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Autore: Evola Who    02/05/2017    2 recensioni
Il Dottore è nella sua 11° rigenerazione e questa volta ha con sé una nuova companion, Denny, una ragazza 18enne sveglia, intelligente, sensibile e molto determinata (con qualche problema di sbalzi d'umore)
Ma che succede se il Tardis li porta in una galassia lontana lontana, in un universo popolato da bizzarri personaggi e dominato da malvage forze del male? Come affronteranno i nostri amici questa strana avventura?
(Versione AU di episodio sei)
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
La base di Yavin IV
 
 
Quando entrarono nell’atmosfera del pianeta si vedeva un grande cielo blu e un’infinta foresta.
Denny rimase un po’ perplessa, non si aspettava una foresta incontaminata, si aspettava una città enorme, tecnologica, con macchine volanti e grattacieli enormi come nel film “Blade Runner” ma senza tutta quella pioggia e oscurità.

“Ma… è una foresta.” Disse lei, confusa.

“Ovvio che è una foresta. Una base dei ribelli non poteva mica stare in una grande città controllata dall’impero.” Disse Han.

“E dov’è la base?” chiese il Dottore.

“È quel tempio laggiù” indicò Luke.

I due amici seguirono il dito del ragazzo e videro un tempio: era alto, la base era a cerchio e sembrava un vecchio tempio Maya, color terra e con piante rampicanti che si inerpicavano su per le pareti.
Rimasero sopresi e in silenzio fino all’atterraggio.

Quando uscirono tutti dall’astronave, Denny si guardò intorno e la prima cosa che vide fu il Millennium Falcon. 

Era enorme, rotonda e non sapeva come altro descriverla.

Anche il Dottore guardò l’astronave di Han con aria sorpresa. 

“Però!” disse Denny.

“Vi piace?” chiese Han, mettendosi in mezzo tra i due amici con braccia conserte e un sorriso fiero.

“Beh… è grande” disse Denny, non sapeva cosa dire, oltre al Tardis aveva visto qualche altra

astronave, ma non una grande come quella. Non avrebbe saputo come altro commentare.

Han rimase confuso da quella risata ma disse fiero: “Dite quello che volete ma questa astronave è più veloce di qualunque altra astronave, ha contribuito a distruggere la morte nera e è la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di 12 parsec.”.

Denny non rimase tanto sorpresa come il Dottore. 

Il capitano li guardò entrambi, dicendo: “Allora?”

“È stupenda.” Disse la ragazza con sorriso forzato, guardandolo. 

“È vero, e poi non ho mai visto una astronave più veloce.” Aggiunse il signore del tempo.

Han sorrise, dicendo: “Bene! Vi aspetto dentro.” E se andò.

Arrivò Leia, dicendo ad entrambi: “Attenti, il Millennium Falcon è il suo più grande giocattolo. E si offende a morte se doveste rivolgergli qualche critica.” Han le lanciò un’occhiataccia e la seguì.

I due amici si guardarono e il Dottore disse, con tono sicuro: “Sì, ma la nostra è migliore.”

“Ovviamente!” aggiunse Denny e si sorrisero di nuovo.

“Venite, vi facciamo vedere la base.” Disse Luke andando verso l’apertura del tempio.

Entrarono e videro varie astronavi: non erano grandi, anzi sembravano degli aerei caccia.

Erano lunghe 12 metri, dritte e avevano due grossi cannoni sui lati, erano grigi e decorati con delle linee rosse.

C’erano molte persone, alcune entravano e salivano sugli “aerei caccia” con delle tute intere arancioni, con stivali neri ai piedi e una specie di gilet bianco.

Erano tutti maschi ma di razza umani.

C’erano anche altre persone ma indossavano divise differenti: queste erano grigie, e gli uomini indossavano stivali neri e strani caschi bianchi. Anche loro erano tutti umani e maschi.

Denny rimase perplessa, credeva di trovare una stazione con un sacco di razze aliene assieme ad esseri umani. Dopo i pianeti alieni che aveva vistato il Dottore si aspettava qualcosa di verso, invece si trovava in giungla, dentro ad un tempio simile a quelli Maya mentre dentro sembrava una base militare.

Ma aveva imparato che viaggiando con il Dottore non si poteva mai sapere cosa aspettarsi.   
“Questa è la base area, qui teniamo tutti X-Wing Fighter.” Disse Luke, fermandosi davanti a uno di loro. 

“X-Wing fighter?” chiese il Dottore guardando il caccia.

“Ho anche solo semplici X-Wing.” Rispose lo Jedi.

“Perché X?” domandò Denny.

“Perché le ali aperte in modalità di attacco assumono una forma simile ad una ‘X’.” spiegò Luke.

“Quindi è un caccia spaziale.” Disse il Dottore.

“Già. Ed è molto…” stava spiegando il ragazzo ma, proprio in quel preciso momento, si udì un tonfo: un casco era caduto quasi caduto addosso a Denny, ma lei fortunatamente si era spostata in tempo e quello le era solo caduto vicino.

La ragazza guardò l’oggetto e lo prese tra le mani per riuscire a vederlo meglio: era un casco, come quelli degli aerei caccia, ma bianco e con un simbolo sul lato. Fu in quel momento che capì che quello era il simbolo della ribellione.

“Scusate!” esclamò una voce maschile che veniva dall’aereo caccia sopra le loro teste.

“C’è qualcuno li sotto?” chiese di nuovo la stessa voce.

“Sì, c’è qualcuno qui sotto!” Rispose il Dottore.

“Oh cavolo!” disse l’uomo, allarmato.

Uscì dalla sua astronave e scese senza farsi subito vedere in viso: “Mi dispiace! Mi sono distratto un momento e il mio gomito ha sposato il casco che è caduto”.

Stava ancora parlando mentre scendeva, ma quando si fermò davanti a Denny smise subito.

Era un ragazzo giovane sui vent’anni, era altro circa 1,70m e indossava la tuta intera, con il gilet bianco sul petto e gli stivali neri.

Il suo guardo era pulito, carnagione chiara, occhi grandi e neri come la notte, la bocca a forma di cuore e labbra sottili, il naso alla francese e i capelli folti di un castano chiaro, quasi biondo, lunghi fino al collo.

Quanto guardò Denny aveva gli occhi spalancati, lo sguardo teso e non riusciva più a parlare.

Denny capì che non era abituato a trovare ragazza della sua età in quella base, oltre al fatto che sicuramente era passato diverso tempo dall’ultima volta che aveva visto una donna o le aveva parlato.

Così Denny ruppe il ghiaccio sorridendo e riprendendo, finalmente, la parola: “Ciao.”

Il ragazzo, sbattendo gli occhi un paio di volte, rispose: “C-caio!” e fece un sorriso un po’ imbarazzato.

Denny lo trovò carino, capì che era un ragazzo timido. Bastava vedere i suoi occhi bassi che guardavano il pavimento e le guance leggermente arrossate.

“Il tuo casco.” Disse Denny allungando l’oggetto verso di lui. 

“Oh! Grazie!” prese il casco e disse: “Spero che non ti sia caduto addosso.”

“No, tranquillo, mi sono spostata in tempo. Incidenti del genere possono capitare.” rispose lei.

Il ragazzo fece una piccola risata, il Dottore sorrise, Han guardò la scena con aria disinteresse, Liea e Luke ascoltarono e il wookie e gli androidi si guardarono confusi.

Quando smisero di ridere, cominciando a presentarsi: “Comunque io sono Raoul Sedivitax.” E porse la mano tesa alla ragazza, sorridendo.

“Denny Facchi.” si strinsero le mani, scambiandosi un secondo sorriso.  

La ragazza lo trovò davvero carino e capì che Raoul ricambiava il pensiero.  

Raoul era un ragazzo timido oppure non era abituato a palare con le ragazze. O, magari, tutte due le cose.

Denny, invece, non era abituata a parlare con i ragazzi che le interessavano, di solito si limitava a fissarli da lontano, immaginando una possibile e intera relazione. Ma, dopo i viaggi con il Dottore, aveva acquistato una maggiore sicurezza e stima di sé.

E ora non aveva più paura di parlare con un ragazzo.

Quando si lasciarono le mani Raoul indicò la camicia di Denny, dicendo: “Comunque, bella maglietta!”
Denny fece una piccola risata e disse: “Davvero?” e lo guardò.

“Sì.” Rispose lui, cerando di sembrare una persona sicura: “Non ho mia visto una maglia così particolare e quelle stelline sono davvero insolite.”

“Ed è per questo che è la mia preferita.” Rispose lei sorridendo e guardandolo a braccia conserte.

Han, Luke e Leia colsero l’attrazione tra i due giovani dai i loro sorrisi reciproci e continui, ma non dissero nulla. Il Dottore, invece, non si era reso conto di nulla.

“In più, questo viola ti dona.” Aggiunse Raoul.

“Anche questa tuta arancione accesso non ti sta male.” Rispose Denny.

“Ma per favore!” esclamò lui, ridendo come se fosse stata una battuta: “Oltretutto, i colori accessi non mi piacciono.”

“Sei fortunato, il mio colore preferito è il nero.” Rispose Denny e risero insieme. 

“Comunque, tu non sei di questa base, giusto?”

“No, sono solo una turista insieme al mio amico e abbiamo le nostre guide turistiche.” Dicendo questo con la testa indicò i suoi amici dietro di lei.

Raoul li guardò per la prima volta e, quando vide Luke, Leia e Han, ritornò con la faccia tesa e si mise il diritto in posizione di ordine, dicendo: “Senatrice Organa, generale Solo, Signor Skywalker!” aveva lo sguardo serio.

Denny rimase un po’ stupita da quel cambio di comportamento improvviso ed inaspettato.

“Riposo, ragazzo.” Disse Leia con tono calmo: “Non siamo qui per dare ordini a qualcuno.”

“È vero. Siamo qui per capire la nostra prossima missione e far vedere ai nostri nuovi amici le basi ribelli.” Disse Luke con un tono amichevole e un sorriso sicuro.

“Però stai attento. Potrei dare degli ordini e, in tal caso, li pretendo eseguiti.” Disse Han con tono ironico, guadagnandosi un'altra occhiataccia dalla Senatrice.

Ma il ragazzo non capì l’ironia e disse: “Certamente, Generale Solo.”

Denny e il Dottore si guardandolo sopresi dal grande rispetto nei confronti degli ordini, che ad entrambi non piacevano un granché. Capì che al Signore del Tempo non piacevano né soldati, né basi da guerra, né la guerra in generale. E pensò che lì non si sarebbe sentito molto a suo agio.

Il Dottore si posizionò davanti al ragazzo, dicendo; “Allora, Raoul, posso farti qualche domanda?”.

“Certamente, signore.” Rispose lui serio.

“Ti prego, chiamami Dottore e dammi del tu.”

“Dottore e basta?” chiese Raoul, un po’ sorpreso.

Tutti rimasero stupiti dalla domanda, ma non dissero nulla.

“Sì, esatto. Dottore e basta.” Rispose lui, sorridendo.

Denny guardò il suo amico con aria stranita, mentre lui stava ascoltando.

“Ma non può essere lei! Perché fisicamente è completamente diverso da come me lo ha descritto mia nonna. E poi dovrebbe essere un uomo anziano adesso, visto che sono passati parecchi anni.” Concluse Raoul.

Danny rimase confusa, mentre Leia aveva uno guardo sospettoso: una volta suo padre, quando era solo un ragazzo, aveva incontrato un uomo di nome “Il Dottore”. Tuttavia fisicamente era del tutto diverso rispetto alla descrizione di suo padre. E sarebbe dovuto essere molto vecchio.

Il Signore del Tempo sorrise, dicendo: “Beh… si vede che Dottore è un nome molto comune.”

“Comunque, Raoul, vorrei farti qualche domanda. La prima è: quanti anni hai?” proseguì il Signore del Tempo.

“Venti, sign… volevo dire, Dottore.” Rispose il ragazzo, correggendosi.

“E da quanto tempo ti sei riunito all’alleanza ribelle?”

“Beh, la mia famiglia è sempre stata contro l’impero galattico e sì è sempre unita alla ribellione, ma mi sono arruolato solo dopo la scuola, ovvero un anno fa.” 

“Qui sei il più giovane?”

“No, ci sono ragazzi anche sui sedici e diciassette anni.”

“Ma la scuola?” domandò Denny.

Raoul spiegò che nei vari pianeti o universi le leggi scolastiche potevano essere diverse le une dalle altre. Ovviamente, nella maggior parte dei pianti la scuola dell’obbligo andava dai sette anni fino ai sedici. Tuttavia, in alcuni pianeti si poteva frequentare anche solo fino ai quattordici anni.

“Quattordici anni?” disse Denny, sbigottita.

“Quindi, un ragazzo può lasciare la scuola a quattrodici anni e arruolarsi nella ribellione?” chiese Dottore.

“No, certo che no.” Rispose Raoul: “Per potersi arruolare è necessario avere sedici anni. Molti ragazzi lasciano la scuola per arruolarsi invece di frequentare altri tre anni.”

Denny rimase dispiaciuta nello scoprire che molti ragazzini, nel suo tempo e nel suo mondo, lasciavano la scuola per trovare lavoro a soli sedici anni. Ma quando pensava che molti lasciavano la scuola per entrare all’esercito e andare a morire per una causa che per lei non aveva senso le dispiaceva in maniera ancora maggiore.

Anche il Dottore aveva un’espressione dispiaciuta per quella faccenda, pur se entrambi sapevano che era una cosa che non potevano fermare.

“E che cosa fai qui nella ribellione?” domandò Denny.

“Beh, sono un pilota. Anche se sono bravo nel campo tecnico e informatico.” Spiegò lui.

“Davvero?” domandò il Signore del Tempo.

“Sì, mio padre è un informatico e per tutta la vita mi ha scresciuto del mondo della tecnologia. Ma mi piace anche volare e ora sono un pilota.”

“E come ti senti a restare qui?” chiese la ragazza.

“Bene, almeno sto facendo una cosa giusta per migliorare questo universo.” Rispose Raoul. Con tono non molto convincente.

“Comunque.” Il ragazzo la squadra, aggiungendo: “La senatrice Mothma è qui.”

Tutti i presenti erano basiti.  

“La senatrice Mothma è qui?” domandò Leia seria.

“Sì, senatrice Organa.”

“Oh, cielo!” esclamò preoccupato C3-PO.

“Qualcuno le ha parlato?” chiese Luke.

“No, ma è andata diritta alla base.” Spiegò Raoul.

Così lo Jedi ordinò ai due androidi di restare lì, e corse via insieme ad Han e Leia.

Denny e il Dottore si guardarono confusi, non sapevano se seguirli o no. Alla fine fecero spallucce e corsero dietro di loro.

Si trovarono in corridoio e fuori da una stanza uscì una donna: era alta circa 1,50m, con corti capelli color rame, grandi occhi e blu e poteva avere circa 40 anni.

Indossava una lunga tunica color crema, con le maniche un po’ tirate dalle quali uscivano le mani e sul petto aveva due collane: una un po’ più alta e l’altra più bassa, con un ciondolo al centro.

Si avvicinò ai tre amici mentre Leia disse: “Senatrice Mothma, capitano Solo, signor Skywalker.”

“Come è andata la missione Chandrila?” domandò la Senatrice.

“Molto bene, abbiamo sistemato quelle basi imperiali, ma non abbiamo trovato nulla.”

La senatrice Mothma guardò Denny ed il Dottore e chiese: “E loro chi sono?” indicandoli con un cenno della testa.

Denny e il Dottore rimasero sopresi e non risposero, e nemmeno Leia, Han o Luke sapevano cosa rispondere.

Non potevano ammettere che erano due viaggiatori incontrati dentro al Falcon durante il viaggio di ritorno e che provenivano da ben duemila anni nel passato.  

I due amici non sapevano come spiegare la situazione, così Han decise di improvvisare: “Sono prigionieri”. Nel sentirgli dire una cosa simile, tutti lo guardarono.

Luke, Leia e il wookie cercarono di non apparire stupiti davanti alla Senatrice e la stessa cosa la ragazza e il Signore del Tempo.

“Prigionieri?” chiese Mon.

“Sì, prigionieri delle basi dell’impero a Chandrila.” rispose Leia.

“E non potevamo non lasciali li.” concluse Luke.

La Senatrice si avvicinò ai due amici con aria dispiaciuta verso i “prigionieri”, dicendo con tono confortevole: “Come vi chiamate?”.

“Io sono il Dottore e lei è la mia amica e collega Denny Facchi.” Si presentò il Signore del Tempo.

“È un vero onore conoscerla, senatrice Mon Mothma.” Disse la donna presentandosi cercando di essere seria ma gentile.

“Spero che questa brutta esperienza non vi abbia traumatizzati.” aggiunse.

“Veramente, non molto.” Rispose Denny: “Ci hanno minacciato e richiuso in una stanza, ma fortunatamente sono arrivati i vostri soldati e ci hanno liberati. In più ci hanno aiutati ad affrontare meglio la situazione.” Guardò i tre amici e lo wookie sorridendo e loro ricambiarono.   

Il viso della Senatrice si addolcì, mentre diceva: “Sono felice di sentirlo dire, signorina Facchi.” quindi sorrise.

“Dottore?” aggiunse, poi, Mon, guardando l’alieno: “È il suo vero nome?”

“Sì, Dottore e basta.” Rispose lui, sorridendo (ve l’ho già detto che adorava sentirselo dire?)

“E in cosa di preciso?”

“In tutto.”

Mon Mothma lo guardò con aria interessata mente lui sorrideva. 

“Dottore. Un nome che dà subito sicurezza, fiducia e speranza.”

“E per questo che mi piace.” Rispose il Dottore, con un ampio sorriso.  

“Come il Dottore che cambia dall’inizio del universo?”

Tutti rimasero sopresi e la Senatrice continuò: “Un uomo che può viaggiare nel tempo e nello spazio, senza limiti e confini, cerando di salvare tutti. Una vecchia leggenda che si sentiva da quando ero solo una bambina.”

“E lei crede che sia io?” domandò il Dottore.

“Non credo, avrai lo stesso nome ma il Dottore di cui mi raccontavano è solo una vecchia leggenda. Quindi è impossibile che lei sia la stessa persona.” Rispose Mon con tono sicuro.

Denny avrebbe voluto dire: “Sì, lo è.” Ma sarebbe stato difficile convincere la Senatrice, così fece finta di nulla.

Anche Luke, Leia e Han avrebbero voluto spiegare che quello era proprio il Dottore di quella leggenda, ma sarebbe stata solo una predita di tempo.

All’alieno, invece, non importava molto. Per lui contavano solo le cose buone che aveva fatto nel corso della sua vita e sapeva che quelle leggende erano tutte vere.

“Comunque, di preciso, voi che cosa fate insieme?” domandò la Senatrice.

“Beh, siamo un po’ di tutto.” Rispose il Dottore: “Siamo scienziati, ingegneri, medici e qualsiasi altra cosa di cui la gente possa aver bisogno.”

“Sì, però lui è la mente e io il braccio.” Disse Denny a braccia incrociate.

“Non è vero.” Disse lui sicuro: “Talvolta lei è più mente di me.” E sorrise.

L’amica rise e rispose, senza modestia: “Vero.”

“Allora, forse, potete aiutarci.” Disse seriamente la senatrice Mothma.

Tutti si voltarono di scatto a guardarla con aria sorpresa.

La Senatrice spiegò che aveva scoperto che esistevano alcune parti dell’universo, nelle quali l’impero stava costruendo una nuova Morte Nera e stavano cercando un altro punto debole da attaccare. Ma, per il momento, non avevano trovato nulla e non sapevano se e come potevano attaccare. Forse il parare di un altro ingegneri le avrebbe fatto comodo.

Mentre la Senatrice spiegava, il Dottore ascoltava con attenzione, mentre Denny girò la testa verso alla base degli X-wing, pesando a Raoul.

Quando la senatrice Mon Mothma finì di spiegare, disse: “Volete aiutarci?”.

Il Signore del Tempo rimase un po’ sorpreso, così come i tre amici, da quella domanda.

“Beh, certo. Proveremo ad aiutarvi. Non è vero Denny?” chiese il Dottore, rivolgendosi alla sua compagna di viaggi ed avventure.

La ragazza si girò verso di lui, tornando al mondo reale e dicendo: “Sai una cosa, Dottore? Forse è meglio che ci vada tu da solo.”

Il Signore del Tempo la guardò con aria confusa: “Che cosa?” domandò “Perché? In fondo ti ho detto che anche tu sei la mente.”

“Sì, ma in certi ambiti. In questo caso tu sei la mente, mentre io farei solo la bella statuina per tutto il tempo e non mi va.” Spiegò a braccia conserte.

“E poi, mi piacerebbe prendere un po’ d’aria. Sai, dopo quasi un girono chiusa in una stanza e poi salita su una navicella… ho bisogno di un po’ d’aria fresca.”

La squadra capì che, in realtà, voleva scappare e andare da quel pilota conosciuto poco prima.

Ma il Dottore non capì e rispose, un po’ confuso: “Oh, va bene, allora ci vediamo fuori.”

“Ci vediamo fuori.” Rispose Denny, poi guardò la Senatrice: “Senatrice Mothma, è stato un vero piacere conoscerla.” E sorrise.

“Il piacere è stato mio, signorina Facchini.” Rispose lei, ricambiando sorriso.

Così Denny andò verso la squadra, dicendo: “Senatrice Organa, generale Solo, signor Skywalker, Chewbecca, è stato un piacere conoscervi e vi ringrazio molto per il vostro salvataggio, io e il mio amico vi siamo debitori.” Sorrise, ma i suoi occhi dicevano che dovevano stare al gioco.

“È stato un nostro dovere salvarvi, signorina Facchi” rispose Luke.

“E se il tuo amico Dottore ci aiuterà il nostro debito sarà sdebitato.” Aggiunse Leia.

Così Denny cominciò ad allontanarsi e tutti la guardarono allontanarsi.

Han disse tra sé e sé: “Che furba!” pensando alla bugia che aveva raccontato e la scusa di allontanarsi per andare da un bel ragazzo.

“Stai attenta!” disse il Dottore voltandosi verso di lei.

“Lo farò.” Rispose in lontananza.

“E non combinare guai!” aggiunse il Dottore.

Lei si girò verso di lui, continuando a camminare al contrario, e disse: “Dovrei dirlo io a te!” quindi se andò.

Il Dottore rise: “Forse ha ragione.”.

Si girò verso la Senatrice e cominciò a camminare insieme a lei.

Luke, Han e Leia cominciarono a parlare tra di loro mentre li seguivano: “Non posso credere che si sia inventata una bugia così ingegnosa e sia scappata via.” disse Han.

“Ed io non posso credere che il Dottore non abbia capito che voleva ritornare da Raoul.” intervenne Luke.

“Si vede che non ha visto i ‘segnali’ tra di loro oppure non è bravo in quel campo.”  Disse Leia.

“Viaggia da decenni per l’intero universo e non ha mia conosciuto una donna?” si domandò perplesso il generale.

“Beh, non tutti sono come te, Han” disse lo Jedi, un po’ divertito.

Il generale fece un ghigno fiero di sé e Leia alzò gli occhi al cielo.

“Ma non dovremmo tenerli d’occhio? Magari Chewbe può guardarli da lontano.” Propose Leia.

Il wookie fece un verso di lamento e Han lo rassicurò: “No amico, non andrai a spiare due ventenni.” Poi guardò la senatrice di Alderaan, dicendo: “E tu non ti preoccupare troppo, vedrai che non faranno niente di che.”

“Han ha ragione, non sono neanche affari nostri. E poi Denny mi sembra una ragazza che sa quello che fa.” Li rassicurò lo Jedi.

Leia sopirò, rassegnata, ma rimase tranquilla.

Entrarono della sala di comando insieme alla Senatrice e il Dottore, mentre Denny andò da Raoul che stava montando il suo caccia. Si salutarono amichevolmente e andarono a parlare fuori dalla base
.

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Note della autrice:
Il mio nuovo capitolo!
Ed ecco un nuovo presonaggio.
Spero che vi piaccia :)
Alla prossima settimana!
Evola

 
   
 
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