The Neighbour

 

Day 1: Ho preso l’aereo e ho volato per ore sopra un oceano senza fine.
Il mio fardello mi fa male alle spalle, chiamo un taxi e mi faccio portare al mio nuovo nido.
A casa mia...beh meglio non parlarne. Son tutti bigotti e non mi lasciano Volare.
Volare come dico io, come voglio io. Volare e basta.
Mentre appoggio il borsone mi accorgo di una figura sparire dietro alle porte di metallo dell’ascensore.

Day 14: A Toronto si respira un’aria decisamente migliore. L’Università è buona, il terreno ottimo per spiccare il volo.
La gente è aperta e spensierata.
Anche tu, Ombra lo sei sempre; tutto vestito di nero, come me.
Un piccolo dettaglio ci differenzia: l’oceano dei tuoi occhi. I nanosecondi in cui ci fissiamo, potrei annegarvici.
Mi passi davanti spesso, non dici mai niente e sorridi ai messaggi che ti arrivano.
Un’occhiata, a volte.
Rapida, fugace.

Day 27: Oggi Ombra sei in compagnia di una piccola figura in gonnella e tacchi.
Quella gonna è troppo corta e mette in risalto le sue gambe storte.
Noto un dettaglio argentato che prima non avevi addosso. Quindi ora sei suo.
Sembri felice, mi fissi per quel secondo ma oh aspetta, è più di un secondo.
Forse non ti sei mai visto allo specchio? Non sei mai stato al mare? Mai visto un petto maschile?
No, chiaramente sei abituato a vedere quelli femminili.

Day 40: L’estate è arrivata finalmente. La neve canadese risplende sotto il sole e anche il tuo sorriso risplende a fianco di quella femmina che ti sta sempre accanto e che urla attraverso le pareti.
Non ti stanchi di questa vita? Non vorresti altro?
Non vorresti me?
Forse sei davvero una persona Normale, Ombra.
Ieri sono passato davanti alla tua casa e ho letto il tuo nome sul campanello: JJ Leroy.
Perfetto, JJ.

Day 53: Ti vedo sempre ridere e scherzare con la tua Ragazza.
Quando i nostri sguardi si incrociano i tuoi oceani non vogliono andarsene dalla mia mente.
Il tuo passo, la sua cadenza, restano nella mente.
Fatico a studiare, lo ammetto. Penso a te.
Ma oggi sei solo e per la prima volta non sorridi.
Potrei parlarti, ma decido di non farlo.
Raccolgo i miei pattini, chiudo la porta del mio Nido e vado a spiccare il volo in pista.
Sento i tuoi occhi sulla mia schiena mentre scendo le scale.

Day 90: E da un giorno si è passati ad una settimana, poi un mese, e non ti vedo sereno da troppo tempo, sicuro di stare bene?
Decido di parlarti, una semplice parola: ciao.
Mi sorridi appena e ti avvicini come se dovessi entrare in casa mia.
Per la prima volta sento il tuo odore. Quella Ragazza non capisce assolutamente niente, JJ.
Ti faccio entrare nel mio Nido.
Quel Nido che per la prima volta vede un estraneo.
No Nido, non fare così...JJ lo conosco da mesi.

Day 91: Ho i tuoi Oceani puntati su di me. Abbiamo parlato tutta notte.
Ci siamo baciati e ci siamo amati. Allora forse non eri davvero meritevole di JJ, Ragazza.
Forse la femminilità non ti piace, forse preferisci la mascolinità.
Hai urlato esattamente come la tua ex, sotto le mie mani.
Inesperte mani, finalmente avete avuto modo di maneggiare della carne umana!
Mi sento rinato e al tempo stesso sento che questo nido sarà troppo piccolo per entrambi.
Ti voglio nella mia vita, anche se ci sei già.

Day 365: Sono mesi che ci amiamo. Abito questo nido da un anno.
Da quando ti ho rivolto parola non hai avuto Nessuna in casa tua.
Sei sempre venuto da me.
Io mai da te.
Te lo faccio notare e tu mi metti in mano una chiave, sorridendo nuovamente dopo tanto tempo.
“Otabek, ti amo.”
Mi dai le chiavi del tuo cuore. Finalmente posso entrarvi.