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Autore: siriopg    07/05/2017    3 recensioni
Un nuovo caso da risolvere, un altro omicidio per la squadra.
Ff interamente inventata da me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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chef capitolo 1 Era caldo, una di quelle giornate dove l’unica cosa che il tuo corpo desiderasse, era di sedersi davanti ad un ventilatore con una birra ghiacciata in mano. Era uno di quei giorni che vorresti passasse alla svelta senza dover girare la città in cerca di delinquenti. Alla centrale si stava benissimo e nell’ufficio di Maura ancora di più. Avrei passato la giornata lì, compilando e finendo i rapporti che avevo lasciato indietro. Odiavo riempire scartoffie, ero indietro di mesi e il capitano non perdeva occasione di ricordarmelo. Presi alcuni fascicoli e scesi in laboratorio.
“Oh mio Dio” pensai, questo è il paradiso.
Sì, avevo deciso, lì avrei passato la mia giornata.
“Buongiorno” dissi a Maura.
“Ciao Jane, come mai da queste parti? Non ho nessun cadavere o risultati per te.”
“Con questo caldo lo avrai presto, il mio.”
“Che succede?.”
“Non sopporto queste temperature, non riesco a concentrarmi.”
“Allora il frigorifero dei morti potrebbe aiutarti” disse prendendomi in giro.
“Cosa? No!. Mi accontento del tuo ufficio, posso stare qui?.”
“Certo che puoi, così mi farai compagnia. Che hai da fare?.”
“Devo finire di compilare alcuni rapporti… decine di rapporti” dissi sconsolata.
“Questo perché sei una sfaticata, se lo facessi ad ogni caso che chiudi, non ti ritroveresti pile e pile di fascicoli.”
“Lo so ma lo trovo troppo noioso.”
“Beh in effetti lo è, se vuoi, ti aiuto” si propose Maura.
“Non hai niente da fare? Nessun corpo da affettare?.”
“No, sono tutta tua per un po’. Dai, ti aiuto così finisci prima.”
“Non finirò mai, sono troppi.”
Le diedi alcuni fascicoli e cominciammo a leggerli in totale silenzio. Poco dopo i nostri cellulari iniziarono a squillare a distanza di pochi secondi. Pregai fosse per un nuovo caso. Un nuovo omicidio che ci consentisse di abbandonare tutte quelle scartoffie.
“Rizzoli!.”
“Isles. Sì, arriviamo.”
“Grazie a Dio” dissi.
“Jane, c’è un morto e tu sei contenta?.”
“Certo che no… sì. Prendiamo la mia macchina, facciamo prima.”
“Sì ma, nella mia abbiamo l’aria condizionata” mi ricordò Maura.
“Non mi tentare ma dobbiamo sbrigarci e serve la mia sirena.”
“Ok.”
Arrivammo davanti ad uno dei ristoranti più chic della città.
“Speriamo non sia il cuoco” disse Maura.
“Perché lo conosci?.”
“No ma cucina divinamente. Adoro questo posto.”
Diedi una breve occhiata dentro.
“Sì, in effetti è proprio da te. Fa anche pizza e patatine?.”
“Non dire fesserie, qui solo nouvelle cucine.”
Ci raggiunse Korsak con le prime indicazioni su delitto.
“Di che si tratta Vince?” gli chiedo subito.
“Donna, Jenny Blake, quarantadue anni ed aveva mangiato qui.”
“Meno male” rispose Maura con una specie di sospiro liberatorio.
“Dottoressa! Si dia un contegno. Andiamo a vedere dentro” le dissi prendendola in giro.
“ Hai ragione, è pur sempre un brutto omicidio.”
Si accovacciò subito sul corpo iniziando a prendere i primi rilievi e prove.
“Con chi ha pranzato?” chiesi ad un agente sul posto.
“Lui, m’indicò, è un suo collega di lavoro.”
“Ok, facciamoci quattro chiacchiere.”
Lasciammo Maura lì e andammo a fare i primi interrogatori. Chiudemmo il ristorante e a nessuno permettemmo di uscire. Chiesi subito chi fosse il proprietario e cercai il cuoco. Alla fine capii che era la stessa persona e ci diede tutta la sua collaborazione. La vittima mangiava spesso il quel locale, tavolo appartato e uomini sempre diversi. Ci raggiunse Maura che si presentò sbattendogli in faccia il  suo grado lavorativo.
"Salve, sono Maura Isles, medico legale capo del Commonwealth del Massachusseth. E' un vero onore conoscerla."
La guardai incredula, si era data un tono per essere notata e non era da lei. Lei mi guardò e di rigetto alzò la spalla destra come a dirmi: “Che ho detto di sbagliato”."
"Piacere mio" disse "Sono Marcus Smith."
"Sì lo so, conosco la sua fama."
"Hai finito di flirtare con un sospettato?" le dissi sottovoce. "Torniamo a noi, cosa sa della vittima, la conosceva?."
"Non di persona ma veniva molto spesso, possiamo dire che era una cliente abituale. Almeno due volte a settimana."
“Immagino non da sola?.”
“Infatti no, gli uomini non le mancavano, non so se mi spiego.”
“Non tragga conclusioni azzardate, le apparenze possono ingannare. Vado a parlare col tizio che ha mangiato con la vittima” dissi a Korsak.
Era seduto vicino ad un’ambulanza ed un portantino lo stava assistendo.
“Che è successo? Sta male?.”
“Ho avuto solo un piccolo svenimento, sa, dopo gli ultimi avvenimenti.”
“Sono la detective Rizzoli, posso fargli qualche domanda?.”
“Certo.”
“Che legami aveva con la vittima?.”
“Lavoro, solo di lavoro.”
“Si spieghi meglio.”
“Siamo dei rappresentati di articoli sportivi, operiamo a Boston e città vicine. Ci incontravamo qui e poi ci dividevamo le zone.”
“Stessa ditta quindi?” chiesi per capire meglio.
“Sì, ci stiamo espandendo molto in fretta e Jenny era una venditrice eccezionale” disse. “Di cosa è morta?.”
“Non lo sappiamo ancora, dobbiamo fare l’autopsia per capirlo.”
“Ok.”
Tornai da Maura e la trovai ancora a parlare con il cuoco del ristorante.
“Allora posso contare nella sua presenza?” chiese lui.
“Con molto piacere, a domani sera allora” rispose Maura.
Li guardai perplessa. Che stavano combinando?.
“Dai Maura, torniamo alla centrale, qui abbiamo finito.”
“Va bene.”
Salite in macchina, volevo assolutamente delucidazioni sul discorso di Maura con il cuoco.
“Di cosa parlavi con il tipo del ristorante?.”
“Mi ha invitata a cena e tu sai quanto volevo mangiare lì. Poi si chiama Marcus.”
“Cosa? È un indiziato ricordi?.”
“Ancora non conosciamo le cause del decesso Jane, non dire fesserie.”
“ Fesserie? Chiami fesserie il mio lavoro?.”
“No ma sei troppo precipitosa, come al solito. E’ soltanto una cena.”
“Sì, con un sospettato per omicidio e tu la fai troppo facile.”
Girò la testa dalla parte del finestrino e non proseguì il discorso. Alla centrale ci separammo davanti agli ascensori senza quasi scambiarci altre parole. Raggiunsi la mia scrivania e mi buttai di peso sulla seggiola. Senza i risultati dell’autopsia poco potevo fare. Iniziai le indagini su Marcos, chiedendo aiuto a Nina.
“Voglio sapere tutta la sua vita, trova più cose possibili” le dissi.
“Mi metto subito al lavoro e ti farò sapere.”
“Grazie.”
Anche Korsak e Frankie erano rientrati e insieme iniziammo a riempire di foto la parete.
“Avete qualche idea?” chiese Vince.
“Senza i risultati dell’autopsia non è facile. Speriamo che in laboratorio si sbrighino.”
“Che ti prende? Certo che faranno presto. Come sempre.”
“Già.”
Ero nervosa e non riuscivo a calmarmi. L’idea di Maura a cena con un sospettato mi dava sui nervi.
“Possibile che non riusciva a vedere il pericolo? Andare a cena con un sospettato era da incoscienti e Maura non lo era mai stata. Ponderava sempre le sue scelte, perché questa volta no?.”
Andai in caffetteria e presi un doppio espresso.
“Avete un nuovo caso?” mi chiese mia mamma.
“Sì, stiamo aspettando i risultati dal laboratorio.”
“Maura è appena stata qui, aveva bisogno di un tè.”
Non le dissi le mie paura e scesi nel regno dei morti.
“Novità?” chiesi in generale.
“Ancora no, mi spiace. Crediamo sia stata avvelenata ma ci sfugge con cosa.”
“Era nel cibo?.”
“Lo sto esaminando ora, rispose Maura. Perché tutta questa fretta? Siamo rientrati da poco. Abbi un po’ di pazienza.”
Mi rispose quasi con sfrontatezza, come se volesse una sfida con me.
“Ho solo domandato, che ti prende?.”
“Che mi prende? Sei scorbutica da quando siamo venute via dal luogo del delitto e…”
“Scusami? Scorbutica?. Senti lascia stare, aspetterò disopra” dissi seccata.
“Ecco brava, ti avverto io quando avremo novità.”
Questa volta non risposi io e tornai in ufficio. Niente, non avevamo niente tra le mani, l’unica che poteva velocizzare le indagini, era Maura.
“Torno al ristorante” dissi in generale, se avete novità fatemi sapere ok?.”
“Che speri di trovare?.”
“Niente ma non ce la faccio ad aspettare con le mani in mano. A dopo.”
Il ristorante era sotto sequestro ma il titolare era dentro a svolgere alcune cose. Presi un po’ d’aria a pieni polmoni e mi calmai. Era vero, ancora non avevamo nessun  risultato e quindi Marcus non era tra gli indagati. Ancora. La sua presenza mi dava strane sensazioni e il mio istinto non mi aveva mai tradita. Entrai senza bussare e lo trovai immerso tra decine di fogli.
“Non tornano i conti?” dissi.
“Detective, mi ha spaventato. Avete novità?.”
“Ancora no.”

“Posso offrirle qualcosa? Un caffè magari.”
“Accetto volentieri il caffè” dissi sedendomi di fronte a lui.
“Mi crede colpevole?” mi chiese a bruciapelo.
“Dobbiamo sospettare di tutti all’inizio, saranno le indagini e le prove scientifiche e farci arrivare al colpevole. Ha qualche sassolino da tirare fuori prima che lo scopriamo da soli?. Ci aiuterebbe molto nelle indagini.”
“Jenny pranzava qui due volte a settimana, sapevo che era una rappresentate di articoli sportivi e ne ho approfittato per comprare degli attrezzi ginnici per casa. Mi ha fatto uno sconto considerevole ed io mi sdebitavo facendola mangiare a metà prezzo.”
“Tutto qui?” chiesi per capire meglio.
“Tutto qui, giuro. Non l’ho uccisa io.”
“Però è stata trovata morta nel suo locale, come mai?.”
“Forse che mangiava fissa qui non era un mistero, non lo so. Prima di assumere i miei dipendenti ho fatto ricerche. Li volevo seri e molto professionali. Ci tengo alla mia reputazione e a quella del mio locale detective. Sono diventato famoso per questo.”
“Mmmm ok, per ora le credo, non me ne faccia pentire. Grazie per il caffè” dissi alzandomi ed uscendo dal locale.
“Non lo so, sembrava onesto e sincero, forse i miei dubbi  sono insensati e poco professionali” pensai.  Possibile che mi sia sbagliata così tanto su di lui?.”


   
 
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