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Autore: _ A r i a    09/05/2017    5 recensioni
[DaiSuga | 454 parole | esposizione universale di Parigi 1889!AU]
Storia partecipante al Flash contest – il tempo di un tramonto indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP
Quando Sugawara incontra Daichi per la prima volta, si sta aggirando in uno degli edifici adibiti all’esposizione.
Non si spiega perché rimanga incantato a fissarlo: a un primo sguardo non sembrerebbe niente di più che un giovane uomo di venti, massimo venticinque anni, con indosso un lungo soprabito nero, in visita al suo stesso padiglione nell’istante esatto in cui anche lui si trova lì.
Eppure, al di là di quella sorprendente casistica, Sugawara sente che c’è molto di più a legarli.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nickname su EFP e sul forum: Aria/AriaBlack
Titolo: Stralci primaverili – quando la notte era lontana
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Pairing: DaiSuga (accennata)
Introduzione: [DaiSuga | 454 parole | esposizione universale di Parigi 1889!AU]
Storia partecipante al Flash contest – il tempo di un tramonto indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP
Quando Sugawara incontra Daichi per la prima volta, si sta aggirando in uno degli edifici adibiti all’esposizione.
Non si spiega perché rimanga incantato a fissarlo: a un primo sguardo non sembrerebbe niente di più che un giovane uomo di venti, massimo venticinque anni, con indosso un lungo soprabito nero, in visita al suo stesso padiglione nell’istante esatto in cui anche lui si trova lì.
Eppure, al di là di quella sorprendente casistica, Sugawara sente che c’è molto di più a legarli.
Note dell’autrice: in fondo alla storia



Stralci primaverili – quando la notte era lontana



Una brezza leggera attraversa il cielo primaverile. Un suono – una risata – che prorompe nell’aria, mentre dei bambini giocano a rincorrersi nel prato poco distante.
In una giornata ideale per trascorrere del tempo all’aria aperta, gli Champ-de-Mars si riempiono di persone d’ogni sorta.
Sugawara fa scattare il dagherrotipo, così che anche quell’immagine idilliaca s’imprima indelebile nel tempo.
Come previsto, l’esposizione universale ha richiamato a Parigi un numero esorbitante di visitatori, giunti sin lì da ogni parte d’Europa – e non solo.
Al di là delle innovazioni scientifiche proposte, quel che davvero colpisce il giovane fotografo è il clima gioviale che si respira da un mese a quella parte, coincidendo con l’inizio di quel mastodontico evento, che si protrarrà per i successivi sei mesi.
Sugawara sospira, incantato.
Ahh, se solo fosse sempre così, probabilmente Parigi sarebbe una città ancor migliore di quanto già non sia.

***

Il treno sbuffa pigramente, mentre una colonna di vapore si alza tutt’attorno.
Daichi è seduto nei pressi del finestrino, la guancia premuta contro il palmo della mano aperta.
Da giorni è in viaggio verso Parigi, attratto – come molti altri assieme a lui – dall’esposizione universale che lì si sta tenendo. Ora che si sta avvicinando sempre di più alla Gare de Montparnasse, comincia a sentirsi piuttosto impaziente.
Ha cambiato treno diverse volte, dopo la sua partenza dalla Catalogna. Il pensiero, dunque, di essere arrivato finalmente al suo capolinea lo elettrizza più di quel che in realtà dovrebbe.
Valuta che, in fin dei conti, tutte le persone presenti su quella locomotiva sono lì per lo stesso, identico motivo: l’esposizione richiama a sé chiunque, come luce per falene.
D’altronde, non è esattamente ciò che ci si aspetterebbe da un evento dalla simile portata?
Che accomuni le persone, che faccia battere i loro cuori all’unisono.

***

Quando Sugawara incontra Daichi per la prima volta, si sta aggirando in uno degli edifici adibiti all’esposizione.
Non si spiega perché rimanga incantato a fissarlo: a un primo sguardo non sembrerebbe niente di più che un giovane uomo di venti, massimo venticinque anni, con indosso un lungo soprabito nero, in visita al suo stesso padiglione nell’istante esatto in cui anche lui si trova lì.
Eppure, al di là di quella sorprendente casistica, Sugawara sente che c’è molto di più a legarli.

***


Tra una chiacchiera e l’altra, nessuno dei due si accorge di quanto si sia fatto tardi.
Daichi ha insistito per pagargli la cena, incuriosito da quella sua aria sognante e dal dagherrotipo che porta sempre con sé.
Ora stanno camminando lungo la rive gauche, nei pressi de La Sorbonne. I loro pensieri sono leggeri come lucciole – complice anche il vino dolce che hanno bevuto.
D’un tratto, le labbra di Daichi sono sulle sue, un contatto così leggero che Sugawara crede d’averlo sognato.
Quando Daichi fa per allontanarsi, Sugawara lo riavvicina a sé.
Divorami le labbra di baci, se vuoi. Sono tuo.



 O T E S 

Ed eccomi qui, finalmente alle prese con la mia seconda storia su Haikyuu!!, questa volta su Daichi e Sugawara e, per di più, per un contest.
Ammetto che ho molti dubbi per questa storia: faccio schifo a scrivere flash, volevo inserire un altro pezzo ma poi mi sono dimenticata quale fosse (e forse è anche meglio così, conoscendo la mia natura prolissa avrei finito senza dubbio per sforare il limite di parole x.x”) e inoltre ho paura di aver caratterizzato i personaggi in maniera pessima, con ogni probabilità proprio a causa di questa mia incapacità di esprimermi in così poche parole.
Ad ogni modo, ho deciso comunque di consegnare la storia al contest “Flash contest – il tempo di un tramonto” a cui partecipa. Prima di tutto perché è quasi un anno che continuo a ritirarmi da quelli indetti dalla mia amica Ayumu Okazaki e francamente la cosa stava cominciando a diventare frustrante sia per me che per lei (nota bene: questo non significa che, per quanto possa continuare ad avere dei dubbi in merito a questa fanfiction, preferisca non pubblicarla. Egoisticamente, visto che ormai l’ho scritta, preferisco pubblicarla e lasciarla concorrere lo stesso nel contest, anche per avere almeno così un parere sincero e disinteressato in merito, che possa aiutarmi a comprendere ciò che è giusto e le cose che, invece, ho sbagliato, così da poter comprendere i miei errori, con la speranza che in questo modo io possa migliorare, in futuro ^^); inoltre, essendo solo alla mia seconda fanfiction sul fandom di Haikyuu!!, mi rendo conto che ho ancora molta strada da fare, per cui preferisco postare comunque la fanfiction, nonostante continui a vederci una marea di imprecisioni, poiché mi rendo conto che non c’è modo migliore che il confronto con gli altri per comprendere quali siano i punti su cui devo lavorare ~
Comunque, vorrei specificare alcune cose: la storia si svolge nel 1889, durante l’esposizione universale di Parigi tenutasi in quell’anno. Ho scelto di ambientare la flashfic in quest’anno (e non, ad esempio, nel 1900, durante il quale si è tenuta un’altra esposizione universale a Parigi) poiché è a quest’edizione che risale la costruzione della Torre Eiffel. Mi piaceva l’idea che ci fosse questo monumento a fare da sfondo alla storia, così come che fosse l’anno della sua inaugurazione ad accompagnare le vicende dei cari personaggi. L’esposizione di quell’anno non viene ricordata per particolari innovazioni scientifiche ma, insomma, Torre Eiffel>>> o^o
Ho deciso inoltre di presentare per questo contest un’AU perché notoriamente è il tipo di storie che preferisco scrivere, forse anche quello che mi riesce meglio (o più probabilmente, l’unico che io sia in grado di sviluppare x-x). E poi questa era un’idea che mi frullava per la testa già da un po’ di tempo, così con questo contest ho deciso di cogliere la palla al balzo per svilupparla. Non credo che sia venuta poi così bene, forse se l’avessi buttata giù come una one shot avrebbe avuto tutto un altro sapore; per non parlare del fatto che non so quanto sia conveniente scegliere un’AU per un contest vi ho mai detto che mi faccio sempre un sacco di pare mentali per qualsiasi cosa? owo ma come si suol dire, ormai le jeux sont fait, no?
Basta con questa Francia. Ci sono stata fino a ieri, ne ho abbastanza ;-;
Il dagherrotipo, invece, è l’antenato della nostra macchina fotografica e, stando alle mie ricerche, era in uso in quell’epoca. Spero di non aver toppato alla grande x.x
Il titolo: ovviamente Stralci primaverili fa riferimento al fatto che la storia si svolge in primavera, mentre il quando la notte era lontana è dovuto all’ultima parte della storia, in cui è effettivamente notte, solo che Daichi e Sugawara probabilmente non se ne accorgono neanche, oppure – se lo fanno – non ci danno poi così tanto peso, perché abbagliati dallo splendore del loro amore. Una relazione omosessuale in quell’epoca era davvero difficile da sostenere, tuttavia noi non sappiamo come sia andata a finire la storia: ai posteri l’ardua sentenza ^^
La caratterizzazione dei personaggi: credo che quella di Sugawara mi sia venuta meglio e non certo perché è il mio personaggio preferito, nono. Forse è anche perché, nell’esiguità della storia, è quello che ha maggiore spazio – per quanto io mi sia impegnata a darne la stessa quantità ad entrambi. Ho tanta paura per l’IC di Daichi, perché temo che sia poco in risalto T.T la scelta di un Suga con il dagherrotipo l’ho trovata molto tenera, ecco forse da cosa sia nata la decisione d’inserirla ** c’è molta dolcezza nella sua caratterizzazione e francamente la cosa è voluta, poiché trovo che sia una connotazione che gli si addice molto. Anche se non specificato (sigh, i complessi del limite di parole >w<) nella mia testa sarebbe un artista – un fotografo, per la precisione – squattrinato, che vive a Montmartre (la zona parigina degli artisti **) ed è sempre alla ricerca dello scatto perfetto. Daichi, invece, è un giovane di origine spagnola, probabilmente un piccolo imprenditore che, come accennato nella storia, arriva a Parigi sull’onda dell’inaugurazione dell’esposizione universale. Nella storia, entrambi dovrebbero avere venti, massimo venticinque anni e ahwn. No, sul serio, scusate se faccio così ma adoro davvero tanto questi due, sono così teneri e dolcini che non riesco a non amarli.
Come dicevo, la storia ha una precisa struttura: come avrete potuto sicuramente ben vedere, si compone di quattro paragrafi. Dovevano essere due dal punto di vista di Daichi e due da quello di Suga, poi però il quarto mi è uscito fuori come una cosa molto ibrida, mentre il terzo non è lungo quanto avrei voluto, perciò argh. Faccio pena in queste cose, lo so.
Che altro devo dire? Ah, sì: diciamo che sia Daichi che Suga provano (come spero che si sia capito) una forte attrazione l’uno per l’altro fin da subito, infatti quando s’incontrano per la prima volta, in uno dei padiglioni dell’esposizione, si guardano a lungo e Sugawara pensano che siano, in qualche modo, legati. Si può trattare di amore al primo sguardo, tuttavia francamente preferisco pensare che sia per un discorso legato alle anime gemelle **
Non sapevo se aggiungere o meno la parte del bacio finale, tuttavia alla fine ho deciso di lasciarla perché il mio animo da shipper ha preso il sopravvento, ahimè—
E boh, non so cos’altro aggiungere. Sono dell’opinione che una fic, per essere una buona storia, debba essere comprensibile anche senza le note. So già che non sarà così per la mia, eppure mi dispiace anche continuare ad aggiungere altre informazioni qui nelle note. Forse risulterebbe tutto molto più comprensibile se la smettessi di aggiungere dettagli su dettagli tanto è inutile che io continui a giustificarmi, arriverò in una posizione orrenda punto e basta--
Forse, l’unica cosa in cui rivedo l’IC di Daichi è il suo lavoro d’imprenditore: un giovane uomo tutto d’un pezzo, con un ruolo di leadership anche nella vita (così come nella Karasuno). E boh, sto palesemente cercando di giustificarmi in tutti i modi per cui la pianto, lo giuro.
Niente, credo che adesso sia tutto. Ringrazio Ayumu che, oltre ad avermi dato la possibilità di partecipare a questo contest si è presa la responsabilità di leggere e giudicare un obbrobrio del genere (poveraccia çwç). Scusa se mi sono ritirata dagli altri tuoi contest ma preferivo sempre lasciar decantare bene le idee prima di consegnare, perché credevo che così sarei riuscita a scrivere una storia migliore, finendo inevitabilmente per ottenere l’effetto contrario, ossia che, con lo scorrere del tempo, l’ispirazione che avevo avuto all’inizio svaniva, per cui, piuttosto che buttare giù una storia che non mi convincesse affatto e senza l’illuminazione che avevo avuto all’inizio, ho sempre preferito lasciar perdere. Questa volta ho preferito ricorrere ad uno stratagemma diverso, ossia scrivere la storia prima ancora di iscrivermi al contest. Ripeto, non so quanto il risultato finale di questa flashfic sia soddisfacente (per me ma anche per voi), tuttavia ormai era pronta e non avevo voglia di tradire ancora una volta le aspettative di una persona a cui tengo molto.
Un altro grazie decisamente sentito va a Marina, che ha letto la storia prima di tutti e che mi ha incoraggiata a farla concorrere al contest nonostante continuasse (e, come ho detto, continui tuttora) a non convincermi del tutto. Lei dice che i personaggi sono IC, per cui qualora non dovesse essere così sapete con chi prendervela--
E niente, ovviamente ringrazio anche tutte le persone che leggeranno questa storia. Se qualcuno dovesse inserirla tra le preferite e le ricordate non potrei far altro che esserne estremamente lieta – anche se dubito che ciò possa accadere, è ovvio. Un feedback tramite recensione è sempre benaccetto, soprattutto viste e considerate tutte queste mie insicurezze in merito alla storia, tuttavia ormai sono una persona immensamente disillusa nella vita, per cui non credo che ne riceverò, affatto ^^
Okay, basta, ho scritto anche troppo, fatemi togliere di torno, sarà meglio—

Aria
   
 
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