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Autore: Pinca    08/05/2017    0 recensioni
-Sai Ari....- oramai l'attenzione, nonostante il nuovo arrivato, era completamente catalizzata sul rosso che sembrava finalmente tornato serio, ma un sorrisetto lo tradì.
-In vita mia credo di non averti mai voluto così tanto...-
Oramai Boris e Sergey lo fissavano increduli con gli occhi sgranati. Kai si sentì come investito da una doccia fredda.
-...ma così tanto bene come in questo momento.-
La cosa bella era che era stato talmente convincente che Ariel stessa non riuscì a pensare che la stesse prendendo per il culo perché, in effetti, era stato sincero. Per la prima volta da quando Yuri la conosceva, Ariel Mayer aveva fatto, anche se inconsapevolmente, qualcosa per il suo personale piacere: rendere Kai Hiwatari vulnerabile.
Kai si portò una mano alla fronte massaggiandola compulsivamente, gli altri due erano rimasti a bocca aperta, forse troppo sconvolti e preoccupati.
-Si può sapere chi cazzo è che l'ha rotto?- chiese brusca Ari completamente disgustata e seccata dalle buffonate del capitano. Cielo, Yuri era un sentimentalotto, era vero ma non in modo così ripugnante!
-Fino a ieri sera funzionava normalmente!- continuò nervosamente pretendendo una risposta da Sergey e Boris.
-Non ne ho la minima idea!- biascicò Sergey. -Stamattina sembrava normale....-
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Return of revange'
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OMG non ci credo sono riuscita a scrivere il capitolo giusto!  

É passato tipo quanto? Dal 2011! Sei anni, che vergogna mamma mia!  

Devo ammettere che in questi anni anche se me ne sono successe di tutti i colori, il pensiero mi tornava comunque a questa fanfiction e a questa storia, tornavo a rileggerla e a fantasticare, ma più passava il tempo e più mi dicevo "che peccato" "oramai". Ma negli ultimi giorni mi sono detta perché no? Dopo tutto la storia sai benissimo come procede, allora qual è il problema? Quindi ho deciso di eliminare l'ultimo capitolo che non mi piaceva assolutamente, forzatissimo e senza senso proprio perché non era il momento di scriverlo, e ho scritto il nuovo capitolo 34°. Lo so che non troverò più i miei vecchi lettori, leggo e rileggo sempre le vostre recensioni con estremo piacere e mi mancate tanto, e sicuramente anche il fandom è cambiato, forse non ci sarà manco più nessuno, ma ieri sera mi ci sono messa su, ho fatto le quattro del mattino, e ho scritto il capitolo e sono felicissima perché scrivere è una cosa che adoro, sono legatissima a questa storia e spero di avere il tempo e la forza di concluderla. 

Sono sicuramente arrugginita, e credo proprio che non riuscirò a raggiungere il livello di tecnica e la profondità che avevo prima, ma l'importante è tornare in pista.  

È un capitolo diciamo breve ma ricco di informazioni e una buona base per ripartire, è il giusto modo per continuare, me lo sento!  

Buona lettura ci vediamo a fine capitolo 

 

 

 

 

 

34° Il punto della situazione  

 

-Il villaggio è stato completamente distrutto. C'è stato qualche ferito, Rei e Ran domani partiranno per raggiungere Lai e gli altri.- 

-Un incendio hai detto, giusto?- 

-Sì.... Perché?- aggiunse infine sempre più perplesso per l'aria estremamente pensierosa e preoccupata di Ari. -Qualcosa non ti convince?-  

Lei non si curò neanche di guardarlo tanto era assorta nei suoi pensieri. Aveva preso a mordicchiarsi l'unghia del pollice destro con nervosismo e la fronte era aggrottata. -Poco prima dell'alba....- sussurrò piano. -Un villaggio isolato in mezzo alle montagne.-  

Si voltò di scatto verso di lui guardandolo dritto negli occhi. -Non si sa altro? Se qualcuno negli ultimi tempi si è avvicinato al villaggio, qualche visitatore, uno straniero, qualcuno che è uscito dal villaggio? Manca qualcosa? 

-No, non sappiamo altro.- rispose Takao ora impensierito dal modo in cui l'amica stava rimuginando sulla questione che lui aveva letto fin da subito come un brutto incidente. -Pensi che possa essere stato doloso?-  

Ari torno a guardare dritto davanti a se, questa volta senza tormentarsi le unghie, con espressione seria e corrucciata e Takao seduto accanto a lei la scrutava attento e serio. La luce rossastra del tramonto si insinuava nel capannone lasciando molti punti di quell'immenso spazio immersi nell'oscurità.  

-Non so. Non so nemmeno se è una buona idea lasciare che Rei parta ad una settimana dall'annuncio del nuovo campionato. Tutta questa storia non mi piace!- ammise infine.  

-Considera che il villaggio di Rei è un piccolo agglomerato di capanne,  incidenti del genere possono capitare.- puntualizzò lui cercando di minimizzare le preoccupazioni dell'amica.  

-Qualche tempo fa mi hai detto che una certa Mariam ha contattato Max per metterlo in guardia, giusto?- 

Takao annuì. Ari tornò ad appoggiare il mento sul palmo della mano chiusa a pugno.  

-Puoi ricordarmi per sommi capi questa Mariam da dove spunta?-  

Takao distolse lo sguardo da lei concentrandosi su un punto vuoto di fronte. -Faceva parte di una setta: gli Scudi Sacri. Qualche anno fa provarono a prenderci i bit power con l'intento di sigillarli nella roccia perché ritenevano che fossero troppo pericolosi per l'umanità. Alla fine compresero che non c'è pericolo finché restavano nelle nostre mani.- concluse sospirando.  

Lei scese con una spinta dalla cassa sulla quale erano seduti e fece qualche passo avanti dandogli sempre le spalle, con le mani appoggiate sui fianchi.  

-E dopo anni si è rifatta viva solo per dire a Max di stare in guardia per poi volatilizzarsi nel nulla!- continuò Ari. -L'ha incontrato in un posto affollato per una manciata di secondi, gli ha detto solo questo senza lasciargli il tempo di dire o fare nulla e, a detta di Max, era guardinga, spaventata ed è sparita. È chiaro che ha fatto ciò che non avrebbe dovuto avvertendolo, ha rischiato pur di comunicargli quel messaggio!- si voltò verso il ragazzo ancora seduto sulla grossa cassa e lo guardò grave. -È legittimo pensare al peggio, ti pare?-  

Takao abbassò lo sguardo a terra cercando di trovare un senso a tutti questi eventi. -Forse, ma è azzardato vedere un pericolo dietro ogni cosa. Prima dovremmo aspettare di sapere dai Baiuzu...- 

-Se si tratta di professionisti sanno bene come camuffare un incendio doloso in un incidente.- lo freddò -Dobbiamo stare in guardia!- 

-Quindi secondo te non è una coincidenza.-  

Ari sospirò e incrociò le braccia al petto. Non lo era, ne era certa. Stavano avvenendo troppe cose strane e poco chiare, e il villaggio della Tigre Bianca distrutto era solo l'ultima di una serie.  

Lei stessa era ancora scossa a distanza di una settimana dalla notizia che le aveva dato Yuri, tanto che anche Takao appena l'aveva vista poco più di una mezz'ora prima si era accorto che c'era qualcosa che non andava.  

E come poteva essere diversamente? Le bastava un attimo e tornava a pensare sempre a quello che le aveva detto e ancora non poteva crederci. Morto... Vladimir Vorkov morto!  

Le venne meno il fiato. Yuri aveva voluto parlarne solo e direttamente con lei, evidentemente dopo averci riflettuto parecchio e forse anche troppo. La paura che lei c'entrasse qualcosa l'aveva logorato. 

"Dove sei stata domenica scorsa? Cosa hai fatto?" Le aveva chiesto a brucia pelo una volta chiusa la porta della sua stanza alle sue spalle. Glielo disse chiaramente di non mentire, che già sapeva che si era recata a Tokyo. Lei era rimasta spiazzata, non per le domande di per sé, ma per la viva preoccupazione che leggeva sul suo volto, preoccupazione che l'aveva trasfigurato nei giorni precedenti: era sciupato e stanco, più pallido del solito e trasandato, e lei lo sapeva bene, Yuri non era mai in disordine, niente riusciva a scomporlo. Niente tranne questo evidentemente.  

Vorkov era stato trovato morto sgozzato. Qualcuno aveva pagato la cauzione per farlo uscire di prigione e poi era stato ritrovato morto tre giorni dopo.  

"Ti prego Ariel, dimmi che non sei stata tu!" L'aveva supplicata serio e teso il suo capitano guardandola dritto negli occhi. Ma lei non era riuscita a dire una sola parola a quella notizia. Il cervello le si era bloccato e svuotato e a stento riusciva a vedere quegli occhi così azzurri e stanchi e a sentire le sue mani fredde e tremanti prenderle il viso, finché non l'aveva scacciato e allontanato e una potente nausea l'aveva travolta. Quell'individuo, quell'essere schifoso aveva spirato il suo ultimo respiro e non per mano sua. Qualcuno lo aveva ammazzato come il porco che era. Yuri l'aveva richiamata ancora in attesa di quella fatidica risposta alla domanda che non lo aveva fatto dormire per giorni. Le aveva chiesto se lei c'entrasse qualcosa, quindi non si sapeva nemmeno chi si era tolto questo piacere di ucciderlo. "No, io non c'entro niente, non sapevo niente!" Aveva risposto con un filo di voce mentre cercava di controllare quella sensazione di nausea e l'agitazione. Avrebbe voluto ucciderlo lei? Affrontarlo un'ultima volta? Guardare negli occhi il suo aguzzino e torturarlo fino alla pazzia? Le sarebbe bastato? Sicuramente avrebbe attutito quel senso di vuoto e vertigini che l'aveva travolta alla notizia della sua morte. Era stata una semplice esecuzione, non aveva sofferto abbastanza per i suoi gusti.  

"Qualcuno può confermare?" Aveva insistito Yuri ancora angustiato.  

"Ho visto Max e la tipetta piccolina... e Daichi. Poi ho passato tutta la giornata con Takao, chiedi pure a loro." Gli aveva risposto atona mentre pensava ancora al corpo senza vita di quel bastardo. No, aveva sofferto troppo poco! Era troppo poco!  E per il sollievo Yuri doveva averla abbracciata perché si era ritrovata senza accorgersene a stringere con rabbia tra i pugni la felpa di lui, e il viso affondato nell'incavo del suo collo. "Troppo facile Yuri!" Aveva ripetuto più e più volte, "solo sgozzato! È troppo facile!". Le sembrava di sentire ancora la voce di lui ripetere "lo so, lo so" in continuazione nelle sue orecchie. L'aveva travolta un soverchiante senso di frustrazione e impotenza, la stessa che ora in quel capannone stava tornando a investirla in pieno 

Si portò una mano davanti al viso stringendo forte le dita sulle tempie e serrò gli occhi, sforzandosi di scacciare via tutti i ricordi, il male e il lerciume legato a quell'uomo. 

-Tutto ok, Ari?-  

La voce di Takao la scosse e la riportò alla realtà e riprese a respirare. Stava trattenendo il fiato!  

Alzò lo sguardo, la stava guardando con apprensione. Doveva aver notato il cambiamento improvviso sul suo volto.  

Lei deglutì a fatica e annuì appena.  

-C'è qualcosa che non va Ari?- chiese ancora Takao seduto teso sulla cassa, come indeciso se scendere e avvicinarsi a lei. La osservava con insistenza perché il suo comportamento doveva essergli sembrato strano, non l'aveva mai vista così scossa e assente, nemmeno alla fine del campionato dell'anno precedente.  

-No.- rispose secca lei ricomponendosi e riprendendo la sua aria sicura 

A mente fredda nei giorni seguenti era arrivata, insieme a Yuri, alla conclusione che chi aveva fatto uscire di prigione Vorkov doveva anche essere lo stesso mandante dell'esecuzione, quindi questo per lei rientrava nella lista degli strani eventi che si stavano verificando negli ultimi tempi. 

Ma Takao di questa storia non sapeva niente e non glielo avrebbe detto. Non era il caso di fargli sapere che forse c'era di mezzo anche un omicidio.  

-Ricapitolando: Max qualche mese fa riceve un avvertimento da una degli Scudi Sacri; qualcuno durante la tua assenza ha rubato la spada dove era custodito il Drago Azzurro e ieri il villaggio di Rei è stato raso al suolo dalle fiamme.- 

Takao annuì. -Cosa devo fare secondo te? Avverto il ragazzi? Chiedo a Rei di non partire?-  

-No! Lascia che vada, non c'è bisogno di allertare tutti. Rei è abbastanza sveglio, se dovesse esserci qualcosa di strano se ne renderebbe conto immediatamente.- disse bruscamente tornando a tormentare l'unghia del pollice e a riflettere.  

Infine lo guardò con sguardo deciso: era arrivata a una soluzione. 

-Convinci Max e Rei a restare nei BladeBreakers anche quest'anno. Pensi di riuscirci?-  

-Lascia fare a me!- le rispose accennando un sorriso sicuro e facendole l'occhiolino. 

-Io spiegherò a Kai la situazione.- continuò lei avvicinandosi e guardandolo dritto negli occhi. -Dovete restare uniti voi quattro, qualunque sarà la modalità del campionato. Tutta questa situazione non mi sta piacendo! - 

-Ma pensi che lui c'entri qualcosa?- chiese di nuovo serio Takao. 

Ari sospirò impensierita, mordicchiandosi il labro interno e appoggiò le mani sui fianchi. Alla fine scosse la testa e si strinse nelle spalle. -Non lo so Takao.- ammise dispiaciuta.  

Lui spostò lo sguardo a terra angosciato e rassegnato. 

Le aveva creduto senza indugio. Non voleva farlo preoccupare ulteriormente, non ce n'era bisogno, ma quel tizio puzzava di sangue e lo aveva sentito fin dal primo momento, lui c'entrava eccome! Sembrava tutto partire da lui, tutto collegato eppure non c'erano fili, era immacolato, non c'era niente e la cosa la metteva ancora di più in allerta.  

Fuori il sole era tramontato da un po' e le luci dei lampioni entravano fioche dalle piccole finestre in alto. Dei passi attirarono la loro attenzione. Era Hiruta. Spuntò sulla soglia della porta in fondo.   

-Mayer! È tutto ok, i ragazzi vogliono sapere se possiamo fare altro.-  

Ari si girò verso di lui. -Va bene così, ce ne stiamo andando, ci vediamo la prossima settimana!-  

Lui fece un cenno e sparì per strada senza fare una piega.  

Takao restò per un po' a fissare il varco vuoto dove poco prima era apparso Hiruta, e alla fine ridacchiò divertito passandosi una mano tra i capelli scuri.  

-Ancora mi fa strano pensare che sei il nuovo capo della vecchia gang di Kai! E pensare che l'ho conosciuto proprio grazie a Hiruta!-  

-Non sono il loro capo, te l'ho già detto l'altra volta!- ribadì Ari. -Mi fanno solo qualche favore.-  

Takao scivolò giù dalla cassa e le si mise a fianco. 

-A me sembri proprio il capo.- insistette ridacchiando. -È divertente!-  

-Cosa è divertente?- chiese lei paziente incamminandosi insieme a lui verso l'uscita.  

-Pensare a te a capo di una banda di teppisti!-  

-Ma per piacere!- sbuffò richiudendosi la porta alle spalle. 

-Che fai ora?-  

-Dovrei riuscire a prendere l'ultimo treno...-  

-Resta da me stanotte dai, anche se prendi il treno troverai sicuramente i cancelli chiusi.- le propose lui speranzoso continuando a camminare. Lei si limitò a sbuffare.  

-Dai! C'è solo il nonno a casa e mi scoccio! Daichi è a dormire da Max, Rei e Ran sono da Sayu perché domani mattina li accompagna suo padre all'aeroporto.-  

Lei sbuffò ancora. In effetti non aveva alcuna voglia di scavalcare i cancelli della scuola e rischiare l'osso del collo per arrampicarsi fino alla sua stanza al secondo piano, ne di dormire fuori o in stazione. Si era fatto tardi perché era partita già tardi, appena le aveva telefonato per aggiornarla sulla questione del villaggio di Rei 

Lui continuava a blaterale cercando di convincerla, e per almeno trecento metri non fece altro. 

-Takao!- il suo tono severo e intransigente lo zittì, facendolo fermare di punto in bianco in mezzo alla strada. -Cosa ti avevo detto in proposito?-  

-Ah stavo...-   

-Sì!-  

Lui ridacchiò imbarazzato. Poi le passò un braccio intorno a collo e se la trascinò con se seguendo la strada verso casa. -Sì, scusa... tanto lo so che mi adori lo stesso anche quando blatero!-  

Ari sbuffò di nuovo e roteò gli occhi verso il cielo, stretta sotto il braccio di Takao, iniziando a valutare tra sé e sé che magari dormire in stazione non era poi tanto male come idea.  

-E stasera si cena col gelato!- continuò lui. -A quello non hai mai detto di no!- 

-Veramente non ho mai detto di no a un bel bicchierino di vodka...- precisò lei venendo ignorata.  

-Potresti comunque assicurarti che Rei e Max accettino di restare con te quest'anno prima che Rei parta per la Cina?-  

-Domani mattina sarà fatto allora!-  

Oramai erano arrivati davanti al cancello di casa Kinomiya. Takao la lasciò e lo aprì e le fece cenno di seguirlo dentro. -E spero che la modalità sia come quella dell'anno scorso. Ti voglio assolutamente con noi!-  

Ari lo guardò dubbiosa e Takao doveva aver colto la sua perplessità perché aggrottò la fronte e le chiese: -Che c'è? Sei dei BladeBreakers pure tu, se non ci sei che senso ha?-  

-Che scemenze!- lo liquidò superandolo entrando per prima nell'ingresso illuminato.  

-Non dirmi che alla fine è te che devo convincere a tornare in squadra!- 

Ari si sfilò gli stivali rispondendogli con tono duro. -Takao non ho mai fatto veramente parte dei BladeBreakers, lo sai!- 

Takao le si piazzò di fronte, gonfiò le guance seccato e alzo un dito e lentamente lo mise proprio al centro della fronte della ragazza che lo guardò con tanto d'occhi senza capire che cosa diavolo stesse facendo 

-Mettitelo in questa testa dura che sei dei nostri e lo sei stata dal primo momento in cui hai messo piede in casa mia! E se veramente dobbiamo stare uniti allora tu non puoi mancare!-  

Ari rimase zitta a fissarlo con sguardo indecifrabile. E si fissarono negli occhi per un bel po', finché lei non si spazientì. -Se mi togli questo dito dalla fronte prima che decisa di rompertelo mi faresti un favore!-  

Ma Takao non si fece intimorire e anzi iniziò a picchiettare col dito sempre sullo stesso punto della fronte di lei, spiazzandola. -E tu hai recepito il messaggio?- chiese presuntuoso.  

Ari per un attimo fremette e le narici si dilatarono e si dovette sforzare all'inverosimile per non mollargli una testata sui denti o per non strappargli il dito con un morso. Si limitò ad afferrargli il dito e a scostarlo dalla sua faccia.  

-Forte e chiaro.- rispose con voce tirata. 

-Ottimo!- annuì soddisfatto Takao -Ora puoi restituirmi il dito, grazie!  

E in effetti Ari ancora non lo aveva mollato, teneva saldo il dito molesto di Takao nel suo pugno e lo lasciò andare solo dopo qualche secondo. Si voltò e si avviò nel corridoio mollandolo lì.  

-Allora, questo gelato che mi hai promesso?-  

Takao sorrise, si sfilò le scarpe e la seguì. -Subito!- 

Ari sospirò rassegnata e si accasciò sul tavolo della cucina stancamente. Questa era la volta buona che Yuri e Kai la ammazzavano, pensò rassegnata tra sé e sé. Certo nessuno dei due l'avrebbe presa bene se fosse tornata con i Bladebreakers 

 

 

 

 

Il signor Matsuda seguiva con trepidante attenzione i ragazzi seduti nel suo salotto.  

Takao Kinomiya, il campione del mondo, aveva telefonato quella mattina verso le sette meno un quarto avvertendoli che sarebbe passato da lui insieme a Max Mitsuhara perché doveva parlare con quest'ultimo e con Rei Kon di una cosa dell'estrema urgenza e importanza. 

-So che sto per chiedervi molto ragazzi.- esordì Takao con quel tono serio e posato che aveva oramai adottato negli ultimi mesi.  

Rei e Max si scambiarono uno sguardo fugace. Confidavano tutto nel nuovo campionato per vedere tornare il vero Takao, sostituito dal quel damerino estremamente educato e tranquillo che avevano ancora lì, seduto sulla poltrona di fronte a loro. E quando quella mattina avevano ricevuto quella chiamata tanto urgente da parte sua si erano messi subito in allerta, anche se era ancora il non-Takao ad averli chiamati, perché appunto da quanto era cambiato non aveva mai dimostrato alcun interesse nel cercarli. Ancora non capivano quale fosse stata la causa di quella metamorfosi inquietante: Sayu sosteneva che fosse colpa sua e della storia tra Hilary e Ryoko, Il padre e il fratello attribuivano tutto questo ad un improvviso picco di crescita e maturità, Rei aveva addirittura pensato che fosse stato per il furto della spada durante la sua assenza e la conseguente paura per suo nonno.  Quindi i due poveretti ora si trovavano più che svegli alle sette del mattino pronti a sentire cosa avesse di tanto importante da dirgli il non-Takao da non poter essere rimandato  

assolutamente. 

-Vi ho voluti qui per farvi sapere che, anche se forse è ancora presto, per me sarebbe estremamente importante poter affrontare il prossimo campionato con voi al mio fianco. Lo so di chiedervi molto ma...- 

A Max andrò di traverso la saliva. Come diavolo parlava!? Ora entrambi lo guardavano con tanto d'occhi, seduti rigidi e tesi, ammutoliti.  

Ran, ferma in un angolo fino a quel momento ad osservare perplessa la scena, scattò subito come una furia, pronta ad opporsi a quella richiesta assurda. Non poteva arrivare quel tipo e chiedere una cosa del genere a suo fratello! Con che faccia tosta e con che coraggio, Rei una squadra già ce l'aveva! Ma Rei senza neanche guardarla la fermò ancora prima che le uscisse un solo suono dalla bocca, con un gesto severo della mano, facendola immediatamente tacere. Era troppo concentrato sul ragazzo che aveva di fronte. 

-Vi posso assicurare che non ve lo chiedo a cuor leggero, so bene che ognuno di voi ha una propria squadra alle spalle e degli obbiettivi, ne avevamo già parlato tempo fa.-  

Takao fece una pausa, parlava con una serenità disarmante. Sorrise, in quel modo così pacato a entrambi, come se non si fosse minimamente accorto delle loro espressioni scioccate e angustiate.  

-Non pretendo che mi diate una risposta immediata- aggiunse dopo qualche attimo di silenzio. -Capisco, soprattutto tu Rei, anzi, sono sicuramente inopportuno a chiederti una cosa del genere visto quello che è successo al tuo villaggio e la tua imminente partenza. Ma vi prego di pensarci seriamente.- 

Max e Rei rimasero a fissarlo per qualche secondo, o forse di più, finché non si voltarono l'uno verso l'altro come a decidere chi avrebbe dovuto parlare, soprattutto capire cosa rispondere. Alla fine parlò Max, si prese di coraggio, la bocca gli si era fatta secca. 

-Ma Takao, vedi, non si sa ancora nemmeno come si svolgerà il campionato...- gli fece presente titubante, come se davanti avesse un pazzo instabile pronto a scattare alla prima parola sbagliata. 

E gli sorrise. Takao gli sorrise e loro tremarono impercettibilmente.  

-Lo so, e comunque vada, qualunque sarà la decisione del presidente Daitenji, io vi considererò sempre parte della mia squadra. Voi siete la mia forza più grande! Per questo ho bisogno di avervi al mio fianco mai come ora.- 

Il signor Matsuda era in lacrime per la commozione. Quel ragazzo era il massimo esempio di sportività e modestia, un campione di spirito! Sayu invece era sconcertata, osservata Takao con una mano sul viso come a volersi capacitare. E anche gli altri due erano spiazzati e angosciati, proprio perché la modestia non faceva assolutamente parte di Takao!  

-Adesso devo andare.- disse alzandosi come se fosse appena finita una normale chiacchierata tra amici. Si sistemò la giacca, sempre con quell'espressione serafica, fece l'occhiolino ai due amici ancora seduti sul divano, ancora troppo sbigottiti per reagire, e accennò un sorrisetto complice. -Devo accompagnare la mia ragazza alla stazione!- disse con tono pacato per poi salutare Sayu e la piccola Ran, ancora fumante di rabbia, e ringraziare il signor Matsuda per l'ospitalità e andarsene. 

Max e Rei erano talmente scossi che nemmeno fecero caso all'ultima cosa che aveva detto alzandosi. Rimasero lì imbambolati per parecchi minuti senza riuscire a fare nulla. 

Rei si passò le mani sul visto teso. -Sta per morire... non c'è altra spiegazione!- esclamò. 

Max ora guardava fisso a terra. La mente era bloccata, la gola si era fatta secca, era vinto dalla preoccupazione.  

-Forse sta male e...- Rei non riuscì nemmeno a terminare la frase.  

-Non c'è altra spiegazione!- continuò Max con un tono più acuto del dovuto.  

Rei si voltò verso l'amico biondo cercando il suo sostegno. -Cosa dobbiamo fare?- 

-Non lo so.... Arrivare a tanto, a parlare in quel modo, non è lui! Io... e se non si riprendesse? Se una volta iniziato il campionato non tornasse come prima?-  

 ridicolo!- sentenziò esasperata Ran incrociando le braccia e guardando severamente il fratello pronta a fargli una ramanzina, ma venne ignorata. 

-Ma non possiamo lasciarlo solo.- continuò Max.  

-Ha parlato come se fosse il suo ultimo campionato.- aggiunse Rei sempre più convinto del peggio.  

-Sono preoccupato Rei, dobbiamo fare qualcosa!-  

Rei annuì nervosamente e si alzò dal divano. -Anche io, ma per ora devo andare. Appena torno cerchiamo di… capire e di aiutarlo.- 

 

 

 

Ookkk chissà se qualcuno leggerà XD fatemi sapere se chi siete! Anche un "chi non muore si rivede!" Va bene, del tipo batti un colpo se ci sei!  

Un bacio dalla vostra Pinca!  

   
 
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