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Autore: Mew_vale    02/05/2017    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 59
 
 
[Camilla Senior]
<< Arrivederci! >> Salutiamo coralmente mio marito ed io, agitando la mano verso l’ultima coppia che ha visitato la nostra villa durante questa giornata di open house. Kristoff chiude la porta mentre io mi siedo sul divano e mi tolto questi tacchi scomodi. Appoggio i piedi sul tavolino ascoltando il silenzio di questa casa. Ora siamo soli dato che la servitù se n’è andata ieri.
<< La coppia più vecchia mi sembrava la più interessata. >> Osserva mio marito mentre io mi guardo attorno facendomi prendere dalla nostalgia.
 
<< MAMMA! UNA CAMERETTA TUTTA PER ME! >> Urlò la mia bambina di cinque anni, correndo come una pazza giù per la scale. L’agente immobiliare sorrise intenerita.
<< Lena, quante volte di ho detto che non si urla così e non si corre per le scale? >> La redarguì.
<< Lasciala stare, è felice! Sembra che la casa nuova le piaccia! >> Rispose mio marito, lasciando passare la sua mancanza.
<< Non ho ancora detto che la prenderemo! >> Osservai.
<< E’ la terza volta che la visitiamo. E’ perfetta! La cucina è spaziosa, c’è un ampio tavolo per delle cene, il salone è imponente. La stanza padronale sembra una reggia, con bagno privato, ci sono due camere dei ragazzi e un bagno. Più altre due camere degli ospiti al piano di sotto, che potranno essere usate dalla servitù, con bagno comunicante e un altro bagno per i visitatori. Più studio, piscina e ampio doppio garage! Non manca niente. >> Mi fece notare. Sembrava di stare a Buckingham Palace!
<< E’ tanto spazio. >> Osservai. Kristoff mi afferrò le mani portandosele al petto.
<< Non eravamo d’accordo? Quando l’attività sarebbe decollata avremmo comprato la casa dei nostri sogni! Una reggia! >> Mi rammentò. Sorrisi.
<< Io prendo la camera in fondo! >> Intervenne Class, all’epoca quindicenne.
<< NO QUELLA E’ MIA PERCHE’ LA Più GRANDE! >> Rispose la sorella.
<< Zitta nana! >> Esclamò il fratello torturandola con il solletico. Lena iniziò a ridere come una disperata piegandosi sul divano.
 
<< Cami non fare così, dai… >> Interviene mio marito, notando la mia commozione.
<< Stavo ripensando a quando visitammo questa casa! >> Ammetto.
<< Quale delle molteplici volte? >> Domanda con ironia. Sorridiamo.
<< La terza volta. >> Preciso. Mio marito con prudenza si avvicina a me, afferra le mie mani e le accarezza.
<< Cami mi dispiace che tu debba abbandonare questa casa… >> Interviene scusandosi per tipo la miliardesima volta da quando siamo atterrati qualche giorno fa.
<< Me lo hai già detto. Ripeterlo non cambierà le cose! O l’attività o la casa. >> Ripeto.
<< Lo so che lo ripeto in continuazione, ma non so cos’altro dire! Io vorrei farti una proposta che mi ronza per la testa da giorni… Vorrei che ci pensassi prima di dire di no. >> Esordisce.
<< Ti ascolto! >> Gli do il via libera per parlare.
<< Dalla vendita della casa e delle auto, una volta saldati i debiti, avanzerà qualche soldino. Perché non ricominciamo da capo? Magari a Bogotà. >> Propone. Trattengo il respiro.
<< Tu intendi insieme? >> Chiedo conferma. Mi sembra che le cose corrano un po’ troppo veloci! E’ vero, negli ultimi giorni abbiamo smesso di litigare, abbiamo ripreso a parlare (e non di divorzio, quell’argomento è finito nell’oblio per il momento) ma questo significa che sono pronta a dare una seconda chance a questo rapporto? Mio marito annuisce.
<< Sì, potremmo acquistare un appartamento nella tua città Natale. Non devi rifiutare necessariamente adesso! Preferisco che tu mi dia del pazzo tra qualche tempo almeno saprò che ci avrai pensato! >> Precisa.
<< Vado a preparare del thè. Ne vuoi? >> Mi chiede, non dandomi il tempo di replicare.
<< Preferisco una cioccolata calda. >> Ribatto.
<< Cioccolata calda in arrivo. >> Risponde.
 
 
[Daniele]
<< Se vorrai indossare quel completino dovremmo prenotare in un albergo, non vorrei che le mie sorelle e Michael potessero sentirci e scandalizzarsi! >> Affermo, sorprendendo la mia sposa alle spalle, intenta a preparare il suo bagaglio. Le bacio una guancia e lei sorride.
<< Sono contenta che ci prendiamo questa breve vacanza! E quando Domenica torneremo sarai perfettamente rilassato per la cena di presentazione organizzata con Massimiliano e Camilla. >> Commenta, continuando a piegare i suoi indumenti e a riporli nella valigia. Alla fine ho mollato il colpo anche con Giulia, e spero di non pentirmene!
<< Tu hai il potere di farmi fare tutto quello che desideri… >> Le sussurro nell’orecchio, prima di mordicchiarle il lobo. Geme. Si volta verso di me e cattura le mie labbra in un bacio passionale.
<< Ti amo Patrizia! E’ una frase che ho detto poche volte e so che avrei dovuto ricordartelo più spesso… Ti ho sempre amata, anche quando mi sono comportato come l’ultimo degli uomini… >> Intervengo, arrotolando una ciocca dei suoi capelli attorno al mio dito.
<< Mi amavi anche mentre andavi a letto con Ingrid? >> Mi punzecchia.
<< Vuoi davvero parlare di lei adesso? Se potessi tornare indietro cancellerei quell’errore… Se potessi tornare indietro e reagire diversamente alla notizia della gravidanza di Giulio…! E non solo a quella… Per colpa mia hai perduto il rapporto con una delle tue figlie. >> Ricordo con rammarico. Questi errori madornali mi accompagneranno fin nella tomba! Patrizia si rattrista e lo capisco quando appoggia la testa al mio petto.
<< Non possiamo biasimare Roberta perché non vuole avere a che fare con noi. >> Osserva.
<< No, non possiamo. Ma non pensiamoci adesso, ok? Terminiamo i bagagli e partiamo! Qualcosa mi dice che di problemi da affrontare ne avremo già abbastanza quando saremo a casa di mia sorella… Tra l’amnesia di Alex e il conflitto fra mia sorella, Alex e Russell…! >> Osservo. Certo, io sono l’ultima persona che può biasimare Russell. L’unica cosa che potrei fare e pregare Russell di dare a mia sorella il tempo necessario per sbollire la rabbia!
 
 
[Olga]
Questa mattina è arrivato il referto delle analisi che ho fatto Mercoledì. Non c’è dubbio sul fatto che io aspetti un bambino! E, anche senza analisi, mi sarebbe bastato osservare i cambiamenti del mio seno: ho l’impressione di avere due pietre al posto delle tette! Mi lavo la faccia, dopo l’ennesimo attacco di nausea, e l’asciugo in fretta quando mi arriva una telefonata di Ryan.
<< Pronto. >> Esordisco, cercando di trattenere il reflusso.
<< Ciao Olga! Sono a Miami e mi trovo in viaggio con Marcella Valencia per raggiungere l’ospedale. >> M’informa.
<< Bene! Salutamela. >> Rispondo in modo sbrigativo. Mi sento da schifo!
<< Te la passo! >> Annuncia Ryan. Con la voglia che ho di chiacchierare al momento…!
<< Ciao Olga. Non ci vediamo né ci sentiamo da giorni! Come stai? >> Osserva Marcella. Domanda di riserva?!
<< Sono rimasta stravolta per le parole di Alex l’ultima volta che l’ho visto. >> Adduco come scusante.
<< Vedrai che da oggi le cose cambieranno. Ti chiamo dopo, ok? Porta i miei saluti ai tuoi genitori. >> Mi liquida.
<< Va bene Marcella. >> Rispondo, ponendo fine alla conversazione.
 
 
[Alex]
Ricontrollo il cellulare e non ci sono suoi messaggi. Da quando Martedì è scappata via da questa stanza piangendo non l’ho più vista né più sentita, e non ho fatto che pensarci. I miei pensieri vengono interrotti da due mani che mi coprono gli occhi. L’eau de toilette di mia madre è inconfondibile!
<< Ciao mamma. >> La saluto, con un bacio sulla guancia.
<< Sei pronto a tornare a casa? >> Mi domanda, abbracciandomi. Annuisco.
<< Va tutto bene? >> Mi domanda, notando la mia espressione abbattuta. Annuisco.
<< La tua cosiddetta ragazza non viene? >> Domanda con espressione di rifiuto.
<< Sta per arrivare. Non potresti sforzarti di conoscerla un po’ meglio? >> Le chiedo.
<< Io la conosco già abbastanza bene, tesoro! E tra poco la conoscerai anche tu. Ho una sorpresa per te. >> Interviene. Aggrotto le sopracciglia e poi sorrido quando il mio amico Ryan fa il suo ingresso.
<< Ciao Alex, ci hai fatto prendere uno spavento! >> Mi saluta. Ci abbracciamo.
<< Ciao Ryan. Si è risolto tutto per il meglio alla fine! >> Osservo.
<< Ero in Italia o sarei venuto prima. Non per tutti è finita bene, hai lasciato quella poverina di Olga! >> Osserva. Per qualche istante ero riuscito a dimenticarmene! Sono divorato dai sensi di colpa.
<< Io non mi ricordo di lei e della nostra storia, cos’avrei dovuto fare? >> Domando loro.
<< Ti è davvero indifferente? >> Mi domanda Ryan. Esito davanti alla sua domanda.
<< Te lo ripeto, non mi ricordo di lei! >> Ribadisco, ignorando la domanda.
<< Non hai risposto alla domanda del tuo amico. >> Mi appunta mia madre.
<< No, contenti? Olga non mi è del tutto indifferente, in questi giorni l’ho pensata talvolta, magari per via dei sensi di colpa. Ma la mia ragazza è Paige! >> Osservo.
<< Paige è solo un incidente. Sta approfittando del tuo stato di amnesia e tu ci sei cascato con tutte le scarpe! >> Interviene Ryan.
<< Perché dici così? >> Domando offeso dalle sue parole.
<< Ti ha detto come vi siete lasciati? >> Mi domanda. Annuisco.
<< Io volevo divertirmi… >> Inizio a raccontare prima di essere interrotto da Ryan.
<< Cazzate. Paige non ha fatto che tradirti e quando lo hai scoperto l’hai lasciata. Se non credi al tuo migliore amico chiedi pure ai nostri amici e ai nostri conoscenti… Chiedi a tutti che reputazione si è fatta! >> Esclama. Scuoto il capo.
<< No, non è possibile! Non posso credere che abbia approfittato della mi amnesia per… >>
<< SVEGLIA! E’ una sgualdrina, una bugiarda, cosa si può pretendere da lei?! >> Inveisce contro di me Ryan. E’ vero ciò che dice? Paige mi ha preso per il culo, per due volte? I miei pensieri vengono disturbati dal suono di un cellulare. Ryan si affaccia fuori dalla porta.
<< Eccola qui Mata Hari, stava origliando! >> Esclama, trascinando Paige all’interno della stanza. La guardo con durezza.
<< E’ vero ciò che ha detto? DIMMELO! >> Inveisco.
<< Ti aspetti che ti dica di sì?! Ti consiglio di uscire da questa stanza e di sparire! Hai preso in giro mio figlio e hai rovinato la bella storia d’amore che aveva costruito con Olga. Ringrazia la tua buona stella se non ti prendo a calci su quel tuo culo rifatto! >> Sbotta mia madre. Paige si avvina a me e mi accarezza entrambe le guance.
<< Alex, amore mio, io cercavo una seconda chance… >> Comincia la sua scena madre. Strappo le sue mani dalle mie guance con un gesto netto.
<< Mentendomi? Io ho ferito una ragazza credendo che io per te contassi qualcosa! A causa tua ho spezzato il cuore a quella ragazza! >> Sbotto. Paige intreccia le braccia al petto.
<< Quella ragazzina non va bene per te! >> Sollevo la mano per darle uno schiaffo ma lei mi blocca afferrando il mio polso.
<< Fallo e mi metto ad urlare! Ti mando una notte al fresco! Non mi sfidare Alex! >> Mi minaccia.
<< Tu non sfidare me. Levati dai coglioni! >> Le ordino. Si guarda in giro incrociando lo sguardo di vittoria di mia mare e quello divertito del mio amico. Senza commentare in altro modo afferra la sua borsetta ed esce.
<< Bye bye! >> Commenta soddisfatto il mio amico mentre Paige abbandona la stanza. Siedo sul letto dando le spalle alla porta. Mia madre si siede accanto a me e mi accarezza la schiena.
<< Mi dispiace. >> Commenta.
<< Tu me lo avevi detto. La colpa è solo mia! >> Constato. Il mio pensiero ora più che mai va ad Olga!
 
 
[Silvia]
Il suo profumo riempie le mie narici e mi causa un brivido. Apro gli occhi e la prima cosa che visualizzo e la sua camicia a quadri rossi e neri: ho la testa appoggiata al suo petto e ho dormito sul suo divano, insieme a lui. Sorrido continuando a respirare il suo olezzo e mi lascio trasportare dai ricordi… questo posto è cambiato completamente da quando l’altro giorno lo abbiamo ridipinto insieme…
 
<< Stendi bene il colore, o rischiamo che rimangano dei grumi. Capito? >> Mi ha insegnato, posizionandosi dietro di me e muovendo la mia mano che a sua volta reggeva il pennello.
<< Ok, ci proverò! Spero di non trasformare la tua parete in un uno schifo! >> Ho risposto sorridendo. Ho cominciato a dipingere come mi aveva fatto vedere quando un contatto freddo ed improvviso mi ha costretta ad inarcare la schiena.
<< Non hai fatto quello che penso, vero?! >> Ho domandato con un certo disappunto, sentendolo ridere. Ho urlato quando allo specchio del bagno mi sono resa conto che mi aveva sporcato di vernice sulla schiena con il rullo.
<< Scusa! Eri una preda perfetta! >> E’ stata la sua giustificazione tra le risate, quando sono tornata in soggiorno. Ho afferrato il pennello sporco di vernice azzurra e l’ho schizzato improvvisamente: per fortuna lo spruzzo non ha raggiungo il suo viso, ma in compenso ha raggiungo la prete creando un gioco di linee e puntini azzurri sopra al bianco sottostante, disegno che Giulio ha deciso di tenere. Ho posato il pennello e sono scoppiata a ridere piegandomi in due.
<< Pessimo errore, pessimo! >> E’ intervenuto scrollando il capo.
<< NO, NO! >> Ho urlato quando l’ho visto immergere la mano nel secchio di venire e avanzare verso di me. Ho tentato di scappare ma è riuscito ad afferrarmi! Mi ha bloccato un braccio dietro la schiena e con la mano sporca di vernice ha completato l’opera colorando la parte anteriore del mio corpo: petto e addome, sopra la maglietta. Non nascondo che ho sentito un brivido al basso ventre quando ha toccato il mio seno.
<< Dovrò buttare via questa t-shirt! >> Ho protestato divertita.
<< Perché, io? >> Ha riposto, osservando la sua camicia piena di schizzi di vernice.
<< Potrebbe essere un’idea dipingere le pareti a suon di schizzi. Potrebbe uscire qualcosa… >> Sono intervenuta. Il mio intervengo è stato interrotto da lui: con la mano pulita ha cinto la parte alta del mio collo, la mandibola, accarezzandomi la gota con il pollice. Mi ha intrappolata contro la parete ancora fresca di pittura strappandomi un bacio a dir poco bollente.
 
Accarezzo la mano destra che tiene sul suo ventre, sotto le unghie si vedono ancora delle tracce di vernice azzurra. Questi primi tre giorni sono stati travolgenti e ho assodato che questo ragazzo mi è tutto tranne che indifferente! E di sicuro lui prova per me le stesse cose, in più situazioni ha evitato di spingersi troppo in là pur desiderandomi, lo sento perfettamente quando mi è vicino! Sorrido al solo pensiero perché lo desidero anch’io! Sollevo il capo quando inizia a muoversi. Mugugna mentre si massaggia gli occhi.
<< Non volevo svegliarti! >> Intervengo. Sorride mentre mi mette a fuoco.
<< Rimetti al testa sul mio petto, subito. >> Mi ordina sorridente. Lo accontento, ma posiziono la testa sulla sua spalla.
<< Buongiorno. Dobbiamo esserci addormentati mentre guardavamo il film. >> Ipotizzo.
<< Buongiorno anche te. Adesso che so che la tv di sera per te è soporifera mi regolerò di conseguenza. >> Interviene a pochi centimetri dalle mie labbra, regalandomi il bacio del buongiorno.
<< Oggi che sei libera dal lavoro cosa ti va di fare? >> Mi domanda, coccolando il mio capo.
<< Non saprei, veramente! Si accettano idee! >> Rispondo, rigirando la domanda a lui.
<< Ce l’hai una bicicletta? >> Mi domanda.
<< Sì, in cantina ne ho una ma è da mettere apposto! >> Spiego. Arriccia le labbra.
<< Non c’è problema. David non avrà problemi a prestarti la sua bici da corsa. Andiamo a casa dei miei, preleviamo le bici e facciamo un giretto alla ciclo via, cosa ne dici? Da quelle parti c’è un messicano che fa le enchiladas più buone della città! >> Propone.
<< Mi piace il programmino. Ma ti avviso che non prendo in mano la bici da quando andavo al liceo! >> Lo informo.
<< Vorrà dire che mi volterò per assicurarmi che tu non investa nessuno! >> Ironizza. Mi ruba un bacio.
<< Andiamo a fare colazione al bar? >> Propone. Annuisco e ci alziamo per uscire dal suo appartamento.
<< Però dopo la colazione dovrai concedermi almeno un’ora per fare la doccia, cambiarmi e sistemarmi! >> Lo avviso.
<< E posso venire sotto la doccia con te? >> Propone con un sorrisetto malizioso, contro le mie labbra. Gli allaccio le braccia al collo mentre lui accarezza la base della mia schiena.
<< Non oggi Valencia! Ma chi dice che quel momento non tarderà ad arrivare se continuerai a comportarti bene? >> Gli domando, prima di azzerare la distanza tra le nostre labbra.
<< Non posso crederci… >> Commenta una voce a me nota. Separiamo la nostre bocche e voltiamo il capo verso le scale osservando Lena che ci guarda con espressione da baccalà!
<< Lena, tu non chiedi mai il permesso di presentarti a casa altrui? >> La punzecchia Giulio. Perché, se gli avesse chiesto il permesso l’avrebbe invitata?!
<< Difficile farlo, visto che non rispondi a messaggi e alle chiamate! >> Gli appunta Lena alterata prima di lanciarmi un’occhiataccia.
<< A parte che non te lo avrei dato, anche se me l’avessi chiesto. Non ti rispondo perché so cosa vuoi e la risposta è sempre la stessa: no! Posso scrivere “no” su un foglio formato gigante e farne un poster, così te lo ricorderai! E se ti stai chiedendo “perché no?” la riposta è sotto i tuoi occhi! >> Esclama, attirandomi a sé posando una mano sul mio fianco.
<< Silvia e la mia ragazza, e con lei sto da Dio! E’ lei l’unica donna che desidero, e spero di non doverlo ribadire! >> Chiarisce. Sorrido. 
<< SEI UNO STRONZO! >> Sbotta la pazza, cercando di picchiare i suoi pugni sul petto di Giulio. Lui la blocca.
<< La scena madre no, risparmiamela! Se non c’è altro, noi andremo di fretta. Andiamo amore! >> Esclama. Afferra la mia mano e scendiamo le scale. Amore! Mi ha chiamato proprio così! Ma lo ha fatto solo per dare un dispiacere a Lena?
 
 
[Diego]
Apro gli occhi con fatica, vittima dei postumi della sbornia. Sorrido quando la vedo stesa accanto a me che dorme serenamente, dopo di che richiudo gli occhi. Un buon motivo per festeggiare ci voleva dopo questi giorni impegnativi. Martedì ha scoperto che non è figlia di Juan, la sera stessa ha incontrato sua madre, la quale in questi giorni si è negata quando abbiamo suonato alla sua porta. Come se non bastasse mi sono dovuto occupare di formattare i computer aziendali, sperando che nessuno abbia fatto delle copie di quel dannato filmino. Chi mi dice che qualcuno non ne conservi una copia nel proprio computer personale? Fra tutti questi avvenimenti non ho avuto il tempo di parlare con Giulia per dirle che esiste un nostro filmino hard, e non ho avuto il coraggio di parlarne ad Isabella. Il buon motivo per festeggiare è arrivato ieri sera quando, una volta tornati a casa dal lavoro, nella cassetta delle lettere abbiamo trovato la risposta della banca: ci hanno approvato il mutuo! Molto presto la mia fragolina ed io impacchetteremo le nostre cose per andare a vivere in una casa tutta nostra! La nostra alcova d’amore, la casa dove nasceranno i nostri figli. Per nostra fortuna in questo Venerdì l’Ecomoda resterà chiusa perché tutte le pareti possano essere ridipinte e questo ci permetterà di trattenerci a letto, oltre a darci la possibilità di rilassarci con un week end lungo. Mi chino verso di lei e costello la sua spalla di soffici baci. Questo contatto, se pur dolce, la fa destare. Stringe le palpebre per abituarsi alla luce, anche lei ieri c’è andata giù pesante con i festeggiamenti!
<< Buongiorno amore mio! >> Le auguro.
<< Buongiorno anche a te tesoro. Non l’ho sognato, vero? Ci hanno approvato il mutuo? >> Mi domanda.
<< No, non l’hai sognato! Oggi incontreremo l’agente immobiliare di Alberto Vega e inizieremo le pratiche. A meno che tu non voglia guardare altre abitazioni. >> Le propongo. Lei scuote il capo.
<< No, mi sono innamorata quanto te della casa di Vega. E’ la scelta giusta! E’ in quella casa che voglio dare inizio alla nostra vita! >> Mi conferma. Catturo le sue labbra nel bacio del buongiorno. Se Isabella vedesse quel video morirei di vergogna. Potrebbero anche vederlo tutti gli impiegati dell’azienda, ma solo il suo disprezzo mi ucciderebbe! Oltre al disprezzo che mi riserverebbe la mia famiglia.
<< Diego, tutto bene? Ti sei fatto serio e pensieroso. >> Osserva.
<< Alla cena Jimmy mi ha detto una cosa che non ti piacerà. Esiste un filmato di sorveglianza della sere della mia festa di fidanzamento con Paola… Il filmato mi ritrae con Giulia… >> Confesso, abbassando lo sguardo e il tono di voce sul finale.
<< E’ da quella sera che penso a come dirtelo… Perché temevo la tua reazione… Poi con la storia di tua madre ho procrastinato questo discorso… >> Mi giustifico, visto che lo so da giorni e non le ho detto niente.
<< I-intendi dire mentre fate…? >> Balbetta. Annuisco osservando il suo umore abbattersi.
<< Lo so, ti starai chiedendo come ho fatto ad essere così stupido? Come ho fatto ad essere così irresponsabile? Sono domande che mi sto ponendo anche io! Come ho fatto a dimenticarmi di quella telecamera?! >> Mi rimprovero.
<< Si vede che Giulia ti piaceva davvero tanto… Caffè? >> Domanda con tono piatto, cercando di eludere l’argomento di conversazione. Sta per alzarsi dal letto ma la trattengo afferrando dolcemente il suo polso.
<< Amore mio, ti prego! Mi sto mentalmente prendendo a schiaffi per questo errore! Potrei morire se mi odiassi o mi disprezzassi… >> Intervengo disperato. Si volta verso di me dedicandomi un debole sorriso.
<< Non ti odio né ti disprezzo e lo sai. Solo che mi è tornato alla mente quel primo giorno all’Ecomoda quando ti ho sentito con lei… Se vedessi quel filmato… >> Ammette, mentre i suoi occhi divengono lucidi.
<< Mi lasceresti? >> Domando con sgomento.
<< No! Come ti viene in mente? Se vedessi quel filmato ne morirei! Per me è stato difficile togliermi dalla testa quei rumori, se ti vedessi con un’altra… >> Risponde, lasciando la frase in sospeso. L’abbraccio con emozione.
<< Mi dispiace piccola mia! Se potessi tornare indietro cambierei tantissime cose della mia vita, e una di queste sarebbe l’errore che ho commesso andando insieme a lei! Ho causato l’infarto di mio padre arrivando tardi a quell’annuncio, lui si è stressato sentendosi sotto pressione davanti alle continue domande di molti dei presenti sul ritardo e su dove fossi… Ho provocato io il suo infarto! Non ci dormo la notte per la paura che mio padre possa un giorno vedere quel filmato e morire di vergogna… o del secondo infarto! Io vorrei tanto tornare indietro! >> Affermo, con gli occhi lucidi.
<< Calmati e ragiona! La salute di tuo padre era compromessa dallo stress lavorativo! >> Cerca di dissuadermi dalla convinzione di essere la causa dell’infarto di mio padre!
<< Ma se io non mi fossi comportato da coglione non avrebbe avuto l’infarto! >> Le faccio notare. Mi accarezza una guancia e mi beo di quest’attenzione.
<< Chi è a conoscenza dell’esistenza di questo filmato? >> Mi domanda.
<< Noi due, Jimmy, Lena la quale era con Jimmy quando l’hanno scoperto. Lorenzo, Camilla  David sanno della mia breve avventura con Giulia, quindi lo saprà anche Roberta con ogni probabilità. Devo avvertire Giulia dell’esistenza di questo filmato. >> Non avevo mai pensato al fatto che troppe persone sanno di questa mia breve liaison!
<< Aggiungi alla lista anche Silvia e Francesco. Io gliel’ho raccontato quando vi ho sentiti… >> Confessa.
<< Sono tuoi amici e hai condiviso quella brutta esperienza… Lo capisco! >> Rispondo.
<< Sono un bel po’ di persone! Ma nessuna di loro mi sembra capace di andare a raccontarlo a tuo padre, sapendo come reagirebbe. >> Mi fa notare. Speriamo!
<< Ma tua cugina e Jimmy come hanno scoperto il filmato? >> Mi domanda.
<< Stavano cercando di capire cosa rallentasse il computer dell’ufficio del magazzino e hanno scoperto che le telecamere di sorveglianza non registrano più sopra ai precedenti filmati, la memoria era piena di filmati! Qualcuno deve averlo visto e deve aver impedito alla telecamera di cancellare le registrazioni ogni 48 ore. Ho ordinato una formattazione dei sistemi ma non saprò mai se qualcuno ha salvato quel filmato su dispositivi privati! >> Le spiego.
<< Speriamo di no… >> Si augura. L’abbraccio pregandola di non odiarmi.
 
 
[Lena]
Ma cos’ha quella biondina più di me?! Mi domando, mentre attendo impaziente il mio cappuccino.
<< Allora, questo cappuccino?! >> Domando sgarbatamente al barman, il quale mi lancia una brutta occhiata. Che incapace! Sto aspettando da tre ore!
<< Di cattivo umore giù a quest’ora del mattino? >> Mi domanda, la voce di colui che passa gran parte delle ore lavorative a farmi urtare i nervi!
<< Jimmy. Ho le mie buone ragioni per essere di cattivo umore! >> Esclamo. Forse Jimmy non è la persona più indicata con cui parlare di queste ragioni, visto che è ancora cotto di me!
<< Ragioni che, ovviamente, a me non interessano! >> Precisa. Meglio così! Si siede accanto a me al bancone.
<< Il suo cappuccino. >> Interviene il barman posizionando davanti a me la tazza fumante. Guardo nella zuppiera accanto a me cercando una bustina di dolcificante ma non la trovo.
<< La signorina lo prende con il dolcificante. >> Spiega Jimmy al barman. Ci scambiamo uno sguardo. Si ricorda addirittura questo? Lui distoglie subito lo sguardo.
<< Ciao Jimmy! >> Esclama una barista che prima non avevamo notato, mentre il barista che mi ha fatto aspettare due mila anni per il cappuccino prende una manciata di bustine di dolcificante e le mette nel grande porta zuccheri posizionato sul bancone.
<< Belen! Non sapevo lavorassi qui… >> Interviene Jimmy. Osservo entrambi. Perciò questa ragazza è la sua ex! E’ completamente differente da me: capelli lunghi neri rasati ai lati, piercing al labbro, mi sembra di vedere di distinguere un tatuaggio sul collo. Inoltre è senza forme, piatta come una tavola.
<< E’ il mio primo giorno. >> Precisa la ragazza.
<< Infatti non ti ho mai vista qui. Vengo spesso in questo bar visto che abito qui vicino. >> Spiega Jimmy. Non sapevo abitasse nella stessa zona di Giulio.
<< Vorrà dire che ci incontreremo spesso, sempre che tu non decida di cambiare bar dato che hai evitato le mie chiamate. >> Afferma fuori dal denti la ragazza.
<< Non l’ho fatto per cattiveria, ma perché non avrei saputo cosa dirti. Ciò che ti ho detto quando ci siamo lasciati non è mutato! >> Esclama lui con sincerità.
<< Quando tu mi hai lasciata, vorrai dire. Ad ogni modo non ti porto rancore per quanto successo e se ti da fastidio che ti abbia cercato eviterò di farlo ancora! Cosa ti servo? >> Gli domanda, incassando bene il colpo.
<< Prendo caffè macchiato e una brioches alla crema, da portare via! >> Ordina Jimmy. La ragazza si allontana.
<< Non ti mangio se ti fermi a fare colazione qui con me! >> Intervengo. Devo essere matta! Gli ho appena rivolto un invito.
<< Grazie, ma preferisco andarmene! >> Precisa. La sua ex ragazza gli consegna una busta di cartone con il suo ordine, lui paga e ritira il resto.
<< Buona giornata! >> Lo saluta Belen.
<< Anche a te. Lena ci vediamo in azienda. >> Mi saluta, uscendo dal bar.
<< E così stavate insieme! >> Esclamo, richiamando l’attenzione di Belen la quale mi aveva appena voltato le spalle per tornare alle sue mansioni.
<< Sì, è stata una relazione breve di 5 mesi. >> Precisa.
<< Jimmy mi ha raccontato com’è finita, mi dispiace molto. Sembrate una bella coppia! >> Mento.
<< Dispiace molto più a me. Jimmy è un ragazzo d’oro, desideravo davvero un futuro insieme. Purtroppo non è mai riuscito a dimenticare questa sua fantomatica ex! >> Ammette, mentre emette il mio scontrino. Pago con delle monete.
<< Tu sei la sua nuova ragazza? >> Mi domanda. Quasi mi metto a ridere!
<< No, non direi proprio. Lavoriamo insieme e a stento ci sopportiamo! >> Metto in chiaro.
<< Il tuo viso non mi è del tutto nuovo! Sei una modella di Ecomoda? >> Mi domanda.
<< No, la mia mansione in azienda è del tutto diversa. Buona giornata Belen! >> La saluto, abbandonato il bar prima che si renda conto che sono io la fantomatica ex!
 
 
[David]
Rileggo per la centesima i documenti che mi ha inviato il mio amico Nacho Cortez: il contratto di lavoro che mio padre fece ad Ingrid Foscarin sposata Carissi e il certificato di nascita di Isabella, che indica Ingrid Foscarin come sua madre. Mi passo le mani in volto. Dopo queste due informazioni il dubbio s’insinua in me sempre più forte! La relazione tra mio padre e la cameriera durò un po’ di tempo quando mamma era già incinta di Giulio e terminò in Agosto. Isabella è nata il Maggio seguente. I conti tornano! Cosa dovrei fare ora con queste informazioni? Guardo il cellulare cercando di resistere alla voglia di telefonare a Isabella per sapere come sta e per sapere se hanno parlato con quella donna. Anche loro avranno scoperto il collegamento, per così dire? Alla fine mi lascio dominare dai miei istinti e la chiamo.
<< David! >> Esordisce la voce di Diego, che risponde al telefono al posto di colei che potrebbe essere mia sorella.
<< Diego, buongiorno. Come state? >> Rispondo.
<< Ci siamo alzati da poco e siamo in preda a pesantissimi postumi della sbornia. Ci hanno approvato il mutuo e abbiamo festeggiato! >> Mi racconta. Sorrido.
<< Sono contento per voi. Mi rendo disponibile quando vi servirà una mano per il trasloco. >> Mi offro.
<< Grazie. Tu piuttosto? Cosa ti ha spinto a telefonare alla mia ragazza? >> Mi domanda.
<< Volevamo sapere come sta e se avete parlato con sua madre, in questi due giorni in azienda l’abbiamo vista pallida e provata! >> Affermo, tirando in ballo anche Camilla utilizzando la prima persona plurale.
<< Magari! Siamo andati a casa sua, anzi dove vive e lavora visto che fa la badante, ma si è negata. Il padrone di casa afferma che non c’era ma ho le mie riserve che fosse vero. Ma la staneremo! >> Mi racconta. Ingrid non vuole proprio fare il nome di mio padre! Sarà proprio vero che l’ha rinnegata?
<< Spero che Isabella riesca a trovare un po’ di pace. >> E che riesca a parlare con sua madre per mettere fine anche al mio di tormento!
<< Appena esce dalla doccia le dico che hai telefonato, grazie per l’interessamento. Mia sorella? >> Mi domanda.
<< Sta ultimando gli ultimi preparativi. Abbiamo il volo fra quattro ore. >> Mi spiega.
<< Invece Roberta e Lorenzo dovrebbero già essere in aeroporto pronti ad imbarcarsi. >> Osserva Diego.
<< Condivideranno quel volo con i miei genitori… spero che l’aereo sia abbastanza grande che non s’incontrino! Ma con la fortuna che abbiamo finiranno vicini di posto, scommetti? Povero Michael che dovrà fare da paciere. >> Chioso.
<< Sono solo 3 ore e mezza di volo, fortunatamente. Speriamo che il pilota non decida di atterrare d’emergenza in mezzo all’Atlantico stanco delle loro grida! >>
<< Per primi espellerebbe i miei genitori. Magari a mio padre farà bene un bagno gelido nell’Atlantico, lo aiuterebbe a riflettere… >> Borbotto.
<< Cosa dici? >> Mi domanda Diego.
<< Niente, lascia stare. Ho discusso con mio padre! >> Invento.
<< Fate buon viaggio. Ci vediamo presto! >> Mi saluta.
<< Ciao, buon weekend. >> Saluto di rimando.
<< Stai ancora leggendo quei documenti? >> Mi domanda Camilla. Trasalgo poiché mi sorprende alle spalle. Si china e mi abbraccia da dietro, reggendo due costumi da bagno succinti.
<< Mi stai dicendo che questi sarebbero i bikini che sfoggerai a Cartagena? >> Le domando, indicando le due fasce che dovrebbero coprire il seno e i due slip provocanti.
<< Sarai l’uomo più invidiato della località! Vedila in questo modo! >> Mi risponde, posando un bacio sulla mia guancia per poi allontanarsi. So che dovrò fare appello a tutte le mie forze per non spaccare la faccia alla popolazione maschile di Cartagena! Ma devo dire che non vedo l’ora di vederla indossare quei bikini. Sorrido pensandoci.
 
 
[Massimiliano]
La mia Giulia esce dal bagno con espressione preoccupata e intuisco che le mestruazioni non le sono ancora arrivate. E’ da tre giorni ormai che soffre di questi crampi e ha queste perdite sospette!
<< Amore tutto ok? >> Le domando.
<< Credo sia davvero il caso di chiamare il mio ginecologo. Le mestruazioni non sono ancora arrivate! >> Annuncia quello che già sapevo, mentre cerca nella rubrica il numero del ginecologo.
<< Salve, sono Giulia Valencia. Chiamo per prendere appuntamento il prima possibile con il dottore!..... Le mestruazioni sono in ritardo di 10 giorni, e solitamente sono un orologio svizzero…. Ho perdite rosa e dei crampi… Sì, domani va benissimo!... Grazie, a domani. >> Le sento dire, per poi porre fine alla telefonata.
<< Ti riceverà già domani? >> Le domando.
<< Sì, domani mattina ore nove. Le donne nella famiglia Valencia sono clienti del loro studio da sempre perciò siamo clienti coccolate! >> Spiega. Meglio così, almeno saprà molto presto cosa impedisce il normale ciclo mestruale.
<< Come dovrei vestirmi per la cena di Domenica con i tuoi genitori? >> Le domando. Ho già i brividi e mancano ancora più di 48 ore!
<< Camicia e giacca amore mio, non è una cena con il Papa, non ti preoccupare! Se mio padre ti caccerà perché non indossi la cravatta o lo smoking mi rivedrà solo in fotografia. >> Risponde. Le rubo un casto bacio.
<< Pensi che David indosserà la cravatta? Non vorrei essere l’unico vestito casual! >> Ipotizzo.
<< Non saprei amore, glielo chiederò. >> Risponde la mia fidanzata, prima di afferrare il suo cellulare che squilla.
<< E’ Diego. Chissà cosa vorrà! >> M’informa, prima di rispondere.
<< Pronto, cosa c’è?... No, dimmelo pure al telefono!.... >> La sento dire. Susseguono lungi momenti di silenzio durante i quali, probabilmente, parla solo Diego. L’espressione di Giulia diviene seria.
<< Sempre la solita storia con Ugo… Sì Diego, eviterò di farlo irritare, ciao! >> Lo saluta, ponendo fine alla conversazione.
<< Tutto bene? >> Le domando aggrottando le sopracciglia. Dall’espressione del suo volto sembra aver appena ricevuto una pessima notizia. Lei annuisce.
<< Sì. Ugo si è lamentato di me con Diego, nulla di nuovo. Scusami, non mi sento molto bene! >> Esclama prima di scappare. Sento la porta del bagno sbattere.
<< Ti metto su un thè caldo? >> Chiedo a voce alta. Non ricevo risposta. Chissà cosa le è preso!
 
 
[Isabella]
Diego piega il labbro inferiore e alza le spalle quando pone fine alla conversazione con Giulia.
<< Cosa ti ha detto? >> Gli domando, mentre ripone il cellulare in un vano del cruscotto, sopra alla base wireless per ricaricarlo.
<< Cose senza senso! Ha iniziato a blaterare qualcosa su Ugo! >> Mi spiega. Aggrotto le sopracciglia.
<< Era con Massimiliano? >> Domando, seguendo un mio pensiero.
<< Bho! Non ne ho idea, perché? >> Mi chiede.
<< Magari non poteva parlare dell’argomento davanti a lui. Massimiliano potrebbe non sapere che voi due… >> Ipotizzo, lasciando la frase in sospeso. Non riesco a dirlo!
<< In quel caso sono affari loro. Era mio dovere avvertirla, prima che il qualcuno che ha visto quel filmato prima di Jimmy e Lena, chiunque sia, decida di renderlo pubblico. >> Asserisce. Speriamo che sia solo una nostra paranoia e che in realtà nessuno possegga quella registrazione! Diego si stiracchia cambiando posizione sul sedile di guida.
<< A me sembra una follia. Siamo appostati qui fuori da un’ora! >> Osservo.
<< Se quando suoniamo al campanello lei si nega, l’unica possibilità che abbiamo è quella di stanarla! >> Mi ricorda.
<< E se ci avesse visti? >> Mi chiedo. Magari si è accorta di noi e non esce di casa di proposito!
<< Abbiamo preso la tua auto ipotizzando che la mia l’abbia già notata quando siamo venuti qui in precedenza. Uscirà, vedrai! >> Mi assicura.
<< Non so se riuscirò ad affrontarla… >> Penso a voce alta. Diego stringe la mia mano che tengo sulla coscia.
<< Certo che ce la fai! >> Mi sprona, prima di sollevare lo sguardo verso la casa dove mia madre vive e lavora. Volto lo sguardo verso quel cancello e la vedo uscire reggendo due borse della spesa vuote e la sua shopper. Prende la direzione opposta alla mia auto. Traggo un sospiro profondo prima di smontare dalla vettura e seguirla insieme a Diego. Ho il cuore in gola. Tanto so che mi mentirà! Non mi dirà mai chi è mio padre! Acceleriamo il passo di quel che basta per raggiungerla e Diego posa una mano sulla sua spalla costringendola a voltarsi. Sbianca quando mi vede. No, non riesco a guardarla in viso sapendo quello che mi ha fatto!
<< Signora, finalmente riusciamo a parlarle! L’altra sera aveva tanta fretta di conoscermi che addirittura si è presentata sotto casa mia e poi si nega? >> Interviene mordace Diego. Stringo più forte la sua mano.
<< Cosa volete? >> Domanda con durezza.
<< Prima di tutto mi sembra educato presentarmi. Sono Diego Mendoza, il fidanzato di sua figlia! >> Si presenta Diego.
<< Cosa volevi l’altra sera? Per quale motivo sei scappa via? >> Domando, avvertendo che i miei occhi si stanno inumidendo.
<< E’ stato un errore venire lì l’altra sera! E sono scappata quando me ne sono resa conto. >> Adduce come scusa.
<< NON MI BASTA! IO SO CHE ERI VENUTA Lì PER UN MOTIVO E VOGLIO SAPERE QUALE! >> Sbotto, piena di rabbia.
<< VOLEVO VEDERTI, VA BENE?! >> Risponde mia madre di rimando.
<< Volevi vedermi. Tu, dopo quasi 11 anni, ti sei svegliata una mattina e ti sei resa conto che ti mancavo?! E dovrei anche bermela? Cos’è, dopo l’incontro avuto con papà l’estate scorsa ti rimordeva la coscienza e volevi finalmente scaricarla?! >> Sbotto. Mia madre deglutisce osservandomi sgomenta. I suoi occhi si velano di lacrime.
<< Ah, che sciocca. L’ho chiamato “papà”! >> Intervengo ironica.
<< Un errore comprensibile,visto che per 25 anni hai pensato che fosse tuo padre! >> Mi aiuta Diego sferzante. Mi madre è costretta a reggersi afferrando la cancellata di una casa per non cadere.
<< E-è stata tua nonna a dirtelo? >> Balbetta.
<< No, la nonna è della tua stessa pasta, si vede che siete madre e figlia. Bugiarde in egual modo! >> Sbotto. Sono costretta a fare una pausa per non scoppiare a piangere. Sento il cuore andare in pezzi ogni volta che ricordo questo fatto incontrovertibile: mia nonna poteva rendermi partecipe della verità ma ha preferito mentirmi come tutti!
<< E’ stato Juan a dirmelo. Prima di morire mi ha scritto una bella letterina! IL MIO VERO PADRE QUANDO HA SAPUTO CHE ERI RIMASTA INCINTA TI HA ALLONTANATA E TU VOLEVI ABORTIRE, PRIMA DI CAPIRE CHE POTEVI FAMI PASSARE COME FIGLIA DI TUO MARTIO! JUAN NON SAPEVA DELLA TUA TRESCA… UN PIANO PERFETTO! E’ COSì, VERO?! >> Esplodo. Un vecchietto che, sul lato opposto della strada, passeggia leggendo il giornale si ferma per assistere allo spettacolo.
<< NO! TI SBAGLI! LUI NON HA MAI SAPUTO DELLA TUA ESISTENZA! >> Risponde mia madre. Una piccola parte di me sospira sollevata! Il mio vero padre non mi ha ripudiata. C’è ancora una piccola possibilità che mi voglia conoscere!
<< Bhe, vedremo se questa è la verità. Andiamo subito a chiederglielo, vieni amore! Chissà che faccia farà! >> Azzarda Diego, prendendomi per mano. Lo seguo chiedendomi a dove condurrà questo suo bluff! Mia madre cascherà nella trappola o mangerà la foglia?
<< NO, VI PREGO! NON ANDATE DA LUI! E’ vero, non gli ho mai detto che ero rimasta incinta ma avevo le mie ragioni! Diego, la tua famiglia lo conosce da tanti anni, sapete meglio di me che non è mai stato un padre e un marito irreprensibile! Non avete idea di quante liti tra lui e sua moglie ho origliato, non sapete la parole che le diceva… Non saresti stata felice con lui! Io non so come lo abbiate scoperto ma vi prego, non potete raccontargli tutto! Vi scongiuro! >> Piagnucola. Mi raggelo quando afferma che la famiglia di Diego lo conosce da anni!
<< PERCHE’ CON TE E JUAN SONO STATA FELICE?! SONO CRESCIUTA IN UN AMBIENTE AMOREVOLE?! >> Sbotto, avanzando verso di lei. Diego mi trattiene.
<< Andiamo via amore! >> Mi suggerisce Diego, accompagnarmi verso la mia auto.
<< Ti prego, non andare da lui… >> Insiste mia madre, posando una mano sulla mia spalla. Diego con uno strattone la strappa via.
<< Non si azzardi ad avvicinarsi a lei! Non le permetterò di farle ancora del male! >> L’affronta. Mi abbraccia mentre ci avviamo verso l’auto. Mi apre lo sportello, salgo e lui occupa il posto di giuda. Si immette in strada con furia senza neanche guardare gli specchietti, per poi fermarsi dietro l’angolo. Inizio a piangere disperatamente piegandomi in avanti tanto che la mia fronte accarezza le mie ginocchia. Sento le carezze di Diego sulla schiena.
<< La mia famiglia conosce quest’uomo e la sua famiglia. Il cerchio si stringe! >> Riflette a voce alta.
<< La tua famiglia ha moltissime conoscenze facoltose… >> Gli faccio notare singhiozzando.
<< A breve Daniele Andrade ci invierà quella lista, i nomi di tutte le famiglie per cui tua padre lavorava nel 2001. Sperando che non siano tutte conoscenze della mia famiglia, avremo in mano quel nome! E poi tua madre ha detto che lui non ha mai saputo della tua esistenza… Amore mio, magari sarà contento di scoprire di avere un altro figlio! >> Cerca d’infondermi forza. Dopo lo sfogo iniziale riprendo fiato e mi quieto. Mi asciugo le guance e mi soffio il naso.
<< E’ solo merito tuo tutto questo… E del tuo bluff! >> Osservo.
<< Non so nemmeno io come ha fatto a venirmi in mente. Ho agito spontaneamente e ho rischiato! Ho ritenuto che il gioco valesse la candela, dubito che ti avrebbe risposto se le avessi domandato il nome di quest’uomo! >> Osserva. M’inginocchio sul sedile per poter arrivare meglio a lui e abbracciarlo. Il mio Diego ricambia l’abbraccio conducendomi sulle sue ginocchia. Facendolo, premo accidentalmente il clacson.
<< Ops! >> Esclama sorridendo. Gli sorrido di rimando prima di riprendere a piangere, con la testa nell’incavo del suo collo.
 
 
[Olga]
Per poco non mi viene un infarto quando entro nella mia stanza e sorprendo mia madre che legge la mia cartellina medica. Siede sul letto con espressione completamente sconcertata e dalla presenza del secchio con vari prodotti di pulizia capisco il motivo per cui era entrata qui! Alza la testa verso di me quando chiudo la porta.
<< Mamma… >> Balbetto mentre gli occhi mi si inumidiscono.
<< Olga, ma è roba tua? >> Domanda del tutto incredula. Annuisco.
<< Sì mamma, io sono incinta! Non dirlo a nessuno, tantomeno a papà o ad Alex, ti prego! >> La imploro, sedendomi accanto a lei e posando il viso sulla sua spalla.
<< Quando lo hai scoperto? Chi ne è a conoscenza? >> Domanda del tutto sconcertata.
<< L’ho scoperto lo stesso giorno in cui Alex mi ha lasciata! Lo sanno Cèsar e Roberta… >> E Lorenzo, probabilmente.
<< Capisco che tu abbia paura di dirlo a papà… ma non puoi non rendere subito partecipe Alexander di questa notizia! E’ il padre! >> Mi fa notare.
<< CREDI CHE NON LO SAPPIA?! Ma lui non si ricorda di me, mamma! Non mi ama! >> Le ricordo.
<< Magari quando il suo amico gli ha detto tutta la verità su Paige lui si è pentito di averti lasciata… Hai parlato con Marcella? >> Mi domanda.
<< Prima che andassero in ospedale. >> Rispondo. A quest’ora Ryan avrà parlato con Alex! Lui come avrà reagito?
<< Olga, non ci crederai… Martinelli ha pubblicato un articolo su Lorenzo e Roberta, sono stati sgamati! Speriamo solo che papà non lo legga prima che arrivino qui e abbiano la possibilità di annunciare il fidanzamento di persona…. >> Interviene come un fiume in piena Cèsar facendo irruzione nella mia stanza. Non avendo mai staccato gli occhi dal suo smartphone non si è accorto della presenza di mamma!
<< Roberta e Lorenzo stanno insieme? >> Domanda sconcertata mamma. Povera mamma, si starà chiedendo quanti altri segreti nascondiamo.
<< Merda! >> Esclama Cèsar quando si accorge della cazzata combinata. Chiude la porta e si unisce al salotto improvvisato.
<< Sì, mamma. Roby sta venendo a Miami accompagnata da Lorenzo per annunciare la loro relazione! Quella faccenda di Gonzalo era solo una bugia… Volevano tenere la relazione nascosta ancora per un po’ ma Armando aveva dei sospetti e Gonzalo ha detto di essere lui il fidanzato di Roby. >> Spiega Cèsar. Per lo meno non stiamo più parlando di me e di questa gravidanza non desiderata!
<< Perché volevano tenerla segreta? E questo fidanzamento improvviso? Non sarà incinta anche lei?! >> Azzarda come ipotesi mia madre. Cèsar mi guarda.
<< Ha trovato la mia cartellina medica. >> Spiego, prima che Cèsar abbia il tempo di porre la sua domanda.
<< No, mamma. Roby non è incinta ma da sempre innamorata cotta di Lorenzo. Lui se n’è accorto ed è scoccato l’amore reciproco, tutto qui! E poi è uno fidato, per voi è come un nipote, dovreste esserne contenti! >> Le fa notare Cèsar.
<< Lo sapete che dovete prepararvi al peggio tu e tua sorella? Tuo padre non accetterà la tua gravidanza con facilità e si arrabbierà molto con voi due per aver taciuto notizie del genere! >> Sottolinea mia madre. E non è niente paragonato a ciò che farà a Cèsar quando scoprirà che è gay e sta con Michael Valencia Fernandez!
<< Mamma, questa gravidanza non la sto accettando io, non posso pretendere che lo faccia papà… >> Confesso. Mia madre diviene bianca come un cencio.
<< Tesoro cosa vuol dire che non l’accetti? >> Mi domanda. Deglutisco prima di rispondere.
<< Mamma io voglio abortire! >> Confesso. Dalla sua espressione capisco che sta facendo del suo meglio per non sbottare.
<< Ringrazia Dio che c’è tuo padre in casa e non posso urlare! Sei diventata matta?! Non ti permetterò di farlo! >> Sentenzia.
<< Mamma io sono maggiorenne e posso decidere in libertà di abortire! Ma non capisci che per me è la fine? Non potrò recuperare l’ultimo semestre dell’ultimo anno di liceo di diplomarmi, addio università, addio vita sociale… Io non voglio fare la mamma! Non sono pronta! >> Esclamo condividendo con mia madre le mie paure in proposito.
<< BHE, MAGARI AVRESTI DOVUTO PENSARCI PRIMA! >> Tuona, venendo meno al proposito di non urlare. Cèsar si alza e le posa una mano sulla spalla.
<< Mamma, calmati, dai. Non le urlare contro! Ha solo diciotto anni ed è già abbastanza spaventata… Sta cercando aiuto da noi non è necessario darle addosso! >> Mi da man forte mio fratello mentre inizio a piangere sommessamente.
<< E da me cosa pretendente? Che l’applauda perché vuole uccidere il mio primo nipote?  5 minuti fa ho scoperto che mia figlia è incinta e una parte di me era felice e subito dopo mi viene a dire che vuole abortire! >> Si sfoga mia madre. Il mio pianto diventa energico.
<< Aggiungi anche un altro problema alla tua lista, mamma. Sono arrivati Marcella e Alexander! >> Annuncia Cèsar, dopo essersi affacciato alla finestra. Udiamo il campanello suonare e papà aprire la porta accogliendo gli ospiti.
<< Dovete dirli che non ci sono…. Vi prego! Non posso farmi vedere da loro così, mi chiederebbero spiegazioni sul mio stato! >> Prego mia madre e mio fratello. Ci scambiano un’occhiata prima di acconsentire.
<< Questo discorso lo riprendiamo, alla presenza di tuo padre! Lui almeno ha il diritto di sapere! >> Decide mia madre prima di abbandonare la mia stanza.
 
 
[Nicola]
<< Mi dispiace molto per quello che è successo, ragazzo. Questa Paige si è rivelata… >> Intervengo, interrompendo la frase sul finale.
<< Una sgualdrina, lo dica pure, non mi offendo! >> Risponde Alex. Marcella ed io ci scambiamo un’occhiata quando mia moglie e mio figlio fanno il loro ingresso in soggiorno.
<< Finalmente, stavo per mandare le unità cinofile di soccorso a cercarvi! >> Scherzo. Loro e gli ospiti si salutano con un guancia a guancia e un saluto.
<< Olga? >> Chiede il ragazzo, osservando che non è scesa.
<< Infatti, dov’è? >> Domando.
<< Olga è andata al servizio sociale, gliel’hanno anticipato. >> Interviene mia moglie. Aggrotto le sopracciglia.
<< E sarebbe uscita dalla finestra? >> Domando, dato che non l’ho vista uscire!
<< Eri sotto la doccia, l’ho accompagnata io. Oggi dovevano pulire una spiaggia lontano da qui perciò è uscita prima! >> Spiega Cèsar. Che strano!
<< Vabbè. Mi dispiace che abbiate fatto un viaggio a vuoto. >> Intervengo, rivolto a Marcella e a suo figlio i quali si alzano.
<< Vorrà dire che torneremo. Scusate se siamo venuti qui senza avvisare! >> Risponde Marcella.
<< Non lo dire neanche per scherzo. Andate subito via? Non vi fermate neanche per un caffè? >> Domando.
<< Grazie singor Mora, ma ero venuto solo per parlare con Olga. Vado a casa e mi riposo un po’. >> Risponde Alex. Le nostre famiglie si salutano sulla porta.
<< Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione che ci informava della variazione d’orario sul servizio civile, però! >> Osservo. Aggrotto le sopracciglia quando vedo mia figlia affacciarsi dalle scale. Ha gli occhi rossi.
<< Adesso mi potete spiegare cosa succede? >> Domando rivolgo a mia moglie e a mio figlio.
<< Nicola, forse è meglio se ti metti seduto! >> M’invita mia moglie. Cos’altro sta succedendo?! Accolgo il suggerimento di mia moglie e mi accomodo sul divano. Mia moglie si siede alla mia sinistra e mi coccola la spalla destra e i miei figli si siedono sul divano dall’altra parte del tavolino. Olga tira le maniche della maglia e si tormenta le mani, lo fa quando è in forte stato di stress!
<< Papà, Olga deve dirti una cosa. >> Interviene Cèsar rompendo il silenzio ed esortando sua sorella a parlare. Le accarezza la schiena.
<< Papi, prima vorrei che sapessi che mi dispiace per tutti i grattacapi che sono solo capace di darti… Solo ora mi pento del mio comportamento e mi rammarico di non averti dato ascolto e reso orgoglioso! >> Esordisce, iniziando a piangere.
<< Mi sto preoccupando! Cos’è di tanto grave? >> Domando. Mia figlia inizia a piangere più forte il che la rende incapace di proseguire.
<< Amore… Olga è incinta. >> Confessa mia moglie. Mia figlia stava facendo 80 volte il giro del mondo per darmi questa notizia e mia moglie me l’ha vomitata addosso. Alla faccia delle mezze misure! La mia mente si appanna quando mia moglie pronuncia quelle tre parole. Osservo la mia bambina diciottenne la quale, consolata dal fratello, si premura di non incrociare il mio sguardo. Mi alzo ed inizio a vagabondare su e giù per la stanza riflettendo sul da farsi… Come dovrei reagire? So che vorrebbe che reagissi mia figlia, come un padre comprensivo, ma non posso ignorare il fuoco che arde dentro di me.
<< Nicola… >> Mi chiama mia moglie accarezzandomi il petto
<< MA DICO, COME HAI POTUTO ESSERE TANTO IRRESPONSABILE?! IO HO SEMPRE SPERATO CHE TU FOSSI ANCORA VERGINE, MA SAPEVO CHE ERA UNA MIA FANTASIA! MA CHE PER LO MENO USASSI GIUDIZIO IN CERTE SITUAZIONI QUELLO LO PRETENDEVO! MAI SENTITO PARLARE DI CONTRACCETTIVI?! >> Sbotto incazzato nero! Diciotto anni poca puttana… La sua giovinezza sarà segnata per sempre, la sua vita sarà completamente diversa da come lei l’aveva immaginata e da come l’avevo immaginata anch’io!
<< Mi dispiace papà…. E’ successo la prima sera, quando ci siamo conosciuti, eravamo ubriaci… >> Biascica tra il pianto incessante.
<< FANTASTICO! PERCIò ORA VENGO A SAPERE NON SOLO CHE MIA FIGLIA SI CONCEDE AL PRIMO VENUTO MA CHE IL PADRE DI MIO NIPOTE SEDUCE RAGAZZE UBRIACHE! COMPLIMENTI AD ENTRAMBI! >> Intervengo fuori di me.
<< PAPà! >> Mi redarguisce Cèsar, stringendo sua sorella tra le braccia.
<< NO! HO TUTTO IL DIRITTO DI INCAZZARMI! >> Preciso. Mio figlio lascia andare Olga e si alza raggiungendomi alle spalle del divano dov’erano seduti.
<< Nessuno ti sta dicendo che tu non ne abbia il diritto, ma c’è maniera e maniera! Credi che Olga non sia provata da questa situazione? E’ disperata per questa gravidanza indesiderata e perché sa di averti deluso di nuovo. Non voleva dirtelo perché aveva previsto la sua reazione! >> Interviene mio figlio.
<< COSA SI ASPETTAVA? STRISCIONI, PALLONCINI E UN APPLAUSO?! >> Sbotto.
<< No, ma nemmeno che sottolineassi che si è concessa ad Alex immediatamente, come se fosse uno squillo! E’ SEMPRE TUA FIGLIA, PORCA MISERIA! >> Mi riprende mio figlio. Medito su queste sue parole. Mi sono lasciato prendere la mano.
<< Dov’è Olga? >> Domanda mia moglie. Mia figlia ha abbandonato il soggiorno, mentre eravamo coinvolti nella discussione! Solo quando sentiamo il rumore della mia auto mettersi in modo realizziamo che si è data alla macchia! Ci precipitiamo fuori e tutto ciò che vediamo solo i fari posteriori della mia auto!
 
 
[Lorenzo]
La giornata era cominciata nel migliore dei modi (l’amplesso mattutino, le coccole, una sontuosa colazione e poi un giro in centro) prima di mettere piede su questo dannato aereo e scoprire che la compagnia aerea non ci ha assegnato posti vicini! A me hanno dato il posto esterno dei due sedili verso il finestrino e a Roberta il posto laterale della fila centrale da tre sedili: a dividerci c’è il corridoio. Oltretutto odio il posto che da sul corridoio dove i passeggeri sgomitano durante la fase d’imbarco e ti sbattono il fondoschiena in faccia!
<< Dai amore, sono solo tre ore e mezza. >> Mi fa notare la mia ragazza, allungando la mano. L’afferro.
<< Tre ore e mezza lontano da te! >> Piagnucolo.
<< Permesso! >> Esclama un passeggero infastidito dalle nostre mani unite. Siamo costretti e separarle per lasciarlo passare. Per fortuna ci siamo imbarcati tra i primi così abbiamo evitato la ressa che sta avanzando in questo momento.
<< Lorenzo, Roberta. Sapevo di trovarvi in business class! >> Esclama Michael, giungendo alle nostre spalle. Roby ed io ci voltiamo in contemporanea e so che dentro di noi stiamo esclamando le medesima cosa: NOOOOO!
<< Michael, ciao. Patrizia. Daniele. >> Saluta Roberta, dimostrando entusiasmo verso Michael ma non verso gli altri due soggetti!
<< Michael! Patrizia. Daniele. >> Ripeto a mo di pappagallo.
<< Roberta, Lorenzo. >> Ci salutano coralmente i due vampiri.
<< Il mio posto è accanto a te, Lorenzo. >> M’indica Michael.
<< Patty i nostri sono nella fila centrale, accanto a Roberta. >> Annuncia il vampiro. Roberta chiude gli occhi scuotendo il capo disperata. Daniele afferra i bagagli a mano della sua famiglia e li ripone negli appositi vani. Patrizia prende posto al centro, accanto alla mia ragazza, e Daniele dal lato opposto rispetto a lei.
<< Andate a trovare tuo padre? >> Le domanda Patrizia. A questo le sono serviti i sei semestri di alta finanza alla San Marino?
<< Mio padre e mia madre. Comunque ottima intuizione signora Valencia! >> La punzecchia Roberta. Trattengo una risata.
<< Ci dispiace molto per tua sorella e per come si sono messe le cose con nostro nipote. Speriamo che recuperi la memoria. >> Interviene Daniele.
<< Immagino! >> Risponde sbrigativamente la mia ragazza mentre dalla tasca della felpa estrae smartphone e auricolari.
<< Scusate ma quando volo la musica mi rilassa e le chiacchiere mi stressano! >> Afferma fuori dai denti prima di mettere alle orecchie gli auricolari e premere play. Povera la mia piccola… Dovrà affrontare questo viaggio di fianco alla donna che l’ha messa al mondo e poi abbandonata!
<< Cèsar, stiamo per partire! >> Interviene la mia fidanzata. Ha ricevuto una chiama da Cèsar e sta parlando con gli auricolari.
<< Calmati, non capisco niente!.... Cosa?!... E dove può essere andata?... Papà è lì?... Passamelo…. Papà, sarai contento del successo ottenuto con la tua inutile sfuriata!... NO, INVECE DOVRAI STARMI A SENTIRE! TI CONVIENE TROVARE MIA SORELLA E MIO NIPOTE PER QUANDO SARò ARRIVATA O SARANNO DUE LE FIGLIE DI CUI TI DOVRAI DIMENTICARE! >> Tuona Roberta, sbattendo il telefono in faccia a suo padre e lasciandoci tutti di stucco. Patrizia e Daniele si scambiano uno sguardo.
<< Ora lo sapranno tutti, a partire da Alexander! >> Borbotta Michael.
<< Che disastro…. >> Rispondo sotto voce. Mi protendo verso di lei accarezzandole il capo.
<< Cos’è successo? >> Le domando.
<< Papà sa tutto e l’ha trattata peggio di un appestata! Olga ha preso la macchina di papà ed è scappata! >> Mi racconta per sommi capi, con una mano appoggiata alla fronte e il gomito assicurato contro il bracciolo della poltrona.
 
 
[Paola]
Aspetto. Aspetto quel momento in cui Alec mi scaricherà dicendo “Paola, non voglio più vederti”! Negli ultimi giorni si è rivelato freddo, poco partecipe, apatico, disinteressato e non so quanti altri sinonimi potrei trovare! Mercoledì mattina quando ci siamo visti per la colazione al “nostro bar” mi sono avvicinata con l’intento di salutarlo con un bacio ma ciò che ho ottenuto è stato solo un bacio su una guancia. Da quella mattina in mezzo al traffico non ci siamo più sfiorati… Per fortuna che per lui era stato un momento magico!
<< Il concerto a che ora inizia stasera? >> Domando per rompere il silenzio, pur sapendo perfettamente che inizia alle nove. Chissà se vorrà ancora andarci con me…
<< Alle nove! Vado a pagare il conto e andiamo? >> Propone, pulendosi la bocca con il tovagliolo dopo aver terminato il suo dessert consistente in semifreddo al cioccolato bianco con fragole fresche sopra. Annuisco e appena si allontana chiamo la mia amica Kelly.
<< Ehy, baby! Com’è andato il pranzo? E’ ancora freddo come l’altro giorno? >> Mi domanda.
<< Sì! Se non vuole più vedermi perché non mi scarica semplicemente? Ha detto che quel bacio per lui era stato importante, eppure da quel giorno ha preso le distanze! Io te lo dicevo che non dovevo lasciarmi andare. E’ molto meglio che sia io a chiuderla qui prima d’incappare in un’altra delusione… >> Penso a voce alta.
<< Tesoro se vedi che non gli interessi più prendi la decisione che credi giusta. E se ci fosse un’altra? >> Azzarda come ipotesi.
<< Se ci fosse un’altra di mezzo mi chiudo in convento o divento lesbica… Ripensandoci magari in convento non accettano novizie stra cornute come me! >> Esclamo, prima di sentire un colpo di tosse alle mie spalle. E’ Alec che è tornato indietro.
<< Ho dimenticato il portafoglio. >> Spiega, in un sussurro.
<< Paola, sei ancora lì? >> Mi domanda Kelly.
<< Ti richiamo! >> Esclamo, ponendo fine alla telefonata. Alec torna a sedere e si fa meditabondo. Io mi tormento le mani tenute sulle gambe osservando in basso… Chissà cos’ha sentito!
<< Per lo meno adesso ti sarà più facile scaricarmi, non dovrai sforzarti tanto per inviare il discorso… >> Esordisco dopo attimi di silenzio.
<< Mi dispiace che tu abbia pensato che volessi scaricarti. >> Risponde. Incrocio i suoi occhi.
<< Perché, non è così? >> Domando. Lui scuote il capo.
<< Io ho solo qualche dubbio, esattamente come li avevi tu. Insomma, tu hai ancora un piede nella storia con il tuo ex, o non odieresti tanto lui e Giulia. Io non vorrei essere un tappabuchi… >> Ammette. Gli occhi mi si velano di lacrime! E’ come se il diavolo mi tirasse da una parte e l’angelo, in questo caso Alec, mi tirasse dal lato opposto… Non posso spaccarmi in due perciò devo prendere una decisione!
<< Tu non sei un tappabuchi! Mi piaci davvero… Se avessi voluto cercare un ripiego mi sarei concessa al primo venuto. Io in tua compagnia mi diverto e mi rilasso… E quel bacio dell’altro giorno è significato davvero qualcosa, per me! >> Rispondo.
<< Per me no. Per me non è significato qualcosa ma tutto! Volevo baciarti da quando ti ho rivista, quando hai suonato alla mia porta e mi hai guardato senza riconoscermi. Ma vorrei che facessi chiarezza fra i tuoi sentimenti prima di impegnarti con me. Io accetterò qualsiasi tua decisione! E’ stato stupido accettare l’accordo con tua madre sapendo che mi piacevi… Che ne so? Io speravo che avresti abbandonato questa folle idea! Ma da quello che ho potuto capire dopo il tuo incontro con Giulia tu non vuoi cedere…. Giusto? >> Mi domanda. Chiudo gli occhi e le prime lacrime cadono rigando le mia guance.
<< Io non posso perdonare quei due! >> Esclamo.
<< Nessuno ti sta dicendo di invitarli per una pizzata! Ti sto solo suggerendo di vivere la tua vita, di dimenticarti di loro… Io vorrei vivere con te una storia normale, senza lo spettro del tuo ex che va a letto con la tua migliore amica. Chiedo solo questo… Ma se non te la senti di lasciare da parte la vendetta lo capirò! Ti chiedo solo di essere onesta, con me e con te stessa. >> Si pronuncia, prima di afferrare la giacca ed alzarsi.
<< Perciò immagino che questa sera non ci vedremo? Né stasera né mai… >> Ipotizzo affranta. Lui allunga il mio biglietto e lo posa sul tavolo.
<< Questo è il tuo biglietto. Ti aspetto, solo se sarai pronta a mettere da parte il passato. >> Mi pone come ultimatum.
<< Ciao Paola. >> Mi saluta, chinandosi per baciarmi una guancia. Dopo di che si allontana lasciandomi sola con i miei pensieri.
 
 
[Giulio]
<< Cosa c’è? >> Mi domanda, quando nota che la sto fissando con un sorrisetto. Mi avvicino a lei e con un bacio cancello la traccia di panna montata all’angolo delle sue labbra.
<< C’è che non ti facevo tanto pasticciona. >> La canzono.
<< Perdo il senso della misura quando vedo un bel gelato con la panna montata! >> Mi spiega.
<< Negli ultimi minuti ho immaginato che andassi matta per il gelato! >> Rispondo. Lo sta divorando con voracità.
<< E poi sono felice… Felicità più gelato uguale ciccia e brufoli! >> Esclama, mordicchiando il cono.
<< Ma c’è il tuo Giulio a farti sudare per perdere le calorie ingerite con questo cono gigante! >> Intervengo ammiccando. Mi guarda torva.
<< La bicicletta, parlavo di sport! >> Preciso, anche se non è vero! Sorrido furbastro.
<< Sì, certo! Era un chiaro riferimento al ciclismo, come ho fatto a capire male? >> Si domanda facendo dell’ironia.
<< E a cosa si deve tanta felicità? >> Le domando, avvicinandomi a lei su questa panchina.
<< E’ una bella giornata e sono allegra, non posso? >> Mi risponde.
<< Sì, sei libera di sorridere perché il sole splende nel cielo! Perciò la faccia che ha fatto Lena quando le ho detto che è solo te che voglio non c’entra niente? >> Domando. Dall’espressione di soddisfazione che si tinge sul suo volto capisco che ho colto nel segno!
<< Io non rido delle disavventure altrui, per chi mi hai presa? >> Domanda, più falsa di una banconota da 2 euro. Sorrido prima di assaporare ancora quelle sue labbra che mi fanno impazzire. Mugugno quando veniamo interrotti dal suono del suo cellulare.
<< E’ mio padre. >> Annuncia, prima di rispondere. << Papà, qual buon vento?... No, non sono mordace, è solo che ci sentiamo di rado… Sì, Domenica possiamo pranzare insieme. A proposito, anche la mamma è in città! Se combinassimo anche con lei potrei portare con me una persona… >> La sento dire. Scuoto il capo poiché la presentazione con i suoceri vorrei procrastinarla!
<< Ok, allora la chiami tu?.... Va bene, a mezzo giorno al Bellini… No, papà, non è lui. Con Lorenzo è finita!... Lo conoscerai Domenica, ciao! >> Lo liquida.
<< La presentazione ufficiale no! >> Mi lagno.
<< Non ti uccideranno, né ti mangeranno né tantomeno di obbligheranno a sposarmi! E’ solo un pranzo informale. >> Insiste.
<< E poi scusa sei un controsenso vivente! Prima dici ai tuoi amici che ci stiamo solo conoscendo e poi vuoi presentarmi ai tuoi? >> Le faccio notare. Si avvicina a me e mi bacia.
<< Anche tu caro Giulio Valencia sei un controsenso vivente! Prima mi chiami “amore” e poi non vuoi conoscere i miei genitori? >> Mi fa notare. Faccio schioccare la lingua.
<< Touchè, Duarte! >> Cedo.
<< Sempre che quel “amore” fosse solo una frecciatina per Lena e che in realtà… >> So come termina la frase perciò la interrompo catturando le sue labbra in un bacio, che viene ricambiato.
<< Ho pronunciato quella parola d’impeto ma non significa che non me lo sentissi! Ora ti chiedo una cosa… Più che una domanda è una confessione! A me piacerebbe che tu ti considerassi la mia ragazza perché è questo che io vorrei essere per te… >> Confesso, intrecciando le mie dita alle sue.
<< Ti consideri la mia ragazza? >> Mi domanda. Mugugno e le solletico i fianchi.
<< Smettila subito! >> Mi ordina fra le risate, dimenandosi come un’anguilla.
<< Puoi fare la persona seria? >> Le domando. Silvia si siede sulle mie ginocchia, passa il braccio destro dietro al mio collo e con la mano sinistra accarezza la mia guancia.
<< Come potrei dirti di no? >> Risponde. Accarezzo la sua schiena mentre ci scambiamo un bacio che ricorderò per sempre! Questo sarà il bacio che ci siamo scambiati nel momento in cui è iniziata ufficialmente la nostra relazione!
Ancora una volta veniamo interrotti da un cellulare che squilla: stavolta è il mio.
<< Allora è una congiura! >> Mi lamento, prima di rispondere a mia sorella.
<< Ciao, ti posso richiamare? >> Taglio corto.
<< Ciao. No, ti prego! Ho un problema grosso come un casa! Mi ha telefonato Diego per raccontarmi che Jimmy e Lena hanno scoperto nel computer dell’ufficio del magazzino quel famoso filmato di sorveglianza che tu ed io conosciamo! >> Mi spiega. Mi ero anche dimenticato di quel filmato!
<< Perciò…? >> La prego di continuare.
<< Massimiliano non sa di me e Diego, né deve sapere che esiste un mio filmino porno! E’ la prima vera storia che vivo! >> Esclama.
<< Ed io come potrei aiutarti? >> Domando. Non posso certo tornare indietro con una macchina del tempo e separarli durante l’atto dicendo loro “un giorno ve ne pentirete, non ringraziatemi”!
<< Consigliami! Cosa devo fare? E poi Domenica sera c’è la cena di presentazione… Se lo racconto a Massimiliano e ci lasciamo prima della cena dovrei fornire mille spiegazioni a papà e chi lo convince a indire un’altra cena?! >> Si domanda. Che problemi esistenziali!
<< Giulia… La soluzione è sotto i tuoi occhi! Primo, papà è un dettaglio trascurabile e tu stessa lo hai detto non a parole ma a fatti fuggendo di casa con Massi appena papà lo ha offeso! Di conseguenza cosa te ne importa se la preziosa cena salta? Racconta la verità al tuo ragazzo prima che lo venga a sapere da quella svitata di Lena! >> Le faccio notare.
<< Non potrà mica lasciarti perché prima di conoscerlo hai avuto delle avventure! Guarda Camilla… Ha procrastinato la confessione a David su quello che era accaduto tra di noi e quando David l’ha scoperto per opera di terzi lui stava per lasciarla. Queste situazioni non portano a niente di buono! >> Wow, quando sono diventato così saggio?
<< Posso venire a stare da te se finisce male? >> Mi domanda.
<< C’è solo il divano, ti avviso! A proposito della cena, a che ora sarà? >> Chiedo a mia sorella scoccando un’occhiata verso la mai ragazza.
<< Otto e mezza da mamma e papà. >> Mi informa.
<< Quando li senti avvisali che ci saranno due ospiti in più. Ciao, pensa bene a quello che fai. >> La consiglio, prima di porre fine alla telefonata.
<< Questa è la tua vendetta per il pranzo con i miei? Una cena dai tuoi? >> Mi domanda.
<< Esatto Duarte! >> Confermo sorridendo.
 
 
[Camilla]
Appena varchiamo la soglia dell’aeroporto mi libero del golfino e David mi imita togliendosi la felpa, in modo da restate in maniche corte. Il tempo è bellissimo, il sole batte forte e il mare è piatto come una tavola! Il minivan dell’albergo ci aspetta di fronte all’entrata dell’aeroporto così quando ci avviciniamo un ragazzo di colore carica i nostri bagagli e ci accomodiamo nell’auto. David per tutto il viaggio ha avuto la testa per aria!
<< Secondo te hanno parlato con Ingrid? >> Mi domanda. Questo pensiero lo sta ossessionando e non lo biasimo!
<< Non lo so amore. Se li chiamassi ancora finiresti solo con sollevare dei dubbi in loro sul tuo interesse. Aspettiamo domani e richiamo mio fratello, va bene? >> Propongo, accarezzandogli il dorso della mano.
<< Domenica c’è anche quella cena. Non so se riuscirò a condividere la stessa stanza con mio padre resistendo alla tentazione di condividere con lui i miei dubbi! >> Ammette.
<< Devi resistere amore mio! E’ un diritto di Isabella decidere se e quando andare da tuo padre, sempre che tutta questa storia non sia un gigantesco equivoco… >> Pongo l’interrogativo.
<< Secondo te sono solo coincidenze? Ingrid termina la relazione con mio padre e nove mesi dopo da alla luce Isabella, la quale non sa chi sia suo padre? >> Osserva. In effetti! La discussione viene interrotta dallo squillo del mio cellulare.
<< E’ mio fratello Diego. >> Annuncio prima di rispondere. David accosta l’orecchio.
<< Diego ciao! Siamo atterrati da poco. >> Esordisco.
<< Ciao Cami. Com’è andato il viaggio? >> Mi domanda.
<< Bene Diego. Lì come vanno le cose? David mi ha riferito che vi hanno approvato il mutuo. Sono felice per voi! >> Mi complimento.
<< Grazie. Siamo appena stati dall’agente immobiliare il quale ha avviato le pratiche di compravendita! >> Mi spiega.
<< Benissimo. Come passerete il resto del week end? >> Domando.
<< Non abbiamo ancora fatto programmi. Questa mattina abbiamo parlato con la madre di Isabella. >> Annuncia. David ed io ci scambiamo uno sguardo.
<< Ah sì? E ha detto chi è il padre di Isabella? >> Chiedo. Tratteniamo il respiro.
<< No, non ha fatto il suo nome. Ma con l’inganno sono riuscito a farle dire che quest’uomo è un conoscente di vecchia data della nostra famiglia e che non vincerà il Nobel come padre o marito dell’anno! Ingrid ha detto che spesso e volentieri litigava furiosamente con la moglie quando lavorava per lui. >> David si copre il viso con le mani di fronte a questa rivelazione! Io cerco di mantenere un tono di voce neutrale.
<< E’ un grosso passo avanti, anche se non ha fatto il suo nome. >> Intervengo.
<< Presto sapremo chi è! Daniele Andrade, il collaboratore di Gustavo Pereira, sta provvedendo a farci avere una lista delle famiglie per cui Ingrid lavorava in quel periodo. >> Mi spiega.
<< Che bella notizia! >> Esclamo, con una certa ironia che solo David ed io comprendiamo!
<< E una volta ottenuti quei nomi cosa farete? >> Chiedo.
<< Vuoi vedere che siamo così sfigati e che sono tutti vecchi conoscenti della nostra famiglia?! Andremo per esclusione e sapremo con chi Ingrid ha concepito Isabella. >> Risponde.
<< Teneteci aggiornati. Fammi sapere di chi si tratta quando avrete ottenuto quel nome! >> Gli ordino, pur sapendo già che si tratta di Daniele Valencia. Dopo la descrizione fatta da Ingrid anche in me i dubbi sono spariti! Il profilo corrisponde a quello di mio suocero!
<< Certo. Buona vacanza! >> Mi saluta. Pongo fine alla conversazione e dedico la mia attenzione al mio fidanzato.
<< L’uomo in questione è un padre e un marito di merda… Ti servono altre conferme?! >> Mi domanda giustamente alterato. No, non servono più!
 
 
 
[Marcella]
 
Patrizia: Marce, ci siamo appena imbarcati, tra poco decolliamo. Vicino a me siede Roberta, è anche lei in viaggio per Miami con Lorenzo. Poco fa Nicola l’ha chiamata e ho potuto capire due cose… tieniti forte perché ti verrà un infarto! 1) Olga è incinta 2) E’ scappata di casa!
Marcella: Patrizia, stai scherzando vero???
Patrizia: Mi inventerei una cosa del genere?? L’udito mi funziona ancora a meraviglia! Roberta ha minacciato Nicola dicendogli che potrà dimenticarsi di lei se non avrà ritrovato Olga e il bambino per quando sarà atterrata! Ora decolliamo, ci vediamo tra tre ore e mezza!
 
Continuo a rileggere la breve conversazione avuta con Patrizia, completamente scioccata! Calma Marcella, stai calma! Mi avvio in cucina e mi verso un bicchiere di acqua… Scappata di casa… Cos’è successo? Perciò prima Nicola e la sua famiglia ci hanno mentito? Olga non era affatto a raccogliere rifiuti in spiaggia? Eppure Nicola sembrava perfettamente composto, non aveva l’aria di un padre la cui figlia incinta si è data alla macchia. Con tutto il savoir faire di questo mondo se ti capita una cosa del genere non lo puoi nascondere!
<< Mamma. >> Mi saluta Alex entrando in cucina. Trasalgo.
<< Alex hai riposato? >> Gli chiedo, cercando di mantenere un tono calmo e rilassato. Scuote il capo.
<< No mamma. Non ho fatto che pensare a lei e a come mi sono comportato… Sono stato un’idiota e vorrei avere l’opportunità di chiederle scusa, per lo meno! >> Si confida.
<< Non l’hai sentita? >> Gli chiedo. Magari hanno parlato telefonicamente o gli ha mandato delle note vocali utili per rintracciarla!
<< No mamma. Ha il telefono staccato e, se vuoi sapere la mia, non ho creduto alla quella storia. Semplicemente Olga non voleva vedermi! >> Ne deduce. E hai visto bene figlio mio! Come faccio a dirgli che Olga è incinta e che è fuggita per chissà quale motivo?
<< Mamma hai parlato con papà? >> Mi domanda mio figlio.
<< No, perché? >> Domando.
<< Sei sconvolta, lo vedo perfettamente! >> Osserva. Deglutisco prima di affrontare questo difficile discorso!
<< Forse è meglio se ti siedi! >> Gli suggerisco.
 
 
[Daniele]
Roberta Mora non fa che agitarsi e cambiare posizione sul sedile. Apre il libro, ne legge una pagina dopo di che lo richiude.
<< Amore, vedrai che questa faccenda si risolverà al meglio! >> Cerca di infonderle coraggio il suo ragazzo alias Muhammad Ali.
<< Come “amore”? Roberta e Lorenzo? >> Mi domanda mia moglie all’orecchio.
<< Sì, non te l’avevo detto? Ho sentito la banda delle racchie parlottare. >> Rispondo.
<< Magari stavano andando a Miami proprio per annunciare il fidanzamento prima di questo sfacelo… >> Ipotizza mia moglie.
<< Magari! >> Esclamo.
<< CREDETE CHE NON VI SENTA?! SONO SEDUTA ACCANTO A VOI! Capisco che la signora non sia dotata di cotanto intelletto… Ma dal nostro Ministro dell’Economia mi aspettavo più ingegno! >> Sbotta Roberta.
<< Non stavamo dicendo niente di male! >> Si scagiona mia moglie.
<< Non importa! State parlando di faccende che non vi riguardano minimamente. Signora, paragonando la mia vita a una spiaggia lei sarebbe un granello di sabbia! Deve restare fuori dalla mia vita! Non so più come dirglielo! >> Esclama con durezza. Mia moglie abbassa lo sguardo abbattuta, stringo la sua mano. Vorrei difenderla ma redarguire quella ragazza non mi sembra una tattica vincente.
<< E lei Daniele non ci provi nemmeno ad aprire bocca o a tirare fuori altre scatolette dei ricordi sennò apro il portellone dell’aereo e la butto di sotto! >> Esclama. Alcuni passeggeri ci guardano.
<< Io posso essere quello che gli da il calcio nel culo per buttarlo di sotto? >> Domanda Lorenzo.
<< Accomodati. >> Risponde la sua ragazza. Non accetterà mai Patrizia come sua madre dopo quello che abbiamo fatto. Non ci perdonerà mai!
<< Signori, vi debbo chiedere di abbassare i toni! >> Ci riprende una hostess.
<< Mi dispiace. Ma non glielo posso assicurare, a meno che non possa essere cambiata di posto! >> Risponde con franchezza Roberta.
<< Senti, occupa il mio posto! Sempre se l’hostess è d’accordo! >> Si offre Michael. La ragazza in divisa ci pensa qualche secondo prima di accettare.
<< Potevate anche evitare! >> Ci redarguisce nostro figlio. Ma cos’avremmo mai detto di male?
 
 
[Michel]
<< C’è un altro volo per Cartagena Domenica! >> M’informa la mia compagna, mostrandomi il tablet, interrompendo il mio lavoro di contabilità.
<< Non eri tu che non vedevi l’ora di venire qui tant’è che siamo venuti con largo anticipo rispetto alla festa? >> Le faccio notare.
<< Sì, prima di sapere che quella donna di cui mi hai parlato è Beatrice! >> Protesta.
<< Bhe, ora siamo qui e ne approfitterò per dedicarmi al ristorante di Bogotà, aspetto che mi hai fatto notare proprio tu prima della partenza da Cartagena! >> Insisto. Alma serra la mascella e incrocia le braccia al petto.
<< E tu potrai stare di più con tua figlia! >> Le faccio notare. In parte la sua agitazione è ben giustificata: negli ultimi giorni non ho fatto che ricordare i momenti passati con Betty resistendo all’impulso di scrivere un e-mail o di chiamarla per chiacchierare!
<< Perché mi tratti così? Dici di amarmi ma mi tratti come un’estranea! Per te sono diventata una presenza fastidiosa, ammettilo! >> Esclama. Sbatto il palmo sul tavolo, infastidito.
<< No, Alma! Sono solo tue paranoie! >> Esclamo, anche se non so più se è la verità. Da quando Alma ha calcato la mano con questa storia dello shopping ho cominciato a chiedermi cosa sono per lei? La conversazione viene interrotta dallo squillo del suo cellulare.
<< E’ il mio ex marito. Chissà cosa vorrà? >> Si domanda, prima di accettare la chiamata.
<< Valentin!... Quando?... Domenica a mezzogiorno al Bellini?... Perché non mi ha telefonato lei?... No, è solo che ci sentiamo talmente di rado che mi sorprende questa tua telefonata… Va bene, a domenica! >> La sento dire durante la conversazione sbrigativa.
<< Pranzo domenicale con mia figlia e il mio ex marito. Sembra che mia figlia porterà Giulio, il suo nuovo ragazzo. >> Mi comunica. Almeno riuscirò a fare qualcosa di carino da solo con i miei figli!
 
 
[Alex]
<< Alexander, calmati ti prego! >> M’implora mia madre seguendomi fuori casa.
<< CALMARMI?! OLGA E’ SCAPPATA CON MIO FIGLIO IN GREMBO! COME POSSO STARE CALMO?! >> Sbotto, mentre occupo il posto di guida della mia auto, del tutto disorientato da questa notizia. Incinta… Fra circa 9 mesi non sarò più un qualunque ragazzo ma sarò padre! A Settembre sarò padre!
<< Non abbiamo idea di dove sia! >> Osserva mia madre.
<< Vagherò per tutto lo Stato, se dovesse servire, fino a che non l’avrò trovata! Che auto ha suo padre? >> Domando.
<< Un modello comune purtroppo, un minivan grigio metallizzato. Cerca di chiamare spesso e di tenermi aggiornata! Io telefono a tuo padre e usciamo a cercarla! >> Mi avvisa mia madre.
<< Mamma, se facesse qualche follia non potrei perdonarmelo… Sarebbe anche colpa mia perché l’ho scaricata, mentre aspettava mio figlio! Per lei dev’essere stato orribile! >> Condivido la mia angoscia con mia madre. Allunga il braccio all’interno del finestrino e mi accarezza la guancia.
<< Vedrai che non le accadrà niente, Olga è una ragazza terribilmente impulsiva ma non metterebbe mai a rischio la sua vita. >> Mi rassicura.
<< E quella del bambino? >> Mi domando.
<< Nemmeno la sua. Ne sono certa! Non correre! >> Si raccomanda. Inserisco la retro ed esco dal cortile di casa. La prima cosa che faccio è chiamare Cèsar attraverso i comandi del volante.
<< Alex, ciao. Come stai? Ti hanno dimesso? >> Mi domanda, fingendo di mantenere un profilo basso.
<< Puoi evitare la commedia, so tutto… So della gravidanza e che Olga è fuggita! >> Confesso.
<< E’ stato mio padre? >> Mi domanda.
<< No. I miei zii sono in volo con Roberta e hanno sentito una conversazione telefonica con tuo padre! Cèsar, sono fuori di me! Hai idea su dove può essere andata? >> Gli domando, stringendo il volante fino a farmi diventare le nocche bianche.
<< Neanche mezza! Sto facendo un giro in centro per vedere se riesco a rintracciare l’auto di mio padre… Per adesso è un grosso buco nell’acqua! >> Mi comunica.
<< Se tu sei in centro io mi dirigo verso la costa. Mandami per messaggio la targa del minivan di tuo padre! >> Gli ordino.
<< Ok. Aggiorniamoci presto! >> Suggerisce, ponendo fine alla telefonata. Papà. Sarò papà! E la cosa più strana è che avrò questo figlio da una donna con cui non ricordo di essere stato! Anche se non mi ricordo della nostra relazione sento una morsa allo stomaco, un angoscia colossale attanagliare il mio cuore e non posso impedire alle lacrime di rigare le mie guance.
 
 
[Armando]
Qualcosa mi dice che Nicola ha appena comunicato a mia moglie brutte notizie, a giudicare dalla sua reazione.
<< E non avete idea di dove sia andata?... Speriamo che riusciate a trovarla il prima possibile… Alexander dovrebbe saperlo io sono certa che farebbe il diavolo a quattro per trovarla pur non ricordando questo mese trascorso come coppia… Lo so Nick che sei arrabbiato con lui!... Sono ragazzi, si cono conosciuti ad una festa e, anche se hanno bruciato le tappe, poi si sono innamorati!... Vuole abortire?... Cambierebbe opinione se avesse il vostro sostegno… Tienici aggiornati! >> Lo prega ponendo fine alla telefonata. La guardo sbigottito.
<< Chi vuole abortire? >> Domando di stucco, pur immaginando di chi si tratti!  
<< Olga! Nicola ha reagito furiosamente e lei ha approfittato di un momento di distrazione per prendere l’auto di Nicola e scappare. La stanno cercano il lungo e in largo! >> Racconta mia moglie.
<< Che situazione… E noi siamo qui senza poter fare niente! >> Penso a voce alta.
<< Niente, il cellulare di Olga è spento! >> Annuncia mia moglie dopo aver provato a chiamarla. Era prevedibile.
 
 
[Francesco]
Esco dal negozio del barbiere e sbuffo quando vedo che qualcuno ha parcheggiato la sua moto in doppia fila bloccandomi! Suono il clacson della mia auto per richiamare l’attenzione: magari il proprietario di questa moto è in uno dei negozi vicini! Ultimamente sembra che tutti i motociclisti della città cerchino di farmi saltare i nervi! Sono pronto a chiamare un carro attrezzi quando l’ultima persona che pensavo di incontrare mi sorprende alle spalle.
<< Chi si vede, che coincidenza! >> Esclama Class Huber Mendoza.
<< La moto è tua? >> Domando. Avrei dovuto immaginarmelo!
<< Sì, sono entrato al volo e fare la ricarica al telefonino, scusami se ti ho bloccato! Me ne vado subito. Per fortuna non hai chiamato il carro attrezzi! >> Esclama, cavalcando la sua moto per poi infilare il casco.
<< Ti auguro buona giornata. >> Lo saluto, salendo nella mia auto. Dallo specchietto retrovisore lo osservo: tenta più volte di far partire la moto prima di imprecare. Scendo e mi avvicino a lui.
<< Problemi? >> Gli domando.
<< Spero non gravi! Cazzo, non ci voleva! >> Impreca prima di estrarre il cellulare per chiamare il soccorso stradale. La chiamata dura pochi istanti, il tempo di fornire all’operatore l’indirizzo.
<< Ho un appuntamento tra mezz’ora! >> Esclama pensieroso.
<< Posso darti un passaggio! >> Mi offro. Non mi costa niente!
<< Accetto volentieri, ci tengo moltissimo a questo appuntamento! >> Accetta. Appoggio il fondoschiena alla mia auto e restiamo in attesa del carro attrezzi: finché la moto non sarà rimossa non posso uscire con la mia auto!
<< Spero che il fatto di darmi un passaggio non scombini i tuoi piani. Magari avevi da fare con la tua ragazza. >> Interviene. Aggrotto le sopracciglia sorpreso del suo intervento dato che ci conosciamo appena!
<< Non ho una ragazza. >> Rispondo con semplicità.
<< Devo aver capito male! Mi è stato detto che convivi con una donna. >> Specifica.
<< Convivere non significa stare insieme. Silvia è la mia migliore amica, insieme a Isabella. >> Specifico. Come mai questa domanda?
<< Devo aver capito male! >> Esclama. Come mai questo interessamento? Gli interessa la mia amica?
 
 
[Russell]
Faccio zapping tra i canali, resistendo alla voglia di scolarmi tutto l’alcol presente nel mio nuovo appartamento da marito separato. Mio figlio non mi ha più risposto al telefono e non ha voluto che lo andassi a trovare questa mattina, quando lo hanno dimesso. Mia moglie mi detesta e fa comunella con il padre biologico… Mi va il sangue alla testa quando li vedo insieme! Mi precipito in cucina e afferro il cellulare quando sento quella canzone… La nostra canzone! “My heart will go on” è la nostra canzone e la suoneria personalizzata che ho impostato sul mio smartphone in suo onore.
<< Marcella! Come stai? >> Esordisco, una volta risposto al cellulare.
<< Non bene! E’ scoppiato un casino. Ti aspetto a casa! >> Mi annuncia. “Casa”… Nella sua testa la considera ancora come “casa nostra”?
<< Cos’è successo? >> Domando già preoccupato!
<< Olga è incinta! Me lo ha appena detto Patrizia che, in volo con Roberta, ha sentito una conversazione telefonica tra lei e Nicola. Olga e suo padre hanno litigato di brutto e lei è scappata! Alexander è fuggito di corsa e la sta cercando per tutta la città! >> Mi spiega nel dettaglio. Papà. Mio figlio sarà papà ed io sarò nonno! Non posso non essere presente nella sua vita in questo momento.
<< 5 minuti. Sarò lì tra 5 minuti! >> Le assicuro.
 
 
[Roberta]
Durante il tragitto dall’aeroporto all’abitazione dei miei genitori non ho fatto che controllare il cellulare e provare a inviare messaggi e chiamate a mia sorella. I miei genitori, Cèsar, Alex e Marcella mi hanno tenuta costantemente aggiornata anche tutti i messaggi ricevuti contenevano testi tipo “nessuna novità” e “non si trova”. Ma dove si sarà cacciata?
<< Vedrai che andrà tutto bene. >> Interviene il mio amore, accarezzandomi il capo poco prima che il taxista accosti all’indirizzo dei miei.
<< Il resto mancia! >> Esclama Lorenzo, allungandogli una banconota. Non abbiamo il tempo necessario affinché il taxista conti le monetine! Afferriamo al volo i nostri bagagli. I miei genitori ci vengono incontro e ci abbracciamo sul vialetto.
<< Ciao mamma, ciao papà! >> Li saluto, beandomi di questo abbraccio della mia mamma. Per poco non mi metto a piangere! Non mi ero resa conto che mi mancassero tanto, presa com’ero dalle vicende lavorative e sentimentali.
<< Leonora. Nicola. >> Li saluta Lorenzo. Trattengo il fiato.
<< Lorenzo! Non sapevamo che saresti venuto anche tu! >> Osserva mio padre a mo di saluto. I due si scambiamo un vigoroso abbraccio mentre mia madre e il mio ragazzo si scambiano uno bacio sulla guancia.
<< E’ bello rivederti figliolo. >> Lo saluta.
<< Volevo prendermi un po’ di feri e ho pensato di accompagnare Roby. Avete novità? >> Domanda Lorenzo, mentre entriamo in casa. Papà, visibilmente agitato e provato, scuote il capo. Ha gli occhi rossi!
<< E se avesse fatto qualche pazzia? >> Ipotizza mia madre con la voce rotta dal pianto. L’abbraccio e mi impongo di non piangere! Hanno bisogno di un appiglio, devo essere forte.
<< Non dire così! Olga non commetterebbe mai una pazzia simile! >> Esclamo.
<< Roberta ha ragione. Si è spaventata per questa notizia della gravidanza ed è crollata sotto i vostri rimproveri… Si sfogherà e tornerà a casa, se non dovessimo trovarla prima! Io esco subito e aiuto Cèsar e Alexander nella ricerca. >> Si offre il mio ragazzo.
<< Vengo con te. >> Decido.
<< Prendete l’auto di Olga, è in garage! >> Suggerisce mio padre. Dedico ad entrambi un occhiata di partecipazione prima di uscire di casa accompagnata dall’uomo che amo.
 
 
[Leon]
<< E Diego ha qualche idea su chi possa essere questo loro conoscente? >> Domando a mia cugina, alla fine del suo racconto. Perché per me è ancora la mia cuginetta, indipendentemente dal sangue che scorre nelle nostre vene.
<< No, la sua famiglia ha moltissime conoscenze. Ci faremo mandare i contratti di lavoro che ha sottoscritto in quell’anno, da un investigatore privato. Leon, ho paura di scoprire che questo tale non vuole a che fare con me! >> Mi spiega. Certo, la descrizione fatta da Ingrid non è confortante.
<< Magari invece si rammaricherà di non esserci stato durante tutte le fasi cruciali della tua vita, ti amerà e odierà tua madre per avergli impedito di fare da padre a sua figlia. Vuoi che passo da voi stasera? >> Domando.
<< Preferirei stare un po’ da sola con Diego! Ma possiamo vederci domani a pranzo. Organizziamo con Silvia e Francesco? >> Propone.
<< Certamente. Facciamo a casa mia a mezzogiorno? >> Propongo.
<< Certo. A domani! >> Mi saluta.
<< A domani cuginetta. >> La saluto, chiudendo la comunicazione e riponendo il mio cellulare nella tasca interna della giacca. La mia attenzione viene attirata da una ragazza che esce da una profumeria: è Grace Doinel.
<< EHY, BELLEZZA! VIENI A FARTELO UN GIRO? >> Grida un balordo, con tanto di fischio. Che maniaco!
<< No, ti ringrazio, vado di fretta! >> Risponde lei intimorita, procedendo per la sua strada. Il ragazzo di prima sposta il fondoschiena dalla sua moto e la segue, seguito da un amico. Seguo tutta la scena.
<< Ehy, qui qualcuno se la tira un po’ troppo, non ti pare? >> Domanda all’amico, prima di trattenere Grace prendendola per un braccio. Ma non si vergnano? Avranno la mia età e Grace è una ragazzina! Intervengo avvicinandomi con passo svelto mentre osservo che Grace cerca di divincolarsi ma lui stringe la presa sul suo polso. M’intrometto strattonando il tipo.
<< Lasciala andare! >> Gli ordino.
<< E tu chi cazzo sei? >> Mi domanda con un ghigno in viso.
<< Uno che è pratico in materia di legge e che, se dovesse sorprenderti nuovamente a molestare ragazzine, ti farebbe passare un brutto quarto d’ora! Torna da dove sei venuto! >> Esclamo.
<< Sei il suo ragazzo? Non sei anche tu un po’ troppo vecchio per andare con le ragazzine? >> Mi domanda ridacchiando.
<< Io le rispetto le donne, di qualunque età! Non sono un verme come te. Vattene! >> Ribadisco.
<< Andiamo amico, cosa te ne fai di una come quella con la puzza sotto al naso? >> Domanda l’amico del maniaco al maniaco.
<< Ne trovo cento come tre, troietta! >> Interviene il maniaco prima di montare in sella alla sua moto. Che gli venisse un colpo! Osservo Grace la quale si massaggia il polso.
<< Grace, tutto bene? >> Le domando. Lei annuisce.
<< Grazie per essere intervenuto. >> Mi ringrazia.
<< Non potevo restare a guardare. Ti riaccompagno in albergo? >> Le domando.
<< Non alloggio in albergo. Mio padre ha una attico qui a Bogotà. >> Spiega.
<< Bhe, ti accompagno dove vuoi. Per fortuna passavo di qui! >> Osservo. O quel tipo non avrebbe desistito dal suo intento!
<< Una vera fortuna ma hai corso un rischio… Quei tipi avrebbero potuto metterti le mani addosso! >> Osserva.
<< Sono avvocato e ti posso assicurare che ne avrebbero avuto di perso loro! Io mi sarei ripreso in pochi giorni. >> Rispondo.
<< Non so come sdebitarmi. >> Interviene.
<< Non serve. Non  l’ho fatto per avere un tornaconto ma perché era la cosa giusta da fare! >> Esclamo mentre apro la portiera del posto del passeggero a Grace. Io occupo il posto di guida.
<< Mi dai l’indirizzo? >> Le domando.
 
 
[Marcella]
<< Mario, sei ancora lì? >> Gli chiedo, sentendo un improvviso silenzio di tomba.
<< Sì! Sto solo pensando a quanti step sono saltati. Fino a poche settimane fa non avevo figli e adesso mi ritrovo con figli e nipoti! >> Osserva shoccato. Non trattengo un sorriso silenzioso di fronte al suo commento.
<< E’ la punizione dell’universo per un uomo che non voleva né una cosa né l’altra! >> Osservo. Anche se avere dei figli e dei nipoti dovrebbe essere tutto fuorché una punizione!
<< E’ vero, non ne volevo ma non significa che li consideri una punizione. Marcella vengo subito lì da te, va bene? >> Propone.
<< Meglio se ti metti anche tu sulle tracce di Olga. Prova a fare un giro in macchina, prova a vedere se riesci ad avvistare il minivan di Nicola. Ti invio la targa. >> Propongo. Non voglio che lui e Russell s’incontrino nuovamente qui e che nasca un’altra ridicola discussione, come quella di qualche giorno fa!
<< Va bene. Ti faccio sapere se la vedo! >> Mi assicura.
<< Perfetto. A dopo! >> Lo saluto, ponendo fine alla conversazione, proprio quando vedo Brigida andare verso la porta.
<< Salve signor Russell. >> Lo saluta la nostra domestica.
<< Salve Brigida. Marcella! >> Mi saluta. E’ più forte di me: ho bisogno di un abbraccio dell’uomo che ancora amo, nolente o dolente, perciò gli allaccio le braccia al collo.
<< Il primo nipotino e la donna che lo porta in grembo non solo non lo vuole ma è anche scappata per andare chissà dove! E’ un’incosciente! >> Mi sfogo. Mi dispiace pensare queste cose di lei, ma quella creatura ha un padre per cui non ha il diritto di decidere di quella vita da sola!
<< Non dire così. E’ una ragazzina! E poi sono io quello inflessibile che spara sempre giudizi, mi rubi le battute? >> Mi domanda, strappandomi una risata fra le lacrime. Mi stacco da lui e mi asciugo le lacrime con le maniche del maglioncino.
<< Ti ho macchiato la camicia di mascara e fondotinta. Scusa! >> Esclamo.
<< Non me ne importa niente. Mi manchi… >> Mi rivela. I suoi occhi brillano.
<< Scusate signori! E’ arrivato il taxi che trasporta il signor Daniele, la signora Patrizia e il signorino Michael. >> Ci interrompe Brigida. Se non ci fosse stata lei!
<< Apra il cancello e li faccia accomodare! >> Do ordini. Ci avviamo all’ingresso per accogliergli.
<< Patrizia, Daniele, Michael. >> Li saluto, con un guancia a guancia.
<< Fratellino! Ciao cognatina, ciao nipotino! >> Li saluta pimpante mia sorella, scendendo la gradinata come una star la notte degli Oscar. Neanche nei momenti drammatici perde la sua vitalità!
<< Marcella, Bea. Ciao Russell. >> Saluta Patty, mio marito con moderato entusiasmo.
<< Ciao zie, ciao Russell. >> Saluta Michael.
<< Ciao Patrizia, ciao Michael. Piacere di conoscerti Daniele. >> Si presentano i due. Mio fratello afferra e stringe con vigore la mano di mio marito.
<< Piacere! >> Risponde mio fratello, con moderato entusiasmo!
<< Si hanno novità? >> Mi domanda mia cognata, una volta terminate le presentazioni e i saluti. Scuoto il capo.
<< Propongo di separarci e di cercarla anche noi. Marcella e Patrizia, Bea e Michael, io e te, Russell. >> Propone Daniele. Mi lancia un’occhiata e mi viene l’idea che abbia combinato le coppie apposta così, per non farmi restare da sola con mio marito. Spero solo che Daniele non si metta a fare la filippica a Russell. Non proprio lui!
 
 
[Russell]
Guardo si sottecchi il viso di questo cognato che non conosco minimamente. Il suo aspetto e la sua mimica facciale combaciano con ciò che Marce mi ha sempre detto di lui: è un uomo duro e freddo.
<< Hai notato l’auto di Nicola o hai visto Olga? >> Gli domando, per rompere il silenzio.
<< No. >> Risponde secco.
<< Perché hai voluto venire con me e non hai condotto al ricerca con tua moglie? >> Domando, curioso di conoscere cos’ha da dire.
<< Perché volevo parlare con te da uomo a uomo. Marcella mi ha detto della tua relazione. >> Confessa.
<< Ti posso giurare sulla tomba di mia madre che sono pentito e che amo tua sorella! E’ stata una cazzata colossale! >> Esclamo, pregando che non decida di strozzarmi! Mi fa sperare il contrario solo il fatto che sto guidando io e che se lo facesse si schianterebbe anche lui.
<< Immagino perché sono le tesse cose che ho provato io. Anche se ci ho messo 25 anni ad ammettere quel tradimento! >> Esclama. Comprensione? E’ questo che mi sta offrendo?
<< Patrizia ce ne ha parlato. >> Confesso.
<< Lo so, dopo tutto è volata qui per scappare da me quando lo ha saputo! >> Ricorda.
<< Anche io lo avrei tenuto nascosto e probabilmente quella relazione sarebbe proseguita se Patrizia non mi avesse smascherato… >> Osservo con sincerità.
<< A Patrizia le si può rimproverare che è ignorante ma non che non sia sveglia su certe cose. Prova ad essere sposato con lei! >> Esclama, strappandomi un mezzo sorriso.
<< Ti posso chiedere perché lo hai fatto? >> Mi domanda.
<< Sesso. Solo per questo! Non che tua sorella non mi soddisfacesse più… >>
<< Eviterei di addentrarci in certi argomenti, grazie! >> M’interrompe.
<< Ma quando ho conosciuto Kelly mi sono sentito attratto da lei. Ogni volta che facevamo l’amore ne volevo ancora… Nonostante pensassi a Marcella durante l’atto! >> Spiego. Mentre ne parlo capisco perché non riesce a perdonarmi!
<< Non le stare addosso e dalle tempo per perdonarti. >> Consiglia.
<< Semmai vorrà perdonarmi. Perché dovrebbe? >> Mi auto commisero.
<< Tu perché hai tradito tua moglie? >> Chiedo.
<< Per vendicarmi del suo tradimento con Nicola Mora. Inoltre avevo appena scoperto che aspettava mio figlio Giulio il che mi ha travolto come una valanga perché non mi aspettavo di diventare ancora padre e non volevo, mi sentivo soffocare e con Ingrid passavo delle ore si spensieratezza. >> Racconta. I suoi motivi sono più forti dei miei, indubbiamente. Io non avevo un motivo valido per tradire mia moglie!
<< E come finì? >> Chiedo.
<< Ingrid da un giorno all’altro diede le dimissioni e fui costretto a tornare alla realtà. Ci ho messo alcuni giorni ad accettarlo! >> Confessa.
<< Vuoi dire che ti eri legato a lei? >> Chiedo. Esita.
<< Non ne parlerei mai con Marcella mettendo ancora a rischio il tuo matrimonio. >> Lo assicuro.
<< No, non mi ero innamorato della mia amante, io ho sempre e solo amato Patrizia negli ultimi ventotto anni. Ma non era un periodo facile e Patrizia non era facile da gestire! Era passato poco tempo da quando aveva dato alla luce e in seguito abbandonato Roberta per compiacere me, i rapporti tra di noi erano ancora tesi, ogni cazzata per lei era un buon motivo per litigare…. Ingrid era la mia valvola di sfogo! >> Racconta.
<< E da un giorno all’altro ha rassegnato le dimissioni? >> Chiedo coinvolto dalla sua storia.
<< Sì. Un giorno Patrizia era uscita per fare dello shopping per Giulio così ho tentato l’approccio con Ingrid, come sempre, eravamo in cucina ricordo. Ma lei quella mattina mi ha allontanato e ha detto “signor Daniele io mi licenzio”. E non l’ho più vista! >> Racconta.
<< E tua moglie non si è insospettita e non l’ha cercata per chiederle spiegazioni? Dopo tutto era la sua domestica e da quello che mi ha detto Marcella faceva da tata a David. >> Chiedo.
<< Sì, Patrizia la cercò al cellulare ma il numero che ci aveva dato risultava disattivato. Si volatilizzò! >> Spiega. Bella strana come storia!
<< Abbiamo girato questa zona in lungo e in largo. Non c’è! >> Osserva Daniele cambiando discorso. Effettuo un’inversione a U cambiando direazione.
<< Ciò che ci siamo detti resterà tra noi. >> Preciso.
<< Ovviamente. >> Risponde, con il tono di voce che fa sembrare questa parola una minaccia!
 
 
[Patrizia]
<< … Quella ragazza mi detesterà per sempre! >> Osservo, finendo il mio racconto sullo scontro che ho avuto in aereo con mia figlia Roberta, prima che cambiasse di posto.
<< Cosa pretendi Patrizia? L’hai rinnegata in favore del benessere economico! >> Mi rammenta mia cognata.
<< Grazie Marce, è sempre rincuorante parlare con te! >> Esclamo.
<< Patrizia, ho già abbastanza problemi per conto mio di cui occuparmi! E poi sinceramente non vedo molte via d’uscita. L’unica sarebbe una macchina del tempo e, pur essendo Daniele un uomo ricco e influente, dubito che riuscirebbe a procurarsene una! >> Ironizza mia cognata.
<< Vedrai che troveremo quella ragazza! >> Intervengo cercando di calmarla. E’ per la preoccupazione che l’attanaglia che non vuole sentire le mie lagne.
<< Non sono nervosa solo per quello. Mi domando perché Daniele abbia voluto uscire con Russell! >> Esclama.
<< Non lo so Marce. Sicuramente non per rimproverarlo… Farebbe solo la figura dell’imbecille! >> Rifletto. Una lezione di fedeltà coniugale tenuta da Daniele Valencia. Una vera barzelletta!
 
 
[Grace]
Un gentleman. E’ questa la parola più indicata per descrivere Leon! Ho fissato la città al di là del finestrino per tutto il tragitto, senza proferire parola. Penserà che io sia una sciocca! Sarà abituato a frequentare donne adulte e disinibite mentre io non sono né una cosa né l’altra… Non sono neanche in grado di respingere un ragazzo! Dopo la situazione di oggi mi vedrà sempre di più come una ragazzina, e il divario d’età tra di noi per lui sarà più netto. Ma, ripensandoci, solo io penso e ripenso a questa storia dell’età… A lui cosa gliene può fregare? Mica gli piaccio!
Apro la portiera dell’auto da sola quando accosta sotto al palazzo. Camminiamo uno accanto all’altra fino all’ascensore. Premo il pulsante e restiamo in attesa.
<< Non è necessario che mi accompagni fino alla porta! >> Gli faccio notare. Pensa davvero che abbia 14 anni… 22! Ne ho 22!
<< Mi fa piacere! >> Esclama, mentre entriamo nell’ascensore. Lo guardo si sottecchi e lui se ne accorge. Avvampo.
<< Vuoi chiedermi qualcosa? >> Mi domanda. Che figura!
<< Mi domandavo, se eserciti significa che hai quanti anni? Sembri così giovane! >> Intervengo, rigirando la domanda come un frittata. Così ad occhio ho capito subito che è più vecchio di me… Quanti saranno? 7 anni?
<< Ne ho 32. >> Mi rivela. 10. Sono 10 anni!
<< Sembri più giovane! >> Osservo in imbarazzo.
<< Grazie. Tu vai all’università? >> Mi domanda, dimostrando un improvviso interesse per me che mi fa arrossire. Annuisco.
<< Studio scienze motorie. >> Racconto.
<< Ti piace lo sport quindi! >> Osserva.
<< Molto. A Cartagena alleno una squadra femminile di basket in carrozzina, è un volotariato. >> Spiego. Le mie ragazze sono il mio orgoglio! Sorride.
<< Un punto in comune! >> Osserva. Avvampo.
<< La passione per il volontariato. Io sono in prima linea per aiutare i senzatetto. >> Racconta. No, la parola giusta per descriverlo è “perfetto” non “gentleman”! Quando giungiamo di fronte alla porta dell’attico infilo la chiave nella toppa della serratura e non possiamo non venire travolti dalle grida di quella pescivendola di Alma.
<< E COSA DOVREI FARE?! SOPPORTARE CHE TU NON VUOI LASCIARE BOGOTA’ PERCHE’ HAI RIVISTO LA TUA EX?! >> Strilla Alma.
<< Ho scelto il momento sbagliato per salutare tuo padre! >> Ironizza Leon.
<< Mi dispiace. E’ sempre così! >> Osservo. Ne ho abbastanza di lei! Non vedo l’ora che se ne vada!
<< QUANTE VOLTE TE LO DEVO DIRE CHE NON VOGLIO RESTARE QUI PER BETTY? VOGLIO OCCUPARMI ANCHE DEL RISTORANTE DI BOGOTA’! >> Risponde mio padre.
<< ED E’ PER QUESTO CHE TI HO SORPRESO A LEGGERE UNA SUA VECCHIA LETTERA CON LE LACRIME AGLI OCCHI QUANDO SONO ENTRATA QUI?! >> Lo accusa Alma. Quanto importante è stata questa Betty per lui? Più di mamma?
 
<< Mamma, cosa leggi? >> Le chiesi, entrando nello studio di mio padre. Nascose quel foglio sotto una rivista cercando di nascondere gli occhi lucidi.
<< Niente, tesoro mio! Cosa volevi? >> Mi domandò.
<< Volevo chiederti il permesso di andare a una festa! >> Risposi.
<< Dove e con chi? >> Chiese, volendo sapere le solite cose.
<< Da Sarah con quelli della classe. E’ una festa a sorpresa per una nostra amica, sarò a casa a mezzanotte. >> Spiegai.
<< Va bene! Ti aiuto a scegliere vestito, scarpe e acconciatura? >> Domandò, alzandosi dalla poltrona per accompagnarmi nella mia stanza. Con il senno di poi vorrei non essermi intrufolata nello studio di papà la notte stessa alla ricerca di quella lettera… Vorrei tanto non aver mai letto quella lettera indirizzata a questa Betty e mai inviata. Alma non mi piace perché è una parassita succhia soldi e davanti a lei non ammetterei mai che ha ragione ma le sue sensazioni sono esatte: papà non ha mai dimenticato quella donna e mi domando se l’abbia amata più di mamma!
 
<< Grace tutto bene? >> Mi domanda Leon, notando che una lacrima infime è sfuggita al mio controllo.
<< Sì! >> Esclamo mentendo.
<< Senti, se non sbaglio dietro l’angolo c’è una gelateria! Ti va se ti accompagno a prendere un gelato? >> Propone. Annuisco. Non posso restare e ascoltare questa discussione che richiama alla memoria ricordi dolorosi e sensi di colpa!
 
 
[Silvia]
<< Ho tutte le gambe doloranti! >> Mi lamento. Non sono abituata a fare tanto sport!
<< Ti ci abituerai! >> Esclama il mio ragazzo, sedendosi sul divano. Mi passa una bottiglietta di acqua e ne bevo un sorso.
<< Vale a dire che dovrò ripetere l’esperienza di questa pedalata infinita che neanche il tuor del France? >> Chiedo.
<< Esagerata! Nel caso non lo avessi notato ammirando il mio colpo scolpito quando ti sei intrufolata in casa mia, amo lo sport! Di ogni tipo! >> Esclama, sollevando un sopracciglio. Sorrido e bevo per cercare di mascherarlo.
<< Sì, sì, cerca sempre di nascondere che sorridi davanti alle mi battutine maliziose! >> Afferma lascivo prima di baciarmi il collo con spudoratezza. E’ di nuovo il mio cellulare a squillare, lo afferro.
<< Lascialo squillare… >> Mi prega, passando dal mio collo alle mie labbra.
<< E’ Isabella, devo risponderle! Aspettavo la sua telefonata! >> Gli spiego. Sbuffa separandosi da me. Avvampo quando mi cade l’occhio sulla protuberanza nei suoi pantaloncini! Cerco di darmi un tono quando rispondo alla mia amica.
<< Tesoro! Novità? >> Chiedo.
<< Ciao! Domani per pranzo sei libera? Io, te, Diego, Francesco e Leon… ti va? >> M’invita. Lancio lo sguardo a Giulio. Sarà al settimo cielo quando gli dirò che vado a pranzo con mio finto fidanzato!
<< Va bene! >> Accetto.
<< A mezzo giorno a casa di Leon! >> Mi riferisce. Grandioso! Come glielo dico?
<< Ok. E’ per parlare di ciò che penso? >> Chiedo.
<< Sì. Ho visto mia madre! Ha detto che la famiglia Mendoza consce bene il mio padre biologico e che è un padre e un marito di merda! Bella notizia vero? >> Domanda con voce provata.
<< Tesoro, mi dispiace! >> Asserisco. Poteva avere la possibilità di avere un vero padre invece passerà dalla padella alla brace!
<< Daniele Andrade ci invierà i nomi dei datori di lavoro di mia madre in quell’anno. >> Spiega.
<< Bene. Ti sono vicina e ti voglio bene! >> La saluto.
<< Grazie Silvia. Tu come stai? >> Mi domanda. Alla grande, carne greva a parte!
<< Ne parliamo domani, ok? Baci! >> Propongo prima di salutarla.
<< Ciao, ti saluta anche Diego. Mando subito un messaggio a Francesco per dirgli del pranzo. Non risponde al telefono! >> Mi riferisce.
<< Credo non sia a casa sai? Io sono da Giulio e non sono ancora passata dal mio appartamento, ma così ad occhio sembrava tutto tranquillo e la sua auto non c’era di sotto. Ricambia. A domani! >> La saluto ponendo fine alla conversazione.
<< Come mai tanto mistero sulla vostra conversazione? >> Mi domanda il mio Giulio.
<< Sono cose private che riguardano la famiglia di Isabella, non ho l’autorizzazione a parlarne, niente di personale contro di te! >> Spiego.
<< Capito. Dov’eravamo? >> Domanda languido cercando di riappropriarsi del mio collo quando mi alzo.
<< Eravamo che adesso vado a casa mia a farmi la doccia da sola e ci vediamo dopo! >> Esclamo. Lui sbuffa.
<< Duarte, così mi farai morire! >> Esclama. Sorrido e schiocco un bacio nella sua direzione prima di abbandonare il suo appartamento. Anche perché fare l’amore, per la prima volta poi con un ragazzo, sudata e sporca non è la mia massima aspirazione!
 
 
 [Class]
Quindi Silvia non è la sua ragazza ma questo non abbatte l’ipotesi che non ne abbia una.
<< Gira sul ponte e quando arrivi a metà fermati! >> Gli indico. Per tutto il tragitto di mezz’ora non abbiamo parlato, gli ho solo dato indicazioni su dove andare.
<< In mezzo a un cavalcavia? Hai un appuntamento qui? >> Mi domanda dubbioso.
<< Sì. E’ il posto perfetto per fare certe cose! >> Rispondo. Arrivati a metà del ponte notiamo una piccola folla e Francesco accosta. Scendiamo a ci avviciniamo.
<< E’ ciò che penso? Cioè tu ti butterai da qui?! >> Mi domanda sbigottito.
<< Sì! E’ liberatorio, dovresti provare! >> Gli consiglio.
<< No, grazie! Non ho tutto questo coraggio. >> Risponde. Ci mischiamo nella folla di curiosi per assistere al lancio di un altro tizio.
<< Francesco! >> Esclama una voce femminile.
<< Aida! >> Esclama lui quando la riconosce. I due si abbracciano con passione prima che lei gli di un bacio a stampo. E’ lei la sua ragazza?
<< Non dirmi che ti stai lanciando! >> Esclama la ragazza  mo di battuta. Lo conoscerà bene se lo sta prendendo in giro.
<< Sei matta?! Sono ancora un fifone! Ho accompagnato Class Huber! >> Spiega Francesco. Aida gli lancia uno sguardo accompagnato da un sorrisetto. Cosa significa?
<< E’ figlio di Camilla Mendoza, uno degli azionisti della ditta per cui lavoro. La sua moto non partiva e gli ho dato un passaggio. Sarà lui a lanciarsi! >> Spiega. Perché tutte queste spiegazioni?
<< Aida Ferreira, Francesco ed io eravamo… >> Si presenta, lasciamo la frase in sospeso. I due si scambiano uno sguardo.
<< Vicini di casa! >> Esclama Francesco, concludendo la frase. Vicini di casa… come no!
<< Piacere, Class Huber. Vado a prepararmi per il lancio! >> Avviso, sgomitando per avvicinarmi agli addetti alle imbragature. Mentre mi presento e inizio a prepararmi per il lancio li osservo con la coda dell’occhio ridere e parlare con gusto. Che sia una sua ex a cui è ancora legato?
 
 
[Alex]
<< MERDA, MERDA, MERDA! >> Sbotto, prendendo a calci la ruota anteriore sinistra della mia auto sportiva, una volta essermi fermato in un parcheggio a spina di pesce lungo la scogliera. Mi siedo su una panchina e raccolgo la testa tra le mani.
<< Ma dove ti sei cacciata? >> Mi domando a voce alta lasciando libero sfogo alle lacrime. Se non l’avessi piantata magari mi avrebbe detto di essere incinta e tutto questo non sarebbe successo! Estraggo il mio cellulare e tutto ciò che trovo sono una sfilza di messaggi da parte di tutti coloro che sono impegnati nella ricerca: nessuno di loro ha delle novità! Entro nella conversazione con Olga dove sono raccolti tutti i messaggini d’amore che ci siamo scambiati in questo mese. Sorrido rileggendo di nuovo quelle parole! Lei mi rendeva felice! Trasalgo quando tre moto sfrecciano a tutta birra in questa strada deserta. Non ero mai stato in questa parte della città, penso, guardandomi attorno. Dei ricordi mi tornano alla mente quando dall’altra parte della strada noto ciò che resta di quello che un tempo era un chiosco, probabilmente di gelati!
<< Un momento… Io quel chiosco l’ho già visto! >> Penso a voce alta. Comincio a scorrere velocemente la conversazione su whastapp con Olga. Sono sicuro che quel chiosco faccia da sfondo in un selfie che io e lei ci siamo fatti! Mi ci vuole qualche istante prima di ripercorrere tutta la chat e trovare quella foto. Sollevo il cellulare osservando la foto e il chiosco. Sì, il luogo è questo! Ma la cosa importante è la didascalia che dice “Questo sarà il nostro posto… <3 <3 <3 La spiaggetta isolata in cui abbiamo fatto l’amore al tramonto…”.
<< Una spiaggia isolata… Qui?! Ma qui ci sono solo scogli! >> Penso a voce alta. Scavalco il parapetto e inizio a camminare sul terreno scosceso. Cammino per 5 minuti evitando di finire di sotto spappolato sulle rocce prima di incontrare una specie di scaletta rudimentale scavata nella roccia. Riesco a scendere senza rompermi l’osso del collo e accendo la torcia del cellulare puntandola attorno a me.
<< Porca puttana! >> Esclamo, quando noto Olga che dorme, accovacciata come un feto e coperta con solo il suo golfino. Accovacciata come il pulcino che cresce dentro di lei! E’ bellissima. Le accarezzo il capo mentre la scrollo leggermente.
<< Olga? >> La chiamo per svegliarla. Quando apre gli occhi sbatte più volte le palpebre.
<< Alex? >> Domanda, mettendosi seduta. Si stropiccia gli occhi.
<< Sì, sono io! >> Esclamo sorridendo prima di abbracciarla.
<< Ti ho cercata in lungo e in largo! Credevo di impazzire! >> Esclamo. Probabilmente questo mio gesto la rende confusa perciò ci mette qualche istante a ricambiare l’abbraccio.
<< Come hai fatto ad arrivare qui? Tu ti ricordi di questo posto? >> Mi domanda.
<< Vagamente! E’ una coincidenza assurda… Io ti stavo cercando quando ho parcheggiato poco più in là per pensare! Poi alzo gli occhi e noto il chiosco abbandonato e mi sono ricordato di averlo visto in una nostra foto. Nella didascalia c’era scritto che abbiamo fatto l’amore qui, al tramonto! >> Le spiego. Lei abbozza un sorriso e abbassa lo sguardo. Magari nostro figlio è stato concepito proprio qui? Abbasso lo sguardo osservando il suo ventre. Allungo la mano appoggiandola sul suo addome e Olga incrocia il mio sguardo: il mio gesto la lascia di stucco. A rompere questo silenzio è solo il fragore delle onde! I suoi occhi si riempiono di lacrime e abbassa di nuovo lo sguardo.
<< C-come l’hai scoperto? >> Mi domanda balbettando.
<< Tuo padre ha telefonato a tua sorella,mentre era in volo seduta accanto a mia zia Patrizia. Da li la notizia si è diffusa per passaparola! Sono tutti fuori a cercarti, sono tutti preoccupati! >> Le spiego.
<< Tutti meno che mio padre! >> Esclama. Scuoto il capo.
<< Tuo fratello lo ha sentito un’ora fa. E’ disperato e sarebbe stato pronto a mettere fine alla sua vita se vi fosse successo qualcosa. S’incolpa della tua fuga e non vede l’ora di riabbracciarti! >> Le assicuro. Mi allaccia le braccia al collo cercando il mio conforto e piangendo più forte.
<< Mi dispiace… Sarà inferocito con me… >> Singhiozza. Le accarezzo entrambe le guance e la guardo dritto negli occhi.
<< Non fare così, dai. Nicola spera solo che tu stia bene e non vede l’ora di riabbracciarti! >> Ribadisco. Olga tira su con il naso e le bacio la fronte.
<< Non ho visto l’auto di tuo padre. >> Noto.
<< L’ho parcheggiata un chilometro più avanti e ho passeggiato e ritroso, arrivando fin qui. >> Spiega. Se avessi proseguito l’avrei comunque trovata invece è stato il caso a portarmi da lei, rifletto.
<< Si sta alzando la tramontana ed è tardi. Andiamo a casa? La tua famiglia ti aspetta. >> Propongo. Lei annuisce. Mi alzo e le tendo la mano per aiutarla a mettersi in piedi.
<< Aspetta. >> Intervengo. Mi tolgo la felpa e gliela metto sulle spalle.
<< Grazie. >> Interviene timidamente con gli occhi che le brillano.
 
 
[Nicola]
Siedo sul divano di casa mia con le mani tra i capelli. Tutto questo casino è solo colpa mia! Si sta facendo buio e mie figlia si trova chissà dove, da sola, disperata e incinta di mio nipote! Quando tiro su con il naso mia moglie mi passa un kleenex.
<< Grazie. >> Affermo, prima di afferrarlo per soffiarmi il naso. Fisso il telefono in attesa di notizie!
<< Non so per quanto ancora riuscirò a starmene qui senza fare nulla! >> Esclamo. Mi alzo e inizio a vagare per la stanza.
<< Dobbiamo stare a casa nel caso in cui Olga torni qui. Ci sono Alex, Marcella, Russell, Roby, Cèsar, Lorenzo, Patrizia, Michael e Daniele fuori a cercarla! >> Mi fa notare.
<< Tu stessa mi hai detto che vuole abortire, che non vuole questo bambino! E se decidesse di fare una pazzia? >> Immagino. Mia moglie mi abbraccia  e scoppia a piangere.
<< Non pensare neanche per sogno a queste cose! >> Esclama tra gli singhiozzi. L’abbraccio forte. E’ tutta colpa mia! Mia figlia sbaglia a incolpare se stessa per non avermi saputo rendere orgoglioso! E’ tutta mia la colpa per essere stato troppo severo e per aver preteso la luna da lei! Il nostro abbraccio viene interrotto quando ricevo una telefonata. Afferro al volo il telefono.
<< Pronto! >> Esclamo con agitazione, sperando che ci siano notizie di Olga!
<< Armando! Ci sono novità? >> Mi domanda il mio amico.
<< No! Sono tutti usciti a cercarla… i miei figli, tuo figlio, Patrizia, Daniele, Michael, Alexander, Marcella, Russell e Calderon… E’ mai possibile che nessuno di loro l’abbia ancora trovata?! Ma dove può essersi cacciata?! >> Sbotto.
<< Vedrai che la troveranno. Tu non perdere la calma! >> Mi suggerisce il mio amico.
<< Non è per niente facile. Se dovesse essere successo qualcosa a lei o al bambino non me lo perdonerò mai! >> Affermo.
<< Non essere disfattista! Pensa positivo e vedrai che andrà tutto bene. >> Cerca di darmi forza il mio amico.
<< Armando, Alexander sta provando a chiamarmi! Ti richiamo! >> Lo congedo ansioso di rispondere a questa chiamata in linea.
<< Tienici aggiornati! >> Mi prega, ponendo fine alla conversazione. Con le dita che tremato pongo fine alla telefonata con Armando per accettare quella con Alexander.
<< Alex! Novità? >> Esordisco con il cuore fuori dal petto.
<< Papà! >> Balbetta una vocina incrinata. Trattengo il fiato mentre una spada mi trafigge il petto. Mi siedo sul divano e mi porto una mano alla fronte mentre inizio a piangere. Non ci sono parole per descrivere questa sensazione di sollievo.
<< Figliola, torna a casa ti prego! >> La supplico piangendo. Mia moglie mi strappa il telefono dalle mani. Ha gli occhi gonfi dal pianto.
<< Tesoro mio come stai?... Dove sei stata?... Lo so che ti dispiace amore!... Ora torna a casa, ne parleremo poi!... Siamo tutti preoccupatissimi!... Ti aspettiamo! >> La sento dire. Ci abbracciamo dando libero sfogo alle lacrime quando pone fine alla telefonata. Non so per quanto tempo restiamo così: abbracciati a piangere, senza pronunciare neanche una parola!
<< Mi dispiace amore mio… Mi dispiace se non sono stato il padre irreprensibile che tu speravi per i nostri figli… >> Intervengo in un sussurro. Mia moglie mi accarezza entrambe le guance.
<< Non dire sciocchezze! Tanti altri padri avrebbero reagito come te e tante altre adolescenti avrebbero reagito come lei. Nessuno è esente da errori! Fare il genitore non è un mestiere facile. Quando eravamo di sopra questo pomeriggio e ho scoperto che Olga voleva abortire le ho dato addosso, la colpa è anche mia se si è sentita sola e ha deciso di scappare! Tu sei sempre stato un padre premuroso, ti sei sempre preoccupato e occupato dei nostri figli e questo mi basta! >> Mi rincuora. Azzero la distanza tra le nostre labbra.
<< Leonora, non voglio che Olga abortisca! >> Esclamo. Certo, un figlio a diciotto anni è quanto di più lontano avevo immaginato per lei, ma è il mio primo nipote! Non permetterò che non nasca!
<< Nemmeno io! Ti aiuterò a dissuaderla, e qualcosa mi dice che non saremo da soli in questa battaglia! >> Interviene.
<< Speriamo amore mio! >> Esclamo. Alexander non si sarebbe dannato tanto per cercarla se non fosse stato preoccupato per questo figlio il che mi fa pensare che questa notizia non lo abbia sconvolto in negativo!
 
 
[David]
L’albergo che abbiano scelto si affaccia sul mare ma non ha nulla di sfarzoso. E’ confortevole, semplice… C’è tutto quello di cui avremo bisogno per i prossimi due giorni! Appoggio le mani al parapetto e ammiro il mare al tramonto. Poteva andarmi peggio: Isabella sarebbe potuta essere una cretina qualunque, una di quelle galline che circolano in azienda (cosa che con ogni probabilità sarebbe diventata crescendo con mia madre e con Giulia) invece è intelligente, sensibile, benvoluta, insomma è un angelo! E papà si rivelerà sempre il solito stronzo se non l’accetterà come una Valencia! Sorriso quando la mia donna mi abbraccia da dietro toccandomi il petto. Addosso ha solo una maxicanotta che non lascia molto spazio all’immaginazione! Quasi come quei pezzi di stoffa che definisce “bikini”!
<< Preferirei godere di questo spettacolo solo io e privatamente! Chissà quanti vecchi maniaci alloggiano in questo albergo o giovani arrapati! >> Esclamo, pregando che voglia rientrare prima che dalle camere vicine si affaccino al balcone fischiando come quei maiali che incrociano una donna per la strada!
<< Un po’ come te! >> Ridacchia mordicchiandomi il labbro inferiore.
<< Sarei un vecchio maniaco? >> Domando stando al gioco.
<< Decisamente no! Magari in certi contesti maniaco sì, ma tutt’altro che vecchio! Appartieni senza dubbio alla seconda categoria: quella dei giovani arrapati! >> Esclama. Sorriso e arrossisco prima di rubarle un bacio. I ruoli s’invertono: l’abbraccio da dietro e osserviamo insieme in panorama.
<< Secondo te mia madre come reagirà? >> Mi domando. Anche mia madre ha avuto un figlio fuori dal matrimonio, non avrebbe il diritto di fare a papà scenate drammatiche.
<< Indipendentemente dal fatto che anche tua madre è uscita dal seminato quando lo saprà si arrabbierà come una belva. Era incazzata nera per avere saputo di quella relazione con 25 anni di ritardo figurati quando saprà che da quella relazione è nato un figlio! >> Osserva la mia piccola. Altro che rinnovo delle promesse nuziali! Con il senno di poi rimandare quell’evento è stata una buona idea!
 
 
[Isabella]
Sto mangiando del gelato direttamente dalla vaschetta, davanti alla tv, mentre Diego è in camera a leggere delle mails di lavoro. Questa è fame nervosa! Daniele Andrade doveva inviare quei nominativi diverse ore fa e invece stiamo ancora aspettando! Mi alzo dal divano quando lo vedo arrivare con il notebook in mano. Accende la stampante sulla mensola in salotto, perciò capisco che quella mail da Andrade è arrivata!
<< E’ ciò che penso? >> Domando con il cuore in gola. Annuisce sconvolto!
<< Diego cosa dice quella mail? >> Chiedo, visto che la sua aria è tutto tranne che rassicurante!
<< Io non so come dirlo! Tua madre quell’anno ha firmato tre contratti di lavoro. Il primo con Francisco Blanco, i padroni del mobilificio, e so per certo che la mia famiglia non ha rapporti con loro. Il secondo con Jolanda Campos oggi defunta, che all’epoca era già vedova e non ha figli maschi per tanto escluderei che un rappresentante maschile della sua famiglia possa aver cooperato alla tua nascita quando tua madre era alle sue dipendenze… >> Spiega, lasciando la frase in sospeso.
<< E il terzo contratto di lavoro con chi l’ha firmato? >> Chiedo. Per esclusione l’ultimo nome della lista potrebbe essere mio padre!
<< Il terzo contratto con un uomo che conosciamo, il cui profilo corrisponde alle parole di tua madre. Guarda tu stessa… Io sono sconcertato. >> Interviene tendendo il foglio fresco di stampa. Lo afferro con le mani tremanti. Trattengo il fiato e mi porto una mano alla bocca quando leggo il nome di quell’uomo!
 
 
[Roberta]
Abbraccio il mio fidanzato sollevata quando mamma e papà si allontano per andare a preparare del thè. Lorenzo mi ruba un bacio.
<< Potrebbero vederci! >> Protesto, lui sbuffa.
<< Immaginavo che saremmo venuti qua, che gli avremmo dato la notizia e che in seguito saremmo stati liberi di baciarci e fare tante altre cose… >> Interviene, avvicinandosi al mio collo dove sposa dei baci. Ci ricomponiamo quando sentiamo i miei genitori tornare in salotto.
<< Potremmo aggiungere un'altra brandina nella stanza di Cèsar, oppure potrebbe usare il sacco a pelo! >> Interviene mia madre.
<< Stavamo pensando a dove metterti, Lorenzo. Non aspettavamo la sua visita! Abbiamo messo una branda nella camera di Olga dove dormirà Roberta. La camera degli ospiti è occupata da Cèsar, restano il sacco a pelo o il divano! >> Interviene mio padre, accostato alla finestra, ansioso di vedere tornare Olga.
<< Ecco Cèsar. >> Annuncia mio padre. Certo ci stanno mettendo tanto Alex e Olga… Si vede che si stanno chiarendo!
<< Cercherò una stanza in hotel! >> Esclama il mio Lorenzo.
<< Non se ne parla! Abbiamo un comodo divano letto. >> Insiste mia madre.
<< Lorenzo! >> Esclama mio fratello quando entra in casa. I due si salutano con un abbraccio.
<< Non sono ancora arrivati? >> Domanda mio fratello, riferendosi chiaramente a Olga e Alex.
<< Saranno per strada! >> Ipotizzo, quando il cellulare di mio padre squilla.
<< Marcella!... Sì, ho saputo. Stanno per venire qui… Tu e chi?... Marcella, senza offesa, ma vorrei risparmiarmi l’esperienza!... Sai che non sono fan di tuo fratello e tantomeno di sua moglie!... Lo so, la situazione è critica e dovrei mettere da parte certe facezie, almeno per stasera, ma non li reggo!... Il tempo di un caffè e ti avviso che non porterò tanta pazienza, specialmente dopo la giornata avuta!... Ciao, a dopo. >> Lo sento dire.
<< Papà spero che tu non abbia fatto ciò che credo! >> Esclamo. Non può aver invitato quei due squilibrati! Già ho dovuto sopportarli per 3 ore e mezza di volo!
<< Non mi fa piacere, figlia mia! La madre di Alex voleva venire qui a salutare Olga e visto che quei due cretini sono con lei non ho avuto altra scelta. Amore, prepara il medicinale contro l’ulcera! >> Esclama mio padre rivolgendosi a mia madre. Non potevano aspettare a casa di Marcella? Che c’entrano loro in questa storia?
 
 
[Olga]
Sento il peso delle emozioni sulle spalle. Questa ultima settimana è stata una sequela di eventi che mi hanno travolto! L’incidente di Alex, la sua conseguente amnesia, la comparsa di Paige, sentire Alexander che dice di amarla e infine la doccia fredda quando ho capito di essere incinta e la conferma del test… Una lacrima bastarda sfugge al mio controllo e la catturo con il palmo della mano quando ha raggiungo la mia gota.
<< Tutto bene? >> Mi domanda Alexander, alla guida della sua auto sportiva. Annuisco senza proferire parola. Lui si schiarisce la voce e mi volto a guardarlo: trattiene il respiro stringendo il volante con entrambe le mani, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
<< Ti ho mandato un messaggio qualche giorno fa. >> Interviene, interrompendo questo silenzio assordante.
<< Lo so. Mi sembrava inutile risponderti. Tu hai la tua vita con Paige… me lo hai detto molto chiaramente! >> Rispondo, per portare il discorso su quella ragazza e osservare la sua reazione.
<< Ho fatto la scelta sbagliata fidandomi di lei. E’ uscita dalla mia vita, per la seconda volta! E’ per questo che non volevi sapessi… >> Sta per chiedere. Lascia la frase in sospeso  e lancia una rapida occhiata al mio ventre. Lo accarezzo istintivamente.
<< Anche. Diventare mamma alla mia età e crescere un figlio da sola… Non sono pronta per questo. >> Intervengo mentre gli occhi mi si inumidiscono, di nuovo.
<< Un padre ce l’ha questo bambino! Non ho voce in capitolo?! >> Mi domanda offeso dalle mie parole.
<< TU NON TI RICORDI DI ME E DI CONSEGUENZA NON MI AMI! E POI C’ERA QUELLA PAIGE. COS’AVREI DOVUTO PENSARE? APPENA HO SCOPERTO DI ESSERE INCINTA HO VISTO IL MIO FUTURO COME UNA RAGAZZA MADRE! >> Intervengo piangendo. Alex sterza bruscamente per poi fermarsi in un parcheggio. L’auto dietro di noi ci sorpassa suonando il clacson visto che stava per incularci!
<< Calmiamoci! >> Esclama, respirando profondamente. I suoi occhi sono rossi e lucidi.
<< Scusa se ho urlato. >> Intervengo mestamente, sussurrando.
<< Non importa. Posso capire il tuo stato d’animo. Hai ragione, io non ricordo un cazzo di quello che abbiamo vissuto da quando ci conosciamo! Gli unici dettagli di cui sono a conoscenza li conosco grazie a foto e messaggi! Ciò non toglie che io sia il padre di quel bambino e che abbia voce in capitolo. Sono un uomo adulto e mi prenderò le mie responsabilità! >> Mette in chiaro. Annuisco sempre più affranta. Alex sarà nella mia vita, e magari vorrà tornare con me, unicamente per un obbligo!
<< E poi sento qualcosa qui… In verità è qualcosa che ho sentito subito, non appena ti ho vista per la prima volta quando mi sono risvegliato dall’incidente! Sento di volerti bene e di esserti legato e l’ho capito oggi quando mia madre mi ha detto che eri scappata con mio figlio in grembo. >> Confessa toccandosi il petto all’altezza del cuore. Dai miei occhi zampillano lacrime e non so se siano lacrime di gioia per aver sentito queste parole o lacrime dettate dall’angoscia. Sì, provo angoscia perché temo che il suo affetto sia una conseguenza dell’obbligo che sente per me sapendo di questa gravidanza!
<< Alexander, non serve che ti dica che ciò che io sento per te va molto al di là del semplice affetto… Se ciò che hai detto è solo un premio di consolazione… >> Intervengo con voce incrinata.
<< Scendi dall’auto? >> Mi domanda, interrompendo il mio intervento. Scende dalla vettura, mi passa davanti e apre la portiera dal mio lato. Una volta scesa mi stringe tra le sue braccia. Niente impedisce alle lacrime di zampillare furiosamente dai miei occhi! Mi è mancato da morire il suo odore!
<< Nessun premio di consolazione. Ti ho pensata in questi giorni! Ero divorato dai sensi di colpa e non facevo che pensare ai tuoi occhi colmi di lacrime rivivendo l’attimo in cui mi hai voltato la schiena uscendo dalla mia stanza all’ospedale. Non ho fatto che domandarmi se avessi fatto la scelta giusta! E oggi, quando il mio amico mi ha rivelato chi è realmente Paige, ho capito che avevo fatto la cazzata più grande della mia vita ferendo un angelo come te! Ho riletto la nostra chat fino a che non l’ho quasi imparata a memoria e ho passato delle ore a fissare le nostre foto… La cosa che mi è balzata all’occhio era la mia aria serena. In nessuna delle foto che mi ritraggono con le mie ex sfoggiavo un sorriso come quello! No Olga, non mi ricordo cosa abbiamo vissuto né cos’ho provato da quando ti conosco, ma quelle foto provano che sono state tutte sensazioni fantastiche e spero che tu accetterai di colmare le mie lacune! Ti chiedo di perdonarmi, ti chiedo di non porre fine alla vita di nostro figlio prima che nasca promettendoti che ci sarò, per entrambi! Sarò un bravo papà e cercherò di non deluderti più! >> Lo sento dire con il viso premuto contro il suo petto, quel petto dove ho riposato dopo aver fatto l’amore, probabilmente anche la notte che non ricordo, quella prima notte durante la quale abbiamo concepito il nostro bambino! Come ho potuto considerare l’ipotesi di sbarazzarmi di lui? O di lei… Magari sarà una femminuccia!
<< Mi dispiace… Spero potrai perdonarmi quando sarai grande! >> Esclamo, o meglio balbetto, in mezzo alle lacrime.
<< Come dici? >> Mi domanda Alexander.
<< Non dicevo a te, stavo parlando al nano! Un giorno, quando mi chiederà del momento in cui ho scoperto della sua esistenza, dovrò anche spiegargli che non lo volevo, che volevo abortire! >> Spiego. Lo sento ridacchiare.
<< Ma ci sarà il suo papà a prendersi la colpa di tutto! Se non avesse voluto fare l’eroe e avesse aspettato la polizia senza fare Rambo non si sarebbe beccato una bastonata, non avrebbe perso la memoria, non avrebbe lasciato la mamma e lei non avrebbe contemplato l’ipotesi di abortire! >> Interviene parlando di noi in terza persona. Non fa una piega! Abbozzo una specie di sorriso. Alexander accarezza le mie guance asciugando le lacrime che le bagnano mentre contempla i miei lineamenti. I nostri occhi sono incatenati. Credevo che non mi avrebbe guardato così mai più! Il mio cuore galoppa quando si avvicina a me. Sta per baciarmi! Ho il cuore fuori dal petto. Quando la distanza tra le nostre labbra è praticamente millesimale è lo squillo del suo cellulare ad interrompere questo momento.
<< Scusa… >> Interviene, visibilmente imbarazzato. Che stia mentalmente ringraziando chi che sia ad averlo chiamato per averci interrotto impedendogli di baciarmi?
<< Mamma, dimmi… No, non sono arrabbiato, cosa c’è?... Sì, stiamo tornando, abbiamo trovato un ingorgo!... Siete tutti a casa di Nicola?... Ok, veniamo lì. Arriviamo! >> Lo sento dire, mentendo sul motivo del nostro ritardo.
<< Sarà meglio andare. >> Propongo, occupando il sedile del passeggero. Oramai la magia è passata!
 
 
[Diego]
Sono ancora sotto shock. La mia fragolina ha il viso stravolto mentre si siede sul tavolino del salotto, il supporto più vicino a lei. Mi inginocchio davanti a lei.
<< Sono sorpreso quanto te… >> Intervengo, accarezzandole le gambe.
<< Sorpreso non è la parola che userei… Quando mia madre oggi l’ha descritto come il diavolo in persona una piccola parte di me sperava che si sbagliasse… Invece è stata anche troppo indulgente mia madre nella sua descrizione. Il mio vero padre è… Non riesco neanche a dire il suo nome! Un uomo che ha chiesto alla moglie di abbandonare la creatura che aspettava perché era stata concepita con un altro uomo. L’uomo che ha denigrato il fidanzato della figlia, classificandolo in base alla sua situazione economica senza nemmeno scambiarci due chiacchiere! >> Esclama con le lacrime agli occhi. Perché non sa come trattava mia madre in passato solo perché era poco avvenente!
<< Non so che dire! Questo spiegherebbe lo strano comportamento di David… >> Penso a voce alta.
<< Tu credi che lui lo sapesse?! >> Si domanda con sorpresa.
<< Non lo so! Certamente dopo questa notizia mi faccio due domande sullo strano comportamento che ha assunto negli ultimi giorni. >> Osservo.
<< Giulia ed io siamo sorelle… >> Osserva con un ghigno d’ironia mentre piange. In effetti tutto ciò è paradossale. La mia fidanzata è la sorella di colei che è stata la mia amante! Mi ha sentito fare sesso con sua sorella, esiste un mio filmino hard con sua sorella! Può andare peggio di così?
<< La ragazza che voleva le facessi da cameriera, la stessa che mi guarda dall’alto in basso… >> Continua con la sua osservazione. Ora Silvia e Massimiliano, il suo ex, sono i suoi cognati… Che bordello! Mi allaccia le braccia al collo e cerca il mio abbraccio mentre continua a piangere.
<< Immaginavo mio padre come un uomo eccezionale da invidiare e imitare, un po’ come tuo padre… Invece è un uomo senza scrupoli e incapace di portare avanti un matrimonio felice! >> Si sfoga.
<< Amore mio. Guarda il lato positivo, non può mai essere peggio di Juan. Daniele avrà mille difetti e basta poco per fargli perdere le staffe ma non alzerebbe mai le mani su Patrizia o sui suoi figli! Può alzare la voce ed esagerare con le parole ma non si spingerebbe mai oltre un certo limite. E poi lui non ha idea di chi tu sia… Se ne avesse avuto idea non ti avrebbe parlato come ha fatto nelle occasioni in cui ti ha denigrata! >> Le faccio notare. Non sono contento di difendere quel soggetto ma devo cercare di calmare la mia piccola!
<< Questo è vero. Ma se è davvero lui il mio padre biologico questo cambia i miei piani… Non mi posso presentare da lui e dirgli “penso di essere tua figlia”! Mi farebbe a pezzi, per non parlare di sua moglie! >> Osserva. Oddio, a pezzi è esagerato!
<< Diciamo che sarebbe capace di darti della bugiarda, lì per lì. Perciò intendi tenerti questo segreto e questo dubbio? Non vuoi dirlo neanche a David? >> Le domando scostandole la frangia dalla fronte.
<< Ci penserò. Non avrei mai pensato che questa mia ricerca mi avrebbe condotta qui… >> Riflette sconvolta. Figurati io! Mio suocero è niente po po di meno che Daniele Valencia detto il vampiro!
 
 
 
FINE CAPITOLO 59.
 
 
Eccolo consegnato. Spero vi sia piaciuto! Isabella e David sono arrivati alla verità velocemente e più o meno insieme. Chi compirà il primo passo?
I Mora e i Valencia di Miami hanno attraversato un Venerdì impegnativo. Ora cosa accadrà?
Silvia e Giulio vi piacciono come coppietta?
Grace ha parlato di una lettera: cosa ci sarà scritto? Perché si sente in colpa?
Dubito di riuscire ad aggiornare questo mese, ma ci proverò. Alla prossima!
 
 
   
 
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