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Autore: thewise    10/05/2017    3 recensioni
Sono solo quattro i passi che lo separano dall'Inferno in cui è nato. L'oscurità, l'odio, la vendetta, il potere. Maul li percorre tutti in un circolo vizioso senza tregua, senza fine, senza sosta. Li percorre allo strenuo, lasciando che ogni volta strappino via parti di sé che neppure ricorda di possedere ancora.
Maul è oscurità, Maul è odio, Maul è vendetta, Maul è potere. Quando il ciclo finisce, inesorabilmente ricomincia. La bestia corre, divorata da essa stessa. E Maul cade... cade quando, d'un tratto, compare un quinto passo che non appartiene a quella catena rovente, ma che più degli altri rischia di farlo precipitare nel baratro da cui è emerso. L'Inferno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darth Maul
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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►   ATTENZIONE : pericolo spoiler. 

Questo capitolo contiene uno spoiler piuttosto importante della terza stagione di Star Wars Rebels
Chiunque non l'abbia vista o non voglia rovinarsi la sorpresa fugga!
Chi invece vuole affrontare le temerarie prove della Forza... è il benvenuto. Buona lettura! 









* * *
Four steps from Hell

STEP FIVE: Hope.

 
" Far above, far above,
we don’t know where we’ll fall.
Far above, far above,
what once was great is rendered small. "

 
 
 
 
Bagliore di stelle, cielo sfumato d’oltremare, lune d’argento. 
Il silenzio della tiepida notte abbraccia le dune dorate del pianeta dai due soli calati, placa l’indomita atmosfera di sabbia con la sua quiete, placa ogni cosa sulla sua strada. Mette a tacere persino gli animi più tormentati e disperati, infonde loro ignota pace.
Pace.
Non ha mai creduto che si trattasse di verità, Maul, ma piuttosto di una mera menzogna. Un’illusione idilliaca e spietata, capace di soggiogare, ingannare e rendere schiavo chiunque sia abbastanza sciocco e debole da credervi. Maul sa che esiste la Forza, esiste il potere, giunge in fine l’ambita vittoria, la quale conduce all’eterna libertà.
La Forza mi renderà libero*.
Eppure a lungo ha agognato quel silenzio con mente straziata, talmente torturata dal rumore della sofferenza, dell’odio e del dolore da non essere nemmeno più in grado di riconoscere che cosa sia. Esso è mancanza, esso è difetto, esso è… serenità, serenità estranea, sconosciuta e pericolosa. Ma inerme è oramai l’ombra del grande e invincibile apprendista del Lato Oscuro, un minuscolo granello di sabbia caduto nel vasto deserto di Tatooine. E dal vento trascinato via.
Vede questo, Maul, attraverso i deboli occhi che minacciano di serrarsi da un momento all’altro. Vede questo, le iridi pallide, inondate dalla marea tempestosa del cielo notturno, che lo sovrasta come un potente Signore dell’ignoto. Vede se stesso, non appena scosta lo sguardo, riflesso negli occhi chiari e cristallini di Obi-Wan Kenobi, chinato su di lui.
Dunque è così, dunque è la fine. Non può impedirsi di realizzare questo debole pensiero, mentre esausto scruta quel volto che per troppo tempo è stato l’assoluto oggetto delle più diaboliche riflessioni. Quel cavaliere, quel nome, quello sguardo, quella follia, la sua spada di morte…
« È lui il Prescelto? », sibila con sforzo Maul, il respiro spezzato, mentre a poco a poco le ultime energie fluiscono come acqua gelida dalle sue membra.
Il suo petto s’innalza e s’abbassa lentamente, sconfitto. La lacerazione che ha messo un punto alla sua miserabile esistenza troneggia su di lui come in passato il suo nero Maestro ha fatto con maligna soddisfazione. Lo ha messo in ginocchio, costretto a scivolare a terra, inzozzato di sangue, sabbia e ambigua incredulità.
Dunque è così, dunque è la fine. È la fine, quando il vecchio che ha preso il posto del fiero cavaliere Jedi chiude le palpebre un istante, e Maul non vede altro che l’oblio.
Muove un cenno, Obi-Wan, pare annuire, mentre Maul è sorretto solo dalle sue braccia – le stesse braccia che in un passato remoto lo hanno deturpato, ucciso, privato del suo destino quanto della sua identità. Le stesse braccia che, giorno dopo giorno, hanno nutrito il mostro di una linfa vitale dolceamara, mostro infernale sanguinolento e dipinto dell’inchiostro dell’odio.
« Lo è. »
Maul inspira, percepisce una fitta acuta di dolore percorrere l’ultima metà del suo corpo. Per qualche ragione la rabbia, l’odio, la vendetta e il potere non sono sufficienti a trasformare la sofferenza in qualcosa di familiare. Niente riesce a coprire con il suo manto quella ferita opprimente, traditrice, che risuona come un eco sopra la più alta delle vette. La cima del mondo, da cui Maul è precipitato troppe volte, riportando danni sempre maggiori.
Ora vede il fondo, quello vero. Ripensa al tunnel grigio e metallico, ai ticchettii, al tonfo dei suoi resti; il verme strisciante nel terreno sudicio della discarica, la galleria umida, dall’aria pesante, infuocata; le pareti graffiate, buie; le incisioni fatte con le dita dilaniate, il nome di Kenobi scritto su Lotho Mir con il sangue e con la pelle; l’abisso e i fantasmi di Malachor. Ora vede il fondo, Maul, e attraverso il precipizio… vede il buio.
Fratello della Notte, Sith, criminale, reietto, Antico Maestro. Schiavo.
Sarebbe così facile morire, ancora una volta. Sarebbe semplice lasciarsi andare, dopo aver perduto ogni pezzo, ogni fibra d’anima logorata, colpita da chissà quanti falsi alleati, strappata in nome di chissà quante abbiette passioni. È facile, questa volta, sotto l’acre odore della carne bruciata nel torace. È facile, svuotato delle sue uniche emozioni. È davvero facile, dopotutto…
Tra le braccia del più acerrimo dei nemici, della sua disfatta e sopravvivenza, Maul scorge con la coda dell’occhio la distesa stellata sovrastante. E piccolo si sente, laggiù, in fine disarmato, in fine spogliato del peso che mostri silenti hanno adagiato sul suo cuore ignaro, corrompendolo, forgiandolo, intaccandolo, con quanta più brutalità fosse consentito ad un essere senziente di provare. Misero, senza nome, dalla spada laser spezzata, dai muscoli squarciati, dall’essenza svanita. Distrutto.
Eppure a lungo ha agognato quel silenzio con mente straziata, quel momento, la sua vendetta. Sa che morirà questa volta, il diletto figlio di Dathomir, ma vittorioso ne uscirà il demone sorto dai sotterranei scabrosi di Malachor. Trionfante sulla sua rovina quanto su quella di Obi-Wan Kenobi, sporco topo nel deserto, esiliato in una prigione tanto vasta e terribile da divenir mortale. Jedi pietoso, Jedi sconfitto, cavaliere defraudato e chiuso in una gabbia dorata di polvere e nubi. Esattamente come lui.
« Lui ci vendicherà », esala Maul con un filo di voce, l’ultimo barlume d’ossigeno, l’ultimo sforzo. Le ultime parole, anch’esse svuotate di ogni loro primitiva ragion d’essere e riempite di una strana sostanza, un’arcana virtù sconosciuta. Qualcosa che mai si sarebbe aspettato di poter pronunciare all’uomo con cui mai avrebbe immaginato di condividere quegli ultimi, piccoli attimi.
Le palpebre del vissuto Zabrak cedono, fremono, ma non abbastanza da potersi serrare. I polmoni martoriati – quei polmoni agognanti, torturati, squarciati – trovano riposo dopo aver espirato un ennesimo soffio d’aria tiepida, un’esigua nuvoletta di nebbia diradata. Il fuoco con il suo alone luminoso, sfumato d’arancio, scoppietta. 
Obi-Wan solleva piano una mano, posa le dita sulla fronte rossa e nera di Maul. I polpastrelli scivolano, spinti da un vento di compassione e di consapevolezza, chiudono gli occhi pietrificati e privi di vita dello Zabrak.
Dunque è così, dunque è la fine. 
Le catene sono spezzate.












* codice / legge dei Sith: La Pace è una menzogna, esiste solo la Passione. Attraverso la Passione ottengo Forza. Attraverso la Forza ottengo il Potere. Attraverso il Potere ottengo la Vittoria. Attraverso la Vittoria le mie catene sono Spezzate. La Forza mi renderà libero.”

 


 
 



Angolo dell’autrice.
Dunque, eccoci qui, al capitolo conclusivo. 
Innanzitutto, ringrazio profondamente chi ha seguito questa raccolta, chi ha perso del tempo a recensire, i lettori silenziosi, tutti. Siete stati un'ispirazione, davvero, e sono felice di aver proseguito e di essere arrivata alla conclusione. Ammetto di aver avuto il timore di lasciarla in sospeso, cosa che mi sarebbe molto dispiaciuta, e fortunatamente ciò non è avvenuto. Spero che, in qualche modo, sia stato un lavoro riuscito e abbia aperto un piccolo spazio a questo personaggio poco conosciuto, poco apprezzato ( credo ) e che lo abbia un pò avvicinato a noi fans della saga. 
Quindi, grazie.  


Ho lasciato la sorpresa a lungo su questo capitolo perché era quello che volevo arrivare a scrivere sin dall'inizio, la chiusura di un cerchio infernale ripetitivo, che ad un certo punto subisce una svolta radicale e si ferma. Questa scena nella serie, secondo me, è una degna conclusione a questa infinita rivalità tra Maul e Obi-Wan, è l'apice del loro "legame", la corona d'alloro, qualcosa di veramente... stupefacente - Dave Filoni non smette mai di mettere a segno colpi geniali. 
Maul giunge su Tatooine con l'intento di uccidere Kenobi, una volta per tutte. Arriva con l'inganno, con la forza bruta, in linea con ciò che da sempre conosce e fa. E si stupisce quasi di trovare Obi-Wan in esilio, distrutto come lo è lui. Credo che il loro brevissimo scontro con la spada sia molto simbolico, in realtà: la disfatta di Obi-Wan è la vendetta di Maul e, ottenuta, Maul non ha più ragion d'essere. Combatte, ma simbolicamente è già sconfitto. E muore, muore tra le braccia dell'anziano Jedi. Muore con qualcosa di cui non conosce l'entità e non riconosce: muore con speranza. La sua non è una redenzione, naturalmente, perché Maul non ha mai iniziato un percorso di crescita, di maturazione, di cambiamento, ma è senza dubbio l'unica via per tornare ad essere libero. Libero dal cerchio, libero dalle catene. 
Detto ciò, cari lettori galattici, a presto. ♥
 



〔  Anna ❆  〕


 
   
 
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