Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Pareidolia    05/05/2017    4 recensioni
In seguito all'improvvisa sospensione dal caso di Lupin, Zenigata rimarrà immischiato nelle vicende di una giovane donna inseguita da uomini misteriosi. Decidendo di aiutarla inizierà a indagare sul fatto scoprendo uno strano collegamento con una serie di omicidi avvenuti parecchi anni prima.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Koichi Zenigata
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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-Un altro, Ishii.- Si limitò a dire con voce grezza, distante. Stava seduto al bancone davanti a me da ore senza muoversi, senza parlare se non per chiedere un altro bicchiere. Faceva pena a vederlo ma ormai mi ci ero abituato dato che in tutte quelle occasioni veniva da me. Non lo avevo mai visto in altri momenti.

-Ne sei proprio sicuro?- Gli domandai mentre mi avvicinavo allo scaffale delle bottiglie.

-Sei un barista o un medico, Ishii? Non mi sembra ti abbiano dato una laurea in medicina, no?-

-D'accordo, non c'è bisogno di fare lo spiritoso Koichi. Ora ti riempio il bicchiere.- E così feci, gli versai dell'altro saké.

-Dimmi, Koichi, non lo hai preso di nuovo, vero?-

-Esatto, mi è sfuggito ancora. Mi chiedo cosa ci sia che non va in me...-

-Forse è il tuo approccio, non ci hai mai pensato? Lupin non è certo un criminale semplice da catturare ma l'approccio con cui ci provi credo sia del tutto sbagliato, piuttosto dovresti...-

-No no, stai zitto. Non voglio prediche oggi e nemmeno consigli sul mio lavoro, capito? Io catturo Lupin come mi pare. Quei maledetti...mi hanno soffiato il caso e messo a riposo, te ne rendi conto? Io a riposo! Ma chi si credono di essere? Con chi pensano di avere a che fare? Quello non è mica un criminale qualunque e nessuno lo conosce meglio di me! Non posso crederci che mentre lui ruba indisturbato inseguito da un gruppo di incapaci io sono qui a perdere tempo. A riposo...che tristezza.- Disse accasciandosi sul bancone, lo sguardo perso nel fondo del bicchiere già nuovamente vuoto. Fissava le ultime gocce di saké che scintillavano alla luce dei lampadari del locale come se in esse vi fosse nascosta una qualche verità segreta e a lui sconosciuta. Qualcosa che, una volta scoperto, gli avrebbe risolto tutti i problemi ma non riusciva proprio a raggiungerlo. Ne era del tutto incapace? O, forse, era solo irraggiungibile per il momento?

Una musica lenta e triste dalle note bluastre echeggiava per la larga sala spoglia, quasi del tutto vuota. C'erano soltanto quattro persone, a parte Koichi e me. Una coppia di ragazzi che si tenevano per mano guardandosi negli occhi colmi d'amore e passione senza che nemmeno se ne rendessero conto stavano appena accanto al bancone mentre dal lato opposto Jiro, cliente abituale, s'era addormentato al suo tavolo, troppo ubriaco per potersi svegliare da solo. Era però la quarta persona ad attirare la mia attenzione. Stava in un angolo, immersa in una semi oscurità che ne faceva intravedere a malapena la sagoma. Indossava eleganti abiti scuri e pareva provenire da un universo parallelo al nostro ma la sua bellezza superava l'ombra dell'angolo della sala, di questo ne sono tutt'ora certo. Ci fissava, sorseggiando piano un cocktail dal colore leggermente rosato.

-Koichi, capisco che per te sia importante il fondo del tuo bicchiere ma una donna ti fissa da parecchio tempo. Non pensi sarebbe utile conoscerne il motivo?- Quasi glielo sussurrai senza farmi notare, nella penombra del locale che veniva sempre più inghiottito dalla scura notte. La musica intanto continuava, emessa dagli altoparlanti situati agli angoli delle pareti, inondando l'atmosfera di un'aria quasi malinconica, ora.

-Eh? Una donna, dici? E cosa vorrebbe mai una donna da me? Non lo vede che sono impegnato, per caso?- Borbottò lui voltandosi appena e senza manco intravederla. Fu quindi lei a muoversi, alzandosi con tutta calma dalla sedia e dirigendosi con la stessa lentezza verso il bancone. In mano teneva lo scintillante bicchiere di cristallo ora vuoto, soltanto un sottile residuo scuro danzava sul fondo ad ogni movimento del sinuoso corpo della donna misteriosa. Ora illuminata dal lampadario dorato appeso al soffitto, svelò una lunga chioma di capelli neri e lisci. Una sottile camicetta bluastra le copriva il busto e sopra portava una giacca di pelle di un marrone scuro, quasi tendente al nero e ancor più scuri pantaloni le fasciavano stretti le gambe lunghe e magre. Il viso o meglio lo sguardo che aveva era buio come la notte che imperversava all'esterno, parevano un abisso in cui chiunque sarebbe affondato perdendosi per sempre, incapace di tornare in superficie e attirava parecchio l'attenzione, poiché circondato da lineamenti sottili e dolci, di una delicatezza che mai era entrata nel locale. In quel momento Koichi si voltò e la vide ma l'alcool che gli circolava in corpo, stranamente, gli impediva di rimanerne stupito come invece lo ero io. Lei lo fisso intensamente, sedendoglisi accanto e fissando, come lui aveva fatto in precedenza col proprio, il fondo del suo bicchiere. Lui, vagamente sconcertato dall'improvvisa comparsa della sconosciuta, la guardò un attimo e poi mi fece segno di versare ad entrambi.

-Grazie.- Fece lei, un leggero mormorio che si udì appena tanto era flebile la sua voce ma che riusciva in qualche maniera sconosciuta, quasi magica, a raggiungere il cuore di chi l'ascoltava. E fu proprio quello di Koichi a raggiungere, il quale rimase per qualche attimo immobile e stupito dalla sua voce con sul volto un'espressione idiota quanto ubriaca che tardò a svanire.

-Ma di nulla, si figuri. E' il dovere di un gentiluomo offrire a una donna così bella, non crede anche lei?- Se era così che ci provava con le donne da ubriaco, pensai, forse l'approccio con cui cercava di catturare Lupin non era poi così male a confronto.

-Lei è troppo gentile con le parole, signor Zenigata.- Disse lei sorridendogli, la voce ancora bassa di tono ma un po' più forte di prima. Forse l'imbarazzo iniziale era svanito, chissà. Versai ad entrambi, senza distogliere lo sguardo dal viso di lei che a malapena si rendeva conto della mia presenza e i due ripresero a bere con una lentezza ben rara nei gesti di Zenigata. Lei, poco dopo il primo sorso, si accese una sigaretta e a sua volta Koichi fece lo stesso, chiedendole se poteva prestargli l'accendino.

-Quindi lei mi conosce.- Riprese la conversazione lui dopo qualche secondo di silenzio.

-Ma certo che la conosco, appare spesso in televisione, non lo sa?-

-Be', diciamo che non ho molto tempo per vedere la televisione.-

-Già, immagino. Lupin dev'essere davvero un grande impegno, vero? Le toglie così tanto tempo?-

-Sì, raramente ho la possibilità di averne per me stesso di tempo. Solo ora penso ne avrò parecchio a disposizione siccome sono stato momentaneamente sollevato dal caso...-

-Sollevato dal caso? Lei? Ma com'è possibile?-

-Non riesco a capirlo bene nemmeno io...ma dopotutto non me la sono mai cavata molto bene con Lupin quindi forse hanno fatto bene a sospendermi...- Gli occhi di Koichi si colmarono di un pesante velo di tristezza che sembrava non volerlo più abbandonare. Ormai l'alcool non serviva più a nulla, non gli avrebbe fatto più effetto ora che la sua mente era tornata in quel mare di pensieri e preoccupazioni in cui navigava dalla sospensione fino a quel momento stesso.

Nel frattempo s'erano quasi fatte le due, il locale stava per chiudere e perciò i clienti iniziavano ad andarsene, la musica ad acquietarsi e la notte a farsi ancor più fitta, tenebrosa e solitaria.

-Credo sia ora di andare.- Mormorò lei svuotando con un ultimo sorso il proprio bicchiere.

-Sì, ha ragione. Ma mi scusi, lei è sola?-

-Be' a dire il vero sì, lo sono.-

-Allora mi rifiuto di permettere che una giovane donna così bella torni a casa sola, lasci che l'accompagni.-

-Oh, magnifico! E' un sogno che si avvera, sa?- Esclamò lei sorridendo gentilmente mentre il suo volto prendeva la tonalità di un vago rosso candido.

-Ma si figuri, è soltanto un piacere.- Detto ciò, quasi senza nemmeno salutarmi Koichi scortò la donna all'uscita per poi svanire nel buio delle strade appena illuminate dagli alti lampioni.

Incredibile ma vero, il mio amico quella sera era riuscito in qualche modo a trovare, forse, un sollievo. Che fosse soltanto un caso?

   
 
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