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Autore: Vera_D_Winters    06/05/2017    2 recensioni
Questa shot è la meno recente in termini di tempo, ed è in assoluto la prima scritta nel fandom di one piece. L'ho recuperata da wattpad e ho deciso di postarla anche qui, risale a quasi un anno fa.
I protagonisti sono Kidd e Law, una coppia che shippo e non shippo a momenti alterni.
Me li sono immaginata in un incontro casuale in una locanda, intenti a insultarsi a vicenda, mentre in realtà ciò che si vorrebbero dire, ciò che realmente sento, resta seppellito sotto orgoglio e rabbia.
Enjoy e se vi va lasciate un commento
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il capitano se ne stava svaccato bellamente contro lo schienale del divanetto, gli stivali logori e sporchi poggiati senza alcun ritegno sul piccolo e basso tavolino in legno, su cui erano sparsi i fogli recanti le taglie dei vari pirati che spadroneggiavano nel Nuovo Mondo, aggiornate sino a quel momento.

"Un po' di educazione non guasterebbe."

Lo rimbeccò Law a denti stretti, guardando con vago fastidio i fogli ormai intrisi di fango.Per tutta risposta l'altro pirata alzò il viso e si degnò di incrociare lo sguardo dell'ormai ex membro della flotta dei sette.

"Beh? Qualche problema?"
Domandò con quel modo di fare rozzo e diretto che trasudava perfino dal tono di voce. Tutto in Kidd era irruenza e crudeltà, il suo io violento trovava la sua espressione in ogni passo, in ogni movenza, e persino nel suo modo di parlare. Si sentiva già il re del mondo, anche se non lo era.

- Il mio problema sei tu. -
Voleva rispondergli così Law, ma non lo fece. Non fosse mai che Law si scomponesse davanti a qualcuno. Lui non perdeva le staffe come il compare. Si mostrava irritato, a volte preoccupato, ma erano casi rarissimi. Per la maggior parte del tempo era imperturbabile e irraggiungibile. Come se il suo cuore non potesse provare più alcunchè, come se vivesse in uno stato di apatai perenne. Come... quella era la parola chiave. Law faceva tutto come se non provasse nulla, ma in realtà sentiva più di quanto volesse sentire, e nel profondo del suo io recava così tante cicatrici e tante ferite da averne perso il conto. E proprio per proteggere quel mondo interiore tanto devastava, aveva costruito quelle mura impenetrabili tutte intonro a sè.

"Quei fogli mi servivano, tutto qui."
Non disse altro.

"Te ne puoi procurare altri."
Quelle poche parole furono praticamente un ringhio. Kidd lo odiava quando faceva così. Desiderava percuoterlo con tutte le sue forze, giusto per vedere quel volto impassibile mostrare qualcosa, qualsiasi cosa. E il dolore andava benissimo come espressione. Vedere annegare Law nel suo stesso sangue sarebbe stata la cosa migliore del mondo.
Bastardo. Bastardo impossibile.
Era vivo almeno? O era un morto che si trascinava nel mondo per inerzia? Non riusciva a comprenderlo.

"Si hai ragione."
Ancora una volta le parole del moro furono lapidarie e secche.

Ecco lo stava facendo di nuovo. Se ne fregava di tutto con quell'aria di superiorità che lo accompagnava sempre. Kidd non valeva nemmeno la pena di scaldarsi a quanto pareva...
- Arrabbiati, infuriati, fai qualcosa dannazione! Sei vivo o cosa? -
Questo pensava il capitano, mentre guardava furente il medicastro macchinoso che aveva davanti.
Si erano incontrati per caso e Law aveva fatto alcune domande sull'alleanza pirata che Eustass aveva stretto con Hawkins e Apoo, ma non avendo ottenuto risposta alcuna, sembrava aver deciso di lasciar perdere quella conversazione e andarsene.
Quel maledetto... non si accorgeva nemmeno dell'esistenza di Kidd?
Alla fine il pugno arrivò imprevedibile, tanto fu veloce nell'alzarsi dal divano per scagliarsi sull'altro pirata. Però non lo colpì, abbattè tutta la sua forza sulla parete dietro l'uomo dai capelli neri come la sua anima, a pochi millimetri dal suo viso, giusto per fargli capire che se avesse voluto l'avrebbe preso in pieno. E ancora nessuna reazione. Law lo guardava con quegli occhi profondi come un abisso, senza il minimo sentore di paura o di sgomento. Nulla. C'era solo una piccola gocciolina di sudore che scivolava lungo la sua guancia a tradire la sorpresa.Ma di certo non era abbastanza per placare il capitano Kidd.

"Perchè tanto arrabbiato Eustass ya?"

La domanda arrivò in un tono tanto sibillino da fargli andare il sangue alla testa, e il ghigno che comparve tra le labbra del chirurgo della morte, gli spense del tutto il cervello, trasformandolo in una specie di toro imbufalito.
"Ti sei alleato con cappello di paglia. Con cappello di paglia!"
Tuonò come se il nome dell'altro pirata fosse qualcosa di simile al peggiore degli insulti.

"Oh dunque è questo."
Il ghigno del moro si allargò ulteriormente e si colmò di quella malizia che lo contraddistingueva. Lui leggeva oltre quelle poche parole, era troppo intelligente per non riuscirci.
"Sei geloso Eustass ya?"

Un altro pugno tanto violento da far incrinare l'intonaco della parete. Law ora era intrappolato ai lati del collo dalle braccia muscolose del capitano.

"Lo prenderò per un si."

Quel maledetto ghigno glie lo voleva strappare dalla faccia con le sue stesse mani. O con i denti. O con tutto ciò con cui si poteva strappare la carne da un corpo.
"Piantala."
Intimò con la voce carica d'odio

."Pensi che non ti reputi abbastanza forte? O che preferisca il signorino cappello di paglia per qualche strano motivo? Ma soprattutto.. perchè ti importa tanto di ciò che penso io, Eustass ya?"

Bastardo... di nuovo. Lo stava provocando, e Kidd era tanto furibondo da cascarci in pieno.
"Non mi importa, non mi importa affatto. Puoi allearti con chi ti pare medico dei miei stivali, tanto schiaccerò sia te che il tuo prezioso alleato, e allora capirai di aver fatto la scelta sbagliata."
Ruggì quelle parole a pochi millimetri dal viso dell'altro pirata per poi staccarsi di colpo da lui e dal muro, avviandosi a passo spedito verso la porta.
Quell'incontro era terminato, Eustass non avrebbe più permesso a quel bastardo manipolatore di prenderlo in giro di nuovo.
Sbattè la porta alle sue spalle con tanta furia da farne tremare i battenti e lo lasciò alle proprie spalle, convinto che la prossima volta che si fossero incontrati, sarebbe riuscito a cancellargli quel ghigno strafottente dalla faccia.

Un vero peccato che non potesse vedere che oltre l'uscio che aveva chiuso con tanto ardore, il medico non stava più sorridendo. La sua maschera impassibile si era incrinata, e attraverso quella piccola fessura si poteva intravedere il sentimento che muoveva realmente l'uomo.
"Sei uno stupido... Eustass ya."
Il sussurro si perse nel silenzio della stanza e svanì come se non fosse mai stato pronunciato, così come l'incertezza scomparve dal viso del moro, che tornò a sollevare il mento con il modo di fare di chi non può essere sfiorato da nulla.

E così entrambi ripresero la propria strada.

- The End -

   
 
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