Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta per ludo1123456
che
l'aveva richiesta.
Cap.10 Nella tana del lupo
“Deve
entrare qui” disse James, aprendogli la porta della camera da
letto del boss.
“Aspettami
qui” disse Gary a Umbreon. Il suo pokemon negò con
il capo e ritornò
all’interno della sua sfera poké.
James
iniziò
ad allontanarsi e Gary entrò, chiudendosi la porta alle
spalle. Incrociò le
braccia sul petto e fece un paio di passi radente alla parete,
riconobbe una
figura accomodata in una poltrona davanti a lui.
Ash
posò le
labbra sul bordo del bicchiere lasciando un leggero alone sul vetro con
il
proprio fiato. Socchiuse gli occhi, nelle sue iridi si riflettevano le
fiamme
crepitanti che ardevano nel camino.
Gary
osservò
il viso del giovane nella penombra, incorniciato dai capelli mori. Si
appoggiò
alla parete della camera e incrociò le braccia al petto,
teneva un piede
sollevato sulla punta e la gamba piegata.
“Devo
ammettere che quello che ho visto finora è davvero molto
strano. Ci sarà
davvero una festa in maschera?” domandò.
Ash
sorseggiò il vino all’interno del suo bicchiere,
che allontanò lentamente dalla
bocca, e sorrise.
Gary
avvertì
un brivido percorrergli la schiena insieme a delle gocce di sudore
freddo.
<
Sembra
ghignare… ricorda un po’ un pokemon spettro
intento a ipnotizzare la vittima
> pensò.
Metà
del
liquido del bicchiere era stato bevuto dal giovane boss, che
appoggiò il
bicchiere sul tavolinetto di frassino al suo fianco. Mise le mani sui
braccioli
della poltrona e si diede la spinta, alzandosi in piedi, avanzando con
un
incedere regale.
“Ovviamente,
ma sei un vecchio amico e volevo darti la possibilità di
indossare qualcosa di
più appropriato per l’occasione”
sussurrò.
Gary
ridacchiò e indicò i polsini di merletto della
camicia bianca di seta che
indossava l’altro.
“Qualcosa
stile ottocento come te?” domandò.
Ash
raggiunse il pesante armadio di ciliegio e aprì le ante.
“Sai,
mio
padre proveniva da un’antica e importante famiglia italiana.
Mi sono recato lì
e vi sono stato due mesi, per potermi allenare, e così
gestire al meglio la mia
‘famiglia’” spiegò. Si
spostò lateralmente e indicò i vestiti con una
mano. “E
lì ci tengono a tradizioni come questa”
sussurrò con voce roca.
Gary
lo
fissò assottigliando gli occhi.
Il
piccolo
Ash arrossì e si grattò una guancia paffutella.
“Davvero
me
la regali?” domandò.
Gary
lanciò
in aria la pokeball sveglia di plastica e l’altro piccolo
cercò di prenderla al
volo. Il giocattolo cadde per terra e Ash mugolò. Si
gettò in ginocchio e la
raccolse, stringendola al petto.
“S-si
è
rotta” gemette.
L’altro
bambino scrollò le spalle.
“Non
si
rompe con così poco e sì, puoi tenerla, ne
avrò una migliore a breve” si vantò.
Ash
chiuse
gli occhi e sorrise.
“Grazie!”
trillò.
Gary
batté
un paio di volte le palpebre e raggiunse l’armadio.
Osservò di sottecchi i
pantaloni a coste blu dell’altro giovane e la lunga
palandrana nera che
indossava, dello stesso colore dei suoi stivali. Strinse le labbra e si
girò,
afferrò una camicia blu mare.
<
Mi
sembra come se il nostro rapporto si fosse capovolto e ora lui fosse su
un
gradino superiore al mio, irraggiungibile. Lo hanno clonato in Italia,
per
caso? > si domandò.
“Hai
intenzione di fissarmi mentre mi cambio?” chiese indurendo il
tono.
Ash
gli
sfiorò la spalla con la mano e ridacchiò.
“Certo
che
no, vecchio amico mio. Ti aspetto fuori” sussurrò
seducente, allontanandosi.
Gary
sentì i
suoi passi farsi sempre più distanti e la porta chiudersi.
Strinse i denti e
storse il naso.
“Inizio
a
credere che questo posti puzzi di trappola”
borbottò.