e aveva chiesto a Sera di far accomodare lui e Leon nelle stanze che aveva fatto preparare per loro mentre Iliana era rimasta in sua compagnia.
Ed era proprio nella stanza che gli era stata assegnata che si trovava in quel momento.
Prima di sparire chissà dove Sera gli aveva fatto sapere che poteva fare quello che voleva prima di cena ma tutto quello che voleva fare in quel momento era restare disteso su quel letto incredibilmente morbido. Non aveva idea di come fosse fatto ma non era mai stato così comodo. Pensò alla Resistenza, a tutta quella povera gente costretta ad abbandonare tutto ciò che aveva per salvarsi dalla guerra, mentre lui ora era in un luogo splendido e protetto, al sicuro da tutto e pieno di comodità.
Pensò a quello che potesse passare per la testa di Iliana in quel momento, in compagnia di un vecchio amico con cui aveva condiviso la stessa impresa che ora condivideva con lui e Leon ed infine si addormentò.
 
Sandir si svegliò a causa di un rumore insistente: qualcuno stava bussando alla porta della sua stanza.
Si alzò, si strofinò gli occhi e poi andò ad aprire per trovarsi davanti Leon.
“Stavo cominciando a preoccuparmi. Sono cinque minuti che busso alla porta senza risposta”
“Scusami, mi sono addormentato” si giustificò il ragazzo.
“Lo avevo immaginato. Per tua informazione hai dormito fino all’ora di cena. Ho incrociato Sera mentre stava per venirti a chiamare e le ho detto che lo avrei fatto io”
Sandir ringraziò con lo sguardo il cavaliere: gli mancava solo che la ragazza pensasse che fosse duro d’orecchi o peggio visto quanto ci aveva messo ad aprire la porta.
“Se sei pronto possiamo raggiungere gli altri nella sala da pranzo”
“Mi sciacquo la faccia e arrivo”
Fatto ciò che doveva, Sandir seguì Leon, che a differenza sua sapeva dove stava andando e probabilmente aveva approfittato del tempo libero a loro disposizione per esplorare la dimora del re, fino a delle porte che fungevano da ingresso per un salone al cui interno si trovava una grande tavola rettangolare imbandita con tutto quello che un essere umano potesse desiderare. Appeso al soffitto si trovava un magnifico lampadario fatto di rami intrecciati e illuminato da delle fiammelle sospese su di esso che non ne bruciavano il legno ma creavano dei magnifici giochi di luce grazie a delle gemme incastonate fra i rami.
Già seduti alla tavola ad aspettarli c’erano re Florian con al suo lato sinistro Sera e al destro Iliana.
“Buonasera. Prego accomodatevi. Spero che la cena sia di vostro gradimento” si rivolse a loro il re.
I due si sedettero nelle sedie di fronte ai tre che erano già accomodati, dove la tavola era stata apparecchiata per loro.
“Questa sera saremo solo noi cinque. So quanto Ilia non gradisca la confusione quindi ho preferito optare per una cena più intima di quello che la mia gente avrebbe gradito. Per chi non fosse a conoscenza dei nostri costumi, qui non è usanza farsi servire da altre persone come nei banchetti reali delle corti umane ma ci si serve da soli. Detto questo, servitevi pure”
Sera non se lo fece ripetere due volte, sembrava non stesse aspettando altro vista la foga con cui metteva il cibo nel piatto.
Re Florian invece aveva davanti a sé solo un bicchiere pieno d’acqua da cui sorseggiava ogni tanto mentre era intento a parlare con Iliana.
Sandir ,mentre si stava servendo, era un po’ confuso: fino a quel momento non sapeva neanche se o cosa mangiassero gli spiriti ed ora aveva davanti ai suoi occhi due situazioni diverse fra loro, cosa che non lo aiutava minimamente a trovare una risposta alla sua domanda.
Re Florian, vedendo il modo in cui il giovane stava osservando Sera, decise di offrire una spiegazione “Vedo che sei un pochino confuso dall’approccio diverso che io e Sera abbiamo con il cibo. Devi sapere che noi spiriti non necessitiamo dello stesso cibo di cui vi nutrite voi umani ma questo non vuol dire che ad alcuni non possa piacere e si tratta comunque di una fonte di nutrimento alternativa seppur non la migliore per noi” e guardò la ragazza, che era troppo concentrata sul piatto per accorgersi di essere oggetto di una conversazione, e scosse il capo “Come avrai notato io non sono un grande amante del cibo. Nel mio caso, essendo uno spirito della terra, quello che mi basta è rimanere idratato e assicurarmi di avere a disposizione luce solare. A Sera invece basterebbe rimanere in aree con una buona concentrazione di ossigeno ma come puoi notare anche tu ha un certo amore per il cibo”
“E nessun problema di linea” si intromise la ragazza che finalmente si era accorta di essere stata presa in causa.
“Già, si potrebbe dire che Sera goda di un metabolismo molto rapido” concluse il re.
E Sandir gli credeva. Sera era letteralmente una ragazza di fuoco e di certo non aveva problemi a bruciare i grassi in eccesso. Se fosse stata tra gli umani avrebbe scatenato l’invidia di molte ragazze.
“Perdonate il mio cambiare discorso verso questioni totalmente diverse ma quando sarà possibile vedere il frammento?”
Era stato Leon a parlare. Sul suo piatto non c’era molto, evidentemente non era in vena di festeggiare il loro arrivo ad Idyll ed era chiaro che avesse altri pensieri per la testa e Sandir pensava di sapere di cosa si trattasse.
“Dopo la cena è mia intenzione portarvi nella sala dove custodisco il frammento” gli rispose con un caldo sorriso il re “immagino che tu debba essere preoccupato per i tuoi compagni della Resistenza ma non credo che vorrebbero che tu ti rovinassi la cena a causa loro”
“…Ha ragione” così Leon si permise finalmente di gustare la cena.
Iliana principalmente occupò il tempo a mangiare lentamente ed a parlare con il re e Sera, quando riaffiorava dal piatto.
Si vedeva che era contenta di poter parlare con un suo vecchio amico e lo stesso sembrava valere per il re ma da entrambe le loro espressioni un attento osservatore poteva dedurre che sotto i loro sorrisi si nascondeva anche una certa malinconia. Certo, condividevano sicuramente dei bei ricordi assieme ma era altrettanto vero che allo stesso tempo ciò che avevano dovuto affrontare e ciò che dovevano aver perso riaffiorasse nelle loro menti, anche se era evidente che stessero cercando di focalizzarsi su aneddoti divertenti piuttosto che sui ricordi spiacevoli.
“…Eri proprio un disastro da piccola. Ti ritrovavi sempre nelle situazioni più assurde socialmente parlando e poi ero io quello che doveva mediare” disse re Florian cercando di trattenere una risata.
“Ma poi sono migliorata…” Iliana si mise a fissare il piatto imbarazzata.
Questo discorso aveva catturato l’attenzione di Sandir “…Da piccola?” disse con un filo di voce ma il re evidentemente aveva un buon udito perché si rivolse a lui.
“Ah già, non credo che lei ve lo abbia detto, ma io ed Ilia ci conosciamo da prima di intraprendere il viaggio che ci ha portati ad essere riconosciuti come degli eroi. Siamo amici d’infanzia. Quando ero solo un bambino la mia famiglia era una di quelle che intratteneva buoni rapporti con i maghi della Torre; molte innovazioni magiche sono state raggiunte grazie alla collaborazione nella ricerca tra maghi e spiriti. Per questo c’era sempre un gruppo di spiriti che decideva di rimanere alla Torre per delle ricerche per un tempo indefinito ed io, che inizialmente dovevo solo accompagnare i miei genitori in visita, decisi di rimanere. All’inizio i miei genitori non erano molto d’accordo ma io ho insistito e sono dovuti tornare a casa senza di me. Così io ed Ilia siamo diventati amici. Il resto è storia”
“Oh” fu tutto quello che Sandir ebbe da dire.
Il gruppo continuò a cenare fino a che non furono tutti soddisfatti e venne il momento di vedere dove era conservato il frammento.
Re Florian si alzò “Bene, se ora volete seguirmi…”
Tutti si alzarono e cominciarono a seguire il re degli spiriti attraverso i corridoi del palazzo fino ad arrivare in un corridoio apparentemente come gli altri.
Il re appoggiò una mano alla parete che cominciò a muoversi: i rami che la componevano si spostarono disintrecciandosi fino a creare un ingresso su una rampa di scale che portava verso il basso ed il buio.
“Prima le signore” disse il sovrano e Sera si fece avanti e creò una piccola fiamma per illuminare il percorso agli altri.
Scesero tutti le scale e si fecero condurre dal re e da sua figlia fino a che una luce diversa da quella generata da Sera non rischiarò l’oscurità di quel luogo.
Il gruppo proseguì verso quella luce, che era diventata abbastanza potente da rischiarare ciò che le stava attorno senza l’aiuto della ragazza, che dissolse la fiamma.
Davanti a loro, su di un piedistallo al centro della stanza in cui erano arrivati, si trovava un cuscino dal ricamo elaborato su cui poggiava il frammento del Talismano, protetto da una teca.
Era quello che generava la luce tutto intorno a loro.
“Se emana una luce del genere non è un buon segno” disse Iliana.
“Vuol dire che si è attivato?” le chiese Sandir.
“Purtroppo sì. E questo vuol dire che l’Oscurità si sta risvegliando ed è sempre più forte. I frammenti reagiscono alla loro controparte oscura: più l’Oscurità è forte più il Talismano si rafforza di conseguenza”
“Questo vuol dire che dovrete ripartire presto. Speravo di poter passare più tempo con una vecchia amica ma il dovere la chiama a quanto pare” osservò il re.
“Mi dispiace Florian. Sarà il caso di ripartire entro due giorni al massimo”
“Capisco. Farò preparare l’occorrente per il vostro viaggio…” era rattristato all’idea ma si riprese “Bene, ora che avete visto il frammento siete liberi di fare quello che più vi aggrada per il resto del vostro soggiorno qui. Torniamo in superficie?”
Annuirono tutti quanti e si avviarono, tranne Leon, che stava fissando ancora il frammento.
“Leon?” lo richiamò Sandir che si era accorto della cosa.
Il cavaliere si riscosse “Sì, arrivo” e uscirono tutti dall’area sotterranea.
 
Quella sera Sandir decise che era il caso di familiarizzare con il palazzo o si sarebbe perso continuamente, così cominciò ad aggirarsi nei corridoi per studiare il percorso dalla sua stanza fino alle aree che aveva avuto modo di visitare, per vedere se si ricordava come arrivarci.
Mentre camminava tra i corridoi si fermò spesso per ammirare i bellissimi quadri che li adornavano. Alcuni raffiguravano scene naturali, altri gli ricordarono la Torre dei maghi,  cosa che gli fece pensare che chiunque avesse dipinto quei quadri doveva aver visitato la Torre e, dalla dovizia nei particolari, pareva anche conoscerla bene.
Ma fu un quadro in particolare che infine catturò la sua attenzione: era il ritratto di una donna, uno spirito per la precisione, seduta su un’elegante poltrona. Aveva la pelle chiara, leggermente azzurrina e gli occhi completamente blu, lo sguardo dolce e amorevole. I suoi capelli erano lunghi e sinuosi e il pittore aveva reso magnificamente il fatto che fossero composti da acqua vera e propria, che rifletteva la luce che li colpiva generando magnifici giochi di luce. Era molto bella ed elegante,  portava una lunga veste bianca drappeggiata che dava l’idea del mare mosso leggermente dalle onde.
Era chiaro che fosse uno spirito dell’acqua e che doveva essere una persona importante altrimenti il suo ritratto non sarebbe stato lì nel palazzo ma era sicuro di non averla vista tra la folla di spiriti che aveva incrociato quel giorno, l’avrebbe notata sicuramente. Una persona di quella bellezza non passava inosservata.
“Vedo che quel quadro ha catturato la tua attenzione”
Era stato re Florian a parlare. Lo spirito si avvicinò al giovane “Bella, non è vero?”
“Sì. Di chi si tratta?” chiese il ragazzo per poi pentirsi. Lo sguardo del re si era improvvisamente riempito di tristezza “Questo è un ritratto che ho fatto io stesso della mia adorata moglie Lin. Purtroppo non è più fra noi”
“Mi dispiace, non…”
“Non preoccuparti. Sai, ultimamente vengo spesso a guardare questo ritratto, era proprio quello che stavo venendo a fare quando ti ho incontrato qui.
Le sarebbe piaciuto rivedere Ilia e amava anche fare la conoscenza di nuove persone. Se fosse stata qui ora al posto della cena probabilmente ci sarebbe stata una vera e propria festa con tanto di ballo e sarebbe anche riuscita a convincere Ilia a partecipare. Riusciva a fare tutto”
“Le manca molto” L’osservazione che aveva fatto Sandir non era delle più brillanti, semplicemente aveva scoperto di avere una cosa in comune con il re. Entrambi avevano perso qualcuno di importante per loro.
Lo spirito lo guardò e a Sandir sembrò che avesse capito che anche lui aveva provato un dolore molto simile al suo.
“Ha dipinto lei i quadri che sono nel palazzo?”
“La maggior parte. È il mio passatempo e mi rilassa, anche se ammetto che è passato del tempo dall’ultima volta che ho preso in mano un pennello” rispose il re “mi è mancata l’ispirazione”
“Sono molto belli. Spero riesca a ritrovarla”
“Lo spero anch’io”
 
Non era ancora molto tardi e Sandir non aveva per niente sonno a causa della sua dormita imprevista, così decise di andare a dare un’occhiata all’esterno del palazzo.
Idyll di notte era ancora più bella: su delle alte torce ora splendevano sospese delle fiammelle che illuminavano tutto ciò che le stava attorno e davano un’aria più misteriosa alla città.
Camminò lungo le vie, attraversò dei ponti, completamente assorto in quel luogo  fino a che non sbucò su una piccola piazza. Non c’era molto lì se non per delle panchine, luogo perfetto per sedersi e riflettere nel caso una persona avesse voluto restare in solitudine, cosa che però Sandir non era. Infatti la piazzetta era già occupata: Leon, con indosso solo dei pantaloni, degli stivali ed una camicia leggera e scompigliata stava agitando la spada in una serie di movimenti che lui stesso aveva insegnato al giovane. Sembrava agitato da chissà quali pensieri e che stesse agitando la spada in una serie di fendenti come a volerli allontanare.
Sandir non voleva disturbarlo e, visto che l’uomo non sembrava averlo notato, decise di fare retromarcia.
“Cosa stai facendo? Oh, stai spiando qualcuno? Voglio spiare anch’io!”
Il ragazzo, colto di sorpresa da quella voce, inevitabilmente balzò in avanti, attirando l’attenzione del cavaliere.
“Sandir. Ci sei anche tu, Sera”
“Ciao Leon. Sono appena arrivata e ho visto che Sandir…” quello che la ragazza stava dicendo venne interrotto dell’interessato che provvidenzialmente le mise una mano davanti alla bocca e disse “Quello che Sera intendeva dire è che stavo cercando un bel posto dove sedermi ad apprezzare questo bellissimo posto ma non vogliamo disturbarti quindi ce ne andiamo”
“Oh, non mi disturbate affatto. Potete restare se volete”
“Perfetto! Allora ci sediamo su quella panchina a contemplare ciò che ci circonda” disse la giovane compiendo un ampio gesto con le mani liberatasi dalla presa del giovane. Poi prese Sandir per mano e lo trascinò verso una panchina. Leon riprese il suo allenamento serale.
“Ma cosa ti passa per la testa?” si rivolse sottovoce Sandir alla ragazza.
“Perché?” rispose lei inclinando la testa di lato “Piuttosto perché stavi spiando Leon e perché stiamo sussurrando?”
“Non lo stavo spiando. Stavo girovagando per Idyll e sono capitato qui. Ho visto che c’era già Leon e visto che non mi ha notato e non volevo disturbarlo stavo per andarmene quando sei arrivata tu”
“Però lo stavi osservando da un po’”
“Ma non avevi detto di essere appena arrivata?”
Come risposta Sera si limitò a fargli una linguaccia, le labbra piegate in un sorriso furbetto.
“Hai mentito”
“Già, ora che siamo complici mi dici perché lo stavi guardando?”
“Sono solo preoccupato. Da quando siamo qui si comporta in modo diverso dal solito”
“Oh, probabilmente ha una giornata no. Capitano a tutti: spiriti, umani, anche ai ragazzi qualunque come te”
“Spero tu abbia ragione” poi Sandir registrò la seconda parte di ciò che Sera aveva detto “Ma si può sapere perché insisti nel definirmi una persona qualunque?”
“Perché non c’era niente di particolare sulla descrizione che la Resistenza ci ha fatto di te e non mi hai dato motivo finora di credere che tu abbia qualche particolarità?”
“Sono un Darman!”
Cadde il silenzio fra i due. Sandir ora era in completo imbarazzo: non aveva intenzione di rivelare la sua natura alla ragazza ed era chiaro che re Tyberius, che doveva essere l’artefice delle loro descrizioni, doveva aver pensato al fatto che lui non volesse rendere noto ciò che era, ma il modo in cui lei lo teneva in considerazione rispetto agli altri lo aveva fatto scoppiare ed ora non poteva rimangiarsi quello che aveva detto.
Dal canto suo Sera era rimasta immobile, come se stesse lentamente registrando l’informazione; Sandir era in ansia, aspettava una sua reazione, era pronto al peggio.
Il volto della giovane si illuminò “Per tutti gli spiriti! Sei davvero un Darman?”
Il suo ampio sorriso non era decisamente la reazione che Sandir si aspettava.
“Aspetta, provamelo! Dov’è il marchio?” e la giovane protese le mani verso di lui con l’intento di scostare la sua camicia.
“Aspetta, fermati!” Sandir non era a proprio agio, Sera era decisamente troppo invadente per i suoi gusti.
“Perché? Non mi dire che è in un posto imbarazzante” disse la ragazza portandosi una mano davanti alla bocca e assumendo l’espressione di una persona che sembrava aver capito tutto.
Il volto del giovane divenne talmente rosso che sembrava stesse per prendere fuoco anche senza l’aiuto di Sera “N-no, non è quello. È solo che… lascia perdere. Se volevi vedere il marchio bastava chiedere” e lentamente scostò la camicia fino a rendere visibile il marchio sul suo petto.
“Allora è vero! Oh, oh, trasformati!”
“Cosa?”
“Trasformati! Voglio vedere la tua altra forma. Vediamo, cosa potresti essere… Un lupo, una tigre o forse un’aquila...”
“Io non posso trasformarmi” la fermò Sandir.
“Come? E Perché no?” il tono di Sera era scocciato, sembrava quasi quello di una bambina a cui avevano detto che non poteva avere ciò che voleva.
“Non lo sai? Sandir è il termine che la mia gente dà a chi non è in grado di trasformarsi”
Il ragazzo le spiegò la sua situazione “…Sono fortunato ad essere vivo”
“Mi dispiace, non potevo saperlo. Non ho molta esperienza del mondo, sono uno spirito giovane ma ti prego di scusarmi. Sono stata irrispettosa nei tuoi confronti” ora aveva il capo chino e lo sguardo triste.
Sandir non si aspettava neanche questa reazione ma si riprese in fretta e le chiese incuriosito  “Se non è una domanda troppo personale, mi potresti dire quanti anni hai Sera?”
“Sedici” rispose senza farsi problemi “e tu?”
“Anch’io ho sedici anni” Era leggermente sorpreso, le era sembrata più giovane dall’aspetto, complice la sua scarsa altezza, ma con gli spiriti non sapeva cosa aspettarsi.
“Allora siamo coetanei” il sorriso ora era tornato “…Quindi alla fine sei comunque un ragazzo qualunque”
Sandir sospirò.
“Dai scherzavo!” disse lei ridacchiando.
“Posso farti un’altra domanda?” le chiese.
“Chiedi pure”
“La tua reazione di poco fa quando ti ho detto che sono un Darman era diversa da quello che mi aspettavo. Di solito la gente mi guarda male o peggio. Perché tu no?”
“Beh, punto primo: sono uno spirito e noi spiriti tendiamo a non fare di tutta l’erba un fascio. Non sarebbe corretto trattare male qualcuno solo per quello che è, senza nemmeno conoscerlo. Questo è ciò che mi hanno insegnato fin da piccola ed è ciò in cui credo.
Punto secondo: è da quando ero bambina che mio padre mi racconta dei suoi vecchi amici e compagni di viaggio. Un cavaliere, una maga e una donna Darman.
Mi ha sempre parlato bene di lei. Me l’ha descritta come una donna forte, fiera e che ha lottato costantemente per dare al resto della sua gente un futuro migliore. Era ciò che voleva di più al mondo e da quello che so finché era in vita le cose andavano meglio per la tua gente. Inoltre era speciale anche dal punto di vista dei Darman perché era ed è sempre stata l’unica a potersi trasformare in un drago. Capisci? Un drago. Mi sarebbe piaciuto incontrarla ma la vita dei Darman è come quella umana, breve. Ehi, tutto bene?”
Sandir era rimasto in silenzio senza commentare per tutto il tempo che Sera aveva parlato “Si, tutto bene. Non sono abituato a sentire parlare bene della mia gente, tutto qui”
Sera non sembrava convinta così lui cercò di cambiare discorso.
“E degli altri eroi cosa sai? Voglio dire, il re è tuo padre, Iliana l’hai potuta conoscere, e il cavaliere?”
“Dunque…So che era di Dahlia” cominciò lei.
“Anche Leon viene da lì”
“State parlando di Dahlia?” Era Leon, che aveva interrotto la sua sessione di allenamento, probabilmente perché aveva sentito il nome della sua vecchia casa.
“Sì. Sandir mi ha appena detto che vieni da lì come il cavaliere che ha viaggiato con mio padre ed Iliana” rispose prontamente Sera “stavamo anche parlando di Darman e draghi. A proposito di draghi, è vero che esiste un ordine di cavalieri dei draghi a Dahlia? Almeno questo è quello che mi hanno raccontato”
Questo Sandir non lo sapeva ed era curioso quanto la ragazza.
Qualcosa sembrò passare davanti agli occhi di Leon, qualcosa che solo lui poteva vedere ma rispose alla domanda “Dahlia è famosa per l’odine dei cavalieri di drago, o per lo meno lo era.
Purtroppo quando ero molto piccolo ci fu una tremenda epidemia nel mio regno. Non fu clemente con nessuno: uomini, donne e bambini morivano continuamente, non risparmiava nemmeno gli animali… È il destino che è toccato anche a mia madre, e nemmeno la regina  sfuggì alla malattia”
Sandir non aveva idea che in passato il suo amico avesse perso la madre in questo modo, e lo stesso era capitato a Serena. Aveva dato per scontato che fosse stata la guerra.
“Con la maggior parte delle persone malate nel regno l’unico motivo per cui non venivamo attaccati era solo per via dei cavalieri di drago. Anche se alcuni si erano ammalati e lo stesso valeva anche per i draghi, alcuni di loro erano rimasti illesi, tra di essi c’era mio padre, l’ultimo Gran cavaliere di Dahlia e capo dell’ordine dei cavalieri di drago. Visto che erano in pochi hanno preferito concentrare le difese sulla popolazione ma hanno fatto un grosso errore perché hanno lasciato praticamente indifeso il luogo in cui i draghi si prendevano cura dei loro piccoli. Un regno particolarmente ostile nei nostri confronti chiamato Rafflesia ne approfittò. Indeboliti dalla malattia non riuscirono a proteggersi. Fu una strage e non rimasero più molti i draghi ancora in vita. Nonostante il regno fosse  sopravvissuto all’epidemia ne era uscito tremendamente indebolito e così quello stesso regno che aveva eliminato la maggior parte dei draghi si diede da fare e in pochissimi anni completò l’ opera fino a che non ne rimase solo uno, l’ultimo drago e fedele compagno di battaglie di mio padre.
La battaglia finale portò alla sconfitta del mio regno, alla scomparsa dei draghi e alla perdita del frammento che era in nostra custodia”
I suoi due ascoltatori non sapevano cosa dire, erano scioccati dalla storia di Leon.
Sera fu la prima a ritrovare la parola “Mi dispiace per quello che hai dovuto affrontare”
“Il passato è passato. Non si può riscrivere ma questo non vuol dire che non farò del mio meglio per far sì che nessuno debba sopportare quello che ho passato io. È per questo che combatto”
Sera gli sorrise “Sei proprio forte. Lo siete entrambi” e rivolse il sorriso anche a Sandir “mi ha fatto piacere conoscervi meglio ma adesso è arrivato il momento per me di andare a dormire. Ma prima di andare, tornando al discorso sul cavaliere compagno di avventure di mio padre” disse rivolta a Sandir “so che anche lui era un cavaliere di drago. Buonanotte!” e con un ultimo saluto, sventolando una mano, si trasformò in una fiamma e sfrecciò verso il palazzo.
Sandir sbuffò. Se lei sapeva già che i cavalieri di drago esistevano poteva anche non chiederlo, ma grazie a lei aveva scoperto di più sul suo amico ed il regno di Dahlia.
Leon approfittò del posto che Sera aveva liberato e si sedette vicino a Sandir.
“So che oggi mi sono comportato in modo un po’ strano, scusa se ti ho fatto preoccupare”
“Ma adesso va meglio?” volle sapere il giovane.
“Mi sono sfogato con l’allenamento, mi è sempre di aiuto quando ho bisogno di starmene in pace a riflettere. È una cosa mia”
“Posso chiederti cosa ti ha turbato?”
Leon fissò per un attimo il terreno “Sono solo preoccupato per la gente della Resistenza e specialmente per Serena, non te lo nascondo. Siamo arrivati fino a qui ed ora dobbiamo solo tornare da loro ma non riesco a non pensare che possa succedergli qualcosa e più il tempo passa più mi preoccupo. In più oggi, quando ho visto il frammento in quella teca, ho ripensato a quando mi fu mostrato il frammento custodito a Dahlia quando ero bambino. Il re aveva concesso un favore a mio padre in segno della loro amicizia e così potei vedere il più prezioso tesoro del regno. È un bel ricordo che ho di me e mio padre e mi ha fatto ripensare a lui. Ma adesso sto meglio, giuro. Anzi, è il caso che vada a riposare”
Leon si alzò e si incamminò.
“Leon, hai mai volato a dorso di un drago?” chiese Sandir all’improvviso facendo fermare il cavaliere.
“Mio padre aveva intenzione di farmi provare un giorno ma non c’è mai stata l’occasione”
“È un peccato, sarebbe stato bello”
“Come ho già detto il passato non si può cambiare. Buonanotte Sandir”
“Buonanotte Leon”
Così Sandir rimase finalmente da solo nella piccola piazza, la grande quantità di informazioni che aveva appreso quella sera ad affollare la sua mente.
Alzò la testa a guardare il cielo “Draghi, eh?” disse fra sé e sé.
   
 
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