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Autore: myqueasysmile    10/05/2017    1 recensioni
La scuola.
Il canto.
La musica.
La famiglia.
Queste sono le cose più importanti nella vita di Elisa, ragazza diciottenne dal carattere molto introverso e complicato.
Una ragazza che adora il fratello, che spera di conoscere il suo "eroe" e che ancora non ha idea di cosa sia l'amore.
Ma poi arriva lui, completamente inaspettato, che un po' alla volta le stravolge la vita.
Forse riuscirà a farsi avvicinare da lei, lei che tende ad allontanare tutti e starsene per conto suo. O forse no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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«Ciao sorellina!! Sono felice di vederti!» esclamò il fratellone stritolandomi.
Sorrisi e cercai di non soffocare «Anche io!».
«Sabato ce ne andiamo al mare eh!» aggiunse scompigliandomi i capelli.
Protestai e scivolai via dalla sua presa «Lo so».

Era giovedì sera. E Marco era appena arrivato a casa.
Perciò io ero estremamente eccitata e su di giri.
Perché: 1, Marco era tornato; 2, saremmo andati al mare; 3, Gabriele.

Sì. La cena, sabato sera, era stata assolutamente perfetta.
Avevo passato circa mezzo pomeriggio a decidere come vestirmi, l'altro mezzo a cercare di farmi passare il nervosismo. E l'ultima ora a vestirmi e a prepararmi sul serio.
Avevo messo il vestitino bianco, quello di Milano, quello che indossavo quando avevo incontrato Mika.
Mi faceva sentire bella, più bella del solito.

Mi era venuto a prendere, e quando i miei occhi si erano posati su di lui ero rimasta senza fiato. Si era messo in tiro, con pantaloni eleganti e camicia bianca. Il colletto sbottonato e le maniche arrotolate fino ai gomiti. Era una visione!

Ovviamente mi aveva aspettata in macchina, e mi aveva salutata con un dolce bacio sulla guancia.
Ero arrossita vistosamente quando mi aveva detto che ero magnifica. Ma lui non era per niente da meno!

Il resto della serata era stato davvero perfetto!
Avevamo cenato in un piccolo ristorante dall'atmosfera tranquilla e intima. Tra un boccone e l'altro avevamo parlato tanto, ma avevamo ancora tante cose da conoscere uno dell'altra.

«Eliii! Terra chiama Elisa, ci sei??».
Mi riscossi all'improvviso dal mio sogno ad occhi aperti. Che in realtà sogno non era, per fortuna.
«Si, scusa, stavo pensando a una cosa» risposi leggermente imbarazzata.
Mio fratello mi scrutò attentamente, poi fece un sorrisetto «Dev'essere qualcosa di davvero importante per distrarti così!».
Mi strinsi nelle spalle, mordendomi il labbro. Dovevo decisamente stare più attenta!

Lo seguii di sopra e me ne andai in camera mia, finendo di ripercorrere con la testa la serata passata con Gabriele.
Adoravo quel nome, era dolce e musicale, e mi dava l'impressione di una persona gentile, protettiva... di un angelo. Proprio quello che lui era!
E insomma, finita la cena eravamo usciti a fare una passeggiata lì vicino. Lui aveva preso la mia mano, e l'aveva tenuta per tutto il tempo, facendomi sentire la persona più felice del mondo. Mi bastava essere con lui!

Poi ci eravamo fermati a sederci su una panchina. Mi aveva attirata a sé, circondandomi le spalle col braccio e mi aveva dato un bacio sulla tempia, facendomi sciogliere.
Avevamo parlato ancora, scherzando ogni tanto come era diventata abitudine ormai tra noi.
Mi trovavo così a mio agio con lui ormai, che non avevo più paura di dirgli niente. Avevo imparato ad aprirmi a lui, lo avevo fatto fin da subito quando ancora nemmeno lo conoscevo. E diventava sempre più facile e normale.

Prima di rientrare in macchina mi aveva afferrata per la vita, e ci eravamo fermati a guardarci in silenzio.
Poi, nello stesso istante, lui si era chinato verso di me, e io mi ero alzata verso di lui. Le nostre labbra si erano unite, per la prima volta in quella sera, in un bacio lento e dolce.
Avevo sentito il suo piercing freddo posarsi sul mio labbro e scaldarsi grazie al contatto tra le nostre bocche. Alla fine mi ero allontanata controvoglia.
Dopodiché eravamo rimasti per qualche minuto abbracciati, godendoci l'aria fresca che ci solleticava le braccia e i volti.
Prima di staccarmi gli avevo detto che era bellissimo, e in tutta risposta lui aveva alzato un angolo della bocca in un accenno di sorriso.

Mi aveva riaccompagnata a casa, salutandomi con un veloce bacio sulle labbra. E io poi lo avevo ringraziato per la fantastica serata dandogli un bacio sulla guancia, resa leggermente ruvida dalla barba di due giorni.
Lo avevo già visto in passato con un accenno di barba ogni tanto, ma non avevo davvero realizzato quanto di più mi piacesse così. E già senza mi piaceva un casino!

Più tardi, mentre mi stavo infilando nel letto, sentivo ancora il suo profumo e la sensazione delle sue labbra sulle mie. Avevo faticato ad addormentarmi. Continuavo a pensare a lui!

-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

«Mi raccomando Elisa!» disse papà aiutandomi a portare la valigia fino alla macchina di Marco.
«Sì, non ti preoccupare» risposi guardando i due uomini di casa caricare la macchina.
Saremmo andati con due macchine, eravamo in sei e contando tutte le valigie e i bagagli non ci saremmo mai stati tutti su una macchina, nemmeno grazie a un miracolo.
Perciò, quando la macchina fu a posto e dopo aver salutato i nostri genitori, partimmo e passammo a prendere Matteo.
Gli altri li avremmo incontrati più avanti e ci avrebbero seguito.

Mi infilai le cuffie e guardai fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava leggermente, fino a diventare completamente pianeggiante. In un'ora eravamo arrivati.
Scendemmo dalla macchina e sentii subito l'odore del mare.
Gli altri tre ci raggiunsero e ci salutarono, a Marco con una pacca sulla spalla, a me con un bacio sulla guancia. Quando toccò a Gabriele, mi strinse leggermente la mano.
Gli sorrisi, era bellissimo vederlo. Da quando Marco era tornato avevano passato un bel po' di tempo insieme, quindi non avevo avuto modo di vederlo molto. E poi avevo paura che Marco lo scoprisse, perciò ci eravamo incontrati solo due volte.

Avevo voglia di correre tra le sue braccia. Mi era mancato, mi mancava!

Scaricammo tutti i bagagli dalle macchine e li portammo su nel nostro appartamento. Era al primo piano, ed era fronte-mare.
Dopodiché cominciai a fare i letti, fortunatamente c'erano sei posti letto, c'era posto per tutti!
Presi la borsa con la scorta di lenzuola che mi aveva dato la mamma. «Qualcuno muore dalla voglia di fare i letti?» chiesi osservandoli tutti.
Nessuno rispose.
«Sfaticati, cominciamo bene!» dissi andandomene nella camera matrimoniale.

«Ti aiuto io». Persi un battito, e mi girai. Incrociai i suoi occhi e ci guardammo, così intensamente che ad un certo punto mi sentii arrossire.
«Grazie» risposi facendo il giro del letto e tirando fuori quello che mi serviva dalla borsa.
Sentivo la sua presenza alle mie spalle, e infatti, appena mi girai, mi catturò velocemente tra le sue braccia stampandomi un bacio sulle labbra.
Diedi una veloce occhiata alla porta, poi lo abbracciai cingendogli il collo con le braccia e stringendomi a lui.
«Mi sei mancato» sussurrai affondando la testa nell'incavo tra la sua spalla e il collo.
Inspirai per un instante il suo profumo, poi mi allontanai dandogli un bacio sulla guancia. Lui sorrise.

«Non devi per forza aiutarmi, non mi arrabbio se non vuoi farlo...» dissi appoggiando lenzuola e federe sul letto.
«Chi ti dice che non mi faccia piacere fare questa cosa con te?» chiese lui afferrando un cuscino e infilandolo nella federa. «Soprattutto se c'è qualche speranza di occupare questo letto» aggiunse facendo un sorrisetto.
«Mi dispiace deluderti, ma qui ci devono dormire due persone...».
«Eh, appunto!» replicò fissandomi divertito.
«Oh» fu tutto quello che mi uscì dalla bocca mentre sentivo le mie guance colorarsi sotto il suo sguardo.

«Sei adorabile» mormorò sfiorandomi la guancia con la mano.
«Se lo dici tu, io mi sento un pomodoro» borbottai ancora in imbarazzo.
«Comunque non è una buona idea... e Marco ti ucciderebbe. Ha detto espressamente che posso dormire solo con lui» aggiunsi sistemando le lenzuola e aggiustando gli angoli.
Lui mi scrutò a braccia conserte «Ah, quindi dormi con lui!».
«Ogni tanto» confessai lanciandogli un'occhiata «perché?».
«Potrei essere geloso» rispose avvicinandosi.
Guardai l'opera finita, poi mi concentrai sul ragazzo che avevo davanti. Un gran bel ragazzo!

Passammo poi all'altra camera con i due letti singoli. E intanto ci scambiavamo qualche battuta, io prendendo in giro lui, e lui prendendo in giro me... come era solito ormai.
Tanto che ad un certo punto fummo interrotti da un Daniel abbastanza divertito che, stando appoggiato allo stipite della porta, si mise ad assistere.
«Non credevo che fare i letti fosse così divertente» disse.
«Ecco, vedi cosa ti sei perso!» ribattei «Ma sei ancora in tempo, se vuoi aiutarci».
«No grazie» rispose staccandosi dalla porta. Poi abbassò il tono di voce «Vi lascio flirtare in pace».
Guardai Gabriele, che mi rispose con una scrollata di spalle.
«Non stiamo flirtando» ribattei tornando a fissare Daniel.
«Raccontalo a tuo fratello» rispose lui divertito «Io non ci casco».

«Stiamo flirtando?» chiesi a Gabriele appena lui se ne fu andato.
Lui sorrise «Non proprio».
«Io non ho idea di come si facciano queste cose» confessai evitando i suoi occhi. «Anzi, in realtà non so proprio come comportarmi».
Lui si avvicinò fino a posarmi le mani sulla vita. Lanciai uno sguardo allarmato prima a lui e poi alla porta.
«Non ci sono regole. Tu continua ad imbarazzarti quando ti guardo, ridi con me, prendimi in giro e fatti prendere in giro, baciami e fatti baciare...». Tolse una mano dalla mia vita portandola sul mio viso e sfiorandomi la guancia.

«...continua a parlare con me di tutto quello che vuoi, e non avere paura di me, mai».
Fece una pausa assicurandosi che lo guardassi negli occhi. «Sei fantastica, e voglio stare con te!» concluse lasciandomi un lieve bacio sulle labbra.
«Anche io voglio stare con te» risposi sentendomi il sorriso sulle labbra. «Ma avvisami quando stai per fare un discorso di questo genere, potrei rimanerci secca» aggiunsi con una risatina.
«È il mio scopo. Conquistarti, con i gesti e con le parole» spiegò alzando il sopracciglio.
Alzai gli occhi al cielo «Lo hai fatto fin da subito e anche senza volerlo».

«Fatto. Il divano-letto lo facciamo stasera. Rimane solo da decidere chi dorme dove» annunciai tornando di là, seguita da lui.
«Io mi prenoto uno dei singoli» disse subito Matteo.
«Io l'altro» aggiunse Tommaso immediatamente.
«Perfetto! Allora io mi prendo Marco» annunciò Daniel con aria da sbruffone, come al suo solito.
«Eh? Tu sei pazzo» rispose mio fratello «E comunque c'è Elisa».
«Lo so, lei dorme con Gabriele. Preferiresti che dormisse con me?» ribatté Daniel.
Mio fratello lo fulminò con lo sguardo «Non prendertela, ma non mi fido di te».
Scoppiammo tutti a ridere, compreso Daniel.
«Eli?» chiese Marco interpellandomi.
«Sì, nemmeno io mi fido di lui» risposi prendendomi un'occhiataccia da parte di Daniel, e notando subito dopo l'espressione soddisfatta del mio angelo.
  
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