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Autore: in rotta per il paradiso    06/05/2017    2 recensioni
Cecco e Max sono due ragazzi figli della strada. Sono cresciuti tra risse e droga e ne sono diventati campioni. L'unica cosa che può salvare Max è la piccola Benedetta, la sorellina del suo migliore amico. E quando tutto sembrava​ andare bene, qualcosa li travolge.
Dedicato a coloro che hanno qualcosa per cui vivere e talvolta anche per morire...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non era la prima volta che quei due testoni facevano a botte né era una clamorosa novità, ma Benedetta aveva visto raramente Massimiliano conciato così male: con un occhio gonfio, il sangue raggrumato sul naso e che ancora colava dal labbro inferiore. La ragazza aveva quasi pena per loro e per il loro udito, ora gravemente danneggiato dai rimproveri della madre. Entrambe erano impegnate a ripulire i pochi graffi di Cecco e tutte le ferite del suo migliore amico il quale era considerato ormai un membro della famiglia. 
Benedetta si soffermò a guardarlo: lo aveva sempre considerato un ragazzo irraggiungibile, perciò già da tempo gli aveva affibbiato l'appellativo di "amore impossibile". Chi non ha mai avuto il proprio?
Ad aggravare la situazione, bisognava anche specificare che era il migliore amico di suo fratello maggiore. Ogni volta che lo guardava rimaneva quasi incantata, beccandosi spesso uno sguardo di rimprovero e avvertimento da parte di Cecco. Non sapeva il motivo, però suo fratello non mandava giù l'idea di vederli insieme, forse a causa dell'istinto protettivo fraterno. Per lei non aveva senso: sarebbe dovuto stare più tranquillo sapendola tra le mani di un amico fidato anziché di uno sconosciuto! 
A questo pensava Benedetta mentre puliva il sangue che gli ricopriva le labbra, ma non riusciva a non pensare a che sapore potessero avere, come sarebbe stato sentire il suo respiro mescolarsi con quello di lui; non lo avrebbe scoperto mai... Quanti pensieri per un amore impossibile! 
Massimiliano era seduto sul divano e la sorellina del suo migliore amico era appoggiata sul bracciolo alla sua destra, sporta in avanti verso di lui. Da quella posizione si intravedeva il seno morbido e cresciuto da poco, era così difficile non far cadere uno sguardo! Avrebbe resistito, per lui stesso, per lei e per il rispetto nei confronti del suo migliore amico! Si concentrò sul suo viso da adolescente: quelle labbra dischiuse e il modo in cui si mordeva il labbro, concentrata a ripulirgli le ferite, le poche lentiggini che le cospargevano il naso, gli occhi uguali a quelli di Cecco, i capelli lunghi legati in uno chignon disordinato... Quanto era bella agli occhi suoi quella bambina cresciuta nel giro di un annetto... Fantasticava con la mente, lei vestita esattamente come quel momento a preparare la cena, lui che le circondava il busto e le baciava una guancia e, perché no? Un bambino che giocava sul tappeto in salone e un'altra bimba che cresceva nel suo ventre... 
Santo cielo, quanto avrebbe voluto baciarla, sentirla solo sua... 
Sapeva già come la pensava al riguardo lui: gli aveva intimato più volte di stare lontano dalla sua sorellina, non voleva vederla patire una vita da povera, preferiva che si innamorasse di un tipo di un'altra zona magari conosciuto a scuola. Perché non poteva essere lui a renderla felice? Perché non poteva proteggerla? Quando gli altri ragazzi, anche quelli più grandi la guardavano, voleva andare là e ordinare loro di non gettarle neanche più uno sguardo perché non poteva immaginare che qualcuno la facesse soffrire, che lei si concedesse a uno stronzo che non avrebbe mai capito quanto fosse fortunato. 

Cecco proprio non aveva voglia di andare a scuola. Si tirò la coperta fin sopra la testa e chiuse gli occhi, sperando che Morfeo fosse clemente e in effetti lo sarebbe stato, se solo sua madre non avesse urlato dalla cucina che la colazione fosse pronta! Sbuffò sonoramente e svegliò la piccola di casa, che ormai di piccolo non aveva nulla. Dormiva tranquilla raggomitolata su se stessa come quando aveva sette anni. Le accarezzò i capelli e la svegliò dolcemente. 
La madre, nonostante potesse dormire di più la mattina, si alzava sempre alla stessa ora per scaldare loro il latte, con la scusa che i suoi adorati figli avrebbero dato fuoco all'intera cucina. 
Dopo la solita guerra per chi dei due dovesse usare prima il bagno, in tempi record uscirono di casa per dirigersi all'unica fermata dell'autobus della zona. Su una cosa erano uguali a tutti gli altri adolescenti: le facce bianche, le occhiaie scure e gli occhi imbrattati di sonno erano comuni a tutti i ragazzi. 
«Mostriciattola?» la chiamò Cecco. 
«Che vuoi?» 
«Ce l'hai il ragazzo?» le chiese di punto in bianco, accendendosi una sigaretta e guardando le nuvole scure in cielo. 
Benedetta sussultò a quella domanda e un volto le invase prepotente la mente. Deglutì a fatica cercando di scacciare quell'immagine dai suoi pensieri. 
«Non mi piace nessuno» gli rispose a tono. 
«Stai lontana da Max!» le ordinò, come se le avesse letto nella mente. 
«Siamo amici! Cosa cavolo vai a pensare?» 
«Meglio così» chiuse il discorso. 
Aspirò l'ultimo tiro di sigaretta e gettò la cicca per terra. 
Quando ne parlava con Maria, la sua migliore amica, non capiva il motivo del suo silenzio; avrebbe dovuto chiederglielo dopo aver sentito questa conversazione e dopo aver visto lo sguardo autoritario del fratello. 
   
 
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