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Autore: XShade_Shinra    04/05/2017    2 recensioni
[Gundam Iron-Blooded Orphans]
Yamagi era veramente spaventoso. Shino glielo aveva detto come se fosse una liberazione, un peso che portava nel cuore.
[ Shounen-ai - ShinoYama ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'No Pain for the Dead'
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Frightening Eyes
Frightening Eyes
Yamagi era veramente spaventoso. Shino glielo aveva detto come se fosse una liberazione, un peso che portava nel cuore. 
[Shounen-ai - ShinoYama]

- Titolo: Frightening Eyes
- Autore: XShade-Shinra
- Fandom: G-Tekketsu (Mobile Suite Gundam: Iron-Blooded Orphans)
- Personaggi: Norba Shino, Yamagi Gilmerton
- Pairing: ShinoYama
- Genere: Introspettivo, Sentimentale
- Rating: Giallo
- Avvisi: What if
- Timeline: Episodio 45
- Capitoli: One-Shot
- Wordcount: 1048 parole (FdP)
- Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
- Note: Ed ecco anche me in questo meraviglioso fandom in cui stavolta faccio una capatina come scrittrice! Presento una piccola OneShot, sperando possa essere di gradevole lettura per tutte le amanti della ShinoYama (esiste qualcuno che non li shippa?).
La prima parte dello scritto riporta un mio pensiero a proposito della frase di Shino "You sure are frightening" (scusate, l'ho visto sottotitolato in inglese) dell'episodio 45, poi si parte con il "e se...?"
Buona lettura! ^^ E se non lo avete ancora fatto passate anche dalle altre storie nella sezione, perché meritano davvero! *^*



Frightening Eyes


Yamagi era veramente spaventoso. Shino glielo aveva detto come se fosse una liberazione, un peso che portava nel cuore.
Non gli faceva paura perché lo aveva palesemente minacciato sul fatto che non lo avrebbe mai perdonato se fosse morto, ma lo terrorizzava quanto potessero essere enormi e puri i sentimenti che provava per uno come lui. Eppure Shino doveva avergli spezzato il cuore quando era andato al bordello, inoltre non ricordava di aver mai fatto nulla di speciale. Sentiva quasi di non meritare quel cuore a lui votato, sicuro si trattasse di un dono troppo grande.
Aveva paura di quei sentimenti che ogni giorno vedeva crescere, trasformandosi in qualcosa di mai conosciuto prima e che non credeva esistesse, ma, pian piano, quelle emozioni avevano cominciato a sfiorargli il cuore fino ad arrivare a stringerglielo con gentilezza nel pugno, come una fidata mano che glielo sorregga.
Nonostante Shino possedesse il coraggio di combattere da solo contro una flotta intera, non era ancora riuscito a mettere a nudo i propri sentimenti, da poco compresi, con la persona amata benché si fidasse di Yamagi – a lui avrebbe potuto veramente aprire il proprio cuore senza paure.
Dopo aver riso e avergli detto: “Sei veramente spaventoso!”, il suo sguardo si era addolcito e lui si era fatto serio, fissandolo negli occhi – in quelle iridi celesti profonde come galassie che si era impresso a fuoco nella memoria prima di andare da Orga a esporgli la propria idea per l'attacco finale contro Arianrhod.
Fu mentre parlavano, casco contro casco, che prese la sua decisione: quella era la loro ultima battaglia e una volta che tutto fosse finito, magari mentre bevevano insieme, gli avrebbe confidato i propri sentimenti. Non poteva farlo lì, quello era il momento più sbagliato di tutti: Shino era pronto a dare la propria vita per permettere a Yamagi, a tutti, di vincere e scappare; avrebbe fatto di tutto per tornare, ma se quell’unico colpo non fosse andato a segno, non avrebbe mai sopportato l’idea di lasciare Yamagi per sempre dopo averlo illuso.
Orga ed Eugene, nel frattempo, avevano staccato la comunicazione vocale con loro, sicuramente per lasciare il giusto grado di privacy in un momento come quello.
Il pilota posò per l’ennesima volta una mano sul casco del meccanico – come fosse l’ultima carezza prima di una partenza, come faceva spesso Kassapa con Merribit –, ma facendo così, inavvertitamente, azionò il pulsante che ne portò indietro automaticamente la visiera. Entrambi dentro il Ryusei-GO IV, con il portellone chiuso, non avevano problemi di ossigeno, era solo per un fatto di praticità che li avevano tenuti indosso in quel modo.
Yamagi tremò appena. I suoi occhi pieni di ansie e di lacrime stoicamente trattenute fissarono Shiro, cercando una risposta che non arrivò e quindi, semplicemente, fece altrettanto, non lasciando più niente che li separasse dal guardarsi direttamente in volto.
«Shino...», mormorò il meccanico, stringendogli la tuta all’altezza delle spalle, mentre avvicinava appena il viso reclinato un po’ di lato.
Il pilota sentì il fiato di Yamagi, mentre gli sussurrava “Buona fortuna, Shino…”, sfiorargli le labbra a ogni sillaba, poi tutto di colpo divenne freddo quando il meccanico si allontanò, lasciando la presa; Shino sentì come una morsa al collo che non gli permetteva né di parlare né di respirare, come se fosse la falce della morte stessa a premergli contro la carotide. Non riuscì a dire nulla, sentendosi impotente e impaurito, ma non poteva permettere che si allontanasse, non così, non lasciandolo con le labbra che pulsavano di cieco desiderio come mai in vita sua.
Fu veloce quando si mosse: tuffò la mano libera tra i capelli esposti di Yamagi e, aiutato dall’assenza di gravitá, lo riavvicinò facilmente a sé, unendo finalmente le loro labbra che da troppo tempo si stavano cercando senza mai riuscire a incontrarsi.
Yamagi trattenne il fiato e allargò gli occhi, incredulo, ma la sua sorpresa durò ben poco, poiché rispose subito portando una mano al casco di Shino, ben deciso a non farlo scappare da quel bacio che aveva da sempre anelato.
Le loro lingue si sfiorarono vicendevolmente, all’inizio piano, titubanti, poi lasciarono che l’istinto prendesse il sopravvento e svuotarono entrambi la mente, curando i propri patemi con quel dolce e focoso bacio, carico di promesse e frasi mai dette. Solo quando fu veramente impossibile non prendere una boccata d’aria a causa dei polmoni che bruciavano, Shino e Yamagi tornarono a guardarsi negli occhi.
Shino si maledisse.
Se in quel momento Yamagi lo avesse supplicato di non andare o se non avesse voluto lasciare il Ryusei-Go, sarebbe riuscito comunque a imporsi?
Il meccanico prese un profondo respiro e mosse finalmente le labbra, rompendo il silenzio:
«Vai, e non esitare», disse terrificantemente serio.
Il pilota, dapprima stupito, riacquistó il suo solito temperamento scherzoso. «Con un augurio di buona fortuna del genere lo colpirò di sicuro», ghignò ammiccante. Strinse forte a sé Yamagi con il braccio, respirando il buon odore dei suoi capelli biondi.
Nonostante avessero le bocche accanto all’orecchio l’uno dell’altro non ci fu bisogno di dire più nulla. Yamagi strinse le braccia al collo del pilota e stritolò nel pugno le bende che aveva usato per immobilizzargli il braccio sinistro.
Quando dopo pochi secondi si separarono, non c’era più il freddo, ma tutto era caldo e confortevole.
Yamagi si rimise il casco integralmente e abbandonò la cabina di pilotaggio del Ryusei-Go senza perderlo di vista finché il Gundam non raggiunse la Hotarubi, poi si mosse svelto per andare ad aiutare Kassapa.
Voleva solo che Shino, il suo Shino, tornasse. Non gli interessava essere parte dei Re di Marte, voleva solo poter baciare ancora e ancora quelle labbra.
Si sentiva lo stomaco in gola e lavorare non lo aiutava a distrarsi; anche se non era lì fuori con Shino, aveva lasciato dentro Flauros il proprio cuore.
Non poteva sapere cosa stesse succedendo vicino alla flotta nemica, non poteva sentire Akihito e Ride che gridavano a Shino di fare fuoco, e che lui, senza esitazione, aveva usato l’unico colpo del suo Super Galaxy Cannon mentre Orga urlava il suo nome.
E solo dopo l’arma di Julieta lo aveva raggiunto, colpendo il cannone ormai vuoto.

Un’esplosione.

Il rimbombo sordo del rumore nel vuoto della galassia.

E il sorriso di Shino che gli si allargava sul volto.

«Strike!~☆».



Fine
XShade-Shinra



Note
- Doppio "What if": bacio + happy ending, ovvero "come sarebbe dovuta andare".
- Nella mia testa c’è sempre stata la certezza che se Shino e Yamagi nell’episodio 45 ad un certo punto non avessero avuto di mezzo la visiera del casco si sarebbero baciati! <3 Anche perché, come ho controllato, il portellone di Flauros era chiuso quando Yamagi sta fissando il braccio sinistro di Shino con le bende.
- La frase "Il rimbombo sordo del rumore nel vuoto della galassia." può sembrare strana, ma il fatto è che, nonostante Gundam, Star Wars, ecc... ci abbiano abituati in un modo, la realtà è molto meno cinematografica in quanto lo spazio, essendo quasi assimilabile al vuoto, non permette la propagazione dei suoni. Prendetelo come un virtuosismo nerd. XD

- Perdonate l’ultima frase, ma ce lo vedo troppo Shino che urla “Strike” una volta colpito il bersaglio con il suo Supaaaaaa Galaxy Cannon! XD E la stellina con il segno circa a farle da coda di cometa mi è uscita di cuore.

  
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