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Autore: anonymus_00    06/05/2017    0 recensioni
- Non è solo sesso. - quando Thomas pronuncia queste parole firma la sua condanna.
Perchè per lui è solo sesso.
O così crede.
Crede di star solo giocando. Crede che per lui i sentimenti non valgano. Ma se non fosse così?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Prologo


Centinaia di corpi si muovono a tempo con la musica. Una musica avvolgente, che risuona in ogni angolo, non lascia quasi lo spazio per respirare, ti entra nei polmoni, ti risuona nella cassa toracica, nel ventre e tu non puoi che assecondarla, muovendoti, e lasciare che faccia vibrare il tuo corpo.

Le luci psichedeliche illuminano la pelle di Daisy di verde e di blu, gettando ombre sul suo viso. Apre la bocca in una risata che viene assorbita dai suoni della discoteca, ma la conosco da così tanto tempo da conoscerne il suono a memoria.

- Lasciati andare un po'!- mi strilla nelle orecchie. Rideva di me.

Mi prende una mano e mi trascina ancor di più in mezzo alla folla. Con gli occhi cerco Styles, rimasto seduto al bancone con un bicchiere d'acqua di rubinetto in mano, implorandolo con lo sguardo di venirmi a salvare dalla follia scatenata di Daisy, ma lui alza il bicchiere come a brindare alla mia sorte e mi sorride, senza accennare a muoversi.

Così non mi resta che ridere a mia volta e guardare la mia amica che lascia che la musica le fluisca all'interno per poi lasciarla uscire in una serie di passi di danza sinuosi e ammalianti che non lasciano indifferente il pubblico maschile presente.

Intanto il pezzo è cambiato e, senza stupirmene, mi rendo conto che non conosco nemmeno questo, a differenza di Daisy che ha cominciato a muovere le labbra cercando di cantare sopra il frastuono.

- Avanti Amélie, non farmi vergognare! - ride ancora e io fingo di accennare qualche passo per farla contenta. Ma non le basta, mi prende per i fianchi e mi costringe a seguire il ritmo.

Mi sto divertendo, ma non lo ammetterei mai davanti a lei. Dondolo lasciando che la musica mi isoli da tutto il resto e chiudo gli occhi.

- Ho sempre creduto che fossimo una coppietta perfetta, non credi anche tu? - la voce di Daisy torna alla carica strappandomi dal mio breve istante di comunione con me stessa e la trovo vicinissima.

- Lasciati baciare. - ancora una volta la sua risata suona muta sulla pista e si volta urlando:

- Forza, torniamo da Styles e accertiamoci che esca da qui con almeno un po' di alcool nel sangue. -

A spintoni ci facciamo largo tra la folla e un giramento di testa mi costringe ad appoggiarmi a Daisy. Ho bisogno di aria, di riprendere il respiro.

***

- Hai bisogno di uscire, amico, di smettere di pensarci. -

Jake mi passa la sigaretta e faccio un tiro poco convinto, per poi buttare il mozzicone giù dal balcone. Osservo la flebile scintilla rossa spegnersi nell'aria, scomparendo in lontananza disperdendo nell'aria la cenere che danza impalpabile nel buio della notte ferito dalle luci delle case, dei semafori, delle auto. Chiudo gli occhi ricercando l'oscurità, ma anche qui l'illuminazione si riflette in macchie tremanti.

Jake butta giù l'ultimo sorso di birra e accartoccia la lattina tirandosi in piedi. La luce del balcone sfarfalla lasciandoci un istante al buio. La notte è fredda. Sento l'aria pungermi la pelle e respiro questo istante.

- Forza, andiamo a divertirci. -

Assaporo l'ultimo attimo di equilibrio prima di precipitare nella vita, ancora una volta. Pronto a sbagliare.

Ancora una volta.

Al locale incontriamo alcune amiche di Jake. O almeno così dice lui.

È facile soffocare i pensieri nelle ombre della discoteca, si vanno a nascondere in fondo, in un angolo che nemmeno tu conosci, forse appena sotto lo stomaco, spaventati dalla luce e dal rumore, affogati nei drink che si inseguono giù per la gola. Tornano a farti visita il giorno dopo, e non puoi che vomitarli fuori.

Metaforicamente e letteralmente.

- Vieni...- Sharon, o almeno credo di aver capito che si chiami Sharon, mi passa una mano sul petto e si appende alla maglietta, tirandomi verso di sé. Il suo profumo mi inebria. Mi annebbia. I suoi occhi grigi sono pozzi ammalianti, pieni di dolci promesse.

Solo quando sento nuovamente il freddo fremere sulla pelle attraversando le gocce di sudore capisco che siamo all'aperto. Siamo sprofondati nella notte. In questa notte di follia. Sguazziamo nell'eutanasia e ne siamo inebriati. È solo un'altra forma di sadismo.

Sento la bocca di Sharon assaggiarmi. Mi sento come una preda tra le fauci del suo predatore. Ma mi basta un attimo per invertire i ruoli. La sua mano è gelida e il mio corpo è attraversato da sottili brividi.

Di piacere.

Spalanco gli occhi. E ne incontro un altro paio.

Di occhi.

Li conosco. Verdi, liquidi, tremanti e mutabili come il vento.

Mi scontro con uno sguardo smarrito e allo stesso tempo così duro che l'impatto è violentissimo, tanto da farmi perdere l'equilibrio.

- Che ti prende?- è la voce Sharon che, bisbigliata all'orecchio, sembra giungere da così lontano. È quella voce a spezzare il momento di immobilità che pareva eterno.

***

Nell'istante in cui incontro i suoi occhi niente ha più senso. Questa serata, la musica, la risata di Daisy, il rumore, il freddo, tutto perde di significato. C'è solo lui, il suo sguardo sospeso mentre le sue mani stringono il corpo di una ragazza le cui dita si affannano sulla cintura, un movimento irrequieto. Posso quasi sentire il tintinnio della cinghia nel silenzio in cui sono sprofondata.

Non posso...non posso crederci. Non voglio.

Non voglio vedere di più. 

L'istante di immobilità si spezza nell'istante in cui perdo il contatto visivo. Torno nel mondo quasi cadendovi dentro.

Comincio a camminare verso la strada, sempre più veloce.

- Amélie ma che ti prende? - i tacchi di Daisy si affrettano dietro i miei passi.

- Amélie, aspetta! -

Questo è lui.

Mi volto, solo per avere il tempo di guardarlo in faccia:

- Sei uno stronzo! - gli sputo contro con tutta la rabbia che ho addosso, che ho dentro.

Lo sguardo di Daisy passa da me a Thomas senza capire. Lei non sa niente, non ha mai saputo niente.

Cerca di chiedermi spiegazioni.

Indosso il casco e lì lascio lì, entrambi.

Daisy con lo sguardo smarrito.

E Thomas...non ho nemmeno la voglia di guardarlo in faccia. So che ci leggerei solo menzogne.

 

***

angolo autrice: bene...che dire? Questa è la mia prima storia e spero che vi sia sembrata perlomeno decente. Se siete confusi beh, meglio, era questo l'effetto che volevo ottenere. Tutto sarà più chiaro, prima o poi :) sta a voi decidere se continuare a leggere oppure no...

Aspetto le vostre opinioni e spero la storia vi interessi!

 

   
 
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