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Autore: Violetta_    10/05/2017    2 recensioni
Sequel di "Gelosia fraterna -Entropia-"
Dopo aver quasi celebrato un matrimonio-disastro, dopo aver evitato una guerra, dopo aver scoperto le dolci metà dei rispettivi fratelli, il trio Sabaku adesso dovrà adattarsi alla sua nuova vita... di nuovo.
E non saranno i soli.
***
Gli ultimi capitoli saranno composti da una raccolta di one-shot/ flashfic in modo da tornare alla situazione di equilibrio della prima ff della trilogia.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gelosia fraterna '
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Oasi Nekoi








Gli esami terminarono quella sera stessa con un totale di quattro vincitori sei perdenti e due feriti gravi in sospeso.

Una volta congedati, i partecipanti ebbero il permesso di uscire dallo stadio.
Matsuri corse verso Sumire prendendola alle spalle ed abbracciandola.

<< Sono tanto fiera di te nee-chan. Hai fatto un'ottima figura >>

Dopo un momento di stordimento la ragazza si mise a ridere.

<< Oof! Arigatou 'tu 'tsu. Quando daranno i risultati? >>
<< Non saprei... quando ho sostenuto gli esami io ci sono voluti tre giorni >>
<< Nani? Così tanto? >>
<< Dai non hai motivo di essere in ansia. Sei stata bravissima >>

Sumire si guardò intorno cercando la figura di Kankuro tra la folla. Lo incrociò con la coda dell'occhio poco lontano da lei: stava andando al palazzo insieme ai suoi fratelli ed agli altri kage, probabilmente per discutere sulle prestazioni di ciascun genin.
Abbassò lo sguardo delusa. Avrebbe tanto voluto condividere con lui quella vittoria.

<< Andiamo a casa Sumi? >>

Decise di celare i suoi sentimenti per non dar preoccupazioni alla gemella.

<< Certamente Matsu. Ho una fame! >>


*



Qualche giorno dopo una decina di team vennero convocati all'interno dell'ufficio del kazekage.
Attesero circa una ventina di minuti prima che lui arrivasse con un foglio tra le mani, si sedette sulla sua sedia e fece un piccolo discorso di congratulazioni infine lesse il contenuto del foglio.

<< Doi, Eichi, Doppo. Eien, Heikichi, Isei. Keiji, Masaru, Motonobu. Sumire, Mao, Takasha... avete passato gli esami. Il resto di voi purtroppo dovrà ritentare la prossima volta >>

I rifiutati sospirarono e si guardarono tra loro delusi mentre gli alti esultarono felici chi saltellando chi dando delle pacche sulle spalle al loro compagni di squadra.
Due minuti dopo l'intero gruppo si inchinò in segno di saluto al kazekage e Takasha aprì la porta.
Sumire stava per uscire con il resto dei suoi compagni dal suo ufficio ma venne bloccata dal Kage.

<< Sumire tu rimani devo parlarti >>

Lei lo guardò stranita ma fece comunque cenno alle sue compagne di non preoccuparsi. Chiuse la porta piazzandosi nuovamente davanti a lui.

<< Ci sono problemi? >>

Gaara inclinò la testa: era sempre diffidente quando la ragazza dimostrava comportamenti diversi dal sarcastico al violento quando erano soli, e in quel momento sembrava confusa e anche un po' allarmata.

<< Iee... ho parlato col consiglio: data la bella figura che hai fatto fare a Suna e data la promozione va da se che la punizione per la tua ultima missione è annullata. A breve ti saranno affidate delle missioni da svolgere con un team >>

Sumire sorrise felice nell'udire quelle parole.

<< Io... Arigatò Gaara. Davvero >>

Lui corrugò la fronte dubbioso cosa che non sfuggì alla ragazza.

<< Che c'è? >>
<< Ti comporti come quando ci sono altre persone oltre a noi due >>

La kunoichi fece spallucce.

<< Sei pur sempre un mio superiore >>
<< Quindi d'ora in poi non ci saranno minacce, nomignoli o commenti sarcastici? >>
<< Che? Stai scherzando spero. Sarai anche il Kazekage ma sei anche anche il solito panda anemico completamente fuori dal mondo >>

Lui roteò gli occhi. Ma perchè ci aveva sperato?

<< Adesso ho del lavoro da fare >>
<< Non ne dubito, lento come sei se ti faccio perdere tempo finirai tra sei mesi >>

Gaara sospirò appena stropicciandosi gli occhi con due dita. Quella ragazza non sarebbe mai cambiata.

<< Esci dall'ufficio >>
<< Ci vediamo panda! >>

Rise uscendo dalla porta e chiudendosela alle sue spalle.
Mentre attraversava il corridoio incrociò Kankuro e non vedeva l'ora di annunciargli il suo traguardo ma proprio in quell'istante un membro del consiglio si avvicinò a lui iniziando a parlargli.
Capì che quello non era il momento opportuno quindi decise di uscire dal palazzo e tornare a casa.



*


Quando entrò nell'appartamento non sentì alcun rumore, la cucina era in ordine e nel tavolino davanti al divano c'erano solo due fogli buttati a caso.
Bussò due volte alla porta di Matsuri.

<< Si? >>

Aprì la porta e vide che la sorella era intenta a compilare dei documenti.

<< Ti va di bere qualcosa? >>
<< Non posso, ho del lavoro da fare >>
<< Wakatta. Hai fame? >>
<< Non molta grazie >>

Sumire mise il broncio.

<< Miuuu. Non mangi, non bevi... sei di una noia mortale >>

Matsuri roteò gli occhi al cielo.

<< Insomma Sumy, te l'ho detto questi documenti sono molto importanti e devo finirli >>
<< Si ma potresti prenderti una pausa almeno per oggi... >>
<< E perchè dovrei? >>
<< Percheeè... >>

Sumire gli sventolò davanti la giacca marrone.

<< Indovina chi è chunin... >>

Matsuri si alzò entusiasta e le corse incontro.

<< Wow ma è fantastico! >>

La abbracciò con forza esultando.

<< Qui bisogna festeggiare! >>

Sumire le fece la linguaccia.

<< Ma non avevi “tanto lavoro da fare”? >>

Matsuri fece il broncio.

<< E smettila... >>


*

Le due gemelle si recarono insieme in una piccola oasi poco lontano dal villaggio.
Non era altro che un piccolo appezzamento di terra con una piccola sorgente d'acqua che col tempo aveva formato un laghetto e circondato da palme da dattero e da altre piante tropicali.
Sulla destra c'era una parete rocciosa che teneva al riparo dal vento l'intera zona.

Era un posto molto caro alle due perché quel complesso ecosistema era stato formato negli anni dalla loro famiglia paterna: il clan Nekoi.
I Nekoi infatti non possedevano il denaro sufficiente per poter acquistare una casa all'interno di Suna, dunque dopo anni di sacrifici avevano acquistato quel piccolo appezzamento di terra, avevano progettato elaborati sistemi di captazione e gestione idrica e negli anni erano riusciti a rendere vivibile la zona.
Avevano messo su una casetta proprio alla base della parete rocciosa e avevano vissuto li per tre generazioni finché riuscirono a stabilirsi all'interno del villaggio.
Il loro padre portava spesso li Matsuri e sua moglie quando riusciva ad ottenere dei brevi periodi di vacanza.
Purtroppo dopo essere stato ucciso per ordine del quarto Kazekage con l'accusa di tradimento quel terreno era stato confiscato.

Intorno alla casa erano cresciuti dei rampicanti e cespugli, la casa sembrava ancora vivibile ma in pessimo stato.
Sumire avrebbe tanto voluto entrare e dare un'occhiata, più volte aveva proposto alla sorella di entrare ma senza alcun permesso non potevano accedere al suo interno perché adesso tutto il territorio apparteneva al paese del vento. Al massimo potevano solo sostare qualche oretta vicino all'acqua e godere insieme di quella splendida vista.

<< Secondo te all'interno è rimasto tutto come prima? >>
<< Non lo so Sumy... non ricordo ci tenessero oggetti di valore o pericolosi, quindi forse si >>
<< Non potresti chiedere al Kazekage di darci il permesso di aprirla? >>
<< Iee... purtroppo questo posto non fa parte di Suna e Gaara-sama non ha l'autorità per darci un permesso >> sospirò affranta << L'unica soluzione sarebbe comprarla >>
<< Mh e suppongo che il prezzo non sia abbordabile >>
<< Già. Hai indovinato >>

Sumire annuì e prese dal cestino un dorayaki ed una birra.

<< Capisco >>

Matsuri la abbracciò con affetto.

<< Ma adesso non pensare a queste cose. Oggi dobbiamo solo festeggiare la tua promozione! >>

Le sorrise e poi prese dal cestino un onogiri con tonno e wasabi e gli diede un morso.

<< Hai ragione. Non vedo l'ora di poter svolgere qualche missione insieme a te >>
<< Io no >>
<< Perchè? >>
<< Dubito fortemente che ubbidiresti gli ordini e scommetto che mi faresti cacciare in un mare di guai! >>

Sumire le fece la linguaccia.

<< Ma di certo non ti annoieresti >>
<< Touchè >>

Dopo due secondi di silenzio si misero a ridere.



*



Nonostante avesse ceduto il cappello da kage a Naruto ormai da tempo Kakashi si era offerto di sostituirlo quando il biondino si allontanava occasionalmente dal villaggio.
Stava leggendo uno dei suoi libri comodamente seduto quando un rumore lo fece sobbalzare ed il libro finì sul tetto di un negozio di giocattoli.

<< Bentornati >>

Naruto si stiracchiò e sorrise esageratamente com'era solito fare, Hinata si sedette timidamente sulla poltrona dell'ufficio mente Sakura aveva allungato il collo guardando distrattamente le pagine del libro oscillare al vento.

<< Arigatou Kakashi-sensei. Tutto bene qui? >>

Il ninja annuì e si alzò cedento il posto al kage in carica.

<< Com'è stata la festa? >>
<< Aaah bellissima. C'erano tanti tipi di ramen. Dattebayo! >>
<< Mh... Hinata mi aiuteresti con dei documenti? >>
<< Ha... Hai ma certo >>

Rimasti soli Sakura guardò Naruto con aria vagamente omicida.

<< Baka >>

Naruto corrugò la fronte.

<< Eh? >>
<< Baka! >>
<< Perchè ce l'hai con me Sakura-chan? >>
<< E smettila! Avrai anche fregato Hinata ma io so perfettamente che sei una copia >>

Il biondo arrossì grattandosi la testa.

<< Eeetto... >>
<< Vedi di tornare presto prima che se ne accorga qualcun altro >>

Gli tirò un pugno leggero sulla testa ed uscì dall'ufficio.




*




Gaara era seduto nel suo ufficio in compagnia di Naruto. Gli aveva spiegato più e più volte il concetto di “ambasciatore” e “messaggero” ma l'hokage pur di non tornare nel suo ufficio si era accontentato sfidare l'afa del deserto per qualche altro giorno.
L'hokage aveva in mente delle idee geniali per gli esami che si sarebbero dovuti svolgere tra sei mesi e non aveva lasciato scampo al povero kazekage.

<< Sei sicuro di non voler tornare nel tuo villaggio? >>
<< Tranquillo, non succederà nulla se mi assento qualche altro giorno >>
<< Baka... >>

Il biondino non lo ascoltò nemmeno.

<< Guarda se abbattiamo queste mura potremmo ampliare l'arena >>
<< Perché? C'è abbastanza spazio per tutti gli ospiti >>
<< Si ma non per i combattimenti! Insomma dobbiamo dare ai ragazzi l'occasione di potersi esprimere >>

Il rosso roteò gli occhi.

<< Ti ricordo che la tua “libertà di espressione” ti è costata cara durante i tuoi secondi esami dei chunin... >>
<< Konohamaru mi ha distratto! Dattebayo! >>
<< Si. Certo certo... >>

I due si voltarono udendo qualcuno bussare alla porta.

<< Avanti >

Era Temari che reggeva un grosso plico di fogli.

<< Goumen. Gaara ti ho portato la lista che hai chiesto >>
<< Ariga... >>

Il kazekage venne interrotto da Naruto.

<< Non hai portato anche del ramen in scatola? Io ho fame >>

I due Sabaku arricciarono il naso e scesero nel più totale silenzio contemporaneamente.
Dopo un paio di secondi la jounin riprese la parola.

<< Dov'è Kankuro? >>
<< Credo sia al campo di addestramento con Sumire >>

Sbuffò.

<< Ancora? >>
<< Hai >>
<< Quella ragazza non mi piace.. >>

Naruto si portò una mano nei capelli grattandosi la testa.

<< Ma non è merito tuo se lei è venuta a Suna? Ne Gaara? >>

Temari portò istintivamente la mano destra sul suo ventaglio, gli occhi diventarono assetati di sangue e i suoi denti così serrati da creare un rumore sinistro.
Per fortuna il suo autocontrollo -complice anche l'eloquente occhiata del fratello- la bloccarono in tempo dal commettere un grave incidente diplomatico.
Chiuse gli occhi e afferrò la maniglia della porta.

<< Non rivanghiamo questa storia! >> disse uscendo dall'ufficio.



*



Shikamaru non aveva ancora capito il perchè ma, soprattutto negli ultimi tempi, tutti i mali del mondo per Temari erano colpa sua.

Era ingrassata? Colpa sua.
Era nervosa? Colpa sua.
Pioveva la mattina? Colpa sua.
Era colpa sua anche quando lui stava a Konoha e lei a Suna.

Ma quel giorno sembrava particolarmente colpa sua.

<< Che hai? >> si azzardò a chiedere.
<< Perchè non hai convinto il tuo Hokage a tornane nel suo villaggio? >>
<< Quando si mette in testa una cosa nessuno lo ferma. Nemmeno io >>
<< Si ma qui noi siamo abituati a lavorare e non possiamo farci distrarre >>

Il ragazzo inspirò a fondo iniziando ad intuire qualcosa.

<< Ti ha detto qualcosa che ti ha fatto incazzare vero? >>

Lei girò la testa per non guardarlo negli occhi.

<< Oh niente niente... lo sai che ogni tanto parla a vanvera >>

Shikamaru allungò un braccio circondandole la vita ed attirandola a se, poggiò il viso sulla sua spalla, il naso sfiorava il collo della ragazza facendole solletico.

<< La vuoi piantare baka? >>
<< Sssh >>

Lei sbuffò incrociando le braccia.

<< A qualcosa a che fare coi documenti? >> chiese Shikamaru cercando di capire il motivo del suo malumore.
<< No >>
<< Con noi? >>
<< Noo... >>
<< Coi tuoi capelli? >>

Gli diede una gomitata.

<< Certo che sei proprio un cretino >>

Stava per uscire dalla camera quando avvertì uno strano brivido dai piedi sino alla testa. Conosceva bene quella sensazione.

<< Mi lasci andare? >>

Lui ghignò iniziando a spogliarla utilizzando il controllo dell'ombra.

<< Credo proprio di no >>

Se proprio la ragazza gli voleva attribuire una colpa le avrebbe dato una buona ragione, almeno si sarebbe divertito prima.




*



La osservava allenarsi.
Aveva scelto uno dei campi all'aperto e stava rinforzando i muscoli delle braccia colpendo ripetutamente una grossa roccia.
Era sudata ed aveva il fiatone ma dal suo sguardo concentrato si capiva che non aveva intenzione di fermarsi.

Kankuro era veramente orgoglioso di lei.

Non perché fosse la ragazza di cui si era innamorato, il sentimento che provava per lei non lo influenzava nel suo ruolo di superiore.

Era orgoglioso perché quella ragazza non si arrendeva mai, sapeva scindere tra i suoi legami con la famiglia Sabaku e il suo ruolo di kunoichi, a parte qualche eccezione, capiva quando poteva permettersi certe confidenze e quando era meglio rispettare l'etichetta.
Era orgoglioso perché aveva saputo della sua promozione a chunin e perchè nonostante detestasse quel tipo di allenamento non saltava mai una sessione e seguiva tutti i compiti che le affidava.
Era un'ottima kunoichi.

Forse un po' troppo.

Chinò lo sguardo leggermente amareggiato.

Il rapporto tra i sue era ancora piuttosto distaccato: non le aveva nemmeno detto della sua promozione, era stato Gaara ad informarlo.
Paradossalmente erano più vicini quando risiedevano a due villaggi di distanza che adesso.
   
 
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