Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: ComeWhatKlaine__    10/05/2017    0 recensioni
"“Dottore, io credo di amarlo!”
Nulla di male in una frase del genere. O almeno, quasi nulla, sembrerebbe.
Ecco, ‘sembrerebbe’. Perché ciò che dissi quel venerdì pomeriggio, nello studio in periferia del mio analista, era effettivamente la pura verità, ma era anche abbastanza per farmi rinchiudere in manicomio per il resto dei miei giorni.
E no, questa non vuole essere una quelle trite e ritrite metafore sul “sono pazzo d’amore” o roba del genere.
Ero innamorato ed ero pazzo.
O magari era la situazione ad essere folle e io non lo ero.
Chi, o forse meglio cosa, fosse la causa scatenante di questi miei tumulti interiori è una lunga storia e magari è meglio iniziare dal principio."
Cosa succede quando la tua immaginazione è così vivida da poterla...toccare? Così tanto da poterla, ecco, vivere?
-La storia ricalca trama ed avvenimenti del film del 2012 "Ruby Sparks"-
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Dottore, io credo di amarlo!”
Nulla di male in una frase del genere. O almeno, quasi nulla, sembrerebbe.
Ecco, ‘sembrerebbe’. Perché ciò che dissi quel venerdì pomeriggio, nello studio in periferia del mio analista, era effettivamente la pura verità, ma era anche abbastanza per farmi rinchiudere in manicomio per il resto dei miei giorni.
E no, questa non vuole essere una quelle trite e ritrite metafore sul “sono pazzo d’amore” o roba del genere.
Ero innamorato ed ero pazzo.
O magari era la situazione ad essere folle e io non lo ero.
Chi, o forse meglio cosa, fosse la causa scatenante di questi miei tumulti interiori è una lunga storia e magari è meglio iniziare dal principio.
Mi presento: mi chiamo Blaine Anderson, ho 27 anni e la storia fuori di testa che sto per raccontare non è altro che la mia vita.
Il principio fu abbastanza normale, a dir la verità: sono nato a Westerville, nell’Ohio centrale, una cittadina di provincia in cui probabilmente la cosa più emozionante dell’anno era il concerto di beneficenza organizzato dalla Parrocchia, il giorno dell’equinozio di primavera.
La mia era la solita famiglia di Americani Medi: mia madre, Pam, regina indiscussa dei biscotti con le gocce di cioccolato ed amante dei musical anni ‘60 quasi quanto me; mio padre, Devon, che può definirsi come passione sfrenata per le auto da corsa tra un viaggio d’affari e l’altro e che da quando ha divorziato da mia madre sento solo per il mio compleanno e per gli auguri di Natale; e, infine, Cooper, mio fratello maggiore, che mi ricorda costantemente quanto praticamente tutta la mia esistenza sia stata un fallimento.
Stava andando tutto bene: bei voti a scuola, ero portato per gli sport di squadra ed ero il leader del Glee Club della mia scuola.
Esibirmi era tutta la mia vita: adoravo cantare, interpretare brani. Scriverne persino.
Poi tutto era andato in frantumi: una brutta infezione, l’intervento alle corde vocali, l’addio alle gare.
Un addio alla musica per me, perché ad essere andato in frantumi ero io nella mia interezza.
Lo scrivere però no, quello non si è spezzato: è stato un’ancora nel buio ed è ciò che mi tiene a galla ancora oggi, quando sento di poter ricascare nell’oblio mentre passo davanti ai teatri o canto sotto la doccia e mi sembra che la voce non ci sia.
Ed il mio piccolo, grande momento di gloria la scrittura me lo ha donato: ho letto il mio nome su ogni tipo di giornale e dentro centinaia di recensioni.
“La rivelazione dell’anno”: questo dicevano del mio romanzo.
Ero stato invitato a diversi talk show ed avevo partecipato a numerose conferenze, venendo così catapultato sotto un altro tipo di riflettori.
Avevo riversato in quelle pagine una buona dose di sarcasmo e tutte le emozioni che fino a quel momento ero riuscito ad esprimere solo attraverso quella musica a cui ancora non potevo che arrendemi.
Ma forse, in fondo, avrei potuto essere felice anche così.
Poi, ancora una volta, il buio.
Dicono sia normale “avere il blocco dello scrittore”, prima o poi.
Non so se fosse per il fatto che non mi ritenessi affatto uno scrittore o perché rifiutassi di credere di stare fallendo di nuovo: in ogni caso sentivo di aver perso il mio orientamento, e non sarebbe bastato gettarmi alle spalle sassolini bianchi per ritrovarlo.
E così iniziamo a mettere insieme i pezzi del puzzle: avevo bisogno di aiuto.
Avevo bisogno di una guida per la retta via e fu così che finii in quello studio in periferia, a parlare al dottor Schuester dei miei passi che si erano persi in un labirinto di sogni infranti.
Fu così che, proprio in quello studio di periferia, sdraiato sui cuscini asettici del lettino, ammisi ad alta voce di essere innamorato. E di essere pazzo.
Perché insisto tanto su questa storia della pazzia?
Due parole: Kurt Hummel.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: ComeWhatKlaine__