Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    11/05/2017    2 recensioni
Una raccolta su situazioni, più o meno imbarazzanti, che lo sfortunato protagonista si ritroverà a dover gestire. Fatti quotidiani, che capitano nella vita di chiunque, prima o poi... quindi, perché non in quella del soldato più forte dell'umanità? - Raccolta di One-shot indipendenti le une dalle altre.
Dal testo:
«Posso entrare nel carrello? Mi fanno male gli scarponcini» fece per sedersi su una scaletta, di quelle usate dai commessi, ma una mano callosa lo tirò bruscamente in piedi.
«No»
«Perché no?»
«Ci devo mettere la spesa nel carrello»

La raccolta comprenderà situazioni differenti (sia AU, che non, all'occorrenza)
[La One-shot n° 8 partecipa al concorso "Situazioni XY" indetto sul forum efp da Biancarcano e Harriet]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Levi, Ackerman
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La volta in cui Levi partecipò a “C'è missiva per te!”

 

Levi si accomodò sul morbido pouff rotondo. La stoffa grigia si intonava ai colori tenui dello studio: il soffitto celeste contrastava con il rosso acceso del pavimento e con le rare poltroncine bianche rimaste vuote. Il pubblico, più numeroso del solito, borbottava sommessamente, facendo da sottofondo alla voce cinguettante della presentatrice.

La donna – una signora di mezza età con dei corti capelli biondi e un elegante abito scuro – stava controllando i dati su una cartelletta in plastica.

Assomiglia un po' a Jean si sussurrò, squadrando meglio i lineamenti marcati della conduttrice. Alla lontana, forse, ricordavano un po' gli stessi tratti da equino del cadetto.

Si sforzò di non sogghignare, limitandosi a stirare con le dita le scarse piegoline del suo completo nero.

“Benvenuto, signor Ackerman.”

“Emh... grazie” che si diceva in quei casi? Non era mai stato in una trasmissione televisiva tanto importante! Mimò un sorriso incerto, tornando poi ad osservare la enorme busta che giaceva al centro dello studio.

“Allora... ora vi racconterò la storia di questo ragazzo”com'è che si chiamava quella tipa? Marie? Come la moglie di Nile. Un nome poco promettente, senza dubbio.

Si grattò il capo, perplesso. Perché si era lasciato convincere a partecipare a quel programma? Avrebbe dovuto impuntarsi e rifiutarsi di presentarsi alle audizioni. Tuttavia, Erwin sosteneva che, per una migliore riuscita delle spedizioni, nella Legione Esplorativa dovesse regnare l'armonia; ergo, tutti dovevano risolvere al più presto le loro “faccende in sospeso”: le amanti deluse andavano rincuorate, i litigi tra vicini accantonati, le famiglie spezzate andavano ricongiunte e così via.

Lui, naturalmente, non aveva nessun guaio simile: il suo unico problema era il rapporto estremamente conflittuale con lo zio. A nulla erano valse le lettere e i tentativi di mettersi in contatto con Kenny lo Squartatore. Aveva quasi desistito nell'impresa, quando Hanji se n'era saltata fuori con quella idea ridicola: chiedere aiuto a Marie de Phillippis. Tornò a prestare attenzione alle parole della conduttrice, che lo stava dipingendo come un povero fanciullo disagiato.

“Levi nasce da una prostituta diciotto anni fa”

“Chiedo scusa... avrei trentacinque anni, quindi...”

“Appena maggiorenne, decide di lasciare la sua dimora, perché la madre non poteva mantenerlo”

“Amh... mia madre è morta quando avevo cinque anni, signora”

“E allora lui si rifugia dalla amante del padre, che tuttavia è una matrigna estremamente perfida. Ha due sorellastre che lo costringono a svolgere i lavori di casa”

Alzò la mano bruscamente, interrompendo quel flusso di parole:

“Per quanto adori le faccende domestiche, devo correggerla: non è la mia storia, questa!”

Scorse la donna osservare confusa la cartelletta e poi girare un paio di fogli. Un sorriso si accese sul volto da cavallo:

“Ah, si. C'è un errore nella scaletta di programmazione” il tono si fece irritato, quasi gracchiante, prima di tornare melodioso in un batter d'occhio “Allora, il signor Levi nasce trentacinque anni fa... davvero?” un cenno d'assenso “Li porta bene, complimenti”

“Sì, amh... me lo dite tutti. Soprattutto quando cerco di comprare alcolici. Sono stufo di dover sempre tirare fuori i documenti!”

“Immagino il disagio, signor Ackerman. Vorrei avere io il suo problema” la donna prese a camminare su e giù davanti agli spalti. “Sua madre era una prostituta. Malgrado il lavoro poco raccomandabile, era una signora gentile e generosa. Soprattutto generosa, a quanto vedo. Dispensava il suo amore a tutti... ma proprio a tutti. Naturalmente, però, amava più di ogni altra cosa suo figlio.”

“Potremmo evitare di soffermarci sul lavoro di mia madre?”

“La signora Ackerman era una meretrice, come abbiamo già detto e come ripeteremo ancora una ventina di volte nell'arco della puntata. È importante sottolineare questo punto, signor Ackerman. I drammi esistenziali fanno audience”

“Sì, ma...”

“Questa povera donna, però, viene a mancare per una malattia. Levi, che all'epoca aveva solo cinque anni, si ritrova costretto a lasciare il bordello a cui era tanto affezionato ed a trasferirsi presso l'unico parente, suo zio Kenny”

Dal pubblico si levò un mormorio entusiasta. Kenny Ackerman? Kenny lo Squartatore? Il George Clooney del Wall Sina? Fantastico! Sarebbe stato ospite in studio? Poteva trattenersi alla fine del programma per qualche autografo? Era possibile scattare un paio di selfie con Kenny?

“Suo zio, però, non si dimostra essere un genitore modello: sfrutta il nipote per le faccende di casa, lo tratta come uno schiavo, spesso lo picchia con un battipanni chiodato. A quindici anni, allora, Levi scappa di casa...”

“Veramente, è Kenny che è scappato di casa”

“Ah, capisco. Allora, Kenny fugge e abbandona il nipote. Da quel momento, per Levi iniziano dei gravi problemi economici: non avendo un lavoro, fatica a mantenersi. Si ritrova costretto a rubare e poi cade nel tunnel della droga”

“Ma.. non è vero!”

“Fa audience anche questo, signor Levi. Anche se... credo che quando suo zio entrerà in studio, faremo comunque il massimo degli ascolti” Marie gli rifilò un sorrisetto soddisfatto, prima di riprendere “A trent'anni, il signor Levi era uno dei peggiori ladruncoli dei bassifondi. Dirigeva una piccola banda criminale e si occupava di rapinare onestamente i pensionati. Tuttavia... un bel giorno, Levi decide di abbandonare la vita malavitosa e si arruola nella Legione Esplorativa, dove tutt'ora milita.

Qualche tempo fa, in occasione dell'ennesimo tentativo di rapimento di Eren Jaeger, Levi si scontra con suo zio. Vuole raccontarci come è andata?”

Levi si mosse a disagio sul cuscino: che doveva raccontare? La verità lo avrebbe sicuramente messo in cattiva luce davanti al pubblico, troppo intento ad adorare Kenny per seguire il suo discorso. Viceversa, mentire poteva essere pericoloso: suo zio avrebbe potuto cogliere l'occasione per smascherarlo davanti a tutti ed aumentare il proprio prestigio. Si morse nervosamente le labbra. Cosa doveva fare? Forse... poteva mostrare alla gente Kenny per quello che era! Uno spietato assassino senza scrupoli, disposto a ricorrere a qualunque mezzo pur di assecondare i propri biechi fini. Si schiarì la voce, cercando di recuperare sicurezza:

“Ero appostato su un tetto e stavo cercando tracce per inseguire i rapitori di Eren, come al solito. Avevo con me tre sottoposti, che mi erano stati gentilmente prestati da Hanji. Ero intento a seguire il finto funerale organizzato per trasportare l'ostaggio, quando ho sentito un forte scoppio. Mi sono voltato e... puff... la testa di Nifa non c'era più. Ho capito subito che qualcosa non andava! Insomma... non è che ai cadetti esplode la faccia così, per sport. Mi sono abbassato appena in tempo, perchè... poco dopo, è esploso il comignolo alle mie spalle. Ho visto Kenny e.. ho capito che stava cercando di uccidermi”

“Avvincente. Che cosa ha fatto?”

“Sono fuggito immediatamente. Ho trovato rifugio in un bar”

“Interessante. E si è nascosto sotto al bancone...”

“Come fa a saperlo?”

“è il posto più cretino dove nascondersi, signor Ackerman. Ci faccia caso! Tutti si nascondono sotto al bancone. C'è una rapina in corso? Sotto al bancone! Una rissa tra nani per la birra migliore? Sotto al bancone! Un cliente che non vuole pagare il conto? Sotto al bancone!”

“Sì, beh... a me sembrava una buona idea, in realtà”

“Immagino che il signor Kenny abbia intuito immediatamente dove si trovava”

“Più o meno”

“Logico. Cosa è successo, poi?”

“Amh... ho trovato un fucile e... emh... gli ho sparato”

“Ha sparato al signor Kenny?”

“Emh... sì” ammise, cambiando immediatamente risposta al cogliere il rumoreggiare del pubblico. Qualcuno fischiava, altri stavano già producendo coloriti insulti in sua direzione “Però, non gli ho fatto male!” un sospiro sollevato si alzò dagli spalti “Comunque, ho approfittato della confusione generale e sono fuggito dalla finestra”.

“Perché vuole incontrare il signor Kenny, dunque? Ha cercato di ucciderla, no? Come mai gli ha spedito una lettera?”

“Beh, diciamo che voglio chiarire il malinteso e riallacciare i rapporti. è... più che altro, un ordine del comandante Smith, che...”

Un Awww si sollevò nuovamente dal pubblico.

“Che hanno, ora?” chiese, fissando sconcertato la presentatrice.

Marie aveva, però, la stessa aria sognante delle signore presenti nel pubblico:

“Provi a ripetere”

“Ho detto che è un ordine del comandante Smith”

Awwww

“Prosegua, signor Levi. Cortesemente, faccia solo attenzione a non pronunciare nuovamente il nome del suo superiore o andremo avanti ad Awwware per tutta la puntata”.

“Dicevo che, beh... nella Legione Esplorativa, per un miglior rendimento, desideriamo appianare ogni divergenza, comprese quelle famigliari, quindi... eccomi qui. Ho pensato di chiedere aiuto al programma per ristabilire un contatto con Kenny, visto che non risponde alle mie lettere”

Marie sorrise, indicando ora il megaschermo sopra alla busta. Cliccò un pulsante, facendo immediatamente partire un video, mentre le luci della sala si abbassavano.


***
 

“Ciao Marie!” un postino aitante, avvolto in una tunica blu notte, sedeva comodo su una bicicletta “Oggi siamo nella città sotterranea per consegnare una lettera al signor Kenny Ackerman. Vediamo se è in casa!”

Partì una musichetta allegra, mentre il postino pedalava fischiettando. Le telecamere inquadrarono i bassifondi, restringendo poi il campo su una casupola malmessa in fondo ad un vicolo cieco. Il messaggero smontò dalla bici, appoggiandola al muro.

“Eccoci, Marie... siamo davanti alla casa di...Ehi, voi!” nel campo entrarono un paio di ragazziotti intenti a fuggire con la bicicletta sottobraccio “Mi hanno fregato la bici, Marie! Non c'è mai la Gendarmeria quando serve!” un sospiro rassegnato “Siamo davanti alla casa del signor Ackerman. Bussiamo!”

Il delicato Toc Toc venne interrotto da una serie infinita di parolacce. Poco dopo, sulla soglia apparve un uomo sulla sessantina. I capelli brizzolati contornavano il volto spigoloso, accompagnato da una barba curata e da rughe sottili.

“Buongiorno, parlo con il signor Kenny Ackerman?” il postino si ritrovò un coltello puntato alla gola.

“Ho ucciso per molto meno. Che cazzo vuoi, brutto stronzo in gonnella?”

“La prego, signor Kenny. Sono... il postino di...”

Il malcapitato non finì la frase. Un fiotto di sangue schizzò dal suo collo, inondando l'obiettivo della cinepresa. Il video si interruppe malamente.


***
 

Levi batté le palpebre, indicando lo schermo:

“Emh...ha ammazzato il postino?”

“Sì, ma non si preoccupi. Succede spesso quando li mandiamo nei bassifondi. Abbiamo sempre dei postini di scorta”


***
 

“Ciao Marie!” questa volta, apparve una postina agghindata con un abito succinto “L'ultima consegna non ha avuto un esito felice, ma siamo qui per riprovarci. Oggi consegneremo la posta al signor Kenny Ackerman!

Riprese il jingle in sottofondo, mentre la ragazza pedalava vigorosamente, attirando fischi ed apprezzamenti di dubbio gusto. L'inquadratura si allargò sull'ormai familiare vicolo.

“Eccoci davanti alla porta. Vediamo se il signor Kenny è in casa” chiocciò, bussando vigorosamente.

Un'altra sequela di bestemmie confermò la presenza dell'inquilino:

“Chi cazzo è questa volta?!

La porta si spalancò, rivelando la presenza di Kenny lo Squartatore. Questa volta, tuttavia, il fido pugnale rimase saldamente nel fodero.

“Buongiorno!”attaccò la ragazza “Sono la postina di “C'è missiva per te!”. Conosce il programma, no?”

“Ma certo! Lo guardo spesso”

“Fantastico. Lei è il signor Kenny Ackerman, giusto?

Un cenno d'assenso:

“Certo! Lo sai che sei proprio una bella figliola?”

“Devo sincerarmi che sia davvero lei, prima di consegnarle la busta! Allora... Lei è il capo di una branca segreta della Polizia Militare, vero?”

“Mh... sì, anche se dovrei dire di no, altrimenti... che branca segreta sarebbe?”

“Ottima osservazione. Cambio domanda. Il suo migliore amico era Uri Reiss?”

“Naturalmente”

“Ed ha preso parte al rapimento di Eren e Historia qualche mese fa?”

“Sì!”

“Allora non mi resta che consegnarle questa busta e...si ricordi! “C'è missiva per te!”

Kenny sorrise, prendendo la busta con una mano e la postina con l'altra:

“Sì, sì, quante belle cazzate. Piuttosto... ti andrebbe una cenetta a casa mia?”

“Davvero? Io... ne sarei felic...”

Il video si interruppe bruscamente.


***
 

Le luci si rialzarono e la graziosa postina apparve a lato della stanza.

“Genoveffa...” chiocciò Marie “Il signor Kenny ha accettato l'invito?”

“Sì, Marie. Il signor Kenny ha accettato ed è qui con noi”

Il pubblico trattenne il fiato, mentre Kenny lo squartatore entrava in studio con la sua elegante spavalderia. L'uomo si pulì frettolosamente le mani nei pantaloni, prima di stringere il palmo che la conduttrice gli stava tendendo.

“Chiedo scusa” bofonchiò a denti stretti “Sa com'è... ero al lavoro e...il sangue è sempre fastidioso da pulire”

“Si figuri” la donna gli indicò il pouff “Si accomodi, prego. Allora, signor Kenny... lei conosce le regole del programma? Adesso... aprirò la busta e lei vedrà una persona. Potrà decidere se far parlare questa persona o meno. Lei ha qualche idea, in merito al mittente?”

Kenny annuì con forza:

“Sì... è da tempo che desidero riconciliarmi con questa persona.”

“Apriamo la busta”

La linguetta si sollevò automaticamente e l'assassino rimase in silenzio, osservando il volto familiare oltre lo schermo. Squadrò i lineamenti sottili, gli occhi stretti e grigi, i capelli neri ben pettinati per l'occasione. Scosse il capo.

“Levi?” mormorò, con una nota incerta “Ma... che cazzo! Io pensavo fosse Shirley! Dovevo uscire con lei l'altra sera, ma ho fatto tardi con l'ultimo omicidio e... Ah, fanculo!” spiò nuovamente lo schermo “Nipote cretino, mi hai fatto fare tutta questa strada per nulla?!”

“Cosa vuole fare, Kenny? Lo faccio parlare?”

“Ma manco per le palle! Chiudiamo la busta, Marie!”

  
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