Fall


 

La notte porta consiglio, dicono.
Ma io di notte non riesco a trovare pace, a trovare una via d'uscita: finisco sempre sul davanzale della mia finestra, circondato dal fumo delle mie sigarette e dal tuo odore sulla mia felpa.
Nemmeno il silenzio assoluto delle montagne o il frastuono dei locali riesce a distrami.
Sei nella mia testa, sempre.

Ricordo ancora quando mi hai detto che saresti sempre stato il mio amico.
Ho sentito il cuore infrangersi, il cielo cadermi addosso e gli occhi riempirsi di lacrime, quasi fossero un fiume in piena.
Ma mi sono trattenuto, ero troppo felice di essermi avvicinato così tanto a te.
Gli allenamenti non aiutano.
Tu non sei d'aiuto.
Quei capelli, quei vestiti attillati coi quali mi vieni sempre ad abbracciare a fine allenamento.
Il modo in cui riempi i miei vestiti col tuo odore quando mi fai accomodare sul tuo divano.
Tutto, tutto non aiuta.
Ogni gesto mi distrugge. Mi sto autodistruggendo.
 

"Mi sono innamorato" mi hai detto, giusto una settimana fa.
Pensavo speravo di essere il fortunato ma a quanto pare il soggetto è donna.
Il soggetto delle tue attenzioni ha i capelli rossi.
Dimmi, pensi mai a me?
O la tua mente è annebbiata da quell'essenza femminile?
Sei anche tu nella mia stessa situazione?
Sono felice per te. Per voi.
Ma vorrei che fosse un noi.


Oggi siamo sull'altare insieme.
Mi guardi, mi sorridi e mi stringi la mano, sei nervoso.
Sorrido, dentro voglio morire e il cuore salta un battito per il tuo vestito nero, due quando vedo la sposa arrivare tutta vestita di bianco, accompagnata dal proprio padre.
Tremi e stringi la mia mano: Beka, grazie.
Vorrei sposarti. Non potrò mai.
Non sarai mai mio, Yura.