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Autore: la_pazza_di_fantasy    07/05/2017    1 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Odiava correre. Lo odiava da morire, ma doveva farlo visto che quel demente non si era presentato a cena la sera prima e nemmeno alla colazione di quella mattina. Richard infatti era andato da lei tutto preoccupato e le aveva chiesto di andare a controllare nella camera di Zake. Camille non capiva ancora perché dovesse andarci lei e non Caleb che era maschio come il demente. Ma non poteva dire di no a Richard, soprattutto dopo il favore che le aveva fatto.
Arrivò difronte la porta della stanza del ragazzo e bussò, ma non ottenne nessuna risposta. Riprovò una seconda volta con più forza, ma niente nemmeno questa volta. Spazientita decise di bussare in modo “delicato alla porta” aprendola con un calcio. Per sua fortuna la porta non era chiusa a chiave se no avrebbe dovuto ripagare la serratura. Entrò nella stanza con disinvoltura notando il letto ancora sfatto, la scrivania in ordine, gli indumenti sporchi sparsi per terra ma del demente nemmeno l’ombra. Quando stava per dirigersi verso la porta del bagno e aprire anche quella a suon di calci, la stessa si aprì rivelando Zake reduce da una doccia e a coprirlo solo un misero asciugamano bianco sulla vita. Zake appena vide la ragazza in posizione di combattimento rimase interdetto.
-lo so che sono bellissimo, ma intrufolarti nella mia stanza per vedermi nudo è un po’ troppo non credi? E poi ci conosciamo da anni se volevi vedermi così potevi anche chiedere sai?- disse poi il ragazzo facendo formare sul suo volto un piccolo ghigno che fece imbestialire e arrossire Camille che, solo dopo le parole del ragazzo si era accorta che era mezzo nudo davanti a lei.
-prima di tutto non sono come le ochette che ti vengono dietro da quando ti sono cresciuti gli addominali sulla pancia e secondo sono venuta qui perché mi ha mandato tuo padre che era preoccupato visto che non ti sei fatto vedere ne ieri a cene a ne stamattina a colazione- disse la ragazza prima di pescare un jeans e una maglietta dall’armadio del ragazzo e tirarli contro Zake che li prese al volo.
-e allora perché sei diventata tutta rossa Camy?- chiese il ragazzo allargando ancora di più il ghigno sul suo viso.
-perché ho caldo. Ora muoviti se no tuo padre mi uccide- gridò la ragazza girando il demente e spingendolo di nuovo dentro al bagno. Dopo di ciò per evitare brutte sorprese uscì dalla stanza del ragazzo e si appoggiò alla roccia fredda.
Zake le faceva un brutto effetto, bruttissimo. Conosceva quel ragazzo da quando aveva due anni ed era stata abbandonata dai suoi genitori davanti l’entrata della città di Ombrax e il padre di Zake l’aveva trovata inserendola all’interno della città. Nei primi anni della sua vita era stata affidata alla vecchia Olma che l’aveva cresciuta come fosse sua figlia e all’età di 13 anni, quando la vecchia era morta, aveva deciso di cavarsela da sola. Zake e Caleb erano diventati subito suoi amici e poco dopo si era aggiunta al trio anche Susan, la sorella minore di Caleb. Erano diventati un quartetto inseparabile. Si allenavano ogni giorno insieme, scherzavano come pazzi e la loro amicizia non aveva limiti. A volte, da piccoli, avevano anche scherzato indicando l’aspetto della persona che volevano sposare. Ed era stato proprio in una di quelle sere, quando Camille e Zake avevano 10 anni, che Camille aveva capito di provare qualcosa di più di semplice amicizia nei confronti del biondo. In un primo momento la ragazzina aveva pensato che col passare del tempo le sarebbe passala quella stupida cotta, ma quello che pensava non era vero. Più passavano gli anni e più quel sentimento cresceva, mandando in confusione la povera ragazza. Non solo, anche lo stesso Zake le complicava la vita con le sue stupide battutine che aveva iniziato a fare da quando tutte le galline di Ombrax avevano iniziato a girargli intorno e si era montato “leggermente” la testa.
Ed ora era li, appoggiata a quella fredda roccia a pensare come liberarsi dei suoi stupidi sentimenti verso il suo migliore amico e non agli addominali scolpiti che aveva visto qualche minuto prima. La cosa assurda era che anche se vedeva quegli addominali ogni giorno rimaneva incantata a fissarli tutte le volte che Zake era senza maglia e di conseguenza diventava rossa come un pomodoro attirando tutte le attenzioni del ragazzo che non perdeva tempo e la sfotteva per ogni minima cosa.
-Ehi, ma ti sei messa i tacchi oggi!- disse il ragazzo risvegliando Camille dei suoi pensieri disastrati.
-si, che c’è, ti faccio sentire basso così?- chiese la ragazza avvicinandosi al demente e guardandolo dirtto negli occhi, cosa che poteva fare visto che con 10 cm di tacco era alta quanto il ragazzo. E si perse in quei pozzi neri che tanto amava e che voleva guardassero solo lei, ma che in realtà guardavano le ochette che gli facevano gli occhi dolci.
-no, anzi mi sento molto più alto rispetto a te, aspetta io sono più alto di te nana- e poi le fece la linguaccia facendola ridere. Camille amava quando Zake si comportava come un bambino con lei o con gli altri del loro gruppo. Quella parte scherzosa di Zake la conoscevano solo loro ed era meglio così.
-ho visto il tatuaggio, almeno una parte di esso, è davvero figo. Adesso sono curiosa di scoprire come sarà finito-
-ehi era una sorpresa. Dovevi vederlo insieme agli altri sei cattiva- disse il ragazzo offeso, ma poi sorrise
-se trovi davvero fighi i tatuaggi perché non te ne fai uno anche tu? Del nostro gruppo sei l’unica rimasta- il ragazzo sorrise guardando gli occhi verdi della sua amica che poco dopo si incupirono.
-sinceramente non credo che ci sia qualcosa che valga la pena tatuare sul mio corpo e poi non sono di Ombrax e lo sai bene anche tu. Se i miei genitori decidessero di venirmi a prendere non voglio farmi trovare con dei segni sul corpo- rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
-CAMILLE! Non azzardarti più a dire che non sei di Ombrax! Okay non sei nata qui, ma hai vissuto 17 anni della tua vita in questa città. Non puoi dire che non le appartieni. E poi e quei due stronzi osano mettere piede qui dentro reclamandoti li riempio di botte fino a quando non ci spiegano il motivo per il quale ti hanno lasciata qui- disse il ragazzo tutto in un fiato e fermando l’avanzata della ragazza costringendola a guardarlo negli occhi.
-tu sei parte di noi Camy e questo nessuno può cambiarlo. Non devi impedirti di fare qualcosa solo perché hai paura del giudizio dei tuoi genitori. Loro non contano niente adesso- Camille sorrise piano e fece calmare il ragazzo che aveva paura di aver ferito la ragazza con quella domanda.
Dopo quella piccola pausa si incamminarono silenziosamente verso la mensa. Si la mensa, perché ad Ombrax è tutto un po’ complicato. La mensa è un grande spazio al centro della città sotterrane nel qual si radunano tutti i cittadine per consumare i tre pasti quotidiani e per chiacchierare con qualche conoscente. I pasti sono gentilmente preparati dalle signore che si vogliono cimentare ai fornelli e che hanno voglia di scambiare qualche pettegolezzo fra la preparazione di un piatto e l’altro. Erano così tante in cucina che ogni giorno c’era una vasta scelta ai tavoli del buffet e ovviamente chi arrivava per primo si prendeva i piatti migliori. Molti ragazzi facevano anche la corsa per aggiudicarsi il dolce migliore e più buono di Ombrax: la famosa ciambella al cioccolato e cocco. Una bontà unica che tutti gli abitanti almeno una volta al giorno mangiavano.
Caleb fece cenno ai due ragazzi che entravano nella mensa in quel momento e, appena i due lo videro, lo raggiunsero in fretta e furia per non perdere i posti al loro tavolo preferito.
-Camy purtroppo il purè di patate era finito quindi ti ho preso il tortino di zucchine e la salsiccia di maiale, mentre a te Zake ho preso le linguette alla bolognese con la fettina di manzo. E come dolce per oggi abbiamo la musse di cioccolato bianco! Tranquilli stasera faccio la corsa per la fetta di torta al cioccolato e cocco- disse Susan mettendo i piatti in direzione dei rispettivi proprietari.
-grazie mille Sus- disse Zake prendendo una grande forchettata delle sue linguine.
-mangia decentemente demente!- gridò Camille dando un calcio al ginocchio di Zake che aveva difronte. Il ragazzo protestò con ancora la pasta in bocca e per ripicca diede un calcio alla ragazza.
-hai i tacchi brutta strega, mi fai male- disse lamentandosi non appena ingoiò il boccone.
-Brutta strega lo vai a dire a una delle tue ochette demente deficiente!- gridò la ragazza offesa e mettendosi in bocca una piccola porzione del suo tortino di zucchine. Zake stava per ribattere ma fu fermato fortunatamente dall’arrivo del padre.
-Ezekiel! Mi hai fatto preoccupare figlio ingrato che non sei altro. Se vuoi stare tutto il giorno a letto almeno avvisami e non farmi preoccupare. Ho dovuto mandare Camille a chiamarti- Zake si pietrificò. Erano rare le volte nella qual suo padre lo chiamava con il suo nome per intero, e quando succedeva era sempre perché aveva fatto qualcosa di sbagliato.
-scusa papà, ma mi sono svegliato poco fa. Ero davvero stanco e ho dormito profondamente- si giustificò il ragazzo. Richard lo guardò sospirando, era consapevole che il figlio era stanco per le continue sedute per finire il tatuaggio.
-se vuoi possiamo sospendere per un po’ le sedute così ti rilassi e poi continuiamo- disse l’uomo guadando il figlio.
-no, lo devo finire il prima possibile. Dopo pranzo se hai tempo vengo nel tuo studio così continuiamo- disse il ragazzo sorridendo. Richard sospirò e annuendo con il capo si allontanò dal tavolo dei ragazzi.
-è testardo come la madre quello stupido- sussurrò prima di avviarsi al suo tavolo per poter concludere il pranzo in santa pace.
 
-*-
 
-Camille se continui a picchiare quel sacco come se stessi per morire lo romperai soltanto- disse Caleb dalla sua postazione di sollevamento pesi mentre guardava la mora che picchiava con troppa foga un sacco da box appeso al soffitto.
-no, non si romperà. Non può rompersi,  devo ancora sfogare tutta la mia rabbia- disse la ragazza con gli occhi verdi che le brillavano di rabbia pura.
-lo vedi che sei gelosa? Perché non ti decidi a dirgli quello che provi?- chiese Susan che se ne stava a testa in giù attaccata per le gambe a una spalliera.
-non gli dirò proprio un bel niente: primo perché è un porco e secondo perché non voglio fare la figura della fessa che si dichiara al proprio amico e che la considera solo come un’amica, o anche meno- disse la ragazza continuando a tirare i pugni al povero sacco.
-ti fai troppi complessi e poi lo sai benissimo che per lui sei importante disse Caleb posando i pesi. Era ormai cosa… la ventesima? No, trentesima volta che cercava, insieme alla sorella, di far ragionare Camille sui sentimenti che prova per Zake. Ma la ragazza era troppo cocciuta per capire che non poteva più nascondere ciò che provava, non più. Ma non perché Zake poteva accorgersene, tonto com’era pure lui, ma perché se ne stavano accorgendo le ochette che starnazzavano attorno al biondo. E se quelle ragazze avessero scoperto qualcosa sarebbe stata la fine per la povera ragazza.
-Camille sei un libro aperto per quelle oche e la reazione che hai avuto oggi a pranzo quando Tasha e Lidya si sono avvicinate in modo troppo provocatorio a Zake è stata una specie di monito per far capire a quelle due che sei gelosa di Zake- disse il ragazzo mettendo una mano sulla spalla della ragazza che con i tacchi era molto più alta di lui.
-mi avete stufata tutti e due. Non si può avere un attimo di pace qui dentro?- chiese ironica la ragazza prima di correre come un razzo fuori dalla palestra. Corse con quel maledetti tacchi che le uccidevano i piedi e che metteva soltanto per guardare gli occhi stupendi di Zake. Ed era proprio pensando a quello che era successo a pranzo che le veniva da piangere. Perché il suo migliore amico lasciava fare quelle due oche?  E perché le assecondava? Calde lacrime iniziarono a cadere dai suoi occhi non appena arrivò al dirupo. Si sedette su uno dei massi che dava la vista sul vuoto, poggiò le braccia  sulle ginocchia e lasciò che le lacrime continuassero a bagnarle il viso.
 


-----Angolo Autrice----
Salve gente! Mi dispiace immensamente per il ritatdo. Purtroppo non so quando ho tempo per scrivere perchè ogni settimana si aggiungono compiti in classe, interrogazioni, workshop all'ultimo minuto... un macello in poche parole. Vi prometto che aggiornerò come tempo massimo entro una settimana dall'ultimo capitolo pubblicato!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi chiede di lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensate della storia. Grazie infinite.
Sotto vi lascio il disegno di Camille!

 
   
 
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